REGIONE PIEMONTE
ASSESSORATO AGRICOLTURA, TUTELA DELLA FAUNA E DELLA FLORA
CRITERI DI SELEZIONE DELLE OPERAZIONI DA AMMETTERE A COFINANZIAMENTO
DA PARTE DEL FONDO EUROPEO AGRICOLO PER LO SVILUPPO RURALE (FEASR)
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007 – 2013
COMITATO DI SORVEGLIANZA REGIONALE 22/04/2009
Indice
L’architettura del PSR 2007 – 2013 della Regione Piemonte ............................................. 2
Asse 1 “Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale” .................. 9
MISURA 132 “PARTECIPAZIONE DEGLI AGRICOLTORI AI SISTEMI DI QUALITA’
ALIMENTARE” .................................................................................................................................. 9
Asse 2 “Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale” ........................................... 10
Misura 215 “PAGAMENTI PER IL BENESSERE ANIMALE” ..................................................... 10
1
L’architettura del PSR 2007 – 2013 della Regione Piemonte
La schematizzazione del nuovo approccio strategico del sostegno allo sviluppo rurale (che
prevede una stretta consequenzialità fra i risultati dell’analisi della situazione, l’individuazione dei
fabbisogni e la definizione degli obiettivi specifici del Psr e delle risorse stanziate per il loro
raggiungimento) riportata nel § 3.2.1 del Psr (Aspetti generali della strategia per affrontare i punti
di forza e di debolezza) è la seguente:
Schema logico della strategia del Psr 2007-2013 della Regione Piemonte
strategie di Lisbona e di Göteborg
regolamento (CE) n. 1698/2005
orientamenti strategici comunitari
Piano strategico nazionale
descrizione del
contesto
analisi dei punti
di forza e di
debolezza
individuazione dei
fabbisogni
obiettivi generali
di asse
obiettivi specifici
di asse
misure
azioni chiave
strumenti
attuativi
priorità
In particolare, la strategia del Psr 2007-2013 della Regione Piemonte individua:
 una serie di obiettivi gerarchicamente e logicamente ordinati: obiettivi generali di asse
[stabiliti dal regolamento (CE) n. 1698/2005], obiettivi prioritari di asse (individuati nel
Piano strategico nazionale) e obiettivi di asse specifici del Psr (cfr. lo schema gerarchico
degli obiettivi riportato di seguito);
 le azioni-chiave per il perseguimento degli obiettivi, stabilite a fronte dei fabbisogni
individuati nella parte analitica;
 le principali priorità territoriali e settoriali;
 una serie di misure e di strumenti attuativi, concepiti con caratteristiche tali da concorrere al
raggiungimento degli obiettivi.
Analizzati nel loro insieme, i fabbisogni esprimono necessità di intervento piuttosto
complesse, derivanti dalle variegate condizioni del sistema agricolo, forestale, agroindustriale e del
territorio rurale del Piemonte. Essi sono stati individuati per gli ambiti tematici della competitività,
dell’ambiente, dello sviluppo dei territori rurali e dei meccanismi attraverso i quali operare per
massimizzare i risultati degli interventi. Tali ambiti strategici si ricollegano direttamente agli assi
indicati nel titolo IV del regolamento (CE) n. 1698/2005.
