L`AS nel PSR 2014-2020 della Regione Lazio

PSR LAZIO 2014-2020 - OSSERVAZIONI E PROPOSTE DELLA RETE
FATTORIE SOCIALI E DEL FORUM AS LAZIO
L’AS nel periodo di programmazione 2014-2020 - La base giuridica
A differenza delle precedenti programmazioni dei fondi strutturali nelle quali gli interventi per l’AS
sono stati introdotti da amministratori “illuminati” che hanno saputo cogliere gli spazi offerti dalla
regolamentazione comunitaria, in questo nuovo ciclo di programmazione dei Fondi Europei di
Investimento (Regolamento Comune N. 1303/2013 recante disposizioni comuni a tutti i Fondi
Strutturali Europei, FSE- FESR-FEASR), l’AS figura direttamente nell’ambito della lotta alla
povertà e l’inclusione sociale che insieme costituiscono uno dei 10 Obiettivi Tematici (OT)
prioritari e precisamente l’OT 9.
Nel Regolamento Europeo FEASR (n.1305/2013) l’Obiettivo tematico 9 costituisce una delle sei
Priorità dello sviluppo rurale, la numero 6 che prevede di “adoperarsi per l'inclusione sociale, la
riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali”. Nello stesso Regolamento,
l’agricoltura sociale è esplicitamente citata nell’art. 35 al punto K (oggi Misura 16). Ciò conferisce
agli interventi per l’AS una solida base normativa di riferimento tanto a livello europeo che
nazionale, poiché l’AS è indicata nello stesso Accordo di Partenariato, il documento che ogni Stato
membro dell’UE deve predisporre per definire le proprie scelte di fondo su cui implementare gli
interventi di tutti i Fondi.
Analoghi spazi si aprono per quanto riguarda i Fondi Regionali (FSE e FESR), in particolare per
quanto riguarda l’Asse Inclusione Sociale del Fondo Sociale Europeo. Inoltre gioca a favore
dell’AS anche il nuovo “impianto” della programmazione dei Fondi Strutturali Europei che
privilegia i progetti integrati plurisettoriali (FSE, FEARS, FESR) e territoriali per evitare
dispersioni e creare sinergie tra i vari interventi.
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L’AS nel PSR 2014-2020 della Regione Lazio
Il PSR Lazio ed i Programmi Operativi FSE e FESR non sembrano recepire in toto questa
impostazione innovativa in quanto, malgrado quanto stabilito pacchetto legislativo UE 2014-2020
ed in particolare dal Regolamento (UE) n. 1303/2013 recante disposizioni comuni, il PSR e i PO
FESR ed FSE non prevedono alcuna sinergia fra di loro, aspetto questo che penalizza fortemente
l'AS che, per la sua caratteristica multidisciplinare, è in grado di soddisfare ad un tempo obiettivi
comuni ai diversi Fondi.
Con riferimento poi in particolare al PSR Lazio 2014-2020, si deve osservare che il ruolo assegnato
all'Agricoltura Sociale (AS) sembra essere sostanzialmente inferiore a quello possibile in base alla
normativa UE ed all'Accordo di Partenariato Italia.
Pochissime le misure in cui l'AS è esplicitamente contemplata, sporadici i riferimenti ad essa, del
tutto assente una visione organica del ruolo svolgibile dall'AS nell'ambito del PSR, decisamente
scarse le risorse disponibili per le poche misure che contemplano o possono contemplare interventi
per l’AS.
In particolare nelle misure M02 (consulenza e assistenza alla gestione), M06 (sviluppo aziende
agricole) e M09 (associazioni e organizzazioni di produttori) l'AS non viene nemmeno menzionata.
Ma anche nelle misure 07 (sottomisura 7.4 sui servizi locali di base) ed M16 (sottomisura 16.9,
cooperazione) che pure prevedono azioni specifiche per l'AS, sono possibili alcuni modificazioni
migliorative.
