4.12.06 Prof. Federico Malattie infettive ore 8-10 Schistosomiasi Parliamo della Schistosomiasi. Allora la malattia è nota per la presenza di uova di Schistosoma. È stata descritta in età napoleonica per la presenza di uova ed ematuria (Schistosomiasi genitourinaria). Dunque la malattia è dovuta alla produzione delle uova ed alla migrazione delle larve nei tessuti che portano a danno acuto. Fino a 1000 uova al giorno possono essere prodotte da una coppia ogni giorno e per molti anni. I germi vivi vivono nello spazio portale del fegato nelle vene e nel cervello. La malattia è dovuta a dei trematoda, famiglia Schistosomidae genere Schistosoma e le varie forme: S. haematobium forma urogenitale S. mansoni forma intestinale S. japonicum forma artero venosa S. intercalatum Le uova di Schistosoma Haematobium sono delle uova ovoidali con uno sperone al polo. Mentre lo Schistosoma Mansoni ha lo sperone laterale. Lo Schistosoma Japonicum è riconoscibile per la completa assenza dello sperone o lo ha molto rudimentale. Il termine Schistosoma deriva da Schisto “diviso” e soma “corpo” perché lo Schistosoma maschio ha il corpo diviso in due per la presenza di un canale “ginecoforo”, dove viene accolta la femmina che è molto più lunga e sottile. Si formano così delle coppie indivisibili che durano tutta la vita. Prima di diventare adulta è sotto forma di “Cercaria” detta così per la presenza della coda biforcuta. La cercarla nuota nelle acque dolci. Il ciclo biologico è molto interessante. I soggetti infestati liberano le uova di schistosoma. Queste possono raggiungere acque dolci. Vengono così contaminate le acque di fiumi e di laghi. Le uova si trasformano in “miracidio” (dal greco meracidion = essere giovanile). Le larve devono trovare l’ospite intermedio che è una lumaca della famiglia delle Planorbidae. Se non trova l’ospite intermedio non succede niente. Nell’ospite intermedio la larva si trasforma in cercarla. Questa viene emessa, nuota finche non trova l’uomo ed entra nella cute dell’uomo. Un volta nell’uomo la cercarla perde la coda, che resta fuori ed entra la testa, o “schistosomula”. Questa migra lungo il corpo, nel circolo sanguigno. In questo momento si ha la fase acuta della malattia causata da questo corpo che sta in circolo finchè non trova il circolo venoso di elezione. Il circolo venoso di elezione varia a seconda del tipo di schistosoma. Il circolo vescicale è quello dello S. haematobium, le vene mesenteriche inferiori per S. mansoni, le vene mesenteriche superiori per lo S. japonicum ed il plesso rettale per lo S. intercalatum. Qui diventano germi adulti e cominciano a fabbricare uova, che verranno prodotte per tutta la vita. Le uova verranno eliminate a seconda del tipo di Schistosoma nella vescica e quindi con l’urina per lo S. haematobium; con le feci per tutti gli altri Schistosomi. Però non tutte le uova vengono rimosse. Alcune vengono trattenute nella parete vescicole o del colon e si forma così una regione grranulomatosa attorno alle uova evocata dall’antigene che si trova sulle uova che è l’antigene SEA (Schistosoma Egg Antigen). Quindi la malattia è dovuta a questi granulomi che si formano attorno alle uova. (a seconda del tipo di Schistosoma avranno lo sperone apicale, laterale o non lo avranno o solo accennato (S. japonicum). Le uova verranno eliminate in acqua dolce come miracidio, poi dall’ospite intermedio uscirà la cercarla che cercherà di entrare nell’uomo. Può penetrare anche nella cute integra. Questo tipo di malattie va conosciuto perché può capitare di incontrarle. Vedete le femmine che entrano nel maschio attraverso il canale ginecoforo…molto romantica la cosa (ipse dixit). Vedete come sono carine anche le lumache (ospiti intermedi). Colpisce soprattutto i pescatori di quelle zone. 1 -Schistosoma mansoni lo troviamo in Africa, parte dell’America, West Indies, Puerto Rico. Abbiamo detto che vive nelle inferiori ed elimina le uova dall’intestino -Schistosoma japonicum lo troviamo in Cina, Giappone, e nelle Filippine vive nelle vene mesenteriche superiori possono invadere i polmoni ed elimina le uova dall’intestino -Schistosoma hematobium lo troviamo nell’Africa orientale, nella valle del Nilo e nel Medio Oriente. Vive nel circolo vescicole. Le uova sono con sperone terminale e vengono eliminate con le urine 200'000’000 i casi di infezione e a seconda della specie in diverse parti del mondo (vedi sopra). Quindi quando andate in zone dove la Schistosomiasi è endemica, ricordate di non mettere i piedi nudi nell’acqua. 