Nefrectomia e asportazione di trombosi cavale estesa con arresto di circolo e preservazione della perfusione cerebrale: risultati nei primi 14 pazienti e confronto con la tecnica standard. Scopo del lavoro Valutare i risultati perioperatori ottenuti nell’asportazione della trombosi cavale estesa da carcinoma renale impiegando una tecnica modificata di by-pass cardiopolmonare (CPB) che mantiene la perfusione cerebrale anterograda. Materiali e metodi Valutazione retrospettiva di un database dedicato ai pazienti sottoposti a nefrectomia ed asportazione di trombosi da carcinoma renale in CPB, compilato a partire dal 1998. L’indicazione all’impiego del CPB è stata posta in tutti i casi in cui il livello della trombosi giungeva al piano dell’ingresso delle vene sovraepatiche nella vena cava inferiore o oltre. Nel primo periodo dello studio (1998-2007), è stato condotto un CPB con tecnica di standard (gruppo sCPB). Nel secondo (2007-oggi), è stata variata la tecnica per mantenere una perfusione cerebrale anterograda durante l’arresto circolatorio (gruppo CPB+BP). Una serie di fattori intra- e perioperatori sono stati confrontati tra i due gruppi (v. tabella, pts pazienti). Risultati Complessivamente, 23 pazienti sono stati sottoposti ad intervento con CPB nel periodo dello studio, 9 sCPB, 14 CPB+BP. Non sono emerse differenze nelle caratteristiche dei pazienti (sesso, età e comorbidità), e delle neoplasie (estensione della trombosi e stadiazione). Solo 1 (11.1%) e 3 (23.0%) pazienti, rispettivamente nel gruppo sCPB e CPB+BP, non hanno avuto complicanze post-operatorie; 15 eventi di complicanza (5 di grado Clavien >=3, 33% degli eventi) sono occorse nel gruppo sCPB (media 1.66 eventi/paziente); 29 eventi (10 di grado >=3, 30.3% degli eventi) nel gruppo CPB+BP, (media 2.1 eventi/paziente). Nella tabella è riassunto il confronto dei risultati delle due tecniche. Discussione Il CPB+BP, già impiegato nella chirurgia dell’arco aortico, permette di proteggere il tessuto cerebrale per tempi di arresto di circolo maggiori con un’ipotermia più moderata. Così si riducono i rischi di disfuzione coagulativa legati all’ipotermia e i tempi operatori di raffreddamento/ riscaldamento del paziente, senza rinunciare al campo esangue garantito dall’arresto del circolo. Il presente studio raccoglie la più ampia casistica di pazienti sottoposti a trombectomia con CPB+BP. A parità di caratteristiche dei pazienti e delle neoplasie, è stato possibile raggiungere un’ipotermia più moderata, mantenuta per un tempo di arresto di circolo superiore, ma con tempi di CPB complessivi inferiori, grazie alla riduzione dei tempi di raffreddamento/riscaldamento. L’impiego di un CPB+BP non ha comportato differenze nella morbidità e nella mortalità. In particolare, il rischio di insufficienza renale ed epatica è risultato sovrapponibile, dimostrando che questi parenchimi possono tollerare un’ipotermia più moderata, almeno per i tempi di arresto di circolo che questo tipo di chirurgia richiede. Conclusioni Un CPB+BP limita la necessità dell’ipotermia, senza determinare un maggior numero di complicanze rispetto ad un CPB con ipotermia più profonda.