2
PSR 2007-2013 della Regione Piemonte: schema gerarchico degli obiettivi
Obiettivi prioritari del PSN e del
PSR
Asse 1 Miglioramento
della
competitività
del settore
agricolo e
forestale
Asse 2 Miglioramento
dell'ambiente e
dello spazio
rurale
Obiettivi specifici del PSR
e
e
Promozione
dell'ammodernamento
e
dell'innovazione nelle imprese finalizzati alla
sostenibilità,
all'efficienza
produttiva
e
all'orientamento al mercato
Promozione dell'integrazione di filiera
Consolidamento e sviluppo della qualità
della produzione agricola e forestale
Potenziamento
delle
dotazioni
infrastrutturali fisiche e telematiche
Miglioramento
della
capacità
imprenditoriale e professionale degli
addetti al settore agricolo e forestale e
sostegno del ricambio generazionale
Conservazione della biodiversità e tutela e
diffusione di sistemi agro-forestali ad alto
valore naturale
Tutela qualitativa e quantitativa delle
risorse idriche superficiali e profonde
Consolidamento e sviluppo della qualità della
produzione agricola e forestale
Potenziamento e miglioramento dell'efficienza
delle infrastrutture rurali
Miglioramento della capacità imprenditoriale e
delle competenze professionali degli addetti al
settore agricolo e forestale
Sostegno al ricambio generazionale in agricoltura
Conservazione della biodiversità e tutela e
diffusione di sistemi agro-forestali ad alto valore
naturale
Tutela qualitativa e quantitativa delle risorse
idriche superficiali e profonde
Riduzione dei gas serra
Riduzione dei gas serra e degli agenti acidificanti
Promozione dell'ammodernamento
dell'innovazione
nelle
imprese
dell'integrazione delle filiere
Tutela del territorio
Presidio del territorio nelle aree a rischio di
marginalizzazione
Tutela del suolo e del paesaggio
Asse 3 - Qualità
della vita e
diversificazione
dell’economia
rurale
Asse 4 - Leader
Miglioramento dell'attrattività dei territori
rurali per le imprese e la popolazione
Mantenimento
e/o
creazione
di
opportunità occupazionali e di reddito in
aree rurali
Rafforzamento della capacità progettuale
e gestionale locale
Valorizzazione delle risorse endogene dei
territori
Miglioramento dell'attrattività e della qualità della
vita dei territori rurali
Sviluppo
agricola
della
diversificazione
dell'azienda
Consolidamento e sviluppo delle opportunità
occupazionali e di reddito
Rafforzamento della
gestionale locale
capacità
progettuale
e
Valorizzazione delle risorse endogene dei territori
3
L’articolazione per asse della strategia del Psr è la seguente.
Asse 1 (Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale)
L’analisi del settore agricolo, forestale e agroindustriale del Piemonte ha evidenziato criticità
connesse all’inasprimento del quadro competitivo e rischi di crescenti difficoltà per le imprese sia
per effetto della pressione della concorrenza esterna, sia a causa della sostenibilità non adeguata dei
processi. Il quadro delle opportunità è tuttavia interessante e consente di mirare a uno scenario di
riposizionamento dei prodotti e delle imprese, che possono inserirsi ampiamente e stabilmente nelle
fasce di mercato più remunerative, e di promozione di un diffuso innalzamento del livello di
sostenibilità e multifunzionalità, elementi essenziali della competitività nel senso più ampio del
termine. Tale svolta richiede una robusta iniezione di qualità e innovazione, un innalzamento delle
competenze, e adeguati interventi strutturali e infrastrutturali, in ragione della complessità delle
sfide da affrontare. Un aspetto rilevante è inoltre quello del miglioramento delle relazioni di filiera,
indispensabile per innalzare, mantenere e garantire la qualità lungo il percorso produttivo, da un
lato, e rendere più equilibrati i ruoli tra i diversi attori, dall’altro. Tale concetto si può inoltre
declinare anche in termini territoriali, mirando a sviluppare una maggiore integrazione funzionale e
strategica tra gli attori che operano all’interno di distretti.
Per quanto concerne i punti di debolezza, il sistema piemontese mostra carenze soprattutto
sul piano strutturale. Inoltre, nel caso dei processi produttivi più intensivi, l’analisi ha evidenziato
problemi di sostenibilità ambientale, benessere animale e sicurezza alimentare. La presenza di
produzioni con un modesto livello di qualificazione e di creazione di valore aggiunto è ancora
ampia, con una tendenza degli operatori del settore primario a scivolare, nelle filiere più complesse
e organizzate, nel ruolo di soggetti con ruolo strategico minimo. Il fronte delle risorse umane mostra
la ridotta presenza di giovani agricoltori, figure chiave per il rinnovamento produttivo e
organizzativo, e in generale suggerisce di intervenire in termini di miglioramento delle competenze
degli operatori.
I punti di forza emersi dall’analisi mostrano un’elevata predisposizione verso le produzioni
di qualità, vocazione già in parte realizzata in alcune importanti filiere ed espressa dall’ampio
paniere di produzioni inserite in sistemi di qualità alimentare. Emergono inoltre in alcuni comparti
situazioni relativamente favorevoli, anche se da rafforzare, per quanto concerne le strutture
produttive, le risorse umane e le esperienze di integrazione, oltre alla presenza consolidata della rete
di servizi di assistenza e formazione per gli agricoltori.
