GLUCOSIDASI ALFA (27-03-2007) Specialità: Myozyme® (Genzyme Srl) Forma Farmaceutica: 1fl Dosaggio: 50mg Prezzo da banca dati Farmadati Settembre 2007 Prezzo: € 819,22 ATC: A16AB07 Categoria terapeutica: altri farmaci dell´apparato gastrointestinale e metabolismo: enzimi Fascia di rimborsabilità: Classe PTN: H-OSP 1 Indicazioni Ministeriali: Myozyme® è indicato per la terapia enzimatica sostitutiva (ERT) a lungo termine in pazienti con diagnosi confermata di malattia di Pompe (deficit di a-glucosidasi acida). Non sono stati determinati i benefici di Myozyme® nei pazienti con forma tardiva della malattia di Pompe Decisioni della CTR: Farmaco inserito con nota (riunione del 27.03.07) Nota: Richiesta motivata per singolo paziente, nel rigoroso rispetto delle indicazioni terapeutiche autorizzate, tenendo presente che non sono stati determinati i benefici del farmaco nei pazienti con malattia di Pompe ad esordio tardivo e con monitoraggio degli esiti del trattamento a 6 mesi. Si ricorda che il costo all´ospedale del trattamento di un paziente di 70 kg è di € 27.040 mensili. Commenti: Considerato il tipo di patologia, i dati relativi all’efficacia sono molto limitati. In particolare, l’AIFA ha registrato glucosidasi alfa per la terapia enzimatica sostitutiva a lungo termine in pazienti con diagnosi confermata di malattia di Pompe ma riporta che non sono stati ancora determinati i benefici nei pazienti con forma tardiva di tale malattia di Pompe, pur indicandone in scheda tecnica la posologia anche per pazienti adulti e anziani. Il costo del trattamento è elevatissimo: per un paziente di 70 kg il costo del trattamento all’ospedale è di € 27.040 mensili, considerando il dosaggio 20 mg/kg previsto da scheda tecnica. Analisi della letteratura: La malattia di Pompe, denominata anche malattia da accumulo di glicogeno di tipo II o carenza di maltasi acida o glicogenosi di tipo II, è una malattia rara autosomica recessiva causata da un deficit di alfaglucosidasi acida (GAA), enzima deputato alla degradazione del glicogeno lisosomiale a glucosio. La carenza di questo enzima porta all’accumulo di glicogeno in vari tessuti, principalmente quello cardiaco, respiratorio e muscolo-scheletrico provocando miopatia generalizzata, cardiomiopatia e insufficienza respiratoria (1). La patologia va dalla forma infantile, caratterizzata da rapida progressione con esordio nel primo anno di vita e una aspettativa di vita molto breve, che presenta debolezza muscolare e ipotonia e una progressiva cardiomiopatia, fino alla forma tardiva a progressione più lenta (forme giovanili e dell’età adulta). Quest’ultima coinvolge principalmente la muscolatura scheletrica e l’apparato respiratorio e si manifesta con miopatia e insufficienza respiratoria (1). L’incidenza globale è stimata in 1 su 40.000 nascite, ma può variare a seconda dell’area geografica e del gruppo etnico: la forma infantile sembra avere incidenza più elevata nella popolazione afro-americana e nel sud della Cina e Taiwan, mentre la forma tardiva dell’adulto sembra essere più frequente nei Paesi Bassi (2). Una review relativa alle forme non classiche della patologia ha analizzato 225 casi pubblicati. I primi sintomi erano caratterizzati da debolezza muscolare; in genere i pazienti con sviluppo più tardivo della patologia sembrano presentare prognosi migliore. L’insufficienza respiratoria è stata individuata la causa di morte più frequente (9). Uno studio epidemiologico, retrospettivo, sulla storia naturale della malattia in pazienti con forma infantile (n=168), ha osservato un esordio di sintomi ad una età media di 2 mesi (range 0-12 mesi) e l’età media del decesso a 8.7 mesi. La percentuale di sopravvivenza era 25.7% a 12 mesi e 14.4% a 18 mesi. I sintomi più frequenti erano cardiomegalia, ipotonia, cardiomiopatia, distress respiratorio, debolezza muscolare, difficoltà nell’alimentarsi e assenza di crescita (1). La glucosidasi alfa (Myozyme®) è di recente stata autorizzata