REGIONE PIEMONTE ASSESSORATO AGRICOLTURA, TUTELA DELLA FAUNA E DELLA FLORA CRITERI DI SELEZIONE DELLE OPERAZIONI DA AMMETTERE A COFINANZIAMENTO DA PARTE DEL FONDO EUROPEO AGRICOLO PER LO SVILUPPO RURALE (FEASR) PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007 – 2013 COMITATO DI SORVEGLIANZA REGIONALE 22/04/2009 Indice L’architettura del PSR 2007 – 2013 della Regione Piemonte ............................................. 2 Asse 1 “Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale” .................. 9 MISURA 132 “PARTECIPAZIONE DEGLI AGRICOLTORI AI SISTEMI DI QUALITA’ ALIMENTARE” .................................................................................................................................. 9 Asse 2 “Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale” ........................................... 10 Misura 215 “PAGAMENTI PER IL BENESSERE ANIMALE” ..................................................... 10 1 L’architettura del PSR 2007 – 2013 della Regione Piemonte La schematizzazione del nuovo approccio strategico del sostegno allo sviluppo rurale (che prevede una stretta consequenzialità fra i risultati dell’analisi della situazione, l’individuazione dei fabbisogni e la definizione degli obiettivi specifici del Psr e delle risorse stanziate per il loro raggiungimento) riportata nel § 3.2.1 del Psr (Aspetti generali della strategia per affrontare i punti di forza e di debolezza) è la seguente: Schema logico della strategia del Psr 2007-2013 della Regione Piemonte strategie di Lisbona e di Göteborg regolamento (CE) n. 1698/2005 orientamenti strategici comunitari Piano strategico nazionale descrizione del contesto analisi dei punti di forza e di debolezza individuazione dei fabbisogni obiettivi generali di asse obiettivi specifici di asse misure azioni chiave strumenti attuativi priorità In particolare, la strategia del Psr 2007-2013 della Regione Piemonte individua: una serie di obiettivi gerarchicamente e logicamente ordinati: obiettivi generali di asse [stabiliti dal regolamento (CE) n. 1698/2005], obiettivi prioritari di asse (individuati nel Piano strategico nazionale) e obiettivi di asse specifici del Psr (cfr. lo schema gerarchico degli obiettivi riportato di seguito); le azioni-chiave per il perseguimento degli obiettivi, stabilite a fronte dei fabbisogni individuati nella parte analitica; le principali priorità territoriali e settoriali; una serie di misure e di strumenti attuativi, concepiti con caratteristiche tali da concorrere al raggiungimento degli obiettivi. Analizzati nel loro insieme, i fabbisogni esprimono necessità di intervento piuttosto complesse, derivanti dalle variegate condizioni del sistema agricolo, forestale, agroindustriale e del territorio rurale del Piemonte. Essi sono stati individuati per gli ambiti tematici della competitività, dell’ambiente, dello sviluppo dei territori rurali e dei meccanismi attraverso i quali operare per massimizzare i risultati degli interventi. Tali ambiti strategici si ricollegano direttamente agli assi indicati nel titolo IV del regolamento (CE) n. 1698/2005. 2 PSR 2007-2013 della Regione Piemonte: schema gerarchico degli obiettivi Obiettivi prioritari del PSN e del PSR Asse 1 Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale Asse 2 Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale Obiettivi specifici del PSR e e Promozione dell'ammodernamento e dell'innovazione nelle imprese finalizzati alla sostenibilità, all'efficienza produttiva e all'orientamento al mercato Promozione dell'integrazione di filiera Consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale Potenziamento delle dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo e forestale e sostegno del ricambio generazionale Conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore naturale Tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche superficiali e profonde Consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale Potenziamento e miglioramento dell'efficienza delle infrastrutture rurali Miglioramento della capacità imprenditoriale e delle competenze professionali degli addetti al settore agricolo e forestale Sostegno al ricambio generazionale in agricoltura Conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore naturale Tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche