MUSICA E POESIA A SAN MAURIZIO
62° ciclo
4 aprile – 13 giugno 2008
Comunicato stampa
Il 62° ciclo di Musica e poesia a San Maurizio propone un calendario di 10 concerti
con la partecipazione di esecutori, ensemble cameristici, orchestre, cori e solisti scelti tra
quelli che con maggiore autorevolezza si dedicano al repertorio antico e barocco. Dopo la
felice esperienza del 61° ciclo, prosegue anche quest’anno la collaborazione con altre
importanti istituzioni che a Milano operano nell’ambito della musica antica: quattro
appuntamenti concertistici sono ideati con l’Associazione Canto di Orfeo e con le
Fondazioni Marco Fodella e Arcadia.
Agli appuntamenti musicali si affianca la poesia, come da tradizione. Quattro
poeti, scelti in accordo con la Casa della Poesia, interpreteranno i loro testi in una sorta di
prologo (ore 20.30) alla musica che verrà eseguita la sera stessa (ore 21).
In linea con le scelte artistiche che per tanti anni hanno disegnato la fortuna di
questa preziosa e storica rassegna del Comune di Milano, una particolare attenzione è
rivolta all’impaginazione dei programmi. I capisaldi del periodo barocco, Bach, Händel,
Vivaldi, Carissimi, Rameau, sono affiancati da altri compositori in diversi modi
rappresentativi della realtà storica e musicale, a completamento di un panorama
complessivo che dà conto compiutamente di aree geografiche, attitudini compositive e
stili volutamente molto variegati.
Per la scelta degli esecutori si è cercato un coinvolgimento dei migliori gruppi e
artisti italiani accanto ai quali spiccano nomi di grande prestigio e richiamo internazionali.
Anche per questo ciclo, così come per la precedente edizione, Musica e poesia a
San Maurizio dovrà rinunciare alla sua sede storica per i lavori di restauro al soffitto del
coro del monastero di via Luini. L’ospitalità è offerta da altri luoghi, preziosi e antichi,
ricchi di suggestione com’è nella nostra tradizione: la Chiesa di Sant’Antonio Abate, la
Sagrestia di Santa Maria delle Grazie e la Basilica di San Simpliciano.
www.quartettomilano.it
I 10 concerti
con le note di Sandro Boccardi
Venerdì 4 aprile 2008 - Chiesa di Sant’Antonio Abate
ore 11.30
Prova generale aperta, riservata a gruppi di studenti delle scuole
ore 20.30
Incontro di poesia
Testi di Giancarlo Majorino interpretati dall’autore
In collaborazione con la Casa della Poesia di Milano
ore 21
Il canto di Orfeo
Gianluca Capuano direttore
Le Historiae sacrae di Giacomo Carissimi (1605-1674)
- Oratorio di Daniele Profeta
- Cain
- Jephte
In collaborazione con Associazione Il canto di Orfeo
Nella Musurgia universalis (Roma, 1650) il geniale ed erudito gesuita Athanasius Kircher
ricorda Giacomo Carissimi (Marino 1605 - Roma 1674) come compositore assai eccellente
e di grande fama […] superiore agli altri nel comporre per inventiva e abilità […] nel
riuscire a trasformare gli animi di chi ascolta, suscitando le passioni più diverse. Non è la
sola testimonianza di stima dei suoi contemporanei. Purtroppo alla fama antica non
corrisponde quella di oggi, essendo egli scarsamente presente nei programmi dei concerti
e nelle registrazioni discografiche. Se si esclude, infatti, l’oratorio Jephte, che quasi da
solo, da una cinquantina d’anni o poco più, rappresenta la summa del suo stile e della
sua sensibilità musicale, il resto dell’opera – cantate, mottetti, messe e una dozzina di
oratori – riposa ancora nella polvere degli archivi. Carissimi attende ancora quella
rinascenza che arrise a Bach e a Vivaldi, e che per lui stenta ad arrivare per vari motivi,
fra i quali la mancanza di stampe d’epoca e la dispersione, in seguito allo scioglimento
dell’ordine dei Gesuiti (1773), dei manoscritti prima gelosamente custoditi presso la
Biblioteca di Sant’Appolinare.
