Si rinnova anche quest`anno la magia del ciclo Musica e poesia a

i rinnova anche quest’anno la magia del ciclo Musica
e poesia a San Maurizio, proseguendo una luminosa
tradizione che ha radici antiche.
Si mescolano ancora una volta elementi diversi:
la musica antica, con le sonorità particolari e preziose
del repertorio barocco, l’ospitalità degli eventi in luoghi
di straordinario fascino architettonico, il collegamento con
la poesia contemporanea, recitata in apertura dei concerti
da poeti che danno voce alle emozioni e ai sentimenti dell’uomo
di oggi e che nel connubio con la musica trovano occasioni
del tutto originali di rifrazioni e rimandi.
Questo 62° ciclo propone un calendario di concerti che
prevedono la partecipazione di esecutori, ensemble cameristici,
orchestre, cori e solisti scelti tra quelli che con maggiore
autorevolezza si sono dedicati al repertorio antico e barocco.
Tra questi saranno presenti (così come già avvenuto in passato)
l’Associazione Il canto di Orfeo e le Fondazioni Marco Fodella e
Arcadia, la cui partecipazione è stata confermata dopo la felice
esperienza dell’anno scorso con la volontà di proseguire
un’importante e fruttuosa collaborazione tra alcune significative
realtà milanesi che si dedicano a questo repertorio.
In linea con le tradizionali scelte artistiche che per tanti anni
hanno disegnato la fortuna di questa importante rassegna,
una particolare attenzione è stata rivolta all’impaginazione
dei programmi, affinché fossero presenti gli autori
più rappresentativi del periodo barocco. Bach, Händel, Vivaldi
saranno affiancati da altri compositori in diversi modi
rappresentativi della realtà storica e musicale, a completamento
di un panorama complessivo che dà conto compiutamente
di aree geografiche, attitudini compositive e stili volutamente
molto variegati. Ed ecco quindi musiche meno consuete ma
non certo meno interessanti: le Historiae sacrae di Giacomo
Carissimi (con i tre oratori tratti dall’Antico Testamento), alcune
pagine del XVI e XVII secolo con un ensemble di dulciane,
una scelta per voce e liuto di songs dell’epoca elisabettiana,
un programma di musica da camera alla corte spagnola,
uno tutto strumentale per viola da gamba e tiorba e alcune
significative pagine del repertorio per clavicembalo.
Per la scelta degli esecutori si è cercato un coinvolgimento
importante di gruppi e artisti italiani, in un’ottica di fondamentale
valorizzazione dei migliori che operano nel nostro Paese.
A fianco dei già citati Il canto di Orfeo e Fondazione Arcadia
avremo quindi la partecipazione de La Risonanza diretta da
Fabio Bonizzoni, dell’ensemble di dulciane Quoniam, del Coro
Costanzo Porta diretto da Antonio Greco e del clavicembalista
Enrico Baiano. Per quanto riguarda gli artisti europei
la rassegna vede la partecipazione di nomi di grande prestigio
e richiamo come Jordi Savall, Michael Chance, Max Emanuel
Cencic e i Barocchisti diretti da Diego Fasolis.
Questo programma è l’occasione quindi di un particolarissimo
percorso musicale, ma è soprattutto un’esperienza spirituale
unica e affascinante.
Buon ascolto.
S
Paolo Arcà
Direttore Artistico
Società del Quartetto di Milano
MARTEDÍ 20 MAGGIO 2008
Chiesa di Sant’Antonio Abate
via Sant’Antonio 5, Milano - MM1 e MM3 Duomo
ore
21
Jordi Savall viola da gamba
Rolf Lislevand tiorba e chitarra
Folias & Diferencias
D. Ortiz - Recercadas sobre Tenores: Sarabanda,
Passamezzo, Guardame las Vacas, Folias antiguas
F. Corbetta - Caprice de chaconne, Folies d’Espagne
M. Marais - Les Fêtes Champêtres: Prelude,
Fête Champêtre, Muzette (en Sol)
Mr. de Sainte-Colombe le fils - Fantaisie en Rondeau
Mr. de Sainte-Colombe le père - Les Pleurs
J.S. Bach - Bourrée II
A. Martin y Coll - Diferencias sobre las Folias
Per i fedelissimi “sanmauriziani” un programma
a due solisti di rango come Savall e Lislevand, accostati
in un dialogo paritetico e simbiotico fra strumenti a corde
(pizzicate o sollecitate dall’archetto e risonanti nelle
rispettive casse armoniche), è un dono che non
ha bisogno di essere particolarmente pubblicizzato.