Infine si rileva che, per quanto riguarda la Misura 19 (Leader), di fondamentale importanza per
l’AS in quanto momento privilegiato per l’attuazione di progetti territoriali multifondo, la
complessità procedurale di tale approccio richiede probabilmente una rilettura della misura
cercando di semplificarne al massimo le procedure di attuazione al fine di evitare gli inconvenienti
riscontrati nella passata programmazione.
Prima di passare alle osservazioni specifiche per singola misura, si possono avanzare i seguenti
suggerimenti di carattere generale:
Suggerimenti di carattere generale:
a - nel PSR si dovrebbe prevedere una azione trasversale specifica per
l'agricoltura sociale ("pacchetto AS") che preveda un uso sinergico e
collegato delle diverse misure che coinvolgono la stessa agricoltura sociale.
b - andrebbero precisati i collegamenti con gli altri Fondi, in particolare con il
FSE, prevedendo azioni mirate che prevedano il concorso simultaneo dei
diversi fondi ed i cui fondi capofila (FEASR piuttosto che FSE) possano
essere definiti in funzione della prevalenza delle azioni finanziate dall'uno o
dall'altro fondo.
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Osservazioni per misura
M01 - Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle
aziende agricole (art.14)
La misura si propone di sostenere azioni di formazione professionale ed acquisizione di
competenze, per azioni di dimostrazione e di informazione. Essa non prevede interventi e risorse
esplicitamente destinate all’AS che pure ne ha un particolare bisogno considerate la natura
multidisciplinare delle sue attività. Andrebbe quindi prevista la possibilità di azioni formative
specifiche per l’AS da affidare in via prioritaria ai momenti associativi nazionali, regionali e locali,
specifici dell’AS.
Suggerimenti: l’AS dovrebbe essere inserita fra le attività previste dalla misura,
individuando nei suoi momenti associativi a livello nazionale, regionale e locale
gli organismi che possono attivare azioni specifiche di formazione e di assistenza
per gli operatori di AS.
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M02 - Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle
aziende agricole (art.15)
Nello schema di PSR Lazio 2014-2020 la misura promuove l’impiego di servizi di consulenza da
parte degli agricoltori, ivi compresi i giovani agricoltori che si insediano la prima volta, i
silvicoltori, altri gestori del territorio e le PMI situate nelle zone rurali, per migliorare la gestione
sostenibile e la performance economica e ambientale dell’azienda e dell’impresa. La misura
sostiene, inoltre, la formazione di consulenti al fine di migliorare la qualità e l'efficacia della
consulenza offerta e garantisce l’aggiornamento formativo dei consulenti.
Essa si articola in due sottomisure:
2.1 Servizi di consulenza come sostegno per l’utilizzo di servizi di consulenza da parte delle
imprese;
2.3 Formazione dei consulenti come sostegno per la formazione dei consulenti degli organismi
che prestano servizi di consulenza alle imprese.
L'AS non viene considerata nell'azione quando invece, per la varietà e la multisciplinarietà delle
competenze che essa chiama in causa e per la relativa novità delle iniziative, l'esigenza di assistenza
alle imprese, in particolare nella fase di start-up è elevatissima. Occorrerebbe poi considerare che le
esistenti reti di AS, talune anche a carattere nazionale, già da tempo svolgono spontaneamente tali
attività e possono quindi ragionevolmente e proficuamente candidarsi quali soggetti in grado di
svolgere le iniziative previste dalla misura.
Suggerimenti: l’AS dovrebbe essere inserita fra le attività previste dalla misura,
individuando nei suoi momenti associativi a livello nazionale, regionale e locale
gli organismi che possono prestare consulenza alle aziende che praticano o
intendono praticare l’AS.