dall’EMEA, primo farmaco disponibile sul mercato per il trattamento della malattia di Pompe. Si tratta della forma ricombinante della glucosidasi alfa acida umana, da somministrarsi per infusione endovenosa al dosaggio di 20 mg/kg, ogni due settimane(1). Le infusioni vanno somministrate in modo incrementale. La velocità d’infusione iniziale consigliata è 1 mg/kg/h, con graduale aumento in assenza di reazioni connesse all’infusione fino al raggiungimento del tasso massimo di 7 mg/kg/h (3). Efficacia clinica L’efficacia di glucosidasi alfa è stata valutata in due studi principali, che hanno arruolato pazienti con forma infantile e in diversi studi di supporto e programmi di accesso allargato sia nella forma infantile che nella forma tardiva (1). Efficacia nella forma infantile della malattia di Pompe Uno studio multicentrico randomizzato, controllato, in aperto della durata complessiva di 52 settimane, ha valutato l’efficacia e sicurezza di due dosaggi di glucosidasi alfa (20 o 40 mg/kg ogni due settimane) in 18 pazienti con malattia di Pompe ad esordio infantile (età £ 6 mesi). I pazienti che concludevano lo studio erano eleggibili per l’estensione in aperto. L’end-point principale era la sopravvivenza senza ventilazione invasiva a 12 mesi di età nei pazienti di entrambi i gruppi combinati rispetto ad una coorte storica non trattata (analisi ad interim alla 26 settimana di trattamento). L’analisi di efficacia primaria è stata successivamente emendata ed è diventata la percentuale di pazienti vivi senza ventilazione invasiva a 18 mesi d’età. Dopo 52 settimane di trattamento tutti i 18 pazienti trattati erano vivi e 15/18 non necessitavano di ventilazione invasiva, mentre 1 dei 42 pazienti della coorte storica era ancora in vita a 18 mesi d’età. Poiché nella coorte storica non si era registrata la sopravvivenza senza ventilazione invasiva non è stato possibile procedere ad un confronto di questo end-point. Non si sono osservate differenze tra i due dosaggi in termini di sopravvivenza, sopravvivenza senza ventilazione invasiva o senza ventilazione, né in termini di incidenza di cardiomiopatia, crescita, sviluppo motorio o stato funzionale (1). Un secondo studio multicentrico, non controllato di fase II, ancora in corso, sta valutando l’efficacia e sicurezza di glucosidasi alfa in 21 pazienti con insorgenza infantile della patologia (età ³ 6 mesi e £ a 36 mesi); i risultati dell’analisi ad interim effettuata su 15 pazienti arruolati che hanno completato le 52 settimane di trattamento, sono stati riportati nella Scientific Discussion dell’EMEA (1). Il dosaggio somministrato nello studio è stato 20 mg/kg ogni due settimane. Anche in questo caso è stato effettuato un confronto con il gruppo di controllo storico. Come end-point primario è stata scelta la sopravvivenza. L’analisi ad interim dopo 52 settimane di trattamento ha mostrato una sopravvivenza del 73% per i 15 pazienti trattati rispetto al 37% dei 48 pazienti del controllo storico (p=0.018). L’87% dei pazienti ha presentato una riduzione della massa ventricolare sinistra (LVMI) rispetto al baseline. La funzionalità cardiaca misurata mediante ecocardiografia ha mostrato un trend verso la normalizzazione nel periodo di trattamento. Alcuni studi non controllati di supporto o alcuni report da accessi allargati, sempre relativi a pazienti con malattia infantile, vengono descritti in letteratura e nella Scientific Discussion: complessivamente tali dati indicano che il farmaco ha effetto sulla mortalità, sull’indice della massa ventricolare sinistra, sulla funzionalità cardiaca e motoria, anche se non è possibile quantificare tali effetti, considerata la bassa numerosità della casistica coinvolta (1, 4, 5, 6, 7). Efficacia nella forma tardiva della malattia di Pompe I dati a supporto dell’utilizzo del farmaco nella forma tardiva della malattia provengono da uno studio clinico in aperto monocentrico e da programmi di accesso allargato. Lo studio non controllato