WEB – VISIBILITA’ E POLITICA DELL’ANTIPOLITICA Lunedì 26 ottobre 2007 Sala delle Conferenze Roma – Piazza Montecitorio. 123/a MAURO CALISE – Università di Napoli Federico II La I^ esperienza di antipolitica si ha con tangentopoli. Antipolitica o antipartitismo? Anti-partitismo è tipicamente italiano, contrariamente ad altri paesi democratici come Francia e America Fase d’oro dei referendum: si pensava che solo attraverso i referendum si potesse fare politica attiva, attraverso il movimento dei cittadini. Berlusconi è l’anteprima mondiale dell’antipolitica e riempie il vuoto dei partiti. La sua ascesa e l’uso dei media è strettamente legato al fatto che i vecchi altari sono in crisi. B. diventa il simbolo dell’antipolitica e si ha di fatto una personalizzazione della politica. Il demone della personalizzazione della politica si infiltra nei partiti. L’uso personale della politica è diventata una caratteristica aberrante della politica italiana. Il fenomeno del grilliamo nasce in questo brodo di cultura, perché il corto circuito ha raggiunto diffusioni anomale rispetto ad altri paesi.Il futuro dell’antipolitica è nella rete? Se il sistema politico riuscirà ad invertire la tendenza alla personalizzazione (il PD è interessante perchè per la 1^ volta si parla di partito politico non in chiave enfatizzata) E’ importante come i media utilizzano il web. Rispetto al senso di credibilità: tv – zero credibilità radio – totale credibilità web – a metà strada fra i due precedenti. PAOLO MANCINI: Università degli Studi di Perugia Non mi sono mai interessato di Web. Non ne so niente e mi avventuro. Il web senza i media tradizionale non esisterebbe Il web è connaturato e strutturato con l’antipolitica (citazioni varie) (parla del web come strada; lunga digressione sul significato della strada nell’impero romano) Il web è insignificante al fine dello studio della politica e della società. E’ insignificante andare sul web per studiare. Il web come la strada non ha cambiato il modo di stare insieme. Tutto ciò che ruota intorno al web è solo curiosità La rete ha tanti nodi (Storia di Arpanet) Nella rete non c’è chi trasmette e chi riceve, al contrario dei media tradizionale. E’ l’utente che deve darsi da fare per sapere e per conoscere. La rete partecipata è una banalità. La rete è acentrica, non implica lavoro di mediazione e di organizzazione; qualsiasi testata è un luogo in cui persone lavorano per produrre un risultato. Da molti a molti la capacità di mediazione è diversa se non inesistente In riferimento al caso Beppe Grillo, chiunque ha la capacità di mobilitare altri individui; il potere di mediazione viene decentrato poiché ognuno può immettere e ricevere messaggi; La rete ha bisogno di visibilità. Ci dobbiamo aspettare altri casi Grillo perché questi sono connaturati nella rete. Non c’entra niente il fatto che Repubblica abbia dato risalto a Grillo perché Grillo gode già di una sua propria notorietà. Il carattere eversivo è connaturato nella rete. Rete luogo del terrorismo Produce atti individuali violenti di insubordinazione I blog sono naif così come le chat. La rete è irrituale. Grillo ha incontrato la rete e si è servito di tutte queste caratteristiche Era portatore di un proprio enorme potenziale di visibilità è ha incontrato casualmente la rete. TAVOLA ROTONDA, ENRICO MENDUNI, Università degli Studi ROMA TRE Già negli anni 90 la rete è strumento di diffusione dello spirito sociale ed economico. Dopo l’11 settembre la rete si espande a macchia d’olio. (parla poi a lungo del significato iconografico in rete, del consiglio di Nicea e poi della riscossa degli audiovisivi tradizionali) La rete ci dà contemporaneamente tutte queste cose: scritto, voce e immagini.. La rete non è solo piattaforma distributiva ma anche produttiva. La rete non è naif. La rete fa intermediazione. La rete ci ha dato la possibilità di condividere, anche