S.O.C. Assistenza Farmaceutica Territoriale Dr.ssa Marilena Paire Dr.ssa Patrizia Dutto Dr.ssa Elena Garbarino Tel 0173 316225 Tel 0173 316231 PEDIATRIA CONCLUSA LA REVISIONE SUI DERIVATI TERPENICI (02/02/12). L EMA ha terminato una revisione della sicurezza e dell’efficacia delle supposte contenenti derivati terpenici, l’uso di questi medicinali deve essere controindicato nei bambini di età inferiore a 30 mesi, nei bambini con una storia di epilessia o convulsioni febbrili e nei bambini con una storia recente di lesione anorettale. Sulla base della valutazione dei dati attualmente disponibili e della discussione scientifica scaturita in seno al comitato, il CHMP ha concluso che esiste il rischio che questi medicinali inducano disturbi neurologici, in particolare convulsioni, nei neonati e nei bambini piccoli. PEDIATRIA LAMOTRIGINA E VALPROATO: RACCOMANDAZIONI (24/01/12). Sia la Lamotrigina che il Valproato di Sodio in monoterapia sono associati ad un aumento del rischio di reazioni avverse cutanee, maggiormente nei bambini, tale rischio risulta aumentato nella terapia di associazione. In particolare il trattamento con Lamotrigina può determinare reazioni avverse cutanee, generalmente verificatesi entro le prime otto settimane dall’inizio del trattamento, compresi casi di rash potenzialmente pericolosi per la vita quali la sindrome di Stevens-Johnson (SSJ) e la necrolisi epidermica tossica o sindrome di Lyell. Il rischio complessivo di rash appare fortemente associato con : Elevate dosi iniziali di Lamotrigina che superino le dosi raccomandate per la titolazione Uso concomitante di Valproato che raddoppia l’emivita della Lamotrigina Nell’ambito dell’attività di monitoraggio nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza riguardanti la popolazione pediatrica, è stato riscontrato che lo schema posologico raccomandato per l’associazione Lamotrigina- Valproato di Sodio non è stato seguito nel 30% delle reazioni classificate come gravi e nel 50% delle reazioni avverse non gravi. la posologia di Lamotrigina deve essere aumentata progressivamente ed in maniera conforme agli schemi posologici raccomandati; l’associazione Lamotrigina-Sodio Valproato deve essere riservata alle situazioni in cui il beneficio atteso superi il rischio cutaneo. Se l’associazione è necessaria occorre ridurre la posologia di Lamotrigina; nei bambini la manifestazione iniziale di un rash può essere scambiata per un’infezione, il medico deve prendere in considerazione la possibilità di una reazione al trattamento con Lamotrigina in bambini che sviluppino sintomi di rash e febbre durante le prime otto settimane di terapia; la reazione cutanea può essere un segno di una reazione di ipersensibilità, può determinare inoltre: febbre, danno epatico, alterazione della funzione renale, danno ematologico, adenopatia, edema del viso o congiuntivite. In alcuni casi le reazioni precoci di ipersensibilità possono precedere le eruzioni cutanee. BIFOSFONATI E FRATTURE DEL FEMORE (29/01/12). L'Aifa ha fornito importanti informazioni di sicurezza relative al rischio di fratture atipiche del femore associate all’uso dei bisfosfonati: con la terapia dei bisfosfonati, in particolare nella terapia a lungo termine per l’osteoporosi, sono state segnalate raramente le fratture atipiche del femore, di difficile guarigione che si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato a evidenze di diagnostica per immagini di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa; le fratture atipiche del femore sono considerate un effetto di classe dei bisfosfonati e un’avvertenza relativa a questo rischio è stata aggiunta alle informazioni del prodotto di tutti i medicinali contenenti