Scuola Interculturale di Formazione
A cura di
Movimento di Cooperazione Educativa - M.C.E.
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Movimento di Cooperazione Educativa
Soggetto proponente e attuatore
indirizzo: Via dei Piceni, 16 - 00185 Roma
tel. 064457228
fax 064460386
e-mail: [email protected]
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Titolo progetto
Scuola Interculturale di Formazione
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Destinatari
Insegnanti di ogni ordine e grado, operatori e
operatrici dei sevizi socio-educativi, animatori e
animatrici sociali, mediatori e mediatrici culturali,
insegnanti in scuole italiane all’estero
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Situazione di partenza
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Il Movimento di Cooperazione Educativa ha
tra i suoi fondamenti culturali e politici la
pedagogia popolare, una pedagogia che ha
come finalità la scuola di tutti e di tutte, e che
si è caratterizzata sin dai primordi della sua
ricerca-azione come attenzione per i soggetti
e come cura del rapporto tra soggetti e
contesti, evidenziando la centralità della
relazione educativa.
Pedagogia popolare, dunque, intesa come
scelta consapevole di un modo di fare
scuola che riconosca, valorizzi e integri le
singole individualità, permettendo a
ciascuno/a di sentirsi pertinente rispetto a un
determinato contesto, in cui trovino spazio e
ascolto la storia e i bisogni di tutti/e, per
costruire conoscenza e senso comune
condiviso.
In questo quadro si è costituito il Gruppo
Nazionale di Antropologia, che,
coerentemente con i principi ispiratori del
Movimento, ha messo al centro della sua
ricerca il metodo storico di base, fondato sul
concetto antropologico di cultura, e ha
portato avanti lo studio e l’analisi delle
culture popolari, in rapporto alle culture
"altre", in un confronto volto ad individuarne
analogie e differenze, variazioni e
permanenze e a contestualizzarne gli
elementi caratterizzanti, come unica chiave
corretta di lettura e di interpretazione. Un
modo quindi per rivisitare la propria cultura,
al tempo stesso valorizzandola e
relativizzandola, attraverso l’assunzione di
un atteggiamento di etnocentrismo critico.
Le trasformazioni sempre più evidenti della
nostra società in senso multietnico e
multiculturale, hanno fatto emergere
l’esigenza di occuparsi in maniera specifica
della prospettiva formativa in senso
interculturale, con la consapevolezza che i
cambiamenti in atto possano evolversi in più
direzioni, non tutte auspicabili e che, per
orientarle in senso democratico, come
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Motivazioni del progetto riferite a:
a)situazione di partenza;
b)finalità del PEI dell'organismo.
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apertura verso l’"altro", disponibilità al
confronto, allo scambio e all’attraversamento
costruttivo dei conflitti, ci sia bisogno di
formazione.
Il Movimento di Cooperazione Educativa,
mettendo a frutto il suo bagaglio teoricopratico, e in particolare la lunga esperienza
di autoformazione condotta al suo interno, si
è quindi proposto come soggetto in grado di
offrire percorsi formativi adulti, che cercano
di coniugare il fare, quindi l’esperienza, il
vissuto, con la riflessione sul fare, articolati
attraverso modalità diverse, che vanno dal
laboratorio adulto, alle relazioni di esperti,
alla forma seminariale, ciascuna delle quali
chiama i/le partecipanti ad una particolare
qualità della presenza, corrispondente a un
diverso grado di coinvolgimento e che
costituisce una tappa dell’intero percorso
formativo, significativa in sé.
Il filo della ricerca-azione condotta per circa
venti anni dal Gruppo Nazionale di
Antropologia si è quindi intrecciato con altri
percorsi maturati dentro e fuori il MCE, e che
hanno visto un impegno crescente del
Movimento e di vari settori della società
civile, dal mondo del volontariato
all’associazionismo no profit più in generale,
nel campo della solidarietà, dell’educazione
alla pace, della pedagogia della differenza,
dell’integrazione scolastica di bambine e
bambini stranieri e dell’educazione
interculturale in senso lato.
Frutto di tale evoluzione è stato il coagularsi
di un nucleo specifico di ricerca sulla
formazione adulta, che ha formulato il
Progetto di Scuola di Formazione
Interculturale, articolato in una serie di
proposte a livello nazionale e locale di
aggiornamento e formazione, che ha al suo
attivo varie iniziative già realizzate negli
ultimi tre anni.