Gianluca Capuano ha il merito di aver intrapreso da una decina d’anni il progetto
dell’esecuzione e incisione integrale degli oratori di Carissimi, autore che peraltro figura
marginalmente nel trentennale di Musica e poesia a San Maurizio. Un primo “assaggio” si
ebbe nel 1976, un secondo nel 1986, ma furono due numeri di cantate. Il primo oratorio
eseguito in San Maurizio fu invece l’Extremum Judicium proposto dal gruppo Il Canto di
Orfeo con la direzione dello stesso Capuano nell’autunno 2001.
Venerdì 11 aprile - Sagrestia di Santa Maria delle Grazie
ore 11.30
Prova generale aperta, riservata a gruppi di studenti delle scuole
ore 21
Quoniam consort di dulciane
Elena Bertuzzi soprano
Dolce suono
Musiche per consort di dulciane fra la Repubblica Serenissima e la Prussia del XVI e XVII
secolo
G. Parabosco - Ricercare a tre sopra “Da Pacem Domini”
G. Bassano - Fantasia undecima a tre
C. Merulo - Mottetto “Haec est Domus Dei”
- Mottetto “Cumque beatissimus Marcus Evangelisti”
D. Speer - Sonata II a due fagotti
B. Tromboncino - Frottola “Virgine bella”
- Virgine bella
D. Speer - Sonata II a due fagotti
B. Pasquini - Variazioni sopra la Follia a cembalo solo
G.A. Bertoli - Sonata quarta a fagotto solo
B. Marini - Sonata VIII a doi fagotti
H. Schütz - Madrigale “Alma afflitta che fai” SWV 3
- Madrigale “D’orrida selce alpina” SWV 6
G. Parabosco - Ricercare XVIII a quattro
C. Merulo - Mottetto “O crux benedicta”
J.H. Schein - Allemande a quattro voci
D. Buxtehude - Preludium in sol minore per cembalo solo
H. Schütz - Madrigale “Ride la primavera” SWV 3
- “O Jesu nomen dulce” SWV 308 per soprano e continuo
G. Mainerio - La tedescha
N. Brochus - Frottola “O tiente alhora”
M. Cara - “Per fugir d’amore le ponte” sopra “O tiente alhora”
Anonimo - Tente alhora Ruzenenta
È quasi un assioma della “musica antica” che un brano strumentale o vocale, quando non
ne sia precisata la destinazione d’organico (ma anche in questo caso, nella comune prassi
d’epoca, è tollerata l’eccezione!), possa essere voltato, trascritto, eseguito con ogni tipo
di strumento. La pratica di questo tipo di trascrizione venne in auge a partire dal tardo
Rinascimento, quando i musicisti presero coscienza delle particolari risorse timbriche e
grammaticali degli strumenti, che intanto venivano meglio perfezionati, e si protrasse
fino all’epoca barocca (XVII secolo e primi decenni del XVIII) segnando la definitiva
autonomia dei ruoli vocale e strumentale e/o la compresenza d’essi. Fin dall’inizio parve
“naturale” trascrivere un mottetto o un madrigale in intavolatura strumentale,
riproponendoli secondo gusto e necessità con i timbri più diversificati: un complesso di
viole da gamba, un ensemble di dulciane, un clavicembalo o liuto o organo, oppure un
insieme misto fra diverse famiglie strumentali.
Il programma del concerto, che spazia fra diversi autori e musiche del XVI e XVII secolo
(mottetto, frottola, canzone e sonata), ha scelto come medium timbrico privilegiato il
consort di dulciane.
Dulciana significa Dolcesuono: una delle varie denominazioni con le quali si identificava il
fagotto più arcaico, il cosiddetto fagotto-chorista. La caratteristica della dulciana – suono
vellutato e intonazione vagamente ieratica – sta nella capacità di integrarsi e quasi di
confondersi con la voce umana. Per questo motivo essa trovò largo impiego nella
polifonia sacra italiana, spagnola e tedesca.
