Il contributo di Hilbert Le limitazioni provenienti dall’uso dei modelli nelle dimostrazioni di consistenza e il timore che le formulazioni classiche contenessero contraddizioni più o meno nascoste esigevano un modo nuovo di affrontare il problema. Hilbert propose come alternativa alle dimostrazioni relative di consistenza, l’idea di costruire dimostrazioni assolute, che cioè non facessero ricorso alla consistenza di un’altra teoria. Il primo passo da compiere consiste per Hilbert nella completa formalizzazione di una teoria deduttiva. Si svuotano allora di significato le espressioni che vengono considerate come semplici sequenze di segni. Il secondo passo è quello di enunciare un insieme di regole, chiaramente precisate, per sapere come combinare e manipolare tali segni. È questa l’idea alla base dei sistemi formali. Si costruisce così un sistema di segni, detto calcolo, che non nasconde nulla e contiene solo ciò che viene esplicitamente introdotto in esso. Postulati (assiomi) e teoremi sono sequenze di segni costruite con le regole date, ed in questo modo viene eliminato il pericolo di usare modi di ragionamento incontrollati. Una pagina piena di simboli di una tale matematica non afferma nulla, e questa costruzione ricorda moltissimo il calcolo cieco di Leibniz. Tuttavia è possibile descrivere le configurazioni di un tale sistema e fare delle affermazioni su di esse e sulle relazioni che sussistono tra tali configurazioni, ottenendo così delle informazioni sul sistema formale stesso. È chiaro che queste affermazioni non appartengono al sistema. Esse appartengono a quella che Hilbert chiama la metamatematica ovvero al linguaggio che descrive dall’esterno la matematica. Per esempio: l’espressione 7+5 = 12 appartiene all’aritmetica ed è composta interamente da segni aritmetici elementari. L’affermazione “7+5=12 è una formula aritmetica” asserisce qualcosa sull’espressione, non esprime un fatto aritmetico e non appartiene al linguaggio formale dell’aritmetica; essa appartiene invece alla metamatematica poiché attribuisce il carattere di formula ad una certa catena di segni aritmetici. Si osservi che le proposizioni metamatematiche non contengono come parti costituenti segni e formule del sistema ma solo i loro nomi. Questa distinzione è fondamentale perché quando non è stata rispettata sono sorti confusioni e paradossi. Il tentativo di Hilbert si basa dunque sulla netta distinzione tra un calcolo formale e la sua descrizione. Egli pensò di sviluppare un metodo che fornisse prove di coerenza mediante l’analisi di un numero finito di caratteristiche strutturali delle espressioni presenti in calcoli completamente formalizzati. Tale analisi consiste in: 1. notare i vari tipi di segni che intervengono nel calcolo, 2. indicare in quale modo tali segni possono essere combinati in formule, 3. prescrivere la maniera con la quale si possono ottenere formule da altre formule, 4. stabilire se formule di un dato tipo sono derivabili da altre mediante regole esplicitamente enunciate. Hilbert era convinto che ogni calcolo matematico avesse l’aspetto di una sorta di disegno di formule in cui le formule possedessero reciprocamente un numero finito di relazioni strutturali e sperava di poter dimostrare, dall’esame delle proprietà strutturali, l’impossibilità di dedurre dagli assiomi formule contraddittorie, il che avrebbe provato in modo assoluto la coerenza del sistema stesso. Il dato essenziale nella concezione originaria del programma di Hilbert è proprio nella ricerca di procedimenti che fanno appello ad un numero finito di proprietà strutturali e ad un numero finito di operazioni con le formule. Questi procedimenti furono chiamati finitistici. Il Calcolo Proposizionale è un esempio di sistema formale per il quale gli obiettivi della teoria Hilbertiana sono perfettamente realizzati. Ma il Calcolo Proposizionale codifica una parte piuttosto piccola della logica formale e non è sufficiente per sviluppare neanche l’aritmetica elementare. Tuttavia il programma di Hilbert può essere realizzato con successo per sistemi più ampi del Calcolo Proposizionale; si possiede per esempio una dimostrazione assoluta di coerenza di un sistema aritmetico che ammette l’addizione dei numeri cardinali ma non la moltiplicazione. Hilbert fu personaggio di grande rilievo nel XIX secolo e la sua posizione spinse i matematici a cercare di assiomatizzare e formalizzare diversi rami della matematica. (Assiomatizzazione della Matematica). Poiché il risultato di tanto lavoro fu che varie discipline matematiche sono esprimibili in termini aritmetici, la domanda fondamentale è dunque questa: Il metodo finitistico di Hilbert è abbastanza potente da dimostrare la coerenza di un sistema logico adatto ad esprimere l’intera aritmetica e non solo un frammento di essa? Numerosi tentativi furono fatti per costruire una tale dimostrazione, ma fallirono tutti. Giungiamo così al 1931, quando Kurt Gödel, con i suoi famosi teoremi, pose fine alla questione provando che tutti questi sforzi operanti nei limiti del programma originario di Hilbert sono destinati a fallire.