PROGETTO SOCIAL Dal carcere al lavoro: percorsi di reinserimento per ex detenuti. Risultati del confronto tra Italia e Romania Learning seminars Timisoara, 12 luglio 2011 Craiova, 13 luglio 2011 Maria Grazia Mastrangelo LO SCENARIO MEETING Verifica trasferibilità e la replicabilità nel contesto rumeno di quelli che rappresentano gli elementi chiave dei percorsi di reinserimento delle persone in esecuzione penale in Italia. A Roma il 21 e 22 giugno 2011 due giornate di lavoro dal titolo “Dal carcere al lavoro: percorsi di reinserimento per ex detenuti. Un confronto tra Italia e Romania”. LE FINALITA’ L’evento ha inteso promuovere l’individuazione dei punti di forza e delle criticità dei percorsi italiani di reinserimento lavorativo di (ex) detenuti e degli elementi di trasferibilità (precondizioni, valore aggiunto, fattibilità) nel contesto rumeno a partire da un confronto con la Romania in termini di sistema normativo, assetto organizzativo e ripartizione delle competenze tra gli attori centrali e locali rumeni. L’ARTICOLAZIONE DELL’EVENTO 1 GIORNATA: Rivolta agli operatori italiani e rumeni e centrata sull’illustrazione dei percorsi/casi di studio e sull’analisi e confronto, attraverso la realizzazione di due Gruppi di lavoro, sulle esperienza e metodologie adottate in Italia e in Romania. Alla luce delle esposizioni che delineavano diversi ipotesi di percorso/raccordo tra il carcere e il mondo del lavoro sono state indagate le somiglianze e le differenze più evidenti tra i due paesi nell’ottica di una contaminazione positiva ed efficace a favore del reinserimento degli (ex) detenuti. CRITERI DI SELEZIONE CASI 2 GIORNATA La seconda giornata è stata dedicata al confronto tra attori istituzionali del sistema italiano e stakeholders rumeni, a partire dalla presentazione dei risultati emersi durante la prima giornata di lavoro. Nel dettaglio, i macro temi individuati e su cui è si è sviluppato il dibattito dei tre panel di discussione sono stati: Panel A. Lavoro (ruolo e mandato delle imprese sociali e for profit); Panel B. Servizi per il (re)inserimento (Centri per l’Impiego, servizi sociali, ecc.); Panel C. Servizi di accompagnamento al lavoro ed all’inclusione sociale (Terzo Settore). I PARTECIPANTI 1.Rappresentanti Istituzionali italiani e rumeni (MLPS, ANP, DAP, ISFOL) 2. Partner italiani e rumeni del progetto SOCIAL 3. Operatori ed esperti, italiani e rumeni, appartenenti alle Amministrazioni/organismi chiave del processo di reinserimento delle persone sottoposte a provvedimenti giudiziari (Province, Comuni, Centri per l’impiego, ecc.) 4. Rappresentanti di 6 progetti italiani; particolare attenzione sarà dedicata agli attori intervistati nell’ambito dei case studies che, attraverso la loro testimonianza, hanno cercato di descrivere ai partecipanti il quadro d’insieme delle esperienze realizzate. Entrambe le giornate hanno preso l’avvio da una presentazione del progetto SOCIAL e delle attività realizzate dall’ISFOL su mandato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali italiano. I RISULTATI DEL CONFRONTO TRA I DUE PAESI Differenze e le similitudini tra i sistemi e gli approcci nei due Paesi così come sono emersi dal confronto e dalla discussione nel citato evento svoltosi a Roma. Comparazione a partire dalle tre macroaree utilizzate per la descrizione dei casi esemplari italiani in quanto, al loro interno sono comprese le tematiche affrontate dai tre panel di discussione. Oltre alle macroaree: - Informazione ed orientamento professionale/al lavoro - Formazione professionale - Accompagnamento al lavoro Sono comparati: - Coordinamento servizi integrati - Economia sociale - Approccio metolodolgico I RISULTATI DEL CONFRONTO TRA I DUE PAESI Informazione ed orientamento professionale/al lavoro ITALIA ROMANIA Azioni informative individuali e di gruppo, colloqui volti alla predisposizione di banche dati di detenuti nelle condizioni di accesso a percorsi di inserimento (da incrociare con banche dati aziende disponibili dei Centri per l’Impiego), counselling orientamento volti alla definizione di progetti