MOZIONI RIGUARDANTI IL LABORATORIO 5 1) Integrazione al numero 118 “La condizione indispensabile richiesta da Gesù con tanta forza prima di morire è quella di “essere una cosa sola”. (Mons. Gervasio Gestori, La sfida educativa continua...) L'unità viene prima della necessaria differenziazione, prima della diversità dei carismi e dei ministeri, l'uguale dignità tra i discepoli di Cristo. Perché si realizzi un vero cammino di comunione e si renda possibile la corresponsabilità, in tutta la Diocesi, nelle parrocchie e nelle associazioni, si parta da una seria e solida formazione che abbia come punto di riferimento la Parola di Dio, si scelga di mettersi settimanalmente attorno alla Sacra Scrittura (Lectio Divina). Sperimenteremo il dono della conversione e saremo più pronti per la nuova evangelizzazione; formati alla scuola della Parola potremo prenderci a cuore la storia. 2) Nuovo numero dopo il n. 118 Perché i laici siano come devono essere, occorre un cambiamento profondo di cuore e di mentalità da parte di tutti i cristiani. Costoro si devono sentire chiamati alla buona battaglia di portare a tutti Cristo, senza edulcorarLo e senza vergogna. Non servono principalmente strutture nuove, servono prima di tutto uomini nuovi, perché appassionati di Gesù. La dinamica del cristianesimo è da sempre l’incontro umano e l’amicizia. Tutto questo deve essere senz’altro sostenuto dai sacramenti, da tanta preghiera (il rosario, amato dalla Madonna e da tutti i santi), da veglie notturne, dall’offerta dei sacrifici personali. 3) Riformulazione del numero 119 Laboratorio Diocesano della Formazione – I grandi mutamenti e la rapidissima evoluzione sociale degli ultimi decenni hanno determinato un aumento degli interrogativi e delle domande di vita, perciò la priorità della Chiesa locale sia la formazione continua di tutti i fedeli laici alla fede e all’impegno temporale. Si ritiene utile l’istituzione di un “Laboratorio Diocesano della Formazione” dove con presbiteri e laici, in spirito di comunione e di corresponsabilità, potranno trovare spazio anche le ricchezze e i carismi delle diverse realtà ecclesiali presenti in Diocesi. Il Laboratorio formativo sia luogo e percorso che formi laici maturi nella fede, persone che sanno riflettere, testimoni della carità, esperti in umanità e cittadini responsabili e solidali degni del Vangelo nella vita quotidiana, nei luoghi di lavoro, nella vita sociale e culturale del paese. Sia caratterizzato dallo stile dell’ascolto, del discernimento comunitario e del confronto, riparta dall’educazione alla fede, nel primato della Parola, e offra approfondimento teologico, della dottrina Sociale della Chiesa, riflessione culturale e politica, perché la comunità ecclesiale possa orientare l’umanità verso un nuovo umanesimo integrale e trascendente capace di rendere tutti gli uomini non soltanto più vicini tra loro ma fratelli (cfr Benedetto XVI, Caritas in veritate). 4) Integrazione al numero 119 Si suggerisce di creare una Scuola Diocesana di Scienze religiose per dare sia una formazione personale spirituale, sia una formazione culturale per un eventuale insegnamento della religione (con titoli riconosciuti), per la formazione al diaconato permanente e ai ministeri. 5) Integrazione al numero 119 Si auspica un potenziamento dell’attuale Scuola di Teologia dei PP. Sacramentini con il ricambio e l’aggiornamento di docenti qualificati, con un’estensione effettivamente triennale del ciclo di studi e con l’inserimento della Dottrina Sociale della Chiesa, senza ipotizzare una specifica scuola per questa disciplina. 6) Integrazione al numero 119 Si favorisca in Diocesi un progetto di pastorale integrata in modo da evitare la frammentazione in molteplici incontri. Tali iniziative potrebbero avere una cadenza periodica e una collocazione nelle diverse zone pastorali della Diocesi. 7) Nuovo numero dopo il n. 119 La chiesa diocesana si impegna a istituire una scuola di Formazione socio-politica per educare alla legalità e per formare persone che sappiano un domani impegnarsi secondo criteri di trasparenza e di orientamento al bene comune. 8) Nuovo numero dopo il n. 119 È necessario da una parte attuare un progetto educativo che coinvolga tutti, laici e presbiteri all’unisono, dall’altra, occorre far sì che i nostri consigli pastorali divengano sempre più momenti di proposta, di confronto e di condivisione: tutto ciò al fine di riportare la proposta cristiana dentro le grandi domande della vita. Il suddetto percorso educativo attuato a livello diocesano, con un tavolo comune per la pastorale integrata, sia motivo per coinvolgere trasversalmente tutti e sia punto di riferimento formativo per i vari ambiti della vita pastorale. 9) Integrazione al numero 120 Si propone di indicare all’interno del paragrafo 120 che gli organismi di partecipazione ecclesiali, comunque denominati, si dotino di un preciso metodo di lavoro e di percorsi che in modo sistematico aiutino i singoli membri a una verifica del proprio cammino di fede e all’assunzione di una matura responsabilità nella comunità. 10) Integrazione al numero 120 Nella Parrocchia il Consiglio pastorale sia “crogiuolo” di unità e comunione, dove tutti, gruppi di servizio, associazioni e movimenti, concorrano nell’accoglienza, nella stima reciproca e nella corresponsabilità all’edificazione di una Chiesa-comunità sinodale, testimone e missionaria: sale e lievito nel territorio dove è peregrinante. 