se talvolta in nicchia, costumi, sentimenti, buone pratice ecc. Il blog è un punto d’incontro molto forte fra immagini e testi. Se tutto ciò è virtuale, allora anche un’opinione su carta stampata è virtuale. Attualmente è prematuro parlare di movimenti politici via web; se si parla di PD è perché c’è molta partecipazione popolare. Anche Velttroni ha sempre utilizzato web e media per la partecipazione pubblica. Grillo è un volto noto: il regalo di Repubblica è limitato dal fatto che comunque Grillo è noto e visibile. ROBERTO CASTRUCCI – ISIMM (si riferisce all’intervento di Mancini) diversamente dagli anni 90 in piazza, oggi c’è frammentazione nell’audience e anche un rinchiudersi nel proprio ambito di intervento; esempio sono gli RRS Questo porterebbe alla chiusura della sfera pubblica invece che alla partecipazione. Il vantaggio del web è che l’accesso alla sfera pubblica non avviene più attraverso una lunga serie di esami, ma attraverso un solo unico esame, quello dell’intelligenza collettiva. Smettessero i media tradizionali a parlare di web solo in senso negativo. Anche la politica dovrebbe utilizzare il web. Le istituzioni, o si rinnovano o saranno coinvolti da grilli e grillismi. ANTONIO CATOLFI. Università per stranieri di Perugia. (Parla di blog, cosa sono i video-blog) Assistiamo al passaggio dai media al personal-medium. Nel web non c’è intermediazione. E’ un ambiente in cui c’è il commento, il ranking ecc… Storia di Beppe grillo, antitelevisivo ma fa uso massiccio dei video su internet. E’ importante l’uso dei blog da parte dei politici. PIERLUIGI DAL PINO – Microsoft Italia Il web non è antipolitico ma offre una forma politica partecipata. Capire cos’è internet come strumento di condivisione e manifestazione delle proprie opinioni. Importanza della centralità dell’uomo in un nuovo umanesimo tecnologico che attraverso il web riesce ad avere voce. La tecnologia dell’informazione partecipata si chiama e-democracy. Il fenomeno Grillo è apparso solo quando è andato sulle piazze, l’effetto tangibile è stato nel tradizionale. Ol merito del web è dar voce a chi veva cose da dire ; il cittadino vuole una partecipazione bottomup. L’invito è a guardare e non a temerele opportunità enormi che offre il web. Partecipare e attivare un processo partecipato . Barak Obama ha fatto propaganda via web. I problemi sono altri: GOVENANCE, saper gestire questi fenomeni; TRASPARENZA, senza trasparenza non si può conoscere e proporre istanze; far conoscere cosa fa veramente la pubblica amministrazione (Bilancio partecipato) GIAMPIERO GAMALERI: Università degli Studi Roma 3 In genere una cosa nuova serve all’inizio per un uso tradizionale (internet per comparare i biglietti del treno o dell’aereo) Le potenzialità del web verso un uso partecipativo era stato sottovalutato. Oggi il web è partecipazione (you tube, blog ecc) Ci sono più possibili stimolazioni a giudicare l’operato e i comportamenti degli altri. Un punto fondamentale è il controllo. L’uomo è compresso da troppe stimolazioni e la conseguenza di questa compressione è la schizofrenia. Prima di dire se è antipolitica o no, bisogna definire il significato di partecipazione. Il passaparola è diventato uno spot; alcune compagnie hanno ingaggiato gente comune per fare i sandwich e auto- propagandare i propri meriti. E’ l’oppressione da iper-controllo che fa scattare fenomeni tipo grilliamo. TESISTA: Questo movimento è sceso in piazza ed ha un’età media bassa, forse perché i giovani sono più abili nell’uso di internet. I giovani si informano di più su internet perché c’è un calo di credibilità dei mass media tradizionali Il prossimo v-day infatti sarà contro i giornalisti. L’informazione viene fatta dalla gente comune. Il blog di Grillo è oggetto di numerose critiche; viene accusato di non rispondere e di non partecipare al dialogo come fanno normalmente i blogger. Ci