PAESAGGI ABITATI Politiche pratiche opportunità dispositivi Dottorato in progettazione della città, del territorio e del paesaggio – coordinatore Gabriele Corsani Indirizzo progettazione urbanistica e territoriale – referente Camilla Perrone Indirizzo in progettazione paesaggistica – referente Gabriele Paolinelli PAESAGGI ABITATI Politiche pratiche opportunità dispositivi Paesaggi abitati è il titolo di un ciclo di seminari rivolto a dottorandi, ricercatori e docenti, che intende offrire un’opportunità per riflettere sull’abitare contemporaneo e sui suoi molteplici paesaggi. L’idea di organizzare un percorso di incontri articolato in più momenti di discussione, nasce dall’esigenza di indagare le tante esperienze abitative evocate dai paesaggi contemporanei (talvolta ordinari, talvolta inediti) in un nuova prospettiva del fare urbanistica e del fare territorio. Le minacce della città contemporanea, l’inefficacia di molte politiche urbane e territoriali, i valori posti a fondamento delle scelte di governo del territorio, le sfide lanciate dai cambiamenti climatici e le domande di innovazione che emergono dalle pratiche di paesaggio quotidiane e dai nuovi indirizzi di ricerca della Comunità Europea, non possono lasciare indifferente chi si affaccia al mondo della ricerca e dovrà consapevolmente assumersi nuove responsabilità nella ridefinizione del ruolo di pianificatori, professionisti riflessivi, professori. Questo ciclo di seminari ha l’ambizione di suscitare l’interesse di giovani dottorandi di tutta Italia, forse anche d’Europa. La speranza è che possa inaugurare una stagione di confronto transdisciplinare, che si esprima oltre i recinti delle scuole e dei corsi di dottorato o dei cicli ormai formalizzati dell’interdottorato. Si tratta quindi di un piccolo contributo a una riflessione che avrebbe sicuramente bisogno di arene di discussione e tempi di ricerca più ampi. I temi selezionati non sono naturalmente comprensivi di tutti gli sguardi e di tutti gli approcci necessari ad affrontare le sfide appena accennate. La nostra idea è infatti quella di arricchire e sviluppare questo ciclo di incontri, nei semestri che verranno, accogliendo suggerimenti e proposte che speriamo possano arrivare. Il ciclo di seminari si svolgerà nel corso del prossimo semestre, sarà introdotto da una conferenza di apertura sul tema dell’abitare che si svolgerà il 28 febbraio, e si articolerà in sette incontri tematici (sezioni) descritti successivamente: Diritto all’abitare (il primo seminario aperto che si svolgerà il 13 marzo) Abitare locale (27 marzo) Abitare diffuso e abitare in movimento (3 aprile) Abitare le differenze (15-22 maggio) Abitare i corpi (29 maggio) Abitare la città in trasformazione (12 giugno) Abitare il territorio (19 giugno) Il ciclo di incontri si chiuderà a ottobre con la presentazione della pubblicazione che conterrà i contributi dei partecipanti. Per ognuno di dei temi/incontri è stata predisposta una call for paper (o video) rivolta ai dottorandi e ai giovani ricercatori. Tutti i contributi saranno raccolti in un libro che includerà anche i testi degli esperti invitati ai singoli seminari. Ogni incontro durerà una giornata e ospiterà relatori esperti, professionisti o attori di pratiche di paesaggio che possono contribuire al dibattito. Coloro che risponderanno al call for paper parteciperanno a una tavola rotonda proponendo agli esperti e ai presenti, domande, temi di ricerca o questioni da discutere sulla base del contributo che intendono sviluppare nel paper. La partecipazione ai seminari avrà quindi una struttura interlocutoria, rinviando la descrizione dettagliata e argomentata di esperienze e temi ai testi da pubblicare. I contributi devono essere inviati ai referenti di ogni sezione secondo le seguenti modalità: 1. Invio di un abstract di max 2.000 battute (spazi inclusi) con l’indicazione del titolo del paper, della sezione alla quale si intende partecipare, della tesi sostenuta e dei risultati attesi. Devono essere inoltre indicate 3 parole chiave e 3 testi seminali per il tema di ricerca. L’abstract deve essere inviato entro il 20 febbraio ai referenti di ogni singola sezione. 