personalizzati, bilancio di competenze colloqui di sostegno, motivazione e preparazione all’inserimento lavorativo, segretariato sociale, mediazione culturale, accesso al diritto e/o ai servizi. Il regime penitenziario è di 4 tipi: chiusosemichiuso-aperto-massima sicurezza. L’esistenza delle misure alternative e dell’art.21 e quindi di un’area trattamentale esterna permette un maggior collegamento tra attori chiave e mercato del lavoro ed una maggiore sinergia per l’erogazione di servizi integrati facenti capo a enti ed istituzioni afferenti ai diversi sistemi (sociale, sanitario, formativo, del lavoro) Azioni informative individuali e di gruppo, colloqui ai detenuti nelle condizioni di accesso a percorsi di inserimento, counselling, orientamento volti alla definizione di progetti personalizzati, valutazione competenze, colloqui di sostegno psicologico ed assistenza spirituale, motivazione e preparazione all’inserimento lavorativo. Il regime penitenziario è di 4 tipi: chiusosemichiuso-aperto-massima sicurezza. Non esistono le misure alternative e l’area trattamentale è solo interna. Con il progetto Social stanno implementando un servizio volto alla predisposizione di banche dati di tutti gli ex-detenuti per favorire l’incrocio domanda – offerta di lavoro (consultabile dalle imprese) e l’accesso ai servizi per l’inclusione (consultabile dai servizi territoriali) I RISULTATI DEL CONFRONTO TRA I DUE PAESI Formazione professionale ITALIA Fa parte del trattamento e della riabilitazione del detenuto. In questo senso, possono essere stipulati rapporti con Enti pubblici o privati, con aziende private/cooperative sociali convenzionate con la Regione, al fine di istituire all'interno degli istituti laboratori e corsi di formazione professionale. Le misure alternative permettono ai detenuti che ne beneficiano (premialità) la frequenza a corsi esterni e/o a tirocini formativi in azienda. Le attività sono riferibili a formazione di base, istruzione superiore o universitaria, a percorsi di tirocinio/stage in aziende esterne o all’alternanza formazione/lavoro intramuraria. Strettamente legata al mercato del lavoro locale. ROMANIA Fa parte del trattamento ma la frequenza a percorsi di istruzione/formazione non è obbligatoria ma definita secondo un regime di premialità. Chi ne beneficia ha sconti sui giorni di esecuzione della pena. E’ solo intramuraria per i detenuti. La formazione interna è finalizzata al miglioramento dell’occupabilità attraverso l’acquisizione di competenze e la valorizzazione delle potenzialità personali e professionali. Nel post rilascio non è più seguita ed accompagnata dagli operatori penitenziari. Non esistendo l’esecuzione penale esterna la formazione interna e quella all’esterno non sono collegate. I RISULTATI DEL CONFRONTO TRA I DUE PAESI Accompagnamento al lavoro/1 ITALIA Il lavoro è l’alternativa concreta al reato, sia durante la fase della detenzione quale elemento di rieducazione, sia nella fase postdetentiva al fine di escludere il ricorso al crimine quale unico mezzo di sussistenza. In questa area di intervento si possono distinguere l’inserimento lavorativo esterno in azienda (con borse lavoro o contratti di assunzione nelle sezioni di inserimento) e quello interno nei laboratori di produzione e lavoro (gestiti da cooperative sociali con commesse da imprese profit o con servizi per l’Amministrazione penitenziaria). ROMANIA Il lavoro è l’alternativa concreta al reato, sia durante la fase della detenzione quale elemento di rieducazione, sia nella fase postdetentiva al fine di escludere il ricorso al crimine quale unico mezzo di sussistenza. Per inserimenti lavorativi di qualità la presa in carico del detenuto deve essere assunta molto tempo prima dell'inserimento lavorativo, quando il detenuto è ancora in carcere. Con lui si sviluppa un itinerario progressivo di orientamento, formazione e qualificazione professionale, inserimento nelle attività lavorative intramurarie. I RISULTATI DEL CONFRONTO TRA I DUE PAESI Accompagnamento al lavoro/2 ITALIA Per inserimenti lavorativi di qualità la presa