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M06 - Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese (art. 19)
Nell'ambito della Misura vengono previste quattro sottomisure:
6.1 Aiuto all’avviamento aziendale per giovani agricoltori
6.2 Aiuto all’avviamento aziendale di attività non agricole in aree rurali
6.3 Aiuto all’avviamento aziendale per lo sviluppo di piccole aziende
6.4 Sostegno per investimenti finalizzati alla creazione e allo sviluppo di attività non agricole.
Tutte le sottomisure riguardano evidentemente da vicino l'AS che peraltro non viene mai
menzionata nel testo anche là dove possono ravvisarsi interventi ad essa ricollegabili, come nelle
sottomisure 6.2.1. (attivitànon agricole in aree rurali) e 6.4.1 destinata alla diversificazione, oltre a
quelle destinate alle piccole aziende (sottomisura 6.3.1).
Suggerimenti: l'AS andrebbe esplicitamente menzionata nelle sottomisure 6.2,
6.3 e 6.4, anche prevedendo una specifica ulteriore sottomisura per l'AS che dia
la possibilità di utilizzare in maniera combinata quanto previsto dalle citate
sottomisure
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M07 - Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali (Art. 20)
La misura 7 è destinata agli enti locali e prevede interventi per stimolare la crescita e promuovere la
sostenibilità ambientale e socio-economica delle aree rurali in vario modo. Il PSR Lazio destina la
gran parte delle risorse finanziarie della misura alla diffusione della banda larga, un intervento
decisamente utile per le aree rurali, ma che poteva essere finanziato anche con il Fondo per lo
Sviluppo Regionale (FESR) destinato alle infrastrutture liberando risorse per la cooperazione e
l’innovazione. La misura 7 non prevede poi nessun tipo di cooperazione con i soggetti privati o del
privato sociale per l’attivazione di servizi erogabili dall’AS.
La misura si articola in diverse sottomisure fra cui la 7.4 relativa al sostegno agli investimenti nella
creazione, miglioramento o ampliamento dei servizi locali di base per la popolazione rurale. Questa
sottomisura può finanziare interventi di tipo infrastrutturale e per acquisto di beni ed attrezzature
relativi a servizi di base a livello locale per la popolazione rurale. Fra essi rientrano anche i servizi
di carattere sociale nei quali l'AS è esplicitamente citata in quanto "volta a favorire la coesione
sociale l’inserimento sociale e lavorativo delle fasce di popolazione svantaggiate e a rischio di
marginalizzazione".
L'AS non è invece assolutamente citata per quanto riguarda gli altri servizi ricompresi nella
sottomisura, come quelli all'infanzia, quelli a carattere socio-educativo e scolastico, le attività
didattiche, i servizi ricreativi (impianti per attività ludico-sportive e psicomotorie e centri comuni
per le attività sociali) nei quali pure essa svolge un ruolo significativo, in particolare nelle aree
rurali.
Suggerimenti: l'AS andrebbe esplicitamente considerata anche con riferimento
alle attività relative all'infanzia, a carattere socio-educativo e scolastico, ad
attività didattiche, a servizi ricreativi.
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M09 - Costituzione di associazioni e organizzazioni di produttori (art. 27)
La Misura intende favorire la costituzione di associazioni e organizzazioni di produttori nel settore
agricolo e forestale, soprattutto nei primi anni di attività quando devono essere sostenuti dei costi
aggiuntivi. Queste strutture, infatti, consentono agli agricoltori di affrontare meglio le difficoltà
poste dal mercato per il consolidamento degli sbocchi per la commercializzazione dei loro prodotti,
anche sui mercati locali.
Il tema riguarda anche l'AS tanto che l'art. 4 del ddl nazionale sull'AS, di ormai prossima
approvazione, prevede esplicitamente che gli operatori di AS possono costituire organizzazioni di
produttori.
Suggerimenti: nella misura andrebbe esplicitato che essa è applicabile anche ad
gruppi e organizzazioni di produttori di operatori di AS.