Venerdì 18 aprile - Basilica di San Simpliciano
ore 21
Accademia d’Arcadia
Monica Hugget direttore e violino solista
Alessio Corti organo
Bach - Vivaldi: l’arte della “trasformazione”
A. Vivaldi - Concerto in re minore per violino, organo e archi F.XII n. 19 RV 541
- Concerto in la minore con due violini obbligati op. III n. 8 RV 522
J.S. Bach - Concerto in la minore per organo BWV 593
A. Vivaldi - Concerto in re minore con due violini e violoncello obbligati op. III n. 11 RV 565
J.S. Bach - Concerto in re minore per organo BWV 596
A. Vivaldi - Concerto in fa maggiore per violino, organo e archi F.XII n. 41 RV 542
In collaborazione con Fondazione Arcadia
La perizia, o meglio l’imperizia di Johann Sebastian Bach nei suoi primi anni di
formazione da autodidatta, è tratteggiata in modo pittoresco dal Forkel, suo primo
biografo, che racconta come l’adolescente compositore si esercitasse insistentemente al
clavicembalo nel tentativo di carpire il segreto di una scrittura adatta ad esprimere tutte
e potenzialità tecniche della tastiera. La scoperta dei concerti di Vivaldi, pubblicati ad
Amsterdam e circolanti ancor prima in copia presso le piccole corti del nord della
Germania, gli aprirono un orizzonte insperato. Nel cercare di trascriverli per poterli
eseguire al clavicembalo o all’organo comprese la forza di un linguaggio e di uno stile
energico quanto immediato e trascinante. Con pochi tratti di penna, utili a facilitare
l’approccio delle due mani, le figurazioni violinistiche furono trasformate in figurazioni per
la tastiera. Detta così la testimonianza sembra favolosa, ma contiene un germe di verità.
Quella verità che alcuni studiosi tedeschi, nei primi anni del ‘900, confrontando le
partiture dei concerti di Vivaldi con le trascrizioni bachiane per organo e per clavicembalo
scoprirono agevolmente. Quelle trascrizioni non erano elaborazioni condotte su pallide
sinopie, su sbiadite tracce delle partiture del Prete Rosso da completare e ridefinire, ma
traduzioni esatte del pensiero e dei moduli stilistici veneziani. Confrontare in presa diretta
Bach e Vivaldi – l’orchestra e l’organo – è quanto ci propone il concerto.
Martedì 29 aprile - Chiesa di Sant’Antonio Abate
ore 20.30
Incontro di poesia
Testi di Tomaso Kemeny interpretati dall’autore
In collaborazione con la Casa della Poesia di Milano
ore 21
Michael Chance voce
Paul Beier liuto
A Musical Banquet
Musiche del primo Seicento tra Italia e Inghilterra
T. Campion - Never weather-beaten saile, When to her lute Corinna sings,
It fell on a summers day
C. de Rore - “Anchor che col partire”, Diminuzioni di Giovanni Battista Bovicelli
F. Maschera – “Canzona Decimaquinta”, Diminuzioni di Giovanni Antonio Terzi
C. de Rore – “Ben qui si mostra il ciel”, Diminuzioni di Angelo Notari
J. Danyel - Grief keep within, Drop not mine eies, Have all our passions
J. Dowland - Farre from triumphing Court; Lasso vita mia
M. Galilei - Toccata
Palestrina - “Vestiva i colli”, Diminuzioni da Orazio Bassano e Girolamo Dalla Casa
J. Danyel - Rosa Pavan
T. Campion - Fire Fire Fire, I care not for these ladies, The Sypres curten of the night is
spread
In collaborazione con Fondazione Marco Fodella
Un banchetto da gourmet per l’amante di musica quello imbandito dal programma del
concerto. Ed è anche un’anteprima di ciò che sarà, tre secoli più tardi, il repertorio
liederistico: esaltazione della musica e della poesia, l’una riflessa nell’altra senza
prevaricazioni. Con l’avvertenza che stavolta la materia primaria, i sapori e gli aromi ci
vengono, non dalla Germania, ma dall’Italia e dall’Inghilterra. Le portate messe in tavola
hanno il gusto regal-popolare di certi snodi delle commedie di Shakespeare, ed
esprimono il carattere genuino di una conversazione franca, tra le pareti domestiche, fra
chi canta e chi ascolta. Di fatto alcuni dei brani erano utilizzati come intermezzi teatrali.
Nel programma spiccano autori di Songs e di Ayres. Thomas Campion (1567-1620) fu
probabilmente l’unico compositore inglese del suo tempo a comporre sia la musica sia le
parole delle sue canzoni per liuto. Ancor più famoso è John Dowland (1563 - 1626),
cantore della malinconia, musico peregrinante fra diverse corti e città:a Dublino, a Parigi
al seguito dell’ambasciatore inglese, a Roma per incontrare Luca Marenzio, a Londra nel
vano tentativo di approdare alla corte di Elisabetta, a Oxford e a Cambridge.
