Qumran2.net Materiale Pastorale on line Gesù, l'Innocente che si fa "peccato" per noi padre Antonio Rungi Battesimo del Signore (Anno C) (10 gennaio 2010) Celebriamo oggi la Festa del Battesimo di Gesù al Giordano. Una festa che in continuità con l'Epifania, non fa altro che confermare la missione di Cristo tra gli uomini: quella della salvezza e della redenzione. Il battesimo di penitenza e non di remissione dai peccati che Giovanni amministra a quanti si rivolgono a lui, prefigura il nostro battesimo, che ci dona la grazia santificante e ci immette nella comunione con Dio, in quanto toglie il peccato originale e ci porta a livello soprannaturale. Per Gesù questo evento simbolico della sua vita è l'inizio del suo ministero pubblico e ulteriore rivelazione della sua divinità. Dal testo del Vangelo di Luca che ascoltiamo oggi comprendiamo esattamente il significato di questo gesto da parte di Gesù. Egli è il Figlio di Dio, l'amato, in cui Dio Padre pone tutta la sua fiducia. Il battesimo di Gesù al Giordano è stato posto dal Venerabile Papa Giovanni Paolo II come primo mistero della luce. "Qui, mentre il Cristo scende, quale innocente che si fa 'peccato' per noi, nell'acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del Padre lo proclama Figlio diletto, mentre lo Spirito scende su di Lui per investirlo della missione che lo attende". Da luce a luce. Dalla luce della Grotta di Betlemme alla luce del fiume Giordano. Ci fermiamo a questo momento della vita del Cristo per entrare nel suo mistero di luce. Una luce che è fede e fiducia piena in Lui. Questa fiducia che spesso dobbiamo riconquistare dentro di noi, perché abbiamo smarrito la via di Dio e di Cristo. Traballanti nella fede e nella moralità dei nostri atti, abbiamo bisogno di indirizzarci anche noi al Giordano per purificare dai nostri peccati, per impostare una vita autenticamente penitenziale e di resurrezione. Nel contesto generale della parola di Dio di questa festività assume un significato particolare la prima lettura tratta dal testo del Profeta Isaia che è un appello alla consolazione e al conforto che viene dalla fede in Gesù Cristo per noi che abbiamo avuto il dono della fede cristiana, per il popolo dell'Antica Alleanza è un appello alla fede in Javhè, nel Messia che il popolo attendeva con ansia, nel ritorno alla normalità, dopo l'esperienza desolante dell'esilio. Quanto è importante nei momenti della sofferenza e della solitudine incontrare persone che aprono il cuore alla speranza e alla vita. Il futuro di Israele è un futuro di pace, di serenità, di vita, un futuro in cui la figura del Pastore si presenta con il volto della bontà, della tenerezza, del servizio disinteressato. San Paolo apostolo, nel brano della sua lettera a Tito, oggi ci rammenta la storia della salvezza portata a compimento da Gesù Cristo nel mistero della sua pasqua di morte e risurrezione. Partendo dalla nascita del Signore, l'Apostolo ripercorre le tappe fondamentali del progetto di redenzione, ma mette in evidenza anche ciò che implica da parte del credente una personale adesione al mistero di Cristo. Rinnegare l'empietà e i desideri mondani e vivere con sobrietà, giustizia e in pace. Nel mistero della salvezza noi entriamo attraverso il dono del battesimo che, per antica tradizione, noi cattolici riceviamo nei primi giorni di vita o a distanza di pochi mesi, anche se rimane comunque valida la possibilità di riceverlo in età adulta, soprattutto quando ci si converte da altre religioni, o vissuti lontani da Dio in ambienti non cristiani o atei e si avverte la necessità di ricevere il sacramento della fede per eccellenza che è il Battesimo. Il motivo di questo sacramento, indispensabile per quanti voglio progettare la loro vita in vista dell'eterna beatitudine, lo troviamo espresso nella preghiera iniziale dell'assemblea liturgica che oggi si riunisce per fare memoria del battesimo di Gesù al Giordano, ma per rivitalizzare il nostro Battesimo, come sacramento della rinascita in Cristo, molto spesso solo registrato nel libro della nostra parrocchia, ma poco vissuto e concretizzato con una vita di fede, di speranza e di carità, nonché con una vita santamente e moralmente rispondente al Vangelo. Pregheremo così: "Padre onnipotente ed eterno, che dopo il battesimo nel fiume Giordano proclamasti il Cristo tuo diletto Figlio, mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo, concedi ai tuoi figli, rinati dall'acqua e dallo Spirito, di vivere sempre nel tuo amore". Amen. Tratto da Qumran2.net | www.qumran2.net http://www.qumran2.net/parolenuove/commenti.php?mostra_id=16990