Diocesi di Piacenza-Bobbio
Ufficio Stampa: Servizio Documentazione
Pianazze – Villa Regina Mundi
Convegno Pastorale di Pianazze
dal 3 al 5 Settembre 2004
”Perché mi cercavate?” (Lc 2, 49)
Debitori del Vangelo ai giovani
“Per una lettura del mondo giovanile:
il vissuto dei giovani e la proposta cristiana”
3 Settembre 2004
Convegno Pastorale di Pianazze dal 3 al 5 Settembre 2004
Data
Relatore
Tema
Audio
File
03/09/2004
Mons. Luciano Monari,
Vescovo
Lettera Pastorale alla Diocesi di
Piacenza-Bobbio per l’Anno 20042005
– “Perché mi cercavate?” (Lc 2, 41–52).
Debitori del Vangelo ai giovani.
No
ML030904
03/09/2004
Prof. Diego Mesa
“Per una lettura del mondo giovanile: il
vissuto dei giovani e la proposta
cristiana”.
Si
03/09/2004
Mons. Luciano Monari,
Vescovo
Commento del Vescovo al termine della
relazione del prof. Diego Mesa e del
successivo dibattito.
Si
03/09/2004
Ufficio divino dei Vespri
Commento alle letture
SI
04/09/2004
Mons. Luciano Monari,
Vescovo
Omelia alla S. Messa (letture: 1 Corinzi
10, 14–22; Luca 6 43–49).
SI
04/09/2004
Mons. Luciano Monari,
Vescovo
Presentazione della Lettera Pastorale
alla Diocesi di Piacenza-Bobbio per
l’Anno 20042005
SI
MP030904
MP040904
Commento del Vescovo al termine
della relazione del prof. Diego Mesa e del successivo dibattito
Mons. Luciano Monari, Vescovo
“La coerenza”
1. La coerenza è la risposta della persona alla sua chiamata e alla identità che è
chiamata ad avere di fronte a Dio
Credo che dal punto di vista della Scrittura il discorso della “coerenza” ci sta molto bene:
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
legandolo però ad una coerenza che non è autonoma, cioè “io semplicemente coerente con
me stesso”;

ma legandola piuttosto alla “coerenza” che è la risposta della persona alla sua
chiamata e alla identità che è chiamata ad avare di fronte a Dio.
E provo a spiegarmi.
Una delle cose che mi ha colpito, nella relazione del prof. Diego Mesa, è quando diceva che “i
giovani hanno un rapporto con Dio amicale, ma a un’unica direzione: per cui io parlo e Dio mi
ascolta, Dio mi accoglie, Dio mi perdona, ecc.”.
Quando nasce la reciprocità, quando Dio diventa un soggetto che mi si rivolge e mi dà del tu, io
sono costretto a raccogliere in unità la mia vita come quello che risponde a Lui.
Di fronte al computer io posso prendere ”cinquantasette” identità, ma di fronte a Dio che mi dice,
“tu”, io sono costretto a raccogliere tutti i frammenti della mia vita e a farli diventare un io che si
rivolge a Dio e gli risponde.
Allora, questo è un primo elemento fondamentale di coerenza, che nasce dall’essere chiamati, dal
percepire la propria vita come la risposta a un soggetto personale che mi si rivolge, che mi
interpella, e a cui debbo rispondere.
2. Il “cammino della maturità”, vuole dire: tutti i frammenti della mia vita
acquistano una unica direzione che è la maturità di Cristo.
Il secondo aspetto è chiaramente legato a tutto il “cammino della maturità”. Quando il prof. Mesa
diceva adesso che la “coerenza è un obiettivo”, questo è verissimo e credo che almeno san Paolo
esprime questa “coerenza”, quando nella Lettera agli Efesini dice:
«[13]finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo
stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo.
[14]
Questo affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là
da qualsiasi vento di dottrina, secondo l’inganno degli uomini, con quella loro astuzia
che tende a trarre nell’errore. [15]Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità,
cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo» (Ef 4, 13–14–15).
Allora “crescere in tutto”, vuole dire: tutti i frammenti della mia vita acquistano una unica
direzione che è la maturità di Cristo.
Questo lo si può dire in un’altra prospettiva, quando san Paolo scrivendo ai Corinzi (cfr. 3, 1-ss) li
rende consapevoli del fatto che sono cristiani ma sono ancora di carne, che non sono ancora
diventati spirituali. E “non sono diventati spirituali” perché, sono cristiani, ma sono divisi tra di
loro. Sono cristiani, quindi sono animati dalla presenza di Cristo, dalla forza dello Spirito, ma ci
sono delle divisioni, quindi vuole dire che lo Spirito non li ha ancora cambiati.
Questo discorso della “conformità a Cristo” e della “unità dello Spirito” credo che vada nella
direzione della “coerenza”. Però certamente è una coerenza che non si esprime con “io con il mio
ideale”, ma io di fronte alla relazione di fede che vivo con Dio, attraverso Gesù Cristo nello Spirito
Santo.
E in questa dimensione la “coerenza” ci sta dentro molto, e tutto il cammino della vita cristiana è un
arrivare a questo.
E “tutto il cammino della vita cristiana” è quello a cui poi faceva riferimento don Aldo Maggi (nel
suo intervento nel dibattito), quando sottolineava il “tema della conversione”. “La conversione è
una volta per tutte nella vita cristiana”, ma la conversione è una dimensione permanente perché tutti
gli elementi e i momenti della dimensione della mia vita debbono essere ricondotti verso Dio,
debbono trovare la direzione in Lui, attraverso Gesù Cristo nello Spirito Santo. “Conversione”
vuole dire proprio quello: voltarsi da quella parte lì.
* Cv. Documento rilevato come amanuense dal registratore, scritto in uno stile didattico e con riferimenti biblici, ma
non rivisto dall’autore.
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