Infine, la sottolineatura del carattere
interculturale della struttura stessa della
Scuola, ha fatto segnare un’ulteriore
evoluzione del progetto, concretizzatasi nella
denominazione Scuola Interculturale di
Formazione, che è il suo nome attuale. Con
questa nuova definizione si cerca di mettere
in risalto il fatto che il carattere interculturale
dei percorsi formativi che si offrono ai
partecipanti nasce e si riflette in certa
misura, oltre che intorno ai contenuti, anche
intorno ai contesti e alle metodologie
adottati, che sono pensati in modo da essere
essi stessi attivanti in senso interculturale.
I rischi di nuove forme di esclusione e di
razzismo, i localismi e etnicismi vari, vanno
affrontati anche in termini culturali e
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Risultati attesi
educativi. L’educazione, oggi più che mai,
assume anzi un ruolo fondamentale, se si
vuole promuovere un rapporto tra le diversità
che sia capace di riconoscerle, accoglierle,
farle interagire, che consenta di superare le
disuguaglianze ed arricchire la convivenza
civile.
Lo scopo è, sul piano teorico e
metodologico, rivisitare temi ricorrenti – quali
differenza, accoglienza, mediazione,
integrazione – nella ricchezza dei loro
significati culturali, valoriali, educativi. Sul
piano più operativo, è quello di promuovere
la costruzione e il rafforzamento di una rete
di scambio, l’individuazione di nuovi terreni
di intervento, il consolidamento di idee e
progetti capaci di produrre cittadinanza ed
alimentare la prospettiva democratica.
Un’ottica che permette di sottolineare e
assumere la centralità della scuola e dei
servizi educativi come elementi che
concorrono a comporre le diverse realtà
territoriali, svolgendovi un ruolo educativo di
grande rilevanza.
Per chiunque operi in campo socioeducativo diventa dunque importante oggi
imparare ad agire la funzione di mediazione
interculturale, che emerge sempre più come
uno degli snodi cruciali del rapporto tra
educazione e democrazia. Si tratta di una
funzione trasversale alla società e in
particolar modo rispetto ai servizi socioeducativi e alla scuola, ma che, per poter
essere esercitata, deve essere vista,
riconosciuta e affrontata in modo specifico,
approfondito e competente.
- La Scuola Interculturale di Formazione si propone
come soggetto in grado di predisporre occasioni
formative che abbiano come taglio principale il lavoro
su di sé, partendo dalla convinzione che questo sia
un presupposto ineliminabile per qualsiasi percorso
di formazione, che non si limiti al mero
apprendimento di tecniche.
- D’altra parte la funzione di mediazione
interculturale passa inevitabilmente attraverso la
messa a fuoco e l’acquisizione di competenze
specifiche trasversali, che mettano le persone in
grado di strutturare la scuola e i servizi come
contesti educativi interculturali, e di analizzare e
gestire i cambiamenti nei rapporti tra apprendimento
di tipo cognitivo e apprendimento di tipo culturale.
- Rispetto a coloro che partecipano ai vari momenti
previsti, i risultati attesi sono individuabili in:
acquisizione di consapevolezza:
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sul piano personale, consapevolezza di sé,
delle proprie appartenenze culturali, dei
propri atteggiamenti, stereotipi e pregiudizi
nei confronti della diversità e dei propri
comportamenti nella relazione con l’altro;
sul piano professionale, consapevolezza
della connotazione culturale di ogni servizio
e delle sue modalità di funzionamento, della
potenza strutturante dell’implicito e dello
sfondo.
acquisizione di capacità di mediazione interculturale:
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come assunzione di atteggiamenti di
apertura che favoriscano il costruirsi di
identità flessibili, sorrette dalla capacità di
accoglienza, di riconoscimento reciproco e di
valorizzazione delle differenze;
come capacità di vedere, attraversare e
gestire i conflitti in modo costruttivo e di far
interagire i soggetti in gioco, per connettere
le differenze in una trama comune;
acquisizione di riferimenti teorici
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come allargamento e sistematizzazione delle
proprie conoscenze, attraverso le bibliografie
consigliate, le relazioni di esperti, la lettura e
l’analisi collettiva di testi;
come possibilità di connettere le conoscenze
con i vissuti proprii e di altre/i, in una rete
che dia senso e significatività a entrambi.
- Riguardo all’equipe di formatori/rici della Scuola
Interculturale di Formazione, l’insieme delle iniziative
che compongono il progetto ha una valenza sia
come attività di ricerca sulla formazione, sia come
attività di autoformazione, che configurano di per sé
un risultato di rilievo.
