Giovanni d`Avila - Compartir en Cristo

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SAN GIOVANNI D'AVILA, UNA GUIDA PER IL NUOVO MILLENNIO
S. Giovanni d'Avila è vissuto nell'incrocio culturale e
religioso della prima metà del secolo XVI (1499-1569). E'
l'epoca del rinascimento e dell'umanesimo cristiano, ma anche
della riforma e della controriforma, del concilio tridentino,
del risveglio della mistica.
Giovanni d'Avila nasce in Almodóvar del Campo (Ciudad
Real, Spagna), nella festa dell'Epifania del 1499 (o forse del
1500). Studiò nelle università di Salamanca (1513-1517) e di
Alcalà (1520-1526). Ordinato sacerdote nel 1526, essendo i suoi
genitori defunti, divise tutti i beni tra i poveri (una miniera
di argento). Se ne andò a Siviglia con l'intenzione di
diventare missionario nelle "Indie", col primo vescovo di
Tlaxcala (Messico), Julián Garcés. L'arcivescovo di Siviglia lo
fece rimanere in patria, dove svolse un grande apostolato nella
catechesi, nella predicazione e in favore dei poveri.
Con un gruppo di discepoli organizzò missioni popolari nel
sud della Spagna. Oltre le predicazioni sistematiche, svolgeva
il ministero nel confessionale, nella visita agli ammalati e
nell'organizzazione della catechesi. Si ospitava sempre in case
povere. A Granata, nel 1535, aiutò San Giovanni di Dio (Juan
Cidad) a cambiare vita e a dedicarsi agli ammalati. Il suo
testo di catechesi, in poesia, ("Doctrina cristiana"), stampato
a Valencia nel 1554, fu tradotto in italiano nel 1555 (Messina)
ed era ben conosciuto a Firenze nel 1556.
Il lavoro apostolico lasciava sempre delle organizzazioni
stabili, specialmente nel campo dell'educazione: tre Collegi
Maggiori, undici Collegi Minori, tre Convitti (Seminari) per
chierici... La famosa università di Baeza (Jaén) fu organizzata
da lui (sin dal 1539) con la collaborazione dei suoi migliori
discepoli.
Gli ultimi anni della sua vita, molto ammalato, stabilì la
residenza
a
Montilla
(Córdoba).
Lì
scrisse
i
famosi
"Memoriales" (1551 e 1561) per il concilio di Trento e le
"Advertencias" per il sinodo di Toledo (1565-1566) per poter
applicare le decisioni tridentine sulla riforma della Chiesa.
Morì a Montilla il 10 maggio 1569. Nel suo sepolcro sta
scritto: "Messor eram" (fui segador).
Sono molte le figure di spicco che ebbero rapporto e
grande apprezzamento per San Giovanni d'Avila. Tra altre, Luigi
di Granata (suo biografo, che cita spesso la sua dottrina), San
Giovanni di Dio (il suo figlio spirituale), San Francesco di
Borja,
San
Giovanni
di
Ribera
(vescovo
di
Badajoz
e
posteriormente di Valencia), San Pietro di Alcántara... San
Ignazio li scrisse lettere di grande ammirazione. Santa Teresa
li fecce arrivare la sua autobiografia e ottenne il suo parere
favorevole (1568). Molti santi e autori spirituali posteriori
lo citano riconoscendo la sua grande autorità: San Francesco di
Sale, San Alfonso Maria Liguori, San Antonio Maria Claret, Bto.
Giuseppe Allamano... Nell'omelia della sua canonizzazione (31
maggio 1970), Paolo VI affermò: "Il Concilio di Trento ha preso
delle decisioni che lui aveva tracciato da molto tempo prima"
(Insegnamenti VIII/1970, 566).
Preghiera:
O Dio, tu ci hai dato San Giovanni d'Avila come maestro nel
cammino di perfezione e nel campo apostolico; concedici che la
Chiesa cresca nei nostri giorni in santità e zelo apostolico.
Te lo chiediamo per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.
Vedere tutti i dati basilari sulla sua figura, con bibliografia
attuale, in: Diccionario de San Juan de Avila (Burgos, Monte
Carmelo, 1999).
SAN JUAN DE AVILA, UNA GUIA PARA EL NUEVO MILENIO
San Juan de Ávila vivió en el cruce cultural y religioso
de la primera mitad del siglo XVI (1499-1569). Es la época del
renacimiento y del humanismo cristiano, así como de la reforma
y de la contrarreforma, del concilio tridentino, del despertar
de la mística.
Juan de Ávila nació en Almodóvar del Campo (Ciudad Real,
España), en la fiesta de la Epifanía de 1499 (quizá del 1500).
Estudió en las universidades de Salamanca (1513-1517) y de
Alcalà (1520-1526). Ordenado sacerdote en 1526, cuando ya
habían fallecido sus padre, repartió todos sus bienes entre los
pobres (una mina de plata). Se encaminó hacia Sevilla con la
intención de ser misionero en las "Indias", colaborando con el
primer obispo de Tlaxcala (México), Julián Garcés. El arzobispo
de Sevilla le hizo quedar en su patria, donde desarrolló un
gran apostolado por medio de la catequesis, la predicación y la
caridad para con los pobres.