L’analisi ha permesso di individuare i seguenti fabbisogni prioritari relativi alla sfera della
competitività:
 sviluppare il capitale umano elevando il livello di competenza degli operatori riguardo alle
necessità di sviluppo strutturale, organizzativo e di innovazione;
 incrementare la presenza di giovani imprenditori in agricoltura;
 migliorare le prestazioni ambientali delle aziende agricole e delle foreste e il livello di
sicurezza alimentare;
 migliorare l'efficienza produttiva delle aziende, introdurre innovazione e ricercare nuovi
sbocchi di mercato;
 sviluppare l'integrazione all'interno delle filiere;
 incrementare l'incidenza delle produzioni di qualità e sostenerne la valorizzazione;
 migliorare e sviluppare le infrastrutture al servizio delle aziende agricole e delle foreste.
In risposta a tali fabbisogni, e sulla base dell’articolazione degli obiettivi specifici dell’asse
1, nel Psr sono state definite le seguenti azioni-chiave, intese come linee di articolazione strategica
degli obiettivi:
4
 interventi e servizi di formazione, informazione, assistenza e consulenza;
 insediamento di giovani agricoltori e ricambio generazionale nelle aziende agricole;
 adeguamenti strutturali delle aziende orientati alle esigenze di sostenibilità dei processi, alla
sicurezza alimentare, al contenimento dei costi e al miglioramento dell'efficienza produttiva,
alla riconversione, diversificazione e ricerca di nuovi sbocchi di mercato;
 sviluppo dell'innovazione e della cooperazione fra le imprese delle filiere e dei sistemi di
qualità alimentare e della certificazione
 interventi di miglioramento dell'efficienza delle reti irrigue, infrastrutturazione degli alpeggi,
interventi infrastrutturali forestali.
Asse 2 - Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale
L’analisi della situazione ambientale del Piemonte ha messo in evidenza un marcato
dualismo tra i diversi contesti territoriali. Da un lato emergono i rischi legati ai metodi di
produzione intensivi tipici delle aree di pianura, che comportano un’eccessiva semplificazione degli
agroecosistemi e una forte pressione sull’ambiente; tali problematiche si sommano, nelle are più
densamente popolate, agli effetti negativi legati all’urbanizzazione ed alle attività industriali.
Dall’altro lato, si delineano le problematiche delle aree rurali intermedie e, soprattutto, di quelle con
problemi complessivi di sviluppo, dove i rischi di marginalizzazione dell’attività agricola e il
conseguente ridursi del presidio del territorio che ne deriva, possono comportare una riduzione delle
esternalità positive su suolo, acqua, clima e biodiversità che in genere si associano, in tali aree, alle
pratiche rurali condotte correttamente.
L’analisi ha permesso di individuare i seguenti fabbisogni prioritari, raggruppati in base al
tema ambientale di riferimento.
Biodiversità
 incrementare il grado di diversificazione del paesaggio agrario e degli habitat; conservare e
ripristinare gli spazi naturali e seminaturali; creare, ripristinare e mantenere gli elementi
dell’ecosistema agricolo e forestale e le connessioni fra aree di interesse naturalistico;
favorire gli usi agricoli e forestali in grado di incrementare le aree ad alto valore
naturalistico;
 fronteggiare l’erosione genetica all’interno delle specie vegetali e animali utilizzate in
agricoltura, zootecnia e selvicoltura;
 migliorare il benessere degli animali;
 preservare la biodiversità attraverso l’utilizzo di mezzi chimici a basso impatto ambientale.
Acqua
 migliorare l’efficienza dell’utilizzo delle risorse irrigue;
 ridurre il livello di inquinamento delle acque da input chimici agricoli e da surplus di
nutrienti nelle aree agricole.
Inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici
 ridurre le emissioni dei gas serra (anidride carbonica, metano e protossido d’azoto) e
dell’ammoniaca legate alle attività agricole e zootecniche;
 incrementare la fissazione di carbonio nel suolo e nella biomassa agricola e forestale e
sviluppare la produzione di energia da biomasse agricole e forestali e da altre fonti
rinnovabili.
Territorio e suolo
5
 garantire il presidio del territorio attraverso il mantenimento delle attività agricole nelle aree
svantaggiate;
 limitare i fenomeni erosivi del suolo e incrementare il contenuto di sostanza organica nel
suolo;
 ridurre il livello di contaminazione del suolo da input agricoli;
 valorizzare e ripristinare il paesaggio agrario e forestale attraverso pratiche conservative, la
ricostituzione di ambienti forestali in aree a scarso indice di boscosità e il miglioramento dei
boschi a funzione protettiva;
 recuperare i boschi danneggiati da cause biotiche e abiotiche.
