Città di Melegnano (Città Metropolitana di Milano) Assessorato alle Politiche Educative Cari alunni, studenti delle scuole melegnanesi di ogni ordine e grado, desidero celebrare insieme a voi il 10 Febbraio 2016, il Giorno del Ricordo per ricordare, per raccontare, per capire e condividere la memoria dopo anni di silenzio. Soltanto due settimane fa è stata celebrata in Italia e in tutto il mondo la Giornata della Memoria, dedicata al ricordo della Shoah, una delle pagine più nere della storia dell'umanità, che costò la vita a milioni di ebrei, zingari, omosessuali, civili, militari, uomini, donne e bambini. Nel calendario degli avvenimenti la giornata del 10 Febbraio, è quella che segna il massacro delle Foibe e la perdita di migliaia di vite italiane, una delle più grandi stragi tra quelle consumate durante e dopo Ia Seconda Guerra Mondiale, in questo caso dall'Armata di Liberazione Popolare della ex Jugoslavia. Dopo l'Olocausto degli ebrei ed anche degli italiani, nei campi di sterminio nazisti, quello delle Foibe di Basovizza è stata certamente una delle più grandi tragedie che hanno colpito l'umanità. Per le Foibe di Basovizza si è trattato di un preordinato massacro di "pulizia etnica" che mirava alla distruzione di tutto quello che era Italia e italiano e tutto ciò per favorire l'annessione alla Jugoslavia dei territori di Trieste, del Goriziano e dell'Istria. Con la legge n.92 del 30 marzo 2004 Ia Repubblica Italiana ha istituito il Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo istriano-dalmata, delle vicende del confine orientale e ha concesso un riconoscimento ai congiunti degli "infoibati". Scopo del riconoscimento del Ricordo è quello di "conservare e rinnovare la memoria di una tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. La terribile pagina di storia a cui fa riferimento il Giorno del Ricordo interessò i territori dell'Istria a partire dall'autunno del 1943, subito dopo l'armistizio, quando i partigiani slavi gettarono nelle foibe (fosse rocciose fino a 200 metri) centinaia di cittadini italiani. Nel 1945, durante I'occupazione dall’ingresso di Tito il 1 maggio fino all'arrivo delle truppe anglo-americane a metà giugno, la carneficina delle foibe raggiunse l'apice dell'orrore. Lo sterminio fu condotto senza distinzioni politiche, razziali ed economiche seguendo le direttive di Tito che ordinava di eliminare i fautori del nazionalismo. Furono arrestati fascisti, antifascisti e partigiani, cattolici, donne, vecchi e bambini, industriali, agricoltori artigiani, poliziotti e carabinieri, militari e civili, secondo un disegno che prevedeva l'epurazione attraverso torture, fucilazioni ed infoibamenti. La persecuzione, soprattutto in quella" terra di nessuno" vicina al confine sottoposta all’amministrazione jugoslava, la violenza e l'efferatezza delle esecuzioni, precedute spesso da processi sommari, torture e linciaggi determinarono l'esodo che nel dopoguerra allontanò quasi tutta Ia popolazione italiana dall' Istria. Mi sembra doveroso, come ho fatto nella celebrazione del Giorno della Memoria , il 27 gennaio 2016, riallacciarmi, anche nel Giorno del Ricordo, alle vicissitudini che hanno colpito la mia famiglia e mio padre, militare di carriera. Egli dopo Ia deportazione da parte dei tedeschi, la sua prigionia, la sua fuga era ritornato in famiglia a Cormons, in Provincia di Gorizia, dove Ia situazione però cominciava a diventare difficile per i civili e militari italiani. Alle truppe di occupazione tedesche si sostituiscono quelle Jugoslave, la cui avversità contro gli italiani, se non era pari era di gran lunga superiore a quella tedesca. Il 7 agosto 1945 la nostra famiglia abbandona la nostra casa, di Cormons (Gorizia), lasciando i nostri beni e viaggiando su un carro ferroviario merci per il trasporto del bestiame per 15 giorni facciamo ritorno ad Altamura(BA), paese natio di mia madre, ospiti dei parenti. Ad Altamura tra l'altro in quel periodo era sorto un campo profughi dell'Istria, dove io spesso mi sono recata per parlare con i profughi. Per finire ho voluto ricordare insieme a voi il Giorno del Ricordo gli infoibati e i profughi e restituire la memoria alla loro tragedia, in fondo, siamo soprattutto noi, a giovarci di quanto stiamo facendo, perché da quella storia, che è la storia dell'Italia e degli Italiani, riceviamo un insegnamento ed un monito che ci aiuteranno ad essere cittadini più consapevoli e più coerenti. Ricordare il dramma degli italiani delle Venezie e della Dalmazia è un modo per crescere come Nazione. Vice Sindaco Assessore Alle Politiche Educative Raffaela Caputo