Dai due Mr. de Sainte-Colombe (le fils e le père) già
esaltati nel film di culto “Tous les matins du monde”,
e dal Marais della Muzette, si passa alle Variazioni
- in spagnolo Diferencias - sul celebre tema della Follia,
che fu attrazione irresistibile per i compositori barocchi:
celebri le Variazioni violinistiche di Corelli e Vivaldi.
Meno scontate, naturalmente, quelle qui in programma di
Diego Ortiz, Francesco Corbetta
e Antonio Martin y Coll.
Ortiz (1510 - 1570), autore
di un importante "Tratado de
glosas" (variazioni), fu al
servizio del viceré spagnolo
di Napoli. Il pavese Corbetta
(1615 -1681) è forse il più
grande virtuoso di chitarra
barocca: ha lavorato alla corte
di Luigi XIV a fianco di Lully.
Alla riscoperta moderna
del gambista Martin y Coll
(1660 ca. - 1734 ca.)
ha contribuito Jordi Savall.
MERCOLEDÍ 28 MAGGIO 2008
Chiesa di Sant’Antonio Abate
via Sant’Antonio 5, Milano - MM1 e MM3 Duomo
ore
21
Consort & Coro “Costanzo Porta”
Antonio Greco direttore
Anna Bessi mezzosoprano
Elena Carzaniga alto
Raffaele Giordani tenore
Riccardo Dernini basso
G.F. Händel - da “Chapel Royal Anthems”,
As pants the hart (Sicut cervus) HWV 251c
- da “Chandos Anthems”, Have mercy upon me,
o God HWV 248
J.S. Bach - “Der Gerechte kommt um”,
rielaborazione del Mottetto “Tristis est anima mea”
di Kuhnau
- Cantata “Christ lag in Todes Banden” BWV 4
L’anthem è una composizione
a più voci, tipica del rito
anglicano, non
necessariamente legata a una
precisa destinazione liturgica.
La parola significa
letteralmente antifona. I primi
anthem di Händel furono
composti per il duca
di Chandos presso il quale
il musicista era ospite intorno
al 1718. Alla raccolta
dei “Chandos Anthems”
appartiene il secondo numero
in programma. Il primo,
più tardo, appartiene
ai “Chapel Royal Anthems”
scritti intorno al 1712 per la
Cappella di St. James Palace.
È interessante osservare il carattere generalmente
solenne e cerimonioso dei diversi anthem che segnarono
la vita pubblica del compositore: sono composizioni
legate a matrimoni e incoronazioni regali, funerali,
feste di ringraziamento ad esempio per la vittoria della
Gran Bretagna sulla Francia e il ritorno di Giorgio II
(1743): «Nei suoi cori (Händel) è senza rivali (…).
I suoi anthem sono integralmente destinati al coro,
e sono tanto eccellenti nel loro genere che è difficile
immaginare alcun prodotto umano che lo sia ancor
di più». Questo giudizio lusinghiero è di John Mainwaring
(in “Memoirs of the Life of the Late George Frederic
Händel”, 1760). E il confronto con Bach? Certo
il Kantor non ha scritto anthem, ma basta la giovanile
Cantata BWV 4 tessuta in tutti i suoi numeri, con
sapienza contrappuntistica, dalla melodia del corale
di Lutero per stabilire differenze e misurare valori.
