INTRODUZIONE
1. La filosofia come interpretazione del presente:
La funzione della filosofia consiste per Hegel nella conoscenza della realtà, in
particolare nell’apprendere il presente. La filosofia è il proprio tempo appreso con il
pensiero. La filosofia non è né arte né religione, anche se le comprende; non è “amore
della sapienza”: è sapere scientifico, ossia comprensione razionale della realtà, e in
modo particolare comprensione del presente. Per Hegel l’unico punto di riferimento
del sapere è la storia.La storia si sviluppa e tende verso un fine, che è la realizzazione
sempre più alta della ragione quindi il presente rappresenta sempre il culmine della
verità, che comprende e supera la verità delle altre epoche passate.
2. La dialettica
L’immagine che Hegel ha della storia è un’immagine dialettica, ossia il divenire è frutto
della contrapposizione di un evento all’altro, di un pensiero all’altro. Dalla
contrapposizione nasce la sintesi. La dialettica hegeliana ha un andamento
triadico(come la Trinità) composto da tesi, antitesi e sintesi. Hegel sostiene che la
ragione, come la realtà(e la storia), hanno carattere dialettico, in quanto un’idea si
sviluppa sempre in relazione a un’idea opposta e mentre le prime due, nella loro
unilateralità, sono astratte, la sintesi è concreta ed è l’unione di tesi e antitesi.
IL ROMANZO DELLA COSCIENZA
Hegel rappresenta il sistema completo della realtà attraverso una filosofia sistematica
che rispecchia la dialettica dello spirito nella sua circolarità ascendente. Hegel ritiene
che la modernità sia segnata dalla scissione natura/spirito e uomo/società
(l’alienazione) quindi nella fenomenologia dello spirito (racconto filosofico della
coscienza, che progredisce dall’individualità alla collettività) egli tratta della coscienza
individuale che riesce a superare l’alienazione attraverso la presa di coscienza delle
tappe evolutive dello spirito, quindi giunge al sapere assoluto (=filosofia come scienza)
e ricompone in se l’armonia perduta.
- Sempre nella Fenomenologia dello spirito Hegel descrive le tappe evolutive della
vita spirituale (le “figure”, forme ideali e storiche con cui lo spirito, o cultura di un popolo,
si è espresso attraversi i secoli) ossia la certezza sensibile che possiede una
conoscenza apparentemente concreta e v100
eritiera basata sul sapere immediato dell’“in se”(la verità fuori dal soggetto); essa
tuttavia diviene consapevole della falsità di tale sapere quando comprende che
l’oggetto è conoscibile in relazione al soggetto (al “per se”) essa perciò si rende
consapevole del proprio carattere produttivo quindi può affermare che l’incontroscontro con l’autocoscienza dell’altro è dovuto al fatto che l’autocoscienza avverte il
bisogno degli altri e cerca il riconoscimento della propria autocoscienza dalle altre
attraverso la dialettica dipendenza/indipendenza (lotta e scontro) che provoca la
sottomissione di un autocoscienza all’altra (paura della morte) segue la dialettica
servo-padrone che consiste nella prevaricazione del signore e sottomissione del
servo, poi nella autodisciplina del servo tramite il lavoro (il “servizio”) quindi nella
coscienza del servo della proprio indipendenza dal padrone e specularmente nella
coscienza del padrone della propria dipendenza dal servo, quindi si giunge alla
trasformazione del padrone in servo del servo e del servo in padrone del padrone(la
coscienza, nel lavoro, ritrova se stessa e acquista un suo proprio significato).
