Somministrazione endovescicale bisettimanale di gemcitabina 2000

Somministrazione endovescicale bisettimanale di gemcitabina 2000 mg come terapia di prima
linea nei pazienti con carcinoma in situ (CIS) naïve della vescica. Uno studio di fase II.
Paolo Gontero [1], Chiara Fiorito [1], Marco Oderda [1], Francesco Soria [1], Francesca Peraldo
[1], Giovanni Pappagallo [2], Maurizio Brausi [3]
1] University of Turin, Department of Urology-1, Molinette Hospital, Turin, Italy
2] Oncology Unit, Noale Hospital, Noale, Italy
3] Department of Urology, AUSL Modena-Carpi, Italy
Scopo del lavoro
Obiettivo di questo studio è stato quello di testare l'attività della gemcitabina endovescicale in
somministrazione bisettimanale nei pazienti con CIS naïve e di osservare gli effetti indesiderati di
un trattamento intensivo.
Materiale e metodi
Sono stati considerati arruolabili pazienti con CIS primitivo, secondario o concomitante che non
fossero mai stati sottoposti ad instillazioni endovescicali. I pazienti sono stati sottoposti ad uno
schema di trattamento con gemcitabina 2000 mg in soluzione fisiologica 50 cc per 1 ora, due
volta alla settimana per 6 settimane. Abbiamo considerato come complete response (CR) una
citologia urinaria ed un mapping vescicale negativi a 3 mesi. Gli effetti indesiderati sono stati
registrati in accordo con CTCAE.
Il disegno dello studio è stato concepito con 3 fasi di arruolamento in accordo con quanto
proposto da Chen. Dopo aver testato il farmaco sugli 11 pazienti previsti nella prima fase, il trial
sarebbe stato interrotto se si fosse ottenuto un numero di CR inferiore o uguale a 3. Dopo aver
testato il farmaco su 21 pazienti (fasi 1 e 2) il trial sarebbe stato interrotto qualora si fossero
ottenute 7 o meno CR. Dopo aver arruolato i 32 pazienti previsti da tutte e tre le fasi, il livello di
attività del farmaco sarebbe stato considerato di interesse clinico se si fossero ottenute 12 o più
CR.
Discussione
Due considerazioni rendono i importanti i risultati di questo studio interrotto. La prima riguarda il
disegno stesso dello studio, che ci ha consentito di ottenere risultati informativi arruolando un
piccolo numero di pazienti. La seconda è legata ai risultati in termini di sopravvivenza cancrospecifica sul follow-up a lungo termine (100% a 4 anni). Ritardare la somministrazione della
terapia standard (BCG) per la somministrazione del farmaco in studio non ha compromesso i
risultati oncologici a lungo termine.
Risultati
Lo studio è proseguito sino alla seconda fase. Abbiamo infatti ottenuto 5/11 CR nella fase 1, ma
abbiamo dovuto interrompere l'arruolamento dopo 18 pazienti a causa degli effetti indesiderati.
Dei pazienti arruolati, 6 presentavano n CIS primitivo, 7 un CIS secondario e 5 un concomitante.
6 pazienti (33.3%) hanno avuto effetti indesiderati di grado 3 (4 G3 cistite, 3 G3 leucopenia) che
hanno portato alla sospensione del trattamento. Si è ottenuta una CR in 8 pazienti (44.4%). La
overall survival mediana è stata di 44 mesi, con una sopravvivenza cancro specifica del 100%.
Messaggio conclusivo
La somministrazione bisettimanale di gemcitabina come terapia di prima linea nei pazienti con
CIS ha causato una tossicità eccessiva ed un'attività sub-ottimale. Grazie al disegno dello studio,
è stato possibile ottenere questi risultati arruolando un piccolo numero di pazienti. La
sopravvivenza cancro-specifica a 4 anni suggerisce che esiste l'opportunità di testare trattamenti
nuovi per questa categoria di pazienti.