Il quinto secolo GUERRE PERSIANE 499-494 492-491 490-489 489-488 487-481 485 481-480 479-478 477 476/475 474 472 470 466 Insurrezione ionica. Aristagora, tiranno di Mileto persuade gli Ioni d’Asia a ribellarsi alla Persia; Atene ed Eretria inviano navi in soccorso. Nel 498 i ribelli prendono e incendiano Sardi; Atene si ritira dalla guerra. Aristagora viene ucciso nel 496; le città ioniche vengono prese finché nel 494/3 capitola Mileto. Dario decide di vendicare sui Greci l’incendio di Sardi Dario invia un’armata al comando di Mardonio: sottomissione della Tracia, della Macedonia, di Taso; il tiranno del Chersoneso, Milziade il Giovane, fugge ad Atene dove diventa uno dei dieci strateghi; naufragio della flotta persiana al monte Athos; Mardonio torna in Asia. Nella primavera del 491 Dario ricostituisce l’armata; chiede la sottomissione delle città greche Prima guerra persiana: l’armata persiana devasta Nasso ed Eretria: sbarco in Attica: battaglia di Maratona. Milziade II conduce una spedizione contro Paro; fallisce e, tornato, viene messo in stato d’accusa e muore per una ferita riportata in guerra. Temistocle, capo dei “popolari” si libera degli avversari politici con l’ostracismo: Ipparco (487), Megacle (486), Santippo (484), Aristide (483); ottiene quindi di mandare a effetto il suo programma di costruzione della flotta (180 triremi entro il 481), impiegando i proventi delle miniere d’argento del Laurio (scoperta di nuovi filoni nel 483), mentre all’armamento provvedono cittadini ricchi (liturgie). Crescente importanza politica dei teti che sono impiegati come rematori. Gelone tiranno di Siracusa Seconda guerra persiana: congresso delle città greche all’Istmo, per organizzare la difesa contro i preparativi di guerra di Serse (succeduto nel 485). Nella primavera del 480 Serse passa l’Ellesponto su un ponte di barche e giunge in Tessaglia. Battaglie del capo Artemisio (vittoria della flotta greca), delle Termopili, di Salamina (fine settembre). Nello stesso giorno (?) Gelone di Siracusa sconfigge i Cartaginesi ad Imera. Greci vincono i Persiani a Platea e Micale (agosto); assediano e prendono Sesto nell’Ellesponto (478) Costituzione della lega delio-attica. Costruzione del le fortificazioni di Atene. Ierone succede in Siracusa a Gelone. Campagna di Cimone in Tracia: conquista Eione, alla foce dello Strimone, e l’isola di Sciro; Bisanzio aderisce alla lega ateniese. Vittoria di Ierone sugli Etruschi nelle acque di Cuma Nasso si ribella: verrà sottomessa da Cimone nel 468 Ostracismo di Temistocle (divenuto vassallo del re di Persia, muore a Magnesia sul Meandro). Cimone, figlio di Milziade, prosegue la guerra contro i Persiani come capo della flotta confederata. Morto Ierone, in Siracusa si stabilisce un governo democratico. 465 464 463-461 461 Doppia vittoria di Cimone alle foci dell’Eurimedonte, nell’Asia Minore, sulla flotta e l’esercito persiani. Rivolta di Taso: è sottomessa da Cimone dopo due anni di assedio. Un terremoto distrugge Sparta, decimando la popolazione; gli iloti della Messenia e Laconia insorgono; gli spartani li assediano nella fortezza di Itome. Un esercito ateniese, mandato in aiuto di Sparta all’assedio della fortezza di Itome, viene rinviato dagli stessi Spartani per timore che si diffondano fra le truppe tendenze democratiche. Ad Atene, una forte opposizione, guidata dai “popolari” Efialte e Pericle (famiglia degli Alcmeonidi), mira a limitare i poteri dell’Areopago dominato dalle prime classi. Tutte le decisioni di carattere politico e giuridico sono demandate al Consiglio (Bulè), ai giudici popolari dell’Eliea e all’assemblea popolare (Ecclesia); la competenza dell’Areopago resta limitata alla giurisdizione sui reati di sangue. Il fallimento della politica filospartana di Cimone ne provoca l’ostracismo. Atene denuncia l’alleanza con Sparta e si allea con Argo, nemica tradizionale di Sparta. Efialte viene assassinato da un sicario armato dalle classi conservatrici. Dopo le vittorie sui Persiani e la costituzione, nel 477, della lega delio-attica (in seguito anche al rifiuto spartano di impegnarsi in difesa dei Greci d’Asia), Atene diventa la città più importante dell’Ellade. Inizialmente gli alleati possono fornire, per la difesa comune, navi ed equipaggi; trovano però più comodo pagare un φόρος ad Atene, facendo sì che la flotta comune sia composta solo di marinai ateniesi: quando vorranno ribellarsi, Atene sarà già divenuta troppo forte. ETÀ DI PERICLE (461-429) 461 460-457 458 457 456 456-452 Dopo la morte di Efialte, Pericle prosegue da solo la riforma. Creazione di un’indennità giornaliera per i membri della Bulè e del Tribunale dei giudici popolari. Costruzione delle “Lunghe Mura” fra la città e il porto del Pireo. Il processo di democratizzazione è definitivamente compiuto con l’ammissione all’arcontato della 3^ classe (zeugiti). Atene è minacciata al nord dall’alleanza di Sparta con Tebe. Vittoria degli Spartani e dei Tebani a Tanagra, degli Ateniesi a Enofita. La Beozia, la Locride e la Focide vengono annesse ad Atene, che estende la sua egemonia su tutta la Grecia centrale. Egina è costretta a entrare nella Lega delio-attica (consegna della flotta). Conseguenze: è eliminata la concorrenza commerciale; il Pireo diventa il porto di transito più attivo di tutta la Grecia. Atene appoggia per motivi politico-commerciali la ribellione di Inaro in Egitto 454 451 449 448 447 445 444 440 437 contro i Persiani (l’Egitto, insieme alla Sicilia e alla Russia meridionale è fra i maggiori produttori di grano). Distruzione di due flotte ateniesi Trasferimento del tesoro della Lega ad Atene (cessione di 1/60 del tributo alla dea Atena). Legge sul diritto di cittadinanza: entrambi i genitori devono essere dell’Attica Tregua di 5 anni con Sparta (ne è mediatore Cimone, ritornato dall’esilio, che muore poco dopo). Doppia vittoria degli Ateniesi sui Persiani presso Salamina di Cipro Pace di Callia fra la Persia e Atene. Le città greche dell’Asia Minore e di Cipro rimangono nell’Impero persiano che ne garantisce l’autonomia. Impegno reciproco di non intervento. L’Egeo è considerato un mare interno greco. Il Congresso panellenico della Pace indetto ad Atene da Pericle (programma: consolidamento della pace, sicurezza dei mari, ricostruzione dei santuari distrutti dai Persiani) naufraga per l’opposizione di Sparta. Successivamente sollevazioni contro Atene (caduta degli oligarchi in Beozia, 447; secessione dell’Eubea e di Megara. 446) e invasione dell’Attica da parte di un esercito spartano. Pace dei Trent’anni con Sparta: Sparta riconosce l’Impero ateniese e Atene l’egemonia di Sparta sul Peloponneso. Atene è, con la Persia e con Cartagine, la terza grande potenza nel Mediterraneo. Non cessa però la rivalità tra Sparta e Atene. Fondazione della colonia panellenica di Turi, in Magna Grecia Samo si rivolta e viene costretta alla resa da Pericle. Fondazione della colonia ateniese di Anfípoli, sulle coste della Tracia, non lontano dalle miniere d’oro del Pangeo In politica estera, Pericle cerca di mantenere e rafforzare l’impero navale, anche con interventi molto duri (nel 456 Egina è costretta a entrare nella lega; nel 454 il tesoro della lega è trasferito da Delo ad Atene; nel 440 è spietatamente repressa la rivolta di Samo). Dal 447 al 445 (nella cosiddetta Prima guerra del Peloponneso), Pericle lotta su due fronti: contro i Persiani (fino alla Pace di Callia del 448, che fa dell’Egeo un lago ateniese), e contro Sparta ed alleati (fino alla Pace dei Trent’anni del 445, in cui Sparta riconosce l’impero ateniese, ma rimane potente e pericolosa). Dopo la pace di Callia con i Persiani, la Lega delio-attica (ormai superflua come lega militare contro la Persia) si trasforma definitivamente in un impero. Vengono creati i distretti di Ionia, Caria, Isole, Tracia, Ellesponto per la riscossione dei tributi; viene riconosciuta l’egemonia ateniese sulle città collegate; viene gradualmente introdotto ovunque il sistema attico di monete, pesi e misure. Vengono fondate le colonie di Turi (444) in Magna Grecia e di Anfipoli (437) in Tracia, vicino