GRUPPO DI PREGHIERA “ APOSTOLI DELLA REGINA DELLA PACE”

“APOSTOLI DELLA REGINA
DELLA PACE”
Nel Cenacolo
con Maria..
Sommario
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Canto di apertura: LA PREGHIERA
DI GESU’ E’ LA NOSTRA
Rosario meditato
MESSAGGIO DEL MESE
Meditazione
Consacrazione alla Madonna
Canto allo Spirito Santo
Letture della domenica
Lo Spirito parla al cuore
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Catechesi del tempo…
Liturgia delle ore…Vespri o Compieta
Canto
Consacrazione ai tre Sacri Cuori
Preghiera a Maria prima di dormire
Canto di chiusura: HO
LOTTATO TANTO
Propositi settimanali
Appuntamento successivo
La preghiera di Gesù è la nostra (canto)
Dove due o tre sono uniti nel mio nome,
io sarò con loro, pregherò con loro,
amerò con loro perché il mondo venga a te,
o Padre, conoscere il tuo amore è avere vita con te.
Voi che siete luce della terra, miei amici,
risplendete sempre della vera luce,
perché il mondo creda nell'amore che c'è in voi,
o Padre, consacrali per sempre e diano gloria a te.
Ogni beatitudine vi attende nel mio giorno
se sarete uniti, se sarete pace, se sarete puri,
perché voi vedrete Dio che è Padre,
in lui la vostra vita gioia piena sarà.
Voi che ora siete miei discepoli nel mondo,
siete testimoni di un amore immenso,
date prova della speranza che è in voi,
coraggio,
vi guiderò per sempre: io rimango con voi.
Spirito, che animi la Chiesa e la rinnovi,
donale fortezza, fa' che sia fedele
come Cristo che muore e risorge,
perché il Regno del Padre
si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui,
si compia in mezzo a noi e abbiamo vita in lui.
Consacrazione alla Madonna
Consapevole della mia vocazione cristiana io rinnovo oggi nelle Tue mani, o Maria, gli impegni del mio
Battesimo. Rinuncio a satana, alle sue seduzioni, alle sue opere e mi consacro a Gesù Cristo per portare con
Lui la mia croce nella fedeltà di ogni giorno alla volontà del Padre. Alla presenza di tutta la Chiesa Ti
riconosco per mia Madre e Sovrana. A Te offro e consacro la mia persona, la mia vita e il valore della mie
buone opere passate, presenti e future. Disponi di me e di quanto mi appartiene alla maggior gloria di Dio,
nel tempo e nell’eternità. Amen
Consacrarsi a Maria è guardare a Lei come al modello da imitare nella fedeltà a Gesù.
Ella stessa ci incoraggia: fate tutto quello che Egli vi dirà !
La Consacrazione è accogliere Maria nella nostra vita:..allora non saremo più soli!
Consacrazione ai tre Sacri Cuori
Sacro Cuore di Gesù, Immacolato Cuore di Maria, Castissimo Cuore di San Giuseppe, io vi consacro in
questo giorno (o notte), la mia mente, le mie parole, il mio corpo, il mio cuore e la mia anima affinché si
compia attraverso di me in questo giorno (o notte) la Vostra Santa Volontà. Amen
Preghiera a Maria Santissima prima del riposo notturno
“O Vergine, si fa tardi,
tutto si addormenta sulla terra,
è l’ora del riposo: non abbandonarmi !
Metti la tua mano sui miei occhi
Come una buona madre.
Chiudili dolcemente alle cose di quaggiù.
L’anima mia è stanca di affanni e di tristezze,
la fatica che mi attende è qui a me vicina.
Metti la tua mano sulla mia fronte,
arresta il mio pensiero.
Dolce sarà il mio riposo,
se benedetto da te.
Perché domani il tuo povero figlio
Si desti più forte
E riprenda allegramente
Il peso del nuovo giorno.
