IP/08/155
Bruxelles, 31 gennaio 2008
La Commissione si adopera per colmare le lacune
esistenti in materia di parità sul lavoro
In data odierna la Commissione ha inviato a 10 Stati membri pareri motivati
sollecitandoli a dare piena attuazione alle norme UE che proibiscono la
discriminazione sul lavoro basata su religione e convinzioni personali, età,
handicap e tendenze sessuali. I paesi interessati – Repubblica ceca, Estonia,
Irlanda, Grecia, Francia, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia –
hanno due mesi per rispondere e, se non lo facessero, la Commissione
potrebbe decidere di adire la Corte di Giustizia europea. La Commissione ha
inoltre inviato una lettera di costituzione in mora alla Germania e due lettere
complementari di costituzione in mora alla Lettonia e alla Lituania. La
direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di
lavoro (2000/78/CE) è stata varata nel 2000 e fissava al dicembre 2003 il
termine per il recepimento nel diritto nazionale.
"Gli Stati membri hanno già fatto molto per assicurare che i cittadini abbiano il diritto
alla parità di trattamento nell'ambito dell'occupazione. Ma in certi casi devono ancora
essere varati strumenti legislativi per assicurare l'attuazione di tali diritti." Ha
affermato Vladimír Špidla,Commissario europeo responsabile per l'Occupazione, gli
affari sociali e le pari opportunità. "La parità di trattamento nell'occupazione è
essenziale per dare equamente a tutti la possibilità di contribuire all'economia e di
partecipare alla vita sociale. Ma le direttive UE non possono realizzare appieno le
loro potenzialità se non sono recepite integralmente e correttamente nella normativa
nazionale."
Oggi 11 Stai membri che non hanno ancora attuato correttamente la direttiva hanno
ricevuto "pareri motivati". Si tratta del secondo passo della procedura d'infrazione.
I principali problemi riscontrati sono:
- la normativa nazionale è limitativa in relazione alle persone e agli ambiti coperti
rispetto a quanto stabilito dalla direttiva (ad esempio: mancanza di tutela per i
dipendenti pubblici o in materia di accesso al lavoro autonomo);
- definizioni di discriminazione divergenti dalla direttiva (in particolare, per quanto
concerne la discriminazione indiretta, le molestie e l'ordine di discriminare);
- inadeguato recepimento dell'obbligo, che incombe ai datori di lavoro, di adottare
misure adeguate per i lavoratori portatori di handicap;
- incoerenza delle disposizioni volte a sovvenire alle vittime di discriminazione (come
ad esempio l'inversione dell'onere della prova, il diritto delle associazioni di aiutare i
singoli a farsi valere e la protezione delle vittime).
La Germania ha ricevuto oggi una lettera di costituzione in mora che rappresenta il
primo passo di una procedura d'infrazione. La Germania ha due mesi di tempo per
rispondere. Tra i punti sollevati dalla Commissione vi sono:
- la legislazione nazionale non copre i licenziamenti
- insufficiente protezione dei lavoratori disabili da parte del datore di lavoro
- il termine di due mesi per presentare una denuncia è troppo breve.
La Commissione ha anche deciso di inviare lettere complementari di costituzione in
mora alla Lettonia e alla Lituania in relazione al loro recepimento della direttiva sulla
parità di trattamento in materia di occupazione, in particolare a seguito di una
definizione troppo restrittiva della discriminazione (Lettonia) e di un'esenzione troppo
ampia della discriminazione basata sull'età (Lettonia e Lituania).
Nel dicembre 2006 sono state inviate prime lettere di costituzione in mora a 17 Stati
membri. Nel frattempo la procedura aperta contro la Slovenia e Cipro per il
recepimento incorretto della direttiva è stata chiusa nel dicembre 2007 in seguito
all'adozione, in questi paesi, di nuovi strumenti legislativi rispondenti ai requisiti della
Commissione.
La prima fase della procedura d'infrazione è stata anche avviata contro il Belgio e la
Slovacchia (che hanno adottato di recente una nuova legislazione), la Danimarca, la
Italia, la Polonia, il Portogallo, la Spagna e il Regno Unito, ma questi casi sono
ancora in corso di esame.
Analogamente, la Commissione sta ancora analizzando la legislazione che
recepisce la direttiva in Austria, Lussemburgo, Bulgaria e Romania.
La Commissione sta preparando una relazione sull'attuazione della direttiva sulla
parità di trattamento in materia di occupazione nell'Unione europea, relazione che
dovrebbe essere pubblicata nel primo semestre del 2008.
Contesto:
Nel 1997, nel Consiglio europeo di Amsterdam, gli Stati membri hanno conferito
all'UE il compito di combattere la discriminazione. Tutti e 27 i paesi dell'UE hanno
adottato nuovi strumenti legislativi per attuare la direttiva sulla parità di trattamento in
materia di occupazione accolta all'unanimità nel 2000. Tuttavia, non tutte le
legislazioni nazionali sono conformi alle sue disposizioni. La Commissione si
impegna a continuare il dialogo con gli Stati membri per assicurare la soluzione di
tutti gli aspetti problematici e la piena e corretta attuazione in tutti gli Stati membri sia
della direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione sia di quella sulla
parità di trattamento indipendentemente dalla razza (cfr. anche IP/07/928).
Le procedure d'infrazione si articolano in due fasi. La prima consiste nell'invio allo
Stato membro di una lettera di costituzione in mora cui questi ha due mesi per
rispondere. Qualora in seguito a ciò occorra ulteriormente assicurare il rispetto della
legislazione UE, la Commissione invia un parere motivato. Anche in questo caso lo
Stato membro ha due mesi di tempo per rispondere. In assenza di una risposta
soddisfacente la Commissione può deferire la questione alla Corte di Giustizia
europea sita a Lussemburgo. Essa può inoltre chiedere che la Corte commini una
sanzione pecuniaria al paese interessato qualora questi non si adegui alla pronunzia
della Corte.
Per ulteriori informazioni
http://ec.europa.eu/antidiscrimination
MEMO/08/68
MEMO/08/69
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