bisfosfonati; il bilancio complessivo dei benefici e dei rischi dei singoli bisfosfonati nelle indicazioni terapeutiche autorizzate rimane favorevole. RISCHIO POTENZIALE DI EVENTI AVVERSI CARDIOVASCOLARI E RENALI IN PAZIENTI CON DIABETE DI TIPO 2 E INSUFFICIENZA RENALE E/O MALATTIE CARDIOVASCOLARI TRATTATI CON ALISKIREN (27/12/11). A seguito dei risultati ad interim dello studio clinico ALTITUDE relativo al farmaco aliskiren, in pazienti con diabete di tipo 2, in cui è stata osservata una più alta incidenza di eventi avversi correlati ad ictus, complicazioni renali, iperkaliemia e ipotensione, si raccomanda di programmare una rivalutazione dei pazienti che assumono medicinali contenenti Aliskiren poiché non devono essere utilizzati in associazione con ACE inibitori o bloccanti del recettore dell’angiotensina (ARB) in pazienti diabetici, pertanto: Gli operatori sanitari devono interrompere il trattamento con aliskiren nei pazienti diabetici che stanno anche assumendo ACE inibitori o ARB. Se necessario deve essere preso in considerazione un trattamento antipertensivo alternativo. Il trattamento con medicinali a base di aliskiren non deve essere iniziato in pazienti diabetici che stanno già assumendo ACE inibitori o ARB. I pazienti non devono interrompere alcun trattamento prima di aver consultato il proprio medico. NUOVE ED IMPORTANTI INFORMAZIONI RELATIVE ALLA SICUREZZA DI ESCITALOPRAM (09/12/11). In sintesi escitalopram è associato ad un prolungamento dose dipendente dell’intervallo QT, la dose massima di escitalopram per i pazienti anziani, di età superiore ai 65 anni, è stata ridotta a 10 mg al giorno, la dose massima di escitalopram per gli adulti con meno di 65 anni rimane di 20 mg al giorno escitalopram è controindicato per i pazienti affetti da un noto prolungamento dell’intervallo QT o da una sindrome congenita del QT lungo, l'utilizzo di Escitalopram è controindicato in associazione ad altri farmaci noti per prolungare l’intervallo QT, si raccomanda cautela con i pazienti a più alto rischio di sviluppare Torsione di Punta; per esempio quelli affetti da insufficienza cardiaca non compensata, recente infarto del miocardio, bradiaritmie o predisposti all’ipopotassemia o all’ipomagnesemia a causa di patologie o terapie concomitanti, i pazienti devono essere invitati a contattare immediatamente un medico se dovessero manifestare un’anomalia della frequenza o del ritmo cardiaco durante l’assunzione di escitalopram. RACCOMANDAZIONI (16/11/11) SULL’ UTILIZZO DEI MEDICINALI A BASE DI DOMPERIDONE La ditta produttrice, in accordo con AIFA, informa gli operatori sanitari circa l’associazione tra domperidone e aumento del rischio di aritmie ventricolari gravi o di morte cardiaca improvvisa, evidenziato da alcuni studi epidemiologici. In sintesi Alcuni studi epidemiologici hanno evidenziato che domperidone potrebbe essere associato ad un aumento del rischio di aritmie ventricolari gravi o di morte cardiaca improvvisa. Il rischio di gravi aritmie ventricolari o di morte cardiaca improvvisa potrebbe essere più elevato in pazienti di età superiore a 60 anni o a dosi giornaliere orali superiori a 30 mg. Domperidone deve essere utilizzato alla dose minima efficace sia negli adulti che nei bambini. Il rischio cardiaco delle specialità medicinali contenenti domperidone è monitorato, sia a livello nazionale che europeo, da diversi anni. NUOVE RACCOMANDAZIONI SU FENOFIBRATO (15/11/11) Dalla revisione dello studio ACCORD, la Food and Drug Administration (FDA) ha concluso che non ci sono differenze significative, nel rischio cardiovascolare, tra il gruppo trattato con fenofibrato/simvastatina ed il gruppo di controllo trattato con la sola simvastatina. Il