SISTEMAZIONE DI PIAZZA SOLARI
Natale Proto
Architetto
PREMESSA
La progettazione riguarda la sistemazione di Piazza Solari, ubicata
nel Centro Storico del Comune di Francavilla Angitola, in espletamento
dell’incarico dato dalla Giunta Municipale con Delibera n° 130 del
26.06.87.
Il centro abitato di Francavilla Angitola ha una articolata
conformazione urbana e si svolge con andamento lineare lungo un
crinale tra due poli nei quali presenta, rispettivamente, l’insediamento più
antico e lo sviluppo moderno. La crescita, infatti è avvenuta attraverso
un graduale inurbamento posizionando gli edifici lungo la viabilità di
collegamento tra l’originario nucleo, attestato su di un promontorio, e
l’intorno territoriale.
Pertanto il cosiddetto Centro Storico non occupa in realtà
l’odierno centro urbano, ma è una propaggine dell’abitato dove
l’organicità tra architettura ed orografica offre un specifica caratteristica
ambientale. La connotazione di questo spazio, determinatosi con la
giustapposizione in epoche diverse di settori edilizi, sta nel poter
facilmente leggere, tramite il riconoscimento delle diverse tipologie
insediative, la storia di Francavilla Angitola. Infatti al borgo d’origine
medioevale, sottostante il castello, edifico in seguito parzialmente
riutilizzato per l’edificazione della Chiesa di S. Foca, si affianca la parte
cinquecentesca e seicentesca, sita in leggero declivio, ed a questa la
parte ottocentesca che, realizzata dopo il terremoto del 1783, si
configura con un tessuto urbano in cui i rapporti tra spazi liberi e spazi
costruiti risentono della cultura razionale-illuministica.
Gli interventi realizzati in questi ultimi tempi nella parte antica,
manomettendo solo singoli edifici, hanno variato solo parzialmente
l’ambiente architettonico; l’ambiente urbano, non essendo avvenuti
sventramenti od estese demolizioni, ha conservato quasi inalterato il suo
aspetto. La storia urbana, pertanto, resta chiaramente individuabile nelle
relazioni tra gli spazi, nella tramatura della viabilità, nei rapporti con la
natura circostante. Le architetture storiche o con caratteristiche
ambientali, pur nel loro stato di compromissione parziale, abbandono o
degrado, non fanno altro che accrescere quanto di valido offre
l’immagine urbana.
LA PIAZZA
Piazza Solari è collocata tra i quartieri antichi che si sviluppano
intorno alla Chiesa di San Foca ed i quartieri disposti lungo il Corso. Essa
della viabilità principale del paese ne è luogo emergente e significante
e tramite essa si relazione con l’intero abitato. Inoltre una via realizzata
recentemente, tangenziale esterna del vecchio nucleo, innestandosi
proprio nella Piazza, la connette direttamente con le aree agricole.
Pertanto questo luogo si configura come punto nevralgico, nodo tra
settori urbani e tra abitato e campagna.
Il suo ruolo di spazio primario + dato sia da fattori storici ed
urbanistici e sia dal suo possibile uso diversificato. Infatti la presenza del
Palazzo Comunale e della Chiesa lo caratterizzano per il fine
rappresentativo e di servizio collettivo, mentre la presenza di architetture
tipizzate e del Palazzo baronale la qualificano storicamente. Inoltre,
essendo un slargo della compagine edificata, offre alla collettività un’ara
per l’incontro e l’assembramento dove poter realizzare momenti di
tradizione, feste e mercato. In particolare il rapporto tra lunghezza e
larghezza, privilegiando l’andamento longitudinale, porta a definire
questo spazio come strada-piazza, strutturazione urbana tipica di molti
Comuni della Calabria.
Tuttavia la demolizione di un edifico di bordo, necessaria per
l’innesto della nuova strada, ha in realtà alterato questi rapporti e
realizzando un ampio varco, che presenta un fondale naturale, ha
aggiunto alla piazza una caratteristica ed una qualità ambientale,
potenziabile con opportuni interventi.
Gli edifici che compongono il limite costruito della Piazza, diversi
per tipologia, funzioni e stile, realizzano un insieme vario, contenuto nelle
dimensioni proprie del piccolo centro abitato. Le manomissioni avvenute
in tempi recenti interessando non tanto le volumetrie quanto l’immagine
architettonica, non hanno sostanzialmente alterato l’aspetto di uno
spazio dal forte linguaggio vernacolare.