L’Italia è invece rappresentata principalmente dalle elaborazioni che amplificano il tessuto
della linea del canto. Vale a dire dalle diminuzioni di madrigali, in cui la melodia originaria
si arricchisce di passaggi e fioriture tipicamente strumentali.
Giovedì 8 maggio - Chiesa di Sant’Antonio Abate
ore 11.30
Prova generale aperta, riservata a gruppi di studenti delle scuole
ore 21
La Risonanza
Fabio Bonizzoni direttore
III capitolo del progetto di esecuzione integrale delle cantate italiane con strumenti
G.F. Händel - Aminta e Filli, le Cantate per il Marchese Ruspoli, 1707
Spande ancor a mio dispetto HWV 165
Notte placida e cheta HWV 142
Tu fedel? Tu costante? HWV 171
Aminta e Fillide HWV 83
In collaborazione con Fondazione Arcadia
Il viaggio fra le cantate romane di Händel, avviato per la Stagione del Quartetto in due
precedenti appuntamenti che hanno avuto luogo nella Sala Verdi del Conservatorio, trova
un nuovo capitolo e una nuova dimensione forse più consona al carattere cameristico dei
brani nel cartellone di Musica e poesia a San Maurizio. La cantata “Aminta e Fillide”, che
chiude magnificamente il programma, è una sorta di cartone per teatro in musica che
inscena pur senza costumi un dialogo amoroso fra due personaggi. Secondo alcuni
studiosi fu probabilmente la prima cantata scritta dal Sassone a Roma per il marchese
Ruspoli, che è autore del testo letterario. Händel si accinse a musicare la scena forse a
partire dal dicembre 1706. Nel dialogo, ove s’intrecciano recitativi e arie, Aminta cerca di
conquistare il cuore di Fillide. Nella simbologia barocca: una metafora, forse, per alludere
al rapporto appena instaurato fra musicista e mecenate. Quest’ultimo (il Ruspoli) tenta di
trattenere al suo servizio il giovane Händel che infatti metterà in musica altri testi oltre ai
quattro in programma.
Mercoledì 14 maggio - Chiesa di Sant’Antonio Abate
ore 20.30
Incontro di poesia
Testi di Vivian Lamarque interpretati dall’autrice
In collaborazione con la Casa della Poesia di Milano
ore 21
Max Emanuel Cencic controtenore
Aline Zylberajch clavicembalo
Yasunori Imamura tiorba e chitarra barocca
Ruben Dubrovsky violoncello
A. Caldara - Cantata “Di queste ombrose selve” per alto e b.c.
D. Scarlatti - Sonate K 282, K 32, K 517, K 308, K 49
- Cantata “Con qual cor” per voce e b.c.
- Sonata in re maggiore K 277
- Cantata “Fille già più non parlo”
S. Albero - Sonata in sol minore
J. Ferrer - Sonata in sol minore
A. Soler - Sonata in sol minore
D. Scarlatti - Cantata “Qual pensier, qual ardire” per voce e b.c.
Domenico Scarlatti è il riconosciuto e stimatissimo autore di oltre 500 sonate per la
tastiera del cembalo e del fortepiano in cui brilla una vena sfolgorante di arditezze
timbriche e di spunti melodici spesso arieggianti alla danza e al folclore spagnolo.
Un’eredità stilistica che non mancherà di influenzare Antonio Soler che fu suo allievo.
«Non ti aspettare, che tu sia dilettante o professore, di trovare in queste composizioni –
scrisse con modestia di sé l’autore napoletano – un’intenzione profonda, ma piuttosto
un’ingegnosa facezia dell’arte per esercitarti ad un gioco ardito sul clavicembalo».
Marginale invece, e non completamente indagata, è l’incidenza di Domenico Scarlatti
come compositore di cantate: due sono quelle in programma, la prima accostata all’unica
di Caldara, che fu assai prolifico invece nell’ambito della vocalità (circa 300 cantate). Fra i
due autori, Antonio Caldara (1670 ca. - 1736) e Domenico Scarlatti (1685-1757) le
differenze di età sono minime, con uno scarto di una ventina d’anni, mentre sul piano
stilistico, si potrebbe dire che entrambi operarono in margine allo stile galante con
inflessioni veneziane per il primo e napoletane per il secondo.
