NORME DI CARATTERE GENERALE SULL’UTILIZZO AGRONOMICO DEI REFLUI ZOOTECNICI PREFAZIONE L’agricoltura, con sempre maggiore evidenza, è chiamata ad assumere un nuovo ruolo multifunzionale. Alla tradizionale funzione di produzione di beni alimentari di qualità, deve associarsi quello di fornitrice di servizi finalizzati alla salvaguardia delle risorse naturali quali acqua e suolo. L’inquinamento idrico è favorito da quei metodi di produzione agricola intensiva (agrumi – ortofrutta – patate ecc.) e da una maggiore concentrazione di bestiame in piccoli appezzamenti. La direttiva 91/676/CEE (direttiva nitrati) recepita in Italia con D.L. 152/99, si pone come obbiettivo la riduzione dell’inquinamento delle acque superficiali e delle falde acquifere, causato direttamente o indirettamente da nitrati di origine agricola. La Regione Calabria, attraverso l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura ha provveduto alla delimitazione delle aree vulnerabili da nitrati (BURC 26 maggio 2006) e all’adozione di un programma d’azione (D.G.R. 393 del 6 giugno 2006) e successivamente modificata con D.G.R. 623 del 28 settembre 2007. Grande importanza per la capacità di attenuazione dell’effetto inquinante è rappresentata dal suolo. Il suolo, annovera fra le sue funzioni, quello di barriera nei confronti di potenziali inquinanti idrosolubili. La capacità dei suoli di evitare o limitare l’inquinamento delle acque sotterranee è rappresentata dalle seguenti caratteristiche: 1) Profondità del suolo: la capacità protettiva aumenta con la profondità del suolo; 2) permeabilità: le principali caratteristiche del suolo che influiscono sulla velocità di infiltrazione idrica sono (tessitura, porosità e tipo di aggregazione); 3) granulometria: variando la granulometria del suolo; dalle classi più fini a quelle più grossolane, diminuisce la capacità protettiva del suolo; 4) la capacità protettiva del suolo diminuisce col diminuire del suo spessore. Questo fattore rappresenta un elemento negativo, maggiormente per le zone di pianura ed in particolare per le aree vulnerabili dove le falde acquifere essendo poco profonde facilmente possono essere inquinate da un eccesso di azoto. 5) il pH ( grado di acidità del suolo) assume una capacità protettiva in quanto, condiziona la mobilità degli elementi. 6) l’insaturo: per insaturo si intende la parte del sottosuolo compresa tra la base del suolo e la zona satura dell’acquifero. L’insaturo dopo il suolo rappresenta un secondo elemento di protezione degli acquiferi nei confronti degli inquinanti idroveicolanti; DISPOSIZIONI GENERALI La Regione Calabria oltre ad aver provveduto alla delimitazione delle aree vulnerabili, con D.G.R. n.623 del 28 settembre 2007, in conformità del D.L. 152/99 ha adottato un programma 1 d’azione con cui disciplina l’utilizzo agronomico degli effluenti di allevamenti sia palabili che non palabili e dispone: a) divieto di utilizzazione degli effluenti zootecnici palabili/non palabili e le distanze di rispetto; b) divieto di spargimento dei reflui durante il periodo invernale; c) le caratteristiche dei contenitori per lo stoccaggio del letame palabile e di quelli per lo stoccaggio della parte liquida. Detti contenitori debbono essere proporzionali alla capacità di accumulo dei reflui provenienti dagli allevamenti, e comunque con una capacità di contenimento: non inferiore a 90 giorni per i reflui palabili, 120 giorni per i reflui liquidi se l’azienda è ubicata in zona non vulnerabile e 150 giorni se l’azienda è ubicata in zona vulnerabile. d) Dosi di distribuzione. L’art. 10 del decreto 152/99 dispone che nelle zone non vulnerabili la quantità di azoto apportato da effluenti zootecnici non deve superare i 340 Kg per ettaro e per anno. Tale quantità di azoto deve essere distribuita e frazionata in base al fabbisogno delle colture. Diversamente, l’art.26 dispone che per le aree vulnerabili la quantità di affluenti