11) Integrazione al numero 121 I Movimenti ecclesiali e le nuove Comunità sono oggi segno luminoso della bellezza di Cristo e della Chiesa sua Sposa. “Le comunità cristiane e i loro pastori, sappiano valorizzare i diversi carismi e ministeri, in particolare si ponga il giusto accento sul ruolo dei responsabili, affinché il loro operato sia sempre segno di vera comunione”. 12) Integrazione al numero 121 Si propongano annualmente come Diocesi momenti di spiritualità per tutti i responsabili dei movimenti, associazioni ecclesiali presenti in diocesi insieme ai sacerdoti e religiosi/e. Si organizzi annualmente un incontro-festa dei movimenti e delle associazioni ecclesiali presenti in diocesi per valorizzare la loro presenza, dove verranno presentate le proprie finalità ed attività a tutta la comunità diocesana. 13) Integrazione al numero 121 Si ritiene giusto, pensando alla libertà che deve caratterizzare l’azione dei cristiani nel mondo e fatta salva la retta dottrina, e pensando alla valorizzazione dei cosiddetti carismi, che si lasci agire chiunque vuole secondo le modalità che la Chiesa ci tramanda da secoli e cioè con un approccio tradizionale alla fede, la presenza semplice e serena dei cristiani nel mondo, la creazione di luoghi in cui si diffonda un modo di vivere fondato sull’aiuto reciproco e che incida nel concreto della vita, così come riproposto nella vita della Chiesa nel corso dei secoli attraverso le esperienze dei Santi (da San Benedetto da Norcia a San Francesco d’Assisi, dai Santi del periodo della Controriforma sino ai Don Bosco e ai Frassati). Per cui si auspica che chi vuole seguire un’impostazione tradizionale (sacramenti, preghiera, dottrina cristiana, aiuto reciproco, costruzione di ambiti di vita redenta che abbiano incisività nel lavoro, nell’educazione, nelle nostre città) lo possa fare liberamente, senza per questo doversi sentire estraneo. 14) Integrazione al numero 124 La nostra Chiesa diocesana – Vescovo, presbiteri, diaconi, consacrati e laici – per concretizzare la sua Missione di evangelizzare i lontani, mostri una chiara immagine di unità al suo interno, di sobrietà di vita e di accoglienza verso i più poveri, soprattutto verso le famiglie in difficoltà e gli emarginati, dando maggiore impulso, presenza e risorse alla Caritas diocesana e alle Caritas parrocchiali. 15) Integrazione al numero 124 I membri dei gruppi laicali sono un potenziale enorme e dovrebbero mettersi a disposizione della missione della Chiesa, rendendosi disponibili a promuovere attività e incontri nei propri quartieri, in modo tale da aiutare il parroco a svolgere la propria missione in maniera capillare. In questo modo le attività della parrocchia non rimangono circoscritte nell’ambiente ecclesiale ma si trasferiscono nei caseggiati dove vive e opera la gente. 16) Integrazione al numero 124 L’impegno di annunciare il Vangelo nel mondo comporta, anche per i laici, la fedeltà allo spirito delle beatitudini; missione è annunciare la Buona Notizia ai poveri, agli ultimi, a chi non conta. È compito dei laici la denuncia dei sistemi che creano ingiustizia e oppressione e la ricerca di proposte alternative. È fondamentale legare, come laici, la propria esperienza di fede all’economia, alla politica, alla società, alla cultura, altrimenti non è fede, è semplicemente intimismo. Sono da favorire i progetti che fanno riferimento all’Economia di Comunione che, a differenza dell’economia consumista, basata su una cultura dell’avere, si fonda sulla solidarietà. 17) Integrazione al numero 125 Si propone un approfondimento del tema creazione-ambiente-ecologia con incontri periodici. 18) Nuovo numero dopo il n. 126 Si promuova la conoscenza e la realizzazione di Botteghe del mondo o negozi del commercio equo e solidale che permettono di spezzare lunghe catene di sfruttamento. Si promuovano iniziative che invitano a non gettare ma a riparare e riciclare (quando possibile) e si incoraggi la costituzione di gruppi di acquisto solidale (GAS), che rendono possibile il rapporto tra produttori e gruppi di famiglie che si organizzano per ottimizzare i costi ed evitare troppe mediazioni. 19) Nuovo numero dopo il n. 126 La chiesa diocesana si impegna a far conoscere la Fondazione Prevenzione Antiusura mons. Francesco Traini e il Fondo di solidarietà istituito presso la Caritas diocesana e tutte le iniziative di consulenza e appoggio alle persone indebitate per scongiurare il rischio dello sfruttamento di alcuni da parte di persone e organizzazioni al limite della legalità. 20) Aggiunta di un nuovo numero Sia creato un gruppo diocesano di pastorale universitaria costituito in modo particolare da laici affiancati da un presbitero assistente. Tra i componenti di tale gruppo ci siano dei giovani ma soprattutto degli adulti, formati, che sappiano sollecitare e promuovere la cultura in senso cristiano. Questa pastorale si proponga, conseguentemente, di educare e accompagnare i giovani nell'affrontare la realtà concreta degli ambienti e delle attività che devono frequentare. 21) Aggiunta di un nuovo numero Si promuovano il dialogo e gli incontri con uomini di cultura cattolici, teologi, filosofi e scienziati, altresì eventi capaci di rinnovare profondamente le mentalità e di dar luogo a nuovi e fecondi rapporti tra la Fede cristiana, la cultura, la filosofia e le scienze nella loro ricerca concreta della verità. 22) Aggiunta di un nuovo numero Si favorisca la fondazione e il funzionamento di una Casa dello Studente o di una Residenza universitaria, dal momento che iniziano ad esserci nella nostra città anche diversi pendolari che frequentano l’università, ma anche la scuola secondaria di secondo grado.