Martedì 20 maggio - Chiesa di Sant’Antonio Abate
ore 21
Jordi Savall viola da gamba
Rolf Lislevand tiorba e chitarra
Folias & Romanescas
D. Ortiz - Folias & Romanescas
T. Hume - da “Musicall Humors“, A Soldiers March, Harke, harke, Good againe, A Soldiers
Resolution
G. Sanz - Piezas para la Guitarra
M. Marais - Pièces de Viole
A. Ferrabosco - Lessons to the Lyra-Viol
R. De Vizée - “Chaconne” dalla Suite in sol maggiore
M. Marais - Folies d’Espagne
Per i fedelissimi “sanmauriziani” un programma a due solisti di rango come Savall e
Lislevand, accostati in un dialogo paritetico e simbiotico fra strumenti a corde (pizzicate o
sollecitate dall’archetto e risonanti nelle rispettive casse armoniche), è un dono che non
ha bisogno di essere particolarmente pubblicizzato. Dai due Mr. de Sainte-Colombe (le
fils e le père) già esaltati nel film di culto “Tous les matins du monde”, e dal Marais della
Muzette, si passa alle Variazioni, in spagnolo Diferencias, sul celebre tema della Follia,
che fu attrazione irresistibile per i compositori barocchi – celebri quelle violinistiche di
Corelli e Vivaldi. Meno scontate, naturalmente, quelle, qui in programma di Diego Ortiz,
Francesco Corbetta e Antonio Martin y Coll.
Mercoledì 28 maggio - Chiesa di Sant’Antonio Abate
ore 21
Coro & Consort “Costanzo Porta”
Antonio Greco direttore
G.F. Händel - da “Chapel Royal Anthem”, As pants the hart (Sicut cervus) HWV 251c,
Have mercy upon me, o God HWV 248
J.S. Bach - “Der Gerechte kommt um”, Contrafactum del mottetto “Tristis est anima
mea” di Kuhnau
- Cantata “Christ lag in Todesbanden” BWV 4
L’anthem è una composizione a più voci, tipica del rito anglicano, non necessariamente
legata a una precisa destinazione liturgica. La parola significa letteralmente antifona. I
primi anthem di Händel furono composti per il duca di Chandos presso il quale il
musicista era ospite intorno al 1718. Alla raccolta dei Chandos Anthem appartengono i
due numeri in programma. È interessante osservare il carattere generalmente solenne e
cerimonioso dei diversi anthem che segnarono la vita pubblica del compositore: sono
composizioni legate a matrimoni e incoronazioni regali, funerali, feste di ringraziamento
ad es. per la vittoria della Gran Bretagna sulla Francia e il ritorno di Giorgio II (1743):
«Nei suoi cori (Händel) è senza rivali (…). I suoi anthems sono integralmente destinati al
coro, e sono tanto eccellenti nel loro genere che è difficile immaginare alcun prodotto
umano che lo sia ancor di più». Questo giudizio lusinghiero è di John Mainwaring (in
“Memoirs of the Life of the Late George Frederic Händel”, 1760). E il confronto con Bach?
Certo il Cantor non ha scritto anthem, ma basta la giovanile Cantata BWV 4 tessuta in
tutti i suoi numeri, con sapienza contrappuntistica, dalla melodia del corale di Lutero per
stabilire differenze e misurare valori.
Mercoledì 4 giugno - Sagrestia di Santa Maria delle Grazie
ore 21
Enrico Baiano clavicembalo
Scarlatti e i suoi contemporanei
J.P. Rameau - da “Pièces de clavecin”, Prélude, Suite in la minore
J.C.F. Fischer - da “Musicalischer Parnassus”, Passacaglia in fa maggiore e in re minore
G. P. Telemann – Fantasia in sol minore
Vivaldi - Concerto in la minore op. IV n. 4 da “La Stravaganza”
D. Scarlatti – Nove Sonate K 217 in la minore (andante), K 175 in la minore (allegro), K
439 in si bemolle maggiore (cantabile), K 248 in si bemolle maggiore (allegro), K 249 in
si bemolle maggiore (allegro), K 296 in fa maggiore (andante), K 213 in re minore
(andante), K 215 in re maggiore (allegro vivo), K 119 in re maggiore (allegro)
“La musica napoletana eccelle principalmente per l’invenzione di mille fughe, pause e
riprese, e soprattutto attraverso i movimenti bizzarri e allegri (…); …il cantare napoletano
è squillante e come duro, non troppo allegro in verità, piacevole solo per quel suo
movimento pronto, svagato e bizzarro, che ha molto di air francese. E si può dire che il
canto napoletano sia un misto d’aria francese e siciliana”… Queste parole scritte nel 1632
da Jean-Jacques Bouchard, benché in anticipo sull’epoca dei nostri autori, valgono
principalmente per Domenico Scarlatti, che la fa da padrone nell’impaginato del concerto;
ma toccano incidentalmente le Pièces de clavecin di Rameau, anche se, in Rameau, pur
non mancando la bizzarria, tutto è più sorvegliato e inquadrato nell’esprit de géométrie.