In risposta a tali fabbisogni, e sulla base dell’articolazione degli obiettivi specifici dell’asse
2, il Psr ha definito le seguenti azioni-chiave:
 sostegno ai metodi di produzione biologici e all’estensivizzazione (quali ad esempio la
conversione di seminativi in prati permanenti e - ove possibile in termini di biodiversità - in
sistemi forestali), in grado di garantire una minore esigenza in termini di input e di
contrastare la tendenza all’eccessiva semplificazione degli agroecosistemi;
 tutela e salvaguardia delle risorse genetiche animali e vegetali;
 miglioramento dell’igiene e del benessere degli animali, anticipando interventi in grado di
raggiungere i requisiti di nuova introduzione;
 conservazione e potenziamento di habitat di interesse naturalistico e sviluppo dei
collegamenti funzionali fra tali habitat e i nodi delle rete ecologica tramite il miglioramento
della matrice agricola e la creazione di nuovi ambienti a maggior grado di naturalità (es.
zone umide temporanee e permanenti, prati permanenti e pascoli ecc.) con funzione di
corridoi ecologici;
 imboschimento di terreni agricoli, di particolare interesse nelle zone maggiormente
antropizzate e soggette ad una elevata specializzazione colturale, e sostegno alla gestione
forestale sostenibile;
 sostegno alle imprese agricole, zootecniche e forestali che si impegnano ad attuare pratiche
compatibili con la preservazione della qualità dell’acqua come l’agricoltura biologica e
quella integrata, da concentrare nelle aree a forte “criticità ambientale” (in particolare, zone
vulnerabili da nitrati e da fitofarmaci), dove le particolari condizioni del sistema agroambientale (dal suolo al clima, agli ordinamenti produttivi) favoriscono fenomeni di
contaminazione dei corpi idrici superficiali e profondi;
 sostegno alle pratiche agronomiche che consentono una riduzione dei consumi idrici, con
particolare riferimento all’estensivizzazione e alla conversione di colture ad elevato
consumo in altre con minori esigenze;
 diffusione di pratiche agronomiche, di allevamento e di gestione degli effluenti zootecnici
finalizzate al contenimento delle emissioni dei gas serra e degli agenti acidificanti, in
sinergia con gli interventi finalizzati alla tutela delle acque, in particolare attraverso il
trattamento degli effluenti zootecnici;
 sostegno al presidio del territorio attraverso il mantenimento delle attività agricole nelle aree
svantaggiate;
 sostegno alle pratiche agricole e forestali e alla realizzazione di opere infrastrutturali volte
alla protezione e alla tutela del suolo, quali: azioni per prevenire l’erosione e il dissesto
idrogeologico, mantenimento e incremento della sostanza organica, mantenimento e
miglioramento della struttura del suolo, prevenzione della contaminazione dei suoli,
protezione contro gli incendi e gli altri danni del bosco;
6
 tutela del paesaggio (che rappresenta un fattore competitivo importante per l’identità e la
promozione del territorio rurale, oltre a costituire un elemento fondamentale della
biodiversità) attraverso il sostegno agli investimenti mirati alla conservazione del paesaggio,
il restauro e il mantenimento di assetti ed elementi tipici del paesaggio (mosaici paesistici,
elementi lineari, manufatti ecc.) e il sostegno ad attività produttive in grado di conservare il
paesaggio tipico.
Asse 3 - Qualità della vita e diversificazione dell’economia rurale e asse 4 - Leader
L’analisi del contesto ha evidenziato come la rarefazione del tessuto demografico causata dal
processo di spopolamento avvenuto nei decenni passati rappresenti ancora una delle principali
criticità nelle aree marginali montane e collinari del territorio piemontese. Nonostante negli ultimi
anni i ritmi d’invecchiamento della popolazione siano contrastati dal fenomeno dell’immigrazione
sia interna che esterna, non si può ancora parlare di un’inversione di tendenza del processo di
declino demografico, che inevitabilmente determina una forte rarefazione del presidio umano nelle
parti meno accessibili del territorio piemontese, con conseguente regressione anche del settore
agricolo.
Tuttavia, accanto alle zone caratterizzate da situazioni di elevata marginalità socioeconomica
si trovano aree che, cogliendo le opportunità di sviluppo e crescita offerte dalla valorizzazione in
chiave turistica del diffuso e diversificato patrimonio di risorse naturali e enogastronomiche, hanno
già innescato meccanismi virtuosi di rilancio socio-economico fortemente caratterizzati
dall’integrazione delle risorse dei molteplici comparti produttivi locali. In continuità con le
programmazioni precedenti dove, grazie all’utilizzo dell’approccio Leader e altre forme di
programmazione integrata sono state avviate esperienze significative per il recupero e la
rivitalizzazione dei territori rurali, il nuovo Psr intende proseguire il sostegno alla creazione e al
consolidamento di poli locali di sviluppo integrato, in grado di rappresentare una significativa
inversione di tendenza rispetto allo storico declino dei territori rurali del Piemonte con maggiori
difficoltà socioeconomiche.