MERCOLEDÍ 4 GIUGNO 2008
Sagrestia di Santa Maria delle Grazie
via Caradosso 1, Milano - MM1 e MM2 Cadorna
ore
21
Enrico Baiano clavicembalo
Scarlatti e i suoi contemporanei
J.P. Rameau - da “Pièces de clavecin”, Prélude,
Suite in la minore
J.C.F. Fischer - da “Musicalischer Parnassus”,
Passacaglia in fa maggiore
G.F. Telemann - Fantasia in sol minore
J.C.F. Fischer - da “Musicalischer Parnassus”,
Passacaglia in re minore
A. Vivaldi - Concerto in la minore op. IV n. 4 da
“La Stravaganza”
D. Scarlatti - Sonate K 217, K 175, K 439, K 248,
K 249, K 296, K 213, K 215, K 119
«La musica napoletana eccelle principalmente
per l’invenzione di mille fughe, pause e riprese,
e soprattutto attraverso i movimenti bizzarri e allegri (…);
…il cantare napoletano è squillante e come duro,
non troppo allegro in verità, piacevole solo per quel suo
movimento pronto, svagato e bizzarro, che ha molto
di air francese. E si può dire che il canto napoletano sia
un misto d’aria francese e siciliana»… Queste parole
scritte nel 1632 da Jean-Jacques Bouchard, benché
in anticipo sull’epoca dei nostri autori, valgono
principalmente per Domenico Scarlatti, che la fa da
padrone nell’impaginato del concerto; ma toccano
incidentalmente le Pièces de clavecin di Rameau, anche
se, in Rameau, pur non
mancando la bizzarria, tutto
è più sorvegliato e inquadrato
nell’esprit de géométrie.
E che dire del Vivaldi adattato
alla tastiera? Basterebbe
il titolo della raccolta da cui
è tratto il concerto.
Naturalmente i musicomani
possono storcere il naso.
Dopo tutto la letteratura
è un buon passepartout
per la musica.
VENERDÍ 13 GIUGNO 2008
Basilica di San Simpliciano
piazza San Simpliciano, Milano - MM2 Lanza
ore
Incontro di poesia
20.30 Testi di Milo De Angelis interpretati dall’autore
In collaborazione con la Casa della Poesia di Milano
ore
21
I Barocchisti
Diego Fasolis direttore
Alena Dantcheva soprano
J.S. Bach - Concerto in re minore per oboe, violino,
archi e b.c. BWV 1060
L. Leo - “Salve regina” per soprano, due violini e b.c.
A. Vivaldi - Concerto in re minore per archi e b.c. RV 128
J.S. Bach - Cantata “Ich habe genung” per soprano
e orchestra BWV 82
Due concerti di grande respiro strumentale entrambi
in tonalità minore incorniciano il Salve Regina
di Leonardo Leo. Rispetto alle modalità di scrittura
di Bach e di Vivaldi, stilisticamente affini nel mettere
in rilievo la cantabilità del movimento centrale rispetto
al dinamismo compatto dei due allegri che fanno
da contorno (nella simmetria tipica e netta del concerto
veneziano) Leo, anche per ragioni anagrafiche,
risente delle influenze dell’imperante stile galante.
Con una scrittura più libera in rapporto ai ritmi del testo
il compositore di San Vito dei Normanni (napoletano
di formazione come
il coetaneo Pergolesi)
semplifica la funzione del
basso continuo, utilizzandolo
prevalentemente in funzione
armonica, in modo
da procedere agevolmente
nella scrittura vocale.
Ben diverso il trattamento
delle linee che caratterizza
la Cantata n. 4 di Bach,
una delle più belle fra quelle
solistiche, dove il sentimento
dell’abbandono mistico
al riposo dell’anima,
è intimamente trattenuto
e mai esibito come esteriore
manifestazione degli “affetti”.
G&R Associati - Foto Paolo Manusardi
Abbonamenti (10 concerti)
intero € 130, ridotto € 100
in vendita da mercoledì
26 marzo presso:
Società del Quartetto
via Durini 24, 20122 Milano
da lunedì a venerdì
ore 13.30 - 17.30
Biglietti
intero € 15
ridotto (per anziani
e gruppi) € 12
giovani (fino a 26 anni) € 5
in vendita da 7 giorni prima
di ogni concerto presso:
• Società del Quartetto
via Durini 24, 20122 Milano
da lunedì a venerdì
ore 13.30 - 17.30
• Call Center Vivaticket
tel. 899 666 805
(con carta di credito)
• Siti internet:
www.quartettomilano.it e
www.vivaticket.it
(con carta di credito o
bancomat) e sul posto,
da mezz’ora prima
di ogni concerto, secondo
disponibilità
Prove generali
Per informazioni e prenotazioni
rivolgersi alla segreteria della
Società.
Informazioni
Società del Quartetto
via Durini 24, 20122 Milano
tel. 02 7600.5500 / 795.393
fax 02 7601.4281
[email protected]
www.quartettomilano.it
Musica e poesia a
San
Maurizio
Primavera 2008
62° ciclo
a musica ha lo scopo di divertire e di suscitare in noi
diversi sentimenti, suggerisce Cartesio.