superficiali e profonde Riduzione dei gas serra Riduzione dei gas serra e degli agenti acidificanti Promozione dell'ammodernamento dell'innovazione nelle imprese dell'integrazione delle filiere Tutela del territorio Presidio del territorio nelle aree a rischio di marginalizzazione Tutela del suolo e del paesaggio Asse 3 - Qualità della vita e diversificazione dell’economia rurale Asse 4 - Leader Miglioramento dell'attrattività dei territori rurali per le imprese e la popolazione Mantenimento e/o creazione di opportunità occupazionali e di reddito in aree rurali Rafforzamento della capacità progettuale e gestionale locale Valorizzazione delle risorse endogene dei territori Miglioramento dell'attrattività e della qualità della vita dei territori rurali Sviluppo agricola della diversificazione dell'azienda Consolidamento e sviluppo delle opportunità occupazionali e di reddito Rafforzamento della gestionale locale capacità progettuale e Valorizzazione delle risorse endogene dei territori 3 L’articolazione per asse della strategia del Psr è la seguente. Asse 1 (Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale) L’analisi del settore agricolo, forestale e agroindustriale del Piemonte ha evidenziato criticità connesse all’inasprimento del quadro competitivo e rischi di crescenti difficoltà per le imprese sia per effetto della pressione della concorrenza esterna, sia a causa della sostenibilità non adeguata dei processi. Il quadro delle opportunità è tuttavia interessante e consente di mirare a uno scenario di riposizionamento dei prodotti e delle imprese, che possono inserirsi ampiamente e stabilmente nelle fasce di mercato più remunerative, e di promozione di un diffuso innalzamento del livello di sostenibilità e multifunzionalità, elementi essenziali della competitività nel senso più ampio del termine. Tale svolta richiede una robusta iniezione di qualità e innovazione, un innalzamento delle competenze, e adeguati interventi strutturali e infrastrutturali, in ragione della complessità delle sfide da affrontare. Un aspetto rilevante è inoltre quello del miglioramento delle relazioni di filiera, indispensabile per innalzare, mantenere e garantire la qualità lungo il percorso produttivo, da un lato, e rendere più equilibrati i ruoli tra i diversi attori, dall’altro. Tale concetto si può inoltre declinare anche in termini territoriali, mirando a sviluppare una maggiore integrazione funzionale e strategica tra gli attori che operano all’interno di distretti. Per quanto concerne i punti di debolezza, il sistema piemontese mostra carenze soprattutto sul piano strutturale. Inoltre, nel caso dei processi produttivi più intensivi, l’analisi ha evidenziato problemi di sostenibilità ambientale, benessere animale e sicurezza alimentare. La presenza di produzioni con un modesto livello di qualificazione e di creazione di valore aggiunto è ancora ampia, con una tendenza degli operatori del settore primario a scivolare, nelle filiere più complesse e organizzate, nel ruolo di soggetti con ruolo strategico minimo. Il fronte delle risorse umane mostra la ridotta presenza di giovani agricoltori, figure chiave per il rinnovamento produttivo e organizzativo, e in generale suggerisce di intervenire in termini di miglioramento delle competenze degli operatori. I punti di forza emersi dall’analisi mostrano un’elevata predisposizione verso le produzioni di qualità, vocazione già in parte realizzata in alcune importanti filiere ed espressa dall’ampio paniere di produzioni inserite in sistemi di qualità alimentare. Emergono inoltre in alcuni comparti situazioni relativamente favorevoli, anche se da rafforzare, per quanto concerne le strutture produttive, le risorse umane e le esperienze di integrazione, oltre alla presenza consolidata della rete di servizi di assistenza e formazione per gli agricoltori. L’analisi ha permesso di individuare i seguenti fabbisogni prioritari relativi alla sfera della competitività: sviluppare il capitale umano elevando il livello di competenza degli operatori riguardo alle necessità di sviluppo strutturale, organizzativo e di innovazione; incrementare la presenza di giovani imprenditori in agricoltura; migliorare le prestazioni ambientali delle aziende agricole e delle foreste e il livello di sicurezza alimentare; migliorare