2. I partecipanti potranno inviare il paper definitivo compreso entro le 30.000 battute (spazi inclusi) anche dopo lo svolgimento del seminario, secondo indicazioni e tempi definiti dagli organizzatori delle singole sezioni. PAESAGGI ABITATI Politiche pratiche opportunità dispositivi Dottorato in progettazione della città, del territorio e del paesaggio – coordinatore Gabriele Corsani Indirizzo progettazione urbanistica e territoriale – referente Camilla Perrone Sezione 1 DIRITTO ALL’ABITARE Il progressivo indebolirsi delle tradizionali strutture organizzative, fisiche e sociali, dei tessuti urbani comporta in genere un difficoltoso controllo del sistema città. Tra le conseguenze primarie si registra l’impossibilità di garantire alla totalità della popolazione urbana un continuo ed equo accesso agli aspetti identificativi della cittadinanza: alloggio, risorse, servizi, spazi, stato di diritto, istruzione e partecipazione sociale e politica. La rapidità e il continuo alimentarsi dei mutamenti, che coinvolgono la città contemporanea hanno generato uno stato di diffusa precarietà urbana, inizialmente abitativa, che si allarga rapidamente a tutti gli aspetti del vivere, investendo con insicurezza e timore la capacità di riconoscersi in un luogo ed in una comunità e di progettare su queste basi il proprio futuro. La risposta e la “soluzione” non solo al problema abitativo sono affidate ai meccanismi del mercato immobiliare, inseriti in un circuito economico che continua ad escludere fasce di popolazione, gruppi etnici, persone, etc. L’incapacità di assolvere alle composite esigenze della totalità della popolazione, al di fuori di vincolati sistemi economici, ha posto in essere l’attivazione di pratiche sociali di auto-organizzazione, indipendenti, dal basso, che rivendicano la propria presenza all’interno della sfera urbana come parte attiva e che producono un’alternativa di bene pubblico in varie declinazioni sia essa housing sociale, cohousing, autocostruzione, coworking, occupazione collettiva.. , occasioni di convivenza oltre la barriera di una realtà urbana prevalentemente individualista e frammentata. Queste pratiche si affermano come un diritto all’abitare la città nelle sue varie forme (abitative, lavorative ed aggregative) attraverso da un lato la risoluzioni alle pressanti difficoltà economiche presenti già prima dell’attuale crisi; dall’altro attraverso la riscoperta di un senso di condivisione che guarda con rinnovata fiducia alle dinamiche relazioni, che in un recente passato erano dette “di buon vicinato”. Quali scenari possiamo prefigurarci affinché il ruolo di guida pubblica possa favorire la creazione e ri-orientare la qualità di luoghi dell’abitare? In che modo direzionare e facilitare il dialogo tra pubblico, privato e terzo settore per il riconoscimento delle sperimentazioni dal basso delle nuove forme di convivenza? In che modo poter ricucire il progressivo distacco tra un’offerta abitativa ancora rigida e incoerente all’attuale mobilità sociale e fisica ed il conseguente eco di esclusione sociale nella contemporanea dimensione multiculturale? REFERENTI Elisa Bertagnini - [email protected] Rita Biconne - [email protected] Luca Di Figlia - [email protected] Maddalena Rossi – [email protected] PAESAGGI ABITATI Politiche pratiche opportunità dispositivi Dottorato in progettazione della città, del territorio e del paesaggio – coordinatore Gabriele Corsani Indirizzo progettazione urbanistica e territoriale – referente Camilla Perrone Sezione 2 ABITARE LOCALE In un mondo sempre più in movimento, messo in relazione da flussi e reti, l'abitare globale e senza confini, sembra talvolta essere l'unica prospettiva di riferimento per società, economie ed individui. In questa concezione globalizzante del mondo i cittadini sono considerati come consumatori, i quali, in base a questo nuovo status vengono condotti ad ignorare le specificità dei luoghi, le relazioni presenti nei territori, al fine di affermare se stessi attraverso una corsa continua alla crescita, allo sviluppo, al consumo a tutti i costi. L’affievolimento dei confini geografici e sociali e l’enorme accelerazione dei fattori di mobilità penetrano il tradizionale concetto di abitare locale fino a modificarne irreversibilmente l’articolazione basilare tanto da richiederne una rinnovata definizione. Le realtà locali sembrano ormai diventare un approdo o un contesto geografico sottoposte alle stimolazioni fisiche ogni qualvolta i flussi globali atterrano in un determinato territorio. Come possiamo allora intendere come principio di abitare consapevole, una tessitura che rispetti le specificità locali e valorizzi il patrimonio territoriale rispetto agli stili di vita e ai paradigmi spaziali oggi predominanti? Proponiamo l’occasione di riflettere su questioni che assumano l'abitare locale come elemento di base a partire dal quale proporre alternative all'attuale modello insediativo predominante. Ciò implica il ripensamento di molti paradigmi sui quali si fonda la società e l'economia mondiale (primo tra tutti il concetto di crescita e sviluppo), dalla cui ridefinizione potrebbero derivare interessanti