alle miniere d’oro del Pangeo; dal 460 al 457 vengono costruite le Lunghe Mura, che uniscono Atene al Pireo, rendendola inespugnabile ed assicurando i rifornimenti via mare. La disponibilità di materie prime (miniere di Taso, Laurio, Sifnos) favorisce il sorgere di attività industriali e commerciali, sostenute da artigiani e naviganti (spesso meteci). Il Pireo diventa il primo porto dell’Egeo, anche perché lo strapotere militare ateniese impedisce ogni concorrenza. In politica interna, Pericle, dopo essersi sbarazzato degli avversari (per ultimo l’ostracismo al suo avversario Tucidide di Melesia nel 443), basa il suo potere sul consenso popolare. Rieletto ogni anno stratega, guida il popolo, nell’ Ἐκκλησία, con le sue capacità oratorie. Il potere politico viene gradualmente trasferito all’ Ἐκκλησία e al tribunale popolare dell’Eliea (nel 461 riduzione dei poteri dell’Areopago e creazione di un’indennità giornaliera per i membri della Bulè e del Tribunale dei giudici popolari; nel 458 ammissione all’arcontato della 3^ classe, gli zeugiti ). Pericle crea un vero e proprio stato assistenziale, garantendo una certa sicurezza economica anche ai membri più poveri del δῆμος: innanzitutto ci sono le indennità (μισθοί) per chiunque ricopra una carica pubblica; poi ci sono vere e proprie pensioni di invalidità; numerosi cittadini vanno nelle colonie o diventano cleruchi (concessionari di terre in zone soggette ad Atene); non vanno inoltre dimenticati i grandiosi progetti di rifacimento dell’Acropoli, con la costruzione di templi ed edifici pubblici che assicurano per anni lavoro e paga a un gran numero di operai e di artigiani (ma pesano gravemente sulle finanze). Lo stato si finanzia con le tasse sui meteci che lavorano ad Atene, ma soprattutto attraverso i φόροι degli alleati. Inoltre, nel 451, viene promulgata una nuova legge che limita il numero dei nuovi cittadini: per avere la cittadinanza ateniese (e godere quindi dei vantaggi dello stato assistenziale), entrambi i genitori devono essere dell’Attica. Conseguenze: perdita dei diritti civili per gli Ateniesi figli di madre straniera; i vantaggi sociali (indennità e assegnazioni di frumento) sono limitati ad una minoranza e si ha pericoloso frazionamento della compagine sociale. Dal punto di vista culturale, il periodo che va dalla fine delle Guerre persiane all’inizio della Guerra del Peloponneso è conosciuto col nome di πεντηκονταετία, ed è stato considerato come uno dei periodi più significativi della storia della civiltà occidentale. Intorno a Pericle e ad Aspasia si raccoglie un circolo di intellettuali di cui fanno parte grandissime personalità: Erodoto di Alicarnasso, Anassagora di Clazomene, Ippodamo di Mileto, Sofocle, Fidia. Si afferma un sistema di valori e uno stile di vita a cui faranno riferimento, uomini di ogni luogo e di ogni epoca. Nel clima dell’Atene periclea, secondo Tucidide, l’autonomia dell’individuo nella sua vita privata si contempera con un vigoroso senso civico di rispetto della legge e di obbedienza ai magistrati; ciascuno unisce la cura degli interessi familiari a una presenza attiva nella vita politica: le magistrature sono aperte a tutti. La vita si svolge serena: abbondanti giungono le derrate alimentari da ogni parte della terra; alle fatiche in cui si impegnano i suoi cittadini Atene offre frequente sollievo con agoni e feste religiose. Gli Ateniesi non amano lo sfarzo ma il bello; amano la cultura ma senza estraniarsi dalla vita attiva. Insomma, la città tutta quanta è per la Grecia un modello di come si deve vivere, è «la scuola dell’Ellade». Si tratta ovviamente di una visione idealizzata, ma basata su fatti reali; d’altronde i valori di equilibrio e di armonia su cui si basa lo stato ateniese sono confermati dalla letteratura e dall’arte contemporanea. Si consideri, ad esempio, l’armonia architettonica del Partenone, la forza calma e sicura delle sue sculture, l’elegante organicità compositiva dell’insieme. Con significativa novità il fregio del tempio invece che scene del mito