sono giornalisti che non sanno che esistono i meetup. MAURO MICCIO- Università degli Studi Roma 3 Cambio di paradigma dovuto al cambio generazionale. Forse è questo che fa paura? L’immediatezza e l’interattività fanno negoziare in uno spazio che non appartiene ai vecchi. L’informazione che esce dai blog è di tipo provocatorio per attirare l’attenzione. Cambia il modello della comunicazione. Grillo in realtà è emerso in una piazza reale. Autopromozione a buon mercato. Non c’è responsabilità giuridica, verba volant… L’agorà mediatica diventa ara mediatica. Chiunque può metterci qualunque cosa dando adito a qualunquismo, giustizialismo, ecc. Grillo sta seguendo il modello della tragedia greca (insulti di coloro che vogliono sfogare i loro istinti personali) EDOARDO NOVELLI – Università degli Studi Roma 3 Excursus storico (dal muro di berlino…) Supremazia della televisione fino a quando il web determina una nuova fase della partecipazione politica. Dentro al web bisogna andarci. Il web antipolitico? Grillo è antipolitico? Giannini (uomo qualunque) diceva “fuori tutti i politici; Grillo dice “fuori i politici corrotti”. Politica è partecipazione alla cosa pubblica. In america (Vote SMART, OPEN SECRETS) mettono in rete l’attività di tutti i candidati e non è grilliamo. (Rivolto a Mancini…) La rete così è comunità. Grillo è antipartitico, non antipolitico. Anche i volantini erano considerati naif e irrituali. MARIO PIREDDU – Ricercatore Il web non è intrinsecamente antipolitico. Il fenomeno Grillo va studiato proprio come fenomeno. Forse anche la trasparenza esagerata è una reazione ad una opacità esasperata. La nascita di ogni media jha avuto difficoltà (la stampa, la radio ecc…) E’ la creazione del consenso (agenda) che fa la credibilità. Questa agenda è lontana dai media tradizionali. Verso internet esiste una grande distanza culturale e fisica (Digital Divide) Sono i politici che devono adeguarsi ed essere aperti alle innovazioni. STEFANO RODOTA’ – Università degli Studi di Roma La Sapienza Assistiamo ad una personalizzazione ed un uso privato della politica. La politica è incapace di riflettere su se stessa. Se abbiamo accettato nelle aule del parlamento anche gli striscioni da stadio e un linguaggio triviale dal presidente del consiglio, adesso parliamo di Grillo? Non userò la parola antipolitica perché ci vogliono strumenti analitici per rielaborare i modi e il senso della politica. Il web è una sfera pubblica creata con specifiche modalità. E’ una realtà che prima non era visibile. Abbiamo bisogno di strumenti analitici per studiare ed analizzare i fenomeni sul web. Esistono due forme di democrazia che devono entrare in contatto fra loro, la democrazia diretta e la democrazia partecipativa. La democrazia diretta non è affatto populista. E’ solo un’altra forma di democrazia. Si devono stabilire i canali di comunicazione fra queste due diverse sfere della democrazia, che non ci sono mai stati. Non si può fare una petizione europea senza web. Le leggi di iniziativa popolare finora non sono mai state prese in considerazione. Bisogna consentire ai promotori di avere voce e presentarle in parlamento. Se la strada del contatto fra le due diverse sfere politiche non può essere effettivamente praticabile, allora sono legittimate tutt’e due. Non deve esserci né conflitto né discontinuità fra le diverse tecnologie disponibili, perché la trasmissione tradizionale rimane comunque importantissima. La costruzione dell’agenda politica è molto complessa e deve servirsi di tutti i mezzi disponibili. Politica o antipolitica? “la luce del sole è il miglior disinfettante” Esiste il rischio della segmentazione della sfera pubblica ma c’è la possibilità di risposta immediata della piazza. I partiti tradizionali non mediano più. Sono i motori di ricerca i nostri mediatori. Chi deve regolare e regolamentare questa mediazione? Nel