Orbettino Anguis fragilis Linneaus, 1758 Codice lista italiana: 382.0.001.0 Priorità: 8 RARITÀ GENERALE: valore = 0 : Non è incluso in alcun elenco di specie protette. COROLOGIA: valore = 1 : l’orbettino ha un ampio areale che interessa quasi tutta l’Europa, copre anche l’Africa nordoccidentale e si estende ad Est fino all’Asia sudoccidentale (corologia europeo-maghrebino-sudovestasiatica) FRAGILITÀ: valore = 2 : non esistono dati sulle dimensioni della popolazione europea. Specie ovovivipara, dà alla luce un discreto numero di piccoli. CONSISTENZA DEL POPOLAMENTO REGIONALE: valore = 2 : presente in 124 quadranti su 280 (44,28%). Non esistono dati sulle dimensioni della popolazione regionale. SELETTIVITÀ AMBIENTALE: valore = 2 : specie abbastanza selettiva dal punto di vista ambientale, non frequenta ambienti secchi o poco esposti. Nonostante l’ampia diffusione della specie, è da notarsi in Lombardia una sua forte rarefazione in pianura, nelle aree intensivamente utilizzate per attività industriali e agricole. CRITICITÀ: valore = 2 : il territorio regionale dove la specie è stata segnalata corrisponde a circa il 15% di quello analogo nazionale. STRATEGIE DI CONSERVAZIONE: Come per altre specie di rettili sono auspicabili interventi diversificati a partire dall’esecuzione di monitoraggi sulla popolazione esistente [C] fino alla sensibilizzazione della popolazione attraverso azioni di educazione ambientale locale ed a vasto raggio [D]. TIPOLOGIE DI INTERVENTO: Sarebbero necessari interventi di monitoraggio dello status delle popolazioni per verificarne la consistenza e la struttura [C1] e monitoraggi dell’habitat per limitare qualsiasi tipo di alterazione [C9]. Rettile poco studiato in Italia dal punto di vista eco-etologico, occorrerebbero studi particolareggiati finalizzati ad individuare potenziali interventi futuri [C11]. La specie, inoltre, risentirebbe positivamente di azioni di educazione ambientale in ambito locale [D2] e di divulgazione a largo raggio [D3]. COSA NON FARE: Occorre evitare alterazioni dell’habitat soprattutto su vasta ma anche su piccola scala (ad esempio, bonifica di zone marginali). FATTORI CRITICI: Modificazioni dell’habitat ed uso di pestici ed erbicidi in agricoltura. Rettile della famiglia degli Anguidi, generalmente lungo fino a 25 cm, coda inclusa, eccezionalmente oltre i 30 cm. E’ un sauro privo di arti di aspetto serpentiforme. La pupilla è rotonda; le squame sono lisce, normalmente in numero di 24-26 lungo l’anello centrale del tronco (raramente 30). La coda è lunga ma relativamente tozza e, se afferrata, si stacca e raramente si rigenera. Le parti superiori sono abbastanza variabili: dal grigio al marronerossastro, con riflessi bronzei e, occasionalmente, con una linea scura mediana lungo il corpo e la coda. Parti ventrali grigiastre o nere. Il dimorfismo sessuale è poco marcato: le femmine sono mediamente meno robuste dei maschi e, con alcune eccezioni, hanno una colorazione laterale più scura della dorsale mentre i maschi sono più uniformi e meno contrastati. Rettile ovoviviparo, può dare alla luce da 6 a 22 giovani, mediamente 12. I giovani appena nati sono lunghi circa 10 cm e hanno generalmente colorazione più viva degli adulti con riflessi dorati o argentati; hanno schiena di un color giallo vivo, percorsa da una striscia longitudinale di colore scuro lungo tutta la colonna vertebrale. Preferisce habitat con vegetazione abbondante e piuttosto umidi. La sua dieta comprende molluschi, lombrichi e artropodi terrestri. Sono stati registrati casi di predazione su lacertidi, su serpenti e su suoi conspecifici. Specie igrofila ed euriterma, si trova sia in ambienti di pianura che di media montagna. Attiva per lo più al crepuscolo o di notte da marzo a novembre. Lo si osserva abbastanza facilmente rigirando le pietre o i ceppi, o nelle prime ore del mattino mentre si scalda sui sassi o sull’asfalto; passa buona parte del suo tempo sottoterra, scavando gallerie o sfruttando quelle dei micromammiferi. Taxon europeo-maghrebino-sudovestasiatico, è presente in quasi tutta l’Italia peninsulare ma assente dalle isole. In Lombardia è ancora piuttosto comune negli ambienti collinari e montani, mentre in pianura la sua diffusione diviene frammentata nelle aree intensivamente utilizzate per attività industrali e agricole. Lo si può incontrare in 24 parchi regionali e nel Parco Nazionale dello Stelvio. In Europa, il range altitudinale della specie si estende dal livello del mare fino a 2000 m di quota (Sistema Betico centrale). Alberto Vercesi Bibliografia Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244. Bulgarini F., Calvario E., Fraticelli F., Petretti F., Sarrocco S., 1998. Libro rosso degli animali d’Italia. Vertebrati. WWF Italia, pp. 210. Corbett K., 1989. Conservation of European Reptiles and Amphibians. Helm London, pp.274. Ferri V., 1990. Anfibi e Rettili in Lombardia. WWF Lombardia, Quaderno n° 5/90, pp. 172. Societas Herpetologica Italica, 1996. Atlante provvisorio degli anfibi e dei rettili italiani. Annali Mus. Civ. St. Nat. “G. Doria”, XCI: 95-178.