non deve determinare, in ogni singola azienda o allevamento, un apporto di azoto superiore a 170 Kg. per ettaro e per anno; e) Tecniche di distribuzione: la scelta delle tecniche di distribuzione deve tenere conto: - delle caratteristiche del suolo - devono assicurare il contenimento della formazione e diffusione, per deriva, di aerosol verso aree non interessate all’attività agricola, comprese le abitazioni e le vie pubbliche; - la fertirrigazione deve essere realizzata contenendo al massimo il ruscellamento di composti azotati. Nelle zone acclive, per evitare il ruscellamento e l’erosione, è necessario che sia garantita una copertura dei suoli tramite colture intercalari o colture di copertura. INDIVIDUAZIONE DELLE PICCOLE AZIENDE AGROALIMENTARI E’ ammessa l’utilizzazione agronomica delle acque reflue contenenti sostanze naturali non pericolose, provenienti da piccole aziende agroalimentari appartenenti ai settori lattiero-caseario, vitivinicolo e ortofrutticolo, che producono quantitativi di acque reflue non superiori a 4000 m3/anno e quantitativi di azoto, contenuti nelle vasche di stoccaggio non superiori a 1000 Kg/anno. L’utilizzazione agronomica delle acque reflue provenienti da dette aziende agroalimentari è soggetta a comunicazione e deve contenere tutte le informazioni di cui all’allegato II della presente disciplina. Sono escluse dall’utilizzazione agronomica: - per il settore vitivinicolo, le acque derivanti da processi enologici speciali, da produzione di mosti concentrati e mosti concentrati rettificati; - per il settore lattiero-caseario nelle aziende che trasformano un quantitativo di latte superiore a 100.000 litri all’anno, il siero del latte, il latticello, la scotta e le acque di processo delle paste filate, 2 TRASPORTO Il movimento degli effluenti zootecnici al di fuori del corpo aziendale in cui è ubicato l’allevamento, deve essere accompagnato da un documento di trasporto contenente le seguenti informazioni: - gli estremi identificativi dell’azienda in cui viene prodotto il refluo e del suo rappresentante aziendale; - identificazione del mezzo di trasporto; - gli estremi dell’azienda destinataria dei reflui trasportati e del suo rappresentante legale; - gli estremi della comunicazione redatta dal rappresentante legale dell’azienda da cui ha origine il materiale trasportato; - se il trasporto viene effettuato su terreni in uso dalla stessa azienda, il documento di trasporto dovrà contenere le informazioni riportati nei primi due punti. Il documento di trasporto dovrà essere redatto in due copie le quali devono essere conservate dei rappresentanti legali delle due aziende per un periodo di almeno cinque anni. COMUNICAZIONE - L’utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici è soggetta alla presentazione all’autorità competente della comunicazione. - La comunicazione deve essere presentata al Sindaco,territorialmente competente, almeno 30 giorni prima dell’inizio dell’attività. I tempi di validità della comunicazione non sono superiori ai 5 anni successivi alla data di presentazione, fermo restando l’obbligo da parte dell’interessato, di segnalare tempestivamente eventuali modifiche riguardanti la tipologia, la quantità e le caratteristiche degli effluenti e delle acque reflue, nonché, i terreni interessati all’applicazione. OBBLIGHI DELLE COMUNICAZIONI E DEI P.U.A. - Le aziende zootecniche ubicate in zone non vulnerabili, che producono e/o utilizzano un quantitativo di azoto annuo compreso tra Kg. 3.000 /6.000, sono tenuti alla presentazione della comunicazione semplificata che dovrà contenere gli elementi descrittivi relativi all’ordinamento colturale, e le informazioni tecniche descritte nei moduli A,B,D,E, del modello di comunicazione che si allega; - Tutte le aziende ubicate in zone non vulnerabili, con una produzione e utilizzo di azoto superiore a Kg. 6.000, sono tenuti alla presentazione della comunicazione in