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M16 - Cooperazione (art. 35)
Ai fini dell’AS la misura 16 - Cooperazione (art.35) - è particolarmente importante per lo sviluppo
di partenariati necessari alla diffusione di pratiche di agricoltura sociale. Il punto k) dell’art. 35
prevede infatti esplicitamente il sostegno “alla diversificazione delle attività agricole in attività
riguardanti l'assistenza sanitaria, l'integrazione sociale, l'agricoltura sostenuta dalla comunità e
l'educazione ambientale e alimentare”. Essa finanzia progetti di collaborazione tra almeno due
soggetti agricoli o della filiera e tra soggetti pubblici e privati. La misura è fondamentale anche ai
fini della collaborazione tra le aziende agricole, le cooperative sociali, l’associazionismo e il terzo
settore con i servizi socio-sanitari e le Amministrazioni Locali, in un’ottica di sviluppo locale
integrato.
Questa impostazione, derivante dal Regolamento europeo e dall’Accordo di partenariato, colloca le
pratiche di AS nell’ambito della multifunzionalità ma non le esaurisce in questa, poiché sottintende
e persegue un modello agricolo e di welfare nuovo, integrato e fondato sull’uso delle risorse
ambientali territoriali. Ovvero l’AS non è solo diversificazione delle attività agricole e creazione di
attività extra-agricole ma un modo per concorrere allo sviluppo dell’occupazione, alla lotta alla
povertà e all’inclusione sociale, oltre che migliorare la qualità della vita nelle aree rurali.
Caratteristica della misura è quella di coinvolgere due o più soggetti per la realizzazione di un unico
progetto promuovendo un approccio cooperativo in grado di favorire il raggiungimento di una
massa critica. Fra le diverse attività si prevede una specifica sottomisura, la 16.9, che reca un
sostegno per la diversificazione delle attività agricole in attività riguardanti l'assistenza sanitaria,
l'integrazione sociale, l'agricoltura sostenuta dalla comunità e l'educazione ambientale e alimentare.
La sottomisura prevede il sostegno ai progetti promossi e realizzati da partenariati tra soggetti
pubblici e privati, nei quali il primo assume la funzione di capofila. Le attività previste si realizzano
all’interno dell’azienda agricola e riguardano la riabilitazione e cura con un fine principale socioterapeutico, inserimento lavorativo di soggetti con disabilità, ex detenuti, tossicodipendenti,
migranti, rifugiati ecc., attività ricreazionali, educative e didattiche in campo agricolo ed ambientale
e servizi alla persona in genere.
Del tutto negativo è il fatto che il PSR Lazio preveda che il ruolo di capofila nei gruppi di
cooperazione e nei progetti pilota sia ricoperto esclusivamente da Enti pubblici, diversamente da
quanto previsto dallo stesso Regolamento UE che ammette la titolarità di capofila anche per altri
soggetti. Tale vincolo renderà infatti difficoltosa l’attuazione della misura per la nota vischiosità
degli apparati burocratici e gestionali delle Amministrazioni pubbliche. Occorre quindi rimuovere
questa riserva consentendo anche ad altri soggetti di ricoprire il ruolo di capofila.
Suggerimenti: occorrerebbe eliminare la previsione che i capofila siano
esclusivamente i soggetti pubblici, cosa fra l'altro non prevista dal regolamento,
in quanto l'AS può vantare proprie forme organizzative che in grado di svolgere
le funzioni di capofila con maggiore elasticità della amministrazioni pubbliche.
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M19 - Sostegno allo sviluppo locale LEADER - (SLTP - sviluppo locale di tipo
partecipativo) [articolo 35 del regolamento (UE) n. 1303/2013]
La Misura 19 - sviluppo locale Leader - non fa esplicito riferimento all’AS anche se tra gli obiettivi
sono indicati quelli di favorire la realizzazione di azioni innovative di sistema nella erogazione di
servizi essenziali alle popolazioni rurali e di sostenere strategie per l'inclusione sociale favorendo la
partecipazione degli attori.
