Da 50 anni nella nostra città giubileo dell’adorazione eucaristica nella chiesa di Cristo Re Dal 1959, con la presenza della nostra comunità - suore“Figlie della chiesa”- nella Parrocchia di Cristo Re, ha avuto inizio la solenne adorazione quotidiana di Gesù presente nel Sacramento dell’Eucaristia. Dall’inizio della sua fondazione la comunità ha collaborato in vari settori della pastorale parrocchiale, ma l’ Eucaristia, nel desiderio di tutte, è sempre rimasta il riferimento fondante : la fonte a cui attingere e il vertice a cui tendere costantemente. Dopo 50 anni di tale esperienza nel servizio della Chiesa, ci sembra importante riflettere sul significato dell’adorazione eucaristica , in rapporto anche alla “lectio divina”, una delle forme più antiche di preghiera e oggi largamente praticata anche nelle comunità cristiane , non solo nei monasteri. Teniamo presente che all’Eucaristia e alla Parola di Dio , sono stati dedicati gli ultimi due Sinodi dei Vescovi : “L’Eucaristia , fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa” (2-23 ottobre 2005); “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa” (5-26 ottobre 2008) C’è rapporto tra lectio divina e adorazione eucaristica? Per rispondere all’interrogativo e vivere la preghiera e quindi anche la vita che ne dovrebbe scaturire in una dimensione unitaria, può essere utile partire dalla modalità in cui si svolge la celebrazione della S.Messa. Essa è “fonte e culmine” di tutta la vita della Chiesa, quindi anche della sua preghiera : è Gesù stesso la lode perfetta del Padre nell’offerta di sè alla sua volontà per la salvezza degli uomini; anche nella preghiera,dunque, siamo chiamati ad assimilarci a Lui nostro Maestro e Modello. Le due parti fondamentali che costituiscono la Messa –liturgia della Parola e liturgia eucaristica“sono così strettamente congiunte tra loro da formare un unico atto di culto” (Sacramentum caritatis,44).Per analogia, possiamo dedurre che lectio divina e adorazione eucaristica,sono “strettamente congiunte” nel cammino di fede che ci assimila a Gesù. La liturgia della Parola , celebrata nella Messa, richiama alla necessità della lectio divina; pur essendo quest’ultima una modalità di preghiera con la propria specifica caratterizzazione, riteniamo che la lectio divina sia necessaria alla celebrazione liturgica della Parola perché solo così la Parola di Dio ascoltata può venire assimilata e diventare “cibo” che cambia il cuore , alimenta e illumina la vita. “ La prassi della lectio divina , lettura orante nello Spirito Santo è capace di schiudere al fedele il tesoro della Parola di Dio, ma anche di creare l’incontro col Cristo , parola divina vivente. 1 Se manca il “supporto” della lectio,l’ascolto della Parola di Dio durante la celebrazione della Messa rischia di cadere in un “terreno sassoso” o comunque inadatto per produrre frutti di fede (Lc 8,11) ; si riduce ad un ascolto più o meno distratto che non lascia traccia nella conversione del cuore. Richiamiamo in nota, in modo più completo, i momenti “classici” della lectio , come li ha riproposti anche il sinodo dei vescovi : “Essa si apre con la lettura (lectio)del testo che provoca una domanda di conoscenza 1 autentica del suo contenuto reale…segue la meditazione ( meditatio ) nella quale l’interrogativo è : che cosa dice il testo biblico in sé? e in seguito che cosa dice il testo biblico a noi?...Si giunge così alla preghiera (oratio) che suppone quest’altra domanda : che cosa diciamo noi al Signore in risposta alla sua parola? …E per grazia dello Spirito santo,si può giungere alla contemplazione (contemplatio) durante la quale Dio ci invade con la sua luce ci fa dono di assumere lo stesso suo sguardo nel giudicare la realtà e allora ci domandiamo : quale conversione della mente, del cuore e della vita chiede a noi il Signore?” ( “Messaggio al popolo di Dio” III,9, sinodo dei vescovi, 2008). 