20'000'000 sono i malati. 20'000 i morti, quindi è una malattia importante La patogenesi: Stato acuto Il germe penetra nell’organismo, matura e si accoppia. Questa è la fase di invasione e la patogenesi è data dalla reazione nei confronti del germe. Una volta che si è sistemato e fabbrica le uova, la patogenesi si base sulla formazione dei granulomi dovuti alle uova trattenute. Poiché interessano anche il fegato, portano ad una ipertensione portale, che è la principale manifestazione della malattia. Quindi la forma può essere intestinale o vescicole a seconda della specie. Nel punto di ingresso troveremo una zona orticarioide lì dove è penetrato lo schistosoma. Poii c’è la fase acute di invasione che può dare varie manifestazioni, come febbre elevata, artralgie, manifestazioni asmatiformi a causa di una reazione allergica. La forma più grave la troviamo con lo S. japonicum e darà luogo alla malattia di Katayama. La dermatite dovuta allo Schistosoma causa prurito, piccole papule, eritema ed edema. È comune nelle regioni con grandi laghi e dovuta a delle proteine della cercaria. Stato cronico. Varia da specie a specie (lo stato acuto varia solo per intensità, ma non per tipologia) ed è dovuta alle uova. 3)Schistosomiasi urogenitale ( S. haematobium) - Vescica: sintomi delle basse vie urinarie, ematuria, cistiti ricorrenti La radiografia mostra che questi granulomi portano a fibrosi ed in parte calcificano. Tenete presente che roverete i granulomi per tutto il tempo. L’aspetto è porcellanato, come se ci fosse un guscio di porcellana. La cistoscopia mostra la presenza di granulomi, pseudopolipi - Rene: idronefrosi, pielonefriti - Uretere: stenosi del III inferiore,ureteronefrosi, calcificazioni - Apparato urogenitale: epididimiti, emospermia, annessiti, uretrorragia. La diagnosi si fa ritrovando uova con sperone terminale nelle urine, o tramite l’esame bioptico vescicole e vedere i granulomi nella parete vescicole. Esistono anche le reazioni immunologiche (IFI, ELISA, FC) utili in fase iniziale, quando ancora non vengono espulse le uova e si usano anticorpi specifici. 2) Schistosomiasi intestinale (S. mansoni): - Manifestazioni intestinali (tre mesi dopo l’infestazione): i parassiti si trovano nel plesso mesenterico inferiore. Le uova quindi vanno o verso il colon o tramite vena porta al fegato. diarrea, dolori. Tramite rettosigmoidoscopia si vedono ulcerazioni, granulazioni, pseudopolipi, un quadro abbastanza caratteristico.L’evoluzione favorevole. Le complicazioni: subocclusioni, emorragie, quindi manifestazioni intestinali importanti - Manifestazioni epatospleniche: con epatomegalia e a causa dell’ipertensione portale con ittero, ascite, edemi tardivi, mentre gli esami funzionali epatici poco compromessi . Possono esserci varici esofagee o emorragie (prognosi riservata) La diagnosi si fa ritrovando uova nelle feci (con sperone laterale) o tramite biopsia epatica e renale o con ricerche immunologiche 3) Schistosomiasi I da S. japonicum La malattia è abbastanza grave, si chiama malattia di Katayama, con grave compromissione dello stato generale con edemi, complicanze respiratorie e neurologiche interessamento 2 patosplenico precoce e grave, mentre l’interessamento intestinale è di secondaria importanza. Frequenti sono le manifestazioni cardiopolmonari e neurologiche. Ricordate che il parassita si trova nelle mesenteriche superiori. La diagnosi si fa tramite il ritrovamento delle uova con sperone rudimentale nelle feci, attraverso biopsie epatiche e ricerche immunologiche. 