Ma non solo, l’esperienza millenaria della musica
nelle chiese induce i fedeli, come Sant’Agostino, a ritenere che
la musica sia espressione della volontà di Dio, suo dono
al servizio della teologia. Ed è infatti proprio a Milano
che Agostino, retorico e autore di testi filosofici che trattano
della musica, matura la conversione al cristianesimo, facendosi
battezzare da Sant’Ambrogio, a sua volta fautore del canto
ambrosiano, conservatosi fino ai giorni nostri
grazie all’autonomia della liturgia milanese.
È dunque per antiche radici, che Musica e poesia
a San Maurizio, rassegna votata alla “musica antica”,
trova la sua naturale collocazione non in una sala da concerto
bensì all’interno del Monastero Maggiore in Milano,
dapprima dedicato a Maria e poi a San Maurizio, memorabile
per gli affreschi del Luini.
E proprio per i restauri alle volte del Coro, questa edizione
di Musica e poesia a San Maurizio, sarà ospitata in altre
chiese: la Basilica di San Simpliciano, la Sagrestia di Santa
Maria delle Grazie e la Chiesa di Sant’Antonio Abate.
Musica e poesia a San Maurizio è una manifestazione preziosa
per il Comune di Milano, che la propone ciclicamente da più
di trenta anni e la sostiene economicamente in modo esclusivo.
Musica e poesia a San Maurizio rappresenta
per il Comune di Milano la testimonianza di una convinta
attenzione alla musica antica e la finanzia in toto.
Per la offerta musicale, desidero segnalare, nella varietà
dei programmi e degli interpreti di questa edizione, il concerto
di Jordi Savall (martedì 20 maggio), dedicato alla follia, danza di
origine portoghese citata anche da Cervantes e Lope de Vega.
La rassegna è stata realizzata con la partecipazione
di istituzioni musicali milanesi, in particolare la gloriosa “Società
del Quartetto”, che si sono affermate nel campo
della musica antica e barocca, a testimoniare
la contemporaneità della interpretazione della musica antica
eseguita con strumenti originali.
Mi compiaccio inoltre della collaborazione della Casa della
Poesia di Milano, anch’essa sostenuta dal Comune di Milano,
con gli interventi di Giancarlo Majorino, Tomaso Kemeny,
Viviane Lamarque e Milo De Angelis.
Desidero infine esprimere alla Banca Popolare di Milano
grande riconoscenza per essere nuovamente a fianco del
Comune per Musica e poesia a San Maurizio. Un particolare
ringraziamento va anche al Fondo Morosini, che sostiene
la parte dedicata alla poesia e le prove aperte alle scuole.
L
Vittorio Sgarbi
Assessore alla Cultura
Comune di Milano
VENERDÍ 4 APRILE 2008
Chiesa di Sant’Antonio Abate
via Sant’Antonio 5, Milano - MM1 e MM3 Duomo
ore
Prova generale del concerto aperta, riservata
11.30 a gruppi di studenti delle scuole
ore
Incontro di poesia
20.30 Testi di Giancarlo Majorino interpretati dall’autore
In collaborazione con la Casa della Poesia di Milano
ore
21
Il canto di Orfeo
Gianluca Capuano direttore
Le Historiae sacrae di Giacomo Carissimi
Oratorio di Daniele Profeta
Cain
Jephte
In collaborazione con Associazione Il canto di Orfeo
Nella Musurgia universalis (Roma, 1650) il geniale
ed erudito gesuita Athanasius Kircher ricorda
Giacomo Carissimi (Marino 1605 - Roma 1674) come
«compositore assai eccellente e di grande fama […]
superiore agli altri nel comporre per inventiva e abilità
[…] nel riuscire a trasformare gli animi di chi ascolta,
suscitando le passioni più diverse». Non è la sola
testimonianza di stima dei suoi contemporanei. Purtroppo
alla fama antica non corrisponde quella di oggi, essendo
egli scarsamente presente nei programmi dei concerti
e nelle registrazioni discografiche. Se si esclude, infatti,
l’oratorio Jephte, che quasi da solo, da una cinquantina
d’anni o poco più, rappresenta la summa del suo stile
e della sua sensibilità musicale, il resto dell’opera –
cantate, mottetti, messe e una dozzina di oratori – riposa
ancora nella polvere degli archivi. Carissimi attende
ancora quella rinascenza che arrise a Bach e a Vivaldi,
e che per lui stenta ad arrivare per vari motivi, fra i quali
la mancanza di stampe d’epoca e la dispersione,
in seguito allo scioglimento dell’ordine dei Gesuiti
(1773), dei manoscritti prima gelosamente custoditi
presso la Biblioteca di Sant’Apollinare.