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Obiettivi specifici
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Articolazione del progetto
Il Progetto della Scuola Interculturale di Formazione
è articolato in alcune attività principali nel modo
seguente:
a livello nazionale:
a. ciclo di 3 seminari di 20 ore ciascuno da svolgersi
nell’arco dell’anno, su tematiche specifiche di volta in
volta individuate (per l’anno 1999/2000:
l’accoglienza, la gestione dei conflitti, la formazione
per la mediazione interculturale); i seminari sono
condotti dall’equipe della Scuola, con la
collaborazione di operatori/rici di associazioni, enti,
istituzioni impegnati/e in esperienze analoghe;
ciascun seminario ha come schema: una plenaria
iniziale con relazione di apertura e due interventi
teorici, due sessioni di lavoro per gruppi per il
confronto delle esperienze, un incontro in plenaria
per le conclusioni e la valutazione del lavoro svolto.
b. stage estivo "Ai confini dell’identità, tra
appartenenza e apertura al cambiamento" (Orvieto)
durata: 40 ore, a carattere residenziale
destinatari: insegnanti di ogni ordine e grado e
operatori/rici dei servizi socio-educativi
tema: che cosa "fa" l’identità culturale e
professionale – le pluri-appartenenze – i limiti
dell’identità, tra irriducibilità e flessibilità – le
condizioni dell’apertura
metodologia: lavoro di espressione corporea laboratori adulti – comunicazioni di esperti ––
seminario di rielaborazione del percorso e prima
valutazione
a livello locale:
a. corso di aggiornamento "Prospettive
interculturali nella scuola" (Roma)
durata: 30 ore
destinatari: insegnanti di ogni ordine e grado
tema: riconoscimento e valorizzazione delle
diversità culturali – accoglienza e contesti
dell’apprendimento – riconoscimento di
stereotipi e pregiudizi – gestione dei conflitti
metodologia: laboratori adulti – confronto di
esperienze – ricadute didattiche
b. corso di aggiornamento
"Raccontare/raccontarsi: la narrazione tra
incontro e conoscenza" (Perugia)
durata: 30 ore
destinatari: insegnanti di ogni ordine e
grado, operatori/rici dei servizi socioeducativi
tema: la narrazione come esperienza
primaria nella formazione di sé, di relazione
con l’altro e strutturazione delle conoscenze
metodologia: laboratori adulti – confronto di
esperienze – ricadute didattiche
c. corso di aggiornamento "Il conflitto in gioco
nella pratica educativa" (Napoli)
durata: 30 ore
destinatari: insegnanti di ogni ordine e grado e
operatori/rici dei servizi socio-educativi
tema: il riconoscimento del conflitto, come parte
ineliminabile della relazione tra diversità –
l’attraversamento costruttivo del conflitto – la
mediazione interculturale
metodologia: laboratori adulti – confronto di
esperienze – ricadute didattiche
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Soggetti implicati nell'attuazione
La realizzazione del Progetto della Scuola
Interculturale di Formazione prevede la
collaborazione di vari soggetti, a vari livelli:
Regione dell’Umbria, Comune di Orvieto, IRRSAE
dell’Umbria, Provveditorato agli studi di Perugia, di
Terni, assoc. Cult. COSAS di Cagliari, CIDILEI di
Bologna
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Percorsi educativi, percorsi didattici, interventi
realizzati
A livello nazionale:
anno 1993/94: stage residenziale "Intorno alla festa
di San Giovanni, tra fuochi e gocce d’acqua odorosa"
– Perugia – 27 giugno/1 luglio 1994
anno 1994/95: stage residenziale "I fili della ricerca
MCE e l’intercultura" – Montone (PG) – 30 giugno/3
luglio \994
anno 1995/96: stage residenziale "Ai confini
dell’identità, tra appartenenza e apertura al
cambiamento" Isola Polvese (PG) – 30 giugno/5
luglio 1996
anno 1996/97: stage residenziale "Per costruire
appaesamento" – Palazzo d’Assisi (PG) – 29
giugno/4 luglio 1997
anno 1997/98:
a. stage residenziale "Interazioni e contesti" –
Orvieto (TR) – 28 giugno/3 luglio 1998
b. convegno "Cittadinanze" – Orvieto (TR) – 6/7/8
novembre 1998
anno 1998/99: seminario "Accogliere/accogliersi:
esperienze a confronto nella prospettiva formativa" –
Orvieto (TR) – 30 giugno/2 luglio 1999
A livello locale:
sono stati realizzati numerosi corsi di
aggiornamento:
sedi: Comune e provincia di Perugia, Comune di
Orvieto, di Cagliari, di Ghilarza, Comune e provincia
di Roma, Comune di Padova, Ferrara, Mestre,
Le tematiche affrontate ricalcano quelle proposte a
livello nazionale, così come la metodologia adottata,
compatibilmente con le caratteristiche delle modalità
previste dall’aggiornamento.
