SINTESI DELL’INTERVENTO DELLA DOTT.SSA LAURA FABRIZIO Nel Decreto Balduzzi dello scorso settembre il riferimento all’economicità è assunto come punto cardine per la revisione del Prontuario Farmaceutico Nazionale, con l’obiettivo di ridurre i farmaci obsoleti dalla rimborsabilità e premiare i prodotti che, a parità di trattamento, costano meno. Il farmacista ospedaliero, monitorando l’utilizzo appropriato e corretto del farmaco in ospedale, è in grado di determinare un circolo virtuoso con ricadute positive anche sul territorio. La personalizzazione della terapia rappresenta un’area in cui l’intervento del farmacista ospedaliero può consentire importanti risparmi. Da tempo siamo impegnati nell’allestimento delle preparazioni oncologiche personalizzate che fanno registrare un risparmio stimabile in circa il 30%, dovuto sia all’ottimizzazione dell’utilizzo dei farmaci sia all’incremento della sicurezza per i pazienti. Ad esempio, per i prodotti oncologici iniettabili poco stabili, viene fissato un giorno per la somministrazione di una terapia molto costosa (così si raggruppano le preparazioni e i pazienti e si evitano sprechi). La personalizzazione è importante anche per le terapie oncologiche orali. Questi trattamenti oggi rappresentano oltre il 15% del totale di quelli oncologici realizzati in day-hospital o ambulatorio e aumenteranno sempre più. Non dobbiamo però dimenticare il rischio rappresentato da una scarsa aderenza al trattamento da parte del paziente, con una conseguente ridotta efficacia o maggiore tossicità dovuta all’assunzione in dosi sbagliate. Ecco perché è necessario un monitoraggio simile, se non addirittura superiore, a quello dei farmaci iniettabili, perché le terapie orali vengono gestite al domicilio del paziente: anche in questo caso i farmacisti, in collaborazione con gli specialisti, distribuiscono solo il numero di compresse necessarie per una terapia che duri, ad esempio, un mese. In questo modo si evitano sprechi e si controlla l’aderenza alla terapia da parte del paziente (per verificare se ha effettivamente assunto il farmaco nella dose e per il periodo prescritti). Il recente Decreto Balduzzi, nell’art 10, stabilisce l’immediata disponibilità dei farmaci innovativi in tutte le regioni dopo il giudizio positivo (sul requisito della innovatività terapeutica di particolare rilevanza) da parte della Commissione consultiva tecnicoscientifica dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). Non si dovrà quindi più attendere l’approvazione delle singole commissioni regionali e provinciali ed il successivo inserimento nei Prontuari Terapeutici Regionali. Ma a tale proposito è necessario che le metodologie adottate per definire la reale innovatività di un farmaco siano le più appropriate, ed in questo senso sarà fondamentale il contributo dell’AIFA. Sicuramente quando si parla di innovazione in campo farmacologico ci si riferisce sia all’efficacia del farmaco in sé sia alla tecnologia utilizzata per produrlo e per gestirlo. Ma il concetto più importante è legato al vantaggio terapeutico (costo-efficacia) offerto dal trattamento rispetto a quelli già esistenti. I farmaci che veramente hanno cambiato la vita dei pazienti e i protocolli terapeutici negli ultimi cinque anni sono dell’ordine di poche unità, ad esempio farmaci per la cura di patologie oncoematologiche (bortezomid, rituximab, bendamustina, azacitidina, lenalidomide), di malattie autoimmuni, etc. Va ricordato che già prima dell’entrata in vigore del Decreto Balduzzi, in molte aziende sanitarie, a fronte di richieste motivate, era possibile utilizzare in tempi rapidi un farmaco innovativo anche se “fuori Prontuario”, qualora considerato veramente appropriato e insostituibile; i pazienti, quindi, erano comunque garantiti. I nuovi strumenti di rimborso stabiliti per i farmaci oncologici che chiamano in causa anche le aziende produttrici per condividere il rischio di fallimento terapeutico (risk sharing e payment by results) dovrebbero essere applicati a tutti i prodotti innovativi. I Registri avviati dall’AIFA nelle varie aree terapeutiche hanno il compito di valutare l’impatto nella pratica clinica dei farmaci innovativi di recente autorizzazione al commercio nel nostro Paese, sotto il profilo della sicurezza e dell’appropriatezza prescrittiva. Rappresentano uno strumento formidabile, che sarà recepito anche in Europa proprio perché considerato estremamente utile. Il meccanismo di funzionamento di ogni Registro di monitoraggio, centrato sulla specialità medicinale, è basato sulla registrazione delle informazioni relative ai trattamenti effettuati presso i Centri di prescrizione, dispensazione e somministrazione dei farmaci. L’obiettivo è garantire a tutti i cittadini pari possibilità di accesso a cure costose, assicurando l’appropriatezza del trattamento e la sostenibilità del sistema. La gestione dei Registri AIFA deve essere migliorata. I dati generati dai Registri, integrati con il “Cruscotto Informativo Regionale”, non “ritornano” ai medici e ai farmacisti ospedalieri (che contribuiscono in una prima fase al loro inserimento) limitandone così l’utilizzo per indagini farmacoepidemiologiche e farmacoeconomiche. Il secondo limite è rappresentato dal fatto che le risorse recuperate grazie ai Registri AIFA (i farmaci non efficaci sono rimborsati della aziende produttrici) spesso non vengono reinvestite nell’ambito dell’assistenza farmaceutica e questo denaro viene destinato ad altre attività sanitarie. LA DOTT.SSA LAURA FABRIZIO È PRESIDENTE SIFO (SOCIETÀ ITALIANA DI FARMACIA OSPEDALIERA E DEI SERVIZI FARMACEUTICI DELLE AZIENDE SANITARIE)