in carico del detenuto deve essere assunta molto tempo prima dell'inserimento lavorativo, quando il detenuto è ancora in carcere. Con lui si sviluppa un itinerario progressivo (orientamento, formazione e qualificazione professionale, inserimento nei laboratori intramurari) per passare alla borsa-lavoro in azienda o all’inserimento in una cooperativa sociale di transizione e concludersi con la sottoscrizione di un contratto di lavoro stabile o con l’avvio di impresa in forma individuale o collettiva. La creazione di “ponti” tra il lavoro intramurario ed il successivo inserimento nel mondo produttivo esterno vede spesso protagonista la cooperazione sociale. ROMANIA Le lavorazioni interne al carcere sono su commessa di imprese profit esterne. Nell’ANP c’è un manager che si occupa di contattare gli imprenditori. Ogni anno le imprese offrono le loro offerte di lavoro in un congresso annuale organizzato ad hoc. Dopo il rilascio gli ex-detenuti cercano da soli il lavoro e questo è spesso causa di insuccesso o recidiva. Con il progetto Social oltre alla banca dati per l’incrocio domanda/offerta, lo start up di due imprese sociali ha la finalità di creare uno spazio protetto che favorisca la transizione dal dentro al fuori, migliori l’occupabilità degli exdetenuti attraverso una formazione di base e una professionalizzante, l’acquisizione di competenze utili all’inserimento nel mercato del lavoro in forma subordinata o autonoma. I RISULTATI DEL CONFRONTO TRA I DUE PAESI Accompagnamento al lavoro/3 ITALIA In materia di renumerazione, pur se l’OP equipara i lavoratori detenuti ai lavoratori liberi, si registra, nella realtà, una disparità di trattamento tra i lavoratori avviati presso aziende esterne pubbliche o private, quelli che lavorano nello stabilimento carcerario assunti da cooperative sociali o imprese profit e quelli occupati nei cosiddetti lavori domestici (dipendenti dall’Amministrazione penitenziaria). I primi sono retribuiti secondo i contratti collettivi nazionali di riferimento, sono loro riconosciuti i medesimi diritti spettanti ai lavoratori liberi, con i limiti derivanti dagli obblighi relativi alla misura privativa di libertà. I secondi sono retribuiti con una “mercede”, proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro prestato. Tale somma non può, in ogni caso, essere inferiore ai due terzi del trattamento economico previsto dai contratti collettivi di lavoro per attività similare (40%). Per tutti i detenuti con posizione giuridica di definitivo, viene detratta una somma detta: Quota di Mantenimento. Esiste poi il peculio (fondo disponibile e fondo vincolato). Il lavoro segue, al contempo, i principi di premialità e punizione. Premio nell’accesso al lavoro esterno o interno conto terzi, punizione perché il rifiuto è sanzionato. ROMANIA Il lavoro dei detenuti è remunerato con il salario minimo garantito per mansioni equivalenti nel mondo libero. Ma di tale compenso il 60% va all’Amministrazione Penitenziaria ed il 40% rimane al detenuto per le sue spese. Inoltre per ogni tre giorni di lavoro viene detratto al detenuto un giorno di pena da scontare. L’accesso al lavoro intramurario segue il principio di premialità. I RISULTATI DEL CONFRONTO TRA I DUE PAESI Coordinamento tra servizi integrati ITALIA ROMANIA Gruppo di coordinamento interistituzionale tra sistemi della giustizia, del lavoro, dell’istruzione e formazione, del sociale e sanitario, nel rispetto delle reciproche competenze, di condivisione di risorse/opportunità. I Comuni ed i penitenziari (almeno nei territori di sperimentazione del progetto Social) hanno un accordo istituzionale. Il problema è l’assenza di una legislazione ad hoc che definisca i vari rapporti e fornisca agevolazioni in merito. La P.A. ha un dipartimento sociale che volendo potrebbe occuparsi del reinserimento degli ex detenuti perché in Romania mancano anche politiche definitive ed organismi deputati a questo compito. Gli ex detenuti che usufruiscono di percorsi professionali e lavorativi ottengono una carta d’identità valida per la durata di 5 anni. È una carta