SAPERE E` POTERE. Scritto da Dige / kuht.it Studio, ricerca, libertࠤi

SAPERE E' POTERE.
Scritto da Dige / kuht.it
Studio, ricerca, libertà di informazione: questi i caratteri centrali
della filosofia
hacker, filosofia che deriva alcune nozioni da radici storiche e
culturali non sempre
evidenziate. In questo ambito, gioca un ruolo da protagonista la figura
di Francesco
Bacone (1561 - 1626) il quale teorizzò nella corrotta Inghilterra di
inizio '600 come
dovrebbe essere condotta la ricerca scientifica e filosofica, al fine di
migliorare
la vita sociale degli uomini.
In accordo con l'ideale della cooperazione collettiva per il
raggiungimento di un
determinato fine, l'etica hacker afferma che le ricerche scientifiche
devono essere
sviluppate in equipe di individui. L'informazione e ogni innovazione
tecnologica
devono essere accessibili a tutti.
Parallelamente a queste teorie, Bacone sosteneva che la scienza è un
sistema ed il
sapere deve essere cumulativo e sommativo, cioè quando si svolge una
ricerca gli
scienziati devono considerare le teorie degli antichi, in modo da
giungere a
conoscenze complesse senza dover iniziare dal principio. Ai ricercatori è
affidato il
compito di definire l'oggetto della ricerca e, paragonando la scienza ad
un palazzo,
egli afferma che ognuno può dare il proprio contributo per favorire il
progresso
tecnologico.
Bacone ipotizza la nascita di un enciclopedia delle arti e delle scienze
verso la
quale tutti i ricercatori concentreranno i loro risultati creando una
"storia
naturale e sperimentale" che sarà il fondamento di tutta la filosofia
naturale. Se
nella scienza bisogna utilizzare un criterio universale che conferisca
una certa
omogeneità negli studi, nel software libero è necessario istituire
un'etica del
lavoro che sia uguale per tutti affinchè i risultati finora raggiunti
vengano
correttamente catalogati e diffusi con ogni mezzo. Allo stesso modo
Bacone affermava
che lo scienziato che volesse contribuire allo sviluppo delle arti e
della tecnica
dovesse innanzitutto fornire una descrizione accurata dei suoi
procedimenti in modo
da favorire il lavoro degli altri. A questo punto sarà utile un confronto
diretto con
le parole dell'autore al fine di meglio comprendere alcuni valori alla
base della
filosofia hacker:
"[...] Crediamo di avere forze sufficienti per padroneggiare da soli ciò
che si
riferisce al lavoro dell'intelletto; ma la materia sulla quale
l'intelletto deve
operare è così sparpagliata che bisognerebbe servirsi di procuratori e di
mercanti
per rintracciarla e radunarla. [...] Appresteremo dunque noi stessi la
parte
principale dell'opera presentando con cura ed esattezza il disegno e la
descrizione
di una storia di questo tipo. Esso dovrà essere tale da corrispondere al
nostro
progetto per evitare che gli uomini seguano una via differente
allontanandosi in tal
modo grandemente dai nostri propositi. [...] Se anche tutti gli ingegni
di tutti i
tempi si fossero riuniti o dovessero riunirsi nel futuro alla filosofia,
se anche
tutto il mondo fosse sempre stato o fosse da ora in avanti composto solo
da
accademie senza tuttavia una storia naturale e sperimentale come quella
da noi
concepita, nè le scienze nè la filosofia avrebbero compiuto o potrebbero
compiere un
progresso degno della razza umana. Invece non appena questa storia della
natura sarà
stata preparata e compiuta, e quando saranno stati aggiunti anche gli
esperimenti
ausiliari e apportatori di luce l'investigazione della natura e di tutte
le scienze
si ridurrà ad un lavoro di pochi anni. Questo infatti è il modo, l'unico
modo atto a
stabilire i fondamenti di una filosofia vera e operativa e solo per
questa via gli
uomini, come ridestati da un sonno profondo, si renderanno conto di
quanto questa
filosofia vera e operativa differisca dalle vane opinioni della mente e
di cosa
significhi, nei problemi che si riferiscono alla natura, interrogare la
natura
stessa."
La forza del discorso di Bacone risiede proprio nel fine praticoutilitaristico che
egli attribuisce alla scienza, arrivando ad affermare che il sapere è
potere poichè
permette di modificare la natura migliorando l'esistenza umana. Affinchè
questa
conoscenza garantisca il benessere collettivo è però necessario che venga
diffusa a
tutta la comunità in modo che tutti possano accedere alle risorse
disponibili.
Dopo che verrà istaurata la storia sperimentale e naturale (ossia
un'enciclopedia
ragionata delle scienze e delle arti) la società umana potrà finalmente
progredire
attraverso l'applicazione tecnologica delle nuove scoperte.
Ovviamente queste affermazioni ci mostrano chiaramente il limite della
filosofia
baconiana: la storia evidenzia infatti che spesso le modifiche
artificiali condotte
dagli uomini sulla natura hanno da una parte migliorato la vita sociale,
ma
dall'altro hanno causato un deterioramento della natura stessa; Bacone
inoltre
poneva dei vincoli alla diffusione delle informazioni scientifiche: solo
alcune
potevano essere divulgate mentre quelle ritenute potenzialmente
pericolose venivano
riservate ad una ristretta cerchia di studiosi.
Tuttavia nella filosofia di Bacone si possono riscontrare evidenti
concezioni comuni
a quelle propugnate dalla comunità del software libero come ad esempio:
1) La scienza e le arti sono patrimonio collettivo al quale chiunque può
contribuire.
2) Per creare una scienza ed una filosofia sistematica e cumulativa è
necessario
istituire un nuovo metodo di conoscenza, finalizzare ad un determinato
contesto la
ricerca e ovviamente istituire un'etica ed un codice morale universale.
3) Il fine della scienza è servire la società umana: il suo metodo deve
garantire a
tutti il benessere e favorire il progresso tecnologico della comunità.
Queste affermazioni sono in perfetta linea con la cultura hacker, in esse
si
ritrovano gli stessi valori e ideali per i quali gli hackers si battono
oggi:
liquidazione del sapere tradizionale in favore di un nuovo sapere
scientifico,
istituzione di un'etica che garantisca un nuovo approccio alla
comunicazione,
educazione e vita sociale e soprattutto libertà di divulgazione delle
informazioni.
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