L’analisi ha permesso di individuare i seguenti fabbisogni prioritari:
 contrastare lo spopolamento favorendo la permanenza e l’insediamento della popolazione
residente;
 contrastare la perdita e il degrado del patrimonio locale;
 creare e consolidare poli locali di sviluppo integrato;
 favorire la multifunzionalità dell’azienda agricola;
 mantenere e consolidare le microimprese e le microfiliere locali;
 consolidare le reti partenariali, organizzare le istanze locali attraverso meccanismi di regia
basati sull'approccio partecipato e diffondere la capacità di progettare e attuare programmi di
sviluppo locale integrato.
In risposta a tali fabbisogni, e sulla base dell’articolazione degli obiettivi specifici degli assi
3 e 4, sono state definite le seguenti azioni-chiave:
 sviluppo di infrastrutture e servizi connessi alla fruizione turistica sostenibile del territorio
(misura 313) e di servizi innovativi per la popolazione e le imprese, anche utilizzando le
possibilità offerte dall’accessibilità alla rete Adsl (misura 321);
 rivitalizzazione di villaggi montani attraverso interventi di sviluppo integrato finalizzati a
migliorare le condizioni di vivibilità sia per le imprese che per i residenti (misura 322);
 recupero, tutela e valorizzazione del paesaggio e del patrimonio immobiliare e storicoculturale esistente e promozione di iniziative di valorizzazione delle emergenze
7
naturalistiche e delle eccellenze agricole ed enogastronomiche. Rientrano in quest’ambito
anche le azioni volte alla definizione di piani di protezione e gestione dei siti Natura 2000 e
di altre aree ad alto valore naturalistico, oltre a tutte le iniziative per la loro valorizzazione
(misura 323);
 incremento delle capacità di progettazione e di elaborazione di programmi di sviluppo
integrato (misure 331 e 341);
 diversificazione dell’attività agricola, concentrando l’attenzione, in relazione alle
potenzialità dei territori, sulla qualificazione dell’offerta agrituristica, la produzione di
energia, la valorizzazione di prodotti di qualità del territorio, le iniziative di agricoltura
sociale, ecc. anche in connessione con gli interventi realizzati sulla base degli assi 1 e 2;
 promozione, creazione e riqualificazione delle diverse tipologie di micro-imprese locali nei
settori dell’artigianato, del manifatturiero, del turismo e della valorizzazione del patrimonio
culturale e ambientale (misura 312);
 sviluppo di infrastrutture e servizi connessi alla fruizione turistica sostenibile del territorio
(misura 313).
Il Regolamento (CE) n. 1698/2005 (articolo 78, lettera a)) prevede che il Comitato di sorveglianza
sia consultato entro quattro mesi dall’approvazione del Programma, in merito ai criteri di selezione
delle operazioni da finanziare, nonché ad ogni loro successiva revisione secondo le necessità della
programmazione.
Allo scopo di consentire al Comitato di esprimersi su tale punto, si presenta di seguito una proposta
di criteri che si intendono applicare in questa prima fase di attuazione del PSR della Regione
Piemonte per il periodo di programmazione 2007-2013.
8
Asse 1 “Miglioramento della competitività del settore agricolo e
forestale”
MISURA 132 “PARTECIPAZIONE
ALIMENTARE”
DEGLI
AGRICOLTORI
AI
SISTEMI
DI
QUALITA’
Criteri di priorità.
Tali criteri sono utilizzati per la valutazione dei soggetti ammissibili al sostegno che avverrà sulla
base della documentazione prodotta. La valutazione sarà espressa attraverso l’assegnazione di
punteggi che determineranno la graduatoria.
Le condizioni di priorità devono essere possedute e dimostrate al momento della presentazione della
domanda e mantenute per tutto il periodo di fruizione del sostegno.
a) Priorità territoriali
Le priorità territoriali si applicano prendendo in considerazione la localizzazione dell’impresa in una delle
aree individuate nel PSR Regione Piemonte 2007-2013 cap. 3 paragrafo 3.1.1.1. “Contesto socioeconomico
generale della zona geografica” nello specifico elencate nell’allegato parte II “Classificazioni territoriali”.