1 Così pure la seconda parte della Messa – la liturgia eucaristica-,vertice della celebrazione della Messa , richiama alla necessità di adorare il Sacramento per lasciarsi invadere dal Suo mistero che trasforma la vita facendone un dono d’amore come ha fatto Gesù che ha amato “fino alla fine” (Gv13,1), cioè fino al massimo dell’amore oltre il quale non è possibile andare. Ora Egli continua ad amare allo stesso modo nell’Eucaristia “a gloria e lode del Padre e per la salvezza degli uomini”. ( Preghiera eucaristica). L’adorazione eucaristica è una forma di preghiera che prolunga nella giornata l’offerta d’amore di Gesù . “La Santa Messa è in se stessa il più grande atto di adorazione della Chiesa …esiste un legame intrinseco tra la celebrazione e l’adorazione …L’adorazione al di fuori della santa Messa prolunga e intensifica quanto è avvenuto nella celebrazione liturgica , e rende possibile un’accoglienza vera e profonda di Cristo. “Nessuno mangia questa carne - scrive sant’Agostino- se prima non l’ha adorata” (Benedetto XVI , Angelus 10 giugno 2007). “Nell’Eucaristia , il Figlio di Dio ci viene incontro e desidera unirsi a noi; l’adorazione eucaristica non è che l’ovvio sviluppo della Celebrazione eucaristica…E proprio in questo atto personale di incontro col Signore matura poi anche la missione sociale che nell’Eucaristia è racchiusa e che vuole rompere le barriere non solo tra il Signore e noi, ma anche e soprattutto le barriere che ci separano gli uni dagli altri” (Benedetto XVI ,”Sacramentum caritatis”, 66). L’adorazione dell’Eucaristia ha dunque il significato di aprirci a Gesù che si dona , di farci uscire dal nostro io egocentrico per accogliere il suo amore sconfinato e lasciarcene trasformare. Il Mistero Eucaristico – celebrazione e adorazione – è perciò, per ciascuno e per le comunità ecclesiali, dono e chiamata alla vita cristiana secondo la misura d’amore di Gesù . Nell’Ultima Cena con gli apostoli, istituendo il Sacramento dell’Eucaristia , Gesù ha detto loro “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo dato, prendete e bevete questo è il mio sangue versato” ; “è il sacerdote che rinnova il Sacrificio eucaristico…prestando la voce, le mani e il cuore a Cristo” (Benedetto XVI Angelus 10giugno 2007), ma partecipare col sacerdote alla celebrazione della Messa significa anche entrare nel mistero celebrato e quindi accettare di diventare offerta viva con Gesù ; il sacerdote chiede per tutti i partecipanti “fa di noi un sacrificio perenne a te gradito” (preghiera eucaristica). Ciascuno,quindi,secondo la sua vocazione e missione, assume come progetto di vita personale le parole di Gesù : diventare con Lui “pane spezzato e sangue versato” nel dono di sé. Oltre alle parole già citate , Gesù ha aggiunto “fate questo in memoria di me”,cioè nella memoria viva di ciò che io ho fatto, con la grazia del Sacramento, diventate anche voi con la vostra vita“pane spezzato e sangue versato” , cioè vita donata nel lavoro, fatiche, sofferenze accolte e offerte , per la gloria del Padre e la salvezza dei fratelli. Questo fare ,assimilandoci a Gesù, non è automatico , non è questione neppure solo di impegno e volontà personale è, invece , Grazia di Dio, suo dono , da chiedere entrando appunto nella luce del Sacramento d’Amore, con l’adorazione. Ci presentiamo a Lui poveri d’Amore e gli chiediamo di trasformarci il cuore perché tutta la nostra vita diventi dono e servizio d’amore come la sua, nella rinuncia al proprio io egocentrico accogliendo senza sconti la sua Parola : “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso , prenda la sua croce e mi segua.(Mt16,24) Nell’adorazione eucaristica tutta la persona entra nella preghiera , anche il corpo: gli occhi vedono il Segno “parlante” dell’Eucaristia ,vedono la bellezza che Gesù sprigiona nel dono illimitato di sé e se ne lasciano attrarre affascinati; gli orecchi riascoltano la Parola udita finchè interiorizzata, assimila a sé l’ascoltatore ; il cuore ne rimane abbagliato , diventa ardente (Lc 24), desideroso solo di donare ad altri la Vita sovrabbondante che ha ricevuto perché il senso della preghiera e particolarmente dell’adorazione eucaristica è di glorificare Dio con la vita trasformata dalla sua Parola e dal Sacramento (Rm 12,1). 2 “Nella vita di oggi , spesso rumorosa e dispersiva, è più che mai importante recuperare la capacità di silenzio e di raccoglimento : l’adorazione eucaristica permette di farlo non solo intorno all”io”, bensì in compagnia di quel “Tu” pieno d’amore che è Gesù Cristo , “il Dio a noi vicino” . (Benedetto XVI Angelus 10giugno 2007). Noi sorelle ,nell’adorazione eucaristica quotidiana, abbiamo il dono di sperimentare che davvero l’Eucaristia è centro e culmine della vita della Chiesa chiamata ad essere nel mondo “luce e segno di Gesù Cristo”.Cerchiamo di pregare e adorare anche a nome di tutti , perché la vita di ogni uomo sia attirata e trasformata dall’amore di Gesù. Ecco , allora, che l’adorazione eucaristica non è solo vocazione speciale,ma testimonianza e missione nella vita della Chiesa e per il mondo. 3