l'efficienza produttiva delle aziende, introdurre innovazione e ricercare nuovi sbocchi di mercato; sviluppare l'integrazione all'interno delle filiere; incrementare l'incidenza delle produzioni di qualità e sostenerne la valorizzazione; migliorare e sviluppare le infrastrutture al servizio delle aziende agricole e delle foreste. In risposta a tali fabbisogni, e sulla base dell’articolazione degli obiettivi specifici dell’asse 1, nel Psr sono state definite le seguenti azioni-chiave, intese come linee di articolazione strategica degli obiettivi: 4 interventi e servizi di formazione, informazione, assistenza e consulenza; insediamento di giovani agricoltori e ricambio generazionale nelle aziende agricole; adeguamenti strutturali delle aziende orientati alle esigenze di sostenibilità dei processi, alla sicurezza alimentare, al contenimento dei costi e al miglioramento dell'efficienza produttiva, alla riconversione, diversificazione e ricerca di nuovi sbocchi di mercato; sviluppo dell'innovazione e della cooperazione fra le imprese delle filiere e dei sistemi di qualità alimentare e della certificazione interventi di miglioramento dell'efficienza delle reti irrigue, infrastrutturazione degli alpeggi, interventi infrastrutturali forestali. Asse 2 - Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale L’analisi della situazione ambientale del Piemonte ha messo in evidenza un marcato dualismo tra i diversi contesti territoriali. Da un lato emergono i rischi legati ai metodi di produzione intensivi tipici delle aree di pianura, che comportano un’eccessiva semplificazione degli agroecosistemi e una forte pressione sull’ambiente; tali problematiche si sommano, nelle are più densamente popolate, agli effetti negativi legati all’urbanizzazione ed alle attività industriali. Dall’altro lato, si delineano le problematiche delle aree rurali intermedie e, soprattutto, di quelle con problemi complessivi di sviluppo, dove i rischi di marginalizzazione dell’attività agricola e il conseguente ridursi del presidio del territorio che ne deriva, possono comportare una riduzione delle esternalità positive su suolo, acqua, clima e biodiversità che in genere si associano, in tali aree, alle pratiche rurali condotte correttamente. L’analisi ha permesso di individuare i seguenti fabbisogni prioritari, raggruppati in base al tema ambientale di riferimento. Biodiversità incrementare il grado di diversificazione del paesaggio agrario e degli habitat; conservare e ripristinare gli spazi naturali e seminaturali; creare, ripristinare e mantenere gli elementi dell’ecosistema agricolo e forestale e le connessioni fra aree di interesse naturalistico; favorire gli usi agricoli e forestali in grado di incrementare le aree ad alto valore naturalistico; fronteggiare l’erosione genetica all’interno delle specie vegetali e animali utilizzate in agricoltura, zootecnia e selvicoltura; migliorare il benessere degli animali; preservare la biodiversità attraverso l’utilizzo di mezzi chimici a basso impatto ambientale. Acqua migliorare l’efficienza dell’utilizzo delle risorse irrigue; ridurre il livello di inquinamento delle acque da input chimici agricoli e da surplus di nutrienti nelle aree agricole. Inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici ridurre le emissioni dei gas serra (anidride carbonica, metano e protossido d’azoto) e dell’ammoniaca legate alle attività agricole e zootecniche; incrementare la fissazione di carbonio nel suolo e nella biomassa agricola e forestale e sviluppare la produzione di energia da biomasse agricole e forestali e da altre fonti rinnovabili. Territorio e suolo 5 garantire il presidio del territorio attraverso il mantenimento delle attività agricole nelle aree svantaggiate; limitare i fenomeni erosivi del suolo e incrementare il contenuto di sostanza organica nel suolo; ridurre il livello di contaminazione del suolo da input agricoli; valorizzare e ripristinare il paesaggio agrario e forestale attraverso pratiche conservative, la ricostituzione di ambienti forestali in aree a scarso indice di boscosità e il miglioramento dei boschi a funzione protettiva; recuperare i boschi danneggiati da cause biotiche e abiotiche. In risposta a tali fabbisogni, e sulla base dell’articolazione degli obiettivi specifici dell’asse 2, il Psr ha definito le