fenofibrato (Triplix), ad una dose di 135 mg, non ha ridotto la morbilità e mortalità di pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2, in due grandi studi randomizzati e controllati; per questo motivo la FDA raccomanda agli operatori sanitari di considerare i benefici ed i rischi di Trilipix quando decidono di prescrivere il farmaco. RACCOMANDAZIONI IMPORTANTI SULL’ USO DEL CITALOPRAM (26/10/11) L’AIFA ha fornito nuove ed importanti raccomandazioni relative all’utilizzo degli antidepressivi a base di citalopram, in quanto associati ad un prolungamento dose dipendente dell’intervallo QT. Citalopram è associato ad un prolungamento dose dipendente dell’intervallo QT La dose massima di Citalopram è ora di 40 mg al giorno Per i pazienti anziani e per i pazienti con ridotta funzionalità epatica la dose massima viene ridotta a 20 mg al giorno Citalopram è controindicato per i pazienti affetti da un noto prolungamento dell’intervallo QT o da una sindrome congenita del QT lungo L’utilizzo di Citalopram è controindicato in associazione ad altri farmaci noti per prolungare l’intervallo QT Si raccomanda cautela con i pazienti a più alto rischio di sviluppare Torsione di Punta, per esempio quelli affetti da insufficienza cardiaca congestizia, recente infarto del miocardio, bradiaritmie o predisposti all’ipopotassemia o all’ipomagnesemia a causa di patologie o terapie concomitanti PEDIATRIA INFORMAZIONI DI SICUREZZA D’ USO DELLE SUPPOSTE CONTENENTI DERIVATI TERPENICI (26/10/11) L' EMA, in accordo con l'AIFA, ha fornito importanti informazioni di sicurezza circa le controindicazioni all’uso delle supposte contenenti derivati terpenici. A causa del potenziale rischio di disturbi neurologici, principalmente rappresentati da convulsioni, le supposte contenenti derivati terpenici sono adesso controindicate: in bambini di età inferiore a 30 mesi in bambini con storia pregressa o recente di convulsioni febbrili o epilessia Ad oggi, l’unico medicinale in commercio in Italia nella formulazione in supposte, contenente derivati terpenici (prodotto di ossidazione della trementina + pino essenza), è OZOPULMIN, disponibile, nelle tre confezioni: 40 mg + 50 mg supposte prima infanzia; 80 mg + 100 mg supposte bambini; 160 mg + 150 mg supposte adulti. SICUREZZA D’ USO DEL RANELATO DI STRONZIO (21/10/11) L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha avviato una revisione su Protelos e Osseor (stronzio ranelato) al fine di riesaminare la tossicità cardiovascolare e cutanea. Il tromboembolismo venoso (TEV) ed il rash farmacologico con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) sono rischi noti associati a questi farmaci. Il rischio di tromboembolismo venoso è stato identificato negli studi clinici ed il rischio di DRESS attraverso il sistema della segnalazione spontanea subito dopo il rilascio dell'autorizzazione all'immissione in commercio, tali avvertenze sono state aggiunte nelle informazioni del prodotto. Attualmente il CHMP sta rivedendo tutti i dati rilevanti sulle problematiche di sicurezza cardiovascolare e cutanea, tenendo conto delle misure esistenti di minimizzazione dei rischi e del loro impatto sul rapporto beneficio- rischio per Protelos e Osseor, ed formulerà un parere sulle misure necessarie per garantire l'uso sicuro ed efficace di questi medicinali e se le autorizzazioni all'immissione in commercio di questi medicinali debbano essere modificate, sospese o revocate. INFORMAZIONI SULL’ USO DEI PIOGLITAZONI (21/10/11) Il Comitato per i prodotti medicinali per uso umano (CHMP) chiarisce il parere sul pioglitazone a proposito del rischio di cancro alla vescica, il rapporto beneficio-rischio rimane positivo, ma come