Interdipendenza e politiche comuni: la politica di lotta alla criminalità e le relazioni internazionali dell'Unione Europea Francesca Longo (Università di Catania) La percezione del crimine organizzato transnazionale quale minaccia alla sicurezza dell'Unione ha comportato la nascita di un sistema cooperativo interno che sta configurando una politica comune nei settori della lotta alla criminalità organizzata sia a livello di cooperazione di polizia che di riavvicinamento delle politiche giudiziarie. Il particolare stadio raggiunto attualmente dal processo di state-building dell'UE ha comportato la necessità dell’Unione Europea di creare un sistema giudiziario e di polizia che garantisca la sicurezza del territorio e assicuri alle istituzioni politiche europee il monopolio della coercizione in alcuni ambiti che difficilmente possono essere controllati efficacemente da politiche meramente nazionali. Le attività criminali influenzano anche le relazioni della UE con i paesi terzi, sia nella prospettiva dell'allargamento che in quella delle relazioni diplomatiche. I flussi di denaro sporco hanno una forte incidenza sulle transazioni economiche internazionali; il traffico di esseri umani a fini di sfruttamento delle nuove schiavitù, il traffico di armi, le forme gravi di crimine ambientale si inseriscono e interagiscono con le normali relazioni interstatali. Per tale motivo l'Unione sta elaborando un approccio crosspillar che considera la lotta al crimine una issue rilevante per le relazioni internazionali e di sicurezza dell'Unione e per questo da inserire tra gli obiettivi di politica estera comune. Tale approccio prevede uno sviluppo parallelo, o almeno compatibile, delle politiche di contrasto alla criminalità organizzata transnazionale di quei paesi che, o in vista dell'adesione o per particolari situazioni di interdipendenza economica e politica, hanno relazioni con l'Unione. Il piano d'azione dell'Unione europea contro la criminalità organizzata è considerato il documento di base per lo sviluppo delle linee guida della policy di identificazione e contrasto del crimine organizzato. Gli strumenti di tale approccio sono anch'essi crosspillar: patti di preadesione, azioni e decisioni comuni sia PESC che GAI, clausole specifiche da inserire negli accordi di associazione. Obiettivo del paper è analizzare e descrivere il processo politico e istituzionale che ha fatto sorgere l'interdipendenza tra la politica di contrasto al crimine e le relazioni internazionali dell'Unione.