Metti la tua mano sul mio cuore. Lui solo vegli
sempre e Ridica al suo Dio Un amore eterno
Messaggio del 2 aprile 2009 (a Mirjana)
“Cari figli! L’amore di Dio è nelle mie parole. Figli miei, è l’amore che desidera volgervi alla giustizia e alla verità. E’
l’amore che vi vuole salvare dalle vostre illusioni. E voi, figli miei? I vostri cuori rimangono chiusi. Sono duri. Non
rispondete alle mie chiamate. Non sono sinceri”. Mirjana ha sentito un forte dolore e ha pregato che non ci abbandoni.
La Madonna ha detto: Con Cuore materno prego perché voglio che voi tutti risuscitiate in mio Figlio. Vi ringrazio”.
“Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa”. Giov. Paolo II
Giuseppe, sposo della Vergine Madre di Dio,
insegnaci incessantemente tutta la verità divina e tutta
la dignità umana contenute nella vocazione di sposi e
di genitori!
San Giuseppe, ottienici da Dio, che cooperiamo, con
costanza, con la grazia del grande sacramento nel
quale uomo e donna si promettono reciprocamente
l’amore, la fedeltà e l’onestà coniugale, fino alla
morte!
San Giuseppe, uomo giusto, insegnaci l’amore
responsabile verso coloro che Dio ci affida in modo
particolare: l’amore tra i coniugi, l’amore tra i genitori
e coloro ai quali i genitori danno la vita!
Insegnaci la responsabilità verso ogni vita, dal primo
momento del concepimento, fino all’ultimo istante su
questa terra.
Insegnaci un gran rispetto per il dono della vita.
Insegnaci ad adorare profondamente il Creatore, padre
e datore della vita.
San Giuseppe, patrono del lavoro umano, aiutaci in
ogni lavoro che è vocazione dell’uomo sulla terra.
Insegnaci a risolvere i difficili problemi collegati col
lavoro nella vita delle generazioni, a cominciare dai
giovani, e nella vita delle società.
San Giuseppe, protettore della Chiesa preghiamo Dio
con queste parole:
“O Dio onnipotente, che hai voluto affidare gli inizi
della nostra redenzione alla custodia premurosa di san
Giuseppe, per sua intercessione concedi alla tua
Chiesa di cooperare fedelmente al compimento
dell’opera di salvezza”.
Preghiera per i sacerdoti ISPIRATA DAL SIGNORE
Signore Gesù, santifica tutti i Sacerdoti per i meriti della tua Santa Passione, perché possano essere la tua vera
immagine pura e santa nel mondo. Signore Gesù, per l'amarezza che hai provato per il bacio di Giuda traditore, fa' che
ritornino alla Grazia santificante tutti i Sacerdoti che furono infedeli alla loro vocazione e continuano ostinati nei peccati
del mondo. Te lo chiediamo per l'intercessione del Cuore Immacolato di Maria e del Cuore Castissimo di San
Giuseppe.
Eterno Padre, offriamo il Santo Volto del Tuo Figlio Gesù per le mani di Maria con l'intero generoso olocausto di tutti
noi stessi in riparazione di tanti peccati che si commettono, specialmente delle offese al SS. Sacramento dell'Altare. Te
lo offriamo in modo particolare perché i Sacerdoti mostrino al mondo con la santità della vita, l'adorabile fisionomia del
Divin Volto, irradiando la luce della verità e dell'amore per il trionfo della Chiesa e la propagazione del Regno.
O Gesù il tuo Cuore è dolce ed amabile sorgente donde scaturisce ogni bontà e misericordia, traboccante d’Amore.
Immergi l’Anima di tutti i Tuoi ministri nel Tuo sangue preziosissimo, affinché s’immolino con lo stesso Amore con cui
Tu sei morto e risorto, per salvare le anime. Amen 3 Ave Maria
III DOMENICA DI PASQUA Anno B
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 3, 13-15. 17-19
Avete ucciso l'autore della vita: ma Dio l'ha risuscitato dai morti.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Pietro disse al popolo: «Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha
glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di
liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, e avete chiesto che vi fosse graziato un assassino. Avete ucciso
l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni.
Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. Ma Dio ha così compiuto ciò che aveva
preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. Convertitevi dunque e cambiate vita,
perché siano cancellati i vostri peccati».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 4
Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
Quando t’invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia!