trattamento di seconda e terza linea. Nel luglio 2011 il CHMP aveva concluso la revisione sul pioglitazone, rilevando che c'era un piccolo aumento del rischio di cancro alla vescica. Tuttavia, poiché il comitato ha ritenuto che ci sono un numero limitato di pazienti che non possono essere adeguatamente trattati con altri farmaci, ha concluso che il pioglitazone deve rimanere disponibile come opzione di trattamento, ma che i medici devono selezionare accuratamente i pazienti e monitorare la loro risposta al trattamento. In definitiva, Il CHMP ha confermato il suo parere precedente, introducendo alcune precisazioni: il pioglitazone rimane una valida opzione di trattamento per alcuni pazienti con diabete di tipo 2, quando non sono utilizzabili altri trattamenti (metformina) o quando si verificano dei fallimenti terapeutici. Si ribadisce che: 1. l’utilizzo di pioglitazone è ora controindicato nei pazienti con carcinoma della vescica in fase attiva, anamnesi positiva per carcinoma della vescica, ematuria macroscopica di natura non accertata 2. negli anziani il bilancio dei benefici e dei rischi deve essere valutato accuratamente 3. i pazienti devono essere rivalutati dopo 3-6 mesi, per accertare una risposta adeguata al trattamento RACCOMANDAZIONI SULL’UTILIZZO DEI MEDICINALI A BASE DI METFORMINA NELLA GESTIONE DEL DIABETE MELLITO DI TIPO 2 (04/08/2011). La metformina, principio attivo con azione euglicemizzante, è indicata nel trattamento del diabete mellito di tipo 2; negli adulti, soprattutto in sovrappeso, come terapia di prima linea dopo il fallimento della dieta, in monoterapia o in combinazione con altri agenti euglicemizzanti orali o con insulina; nei bambini dai 10 anni di età e negli adolescenti, in monoterapia o in combinazione con insulina. In considerazione del possibile rischio di acidosi lattica (esami diagnostici di laboratorio mirati comprendono pH ematico, livelli di lattato plasmatico, rapporto lattato/piruvato e gap anionico), l’AIFA in collaborazione con FOFI, SID, AMD, SIMG, SIF e SIFO raccomanda il rispetto delle attuali controindicazioni ed avvertenze in particolare per quanto riguarda la presenza di insufficienza renale acuta o cronica. A tale riguardo raccomanda di: evitare l’uso di metformina in caso di grave insufficienza renale o disfunzione renale cronica, sospendere, se possibile, temporaneamente il trattamento in caso di ipotensione grave,disidratazione o infezioni gravi, sospendere per un breve periodo (due giorni prima fino ad un giorno dopo) il trattamento con metformina in corso di interventi chirurgici, somministrazione intravascolare di mezzi di contrasto a base di iodio o altra procedura che possa comportare un rischio di insufficienza renale acuta, evitare l’uso di metformina in caso di patologie acute o croniche che possono causare ipossia tissutale (insufficienza respiratoria, scompenso cardiaco acuto, infarto miocardico recente, shock), di digiuno o malnutrizione, di insufficienza epatica, di intossicazione acuta da alcool e alcolismo, condizioni nelle quali vi è un aumentato rischio di acidosi lattica. RACCOMANDAZIONI SULL’USO DI BETA AGONISTI A LUNGA DURATA D’AZIONE NELLA GESTIONE DELL’ASMA (12/01/2011 – 06/05/2011). pediatria Il Pharmacovigilance Working Party (PhVWP) dell’Agenzia Europea dei Medicinali ha recentemente concluso una rivalutazione dei rischi e dei benefici dei LABA nella gestione dell’asma. I LABA sono medicinali dispensabili su prescrizione medica, indicati, per la loro potente e prolungata azione bronco-dilatatrice, nella terapia dell’asma bronchiale e della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Si ritiene comunque opportuno ribadire alcune raccomandazioni, come di seguito