Con un grupo de discípulos, organizó misiones populares en
el sur de España. Además de las predicaciones sistemáticas,
realizaba en ministerio del confesionario, la visita a los
enfermos y la organización de la catequesis. Se hospedaba en
casas pobres. En Granada, el año 1535,
ayudó a San Juan de
Dios (Juan Cidad) a cambiar de vida y a dedicarse a los
enfermos. Su catecismo, en poesía ("Doctrina cristiana"),
impreso en Valencia el año 1554, fue traducido al italiano en
1555 (Messina) y era muy conocido en Florencia el 1556.
Su
labor
apostólica
dejaba
siempre
organizaciones
estables, especialmente en el campo de la educación: tres
Colegios Mayores, once Colegios Menores, tres Convictorios
(Seminarios) para clérigos... Organizó la famosa universidad de
Baeza (Jaén) desde 1539) con la colaboración de sus mejores
discípulos.
Los últimos años de su vida, ya muy enfermo, estableció su
residencia en Montilla (Córdoba). Allí escribió los famosos
"Memoriales" (1551 y 1561) para el concilio de Trento, así como
las "Advertencias" para el Sínodo de Toledo (1565-1566), con el
objetivo de aplicar las decisiones tridentinas sobre la reforma
de la Iglesia. Murió en Montilla el 10 de mayo de 1569. En su
sepulcro está escrito: "Messor eram" (fui segador).
Son muchas las figuras sobresalientes que mostraron un
gran aprecio por San Juan de Ávila. Entre otras, Fr. Luís de
Granada (su primer biógrafo, que cita frecuentemente su
doctrina), San Juan de Dios (su dirigido espiritual), San
Francisco de Borja, San Juan de Ribera (arzobispo de Valencia),
San Pedro de Alcántara... San Ignacio le escribió varias cartas
mostrándole gran admiración. Santa Teresa de Jesús le hizo
llegar su autobiografía y obtuvo su aprobación (1568). Muchos
santos y autores espirituales posteriores lo citan reconociendo
su gran autoridad: San Francisco de Sales, San Alfonso María de
Ligorio, San Antonio María Claret, Bto. José Allamano... En la
homilía de la canonización (31 mayo 1970), Pablo VI afirmó: "El
Concilio de Trento tomó algunas decisiones que él había ya
trazado mucho tiempo antes" (Insegnamenti VIII/1970, 566).
Oración:
Oh Dios, que hiciste de San Juan de Avila un maestro ejemplar
para tu pueblo por la santidad de su vida y por su celo
apostólico, haz que también en nuestros días crezca la Iglesia
en santidad por el celo ejemplo de tus ministros. Por
Jesucristo Nuestro Señor. Amén.
Ver todos los datos básicos sobre su figura, con bibliografía
actual, en: Diccionario de San Juan de Avila (Burgos, Monte
Carmelo, 1999).
LO ZELO MISSIONARIO DI UN GRANDE SANTO
San Giovanni d'Avila
"La salvezza voluta dal Padre in Cristo, non si é fermata
soltanto nel popolo dei giudei, ma è stata annunciata dagli
Apostoli in tutto il mondo, e anche adesso viene predicato il
nome di Cristo nelle terre lontane, affinché sia luce non
soltanto per il giudei che credettero in Lui (ai quali predicò
personalmente), ma anche ai gentili... lontani da Dio" (AF
cap.111, 11453ss).
"Anche se il Signore poteva evangelizzare da solo, volle
prendere dei collaboratori per poter premiare il loro lavoro e
fare del bene ad altri per mezzo di essi" (Ser 81, 73ss).
"Vorrei avere mille milioni di lingue per poter annunciare in
tutto il mondo chi è Gesù Cristo!" (Carta 207, 15ss). Poiché
Egli è "il Desiderato da tutte le genti" (Lettera 42, 107; cfr.
Ag 2,8).
San
Giovanni
d'Avila
e
i
suoi
discepoli
"vivevano
apostolicamente... come sacerdoti esemplari, collaborando con i
Vescovi per salvare le anime, insegnare ai bambini la
catechesi, educare santamente la gioventù, aiutare i fedeli nel
cammino della salvezza, guidare i più perfetti nel cammino
della vita spirituale; insomma, predicare in tutto il mondo,
annunciare il messaggio evangelico, far conoscere i tesori che
tutti abbiamo in Cristo crocifisso" (L. Muñoz, Vida, lib. 2º,
cap.1).
"Il Signore è morto in croce per le anime; beni, onori, fama e
lasciò la sua propria Madre per amore delle anime" (Ser 81,
100ss). "Lo scopo dell'Incarnazione, così come della sua vita,
del suo lavoro e della sua morte, è stato il bene delle anime"
(Ser 36, 1984ss).
Chi ama il Signore, deve "avere compassione delle anime, poiché
per esse è morto Gesù Cristo" (AF 49, 5034ss). "Se veramente
bruciassero le nostre viscere nello zelo della casa di Dio...