Gianluca Capuano ha il merito di aver intrapreso da una
decina d’anni il progetto dell’esecuzione e incisione
integrale degli oratori di Carissimi, autore
che peraltro figura marginalmente nel trentennale
di Musica e poesia a San Maurizio. Un primo “assaggio”
si ebbe nel 1976, un secondo nel 1986, ma furono due
numeri di cantate. Il primo oratorio eseguito in
San Maurizio fu invece l’Extremum Judicium proposto
dal gruppo Il Canto di Orfeo con la direzione dello stesso
Capuano nell’autunno 2001.
VENERDÍ 11 APRILE 2008
Sagrestia di Santa Maria delle Grazie
via Caradosso 1, Milano - MM1 e MM2 Cadorna
Prova generale del concerto aperta, riservata a
ore
11.30 gruppi di studenti delle scuole
ore
21
Quoniam
Paolo Tognon dulciana soprano, tenore e basso
Claudio Verh dulciana contralto
Vincenzo Onida dulciana tenore e basso
Stefano Somalvico Berquier dulciana basso
Pietro Pasquini cembalo e organo
Elena Bertuzzi soprano
Dolcesuono, il consort di dulciane
fra la Repubblica Serenissima e la Prussia
del XVI e XVII secolo
È quasi un assioma della “musica antica” che un brano
strumentale o vocale, quando non ne sia precisata
la destinazione d’organico (ma anche in questo caso,
nella comune prassi d’epoca, è tollerata l’eccezione!),
possa essere voltato, trascritto, eseguito con ogni tipo
di strumento. La pratica di questo tipo di trascrizione
venne in auge a partire dal tardo Rinascimento, quando
i musicisti presero coscienza delle particolari risorse
timbriche e grammaticali degli strumenti, che intanto
venivano meglio perfezionati, e si protrasse fino all’epoca
barocca (XVII secolo e primi decenni del XVIII) segnando
la definitiva autonomia dei ruoli vocale e strumentale
e/o la compresenza d’essi. Fin dall’inizio parve “naturale”
trascrivere un mottetto o un madrigale in intavolatura
strumentale, riproponendoli secondo gusto e necessità
con i timbri più diversificati: un complesso di viole
da gamba, un ensemble di dulciane, un clavicembalo
o liuto o organo, oppure un insieme misto fra diverse
famiglie strumentali.
Il programma del concerto, che spazia fra diversi autori
e musiche del XVI e XVII secolo (mottetto, frottola,
canzone e sonata), ha scelto come medium timbrico
privilegiato il consort di dulciane.
Dulciana significa Dolcesuono: una delle varie
denominazioni con le quali si identificava il fagotto
più arcaico, il cosiddetto fagotto-chorista.
La caratteristica della dulciana – suono vellutato
e intonazione vagamente ieratica – sta nella capacità
di integrarsi e quasi di confondersi con la voce umana.
Per questo motivo essa trovò largo impiego
nella polifonia sacra italiana, spagnola e tedesca.
VENERDÍ 18 APRILE 2008
Basilica di San Simpliciano
piazza San Simpliciano, Milano - MM2 Lanza
Prova generale del concerto aperta, riservata a
ore
11.30 gruppi di studenti delle scuole
ore
21
Accademia d’Arcadia
Monica Hugget direttore e violino solista
Alessio Corti organo
Bach - Vivaldi: l’arte della “trasformazione”
A. Vivaldi - Concerto in re minore per violino, organo
e archi F.XII n. 19 RV 541
- Concerto in la minore con due violini obbligati
op. III n. 8 RV 522
J.S. Bach - Concerto in la minore per organo BWV 593
A. Vivaldi - Concerto in re minore con due violini
e violoncello obbligati op. III n. 11 RV 565
J.S. Bach - Concerto in re minore per organo BWV 596
A. Vivaldi - Concerto in fa maggiore per violino, organo
e archi F.XII n. 41 RV 542
In collaborazione con Fondazione Arcadia
La perizia, o meglio l’imperizia di Johann Sebastian Bach
nei suoi primi anni di formazione da autodidatta,
è tratteggiata in modo pittoresco dal Forkel, suo primo
biografo, che racconta come l’adolescente compositore
si esercitasse insistentemente al clavicembalo nel
tentativo di carpire il segreto di una scrittura adatta
ad esprimere tutte le potenzialità tecniche della tastiera.