riportato: • i LABA devono essere prescritti sempre come terapia aggiuntiva ai corticosteroidi inalatori e soltanto quando i corticosteroidi inalatori da soli non forniscono un adeguato controllo dei sintomi dell’asma; • i pazienti non devono iniziare la terapia con i LABA durante la fase acuta di esacerbazione dell’asma; • la terapia con i LABA deve essere instaurata a bassa dose e deve essere effettuato un adeguato controllo dell’effetto della terapia prima di considerare l’opportunità di aumentare la dose; • la terapia con i LABA deve essere interrotta in assenza di benefici; • la terapia con LABA deve essere controllata regolarmente. Una volta che è stato raggiunto un buon controllo a lungo termine dell’asma, si deve considerare l’opportunità di ridurre la dose di LABA; • i LABA non devono essere prescritti per il sollievo dei sintomi dell’asma indotti dall’esercizio fisico, in assenza di regolare terapia con i corticosteroidi per via inalatoria; • se appropriato, si deve prescrivere un prodotto di associazione per via inalatoria per favorire la compliance del paziente; • una dose giornaliera di 24 mcg di formeterolo è in genere sufficiente per la maggior parte dei bambini, in particolare nei bambini al limite inferiore di età rispetto alla fascia indicata. Dosi più elevate devono essere impiegate raramente e soltanto quando il controllo dell’asma non è mantenuto con la dose più bassa. MODIFICA RIASSUNTI DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO E DEI FOGLIETTI ILLUSTRATIVI PER MEDICINALI CONTENENTI FENOFIBRATO, BEZAFIBRATO, CIPROFIBRATO E GEMFIBROZIL (04/03/2011). La commissione europea ha preso in considerazione le raccomandazioni del gruppo di lavoro sulla farmacovigilanza sull’esame del rapporto rischio-beneficio dei fibrati nel trattamento di malattie cardiovascolari e dislipidemie. Il CHMP ha valutato i nuovi dati pubblicati per i fibrati, compresi i risultati dello studio ACCORD sui lipidi a sostegno dell’impiego di fenofibrato (cps 100,300,67,200,250 mg e cpr rivestite 160, 145mg) come terapia addizionale a una statina in pazienti con iperlipidemia mista ad elevato rischio cardiovascolare quando i trigliceridi e il colesterolo HDL non sono adeguatamente controllati con la sola statina. Sulla base dei dati disponibili il CHMP ha concluso che non vi è efficacia terapeutica nella prevenzione primaria e secondaria della malattia cardiovascolare per tutti i fibrati, con l’eccezione di gemfibrozil che è risultato efficace nella prevenzione primaria della morbilità cardiovascolare nei pazienti maschi quando non è possibile l’impiego di una statina. Tuttavia, nella ipertrigliceridemia grave e in talune dislipidemie, quando non è possibile utilizzare una statina, i pazienti possono comunque trarre beneficio dal trattamento con i fibrati. RACCOMANDAZIONI AIFA EX NOTA 78 (16/02/2011). Il trattamento a base di beta-bloccanti va considerato di prima scelta. I farmaci di seguito elencati, in monoterapia o in terapia di combinazione, andrebbero utilizzati quando il beta-bloccante non è tollerato o la risposta ad esso si dimostri insufficiente. Apraclonidina Bimatoprost Bimatoprost + Timololo Brimonidina Brimonidina + Timololo Brinzolamide Brinzolamide+timololo Dorzolamide Dorzolamide + Timololo Latanoprost Latanoprost + Timololo Tafluprost Travoprost Travoprost + Timololo Per il trattamento del glaucoma si impiegano farmaci che riducono la pressione intraoculare e che possono avere vari meccanismi d’azione. Betabloccanti topici o analoghi delle prostaglandine sono di solito i farmaci di prima scelta. Per controllare la pressione intraoculare può essere necessario combinare questi farmaci o aggiungerne altri, come per esempio