Lo stoicismo presenta l’autocoscienza chiusa e indifferente al mondo in quanto ha la
certezza della propria libertà e indipendenza dalle cose; allo stoicismo segue lo
scetticismo basato sulla epoché sul mondo e su ogni certezza;
Hegel afferma che stoicismo e scetticismo evidenziano la scissione tra sé e il mondo,
tale condizione è superata dalla coscienza infelice tale è l’autocoscienza cristiana
che avverte la scissione tra la consapevolezza della proprio finitudine e la aspirazione
verso l’infinita di Dio quindi la coscienza infelice supera la scissione negando se stessa
(automortificazione) diviene consapevole di essere parte dell’assoluto; ora
l’autocoscienza sa di essere la ragione (l’età moderna) la quale cerca se stessa nella
natura(naturalismo rinascimentale) poi formula le leggi della natura(scienza) ma non
riesce mai a ritrovarsi quindi abbandona la scienza naturale e ricerca sé nella propria
soggettività attraverso il piacere (inappagante) e la legge del cuore (incapace di
universalità) a questo punto conquista la virtù attraverso la legge morale kantiana ma
è frustrata x lo scarto incolmabile essere/dover essere quindi la ragione comprende
che l’aspirazione all’universalità comporta il superamento delle etiche di tipo soggettivo
e impone il passaggio all’eticità ossia l’assumere la prospettiva dello spirito incarnato
nelle istituzioni storico-politiche (finalmente la ragione ricompone in sé l’armonia
perduta).
LA DIALETTICA COME LOGICA DEL REALE
Hegel afferma che la verità è totalità, interezza nel senso che è risultato di un
processo dialettico mentre la realtà è processualità e va compresa nel suo carattere
dinamico e conflittuale; ne consegue che la nuova logica la nuova logica hegeliana è
la dialettica in quanto essa sa cogliere il divenire in tutti i suoi aspetti quindi del reale e
del pensiero(l’assoluto è essenzialmente “risultato” e la contraddizione è il motore della
realtà) infatti Hegel afferma che cio che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale
infatti da un lato il pensiero è sempre il pensiero della realtà e dall’altro il reale è ragione
realizzata in particolare sono razionali gli eventi della realtà come Realitat (realtà
sostanziale, si identifica con i grandi eventi che lasciano un segno nella storia del
mondo) in quanto rientrano nello sviluppo dello spirito del mondo mentre non sono
significativi gli eventi della realtà come Wirklicheit (evento effettuale, realtà accidentale)
pertanto pensiero e realtà (logica e metafisica) si identificano. Hegel afferma che l’idea
(pensiero/essere) è processo e in quanto tale si estrania da sé nella natura la quale è
caratterizzata da esteriorità (idea fuori di sé) ossia accidentalità e necessità (la natura è
la decadenza dell’idea da se stessa) pertanto la natura è manifestazione dell’idea nella
sua forma più incompleta (svalutazione della natura), l’idealismo hegeliano mostra in
questo punto tutti i suoi limiti: la riflessione sulla natura è la parte più criticata in quanto
arriva a considerare la natura come “morte” o “il negativo dell’idea”.
I tre momenti del processo dialettico sono: la tesi, ossia un concetto unilaterale e
astratto (in sé); l’antitesi ossia la negazione dell’unilateralità del concetto espresso dalla
tesi (per sé, l’antitesi è il motore del processo dialettico);questi primi due momenti
rappresentano il conflitto che viene risolto una superiore armonia attraverso la sintesi
ossia la riaffermazione qualitivamente arricchita dei concetti di tesi e antitesi (in sé e pre
sé) che rappresenta la verità nella sua interezza e concretezza la quale deriva dal
superamente di contraddizione e negatività (la dialettica hegeliana è positiva e
ottimistica) pertanto Hegel ritiene che la realtà è sviluppo continuo nei suoi gradi
intermedi ed è infinità compiuta e assoluta nella sua totalità.
