Traduzione database progettovidio Brano : Vita dei Cesari I (Cesare),14 Autore : Svetonio Originale [14] Praetor creatus, detecta coniuratione Catilinae senatuque uniuerso in socios facinoris ultimam statuente poenam, solus municipatim diuidendos custodiendosque publicatis bonis censuit. quin et tantum metum iniecit asperiora suadentibus, identidem ostentans quanta eos in posterum a plebe Romana maneret inuidia, ut Decimum Silanum consulem designatum non piguerit sententiam suam, quia mutare turpe erat, interpretatione lenire, uelut grauius atque ipse sensisset exceptam. obtinuisset adeo transductis iam ad se pluribus et in his Cicerone consulis fratre, nisi labantem ordinem confirmasset M. Catonis oratio. ac ne sic quidem impedire rem destitit, quoad manus equitum Romanorum, quae armata praesidii causa circumstabat, inmoderatius perseueranti necem comminata est, etiam strictos gladios usque eo intentans, ut sedentem una proximi deseruerint, uix pauci complexu togaque obiecta protexerint. tunc plane deterritus non modo cessit, sed et in reliquum anni tempus curia abstinuit. Traduzione 14 Era pretore quando venne scoperta la congiura di Catilina e mentre compatto il Senato decretava la pena di morte per i congiurati, lui solo sostenne che si doveva imprigionarli separatamente nelle citt? municipali e confiscare i loro averi. A furia di mostrare che il popolo romano avrebbe in seguito provato invidia per loro, gett? un tal panico tra i fautori della severit? ad oltranza, che il console designato Decimo Silano non si vergogn? di dare un'interpretazione pi? addolcita della sua sentenza, proprio perch? sarebbe stato vergognoso cambiarla. Disse che era stata presa in un senso pi? rigoroso di quanto egli stesso intendesse. Cesare avrebbe ottenuto lo scopo perch? erano gi? passati dalla sua parte moltissimi senatori, tra i quali anche Cicerone, il fratello del console, ma il discorso di M. Catone convinse finalmente il Senato indeciso. Anche allora, tuttavia, egli non rinunci? alla sua opposizione, finch? una schiera di cavalieri romani che se ne stava in armi attorno alla curia per sorvegliare, lo minacci? di morte, per la sua eccessiva insistenza, dirigendo contro di lui le spade sguainate; coloro che gli erano seduti vicino si allontanarono e a stento alcuni amici riuscirono a proteggerlo, prendendolo fra le braccia e riparandolo con la toga. Veramente spaventato, questa volta, non solo desistette, ma per il resto dell'anno non si fece pi? vedere in Senato.