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Procedure di attuazione
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Strumenti di verifica del progetto
il laboratorio adulto, utilizzando le biografie, i
giochi di ruolo, la narrazione, le simulazioni,
l’autoosservazione e l’osservazione, la
metariflessione
le relazioni di esperti vedono l’intervento di
soggetti interni e esterni al MCE su
tematiche quali accoglienza e ritualità, la
costruzione dei processi identitari,
l’etnocentrismo critico, la comunicazione
interetnica, la cittadinanza, la gestione dei
conflitti e mirano alla costruzione di quadri di
riferimento teorico in cui collocare i problemi
provenienti dalla pratica di ciascuno/a;
i seminari, che attraverso il confronto di
esperienze tra soggetti impegnati in contesti
diversi aiutino a definire i problemi principali
e a individuare strumenti e tecniche di
intervento per sostanziare le condizioni della
mediazione interculturale nella scuola e nei
servizi socio-educativi.
Le modalità principalmente adottate per verificare i
risultati del Progetto sono state tre:
1. Seminari di valutazione a distanza, per i
partecipanti: organizzati dopo qualche mese
dagli stage nazionali (Perugia 31 ottobre/1/2
novembre 1996 – Orvieto 30 novembre/1/2
dicembre 1997), hanno avuto il senso di
operare il distacco definitivo dall’esperienza,
attraverso un distanziamento temporale e
mentale, in grado di sedimentare, filtrare i
contenuti e di
2. Incontri di valutazione, in itinere e a
distanza, per l’equipe
3. Incontri finali, al termine di ciascun corso di
aggiornamento locale
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Valutazione complessiva del progetto
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Pubblicizzazione degli esiti
Per l’attività a carattere nazionale dell’anno 1993/94
(stage di Perugia), una pubblicazione ne dà conto
diffusamente, sia sul piano del lavoro svolto, sia su
quello dei nodi problematici emersi .
Per le attività comprese tra il ’94 e il ’98, sempre a
carattere nazionale, è in via di elaborazione un
dossier, che documenterà il percorso.
Cooperazione Educativa, la rivista pedagogica e
culturale del MCE, ha ospitato diversi articoli relativi
alle attività della Scuola Interculturale di Formazione.
Inoltre, ne "I quaderni di Euridice", sono stati
pubblicati gli esiti della ricerca "Interculturalismo e
immagine del mondo non occidentale nei libri di testo
della scuola dell’obbligo".
Le linee portanti della ricerca/azione Mce sul terreno
dell’educazione interculturale sono documentate in
"Andata e ritorni. Percorsi formativi interculturali:
pensare le differenze ed entrare in contatto con
l’altro"
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Risorse necessarie(costi complessivi)
Risorse umane necessarie
Costo complessivo: £. 40.000.000 (quaranta milioni)
ca
Risorse umane: èquipe di formatori/trici: 1
coordinatrice, 3 conduttori di laboratorio, 3
osservatori, 1 responsabile amministrativo, 1
responsabile organizzativo, 1 responsabile della
documentazione, 1 responsabile relazioni esterne
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Rapporti e collaborazioni
instaurate(coprogettazione, rapporti con enti,
associazioni, amministrazioni del territorio)
Nella realizzazione del progetto sono state instaurate
varie collaborazioni, sia a livello istituzionale sia con
associazioni: IRRSAE Umbria, Osservatorio
Provinciale sull’Immigrazione di Lecce, Sportello per
l’inserimento dei bambini stranieri del Provveditorato
agli studi di Bergamo, Ludoteca del Comune di
Napoli, Progetto "Chance!", Comune di Padova,
Comune di Venezia, Comune di Perugia, Comune di
Orvieto, Ass. Risorse Umane Europa di Udine,
Centro CIDILEI di Bologna, Ass. Culturale COSAS di
Cagliari, Ass. Cult. "Narramondi" di Palermo, CIDI,
Centro di Igiene Mentale "Bellocchio" di Perugia