Nell’angoscia mi hai dato sollievo;
pietà di me, ascolta la mia preghiera.
Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene,
se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?».
Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;
il Signore mi ascolta quando lo invoco.
In pace mi corico e subito mi addormento,
perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare.
Seconda Lettura 1 Gv 2, 1-5
Gesù Cristo è vittima di espiazione per i nostri peccati e per quelli di tutto il mondo.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il
Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per
quelli di tutto il mondo.
Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i
suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è
veramente perfetto.
Vangelo Lc 24, 35-48
Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò
che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di
paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro
cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa,
come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed
erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli
lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte
su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse
loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i
popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
RIFLESSIONE
19/04/09: quarto anniversario dell'elezione di Joseph Ratzinger a Vescovo di Roma
Gli Apostoli della Regina della Pace sono profondamente grati al Santo Padre Benedetto XVI per il coraggio, l'esempio,
l'insegnamento che ha contraddistinto il Suo Pontificato. Caro Santo Padre grazie a Lei il volto della Chiesa sta
cambiando, come Pietro ci sta guidando in una nuova Pentecoste, infondendoci coraggio e perseveranza, conducendoci
con mano forte e tenerezza materna. Profondamente riconoscenti le assicuriamo la nostra preghiera e la difendiamo da chi
vorrebbe zittirla, le professiamo il nostro amore e la nostra fedeltà. Grazie, in questi tempi non facili, La Divina
Misericordia ci ha donato in Lei la giusta guida...abbiamo bisogno della Sua parola. Il nostro Signore Gesù Cristo La
conservi a lungo in salute e in forza.
Grazie Gesù, grazie Maria, grazie Santo Padre,
Elisabetta
Benedetto XVI, quattro anni dopo
da umanesimocristinano.splinder.com (19/04/09)
Quattro anni dopo
Erano le 17,50 del 19 aprile 2005, l’ora in cui il cardinale protodiacono, affacciato alla loggia centrale della Basilica
Vaticana, annunciava il gaudium magnum: il cardinale Joseph Ratzinger era stato eletto Vescovo di Roma e aveva
assunto il nome di Benedetto.
Il 19 aprile 2009 inizia, così, il quinto anno di pontificato! Il quinto anniversario della elezione.
Dal primo giorno, il Papa ha dimostrato non solo di essere un maestro della verità, ma anche un padre della carità e
dell’amore.
Si potrebbe siglare con queste parole il ministero di Pastore della Chiesa Universale di colui che si è presentato come
“umile operaio della vigna del Signore”
Davvero Benedetto XVI si è rivelato in questi quattro anni trascorsi un grande Padre della Chiesa.
In ogni suo gesto, in ogni suo atto durante non ha soltanto illuminato il mondo con la sua dottrina, con le sue parole,
con le sue omelie, ma soprattutto con il suo amore: tutto quello che il Papa ha insegnato e tutto quello che ha fatto è
stato orientato al senso dell’amore di Dio che si è manifestato in Cristo Gesù.
Ecco: quella del Cristocentrismo è la cifra del pontificato benedettino. Il Papa ricorda alla Chiesa di “lasciarsi
raggiungere da Cristo”: un Cristo che ama l’uomo, che ama la vita, che costruisce la famiglia cristiana, che rivela al
mondo il senso della vera gioia, il senso di Dio.
Nell'omelia di inizio del Pontificato, Benedetto XVI affermava di non aver un proprio programma, se non quello che ci
viene dal Signore Gesù Cristo: era questo un chiaro richiamo a ciò che è essenziale nel cristianesimo.
Per questo – dice il Papa – al mondo manca Dio e per questo vive nell’angoscia, nel nichilismo, nel non-senso.
Di fonte a un generale indebolimento della fede, che papa Benedetto vede percepibile in tutto il mondo, dentro e fuori la
Chiesa. la sua risposta è quella di accompagnare l’uomo di oggi al Dio di Gesù Cristo.
E’ tutto qui questo Papa e lo si riconosce sempre di più in questa sua essenzialità!
