Il Seicento Guerra dei Trent’anni (1618-1648) Fondamentalmente è una guerra di religione. E’ chiamata anche guerra tedesca perché è una guerra che si combatte in territorio tedesco. CAUSE: L’imperatore vuole farsi promotore della Controriforma nelle proprie terre, sorgono però dei problemi in Boemia, dove si era ampiamente diffuso il calvinismo. Per volere dell’imperatore viene applicata una rigida censura su tutte le opere stampate a Praga ed è impedito ai non cattolici di accedere alle principali cariche pubbliche. I nobili boemi si ribellano e, il 23 maggio 1618, buttano letteralmente giù da una finestra del Palazzo Reale di Praga due delegati imperiali (DEFENESTRAZIONE DI PRAGA). L’Impero, nella guerra di soppressione del protestantesimo, viene immediatamente soccorso, anche e soprattutto dal punto di vista finanziario, dal Papa e dalla Spagna (per sostenere i cattolici); quest’ultima è, nello stesso momento, impegnata militarmente anche contro la Repubblica delle Province Unite (l’Olanda) che vogliono vedere riconosciuta ufficialmente la loro indipendenza. La Spagna comincia a trovarsi in gravi difficoltà economiche; tra il 1627 e il 1647 dichiara per ben due volte la bancarotta. Il governo spagnolo aumenta le tasse, ma ciò provoca insurrezioni in vari territori del regno (Catalogna-Napoli-Portogallo. Quest’ultimo riesce a recuperare la propria indipendenza). Nel 1635 entra in guerra anche la Francia, ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, visto che il re francese era cattolico e che il suo primo ministro era il cardinale Richelieu (un cardinale, appunto), non entra in guerra al fianco dei cattolici, ma dei principi protestanti. Il motivo era puramente politico: se avessero vinto i cattolici, gli Asburgo di Spagna e Austria avrebbero avuto lo stesso strapotere che avevano avuto al tempo di Carlo V, stringendo il regno di Francia in una morsa. La Francia partecipa alla Guerra dei Trent’anni solo nella sua ultima fase, questo perché prima deve risolvere alcuni problemi di ordine interno, dovuti agli scontri tra cattolici ed Ugonotti. L’episodio più importante è l’assedio de La Rochelle, una delle roccaforti ugonotte. Il cardinale e l’esercito reale riescono ad espugnarla. Per garantire la pace e l’ordine, il cardinale Richelieu accorda libertà di culto agli Ugonotti, in cambio della loro fedeltà alla corona. Nel momento in cui la Francia entra in guerra, però, i contendenti sono già piuttosto stanchi ed impoveriti. Esistono già dei negoziati di pace, che trovano compiutezza nella pace di Westfalia (1648): viene sancita la piena libertà di culto per tutti, anche per i calvinisti, libertà che può essere esercitata a prescindere dalla religione del principe che governa lo stato in cui si risiede (a differenza di quanto sancito dalla pace di Augusta del 1555). La Chiesa di Roma tenta di rendere nulle le clausole della pace di Westfalia, ma inutilmente, in quanto si era ormai stanchi delle guerre per motivi religiosi. I diversi paesi europei erano devastati e piuttosto impoveriti da anni e anni di guerra. LA FRANCIA: a Richelieu succede il cardinale Mazzarino, primo ministro del re Luigi XIV. In seguito all’intervento in guerra, anche la Francia attraversa gravi problemi economici. Il re cerca di aumentare le tasse, ma nascono subito diverse rivolte e non solo da parte delle fasce sociali più deboli. La resistenza più forte al re e al suo governo è la Fronda, composta esclusivamente da nobili. Essi non volevano la caduta della monarchia. Essi volevano una partecipazione al governo del regno, volevano in pratica limitare il potere della corona avendo voce in capitolo sulle decisioni del re, come accadeva in Inghilterra. In un primo momento la Fronda riuscì anche a cacciare da Parigi il re e il suo primo ministro, ma questi riuscirono presto a rientrare in città e a sconfiggere i nobili. Da quel momento la Francia si è avviata inesorabilmente verso una particolare forma di governo che è l’Assolutismo, in cui il re ha poteri, appunto, assoluti, e non deve discutere le sue decisioni con nessun organismo istituzionale. Declino dell’area mediterranea Il Seicento vide il declino dei commerci nel Mediterraneo e contemporaneamente il declino commerciale dei paesi che si affacciavano su questo mare, in particolare Italia e Spagna, a favore di quelli che si trovavano sull’oceano Atlantico (soprattutto Olanda e Inghilterra). La Spagna arrivò al tracollo finanziario soprattutto a causa delle guerre in cui era impegnata e ad una cattiva gestione delle risorse sia interne, sia provenienti dalle colonie. Il declino dell’Italia aveva invece diverse ragioni: - La Guerra dei Trent’anni, in seguito alla quale era diminuita molto la domanda di beni da parte dei territori tedeschi; - Una grande epidemia di peste; - Il trasferimento dei maggiori traffici commerciali dal Mediterraneo all’Atlantico; - La sua frammentazione politica.