rappresenta tutta la città che nelle Panatenee si reca in processione a rendere omaggio alla sua dea. L’espressione pensosa delle figure umane, il loro sguardo intenso, da cui traspare una bellezza interiore, il panneggio sinuoso e ondeggiante nelle clamidi dei cavalieri, il nudo eroico di giovani corpi, il panneggio ancora, sciolto oppure ricco di pieghe ordinate e profonde, colto nell’avanzare solenne del corteo offrono un bilanciarsi di slancio e di compostezza ieratica, un esempio di quel controllo delle emozioni che costituisce il carattere distintivo di un’opera classica, ma vogliono essere, di fatto, l’illustrazione di quella concordia civica, di quella fede serena, di quella padronanza di sé, di quell’ideale di energia e di misura, di bellezza e di intima serietà che aveva vivificato in quegli anni la società ateniese. La democrazia periclea si estende anche all’ambito culturale: non esiste frattura fra persone colte e incolte. I poeti scrivono per tutta la popolazione e questa è il loro pubblico. Ogni Ateniese, come è capace di assumere (in seguito a sorteggio) la responsabilità di membro della Βουλή o addirittura di primo cittadino dello Stato, così è in grado di comprendere i suoi poeti (e non si tratta certo di poesia facile, «popolare»). GUERRA DEL PELOPONNESO (431-404) 435-432 432 431-404 431-421 Guerra fra Corinto e Corcira, colonia dei Corinzi; Corinto, vinta, prepara la riscossa, e i Corciresi chiedono l’alleanza ateniese. Gli Ateniesi decidono di aiutare Corcira e intervengono in uno scontro navale contro i Corinzi. Alleanza di Atene con Zacinto, Reggio e Leontini. Potidea, nella penisola calcidica, istigata dalla Macedonia e da Corinto, si ribella ad Atene. Su proposta di Pericle, si vieta l’accesso ai porti della lega ateniese ai Megaresi, staccatisi precedentemente da Atene Spartani e Peloponnesiaci decidono di fare la guerra (benché i primi siano meno favorevoli, preoccupati per la diminuzione della popolazione, timorosi di nuove rivolte degli iloti, coscienti dell’esiguità delle loro risorse finanziarie). Piano di guerra di Pericle: evacuazione degli abitanti dell’Attica entro la cinta delle mura che chiudono Atene e il Pireo. Impiego della flotta contro il Peloponneso. Ordine di evitare uno scontro con l’esercito spartano superiore per numero e armamento. GUERRA DEL PELOPONNESO Guerra archidamica. Gli Spartani, guidati dal loro re Archidamo devastano ogni anno l’Attica, mentre gli Ateniesi colle flotte fanno scorrerie lungo le coste del Peloponneso. Nel 430 e nel 429 la peste decima la popolazione di Atene; ne muore Pericle (settem bre 429). Nel 427 Platea, in Beozia, si arrende ai Peloponnesiaci dopo un assedio triennale; Mitilene, ribellatasi l’anno innanzi, viene duramente sotto messa. A Corcira si verificano sanguinose e feroci lotte fra democratici e oligarchici: i primi, vittoriosi, mantengono l’alleanza ateniese (425). Si combatte in Acarnania. In Sicilia Leontini, in guerra con i Siracusani, chiede aiuto ad Atene, che invia una spedizione (427); ma nel 424 i Sicelioti a Gela si riconciliano fra di loro. Nel 425 gli Ateniesi bloccano a Sfacteria, di fronte a Pilo, gli Spartani; Cleone fa prigionieri i superstiti, tra cui 120 opliti spartani. Insuccessi ateniesi nella Megaride e in Beozia; nel 424 lo spartano Brasida, dopo una lunga marcia attraverso tutta la 421 420-415 415-413 413-404 Grecia, strappa agli Ateniesi Anfipoli e altre città della Calcidica. Cleone è inviato a combatterlo nel 422, ma è vinto sotto Anfipoli; e muore in battaglia insieme a Brasida. Pace di Nicia: Sparta ed Atene si impegnano a restituire le conquiste fatte durante la guerra. I patti della pace non vengono mantenuti. Gli Atemesi si alleano con gli Argivi, ma non li aiutano efficacemente; gli Spartani vincono a Mantinea (418) e costringono Argo ad un’alleanza. Contese in Atene fra Alcibiade, Nicia e il capo democratico Iperbolo che viene ostracizzato (417). Spietata conquista ateniese dell’isola di Melo (416-15). Guerra siciliana. Alcibiade promuove un intervento in