prospettive per un abitare locale. Come si potrebbe ottenere una reinterpretazione delle energie globali, che ricadono con effetti omologanti ed invasivi sui territori, in un’ occasione di rigenerazione e rafforzamento delle specificità delle culture e dei dispositivi spaziali locali? Come trasformarle in una possibilità di arricchimento delle creatività locali che contraddistinguono l’unicità di infiniti percorsi di ri-appropriazione, spontanea e non solo, dello spazio? REFERENTI Elisa Bertagnini – [email protected] Rita Biconne – [email protected] Andrea Saladini – [email protected] PAESAGGI ABITATI Politiche pratiche opportunità dispositivi Dottorato in progettazione della città, del territorio e del paesaggio – coordinatore Gabriele Corsani Indirizzo progettazione urbanistica e territoriale – referente Camilla Perrone Sezione 3 ABITARE DIFFUSO, ABITARE IN MOVIMENTO La città diffusa, pur non riconducibile alle categorie analitiche derivanti da un approccio impostato su una lettura morfologica tradizionale delle forme insediative, rappresenta una delle dominanti dell’abitare contemporaneo. Sintomatico della natura sfuggente delle nuove forme dell'abitare sono i numerosi tentativi di dare un nome a questi eventi, al fine di riuscire a descriverli e connotarli. Urban sprawl, urban spill, spread city, sono esempi di attribuzioni di senso che rappresentano piuttosto delle evocazioni di determinati aspetti che ogni volta un termine pare voglia far emergere e sottolineare: perdita di confini, perdita di identità, frammentazione sociale. Ciò conferma la carenza interpretativa dell'urbanistica classica nei confronti di questo fenomeno sia dal punto di vista spaziale sia dal punto di vista sociale ed economico. Quanto sopra evidenziato sottintende anche una crescente individualizzazione nelle nuove forme dell’abitare. L’individuo si definisce in rapporto a se stesso più che in relazione alla collettività, perseguendo una affermazione personale attraverso l'utilizzo, il consumo, di ciò che lo circonda. Tra i sottoprodotti di tali atteggiamenti emerge una articolazione dei ritmi e dei tempi della città non più univoci, che conducono, ad esempio, ad un aumento della mobilità verso nuovi modi e nuove forme di attraversamento dello spazio. In base al livello che decidiamo di indagare è perciò possibile leggere la città e il suo territorio come un addensamento di flussi: flussi veloci che attraversano in modo inconsapevole i territori e trovano nelle città dei punti di “ancoraggio” e contemporaneamente flussi lenti, propri della fisicità delle città. Ciò crea l'occasione per riflettere a vari livelli sulle tematiche sollevate, ponendosi domande su quali nuovi strumenti interpretativi e quali piani di lettura posso essere adottati per comprendere il funzionamento della città diffusa e del suo contesto di riferimento. Le nuove geografie individuali che sostanziano la città diffusa ed i suoi flussi come possono essere descritte e raccontate? In queste città dei flussi quali sono i nuovi “luoghi” rappresentativi e quali le dinamiche di prossimità? Dall'osservazione delle nuove forme dell'abitare diffuso sono rintracciabili i segni di una sconfitta dell'urbanistica e quali possibili strumenti per il suo governo. REFERENTI Luna D’Emilio – [email protected] Andrea Saladini - [email protected] Matteo Scamporrino – [email protected] PAESAGGI ABITATI Politiche pratiche opportunità dispositivi Dottorato in progettazione della città, del territorio e del paesaggio – coordinatore Gabriele Corsani Indirizzo progettazione urbanistica e territoriale – referente Camilla Perrone Sezione 4 ABITARE LE DIFFERENZE Call for video La composizione della città odierna è sempre più eterogenea: la città è infatti il luogo in cui le continue dinamiche di trasformazione fisica e sociale che interessano il mondo contemporaneo disegnano maggiormente i loro effetti. I flussi di mobilità e la diversa composizione sociale della società stanno ridisegnando lo spazio urbano. La città è, oggi più che mai, uno spazio che accoglie diverse identità culturali e componenti sociali eterogenee, è il terreno in cui si incontrano, integrandosi o respingendosi vecchi e nuovi diritti di cittadinanza che riflettono tradizionali e rinnovati modi di espressione nelle declinazioni socio-culturali e spaziali dell’abitare. Le nuove comunità di migranti attraverso il loro intenso quotidiano abitare, trasformano dall’interno le strutture e i modi di vivere e di costruire gli spazi privati e pubblici. Talvolta il generarsi di nuove comunità etniche, insediate in un territorio diverso da quello di origine, permette una contrazione ed una condensazione in