La scoperta dei concerti di Vivaldi, pubblicati
ad Amsterdam e circolanti ancor prima in copia presso
le piccole corti del nord della Germania, gli aprirono
un orizzonte insperato.
Nel cercare di trascriverli per poterli eseguire
al clavicembalo o all’organo comprese la forza
di un linguaggio e di uno stile energico quanto immediato
e trascinante. Con pochi tratti di penna, utili a facilitare
l’approccio delle due mani, le figurazioni violinistiche
furono trasformate in figurazioni per la tastiera.
Detta così la testimonianza sembra favolosa,
ma contiene un germe di verità. Quella verità che alcuni
studiosi tedeschi, nei primi anni del ‘900, confrontando
le partiture dei concerti di Vivaldi con le trascrizioni
bachiane per organo e per clavicembalo scoprirono
agevolmente. Quelle trascrizioni non erano elaborazioni
condotte su pallide sinopie, su sbiadite tracce delle
partiture del Prete Rosso da completare e ridefinire,
ma traduzioni esatte del pensiero e dei moduli stilistici
veneziani. Confrontare in presa diretta Bach e Vivaldi –
l’orchestra e l’organo – è quanto ci propone il concerto.
MARTEDÍ 29 APRILE 2008
Chiesa di Sant’Antonio Abate
via Sant’Antonio 5, Milano - MM1 e MM3 Duomo
ore
Incontro di poesia
20.30 Testi di Tomaso Kemeny interpretati dall’autore
In collaborazione con la Casa della Poesia di Milano
ore
21
Michael Chance controtenore
Paul Beier liuto
A Musical Banquet
Italia e Inghilterra tra Cinque e Seicento
T. Campion - Never weather-beaten saile,
When to her lute Corinna sing,
It fell on a summers day
C. de Rore - “Anchor che col partire”, diminuzioni
di Giovanni Battista Bovicelli
F. Maschera - “Canzona Decimaquinta, diminuzioni
di Giovanni Antonio Terzi
C. de Rore - “Ben qui si mostra il ciel”, diminuzioni
di Angelo Notari
J. Danyel - Grief keep within, Drop not mine eies,
Have all our passions
J. Dowland - Farre from triumphing Court, Lasso vita mia
M. Galilei - Toccata
G.P. Palestrina - “Vestiva i colli - Cosi le chiome”,
diminuzioni da Orazio Bassano e Girolamo Dalla Casa
J. Danyel - Rosa Pavan
T. Campion - Fire Fire Fire, I care not for these ladies,
The Sypres curten of the night is spread
In collaborazione con Fondazione Marco Fodella
Un banchetto da gourmet per l’amante di musica
quello imbandito dal programma del concerto. Ed è anche
un’anteprima di ciò che sarà, tre secoli più tardi, il repertorio
liederistico: esaltazione della musica e della poesia,
l’una riflessa nell’altra senza prevaricazioni. Con l’avvertenza
che stavolta la materia primaria, i sapori e gli aromi
ci vengono, non dalla Germania, ma dall’Italia
e dall’Inghilterra. Le portate messe in tavola hanno il gusto
regal-popolare di certi snodi delle commedie
di Shakespeare, ed esprimono il carattere genuino
di una conversazione franca, tra le pareti domestiche,
fra chi canta e chi ascolta. Di fatto alcuni dei brani erano
utilizzati come intermezzi teatrali. Nel programma spiccano
autori di songs e di ayres. Thomas Campion (1567-1620)
fu l’unico compositore inglese del suo tempo a comporre
sia la musica sia le parole. Ancor più famoso
è John Dowland (1563 - 1626), cantore della malinconia,
musico peregrinante fra diverse corti.
L’Italia è invece rappresentata principalmente
dalle elaborazioni che amplificano il tessuto della linea
del canto. Vale a dire dalle diminuzioni di madrigali,
in cui la melodia originaria si arricchisce di passaggi
e fioriture tipicamente strumentali.