In questo quadro non è difficile individuare in questo annuncio la priorità del Pontificato. Oggi Dio è troppo facilmente
messo al margine della nostra vita, protesa al "fare" e al godere-consumare; Dio che è espressamente negato da una
"metafisica" evoluzionistica che riduce tutto alla natura, o più frequentemente è dichiarato non conoscibile in base al
principio veluti si Deus non daretur; quel Dio, infine, di cui è stata proclamata la "morte", con l'affermarsi del nichilismo
e con la conseguente caduta di tutte le certezze.
Per Papa Benedetto il primo impegno pastorale è dunque riaprire la strada a Dio che ha un nome, Gesù Cristo. Gesù
Cristo infatti è la via a Dio Padre, è la sostanza del cristianesimo, è il nostro unico Salvatore. Perciò è terribilmente
pericoloso il distacco tra il Gesù della storia e il Cristo della fede, distacco che è frutto di un'assolutizzazione unilaterale
del metodo storico-critico e più precisamente di un impiego di questo metodo sulla base del presupposto che Dio non
agisca nella storia.
La seconda priorità del Pontificato è la preghiera.
Non soltanto quella personale ma anche e soprattutto la preghiera liturgica della Chiesa. Benedetto l’aveva anticipato in
tempi non sospetti: "La liturgia della Chiesa è stata per me, fin dalla mia infanzia, l'attività centrale della mia vita ed è
diventata anche il centro del mio lavoro teologico". Oggi è il centro del suo Pontificato.
E la gente l’ha capito: la gente accorre. Dove c’è il Papa là c’è il suo popolo. I suoi viaggi riscuotono un successo e
un’attenzione del pubblico superiore alle attese più rosee convinto di fronte a una Persona che dice delle cose forti e
importanti.
La popolarità di questo Papa non è nel gesto, ma esattamente in quello che dice e in quello che fa: egli va a toccare
quei temi che l’ascoltatore comune percepisce come quelli essenziali, come quelli che toccano la vita di ciascuno nel
senso profondo della parola, di quelli che toccano il destino dell’uomo e del mondo.
Sono stati coronati da successo dei viaggi internazionali negli Stati Uniti, Australia, Francia; è riuscito splendidamente
il Sinodo sulla «parola di Dio»; e la stessa polemica scoppiata sulla pubblicazione della revoca da parte di Benedetto
XVI della scomunica ai quattro vescovi anti-conciliari ordinati dallo scismatico Marcel Lefebvre nel giugno 1988 ha
visto ai miei occhi un Papa grande, misericordioso, vero padre.
La lettera che ha dovuto scrivere ai Vescovi del mondo è stata un capolavoro patristico: un gesto audace, una lettera
senza precedenti, in cui spiega il significato del suo gesto e ribadisce la “linea” del suo pontificato: riportare gli uomini a
Dio, lavorare per l’unità della Chiesa.
Benedetto XVI non ha taciuto che egli non ha sofferto tanto per le difficoltà, il remare contro, le incomprensioni le
critiche e contestazioni a pioggia arrivate da alcuni leader politici e di governo, quanto piuttosto dall’atteggiamento
ostile di taluni episcopati europei e dalla la stessa Curia romana.
Anche il viaggio in Africa è stato fonte di incomprensione da parte del business degli anticoncezionali. In verità la
soluzione proposta dal Santo Padre è da ricercare in due direzioni: da una parte nell’umanizzazione della sessualità e,
dall’altra, in una autentica amicizia e disponibilità nei confronti delle persone sofferenti, sottolineando anche l’impegno
della Chiesa in ambedue gli ambiti.
Le parole chiare di Benedetto XVI e strumentalizzate dai media occidentali sull’uso del preservativo hanno posto il Papa
nella posizione di essere attaccato con foga, bollato come “irresponsabile”, mentre taluni governi europei si sono
mobilitati contro di lui.
Con un passo, inconsueto nelle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il Regno del Belgio, l’Ambasciatore presso la
Santa Sede ha fatto parte della Risoluzione con cui la Camera dei Rappresentanti del Belgio ha chiesto al proprio governo
di condannare le dichiarazioni inaccettabili del Papa in occasione del suo viaggio in Africa e di protestare ufficialmente
presso la Santa Sede.