ha arruolato 5 pazienti con patologia tardiva di grado lieve/moderato di età compresa tra i 5 e i 15 anni al momento dell’inizio del trattamento. I pazienti sono stati trattati con il dosaggio di 20 mg/kg ogni due settimane per 26 settimane. Tutti i pazienti erano in grado di deambulare e non richiedevano supporti ventilatori (ad eccezione di un solo caso che necessitava di ventilazione notturna non invasiva). Due dei tre pazienti con coinvolgimento polmonare hanno presentato un miglioramento della FVC (capacità vitale forzata), ma soltanto uno dei due ha presentato un miglioramento nel 6 min Walk Test; pertanto gli effetti nei pazienti con patologia lieve o moderata rimangono incerti. I dati relativi a 10 pazienti con malattia di Pompe tardiva in stadio avanzato (tutti non deambulanti e tutti tranne uno dipendenti da ventilazione) di età compresa tra 9 e 59 anni, sono stati trattati con glucosidasi alfa da 20 a 40 mg/kg ogni due settimane nell’ambito di programmi di accesso allargato della durata da 6 mesi a 2.5 anni. Un solo paziente presentava cardiomiopatia; i test di funzionalità polmonare e muscolare erano difficili da effettuare e pertanto la valutazione si è basata soltanto sulla valutazione clinica del medico. Un solo paziente, che non necessitava di ventilazione ma non era in grado di deambulare, è riuscito dopo 108 settimane di trattamento ad abbandonare la sedia a rotelle (8); gli altri 9 pazienti sono rimasti dipendenti da ventilazione ma hanno presentato differenti segni di un possibile miglioramento di funzionalità motoria e polmonare (1). I risultati di altri 8 pazienti provenienti da accessi allargati erano in linea con i precedenti (1). Il CHMP conclude che gli effetti di glucosidasi alfa nella patologia tardiva sono estremamente variabili e l’efficacia non può essere quantificata sebbene alcuni pazienti presentino riduzioni clinicamente significative nel numero di ore di ventilazione invasiva, miglioramento nella deambulazione o nell’aumento di peso e richiede alla ditta richiedente di affrontare in futuro tali aspetti mediante studi clinici disegnati per questa tipologia di pazienti. Tollerabilità La Scientific Discussion riporta che un totale di 61 pazienti da studi clinici e programmi di accesso allargato sono stati trattati con il farmaco per una mediana di 56 settimane (da 1 a 110) ai dosaggi 20 mg/kg o 40 mg/kg ogni due settimane. La maggior parte degli eventi avversi riportati nei pazienti con forma infantile della patologia erano attribuibili al decorso della patologia. Le reazioni avverse erano prevalentemente di intensità lieve o moderata e nell’82% correlate all’infusione. Un limitato numero di pazienti con forma tardiva della patologia sono stati trattati con glucosidasi alfa: in generale il profilo di eventi avversi è stato simile a quello dei pazienti con forma infantile. Le reazioni più comuni sono state: piressia (probabilmente dovuta alla malattia di Pompe), rush, vampate, orticaria, principalmente correlate all’infusione. Altre reazioni correlate all’infusione, registrate in programmi di accesso allargato, sono state: tachicardia, ipertensione, tosse, ridotta saturazione d’ossigeno, nausea, vomito, tachipnea, agitazione, cianosi, broncospasmo, edema al viso. L’unica reazione strettamente correlata al trattamento con glucosidasi alfa è stata lo sviluppo di anticorpi IgG specifici per il farmaco. La maggior parte dei pazienti ha sviluppato anticorpi entro il terzo mese di trattamento. E’ stato richiesto alla ditta di mettere in atto un programma di immunosorveglianza postmarketing. Conclusioni La malattia di Pompe o glicogenosi di tipo II, è una malattia rara (incidenza globale è stimata in 1 su 40.000 nascite) autosomica recessiva causata da un deficit di alfa-glucosidasi acida (GAA), enzima deputato alla degradazione del glicogeno lisosomiale a glucosio. La carenza di questo enzima porta all’accumulo di glicogeno in vari tessuti, principalmente quello