La Chiesa, edificio emergente per volume e per morfologia, si
presenta con una facciata piana scandita da lesene e marcapiano,
elementi ripresi nel campanile che ad essa si affianca.
La
decorazione
è
impostata
secondo
un
gusto
neoclassicheggiante, sobrio e lineare.
Il rivestimento marmoreo della zoccolatura, messo in opera
recentemente, non del tutto coerente per tipo di materiale con il resto
dell’edificio, troncando bruscamente le lesene e privandole della
caratteristica base, annulla una qualità della decorazione ed altera lo
schema compositivo. Altre incoerenze formali si ritrovano nel frontone, nel
taglio della finestra superiore del campanile e nella sua copertura,
sormontata da una scultura sproporzionata all’insieme.
L’edificio della Canonica, che si sviluppa lungo un alto della
Chiesa, presenta una paramento murario incompleto. La scansione
ordinata delle aperture determina un equilibrato rapporto di pieno e
vuoto e consente un’operazione di completamento dei lavori da
finalizzare alla riqualificazione formale dell’immagine architettonica.
Ad un’estremo di tale edificio appaiono murature residue della
demolizione di un fabbricato che determinano un’inopportuno stato di
degrado.
Alla facciata della Chiesa si affianca un basso edificio con
prospetto piano caratterizzato da un ampio vano d’ingresso e da due
finestre laterali ad esso. Il trattamento del suo paramento murario, rifinito
con bugne e fascioni, gli conferisce un aspetto decoroso e lo adegua al
contesto urbano, pur essendo un locale produttivo; al contrario la sua
copertura, realizzata con fogli di eternit, è del tutto incongruente
all’intorno architettonico.
In prosieguo un edificio a due livelli mantiene quasi inalterati i suoi
elementi stilistici che lo definiscono come tipica architettura borghese
dell’ottocento, riprendendo, ridimensionandoli, i connotati formali
dell’architettura aristocratica. Le aperture serialmente affiancate hanno
sobri elementi di decoro; fasce verticali bugnate, marcapiano e
cornicione listellato, scandiscono la superficie piana della facciata. Il
portone principale, oggi ingresso della sede municipale, ha ampio
portale strombato ed ante ligne finemente scolpite. Le ringhiere dei
balconi, curate nei dettagli decorativi, sono prodotto di qualificato
artigianato. La presenza di poche manomissioni permette un facile
ripristino delle forme originali ed un recupero in generale dell’edificio.
Il lato a valle della Piazza si caratterizza con un edificio di piccole
dimensioni, testata di una stecca residenziale, ai lati del quale corrono
due strade, fughe prospettiche che vivacizzano la scena urbana, Tale
edificio presenta una semplice ed armonica facciata timpanata con
aperture ordinatamente disposte. La pochezza di elementi di decoro, la
semplicità delle lunghe ringhiere e le proporzioni tra le parti, danno
carattere alla facciata e l’eventuale eliminazione della superfetazione
posta a piano terra ne accrescerebbe le qualità formali. Esso per
posizione nella Piazza è un elemento importante dell’insieme costruito
essendo fondale di scena, luogo dove corrono i raggi prospettici della
percezione principale. Inoltre questo lato della Piazza, per diversità di
quota dei piani viari che da esso si dipartono e per un articolato
assemblaggio degli edifici di fondo, offre una visione complessa
dell’abitato con scorci dal carattere pittoresco.
Di fronte alla Chiesa abitazioni affiancate linearmente
conformano uno steccone dove si ritrovano componenti architettonici
tipizzati e nuovi interventi che, pur non qualificando l’insieme,
mantengono una certa coerenza tipologica. Infatti si tratta soprattutto di
balconi ampliati o di nuova realizzazione i quali conservano come fatto
decorativo la tipica ringhiera in ferro, ma con dimensioni di lunghezza e
d’aggetto alterate, tanto da squilibrare i rapporti con la facciata. Una
sopraelevazione inopportuna di una abitazione è la superfetazione più
vistosa poichè tronca la continuità della linea di copertura.
Rivestimenti di facciata, coperture e serramenti, inidonei per tipo
di materiale usato, compromettono parti dell’insieme. Piccole scale
esterne d’accesso ai portoni ed ai magazzini, diverse ognuna per
ampiezza e sviluppo, realizzano una articolata soluzione d’attacco tra
edifico ed piano strada, connotando qualitativamente l’intera stecca
edilizia. Interventi finalizzati al recupero degli elementi architettonici a
carattere ambientale e lavori di riqualificazione del paramento murario e
delle coperture, conferirebbero a queste costruzioni maggiore organicità
ed adeguata aderenza al contesto.