miotici, simpaticomimetici e inibitori dell’anidrasi carbonica. L’assorbimento sistemico degli inibitori dell’anidrasi carbonica (dorzolamide e brinzolamide) può in rari casi dare effetti indesiderati di tipo sulfamidico; se gravi, tali effetti possono richiedere la sospensione del trattamento. I pazienti in terapia con latanoprost, travoprost e bimatoprost devono essere controllati per verificare la comparsa di alterazioni della colorazione dell’occhio, dato che queste sostanze possono incrementare la pigmentazione (bruna) dell’iride; è richiesta particolare attenzione negli occhi con iridi di colore disomogeneo e in caso di trattamento in un occhio solo. PEDIATRIA RACCOMANDAZIONI DEL WORKING GROUP PEDIATRICO DELL’AIFA IN RELAZIONE ALL’EPOSIZIONE IN UTERO DI ANTIDEPRESSIVI (03/12/2010). Sono stati segnalati alcuni casi di sindrome da astinenza neonatale in seguito a somministrazione di alcuni inibitori della ricaptazione della serotonina (venlafaxina e paroxetina). Alcuni studi epidemiologici hanno indicato un aumento nel rischio di malformazioni congenite, in particolare cardiovascolari (ad esempio difetti del setto ventricolare e atriale) associati all’assunzione di paroxetina durante il primo trimestre di gravidanza. Il meccanismo è sconosciuto. Dati epidemiologici hanno suggerito che l’utilizzo degli SSRI durante la gravidanza, particolarmente durante la gravidanza avanzata, può causare un aumento del rischio di ipertensione polmonare persistente del neonato (PPHN). La depressione in gravidanza è relativamente frequente, si stima che interessi dal 6.5% al 12.9 % delle gestanti (3). E’ possibile che il rischio che si verifichi in epoca neonatale una grave sintomatologia, dovuta agli effetti serotoninergici o alla sospensione del farmaco, non sia adeguatamente percepito dai ginecologi e dai pediatri/neonatologi. Pertanto gli operatori sanitari coinvolti nell’assistenza perinatale, in presenza di casi analoghi, sono invitati ad un’attenta sorveglianza, a considerare in diagnosi differenziale anche l’eventuale esposizione a farmaci antidepressivi ed infine a segnalare le reazioni avverse osservate al responsabile di farmacovigilanza della propria struttura. PEDIATRIA RACCOMANDAZIONI DEL WORKING GROUP PEDIATRICO DELL’AIFA IN RELAZIONE ALL’USO DEI FANS NEI BAMBINI (03/12/2010). Negli ultimi anni è stato riscontrato un progressivo incremento del numero di segnalazioni di sospette reazioni avverse ad antinfiammatori non steroidei (FANS) in età pediatrica ed in particolare per il ketoprofene e l’ibuprofene. Le reazioni avverse segnalate per ibuprofene e ketoprofene sale di lisina sono quelle note per la classe dei FANS con un coinvolgimento della cute al primo posto, seguito da reazioni dell’apparato gastrointestinale tra le quali spiccano per frequenza le emorragiche. Inoltre sono stati segnalati alcuni casi di compromissione renale. Tutto ciò premesso il Working Group Pediatrico dell’AIFA raccomanda quanto segue: • il paracetamolo e l’ibuprofene sono gli unici antipiretici raccomandati in età pediatrica; • l'uso combinato o alternato di ibuprofene e paracetamolo non è raccomandato sulla base delle scarse evidenze disponibili riguardo la sicurezza e l'efficacia rispetto alla terapia con un singolo farmaco; • l’ibuprofene non è raccomandato in bambini con varicella o in stato di disidratazione; • è indispensabile prestare attenzione a possibili fattori concomitanti che possano incrementare il rischio di tossicità (trattamenti farmacologici, vomito, stato di disidratazione); • è raccomandata cautela in casi di grave insufficienza epatica o renale o in soggetti con malnutrizione grave; • non vi è alcuno studio pubblicato in letteratura che