La Segretaria di Stato ha deplorato che una Assemblea Parlamentare abbia creduto opportuno di criticare il Santo
Padre sulla base di un estratto d’intervista troncato e isolato dal contesto, che è stato usato da alcuni gruppi con un chiaro
intento intimidatorio, quasi a dissuadere il Papa dall’esprimersi in merito ad alcuni temi, la cui rilevanza morale è ovvia, e
di insegnare la dottrina della Chiesa.
Ma papa Benedetto non è retrocesso di un solo passo. Anzi giunto in Terra d’Africa ha ri-esposto più compiutamente il
suo pensiero.
Ed è stato confortante costatare che le considerazioni di ordine morale sviluppate dal Santo Padre sono state capite e
apprezzate, in particolare dagli africani e dai veri amici dell’Africa, nonché da alcuni membri della comunità scientifica.
Tra 20 giorni il Papa si recherà in Terra Santa, dove non andrà solo come pellegrino, ma anche come portatore di «un
messaggio di riconciliazione, di perdono e di pace per tutti i popoli che vivono in quelle terre».
In questo quinto anno di Pontificato papa Benedetto dovrebbe dare alla Chiesa una nuova enciclica sociale e, forse, il
secondo volume del Gesù di Nazaret.
A giugno si chiuderà l’Anno Paolino e si aprirà l’anno sacerdotale.
Si continuerà a parlare di Africa con il Sinodo speciale di ottobre, mentre a settembre il Papa è atteso in Repubblica Ceca
e nel 2010 dovrebbe tornare in Germania.
Diverse anche le tappe italiane in programma: Cassino, San Giovanni Rotondo, Viterbo e Bagnoregio, Brescia .
Premesso che è impossibile riassumere i 4 anni di pontificato di Benedetto XVI in poche pagine, stante la loro intensità e
la pregnanza, credo che vi sia una sintesi che può illuminare il quadriennio trascorso e gettare nuova luce sugli anni futuri.
Papa Benedetto invita la Chiesa e gli uomini e le donne di questo terzo millennio, anche quegli uomini di buona
volontà che non riescono a credere, a vivere veluti si Deus daretur, come se Dio esistesse. E al tempo stesso invita tutti
gli uomini a tenere lo sguardo fisso verso Dio e in base a questo sguardo comportarsi nella vita. Soltanto così Dio
potrà tornare nel mondo.
Auguri a un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore
di Bruno Mastroianni (16/04/09)
«I signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore».
Era il 19 aprile di 4 anni fa: Joseph Ratzinger veniva eletto Papa. È tempo di bilanci.
Soprattutto in un periodo di distrazioni mediatiche è bene dare un’occhiata a cosa ha fatto questo Papa.
A cominciare dalle due encicliche: una su Dio che è amore e l’altra sulla Speranza che non è un pio sentimento ma la
certezza dell’intervento divino nelle nostre vite.
I viaggi: negli Stati Uniti dove ha affrontato in prima persona il problema della pedofilia; in Francia, con folle entusiaste
che hanno smentito chi prevedeva una laica indifferenza; in Australia, dove, secondo l’arcivescovo di Sydney, è cambiata
l’immagine della Chiesa e le vocazioni sono in aumento.
E poi c’è l’Africa in cui il Papa ha incoraggiato una Chiesa che si è presa sulle spalle le difficoltà del continente.
E il dialogo: la liberalizzazione della liturgia antica e la revoca della scomunica ai lefebvriani, per medicare le rotture
delle interpretazioni estreme del Concilio Vaticano II.
Il dialogo con gli “amici ebrei” che per il Papa sono i custodi delle origini della fede.
E i musulmani con cui si è passati dai gesti significativi di Wojtyla a un sincero confronto intellettuale.
Nonostante alcuni abbiano cercato di ridurre tutto questo a stereotipi da “pastore tedesco”, noi non ci siamo distratti.