Come potrà avere pazienza nel vedere le spose di Cristo lontane
da Lui e legate con nodi di falso amore!" (Lettera 208, 11ss).
"Se abbiamo cuore di madre, usciremo nelle strade con dolore
gridando per la loro salvezza" (Ser 24, 27ss). Maria è vera
"Pastore, non mercenaria", che guarda le anime come frutto del
sangue di Cristo e quindi come "eredità delle proprie viscere"
(Ser 70, 732ss).
"A coloro cui vengono affidate le anime, si affida il Corpo
Mistico di Gesù Cristo, per prendere cura, comunicare fortezza
e arricchirlo con tante virtù per renderlo degno di essere
chiamato Corpo di tale Capo, che è Gesù Cristo" (Trattato sul
sacerdozio, n. 37, 1366ss).
Preghiera:
O Dio, tu ci hai dato San Giovanni d'Avila come maestro nel
cammino di perfezione e nel campo apostolico; concedici che la
Chiesa cresca nei nostri giorni in santità e zelo apostolico.
Te lo chiediamo per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.
Vedere: Obras completas del Santo Maestro Juan de Ávila
(Madrid, BAC, 1970-1971) 6 vol. Introducción a la doctrina de
San Juan de Ávila (Madrid, BAC, 2000)
EL CELO MISIONERO DE UN GRAN SANTO
San Juan de Ávila
"No se ciñó la salvación del Padre, que es Cristo, en el pueblo
de los judíos, mas salió, cuando fue predicado por los
apóstoles en el mundo, y ahora lo es, acrecentándose cada día
la predicación del nombre de Cristo a tierras más lejos para
que así sea luz, no sólo de los judíos que creyeron en Él, a
los cuales predicó en propia persona, mas también a los
gentiles que estaban en ceguedad de idolatría tan lejos de
Dios" (AF cap.111, 11453ss).
"Aunque Él (el Señor) solo lo podía hacer, quiso tomar
ayudadores para tener ocasión de les galardonar sus trabajos y
de hacer bien a los otros por medio de aquestos ayudadores"
(Ser 81, 73ss).
"¡Quién pudiese tener mil millones de lenguas para pregonar por
todas partes quién es Jesucristo!" (Carta 207, 15ss). Porque él
sigue siendo "el Deseado de todas las gentes" (Carta 42, 107;
cfr. Ag 2,8).
El
Maestro
Juan
de
Ávila
y
sus
discípulos
"vivían
apostólicamente... sacerdotes ejemplares, que, coadjutores de
los obispos, acudiesen a cultivar las almas, enseñar a los
niños la doctrina, criar santamente la juventud, ayudar a los
fieles en el camino de la salvación, gobernar los más perfectos
en la vida espiritual; finalmente, que predicasen por el mundo,
dilatasen la verdad evangélica, manifestasen los tesoros que
tenemos en Cristo crucificado" (L. Muñoz, Vida, lib. 2º,
cap.1).
"En cruz murió el Señor por las ánimas; hacienda, honra, fama y
a su propia Madre dejó por cumplir con ellas" (Ser 81, 100ss).
"Porque el fin de su encarnación, y de su vida, y de sus
trabajos y muerte, es el bien de las ánimas" (Ser 36, 1984ss).
Quien ama al Señor, debe "tener compasión de las ánimas, pues
por ellas murió Jesucristo" (AF 49, 5034ss). "¡Qué lástima es
perderse ánimas que tan caro costaron, tan de balde!" (Ser 3,
733s). "Si de veras nos quemase las entrañas el celo de la casa
de Dios... ¡Cómo tendrá paciencia en ver las esposas de Cristo
enajenadas de Él y atadas con nudo de amor tan falso!" (Carta
208, 11ss).
Así se explica su ansia por encontrar a toda "oveja perdida"
sin excepción (Ser 19, 153ss). "Si corazón hubiese de madres,
¡oh!, con qué dolor saldríamos dando voces" (Ser 24, 27ss).
María, auténtica "Pastora, no jornalera", mira a las almas como
fruto de la sangre de Cristo y, por tanto, como "herencia de
sus entrañas" (Ser 70, 732ss).
La labor pastoral reclama renovación y dedicación, puesto que
"a quien se le encomiendan las ánimas, le es encomendado el
Cuerpo místico de Jesucristo para que lo cure y fortalezca, y
lo hermosee con tantas virtudes que sea digno de ser llamado
cuerpo de tal cabeza, como es Jesucristo" (Tratado sobre el
sacerdocio, n. 37, 1366ss).
Oración:
Oh Dios, que hiciste de San Juan de Avila un maestro ejemplar
para tu pueblo por la santidad de su vida y por su celo
apostólico, haz que también en nuestros días crezca la Iglesia
en santidad por el celo ejemplo de tus ministros. Por
Jesucristo Nuestro Señor. Amén.
Ver: Obras completas del Santo Maestro Juan de Ávila (Madrid,
BAC, 1970-1971) 6 vol. Introducción a la doctrina de San Juan
de Ávila (Madrid, BAC, 2000)
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