utile a ‘sorvegliare’ anche il percorso della persona. I Comuni curano il contatto con le imprese per la ricerca di un lavoro per queste persone, ma il problema è soprattutto con i ROM, il pregiudizio nei loro confronti è ancora forte. Equipe transdisciplinare: a garanzia dell’“unitarietà” degli interventi attraverso la loro gestione integrata. L’equipe operativa è costituita da operatori provenienti dai diversi ambiti disciplinari individuati in funzione della costruzione dei percorsi e della gestione degli stessi. I RISULTATI DEL CONFRONTO TRA I DUE PAESI Economia sociale ITALIA In Italia la legislazione sulla cooperazione sociale esiste ed è attuata da 30 anni. Le cooperative si definiscono “sociali” di produzione e lavoro (tipo B) se il 30% dei soci lavoratori è costituito da soggetti svantaggiati (tra questi detenuti ed ex-detenuti). La normativa prevede che esse possano usufruire di agevolazioni previdenziali e fiscali e possano accedere a commesse dirette da parte delle PA secondo una soglia massima definita a livello europeo, (clausola sociale degli appalti non deve ledere il principio di concorrenza leale - 1718/2004 CEE) per recuperare lo svantaggio competitivo dovuto alle persone vulnerabili impiegate. Le CS hanno l’obbligo di reinvestire gli utili ed il divieto della divisione di questi tra i soci lavoratori. Nonostante tutto la sostenibilità di tali iniziative non è semplice. Le commesse pubbliche non sono più sufficienti e ci si sta orientando verso il settore profit che esternalizza produzioni o che può sostenere la commercializzazione dei prodotti. ROMANIA Non esiste ancora una legislazione specifica sulla cooperazione/impresa sociale. Il processo di modifica normativa è in corso ma la legge specifica non è stata promulgata. Questo significa che le strutture dell’economia sociale in implementazione dovranno sottostare agli stessi obblighi normativi e fiscali delle imprese profit. Non esistono attualmente incentivi ed agevolazioni fiscali che permettano di recuperare lo svantaggio competitivo dato dall’inserimento lavorativo di persone vulnerabili. Non è possibile applicare la “clausola sociale” nelle gare d’appalto che prevede l’assegnazione diretta alle imprese sociali di commesse inferiori alla soglia europea della concorrenza sleale nel libero mercato. Devono ancora essere individuate le reti di commercializzazione dei prodotti delle imprese sociali. Il Vescovato potrà garantirne l’assorbimento fino ad una certa quantità ma non sarà sufficiente perché i prodotti previsti sono a rapido deterioramento. E’ essenziale, quindi, l’individuazione di altre reti che possano supportare la produzione e garantire la continuità delle iniziative (Amministrazione penitenziaria, mense scolastiche, ospedali, ecc.). I RISULTATI DEL CONFRONTO TRA I DUE PAESI Approccio metodologico ITALIA La promozione ed, in qualche caso, il coordinamento della collaborazione tra i servizi (per l’impiego, socio-assistenziali, formativi) ed il rafforzamento di sinergie tra enti pubblici e privati impegnati nella presa in carico globale dei destinatari per: a) evitare le sovrapposizioni di interventi, fornendo risposte pertinenti ed efficaci ai bisogni mediante il coinvolgimento di tutti gli attori pubblici e del privato sociale che, per specifiche competenze e in relazione ai bisogni espressi, sono utili; b) di favorire la qualificazione dei servizi pubblici e privati per l’inclusione sociale e lavorativa delle persone detenute ed ex detenute; c) promuovere l’occupazione sul territorio attraverso l’avvio di azioni combinate di politiche attive del lavoro, politiche di sostegno al reddito, politiche per lo sviluppo locale e l’ambiente. ROMANIA Il reinserimento socio-occupazionale degli ex-detenuti può essere realizzato con successo solo mediante un approccio globale che affronti tutti gli aspetti (occupazione, istruzione, alloggio, assistenza sanitaria, benessere, ecc.) ed utilizzando le risorse disponibili in modo efficace e concentrato. END Voci di dentro, voci di fuori: riannodare il filo spezzato… GRAZIE PER L’ATTENZIONE !