seguenti azioni-chiave: sostegno ai metodi di produzione biologici e all’estensivizzazione (quali ad esempio la conversione di seminativi in prati permanenti e - ove possibile in termini di biodiversità - in sistemi forestali), in grado di garantire una minore esigenza in termini di input e di contrastare la tendenza all’eccessiva semplificazione degli agroecosistemi; tutela e salvaguardia delle risorse genetiche animali e vegetali; miglioramento dell’igiene e del benessere degli animali, anticipando interventi in grado di raggiungere i requisiti di nuova introduzione; conservazione e potenziamento di habitat di interesse naturalistico e sviluppo dei collegamenti funzionali fra tali habitat e i nodi delle rete ecologica tramite il miglioramento della matrice agricola e la creazione di nuovi ambienti a maggior grado di naturalità (es. zone umide temporanee e permanenti, prati permanenti e pascoli ecc.) con funzione di corridoi ecologici; imboschimento di terreni agricoli, di particolare interesse nelle zone maggiormente antropizzate e soggette ad una elevata specializzazione colturale, e sostegno alla gestione forestale sostenibile; sostegno alle imprese agricole, zootecniche e forestali che si impegnano ad attuare pratiche compatibili con la preservazione della qualità dell’acqua come l’agricoltura biologica e quella integrata, da concentrare nelle aree a forte “criticità ambientale” (in particolare, zone vulnerabili da nitrati e da fitofarmaci), dove le particolari condizioni del sistema agroambientale (dal suolo al clima, agli ordinamenti produttivi) favoriscono fenomeni di contaminazione dei corpi idrici superficiali e profondi; sostegno alle pratiche agronomiche che consentono una riduzione dei consumi idrici, con particolare riferimento all’estensivizzazione e alla conversione di colture ad elevato consumo in altre con minori esigenze; diffusione di pratiche agronomiche, di allevamento e di gestione degli effluenti zootecnici finalizzate al contenimento delle emissioni dei gas serra e degli agenti acidificanti, in sinergia con gli interventi finalizzati alla tutela delle acque, in particolare attraverso il trattamento degli effluenti zootecnici; sostegno al presidio del territorio attraverso il mantenimento delle attività agricole nelle aree svantaggiate; sostegno alle pratiche agricole e forestali e alla realizzazione di opere infrastrutturali volte alla protezione e alla tutela del suolo, quali: azioni per prevenire l’erosione e il dissesto idrogeologico, mantenimento e incremento della sostanza organica, mantenimento e miglioramento della struttura del suolo, prevenzione della contaminazione dei suoli, protezione contro gli incendi e gli altri danni del bosco; 6 tutela del paesaggio (che rappresenta un fattore competitivo importante per l’identità e la promozione del territorio rurale, oltre a costituire un elemento fondamentale della biodiversità) attraverso il sostegno agli investimenti mirati alla conservazione del paesaggio, il restauro e il mantenimento di assetti ed elementi tipici del paesaggio (mosaici paesistici, elementi lineari, manufatti ecc.) e il sostegno ad attività produttive in grado di conservare il paesaggio tipico. Asse 3 - Qualità della vita e diversificazione dell’economia rurale e asse 4 - Leader L’analisi del contesto ha evidenziato come la rarefazione del tessuto demografico causata dal processo di spopolamento avvenuto nei decenni passati rappresenti ancora una delle principali criticità nelle aree marginali montane e collinari del territorio piemontese. Nonostante negli ultimi anni i ritmi d’invecchiamento della popolazione siano contrastati dal fenomeno dell’immigrazione sia interna che esterna, non si può ancora parlare di un’inversione di tendenza del processo di declino demografico, che inevitabilmente determina una forte rarefazione del presidio umano nelle parti meno accessibili del territorio piemontese, con conseguente regressione anche del settore agricolo. Tuttavia, accanto alle zone caratterizzate da situazioni di elevata marginalità socioeconomica si trovano aree che, cogliendo le opportunità di sviluppo e crescita offerte dalla valorizzazione in chiave turistica del diffuso e diversificato patrimonio di risorse naturali e enogastronomiche, hanno già innescato meccanismi virtuosi di rilancio socio-economico