E che dire del Vivaldi adattato alla tastiera? Basterebbe il titolo della raccolta da cui è
tratto il concerto. Naturalmente i musicomani possono storcere il naso. Dopo tutto la
letteratura è un buon passepartout per la musica.
Venerdì 13 giugno - Basilica di San Simpliciano
ore 20.30
Incontro di poesia
Testi di Milo De Angelis interpretati dall’autore
In collaborazione con la Casa della Poesia di Milano
ore 21
I Barocchisti
Diego Fasolis direttore
Alena Dantcheva, soprano
J.S. Bach - Concerto in re minore per oboe, violino, archi e b.c. BWV 1060
L. Leo - “Salve regina” per soprano, due violini e b.c.
A. Vivaldi - Concerto in re minore per archi e b.c. RV 128
J.S. Bach - Cantata “Ich habe genug” per soprano e orchestra BWV 82
Due concerti di grande respiro strumentale – entrambi in tonalità minore – incorniciano il
Salve Regina di Leonardo Leo. Rispetto alle modalità di scrittura di Bach e di Vivaldi,
stilisticamente affini nel mettere in rilievo la cantabilità del movimento centrale rispetto al
dinamismo compatto dei due allegri che fanno da contorno (nella simmetria tipica e netta
del concerto veneziano) Leo, anche per ragioni anagrafiche, risente delle influenze
dell’imperante stile galante. Con una scrittura più libera in rapporto ai ritmi del testo il
compositore di San Vito dei Normanni (napoletano di formazione come il coetaneo
Pergolesi) semplifica la funzione del basso continuo, utilizzandolo prevalentemente in
funzione armonica, in modo da procedere agevolmente nella scrittura vocale. Ben diverso
il trattamento delle linee che caratterizza la Cantata n. 4 di Bach, una delle più belle fra
quelle solistiche, dove il sentimento dell’abbandono mistico al riposo dell’anima, è
intimamente trattenuto e mai esibito come esteriore manifestazione degli “affetti”.
Si ringrazia
Banca Popolare di Milano
Sponsor del 62° ciclo
Fondo Morosini
per gli incontri di poesia e le prove generali aperte alle scuole
PROVE GENERALI informazioni e prenotazione presso la Società del Quartetto
ABBONAMENTI: stagione (10 concerti): € 130, ridotto € 100
in vendita presso:
Società del Quartetto, via Durini 24, Milano, da lunedì a venerdì ore 13.30-17.30
BIGLIETTI:
- intero € 15
- ridotto € 12 per anziani e gruppi
- giovani fino a 26 anni € 5 (in numero limitato)
in vendita da 7 giorni prima di ogni concerto presso:
- Società del Quartetto, via Durini 24, Milano, da lunedì a venerdì ore 13.30-17.30
- Call Center Vivaticket, tel. 899 666 805 (con carta di credito)
- Siti internet: www.quartettomilano.it e www.vivaticket.it (con carta di credito o
bancomat)
e sul posto, da mezz’ora prima di ogni concerto, secondo disponibilità
Per informazioni: Società del Quartetto, via Durini 24 - 20122 Milano
tel. 02.7600.5500 / 02.795.393 - fax 02.7601.4281
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Sedi:
- Chiesa di Sant’Antonio Abate, via Sant’Antonio 5, Milano, MM1 e 3 Duomo
- Sagrestia Bramantesca di Santa Maria delle Grazie, via Caradosso 1 (angolo Corso
Magenta), Milano, MM1 e 2 Cadorna
- Basilica di San Simpliciano, piazza San Simpliciano, Milano, MM2 Lanza
Nicoletta Geron
Ufficio stampa
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