Il lato che chiude a monte la Piazza si distingue per la presenza di
Palazzo Mannacio, edificio di particolare valore storico-architettonico, e
per la fontana, pregevole elemento d’arredo urbano.
Il Palazzo è la tipica residenza della ricca borghesia fondiaria
dell’ottocento, esso emerge per dimensione e qualità architettonica. Si
posizione nella Piazza in soluzione d’angolo presentando le due sue
facciate principali nelle quali la decorazione è particolarmente curata. Il
retro, scomposto formalmente, si affaccia nel giardino privato ed un
cortiletto interno rende particolare la tipologia edilizia. In realtà si tratta di
una costruzione a fine abitativo ottenuta con il riuso di parti
architettoniche di un convento cinquecentesco delle quali ancora ne
conserva significativi elementi, d’importante documentazione storica. La
posizione nel contesto urbano ed il suo stesso sviluppo planimetrico lo
rendono di grande interesse per cui una sua sostanziale riqualificazione
formale e funzionale, mediante interventi al uso interno ed al suo intorno,
è da ritenersi molto congruente.
La fontana non occupa attualmente il sito originario ed essa
essendo di tipo parietale è inadeguatamente posizionata. Le sue qualità
scultoree e la non comune forma compositiva rendono il manufatto
particolarmente pregevole e degno d’essere adeguatamente collocato.
IMPOSTAZIONE
Lo scopo dell’allegata progettazione è principalmente quello di
definire una serie di interventi, ognuno localizzato in un preciso ambito
spaziale, finalizzati alla realizzazione di uno spazio unitario che per qualità
formali possa accrescere il significato rappresentativo della Piazza, ed
all’ampliamento del superfici d’uso collettivo in modo da favorire ancor
di più le occasioni d’assembramento e di permanenza.
La presenza di Palazzo Mannacio e di aree libere ad esso
adiacenti, male utilizzate e per le quali necessita un riordino, stimola a
riorganizzare i luoghi in modo che questa architettura, già emergente per
valore storico-artistico, diventi riferimento principale di una nuova
composizione della Piazza. Questa, pur restando definita nel suo schema
originario dalle quinte edilizie e che la contengono, troverebbe, in un uso
più appropriato delle aree che si affacciano sulla valle, un ampliamento
degli spazi d’uso collettivo e nuove visuali. Infatti al natura, ora solo
scorcio prospettico, diverrebbe fondale scenico e nuovo connotato
capace di caratterizzare ulteriormente l’ambiente urbano.
L’acquisizione di Palazzo Mannacio e delle sue aree di pertinenza
della pubblica proprietà permetterebbe un suo restauro integrale,
finalizzato alla messa in luce e valorizzazione delle sue parti più antiche,
documenti di architettura cinquecentesca.
Un utilizzo non più vincolato alla rigida funzione residenziale,
permetterebbe ristrutturazioni atte al recupero di spazi di qualità. In
particolare il piano terra, venendo ad essere interposto tra aree d’uso
collettivo potrebbe essere interpretato in un suo riuso pubblico come
ambiente totalmente integrato alla Piazza, quali parte d’essa coperta. In
tale edificio attività che abbisognano di ampia partecipazione,
manifestazioni culturali e di socializzazione, troverebbero appropriata
collocazione ed adeguato ambiente.
Pertanto per un riordino generale sono necessarie operazione:
l’acquisizione alla pubblica proprietà dell’edificio e delle sue aree
limitrofe e le demolizioni dei manufatti presenti nel giardino, del basso
magazzino sito a ridosso di un suo lato e del muro che ora limita la
viabilità privata.
GLI INTERVENTI
L’aggiunta
di
nuovi
spazi
d’uso
pubblico
permette
l’organizzazione di un nuovo sistema spaziale della Piazza, articolato in tre
ambiti, differenziati per collocazione, forma e visualità.
1° ambito - Attuale Piazza L’attuale Piazza mantiene le sue caratteristiche generali ed i lavori
previsti riguardano: la ripavimentazione dei percorsi pedonali e il
rivestimento delle scale esterne con materiale uniforme. Con tali
interventi si tende soprattutto a riqualificare uno spazio già caratterizzato
e ad accrescerne il significato di luogo di prestigio. Una normativa per le
facciate, da ritenere come riferimento base per futuri interventi edilizi da
realizzare su di esse, prevede il mantenimento ed il recupero delle singole
qualità formali in modo da potenziare le caratteristiche architettonicoambientali dell’insieme.