cardiaco, respiratorio e muscolo-scheletrico provocando miopatia generalizzata, cardiomiopatia e insufficienza respiratoria (1). La patologia va dalla forma infantile (caratterizzata da rapida progressione con esordio nel primo anno di vita e una aspettativa di vita molto breve), fino alla forma tardiva a progressione più lenta (con progressione meno rapida). La glucosidasi alfa (Myozyme®) è il primo farmaco disponibile sul mercato per il trattamento della malattia di Pompe. Si tratta della forma ricombinante della glucosidasi alfa acida umana, da somministrarsi per infusione endovenosa al dosaggio di 20 mg/kg, ogni due settimane. Considerato il tipo di patologia, i dati relativi all’efficacia sono molto limitati: sono disponibili due studi principali con controllo storico, che hanno arruolato pazienti con forma infantile e alcuni studi di supporto e programmi di accesso allargato sia nella forma infantile che nella forma tardiva. Uno studio multicentrico randomizzato, controllato, in aperto della durata complessiva di 52 settimane, ha valutato l’efficacia e sicurezza di due dosaggi di glucosidasi alfa (20 o 40 mg/kg ogni due settimane) in 18 pazienti con malattia di Pompe ad esordio infantile (età £ 6 mesi). E’ stato utilizzato come confronto un controllo storico. Dopo 52 settimane di trattamento tutti i 18 pazienti trattati erano vivi e 15/18 non necessitavano di ventilazione invasiva, mentre 1 dei 42 pazienti della coorte storica era ancora in vita a 18 mesi d’età. Non si sono osservate differenze tra i due dosaggi né in termini di sopravvivenza né di funzionalità motoria e respiratoria. Sono inoltre disponibili i risultati di un secondo studio ancora in corso su pazienti con insorgenza infantile della patologia (età ³ 6 mesi e £ a 36 mesi); i risultati dell’analisi ad interim effettuata sui 15 pazienti arruolati, che hanno completato le 52 settimane di trattamento, hanno mostrato una sopravvivenza del 73% per i 15 pazienti trattati rispetto al 37% dei 48 pazienti del controllo storico (p<0.018). L’87% dei pazienti ha presentato una riduzione della massa ventricolare sinistra (LVMI) rispetto al baseline. Ulteriori risultati da studi di supporto e programmi di accesso allargato sembrano confermare tali risultati nella forma infantile. Relativamente alla forma tardiva della patologia sono disponibili soltanto uno studio non controllato su 5 pazienti e i risultati relativi ad altri 18 pazienti arruolati in programmi di accesso allargato. Il CHMP conclude che i benefici del farmaco in questa tipologia di pazienti rimangono incerti e che si attendono i risultati di uno studio randomizzato controllato in doppio cieco vs placebo per confermare i risultati preliminari. Il trattamento sembra ben tollerato; si segnalano principalmente reazioni correlate con l’infusione. Le più comuni reazioni avverse sono state piressia, vampate, orticaria e rush. Bisogna segnalare lo sviluppo di anticorpi specifici per il farmaco per cui è stato richiesto di attivare un programma di immunosorveglianza. Il costo del trattamento è elevatissimo: per un paziente di 70 kg il costo del trattamento all’ospedale è di € 27040 mensili. Documentazione Bibliografica: 1. CHMP – Scientific Discussion EMEA 2006 2. Kishmani PS et al, J Pediatr 2004; 144 : S35-S43 3. Scheda tecnica Myozyme® - Revisione del testo 28/07/2006 4. Kishnani P.S. et al, J Pediatr 2006; 149: 89-97 5. Amalfitano A. et al, Genetics in Medicine 2001; 3 (2): 132-138 6. Van Den Hout JMP et al, Pediatrics 2004; 113;e448 – e457 7. Klinge L. et al, Neuromuscular Disorders 2005; 15: 24-31 8. Winkel L.P. et al Ann Neurol 2004; 55: 495-502 9. Winkel L.P. et al J Neurol 2005; 252: 875-884 Costo Principio Attivo Dosaggio da scheda tecnica Glucosidasi alfa 20 mg/kg ogni due settimane *Prezzo da listino ditta, Settembre 2007 Data ultima revisione: Settembre 2007 Costo all’ospedale per ciclo di terapia (per un uomo di 70 kg) 1.931 € per un bambino di 10 kg 13.520 € per un uomo di 70 kg