un’area precisa e circoscritta tale da incidere profonde impronte nell’ambiente circostante, dando visibilità alle varie forme di abitare le differenze. Nel rispetto di queste trasformazioni occorre una rinnovata capacità di lettura e di comprensione delle loro diverse forme ed incarnazioni reali per riformulare, a partire da questi insediamenti, le vocazioni e le potenzialità dell’abitare tra, con e nelle differenze. Alcune politiche negano l’esistenza delle differenze, generando un rifiuto del diverso, altre impongono un’integrazione forzata, alcune mantengono le diversità nella separazione e altre ancora invece hanno la capacità di aprirsi all’interculturalità e alle contaminazioni. Che cosa significa costruire e abitare la città delle differenze? come viene percepita la città in base alla provenienza fisica e culturale? come creare spazi accoglienti per tutti e interazioni che vadano nella direzione dell’intercultura e della contaminazione? La sessione è divisa in due giornate: una parte si svolgerà a Firenze, con la presentazione di alcuni esperti, la proiezione dei video e una camminata attraverso la città, dove si toccheranno alcuni luoghi della città multietnica; la seconda giornata si svolgerà a Roma, dove si andranno a incontrare due esperienze di coabitazione nelle differenze. Per parlare di differenze vogliamo sperimentare un linguaggio immediato e multilivello, che lavori per testi, immagini, suoni e testimonianze ed esplorazioni, per questo chiediamo un abstract di 2000 battute di presentazione di un cortometraggio della durata di 5-10 minuti sull’abitare le differenze (i tempi di invio dell’abstract sul video coincidono con quelli per gli altri abstract), in cui specificare: contenuto del video, luogo di ripresa, e metodi. REFERENTI Chiara Belingardi – [email protected] Elisa Bertagnini – [email protected] Rita Biconne – [email protected] Claudia Roselli - [email protected] ABITARE I CORPI La città è l'interazione tra persone e le persone sono corpi: uomini, donne, bambini, anziani; diversi per cultura, preferenze sessuali, età, religione e storia. La città è lo sfondo della nostra vita e delle nostre relazioni. Ognuno di noi, in base a se stesso e se stessa, ha una sua mappa della città, una sua relazione con lo spazio, una sua idea di abitare e di vivere le i luoghi e le relazioni. PAESAGGI ABITATI Politiche pratiche opportunità dispositivi Dottorato in progettazione della città, del territorio e del paesaggio – coordinatore Gabriele Corsani Indirizzo progettazione urbanistica e territoriale – referente Camilla Perrone La messa in discussione e il superamento dell’idea illuminista di universalità e razionalità che ha conformato gran parte della storia della pianificazione ha richiesto la ricerca di una nuova epistemologia per la pianificazione che facesse emergere il variegato mosaico di usi e di persone che conformano la città nei suoi spazi privati e pubblici. Al riconoscimento dell’esistenza di nuove popolazioni urbane ha fatto eco la retorica della sicurezza, nel nome della quale gli spazi di incontro e interazione sono sempre più mediati, sorvegliati, chiusi, senza che per questo sia aumentato (anzi, piuttosto è diminuito) il senso di sicurezza degli abitanti, diminuendo con questo anche la loro libertà di azione e spostamento e quindi la possibilità di approfittare delle opportunità che la città offre. Cosa vuol dire pensare e realizzare una città accogliente, accessibile e aperta per tutte e tutti in ogni momento della propria vita? Che cosa vuol dire progettare spazi pensati per le differenze? Come è cambiata la narrazione della città e dei suoi spazi abitativi, conseguentemente all’emergere di nuovi gruppi? In questa sessione vogliamo esplorare sia le implicazioni teoriche e le riflessioni disciplinari che il riconoscimento di nuove differenze ed esigenze urbane ha aperto che le diverse percezioni della città, del suo immaginario attraverso riflessioni teoriche, racconti, analisi di casi studio, mappe, foto, video. Individuare così nuovi possibili linguaggi, far emergere la materialità dei corpi e delle loro diverse traiettorie, capaci di costruire nuove domande di città. Analizzare le indicazioni operative che possono venire da queste mappe e interrogarsi su come costruire/pianificare una città che metta d'accordo diverse e nuove percezioni. REFERENTI Sara Bartolini – [email protected] Chiara Belingardi – [email protected] Claudia Roselli – [email protected] PAESAGGI ABITATI Politiche pratiche opportunità dispositivi Dottorato in progettazione della città, del territorio e del paesaggio – coordinatore Gabriele Corsani Indirizzo progettazione urbanistica