2° ambito - area tra Palazzo Mannacio e la Canonica In tale ambito le già descritte demolizioni si rendono necessarie
affinchè esso acquisti una nuova fruibilità ed un nuovo ruolo nel contesto.
Attualmente questo spazio, da considerare come strada compresa tra
un edificio ed un muro, è privo di carattere.
L’abolizione del muro, ora di ostacolo alla percezione compiuta
dell’intera facciata di Palazzo Mannacio, consente un libero prospetto
dell’edificio che assumerebbe così il suo giusto ruolo di architettura
emergente e qualificante.
Il fronte della Canonica, che presenta una facciata non finita e
murature residue dell’avvenuta demolizione di un’edificio, ha un
prospetto in forte degrado ed il generale stato di quasi abbandono offre
un immagine inopportuna ed indecorosa della Piazza.
L’intervento che si prevede riguarda il completamento del
paramento murario con adeguata intonacatura e realizzazione di
elementi architettonici, canonici nell’edilizia locale, capaci di ordinare la
composizione e di dare giusto tono e decorosa immagine all’edificio. Per
la parte di muratura che presenta il taglio edilizio avvenuto, so prevede
un suo consolidamento con la costruzione di una paretina armata.
Questa è pensata in una forma che riprende il segno dell’edificio
demolito per mantenere una “memoria” e nello stesso tempo lasciare in
vista una vecchia muratura che dà carattere all’ambiente. Si ottiene così
una parete riordinata, giusto appoggio della fontana, la cui
ricollocazione si rende necessaria per rispetto della sua tipologia e per
conferire ad essa un maggior protagonismo nella scena urbana. Infatti
tale ambito spaziale, assolvendo anche al ruolo di collegamento tra la
vecchia Piazza e la nuova area pubblica, prevista nel giardino di Palazzo
Mannacio, è luogo di attraversamento obbligato e la fontana, nella sua
nuova collocazione, funge da cerniera tra due ambiti spaziali e da
fondale del previsto giardino-piazzetta, del quale ne diventa prestigioso
elemento di arredo.
3° ambito - La piazzetta-giardino Il retro di Palazzo Mannacio è contornato per due parti dal
costruito e si caratterizza per un’ampia visuale
verso la natura
circostante. Questa sua morfologia consente pertanto di realizzare uno
spazio aperto e, nello stesso tempo, definito. Si è pensato soprattutto ad
un intervento d’arredo che possa finalizzare il luogo a sosta piacevole e
rilassante, quasi un “salotto” all’aperto. Il verde, disposto secondo un
schema ortogonale, ed il disegno geometrico della pavimentazione, al
quale si coordinano panche e fioriere, tendono a dare un’area costruita
ma priva di vistose opere murarie. L’arboratura d’alto fusto mesa a
bordare un intero lato, definisce una quinta verde che, insieme ai due lati
dell’edificio, rende lo spazio intimo e raccolto, mentre il
fronte
completamente libero apre la scena proiettandola nella natura, della
quale questo spazio ne è osservatorio.
L’arredo verde, previsto come roseto, vuole ancor più definire
quest’ambito tramite una precisa specificità.
I tre ambiti trovano collegamento mediante la pavimentazione
stradale, che funge da interconnettivo, la quale è realizzata in lastre di
pietra lavica in modo da coordinarsi per qualità di materiale alle varie
qualità lapidee presenti nella prevista pavimentazione pedonale, negli
elementi d’arredo urbano (fontana e sedili) e negli edifici antichi di
maggior pregio che conformano la locale scena urbana.
I tre ambiti, pur trovando stretta correlazione per la loro funzione
pubblica e per continuità di percorso, hanno autonomia nella definizione
formale e permettono la realizzazione dell’intero progetto con opere
distinte per lotti, intervenendo in tempi diversi ed in relazione alle
disponibilità economiche dell’Amministrazione. Pertanto l’allegata
progettazione è da intendere soprattutto come quadro generale di
riferimento nel quale, tuttavia, i dettagli graficamente definiti hanno un
ruolo sostanziale essendo elementi che coordinano le parti e che
qualificano l’intera operazione di recupero e valorizzazione di questo
spazio urbano.