Il 16 aprile Ratzinger compie 82 anni. Buon compleanno e buon anniversario di pontificato, semplice e umile ma
soprattutto “instancabile lavoratore” della vigna del Signore.
I nuovi cattolici (di Lorenzo Fazzini)
Storie di una generazione che “tradisce” l’educazione sessantottina all’ateismo e all’indifferenza per abbracciare la
Chiesa Tempi – 16 Aprile 2009
«Fino a 20 anni non mi sono mai fatto nessuna domanda su Dio: i miei genitori, gente del Sessantotto, non mi avevano
battezzato: loro non hanno mai praticato, sono credenti in maniera formale. Non mi hanno fatto battezzare perché, mi
dicevano, “non vogliamo importi niente”. Per me Dio non esisteva, la Chiesa si basava su cose non tangibili. Poi ho
iniziato ad avvertire un desiderio di qualcosa che mi riempisse la vita. Alcuni incontri mi hanno cambiato: ad esempio
quello con il parroco della chiesa di San Lazzaro che ha iniziato a parlarmi del Vangelo. L’annuncio di Cristo mi ha
messo in crisi, in particolare quella frase: “Io sarò sempre con voi”, cioè la vicinanza di Dio a chi è lontano». Daniele, 25
anni, studente di Fisica a Padova, è un neofita, battezzato nella veglia di Pasqua del 2007.
«Durante l’adolescenza gli amici mi prendevano in giro perché ero una “comunista”, non battezzata. I miei, battezzati,
avevano lasciato libere me e mia sorella e anche i nostri due fratelli più piccoli, anche se ci hanno sempre educati alla
generosità. La Bibbia non sapevo cosa fosse, per me Pasqua era semplicemente la festa in cui si aprono le uova di
cioccolato. Però, crescendo, sentivo un’inquietudine. Poi una compagna di università mi ha invitato ad un ritiro tenuto da
francescani. Lì un frate mi ha parlato di Dio Padre e del suo amore per me. E ho iniziato a pregare. Allora ho capito
cos’era quell’inquietudine che mi portava a tenere un diario di cose mie e raccontare tutto a un “Tu”». Elisa ha 26 anni,
abita a Verona, è medico specializzanda in ginecologia. Due anni fa è stata battezzata nella chiesa di San Bernardino nel
capoluogo scaligero. Sua sorella Chiara, 24 anni, educatrice, ha seguito il suo esempio un anno dopo. «Anche se all’inizio
la scelta di Elisa mi faceva rabbia», racconta Chiara, diventata cristiana durante la veglia pasquale dell’anno scorso.
Analoga l’educazione all’insegna della “libertà di scelta” ricevuta da Eva, 27 anni, figlia di genitori cristiani poi
allontanatisi dalla fede. «Quando sono nata – racconta – hanno preferito non battezzarmi per lasciare a me la scelta una
volta raggiunta la maturità». La laurea in storia dell’arte alla Cattolica di Milano e poi la decisione che meditava da
tempo: quella di intraprendere il percorso per il battesimo. «Pur non essendo battezzata, sono sempre stata credente,
quindi sentivo che mi mancava qualcosa che lo ufficializzasse». L’ufficializzazione è arrivata durante la scorsa veglia di
Pasqua, quando Eva ha ricevuto Battesimo, Eucaristia e Cresima dalle mani del cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi.