abbia dimostrato l’efficacia dei FANS nell’abbreviare la durata della sintomatologia in corso di infezioni delle vie respiratorie. Pertanto il loro impiego, con un presunto obiettivo curativo antinfiammatorio, in corso di queste specifiche ed autolimitanti condizioni, è fortemente sconsigliato DOMANDE E RISPOSTE SULLA REVISIONE DEI MEDICINALI CONTENENTI OPPIODI PER VIA ORALE A RILASCIO MODIFICATO DELLA SCALA OMS LIVELLO III PER LA GESTIONE DEL DOLORE (09/11/2010). Esito della procedura ai sensi dell'articolo 31 della direttiva 2001/83/CE, e successivi emendamenti. Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell'Agenzia ha concluso che circa la metà dei sistemi a rilascio controllato testati mostrava un leggero aumento nella quantità di principio attivo rilasciato quando immessi in soluzione alcolica, ma che tale effetto era lieve e che aveva solo un effetto minore sul rilascio del principio attivo. Tuttavia, per uno dei sistemi a rilascio controllato testati – capsule giornaliere con rivestimento di polimetacrilato triethylcitrate per controllare il rilascio della morfina - c'era una significativa interazione con l'alcool. Il CHMP ha osservato che l'uso di queste medicine in associazione con l'alcool è già controindicato. Tuttavia, gli studi che riguardano il comportamento alimentare dei pazienti con dolore severo dimostrano che molti pazienti assumono bevande alcooliche durante il trattamento con oppioidi forti. Pertanto, il CHMP ha concluso che gli oppioidi a rilascio modificato che utilizzano il sistema a rilascio controllato di polimetacrilato triethylcitrate sono molto sensibili all'alcool e che c’è un rischio di dose dumping se i pazienti bevono alcool mentre li assumono. Per questo motivo il Comitato ha raccomandato la sospensione dell’autorizzazione all’immissione in commercio di questi medicinali fino a quando le aziende produttrici non avranno riformulato questi medicinali in modo che siano più stabili con l’alcool. Per tutti gli altri medicinali di questa classe, il Comitato ha concluso che i loro benefici continuano a superare i rischi, e ha raccomandato quindi che le loro autorizzazioni all'immissione in commercio siano mantenute. Tuttavia, il CHMP ha osservato che tutti i medicinali di questa classe possono interagire con l'alcool, provocando l’aumento degli effetti sedativi degli oppioidi. Pertanto, il Comitato ha raccomandato che le avvertenze su questa interazione siano armonizzate, nelle informazioni per medici e pazienti, tra tutti i medicinali oppioidi per via orale della scala OMS livello III. L’AGENZIA EUROPEA DEI MEDICINALI RACCOMANDA L’USO DI FIBRATI COME TRATTAMENTO DI SECONDA LINEA (22/10/2010 – 03/05/2011)). I Fibrati sono una classe di medicinali che è stata usata per molti anni per abbassare i livelli ematici dei lipidi come i trigliceridi e il colesterolo. Il Comitato per i Medicinali per Uso Umano dell’ Agenzia Europea dei Medicinali (CHMP) ha concluso che i benefici dei quattro fibrati bezafibrato, ciprofibrato, fenofibrato e gemfibrozil continuano a superare i rischi nel trattamento di pazienti con alterazioni dei livelli ematici dei lipidi. Tuttavia, i medici non devono più prescriverli come trattamento di prima linea a pazienti a cui è stata recentemente diagnosticata un’alterazione dei livelli ematici dei lipidi, tranne che a quei pazienti affetti da ipertrigliceridemia severa o a quei pazienti che non possono assumere. Per il fenofibrato, il Comitato ha considerato nuovi dati addizionali e ha raccomandato che può essere usato associato ad una statina in alcune circostanze, quando una statina da sola non è stata sufficiente per controllare completamente i livelli ematici di lipidi le statine.