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Brano : Storie, Alcibiade, 4
Autore : Nepote
Originale
[4] Hoc crimine in contione ab inimicis compellabatur. Sed instabat tempus ad bellum proficiscendi. Id ille
intuens neque ignorans civium suorum consuetudinem postulabat, si quid de se agi vellent, potius de
praesente quaestio haberetur, quam absens invidiae crimine accusaretur. 2 Inimici vero eius quiescendum in
praesenti, quia noceri non posse intellegebant, et illud tempus exspectandum decreverunt, quo exisset, ut
absentem aggrederentur; itaque fecerunt. 3 Nam postquam in Siciliam eum pervenisse crediderunt,
absentem, quod sacra violasset, reum fecerunt. Qua de re cum ei nuntius a magistratu in Siciliam missus
esset, ut domum ad causam dicendam rediret, essetque in magna spe provinciae bene administrandae, non
parere noluit et in trierem, quae ad eum erat deportandum missa, ascendit. 4 Hac Thurios in Italiam
pervectus, multa secum reputans de immoderata civium suorum licentia crudelitateque erga nobiles,
utilissimum ratus impendentem evitare tempestatem clam se ab custodibus subduxit et inde primum Elidem,
dein Thebas venit. 5 Postquam autem se capitis damnatum bonis publicatis audivit et, id quod usu venerat,
Eumolpidas sacerdotes a populo coactos, ut se devoverent, eiusque devotionis, quo testatior esset
memoria, exemplum in pila lapidea incisum esse positum in publico, Lacedaemonem demigravit. 6 Ibi, ut
ipse praedicare consuerat, non adversus patriam, sed inimicos suos bellum gessit, qui eidem hostes essent
civitati: nam cum intellegerent se plurimum prodesse posse rei publicae, ex ea eiecisse plusque irae suae
quam utilitati communi paruisse. 7 Itaque huius consilio Lacedaemonii cum Perse rege amicitiam fecerunt,
dein Deceleam in Attica munierunt praesidioque ibi perpetuo posito in obsidione Athenas tenuerunt; eiusdem
opera Ioniam a societate averterunt Atheniensium; quo facto multo superiores bello esse coeperunt.
Traduzione
Nell'assemblea popolare era accusato di questo crimine dai suoi nemici. Ma incalzava il tempo di partire per
la guerra. Pensando egli a questo e ben conoscendo le abitudini dei suoi concittadini, chiedeva che se
volessero intraprendere' un'azione penale contro di lui, si facesse subito l'indagine giudiziaria piuttosto che
essere citato assente per un'accusa dei malevoli. 2 I suoi nemici per? capivano che per il momento
bisognava star calmi, perch? non si poteva nuocergli e decisero di aspettare quando fosse partito, per
attaccarlo durante la sua assenza. E cos? fecero. 3 Infatti, quando ritennero che fosse giunto in Sicilia, lo
accusarono assente di aver profanato i misteri. Per questo gli fu spedito in Sicilia un messo dal magistrato,
con l'ordine di ritornare per difendersi ed egli, che nutriva molte speranze di poter adempiere bene alla sua
missione, non volle disubbidire e si imbarc? su una trireme mandata apposta per riportarlo. 4 Arrivato con
questa a Turii in Italia, riflettendo molto tra s? e s? sulla licenza senza freno dei suoi concittadini e sulla loro
crudelt? contro i nobili, ritenne la soluzione migliore di evitare l'imminente tempesta, e quindi si sottrasse di
nascosto ai suoi guardiani e da l? and? prima nell'Elide, poi a Tebe. 5 Quando poi venne a sapere di essere
stato condannato a morte, alla confisca dei beni e, cosa che accadeva spesso, che i sacerdoti Eumolpidi
erano stati costretti dal popolo a scomunicarlo e una copia della scomunica, perch? ne rimanesse pi? sicura
memoria, incisa su una colonnetta di pietra, era stata esposta in pubblico, se ne and? a Sparta. 6 L?, come
soleva ripetere, condusse una guerra non contro la patria, ma contro i suoi avversari, perch? erano anche i
nemici della citt?; i quali bench? capissero che lui poteva essere di grande aiuto allo Stato, lo avevano
cacciato e avevano ubbidito pi? al proprio risentimento che all'interesse comune. 7 Cos? dietro suo
suggerimento gli Spartani strinsero amicizia con il re di Persia; quindi fortificarono Decel?a nell'Attica e,
posto ivi un presidio permanente, strinsero d'assedio Atene. Sempre per opera sua allontanarono la lonia
dall'alleanza con gli Ateniesi. Da quel momento cominci? la netta supremazia degli Spartani nella guerra.
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