GELSOMINO JASMINUM OFFICINALIS Fam. OLEACEAE
Il Gelsomino è una pianta della famiglia delle oleaceae, ne esistono circa 150 specie. Le
più diffuse sono:
Jasminum officinalis rampicante, Jasminum grandiflorum semi
rampicante e Jasminum Sambac arbusto coltivato nei luoghi caldi, i cui fiori sono
inizialmente bianchi e poi diventano rossi.
I gelsomini hanno rami flessibili, foglie impari pennate, opposte, composte da tre paia di
foglioline lanceolate. I fiori, profumatissimi, disposti a pannocchia hanno la corolla
normalmente bianca con cinque petali.
La struttura del fiore, nella tradizione mediterranea e del vicino Oriente, è il simbolo della
Grande Madre, infatti se si inscrivono nel cerchio dell’anno le congiunzioni del pianeta
Venere in base alla loro posizione nello Zodiaco si ottiene una stella a cinque punte che
rappresenta Venere –Ishtar dei Babilonesi – Afrodite dei Greci.
Una leggenda araba racconta che un giorno Micar, il re degli spazi celesti, vedendo che
Kitisa, madre di tutte le stelle, non riusciva a calmare un gruppetto di stelline litigiose, per
punirle le scagliò sulla terra, ma Bersto, madre della natura, ne ebbe pietà e le trasformò
in gelsomini. Secondo gli Arabi, poichè questo fiore simboleggia l’Amore divino, il Paradiso
profuma di Gelsomini.
Il nome deriva dall’arabo Jasminum che significa fiore bianco.Questa pianta era nota in
Cina tre secoli prima di Cristo, era apprezzata anche dai faraoni, in India era sacra a Visnù
e i fiori per la loro fragranza erano usati per bagni rilassanti e per produrre oli profumati
con cui massaggiare il corpo e cospargere i capelli. Nella medicina orientale ogni organo
ha una corrispondenza con un pianeta che ne rappresenta la funzione, il cervello e il
sistema riproduttivo sono ritenuti in relazione con la luna. Il gelsomino, classificato pianta
lunare,si riteneva che potesse esplicare la sua azione proprio sul sistema nervoso e su
quello genital. Era usato nell’albumterapia (albus =bianco)con i fiori del Ciliegio, del
Biancospino, dell’Arancio e del Tiglio, infatti pare che i fiori bianchi abbiano un effetto
rilassante sul sistema nervoso e aiutino a neutralizzare lo stress.Nella medicina orientale si
consigliava di appoggiare sulla testa coroncine di fiori bianchi per eliminare la stanchezza
e trarne nuove energie, forse per questo oggi nei giardini delle case di cura per malattie
mentali si tende a coltivare fiori bianchi.
Né i Greci né i Romani conoscevano questa pianta, fu portata in Italia dai Turchi nel
quattrocento dalla Persia sua patria di origine, nel resto d’Europa si diffuse nel cinquecento
, quando Vasco De Gama la portò da un suo viaggio in India.
La prima specie portata in Italia fu il Sambac che fu ospitata nelle serre di Cosimo 1 dei
Medici, il quale diede ordine al giardiniere di non parlarne con nessuno e di non toccarne
neppure una foglia, ma questi non seppe resistere e ne regalò un rametto alla sua amata
che lo piantò nel suo giardino e vendendone i fiori potè farsi una bella dote e sposare il
suo amato.
In Spagna e in Toscana le spose hanno sempre nel loro bouquet un ramo di Gelsomino.
L’essenza di Gelsomino, che non si riesce ad ottenere per sintesi, è fra le più delicate e
preziose ed è la base dei profumi più noti e famosi. Per estrarre l’essenza i fiori vanno
raccolti alle prime luci dell’alba.
In Calabria tutta la costa che corre fra Capo Spartivento e Punta Stilo fino a pochi anni fa
era celebre per la produzione dei profumatissimi gelsomini ora sembra un paese fantasma
con il silenzio rotto dal vento che fischia fra le rocce, i cespugli dei fichi d’india, le case
semidistrutte di un villaggio abbandonato e i pinnacoli rocciosi che si stagliano nel cielo
color cobalto.
Applicazioni terapeutiche. L’essenza di gelsomino è utile nei disturbi psicosomatici di
natura emozionale, migliora il tono dell’umore, rende più fermo il carattere, aiuta a
superare l’inerzia e l’apatia è ritenuto antidepressivo, rilassante
sedativo, cicatrizzante
, antispasmodico e tonico uterino; nelle mestruazioni dolorose facilita il flusso, favorisce il
travaglio del parto e stimola la montata lattea. Agisce anche sugli organi sessuali maschili
per cui è ritenuto un afrodisiaco. E’ consigliabile usare l’essenza di gelsomino come
profumo personale applicandola alle tempie e ai polsi con un leggero massaggio .
Questa essenza se presente nelle creme cosmetiche ha un azione rivitalizzante, distensiva
e antirughe.
Infine nella medicina Ayurvedica il Gelsomino è classificato nelle piante con azione
refrigerante, quindi con azione nervina e rafforzante l’attività del sistema nervoso.
Preparazioni.
L’infuso preparato con g 20 di fiori in un litro di acqua bollente, predispone al sonno,
allevia il mal di testa e la tosse, se ne prendono due tazze al giorno di cui una prima di
coricarsi.
Si può preparare un olio profumato, con le stesse indicazioni dell’essenza, mettendo a
macerare per un mese in un recipiente di vetro scuro una manciata di fiori con una
quantità di olio pari al doppio del loro volume. Ora dopo aver tanto tessuto le lodi del
Gelsomino è opportuno ricordare che il polline di questa pianta può scatenare,in persone
precedentemente sensibilizzate, reazioni allergiche.
A proposito di allergie, il medico greco Galeno, vissuto nel II sec dC per primo osservò
che in primavera molti individui soffrivano di difficoltà respiratorie, un secolo prima Celso
aveva definito dyspnoea la difficoltà respiratoria e astma i disturbi più gravi; solo nel
novecento il medico tedesco Parquet coniò il termine allergia intesa come la reazione
esagerata dell’organismo verso una particolare sostanza da cui è stato precedentemente
senzibilizato. Fra i fattori in grado di scatenare una reazione allergica vanno ricordati i
pollini dell’Ortica, della Parietaria,
ricordato anche il Gelsomino.
di molte graminacee, composite e oleacee fra cui va