Daniele, Elisa, Chiara, Eva. Non sono solo mosche bianche in un’Italia che assiste a un ritorno nella Chiesa dei “nipoti
del Sessantotto”. I figli di quei genitori degli anni Settanta che hanno fatto della libertà un totem intoccabile oggi
domandano di diventare cattolici. I dati confermano che sono in aumento i nostri connazionali che, non avendo ricevuto
da neonati il Battesimo (una pratica andata in crisi nel post Concilio) ora domandano l’ammissione alla Chiesa. «Molti
catecumeni hanno come retroterra di esperienza il ’68» conferma don Andrea Lonardo, responsabile dell’ufficio
catechistico del vicariato di Roma, che coordina il cammino dei nuovi cattolici nella Capitale. «Ho incontrato figli di
molti anticlericali, anche di intellettuali. Arrivano al Battesimo in modi diversi: alcuni da movimenti come Comunione e
Liberazione o i Neocatecumenali, la maggior parte da percorsi autonomi. Ogni anno a Roma abbiamo una media di 110
battesimi di adulti all’anno, metà stranieri metà italiani: ci sono giovani universitari o persone sui 40-50 anni». «Il
fenomeno dei catecumeni italiani non è nuovo» spiega don Gianandrea Di Donna, che guida il settore catecumenato della
diocesi di Padova. «I numeri sono aumentati, non sono altissimi ma ci sono». Guardiamo all’esempio della città veneta:
nel settembre 2008 hanno iniziato l’iter verso il Battesimo 33 adulti, di cui 10 italiani; nel 2007 erano 24, con 4
“indigeni”. Nel 2006, 23 aspiranti battezzandi di cui 6 italiani. Attualmente, a Padova sono in cammino verso il Battesimo
80 uomini e donne, di cui 15 italiani. Il trend è positivo anche a Milano. «Da poche decine di catecumeni siamo passati a
centinaia» sottolinea don Paolo Sartor, referente dell’arcidiocesi di Milano per i “nuovi cattolici”. Quest’anno saranno
153 i catecumeni che verranno battezzati dal cardinal Tettamanzi a Pasqua. «Il numero degli adulti che si battezzano è in
lieve crescita anche da noi. O come diceva il cardinal Martini: “Sono molti, anche a Milano, coloro che passano il largo
confine tra l’ombra e la luce”».
Un percorso lungo che non si fa da soli
La conferma arriva dalla Conferenza episcopale italiana, come certifica don Guido Benzi, direttore dell’ufficio
catechistico della Cei, che ogni anno raccoglie cifre e numeri delle 223 diocesi italiane in tema di battesimi di adulti.
«Siamo passati dai 1044 battesimi del 2005 ai 1302 battesimi del 2007. Di questi ultimi 535 sono uomini e 773 donne»
annota. Di questi, 543 catecumeni sono italiani e 727 immigrati. Quindi non sono solo gli stranieri che si stabiliscono in
Italia a chiedere di entrare nella Chiesa, in parte perché scoprono la fede cristiana ab origine, in parte perché trovano nella
comunità cattolica un ulteriore elemento di integrazione sociale. Esiste, ed è ampio, anche l’incremento dei catecumeni
italiani. Ribadisce don Lonardo di Roma: «Da un paio di anni a questa parte le cifre dei catecumeni italiani sta
aumentando anche nella Capitale». Il responsabile della Cei traccia poi una sorta di profilo del “nuovo cattolico italiano”:
«Emerge l’identikit di persone prevalentemente tra i trenta e i cinquant’anni rappresentative di tutti i ceti sociali. Nel 2007
la regione con il maggior numero di battesimi è stata la Lombardia, seguita a ruota da Toscana, Lazio, Emilia-Romagna e
Sicilia».
Ma come si diventa cattolici da adulti nell’Italia del 2009? «Il cammino del catecumenato non è un percorso facilissimo –
annota don Benzi. Dopo un periodo di preparazione la persona viene affidata ad un “accompagnatore” che la aiuta nella
conoscenza della fede cristiana, nella lettura della Parola di Dio, nella preghiera e nella conoscenza della vita della
Chiesa. Questo periodo può durare anche due anni. C’è poi un cammino specifico, normalmente nell’ultimo anno, ritmato
anche da alcuni “passaggi” che sono fissati nel rito dell’iniziazione cristiana degli adulti. Di norma il Battesimo, la
Confermazione e l’Eucaristia dell’adulto vengono celebrate dal vescovo in cattedrale nella notte di Pasqua».