Ai tre momenti Hegel fa corrispondere le tre sezioni del sapere filosofico: 1)la logica,
che è “la scienza dell’idea in sé e per sé”, dello spirito nella sua possibilità logica, della
struttura logico-razionale della realtà (tesi) 2)la filosofia della natura, che è “la scienza
dell’idea nel suo estraniarsi da sé” (antitesi) 3)la filosofia dello spirito, che è “la scienza
dell’idea, che dal suo alienamento, ritorna in sé” (sintesi)
Anche la filosofia del dello
spirito ha carattere dialettico e
si articola a sua volta in: spirito
soggettivo, spirito oggettivo e
spirito assoluto.
LA FILOSOFIA POLITICA
Lo spirito oggettivo riguarda
l’uomo in rapporto agli altri e si
realizza attraverso il seguente
movimento dialettico:
-diritto (tesi) che nasce dalla
volontà libera dei cittadini i quali regolano i loro rapporti esterni tramite la 1)proprietà
privata, quindi attraverso il 2)contratto (riconoscimento reciproco tra gli uomini) e infine
mediante 3)la pena contro il torto finalizzata a ripristinare l’ordine giuridico-razionale
violato e volta a onorare il delinquente come essere razionale (il delinquente diviene
consapevole della razionale necessità della pena; lo Stato deve essere inflessibile
nell’applicazione delle pene;
-moralità (antitesi) riguarda la dimensione dell’interiorità che attiene a intenzionalità e
proponimento di ogni uomo inteso come soggetto libero e responsabile, essa si fonda
sulla separazione tra il soggetto che deve agire e il bene da realizzare riguardo a ciò
Hegel afferma che la morale kantiana è formalistica in quanto rimanda continuamente
la possibilità di realizzare il bene poiché si basa sullo scarto tra essere e dover essere,
tale contraddizione è superata nella dimensione della
-eticità (sintesi) è la dimensione in cui il bene perseguito astrattamente dalla moralità
trova realizzazione nelle istituzioni che esprimono l’éthos di un popolo ed è articolata
nei seguenti momenti:
1)famiglia (tesi) è una unità spirituale fondata sull’amore che si compie tramite: il
matrimonio poi il patrimonio familiare e infine l’educazione dei figli la quale tende alla
formazione di persone libere che in quanto soggetti di diritto sono in grado di fondare
famiglie proprie che originano la società civile (antitesi) che è una realtà atomistica e
conflittuale nella quale vigono norme giuridico-amministrative volte a tutelare gli
interessi economici, assicurare il benessere dei cittadini e concorrere all’armonia
sociale; tra i compiti della società civile Hegel annovera quello di educare i giovani in
aggiunta alla famiglia, poi quello di evitare l’accaparramento di ricchezze al fine di
soccorrere i poveri, e anche quello di organizzare associazioni sindacali e professionali
volte a curare gli interessi delle classi sociali ossia: agricoltori, lavoratori dell’industria e
del commercio, funzionari pubblici; nella società civile vige il diritto pubblico ossia leggi
valide per tutti e conosciute da tutti, inoltre prevede l’amministrazione della giustizia, la
polizia e le corporazioni di mestiere utili ad avvicinare il singolo all’interesse del gruppo
e a valere come “seconda famiglia” per gli individui in quanto lavoratori che in essa
acquisiscono dignità di classe.
stato (sintesi)-(vivente realizzazione della libertà umana, sintesi delle esigenze
soggettive e oggettive di un popolo, totalità etica, ingresso di Dio nel mondo) è il
supremo moderatore del conflitto sociale e rappresenta la garanzia dell’esercizio dei
diritti dei singoli nel senso che i singoli hanno il dovere di essere nello Stato(rifiuto della
concezione contrattualistica dello Stato, lo Stato come fondamento dell’essere
cittadini), infatti esso è la massima concretizzazione della razionalità e
dell’universalità(divinizzazione dello Stato) in quanto incarnazione storico-istituzionale
dello spirito di un popolo(lo Stato come “sostanza etica”), esso è uno Stato forte ma
non dispotico(Stato di diritto) e assume la monarchia costituzionale come migliore
forma di governo organizzata nel otere legislativo, esecutivo e nel potere del principe.