mondo delle imprese c’è il Global Private Council che ha fatto un accordo con google. Solo i soggetti economici regolano i filtri? Poiché la rete consente un fortissimo potere di controllo, bisogna anche considerare le sue proprie logiche interne. Oggi c’è una serie di comportamenti che è orientata più a dare risposte a Grillo, Stella, ecc.. che a dare risposte politiche concrete e coerenti. C’è schizofrenia nella rete? Viviamo in un periodo nel quale tutte le tecnologie vengono vissute in modo schizofrenico, ma non è vero che c’è rassegnazione in merito alla privacy. Non ci si può arroccare sul diritto d’autore, si deve guardare alle nuove tecnologie con strumenti ed occhi nuovi e non con i vecchi sistemi. II Parte ENRICO MANCA – ISIMM (Autoreferenzialità…circa l’esito del convegno, rivede un po’ le sue convinzioni mattutine) Fa un sunto della mattinata: rapporto Web- Grillo = insufficiente rapporto Web – Antipolitica = deviante. Il blog è un possibile laboratorio creativo per nuove forme del sapere e della politica. Quale forma deve assumere oggi la politica per stare al passo coi tempi e riappropriarsi del suo ruolo? C’è il rischio di dialettica esasperata. MARIO ADINOLFI – Giornalista e DS C’è un mare che sta montando senza che la politica se ne accorga. La CM è estremamente significativa. Si è candidato alle primarie del PD e ha sperimentato come la rete risponde alla politca classica. Il v-day non è stato antipolitica ma al contrario ha espresso una sapiente modalità politica. Politica perché ha fatto una proposta politica ben precisa, la proposta di legge di iniziativa popolare. Ogni volta che questo strumento è stato usato non è stato mai calendarizzato, e anche questa volta sarà così. Non c’è mediazione, le persone non vogliono partecipare ma vogliono decidere autonomamente. LUCA CONTI - Media Consultant) La politica deve reagire. I modelli tradizionali non funzionano più. Il pil non è un indicatore di benessere del paese. In Italia tutti i mesi si collegano 22.000.000 di persone. Internet non è la pratica del consenso e non è il caso di ascoltare persone che parlano di web e non sanno di cosa parlano. I blogger non sono esibizionisti in solitudine. Nei paesi arabi solo i blogger fanno informazione Il problema forse è che i politici non sono pronti ad ascoltare e a mettersi in discussione. La politica ha un’altra sfida: deve allargare la partecipazione. Il divario tecnologico e il divario culturale devono essere eliminati. Il futuro dell’economia è la rete. Si presta il denaro p2p (Zopa) VITTORIA FRANCO – Senatore (DS?) L’unico colpevole dell’antipolitica è la politica stessa. L’antipolitica è un sentimento negativo verso la politica, di quelli che non vanno a votare oppure di critica verso quella politica che non sa dare risposte alle domande di cambiamento. Ha preso piede il populismo di berlusconi, che è un tentativo di bypassare le istituzioni e cerca il contatto diretto col popolo. E’ una tentazione forte quella del contatto diretto leader-popolo. Si è perso di vista l’0rizzonte generale dell’interesse del paese (leggi ad personam), Bisogno di ritornare all’etica pubblica (Trasparenza, correttezza ecc.). La politica non è in grado di decidere, è inefficace. Si deve investire sull’innovazione, su una nuova forma di politica. ANTONIO PALMIERI – Deputato (FI) Esperienza iniziale con due siti internet.Antipolitica non spaventa. Nel 2005 portarono dei blogger in parlamento e l’iniziativa venne chiamata Viagra della politica. Il web è un luogo che facilita l’incontro fra politica e cittadino (Super Gazebo on line) Non è un luogo assoluto ma semplicemente diverso dagli altri e con la stessa importanza. Internet è il luogo della campagna elettorale permanente. Per F.I. è il luogo dell’ascolto. La rete disinibisce, di fronte a una tastiera diciamo cose che non avremmo mai osato dire. B. non farà un blog. .