4) Schistosomiasi da S. intercalatum Abbiamo detto che è una malattia africana e le coppie si localizzano nei plessi venosi perirettale. La diagnosi si fa attraverso il ritrovamento di uova nelle feci e biopsia rettale e tramite manifestazioni cliniche come rettorragia, tenesmo rettale. La rettoscopia mostra i granulomi nel retto. TERAPIE -S. haematobium Attualmente la terapia di elezione è il Piraziquantel: dose unica di 40 mg/ kg. È attivo sulle femmine e sugli schistosomuli di meno di 15 gg; oppure si usa il Niridazolo (Ambilhar): 25 mg/kg per 7 gg; effetti secondari: disturbi neuropsichici, gastroenterici, epatici;o il Metrifonato (Bilharcil): 2 dosi orali di 7.5-10 mg/kg a 15 gg di intervallo; effetti secondari: nausea e cefalea Però quello che si usa prevalentemente è il Piraziquantel - S. mansoni: a) Oxamniquine (Mansil): dose unica di 15.-20 mg/kg; effetti secondari: vertigini. Controindicato in gravidanza, nelle insufficienze renali, in associazione con niridazolo in pazienti con precedenti crisi comiziali. b) Niridazolo c) Piraziquantel -S. japonicum: a) Piraziquantel (Beltricide): dose unica di 40-45mg/ kg o 20 mg/kg per 3 volte in un giorno; -S. intercalatum: a) Niridazolo PROFILASSI non bagnarsi in fiumi, laghi, stagni nelle zone di endemia(lì ci sarebbe il problemino anche dei coccodrilli(ipse dixit), Opere di bonifica; Lotte agli ospiti intermedi senza i quali non ci sarebbe la schistosomiasi; Vaccino (in fase di studio) Filariasi La filariasi è una malattia dovuta a vermi. Ne esistono tre tipi: - Filariasi linfatiche: Wuchereria bancrofti, (con 120’000'000 di persone infette. I vettori sono le zanzare. Le manifestazioni principali sono l’Elefantiasi e l’idrocele. È diffusa nei tropici. Le microfilarie si trovano nel sangue principalmente di notte. Questa malattia può essere anche dovuta a Brugia Malati (i nomi sono dovuti agli scopritori), una malattia linfatica, anche questa con periodismo notturno. - Filariasi cutanea (Loiasi): 12'000'000 di persone infette. Dovuta a filaria Loa Loa. Provoca angidema e la cosiddetta filariasi cutanea. È diffusa in Africa ed ha un periodismo diurno. - Filariasi oculo-cutanea o oncocercosi (o oncocerchiasi) è dovuta ad una filariasi linfatico-cutanea 17'000'000 di persone infette. L’agente è Onchocerca volvulus. Provoca dermatiti o cecità. È una importante causa di cecità. Le filarie si trovano nella pelle, al contrario delle altre filarie. FILARIASI LINFATICA Eziologia: Wuchereria bancrofti (con varietà pacifica(cioè dell’oceano Pacifico) in Oceania) Brugia malayi 3 ● I vermi adulti sono rotondi bianchi, filiformi: 4-10 cmx0.1-0.3 mm. ● Vivono nel sistema linfatico dell’uomo che costituisce la riserva naturale della malattia (B. malayi ha anche riserva animale) ● La durata di vita è di circa 15 anni ● Le femmine emettono embrioni o microfilarie (250-300μx6-8μ) che circolano nella linfa e periodicamente nel sangue ● Periodicità prevalentemente notturna. Per cui quando si va alla ricerca della filaria del sangue, devi fare il prelievo di notte. I vettori sono 2 zanzare femmine dei generi Culex, Aedes, Anopheles Mansonioidas. Pungono di notte (in coincidenza con la periodicità della microfilaremia) di un soggetto con filariasi. Pungendo assumono numerose microfilarie solo una parte di quest’ultima (riduzione parassitaria) prosegue l’evoluzione trasformandosi in 15 giorni in larve infettanti (lunghe 1,5-2 mm) che raggiungono la proboscite e vengono iniettate con la puntura, raggiungendo i linfatici dove si sviluppano fino allo stadio adulto. Tutto questo avviene nella zanzara I vermi adulti raggomitolati a coppia vivono nei tronchi linfatici senza superare i gangli tributari. La prima comparsa di microfilarie avviene dopo circa 1 anno dall’inoculazione. Le microfilarie vanno nei vasi linfatici e causano occlusione dei linfatici con danni abbastanza imponenti. ●Diffusione W. bancrofti: Asia: India, Thailandia, cina, Malaysia, Vietnam, Indonesia, Giappone Africa: fascia intertropicale, può risalire fino all’Egitto. Madagascar, Gomore, Mauritius America: America centrale, Caraibi, Guinea, Brasile (coste) Oceania: varietà pacifica ●Diffusione B. Malayi: Sud Est Asiatico dall’India alla Corea, quindi molto meno diffusa. PATOGENESI Fattori meccanici, tossici, immunoallergici attraverso i quali si verifica flogosi delle vie linfatiche, ostruzione, stasi linfatica. Per B. malayi i quadri sono meno gravi e generalmente limitate agli arti inferiori Ci sono tre stadi della malattia: - Asintomatico: i pazienti hanno i vasi linfatici leggermente danneggiati, ma non presentano sintomi. - Acuto: Attacchi di febbre filariasica, dolore ed infiammazione ai linfonodi, ai dotti, spesso febbre, nausea e vomito. - Cronico: Colpisce come elefantiasi ed idrocele nei maschi, ingrossamento delle grandi labbra nelle femmine Le manifestazioni acute sono linfangiti degli arti, dello scroto, adeniti acute. Tenete presente che in questa malattia è presente eosinofilia. In più febbre nella fase acuta. Le manifestazioni croniche sono dovute alla compromissione spesso irreversibile dei vasi linfatici, costituiti da idrocele, orchiepididimite cronica, varici linfatiche, chiluria, peritonite chilosa (per varici linfatiche che si aprono nelle vie urinarie o nel peritoneo), elefantiasi Bisogna pensare a qesta malattia quando si verificano eosinofilie tropicali che rispondono alla terapia antifilarie (filariasi occulte), il polmone eosinofilo e ci sono ascessi sottocutanei e piomiositi Di solito la malattia si sviluppa negli adulti, ma nelle zone endemiche può svilupparsi nella prima infanzia La terapia è chirurgica, si taglia. Fino a poco tempo fa la diagnosi era difficilmente perché e parassiti sono difficili da trovare microscopicamente nel sangue ed hanno periodicità notturna. Poi ci sono dei mezzi moderni che cercano gli antigeni circolanti, senza il bisogno di trovare le filarie 4 TERAPIA Si utilizza un trattamento di 12 giorni con dietilcarbamazina, anche se ora si sta cercando di utilizzare una sola dose maggiore dello stesso farmaco, ugualmente efficiente. Non è facile sconfiggere la filariasi. Alcune volte la malattia resiste anche dopo vari cicli. Si possono utilizzare anche trattamenti multifarmaci con ivermectina + albendazolo in zone dove è endemica anche la oncocerchiasi; oppure dietilcarbamazina + albendazolo in tutti gli altri paesi. Il primo modo per combattere la malattia è eliminare le microfilarie dal sangue, onde evitare un’ulteriore proliferazione. A tale scopo viene utilizzato il dietilcarbamazina per 12 giorni ed un trattamento associato all’ ivermectina o albendazolo per un intero anno. In questo modo però vengono eliminate solo le microfilarie, non le filarie. Il trattamento ideale non è ancora definito, proprio perché non è facile eliminare le filarie. È normale che il trattamento migliora le condizioni del paziente, ma spesso le filarie rimangono tutta la vita. È molto importante controllare le soprainfezioni batteriche. PROFILASSI Si può utilizzare Dietilcarbamazina 1 compressa (100 mg) 1 volta all’anno, per ridurre le microfilarie e quindi la trasmissione. Per soggiorni brevi 50 mg due volte a settimana. Inoltre è importante la lotta al vettore FILARIASI CUTANEA È dovuta a Filaria LoaLoa. I vermi adulti sono rotondi bianchi 2-7 cmx0,5 mm. Vivono sotto la pelle dove si spostano alla velocità max 1cm/ora Le femmine ovipare emettono microfilarie (300μx8μ) che circolano nel sangue periferico soprattutto di giorno Il verme sottocutaneo viene estratto con bastoncini di legno dalle popolazioni Africane. Mettendo il bastoncino di legno le filarie si arrotolano e vengono tirate via. CICLO EVOLUTIVO Il vettore una mosca rossa (Chrisops) Le femmine pungono prevalentemente di giorno: che abbonda nelle foreste calde e umide dell’Africa equatoriale. Con la puntura si iniettano le microfilarie che subiscono 2 mute e diventano larve infettanti in 10-12 giorni, in grado di produrre nuove microfilarie Con la nuova puntura la mosca trasmette la larva, che in circa 3 mesi diventa adulta in grado di produrre microfilarie Diffusione:Africa equatoriale ed occidentale Zone iperendemiche: Camerum, Nigeria, Gabon, Congo, Zaire (tasso di infestazione 3-35%) SINTOMATOLOGIA Vi sono: ● Manifestazioni della durata di pochi giorni per sensibilizzazione verso prodotti del parassita con edema del volto e delle articolazioni (detto EDEMA DEL CALABAR) senza o con modica febbre ● Manifestazioni in rapporto al passaggio del verme adulto sotto l’epidermide -cordoncino serpigginoso mobile evidente per ore o giorni -nevrite (dell’ulnare, del mediano) se imbocca le docce superficiali dei tronchi nervosi o nella congiuntiva: congestione, lacrimazione, dolore, bruciore COMPLICAZIONI: nefropatie tardive da immunocomplessi, meningoencefaliti, endocardite parietale, si può avere anche un’ artrite. (Il tutto dovuto alle microfilarie) 5 Ricerca microfilarie nel sangue periferico : prelievo nelle ore DIURNE ● Ipereosinofilia SPICCATA TERAPIA Dietilcarbamazina 6 mg/kg/die a cicli ripetuti di 10-15 giorni (non superare 400 mg/die. Iniziare con bassi dosaggi per evitare reazioni generali di tipo allergico. Eventualmente associare cortisonici.Il ciclo va protratto per almeno tre settimane ed eventualmente va ripetuto FILARIASI OCULO-CUTANEA( ONCOCERCOSI) Dovuta a Onchocerca volvulus. I vermi adulti misurano 2-3 cm i maschi, 50 cm le femmine. Vivono nel derma sia liberi sia imprigionati nei noduli fibrosi Vivono circa 15 anni. Le femmine emettono microfilarie (300μx7μ) che si trovano nel derma sia di giorno che di notte CICLO EVOLUTIVO Vettori: Piccolo dittero (simile ad un moscerino) Solo la femmina è ematofaga si infetta con la puntura e le larve infestanti sono trasmesse con una nuova puntura. L’ecologia del vettore condiziona la distribuzione della malattia. I vettori vivono sulle rocce e sulle piante semisommerse delle acque correnti. Le uova liberano delle larve che si trasformano in adulti che hanno un perimetro di volo di circa 10 Km. Questo significa che la malattia si trova nei pressi dei corsi d’acqua. La puntura avviene di solito nelle ore pomeridiane, preferibilmente alle estremità. DIFFUSIONE: Africa: dal Sahel fino ad Angola e Tanzania Zone iperendemiche: Ghana, Costa d’Avorio, Alto Volta America: Messico, Guatemala, Venezuela, Nord Brasile; Colombia 20.000 casi annui; 250.000 casi di amaurosi Causa comune di cecità nelle zone endemiche e costituisce la causa più comune di cecità nelle zone endemiche PATOGENESI Le femmine vivono arrotolate nel sottocutaneo ed emettono microfilarie che migrano nel tessuto circostante. Se localizzate al collo ed al capo possono danneggiare irrimediabilmente gli occhi Il danno è di tipo meccanico, tossico e probabilmente immunologico (da ImmunoComplessi) SINTOMATOLOGIA ● Lesioni cutanee -eruzioni pririginose, maculopapulari, eresipeletoidi o pigmentate (eresipela della costa, crawcraw, mal morado) -ispessimenti, discromie, ipercheratosi evolventi verso un quadro sclerodermico (pachidermia) -elefantiasi dei genitali esterni femminili (pseudo-grembiule delle ottentotte) -noduli fibrotici del diametro da 1 cm fino ad un mandarino, che si formano attorno al parassita (oncocercoma) ● Manifestazioni oculari: cheratite, iridociclite, corioretiniti, atrofia del nervo ottico I vermi adulti si trovano soto la pelle, rouo un rnuiiofiliellzone scrosti. I vermi immaturi si muvono per il corpo e dopo esser morti causano varie condizioni patologiche come serie lesioni oculari, rush cutanei, intenso prurito e depigmentazione della cute, linfadeniti (compresa Elefantiasi dei genitali) e debilitazione generale. 6 DIAGNOSI Un frammento cutaneo con dimostrazione delle microfilarie oppure ipereosinofilia PROFILASSI L‘ivermectina è un sicuro ed efficace farmaco per uccidere le microfilarie. Una singola dose deve essere presa ogni anno per la profilassi. Come pure la lotta al vettore con spay insetticidi TERAPIA Dietilcarbamazina Una singola dose di 25 mg con reazione urticarioide con febbre ed aumento della eosinofilia (Test di Mazzetti) Le dosi sono 6 mg/kg/die. Iniziare con bassi dosaggi per evitare reazioni generali di tipo allergico. Eventualmente associare cortisonici Il ciclo va protratto per almeno tre settimane ed eventualmente va ripetuto Attualmente si usa l’ivermectina Per chi non avesse mai avuto il piacere di conoscere il prof. Federico, vorrei descriverne brevemente le caratteristiche. Appartiene alla razza dei Cangitanensi, specie unica nel suo genere, caratterizzata da un unico tono di voce che alterna lunghe meditazioni ed interminabili silenzi. A questa specie (unica in via d’estinzione non protetta per fortuna dal WWF) appartengono Cangitano, Martorana ed il su detto Federico. I saluti saranno fatti nella sbobs dell’ora successiva. Ebbene si, 7 pagine di sbob sono solo le prime due ore!!!! Flaminio 7