Celebriamo oggi l’Epifania del Signore cercando di dare un senso pieno e compiuto a questo Santo Natale appena vissuto. La gioia per la nascita prodigiosa del Bambino Gesù oggi prende consapevolezza in modo forte di essere dinanzi alla manifestazione più grande di Dio. Verrebbe da pensare al nostro modo di manifestarci, di manifestare la nostra essenza, la nostra realtà interiore. Quanto ci riesce difficile! Quanto siamo in grado di spogliarci di ogni cosa per andare all’essenziale dei nostri sentimenti e delle nostre sensazioni per avvicinarci all’altro, farci come lui? Questo ha fatto Dio manifestandosi in un bambino, si è rivelato nell’immagine più semplice e più vicina a noi per dire il suo amore, per esprimere pienamente la sua vicinanza a noi. La bellezza di tale manifestazione sta nella totale trasparenza di ciò che Dio vuole comunicarci, nell’annullarsi di ogni distanza tra noi e Lui, nella rivelazione silenziosa che fa rumore solo per la sua bellezza straordinaria, non per essersi fatta pubblicità o vanto. Questa è la manifestazione dell’amore di Dio per noi, Gesù Cristo! E noi invece, come lo manifestiamo il nostro amore? Manteniamo le distanze, ci facciamo prima i nostri calcoli, lo decantiamo come fosse da lodare. L’amore che siamo chiamati a manifestare non vuole tutto questo! L’amore è da manifestare come fa Dio per mezzo di Gesù, allora, solo allora, sarà compreso fino in fondo. Solo allora chi è alla ricerca di Dio come i Magi potrà riconoscere in noi veramente lo sguardo di Dio, nei nostri atteggiamenti un’ispirazione divina in grado di portare gioia. Quante volte ci diciamo che ci piacerebbe portare gioia e sollievo ai fratelli. Tantissime persone che ci circondano sono alla ricerca di Dio anche se non ce ne accorgiamo, anche se non li sentiamo pronunciare la domanda “Dov’è?”, il loro cuore chiede, cammina, si guarda intorno. Ma se noi non siamo gli uni per gli altri stella che guida e soprattutto manifestazione umile di Dio, come potremo aiutarci? Gesù da adulto ci suggerirà tanti atteggiamenti per i quali farsi simili a Lui, ma il primo non dimentichiamolo che è proprio questo! Quello di un bambino che nel silenzio e quasi inconsapevolmente non fa altro che rivelare Dio, lo fa conoscere e suggerisce atteggiamenti di adorazione e prostrazione. Anche la prima lettura, tratta dal Libro di Isaia parla di popoli che vengono da lontano, di genti che si radunano e questa maestosità dell’evento può non rimanere un fatto storico se solo lo vogliamo. Dio continua a radunare i suoi figli oggi, continua a chiamarli da lontano, continua ad essere per ciascuno di noi una gioia grande da condividere, l’abbattimento di ogni solitudine. Il nostro cammino è individuale ma mai solitario, siamo in tanti verso Lui e questa meraviglia di ritrovarsi uniti davanti a Dio dipende anche da noi. Da noi se sappiamo metterci alla ricerca, da noi se vorremo godere della sua presenza assieme agli altri vincendo ogni individualismo, ogni senso di superiorità. Dio si manifesta come noi perché vuole che ancor più tra noi impariamo ad essere uniti. Ognuno dalla propria strada, ognuno con ciò che ha da offrire, ognuno con il proprio vissuto, ma unica, imprescindibile, insostituibile la meta. Non preoccupiamoci di cosa offrire a Dio: Egli vuole la nostra presenza perché questa vuole dire di per sé tante cose, la voglia di conoscerlo, la fiducia di un cammino che non delude, l’abbandono delle nostre sicurezze unicamente per Lui. Questo basta, questo è il nostro oro, il nostro incenso e la nostra mirra: il nostro affermare cioè che lo riconosciamo come Dio, come unico Re della nostra vita, come Colui che viene a donare la salvezza. Se crediamo questo oggi siamo anche noi i Magi inginocchiati dinanzi a Lui. La sentiamo la loro stessa gioia immensa? Dovremmo cari fratelli, dovremmo fino a commuoverci per tanto stupore, per tanta bellezza. E quello nostro stare in ginocchio con la gioia nel cuore sarà la nostra manifestazione, l’Epifania del Signore che diventa la nostra, l’immagine visibile di Dio venuto a toccare la terra. L’augurio di oggi viene dalla scrittura, come tutte le risposte ad ogni nostra domanda: “alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce… sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore”. Nel sangue di Cristo fraternamente vi abbraccio. Don Luigi e comunità cpps. Epifania del Signore, 6 Gennaio 2013