fortemente caratterizzati dall’integrazione delle risorse dei molteplici comparti produttivi locali. In continuità con le programmazioni precedenti dove, grazie all’utilizzo dell’approccio Leader e altre forme di programmazione integrata sono state avviate esperienze significative per il recupero e la rivitalizzazione dei territori rurali, il nuovo Psr intende proseguire il sostegno alla creazione e al consolidamento di poli locali di sviluppo integrato, in grado di rappresentare una significativa inversione di tendenza rispetto allo storico declino dei territori rurali del Piemonte con maggiori difficoltà socioeconomiche. L’analisi ha permesso di individuare i seguenti fabbisogni prioritari: contrastare lo spopolamento favorendo la permanenza e l’insediamento della popolazione residente; contrastare la perdita e il degrado del patrimonio locale; creare e consolidare poli locali di sviluppo integrato; favorire la multifunzionalità dell’azienda agricola; mantenere e consolidare le microimprese e le microfiliere locali; consolidare le reti partenariali, organizzare le istanze locali attraverso meccanismi di regia basati sull'approccio partecipato e diffondere la capacità di progettare e attuare programmi di sviluppo locale integrato. In risposta a tali fabbisogni, e sulla base dell’articolazione degli obiettivi specifici degli assi 3 e 4, sono state definite le seguenti azioni-chiave: sviluppo di infrastrutture e servizi connessi alla fruizione turistica sostenibile del territorio (misura 313) e di servizi innovativi per la popolazione e le imprese, anche utilizzando le possibilità offerte dall’accessibilità alla rete Adsl (misura 321); rivitalizzazione di villaggi montani attraverso interventi di sviluppo integrato finalizzati a migliorare le condizioni di vivibilità sia per le imprese che per i residenti (misura 322); recupero, tutela e valorizzazione del paesaggio e del patrimonio immobiliare e storicoculturale esistente e promozione di iniziative di valorizzazione delle emergenze 7 naturalistiche e delle eccellenze agricole ed enogastronomiche. Rientrano in quest’ambito anche le azioni volte alla definizione di piani di protezione e gestione dei siti Natura 2000 e di altre aree ad alto valore naturalistico, oltre a tutte le iniziative per la loro valorizzazione (misura 323); incremento delle capacità di progettazione e di elaborazione di programmi di sviluppo integrato (misure 331 e 341); diversificazione dell’attività agricola, concentrando l’attenzione, in relazione alle potenzialità dei territori, sulla qualificazione dell’offerta agrituristica, la produzione di energia, la valorizzazione di prodotti di qualità del territorio, le iniziative di agricoltura sociale, ecc. anche in connessione con gli interventi realizzati sulla base degli assi 1 e 2; promozione, creazione e riqualificazione delle diverse tipologie di micro-imprese locali nei settori dell’artigianato, del manifatturiero, del turismo e della valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale (misura 312); sviluppo di infrastrutture e servizi connessi alla fruizione turistica sostenibile del territorio (misura 313). Il Regolamento (CE) n. 1698/2005 (articolo 78, lettera a)) prevede che il Comitato di sorveglianza sia consultato entro quattro mesi dall’approvazione del Programma, in merito ai criteri di selezione delle operazioni da finanziare, nonché ad ogni loro successiva revisione secondo le necessità della programmazione. Allo scopo di consentire al Comitato di esprimersi su tale punto, si presenta di seguito una proposta di criteri che si intendono applicare in questa prima fase di attuazione del PSR della Regione Piemonte per il periodo di programmazione 2007-2013. 