forma completa; - L’utilizzazione delle acque reflue provenienti da piccole aziende agroalimentari già enunciate, sono soggette a comunicazione secondo le norme stabilite dal D.L. 152/99; - Le aziende zootecniche che producono e utilizzano un quantitativo annuo di azoto compreso tra 3.000 e 6.000 Kg derivante da effluenti zootecnici, devono redigere un P.U.A. ( Piano di Utilizzazione Agronomica) e la comunicazione in forma semplice solo se il 30% o più dei terreni aziendali interessati dall’applicazione degli effluenti sono compresi in zone vulnerabili; 3 - Le aziende zootecniche che producono e/o utilizzano un quantitativo annuo di azoto superiore a 6.000 Kg derivante da effluenti zootecnici; devono presentare il P.U.A. e la comunicazione non semplificata se almeno il 10% dei terreni aziendali sono compresi in zone vulnerabili interessate dall’applicazione degli effluenti. Esonero dalla presentazione della comunicazione - Zone vulnerabili le aziende che producono una quantità di azoto inferiore a Kg. 1.000 - Zone non vulnerabili Le aziende che producono una quantità di azoto inferiore a Kg. 3.000 Calcolo della quantità di reflui prodotti in azienda espressa in Kg. Considerato che i contenitori per lo stoccaggio dei reflui zootecnici liquidi e palabili dovranno possedere una capacità di contenimento non inferiore non inferiore: a 90 giorni per i reflui palabili, 120 giorni per i reflui liquidi se l’azienda è ubicata in zona non vulnerabile e 150 giorni se l’azienda è ubicata in zona vulnerabile, rispetto alla quantità prodotta in un anno dal bestiame presente in azienda, il calcolo della quantità dei reflui prodotta serve, appunto, a verificare l’idoneità dei contenitori per lo stoccaggio . Calcolo Numero capi x peso vivo x coefficiente moltiplicatore (riportato nella specifica tabella della DGR n. 623 /07) Calcolo della quantità di azoto prodotto in azienda espresso in Kg. Ai fini di una corretta utilizzazione agronomica degli effluenti e di un accurato bilanciamento degli elementi fertilizzanti, con la presente normativa si cerca di limitare l’applicazione al suolo dei fertilizzanti azotati sulla base dell’equilibrio, tra il fabbisogno prevedibile di azoto delle colture e l’apporto alle colture di azoto proveniente dal suolo e dalla fertilizzazione. 4 Il tutto , per evitare che un eventuale eccessivo carico di azoto, possa provocare l’inquinamento delle falde acquifere, in particolare, nelle zone vulnerabili. Calcolo Totale peso vivo espresso in tonnellate x coefficiente moltiplicatore (riportato nella specifica tabella della D.G.R. n.603/07). CONTROLLI Per tale materia, la Regione , attua un piano di controlli al fine di verificare il rispetto degli obblighi derivanti dalla presente disciplina. Il programma di controllo si articola nelle seguenti attività: - Trasmissione alla Provincia delle comunicazioni e dei P.U.A. pervenute ai Comuni riferite all’anno precedente entro e non oltre il 31 gennaio di ogni anno; - Controllo sui contenuti delle comunicazioni e dei P.U.A. da parte della Provincia e trasmissione di un estratto informatico ad ARPACAL e al Dipartimento Agricoltura Regionale; - L’ARPACAL effettua i controlli diretti sul 5% delle comunicazioni ricevute al fine di verificare il rispetto della presente disciplina; Trasmissione da parte del Dipartimento Agricoltura al servizio Agropedologia di un documento riassuntivo delle particelle catastali utilizzate allo spargimento dei reflui zootecnici. Per quant’altro non riportato nella presente, è obbligatorio attenersi alle direttive disposte dalla Giunta Regionale con delibera n. 623 del 28/09/2007. Si informa inoltre, che l’Associazione Allevatori di Cosenza (recapito telefonico n. 0984 – 402695), all’interno dei programmi di assistenza tecnica finanziati dalla Regione Calabria, ha attivato un Servizio specifico per la compilazione delle comunicazioni e dei PUA relativi alla materia in argomento. 5