GIOVEDÍ 8 MAGGIO 2008
Chiesa di Sant’Antonio Abate
via Sant’Antonio 5, Milano - MM1 e MM3 Duomo
ore
Prova generale del concerto aperta, riservata
11.30 a gruppi di studenti delle scuole
ore
21
La Risonanza
Fabio Bonizzoni direttore
Laura Antonaz,
Yetzabel Arias Fernandez soprani
Salvo Vitale basso
G.F. Händel - Aminta e Fillide, le Cantate
per il Marchese Ruspoli, 1707
Spande ancor a mio dispetto HWV 165
Notte placida e cheta HWV 142
Tu fedel? Tu costante? HWV 171
Arresta il passo (Aminta e Fillide) HWV 83
In collaborazione con Fondazione Arcadia
Il viaggio fra le cantate romane di Händel, avviato
per la Stagione del Quartetto in due precedenti
appuntamenti che hanno avuto luogo nella Sala Verdi
del Conservatorio, trova un nuovo capitolo e una nuova
dimensione forse più consona al carattere cameristico
dei brani nel cartellone di Musica e poesia
a San Maurizio. La Cantata “Aminta e Fillide”, che chiude
magnificamente il programma, è una sorta di cartone
per teatro in musica che inscena pur senza costumi
un dialogo amoroso fra due personaggi. Secondo alcuni
studiosi fu probabilmente
la prima cantata messa
in scena dal Sassone a Roma
per il marchese Ruspoli,
autore del testo letterario.
Händel si accinse al lavoro
già nel 1706. Nel dialogo,
ove s’intrecciano recitativi
e arie, Aminta cerca di
conquistare il cuore di Fillide.
In realtà la scena nasconde
una metafora. Il mecenate
(il Ruspoli) tenta di trattenere
al suo servizio il giovane
Händel che infatti metterà
in musica altri testi oltre
ai quattro in programma.
MERCOLEDÍ 14 MAGGIO 2008
Chiesa di Sant’Antonio Abate
via Sant’Antonio 5, Milano - MM1 e MM3 Duomo
Incontro di poesia
ore
20.30 Testi di Vivian Lamarque interpretati dall’autrice
In collaborazione con la Casa della Poesia di Milano
ore
21
Max Emanuel Cencic controtenore
Aline Zylberajch clavicembalo
Yasunori Imamura tiorba e chitarra barocca
Rubén Dubrovsky violoncello
A. Caldara - Cantata “Di queste ombrose selve”
per alto e b.c.
D. Scarlatti - Sonate K 282, K 32, K 517, K 308, K 49
- Cantata “Con qual cor” per voce e b.c.
- Sonata in re maggiore K 277
- Cantata “Fille già più non parlo” per voce e b.c.
S. Albero - Sonata in sol minore
J. Ferrer - Sonata in sol minore
A. Soler - Sonata in sol maggiore
D. Scarlatti - Cantata “Qual pensier, qual ardire”
per voce e b.c.
Domenico Scarlatti è il riconosciuto e stimatissimo autore
di oltre 500 sonate per la tastiera del cembalo
e del fortepiano in cui brilla una vena sfolgorante
di arditezze timbriche e di spunti melodici spesso
arieggianti alla danza e al folclore spagnolo. Un’eredità
stilistica che non mancherà di influenzare Antonio Soler
che fu suo allievo. «Non ti aspettare, che tu sia dilettante
o professore, di trovare in queste composizioni – scrisse
con modestia di sé l’autore napoletano – un’intenzione
profonda, ma piuttosto un’ingegnosa facezia dell’arte
per esercitarti ad un gioco ardito sul clavicembalo».
Marginale invece, e non completamente indagata,
è l’incidenza di Domenico Scarlatti come compositore
di cantate: due sono quelle in programma, la prima
accostata all’unica di Caldara, che fu assai prolifico
invece nell’ambito del melodramma (circa 300 cantate).
Fra i due autori, Antonio Caldara (1670 ca. - 1736)
e Domenico Scarlatti (1685 -1757) le differenze di età
sono minime, con uno scarto di una ventina d’anni,
mentre sul piano stilistico, si potrebbe dire che entrambi
operarono in margine allo stile galante con inflessioni
veneziane per il primo e napoletane per il secondo.