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L’idea di crociata
Nel suo significato originale “crociato” non si riferisce a chi partiva per fare la “crociata”, dato che
nel 1095-99 questa parola ancora non esisteva. “Crociato” è solo un participio passato che traduce
crucesignatus, cioè il nome con cui si rispondeva all’appello del papa cucendosi sul petto il simbolo
della croce.
Nell’intendimento degli storici, che assumono una parola diffusa nelle varie lingue europee solo dal
XIII secolo, sono definite crociate le spedizioni militari condotte da eserciti europei in Palestina nel
1095-99, 1147 e 1189 per sottrarre la città di Gerusalemme al dominio dei musulmani.
Fra gli storici moderni si è affermato l’uso di distinguerle secondo una numerazione progressiva e
arrivando fino a nove o dieci, aggiungendovi anche successive spedizioni del XIII secolo che non
riguardarono direttamente la Palestina.
Crociata e guerra santa
In effetti, dopo il 1099 la crociata, o meglio “il passaggio in Terrasanta”, divenne un’istituzione
permanente, che non coincide del tutto con la nozione di guerra ed è caratterizzata dall’unione di
due elementi distinti. Da un lato, il crociato era chi compiva il pellegrinaggio penitenziale ai luoghi
della vita e della passione di Gesù, ottenendo la remissione dei peccati debitamente confessati;
dall’altro, il crociato era il combattente nella più specifica guerra santa contro gli “infedeli”
musulmani, una guerra che, a differenza di tutte le altre, non era la risposta a un torto subito ma era
giustificata, e anche resa obbligatoria, dalle sue finalità religiose.
Esiste una somiglianza almeno esteriore con la jihad o “guerra santa” islamica, che letteralmente
indica la “lotta”, non necessariamente armata e quindi (meglio) la “prova” interiore in difesa della
fede. Con il tempo l’idea di crociata, come quella di jihad, ha finito per collegarsi con la
convinzione che fra cristianesimo e islam non potessero esistere altro che rapporti di guerra
perenne.
Usi e abusi di una parola
Il principio della guerra santa è stato successivamente esteso a chiunque fosse considerato nemico
della fede cristiana; si è così parlato di crociate a proposito delle guerre contro le popolazioni
pagane del Baltico e così pure per quelle contro gli eretici o i ribelli all’autorità papale.
Progressivamente, l’idea di crociata ha subìto un’ulteriore e più radicale trasformazione,
applicandosi alla lotta contro ciò che è considerato un male assoluto e venendo a includere allo
stesso tempo gli elementi dell’intransigenza e della fede eroica. Una dichiarazione di impegno
disinteressato in favore di una buona causa e contro avversari della cui malvagità assoluta è difficile
dubitare ha finito per suscitare il sospetto di ipocrisia.
Alla lunga, le implicazioni negative del termine hanno finito per diventare prevalenti. Crociata è
divenuto allora sinonimo di un movimento irrazionale ed esaltato, improntato all’intolleranza e al
fanatismo, orientato all’annientamento di un avversario del quale non si riescono a comprendere le
ragioni oppure che viene demonizzato oltremisura o che è perfino del tutto immaginario.
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