In generale lo Sviluppo locale Leader è uno strumento di tipo partecipativo previsto dai regolamenti
comunitari per perseguire finalità di sviluppo locale integrato su scala sub-regionale con il
contributo prioritario delle forze locali.
Nel definire la strategia di sviluppo locale Leader nell’ambito della priorità 6 “Adoperarsi per
l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali” il PSR
afferma che la misura 19 contribuisce interamente al raggiungimento degli obiettivi della Focus
area 6B “Stimolare lo sviluppo locale nelle zone rurali” fra cui "favorire la realizzazione di azioni
innovative di sistema nella erogazione di servizi essenziali alle popolazioni rurali" e "sostenere
strategie per l'inclusione sociale favorendo la partecipazione degli attori locali nello sviluppo di
servizi innovativi di prossimità anche attraverso la diversificazione delle economie locali". Si tratta
dia attività che chiamano direttamente in causa l'AS già impegnata nella Regione su queste
tematiche.
L'approccio Leader prevede un forte coinvolgimento del partenariato locale da ottenere attraverso la
attivazione sul territorio di Gruppi di Azione Locale (GAL); la costituzione di tali strutture avviene
peraltro attraverso complesse procedure che, nella passata programmazione, hanno portato a lunghi
ritardi, sia per la laboriosità delle procedure stesse, sia per i numerosi ricorsi avverso le decisioni
regionali avanzati dagli aspiranti GAL le cui candidature sono state rifiutate in fase di istruttoria.
Tutti questi motivi hanno fortemente rallentato ed al fine compromesso le attività dei GAL che
hanno superato la selezione regionale.
Per tali motivi, nell'apprezzare la volontà regionale di dare nuovo impulso alla programmazione
locale Leader anche con riferimento specifico all'inclusione sociale, si ritiene opportuna una
rilettura della misura cercando di evidenziare il possibile ruolo svolgibile dall'AS nell'ambito dei
progetti GAL e di semplificare al massimo le procedure di attuazione al fine di evitare gli
inconvenienti riscontrati nella passata programmazione.
Suggerimenti: nessuna specifica osservazione se non la considerazione generale
che l'intera misura andrebbe riletta cercando di evidenziare il possibile ruolo
svolgibile dall'AS nell'ambito dei progetti GAL e di semplificare al massimo le
procedure al fine di evitare gli inconvenienti riscontrati nella passata
programmazione.
Altre osservazioni
Si formulano di seguito altre osservazioni non riconducibili ad una specifica misura:

prevedere misure di accompagnamento per facilitare la cooperazione territoriale tra soggetti
pubblici, privati e del Terzo settore e l’adozione, da parte della Regione, di specifici strumenti
(tutoraggio, sostegno alle reti, assistenza di facilitatori, ecc.) a sostegno dell’agricoltura sociale,
così come stabilito in altri PSR;
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quantificare le risorse destinate all’agricoltura sociale nelle diverse misure;
prevedere ove possibile la eligibilità di spese di gestione e non solo di investimento;
definire percorsi per la costituzione di un marchio per progetti di filiera bio/sociali
ricollegare al PSR le attività regionali per la concessione di terre ai giovani
Infine La Rete Fattorie Sociali ed il Forum AS Lazio ritengono necessaria l’approvazione del
disegno di legge regionale per l’Agricoltura sociale che dovrà avvenire subito dopo l’approvazione
della legge nazionale sull’AS per tenere conto delle relative indicazioni ed in questo senso la
Regione dovrebbe svolgere un ruolo propulsivo nella rilettura del d.d.l. regionale per adeguarlo da
subito alla legge nazionale in corso di approvazione. In questa rilettura andrebbe prevista la
introduzione di criteri di valutazione e per il “riconoscimento” dei soggetti (aziende agricole,
cooperative sociali, …) che praticano l’AS anche al fine di attribuirne la titolarità.
Roma, maggio 2015