Sicilia, in aiuto di Segesta, attaccata dai Siracusani; partito al comando dell’armata, viene però subito richiamato per accusa di sacrilegio, e fugge a Sparta. Gli Ateniesii pongono l’assedio a Siracusa, sotto Nicia, ma i Siracusani, aiutati da Sparta, si difendono valorosamente; nel 414 passano alla controffensiva, bloccando la flotta ateniese nel Porto Grande, e annientandola nell’agosto del 413; nel settembre viene distrutto l’esercito ateniese di terra. Guerra deceleica. Gli Spartani entrano in guerra e, su suggerimento di Alcibiade, occupano in permanenza la fortezza di Decelea, nel territorio attico, devastando la campagna e interrompendo i rifornimenti di argento dal Laurio. D’intesa coi Persiani, staccano da Atene quanti possono dei Greci d’Asia; gli Ateniesi allestiscono una flotta, ormeggiata a Samo, rimasta fedele. Nel 411 in Atene ha luogo in maggio una rivoluzione oligarchica, che instaura una bulè di 400 membri; la cittadinanza viene ridotta a 5000 cittadini in possesso di un certo censo. La flotta di Samo rimane democratica, e invita a rientrare in patria Alcibiade. I Quattrocento sono rovesciati dallo stratega Teramene, che instaura nel settembre del 411 una oligarchia moderata. Gli Ateniesi sconfiggono la flotta spartana a Cinossema e ad Abido (411, autunno), e a Cizico (410). Si ristabilisce in Atene la costituzione democratica (luglio 410): viene riconquistata nel 409 Bisanzio. Nel giugno del 408 Alcibiade rientra trionfalmente in Atene, ma nel 407 il suo luogotenente Antioco viene sconfitto da Lisandro a Notion, presso Efeso; Alcibiade si ritira nel Chersoneso. Nel 406 gli Ateniesi vincono la flotta spartana, presso le Arginuse; ma gli strateghi vittoriosi vengono condannati a morte, per aver omesso di raccogliere in tempo i naufraghi ateniesi dispersi sul mare da una tempesta. Nel 405 Lisandro, con una nuova flotta allestita grazie al denaro persiano, annienta la flotta ateniese a Egospotami: nell’autunno blocca il Pireo. Nell’aprile-maggio del 404 Atene si arrende prostrata dalla fame: i Peloloponnesiaci distruggono le Lunghe Mura e insediano il governo oligarchico dei Trenta. Lo scoppio della Guerra del Peloponneso (431) è presto seguito dalla morte di Pericle (429); con essa scompare l’uomo che aveva saputo tenere sostanzialmente unita la πόλις in un equilibrio di libertà per ciascun cittadino, di ordine sociale e di consenso nell’indirizzo politico. Il successore è Cleone e da allora la città comincia ad essere agitata dalla demagogia e dalla discordia dei partiti. Alla moderazione verso i confederati si sostituisce l’arroganza e la compagine della lega di Delo viene tenuta insieme con la minaccia e con l’esempio di crudeli repressioni. La guerra del Peloponneso, poi, «è maestra di violenza» (Tucidide). Cresce l’egoismo, si perde l’antica onestà. Si inseriscono in questa situazione le idee portate dalla sofistica, che è sì un grande movimento di fede illuministica nelle possibilità dell’uomo, ma è anche una grande forza disgregatrice nei confronti dei valori tradizionali (il νόμος) in nome dell’individualismo. Viene messo in discussione tutto l’antico sistema educativo, la vecchia παιδεία, le norme di condotta di una volta fondate sul senso della misura. Declina in certi ambienti il rispetto per la religione e la stessa devozione alla patria, si giunge a gesti sacrileghi: dei giovani in case private si danno a parodie dei misteri sacri; poco prima che le navi prendano il mare per la spedizione in Sicilia, le erme della città in una sola notte vengono mutilate (415); altri si sente impegnato verso la πόλις solo finché gliene viene un utile politico. Alcibiade, implicato nello scandalo delle erme, fugge a Sparta, la sobilla contro Atene e dichiara in pubblico che non ha amor di patria in quanto è stato offeso. Il disagio, l’insoddisfazione, l’inquietudine entra negli animi. Intanto la città si esaurisce in una fanatica ostinazione ad insistere nella guerra. Sul declinare del secolo Atene è costretta alla resa (404): l’età di Pericle è solo un ricordo.