I modi di arrivare al fonte battesimale sono diversi, ma «un dato costante è l’incontro con altri battezzati (colleghi di
lavoro, amici operatori in associazioni di volontariato, vicini di casa) che testimoniano la fede», annota don Benzi della
Cei. «Interessante è come la persona del parroco non sia marginale al cammino che conduce alla decisione di diventare
cristiani. Insomma si ha l’impressione di un lavorio silenzioso e tenace dello Spirito che conduce le persone attraverso gli
ordinari fatti e luoghi della vita alla scoperta della fede e del volto di Gesù». «Un’esperienza particolare, l’incontro con un
sacerdote, un periodo di sofferenza: in mezzo a tali vicende queste persone iniziano a porsi il problema di Dio e del senso
della vita» spiega don Di Donna di Padova. «E incontrano la risposta nella persona di Cristo. Non ho mai trovato
motivazioni banali nei catecumeni adulti, ma il senso di qualcosa che manca, che non si trova nell’ordinario». Sottolinea
don Benzi: «È come se questo tessuto delicato ma resistente di relazioni positive ed autentiche, di aiuti, testimonianze e
incontri non possa essere registrato nei paludati salotti di certa cultura». «Il profeta Geremia scrive: “Mi hai sedotto,
Signore, e io mi sono lasciato sedurre”. Ecco, è stata questa la sensazione che ho provato con Dio», spiega Daniele
Dequal, padovano, battezzato a 23 anni dopo l’incontro decisivo con la comunità Nuovi Orizzonti fondata a Roma da
Chiara Amirante. «Le mie resistenze sono state travolte da questo Amore, come se io fossi stato cercato da Dio e il
contrario». Dopo un cammino di catecumenato durato 18 mesi Daniele ha ricevuto il battesimo nel 2007.
La fidanzata che voleva sposarsi in Chiesa
Fabio Barbieri, della parrocchia di san Lorenzo in Monluè, a Milano, battezzando a Pasqua, è arrivato al cristianesimo per
la sua fidanzata, che ha sempre voluto sposarsi in Chiesa. «E la cosa bella – racconta – è che adesso, se anche per caso
dovessi rompere con questa ragazza, vorrei comunque ricevere il Battesimo e diventare cristiano». Per Federico, 35 anni,
responsabile commerciale di un supermercato tra Venezia e Padova, la scelta di Cristo è arrivata tramite un’esperienza di
sofferenza: «Anch’io sono un “nipote” del Sessantotto, i miei mi hanno lasciato “libero” senza farmi battezzare. Però
sono cresciuto credendo che la vita continua dopo la morte e che abbiamo un’anima. È stato dopo un periodo di problemi
di salute che mi sono riavvicinato alla Chiesa. Ho incontrato un prete che mi ha raccontato di un Dio che è amore, non mi
ha fatto una morale, ma mi ha spiegato che Dio vuole il nostro bene e che la nostra vita sia realizzata. Da lì ho pensato che
potevo rivolgermi a Dio come a una persona. Durante un ricovero in ospedale sono entrato nella cappella: ho trovato il
vangelo in cui Gesù dopo Pasqua arriva nel Cenacolo e dice agli apostoli: “Pace a voi”. Ho capito che il Signore entra
nella nostra vita nonostante le nostre porte chiuse». Così è cominciato l’iter che ha portato Federico al Battesimo la scorsa
Pasqua.
In un tempo secondo cui la religione «avvelena ogni cosa», per dirla con Christopher Hitchens, le difficoltà, le derisioni,
gli sbarramenti anti-cristiani della cultura di oggi colpiscono anche i neo-cattolici. «I catecumeni sanno che riceveranno
un solo applauso, quello nella notte di Pasqua al loro battesimo», chiosa don Sartor di Milano. «Ho ricevuto più critiche
che sostegno nella mia scelta, anche in famiglia, soprattutto in merito alle
posizioni della gerarchia cattolica – afferma Daniele di Padova. Ma raramente si parla di cosa è veramente il
cristianesimo. Per questo motivo queste critiche non mi fanno granché problema». E Fabio di Milano conclude: «In casa
mia c’è sempre stato un certo astio per la Chiesa. Mio nonno era partigiano e dice che durante la guerra ha visto più pretispie di quelli che erano dalla sua parte. Ma la mia risposta alle loro critiche è questa: se tu domani muori e non ci sei più,
Uno solo è tornato indietro a dirci cosa c’è oltre la morte».