Piergiorgio Pescali www.pescali.blogspot.com e-mail: [email protected] tel. 339.4551575 - 035890037 INVENZIONI SCIENTIFICHE NELL’ANTICA CINA L’Europa del Medioevo, reduce del crollo dell’Impero Romano, era un continente diviso in una miriade di stati, contee, città ognuna indipendenti le une dalle altre. Gli esploratori che arrivavano dall’Oriente, portavano notizie di una Cina il cui stato era fortemente centralizzato, unito ed immenso. Questa unità aveva costretto i governanti del Celeste Impero ad organizzare un’economia su scala di mercato, in modo da essere in grado di sfamare una popolazione sempre crescente. Inoltre, la grandezza dell’impero, obbligava a trovare sempre nuove tecniche di collegamento sicure e veloci che, da una parte garantivano all’imperatore il controllo di ogni regione, e dall’altra permettevano alle merci di essere trasferite velocemente senza correre il rischio di ammuffire. Il controllo della Cina era indispensabile affinché il Figlio del Cielo, come era chiamato l’imperatore cinese, potesse anticipare il più possibile eventuali sommosse. I più temuti eventi potenzialmente rivoluzionari, erano le catastrofi naturali, ed in particolare i terremoti. Secondo la filosofia confuciana, il segno che il Cielo non riconosceva più l’imperatore come suo figlio, erano proprio i disastri naturali (carestie, alluvioni, terremoti). Il popolo aveva quindi il diritto e il dovere di cambiare i loro governanti anche con l’ausilio della violenza. Al fine di prevenire questa possibilità, l’inventore cinese Zhang Heng (78-139 d.C.), sviluppò un congegno che riusciva a captare immediatamente un terremoto e la sua provenienza. Il sismoscopio di Zhang Heng era un anfora chiusa in bronzo dal diametro di circa due metri, sulle pareti della quale ed a pari distanza l’uno dall’altro, erano posti nove draghi con le fauci rivolte verso il basso. Ogni drago si rivolgeva verso una precisa direzione 1 dell’impero e teneva in bocca una pallina. L’onda d’urto del terremoto, propagandosi a grandissima velocità nel sottosuolo, destabilizzava una leva posta all’interno del contenitore che, inforcando una delle nove direzioni, faceva cadere la pallina dalla bocca del drago. Gli amministratori potevano così individuare immediatamente il terremoto e la sua provenienza, mandando squadre di soccorso e militari per sedare eventuali rivolte. Il sismoscopio di Zhang Heng, pur non misurando l’intensità del terremoto come farebbe un sismografo, anticipò di 1600 anni l’invenzione avvenuta in Europa. Un’altra scoperta singolare avvenuta nella Cina degli Han, fu l’estrazione del gas naturale. Durante gli scavi per l’estrazione del sale, spesso, i cinesi si imbattevano in giacimenti di idrocarburi. Accortisi che il gas si incendiava con facilità a contatto con l’aria, inventarono i cosiddetti Carri del Paradiso, torri alte 60 metri in bambù, simili alle moderne torri di trivellazione petrolifera. Le trivelle venivano adattate in materiale e forma alla tipologia geologica del terreno da perforare. Il gas veniva poi convogliato a raggiera in un’area di centinaia di chilometri. In questo modo le città più vicine ai Carri del Paradiso disponevano di riscaldamento, illuminazione notturna e cucine a gas. Torri simili si possono ancora scorgere in aree remote dello Xinkijang. Ma la vera “rivoluzione tecnologica” cinese avvenne durante la dinastia Song (960-1279 d.C.) con le cosiddette “Quattro Grandi Invenzioni”: la carta, la stampa a caratteri mobili, la bussola e la polvere da sparo. Tra queste, la bussola fu quelle che rivoluzionarono l’economia e la navigazione marittima. Già nel IX secolo d.C. i cinesi avevano messo a punto un sistema di cancelli a magnetite che permettevano di intercettare chiunque portasse armi all’interno di luoghi in cui queste erano proibite. Lo studio del magnetismo terrestre aveva poi permesso loro di costruire la prima bussola marinara. La scoperta, che anticipò di due secoli la bussola amalfitana del mitologico (perché non esistito) Flavio Gioia, permise ai cinesi di sviluppare il commercio marittimo, spingendosi sin sulle coste indonesiane, indiane e africane. L’invenzione contemporanea della carta su scala industriale e della stampa a caratteri mobili (in Europa Gutemberg stampò la prima Bibbia alla fine del XV secolo), permise all’impero di celebrare i fasti letterari di un’epoca senza precedenti nella storia. La Cina divenne la prima civiltà della stampa. 2 Infine la polvere da sparo, scoperta per caso da alcuni scienziati che cercavano l’elisir dell’immortalità, venne utilizzata dai cinesi per scopi sia ludici (fuochi d’artificio), sia bellici. Furono loro a costruire il primo cannone e il primo mortaio, ma, a differenza degli europei, che utilizzarono la polvere da sparo a scopi offensivi e per allargare le frontiere dei loro stati, i cinesi si limitarono a farne uso per difendersi da invasioni esterne. E’ per questo che la Cina non è mai diventata una potenza militare, pur avendone avuto i mezzi e gli uomini. Ma la grande e più strabiliante invenzione avvenuta durante la dinastia Song, fu l’orologio astronomico di Su Song (1020-1101), considerato il primo computer astronomico della storia. Il suo meccanismo era talmente complesso che solo recentemente si è riusciti a riprodurne un esemplare, oggi in esposizione al Museo della Scienza di Pechino. I progetti di Su Song furono infatti bruciati dopo la caduta della dinastia Song. L’orologio astronomico espletava funzioni ritenute essenziali in una civiltà, come quella cinese, dove lo studio del movimento dei pianeti e delle stelle erano strettamente legati al destino del Paese. Già nell’XI secolo, grazie all’invenzione di Su Song, i cinesi avevano dimostrato la teoria eliocentrica e disegnato mappe stellari che solo l’arrivo di Matteo Ricci nel 1600 rettificò parzialmente. Le invenzioni dell’epoca Song non si limitarono al commercio, allo studio dell’universo o alla letteratura: anche l’industria fece passi da gigante grazie alle nuove tecniche di fusione dei metalli. Già nel II secolo a.C. la tecnica di fusione aveva raggiunto livelli che si sarebbero potuti ripetere solo alla fine del 1800 in Europa. I cavalli che trainavano i carri dell’imperatore Qin Shi Huang Di avevano redini in alluminio di una purezza tale che un metallo simile si riuscì a ripetere solo nel 1827. Il crollo della dinastia Qin portò con sé anche i segreti della tecnica utilizzata dagli artigiani dell’imperatore. Seppur non a simili livelli, però la dinastia Song riuscì a raggiungere tecnologie di fusione del tutto ragguardevoli. La pagoda di Luoning, nella provincia dello Shandong, ne è l’esempio più lampante. Costruita interamente in metallo, è alta circa 50 metri. Per evitare una sua rottura occorreva raggiungere temperature elevatissime in modo da amalgamare perfettamente le molecole della struttura. Se il raggiungimento di tali temperature era 3 possibile, più difficile era il mantenerle per un tempo sufficiente. Questo ostacolo è stato superato grazie alle pompe elettriche, che insufflano getti d’aria in continuo. Nel XI secolo, in assenza dell’energia elettrica, i Song erano riusciti a risolvere l’impedimento modificando una macina e usufruendo della spinta idraulica di un torrente o di un canale. Traini a gomito erano quindi collegati ad enormi soffietti che aspiravano e insufflavano aria grazie al movimento rotatorio della macina. 4