e territoriale – referente Camilla Perrone Sezione 6 ABITARE LA CITTÀ IN TRASFORMAZIONE I cambiamenti economici, sociali e culturali, nonché il formarsi di un nuovo paradigma per la pianificazione e di nuove teorie per la progettazione dello spazio urbano che superano la rigida divisione per funzioni dello zoning hanno portato ad un cambiamento nel modo di pensare e di intervenire sia sul tessuto esistente della città che nelle nuove aree di espansione. Trasformazione che interessa sempre di più il tessuto così detto consolidato delle città: questi processi hanno portato alla dismissione di grandi aree situate in aree in molti casi centrali, di cui sono evidenti l'importanza strategica e le potenzialità nella strutturazione della città contemporanea, sia alla scala urbana e metropolitana, che alla scala globale. In questa trasformazione assumono un ruolo strategico due tipi di aree: le aree dismesse (aree ex industriali, aree militari, aree occupate da infrastrutture in disuso...) e le aree di proprietà pubblica (Ex Peep, ERP e altre ). Accanto alle grandi trasformazioni esistono anche trasformazioni insorgenti, processi di occupazione, autorecupero dei vuoti e/o sperimentazioni artistiche. In “Wasting away” (1992) Kevin Lynch parlava del ruolo strategico delle aree dismesse in quanto aree dove sono più facili la sperimentazione e la manipolazione. Il ripensamento e la riqualificazione di queste aree avviene sia per mano pubblica diretta, sia attraverso intenzioni inserite nei piani e attuate da privati o attraverso convenzioni pubblico-privato, sia attraverso trasformazioni spontanee operate dagli abitanti; il rinnvamento permette di dare un nuovo volto alla città: un volto che è fatto di un mix di usi e funzioni che supera la distinzione tra città fabbrica e città dormitorio, che permette a nuovi usi e a nuove economie di trovare spazio nel tessuto urbano, permette di rendere accessibile e fruibili aree prima chiuse o isolate, e inserisce nei piani e nei programmi progetti di densificazione e di sperimentazione di una nuova idea di qualità della vita. La sessione si propone di accogliere riflessioni teoriche ed esempi pratici di progetti, piani e pratiche che hanno reso possibile un cambiamento sociale e spaziale della città consolidata e hanno dato un volto nuovo a parti o intere città. REFERENTI Sara Bartolini – [email protected] Chiara Belingardi – [email protected] Luna D’Emilio – [email protected] Matteo Scamporrino – [email protected] PAESAGGI ABITATI Politiche pratiche opportunità dispositivi Dottorato in progettazione della città, del territorio e del paesaggio – coordinatore Gabriele Corsani Indirizzo progettazione urbanistica e territoriale – referente Camilla Perrone Sezione 7 ABITARE IL TERRITORIO Probabilmente la dimensione giusta per parlare di città sostenibile è la scala regionale, perchè solo a quella scala si evidenzia il rapporto stretto che intercorre tra l’ambito urbano e quello territoriale, dimensione a cui è necessario fare la progettazione se si vuole ragionare in termini di scambio, chiusura dei cicli, filiere corte. in quest’ottica è quindi possibile studiare quali sono i legami tra la città e il suo intorno, che possono essere letti chiaramente in: 1. reti e corridoi ecologici, incolti, terzo paesaggio, “intrusioni” della natura nel tessuto storico consolidato, che non possono essere considerati in maniera alternativa, ma pensati strategicamente come unico habitat; 2. agricoltura e reti di scambio di prodotti agricoli e sementi, agricoltura urbana e periurbana, filiera corta e pratiche di scambio; 3. Energia e Risorse, in termini di scambio e equilibrio tra l’insediamento umano al proprio ambiente; 4. consumo di suolo sia in termini fisici (edificazioni e uso di terreni agricoli o incolti) sia in termini figurati (impronta ecologica) e gli influssi che il consumo di suolo ha rispetto al territorio e alle economie locali. Quali strumenti e dispositivi sono necessari per progettare in maniera integrata città e territorio? come fare in modo che l’esito del progetto sia uno sviluppo locale effettivo e durevole, capace di creare valore aggiunto territoriale e di salvaguardare e valorizzare i beni comuni? Come dare risalto alle pratiche di Stewardship? In questa sessione si vogliono ospitare riflessioni teoriche sui rapporti tra la città e il territorio e sugli strumenti per la pianificazione integrata, e il racconto di esperienze, politiche e progetti che hanno avviato logiche di cura e salvaguardia del territorio e instaurato legami virtuosi tra gli abitanti stessi. REFERENTI Chiara Belingardi - [email protected] Matteo Scamporrino - [email protected]