Moti liberali e nazionali
Il movimento della Restaurazione, sostenuto in genere dalle classi privilegiate ed appoggiato, almeno in un primo tempo dagli strati
popolari, trovo ardenti e sempre maggiori oppositori nella nuova classe sociale della borghesia animati dall’ideologia del liberismo
della sovranità popolare, dell’uguaglianza e del regime costituzionale contro il dispotismo dei governi assoluti..
Oltretutto negli stati soggetti al predominio straniero, come ad esempio l’Italia e la Germania, le dottrine liberali si alleano alle
aspirazioni di indipendenza politica e di unità nazionale dando inizio al Risorgimento nazionale. In questo periodo si fanno stretti i
vincoli tra cultura e politica e la cultura liberale e patriottica trova nel movimento del Romanticismo i suoi caratteri dominanti : la
fiducia nel sentimento e nella fantasia uniti ad una genuina esperienza storica insieme alle singole tradizioni nazionali e popolari.
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Contro la generale tendenza conservatrice del periodo della Restaurazione e contro il sistema oppressivo della Santa Alleanza
sorsero in tutta Europa e in Italia le società segrete. La più importante e antica fu la Massoneria o società dei liberi muratori. Che
sorta in Inghilterra, assunse nel ‘700 il compito di divulgare le idee illuministe e di combattere la superstizione e il pregiudizio a
vantaggio della tolleranza, della libertà di pensiero e dell’uguaglianza sociale.
In Italia la società segreta più importante fu la Carboneria di derivazione massonica, costituita durante il periodo napoleonico e
diffusa principalmente in Piemonte, Lombardia e nell’Italia meridionale. Gli esponenti più attivi facevano parte delle file
dell’esercito e della burocrazia. La Carboneria purtroppo mancava di un programma politico unitario e ben definito, nonostante
tutti i membri aspirassero agli ideali di libertà. In Piemonte e Lombardia particolarmente vive furono le aspirazioni
all’indipendenza nazionale. Tra le altre società segrete degne di nota in Italia troviamo l’Adelfi fondata dal Filippo Buonarrotti
(quello della congiura degli Uguali insieme a Babeuf)
Moti in SPAGNA : I moti liberali di reazione alla restaurazione iniziarono in Spagna, dove il Re Ferdinando VII di Borbone
aveva inaugurato un regime duramente reazionario suscitando un grave malcontento nelle correnti liberali e particolarmente nel
ceto dei militari. Furono proprio gli ufficiali affiliati alle società segrete (tra i quali il colonnello Riego) a dare inizio ai Moti
Liberali e provocare la cosidetta Rivoluzione Spagnola del 1820. L’occasione fu l’allestimento da parte del Re di una spedizione
militare per riconquistare le colonie americane che si erano ribellate durante le guerre napoleoniche. L’esercito raccoltosi presso
Cadice si rifiutò di partire e in aperta ribellione impose al Re la riconferma della costituzione del 1812. Le potenze della Santa
Alleanza decisero però di intervenire e restaurare il potere assoluto. Un poderoso esercito francese sotto la guida del Duca di
Angouleme penetrò in Spagna, arrivò a Madrid, espugno prima il forte del Trocadero poi fece capitolare Cadice e Ferdinando VII
riprese il potere che esercitò con feroce spirito repressivo.
Moti Carbonari a NAPOLI E IN SICILIA : Le notizie degli avvenimenti di spagna ebbero una forte eco in Italia meridionale
dove la Carboneria attendeva il momento propizio per la rivolta. Ferdinando I di Borbone aveva attuato un governo reazionario
suscitando il malcontento degli elementi più evoluti dell’esercito e della borghesia intellettuale che aspiravano alla libertà politica.
Il moto rivoluzionario ebbe inizio nel Luglio 1820 quando due guarnigioni guidate dai due ufficiali Morelli e Silvati insorsero,
inalberarono in vessillo carbonaro (azzurro, rosso, nero) e si posero agli ordini del generale Guglielmo Pepe, entrarono a Napoli
dove obbligarono la concessione della Costituzione di Cadice e fecero giurare al re sul suo mantenimento. Come diretta
conseguenza al moto Napoletano si ebbe in Sicilia un moto separatista che però fu represso dall’invio di un esercito dallo stesso
governo costituzionale napoletano. La Santa Alleanza, riunita per decidere circa un possibile intervento, su ripetute richieste del
Re Ferdinando I inviò un poderoso esercito austriaco che ebbe la meglio sugli insorti, ripristino il trono del sovrano borbonico, e
presidiò per cinque anni l’Italia meridionale.
Moti Carbonari in PIEMONTE: Gli avvenimenti di Napoli ebbero tosto ripercussioni in Piemonte dove il governo reazionario
di Vittorio Emanuele I aveva suscitato disagio e malcontento tra i liberali organizzati nelle società segrete della Carboneria e dei
Federati. Qui le menti insurrezionali aspiravano alla Costituzione e alla dichiarazione di guerra all’Austria. Il capo del movimento
liberale era il Conte Santorre di Santarosa che riuscì a convincere il giovane Carlo Alberto , presunto successore al trono di
Vittorio Emanuele I, a dare il consenso alla rivolta. Il sovrano pur di non cedere alle richieste, abdicò in favore del fratello Carlo
Felice, il quale trovandosi a Modena dovette lasciare temporaneamente il governo nelle mani di Carlo Alberto. Quest’ultimo
accettò di concedere la costituzione salvo approvazione del Re. Il nuovo Re Carlo Felice non volle riconoscere la costituzione,
allontanò Carlo Alberto dalla capitale e chiese l’intervento dell’Austria per restaurare l’assolutismo. L’esercito Austriaco si unì a
quello piemontese e i gli esigui ribelli furono sconfitti presso Novara. Carlo Felice operò una dura repressione che culminò con
numerose condanne a morte. Santarosa riuscì a fuggire e si recò in Grecia dove combattè per la liberazione contro i Turchi. Carlo
Alberto, invece combattè contro i liberali di Spagna distinguendosi nell’espugnazione del Trocadero.
Rivola Decabrista in RUSSIA : il malcontento della popolazione russa e in particolar modo degli ambienti liberali dell’esercito
fu la causa della cosiddetta Rivolta Decabrista, così chiamata perché avvenne nel mese di dicembre in occasione della salita al
trono del nuovo oppressivo Zar Nicola I. I decabristi volevano ottenere la Costituzione, ma la rivolta non trovando seguito nelle
ignoranti masse popolari fu facilmente stroncata. Le conseguenze furono una maggiore repressione con numerosi processi,
condanne a morte e deportazioni in Siberia.
La Questione D’Oriente e l’indipendenza della GRECIA : Già dal secolo XVIII con l’inizio della decadenza dell’impero
Turco si era delineata la cosiddetta “Questione ‘Oriente” cioè l’assetto politico-territoriale che avrebbero dovuto assumere i
popoli europei soggetti da secoli ai Turchi cioè : Bulgari, Serbi, Montenegrini, Greci, Albanesi e Romeni che avevano conservato
nonostante la dominazione ottomana le proprie caratteristiche etniche e religiose. Alla questione era particolarmente interessata la
Russia che mirava ad aprirsi attraverso i Balcani uno sbocco nel mediterraneo e che era quindi favorevole al risveglio nazionale e
alle agitazioni dei popoli per la conquista della loro indipendenza politica e religiosa. L’Austria, l’Inghilterra e la Francia
viceversa per evitare l’espansione Russa erano favorevoli alla sopravvivenza del dominio turco. In Grecia, la società segrete
Eteria aveva tra le sue file liberali a sfondo nazionalista un ufficiale