8 Asse 1 “Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale” MISURA 132 “PARTECIPAZIONE ALIMENTARE” DEGLI AGRICOLTORI AI SISTEMI DI QUALITA’ Criteri di priorità. Tali criteri sono utilizzati per la valutazione dei soggetti ammissibili al sostegno che avverrà sulla base della documentazione prodotta. La valutazione sarà espressa attraverso l’assegnazione di punteggi che determineranno la graduatoria. Le condizioni di priorità devono essere possedute e dimostrate al momento della presentazione della domanda e mantenute per tutto il periodo di fruizione del sostegno. a) Priorità territoriali Le priorità territoriali si applicano prendendo in considerazione la localizzazione dell’impresa in una delle aree individuate nel PSR Regione Piemonte 2007-2013 cap. 3 paragrafo 3.1.1.1. “Contesto socioeconomico generale della zona geografica” nello specifico elencate nell’allegato parte II “Classificazioni territoriali”. Aree territoriali Priorità Punti Impresa situata in Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo Impresa situata in Aree rurali intermedie Impresa situata in Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata Impresa situata in poli urbani alta medio-alta medio-bassa bassa 10 8 6 4 Nel caso l’impresa sia localizzata in più aree territoriali si dovrà procedere al calcolo della media aritmetica della somma delle singole priorità territoriali in base alla percentuale delle rispettive aree possedute. b) Priorità tra i sistemi di qualità Le seguenti priorità si applicano in base ai sistemi di qualità ammessi al sostegno, come definiti e classificati al punto 3. Sistemi di qualità Priorità Punti DOP e IGP ai sensi del Reg. (CE) 510/06 Agricoltura Biologica ai sensi del Reg. CEE 2092/91 Vini DOC ai sensi del Reg. (CE) 1493/99 Vini DOCG ai sensi del Reg. (CE) 1493/99 alta medio-alta medio-bassa bassa 16 12 8 4 Nel caso l’impresa abbia produzioni appartenenti a più sistemi di qualità si dovrà procedere al calcolo della media aritmetica della somma delle singole priorità di sistema in base alla percentuale di fatturato nei singoli sistemi. Il punteggio tra i vari sistemi di qualità è cumulabile per un massimo di punti 23. 9 c) Ammissione in graduatoria nel bando dell’anno precedente La seguente priorità si applica ai soggetti che sono stati ammessi in graduatoria nell’anno precedente (applicabile dall’anno 2010, secondo anno di attuazione). Ammissione in graduatoria nel bando dell’anno precedente Punti 1 In caso di parità di punteggio sarà data priorità alle domande presentate dall’impresa con il richiedente (o rappresentante legale) più giovane. Le domande inserite in una graduatoria verranno finanziate nell’ordine della graduatoria medesima fino all’esaurimento delle risorse disponibili. Asse 2 “Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale” Misura 215 “PAGAMENTI PER IL BENESSERE ANIMALE” Criteri di selezione CRITERI DI AMMISSIBILITA’/ESCLUSIONE Specie animali ammissibili: bovini, suini e avicoli. Motivazione Come previsto dal PSR. Consistenza media dell’allevamento in Unità di Bestiame Adulto (UBA): almeno 10 UBA. Come previsto dal PSR. Tipologia di beneficiari: imprenditori agricoli singoli e associati. Come prevista dal PSR. 10 CRITERI DI PRIORITA’ APPLICATI ALLE DOMANDE Viene assegnato ad ogni domanda un punteggio totale a seguito della somma dei punteggi attribuiti in base alle priorità, al fine di collocare le domande in una graduatoria regionale specifica per l’azione. I criteri sono i seguenti: a) punteggio attribuito alle aziende in base alle loro caratteristiche: DESCRIZIONE PUNTI Aziende ricadenti in aree vulnerabili da nitrati di origine agricola (Reg. 10/R 2007) 5 Aziende con superfici prevalentemente ricadenti in aree protette 4 Aziende che aderiscono a più di una misura del PSR (112, 121, 114, 214) 3 Fino a 20 UBA 7 > a 20 UBA 10 Consistenza media dell’allevamento per singola specie Aziende iscritte ai Libri genealogici o ai registri anagrafici di razza b) Punteggio attribuito alle aziende in base alla specie animale allevata: Specie allevata Suini Bovini Avicoli 2 Punti 10 8 8 c) Punteggio attribuito secondo l’appartenenza della sede aziendale alle zone individuate nella parte generale del PSR: punti Zona A Poli urbani 4 Zona B Aree rurali ad agricoltura intensiva 5 Zona C Aree rurali intermedie 3 In condizioni di parità di punteggio sarà accordata preferenza alle aziende con maggior numero di UBA a premio, in subordine alle domande presentate dall’imprenditore agricolo più giovane di età. In caso di ulteriore parità di punteggio sarà accordata priorità alle aziende che hanno previsto un maggior numero di impegni scelti fra le quattro macroaree. In caso di ulteriore parità si procederà a sorteggio. Il punteggio previsto alla lettera a), per le aziende che aderiscono alle altre misure del PSR, viene attribuito se sussiste attinenza con il settore zootecnico in caso di adesione alle misure 121 e 214. 11