124 “La linguaccia” Parole in libertà a cura di Joseph Fremder «Non tutto ciò che può essere contato conta, non tutto ciò che conta può essere contato.» (Albert Einstein) Politica, Banche e……………………………. Dopo un po’ di mesi di silenzio riecco spuntare la linguaccia. La linguaccia non ce l’ha fatta a stare in silenzio di fronte ai continui attacchi alle lavoratrici ed ai lavoratori portato dall’ottusità e dalla ferocia di questo Governo che non cambia rotta nemmeno di fronte alle evidenze più chiare, lampanti ed oserei dire incontrovertibili. Mi riferisco al tema del lavoro e del fallimento di quel jobs act che ha completato il “lavoretto sporco” portato avanti dal Governo Monti attraverso la Fornero. Il 12 agosto 2016 si legge sulla stampa che il PIL 2016 è atteso sotto l’1%, che il debito pubblico italiano (2.248,8 milardi) è molto alto, è fonte di vulnerabilità ed in termini di percentuale al PIL è il secondo più alto in Europa dopo la Grecia, si legge anche che il tasso di disoccupazione del 2016 è alto e si colloca all’11,4% e si può chiudere ricordando che per l’ISTAT la crescita è ZERO nel secondo trimestre. Il 27 ottobre 2012 organizzammo e partecipammo ad una manifestazione nazionale dal titolo significativo “NO MONTI DAY” che aveva tra le sue parole d’ordine la seguente frase premonitrice: “ Il Governo Monti distrugge lavoro, diritti sociali, beni comuni e democrazia. Stop ai diktat dei Governi liberisti, della BCE e dell’Unione Europea.” Matteo Renzi ed il suo codazzo governativo fatto di accolite ed accoliti “devoti a san matteo” hanno completato il lavoro di un Monti pro tempore. Entrambi però hanno “dato il sangue” e rischiato uno scontro sociale pur di seppellire quanto stabilito dallo Statuto dei lavoratori e dal diritto del lavoro spiegando che tutto questo (in particolare la libertà di licenziamento) avrebbe portato in Italia grandi investimenti sia dall’estero che dagli imprenditori italiani liberati dall’incubo del libero licenziamento. Tanti i politici e gli economisti che hanno giurato e spergiurato che quella della schiavitù e della precarietà era la strada giusta……….”sciogliamo lacci e lacciuoli che imbrigliano e bloccano la nostra economia!!”. Tanti che oggi si nascondono e preferiscono parlare d’altro. Ma……….nessuno, e dico nessuno che ammetta il fallimento odierno. Monti, la Fornero, le pensioni, gli esodi, l’art.18 dello statuto dei lavoratori, la precarietà anche a tempo indeterminato, la BCE, Renzi, la Boschi, il jobs act hanno avuto e si sono presi tutto il tempo necessario per DIMOSTRARE che quella era la strada giusta da percorrere……..ora bisogna avere il coraggio di usare l’unico termine possibile e corretto: FALLIMENTO. Anche nel settore del credito le critiche mosse in tempi non sospetti dal sindacato alle scelte ed alle strategie del goveno Renzi sono state pressanti e corpose così come non sono mancate quelle alle banche che preannunciano entro il 2020 la soppressione di altri 16.000 posti di lavoro! Dice bene il Segretario Generale di UNISIN, attraverso un comunicato stampa agostano, quando ricorda ai banchieri ed alle banche che invece di continuare ad adottare politiche di retroguardia e di corto respiro farebbero bene a tornare ad investire nei territori di riferimento. Le mancate scelte del governo per il rilancio dell’economia rappresentano la più importante causa del FALLIMENTO in atto, la soluzione passa attraverso una seria assunzione di responsabilità di questo governo a partire dal ripristino di quei diritti che distinguono un paese civile e luminoso da quello incivile e buio! Roma, 22 agosto 2016 Joseph Fremder Segretario Generale Unità Sindacale BNL - Segretario Nazionale Unità Sindacale