Aree territoriali
Priorità
Punti
Impresa situata in Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo
Impresa situata in Aree rurali intermedie
Impresa situata in Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata
Impresa situata in poli urbani
alta
medio-alta
medio-bassa
bassa
10
8
6
4
Nel caso l’impresa sia localizzata in più aree territoriali si dovrà procedere al calcolo della media
aritmetica della somma delle singole priorità territoriali in base alla percentuale delle rispettive aree
possedute.
b) Priorità tra i sistemi di qualità
Le seguenti priorità si applicano in base ai sistemi di qualità ammessi al sostegno, come definiti e
classificati al punto 3.
Sistemi di qualità
Priorità
Punti
DOP e IGP ai sensi del Reg. (CE) 510/06
Agricoltura Biologica ai sensi del Reg. CEE 2092/91
Vini DOC ai sensi del Reg. (CE) 1493/99
Vini DOCG ai sensi del Reg. (CE) 1493/99
alta
medio-alta
medio-bassa
bassa
16
12
8
4
Nel caso l’impresa abbia produzioni appartenenti a più sistemi di qualità si dovrà procedere al
calcolo della media aritmetica della somma delle singole priorità di sistema in base alla percentuale
di fatturato nei singoli sistemi.
Il punteggio tra i vari sistemi di qualità è cumulabile per un massimo di punti 23.
9
c) Ammissione in graduatoria nel bando dell’anno precedente
La seguente priorità si applica ai soggetti che sono stati ammessi in graduatoria nell’anno precedente
(applicabile dall’anno 2010, secondo anno di attuazione).
Ammissione in graduatoria nel bando dell’anno precedente
Punti 1
In caso di parità di punteggio sarà data priorità alle domande presentate dall’impresa con il richiedente (o
rappresentante legale) più giovane.
Le domande inserite in una graduatoria verranno finanziate nell’ordine della graduatoria medesima
fino all’esaurimento delle risorse disponibili.
Asse 2 “Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale”
Misura 215 “PAGAMENTI PER IL BENESSERE ANIMALE”
Criteri di selezione
CRITERI DI AMMISSIBILITA’/ESCLUSIONE
Specie animali ammissibili:
bovini, suini e avicoli.
Motivazione
Come previsto dal PSR.
Consistenza media dell’allevamento in Unità di Bestiame Adulto (UBA):
almeno 10 UBA.
Come previsto dal PSR.
Tipologia di beneficiari:
imprenditori agricoli singoli e associati.
Come prevista dal PSR.
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CRITERI DI PRIORITA’ APPLICATI ALLE DOMANDE
Viene assegnato ad ogni domanda un punteggio totale a seguito della somma dei punteggi attribuiti in base alle
priorità, al fine di collocare le domande in una graduatoria regionale specifica per l’azione. I criteri sono i
seguenti:
a) punteggio attribuito alle aziende in base alle loro caratteristiche:
DESCRIZIONE
PUNTI
Aziende ricadenti in aree vulnerabili da nitrati di origine agricola (Reg. 10/R 2007)
5
Aziende con superfici prevalentemente ricadenti in aree protette
4
Aziende che aderiscono a più di una misura del PSR (112, 121, 114, 214)
3
Fino a 20 UBA
7
> a 20 UBA
10
Consistenza media dell’allevamento per singola specie
Aziende iscritte ai Libri genealogici o ai registri anagrafici di razza
b) Punteggio attribuito alle aziende in base alla specie animale allevata:
Specie allevata
Suini
Bovini
Avicoli
2
Punti
10
8
8
c) Punteggio attribuito secondo l’appartenenza della sede aziendale alle zone individuate nella parte generale
del PSR:
punti
Zona A Poli urbani
4
Zona B Aree rurali ad agricoltura intensiva
5
Zona C Aree rurali intermedie
3
In condizioni di parità di punteggio sarà accordata preferenza alle aziende con maggior numero di UBA a
premio, in subordine alle domande presentate dall’imprenditore agricolo più giovane di età.
In caso di ulteriore parità di punteggio sarà accordata priorità alle aziende che hanno previsto un maggior
numero di impegni scelti fra le quattro macroaree. In caso di ulteriore parità si procederà a sorteggio.
Il punteggio previsto alla lettera a), per le aziende che aderiscono alle altre misure del PSR, viene attribuito se
sussiste attinenza con il settore zootecnico in caso di adesione alle misure 121 e 214.
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