MARIA MARINO PAROLE DI ESORTAZIONE CON COMMENTO CATANZARO GENNAIO 2009 – DICEMBRE 2009 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 05 Gennaio 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Spero di vero cuore che abbiate passato un Santo Natale con Gesù Bambino che è nato nel vostro cuore e lo riscaldate con amore per sempre; che in voi sia avvenuta la conversione di nostro Signore Gesù Cristo, con il Verbo che si fece carne nel seno della Vergine Maria; che ognuno di voi sia diventato la voce di colui che grida nel deserto: “Convertitevi e credete al Vangelo”. Nella preghiera stamani pensavo che in Chiesa ci si distrae e non facciamo la volontà del Signore. Il Signore dice: “Hai occhi e non vedi, hai orecchi e non ascolti, hai la bocca e non parli di me, non mi fai conoscere al mondo, non hai la volontà di camminare per me perché ti senti zoppo, cieco e muto”. Amici, il Signore vuole essere riconosciuto dal mondo, dai fratelli che non lo conoscono e non dobbiamo vergognarci di proclamare la verità di nostro Signore Gesù Cristo. Molte volte siamo afflitti, desolati, pieni di sofferenze, di malattie e invochiamo il Signore per la grazia. Ricordo quando Gesù mi ha chiamata circa 30 anni fa, mi disse: “Maria, mi hai servito a modo tuo. Ora mi servi come vuole il Padre mio dei Cieli”. Come facevo? Come fate voi. Andavo in Chiesa, mi sedevo, ascoltavo e poi basta. Ora devo fare non la mia volontà, ma la volontà del Signore. “Oggi non mi sento di venire, Signore. Sono stanca”. Ma per il mio grande amore: “Va’, cammina, dai aiuto ai sofferenti, ai malati. Dai da mangiare agli affamati, ai miseri. Va’… Salva… Converti”. In queste feste abbiamo pensato per noi. Ma i poveri li abbiamo visti? Abbiamo fatto un pacco dono? Abbiamo vestito l’ignudo? No, Signore, non possiamo, perché Tu non ci sei con noi e noi abbiamo bisogno di comprarci tante cose. Non possiamo spendere i soldi per i nostri fratelli. Dobbiamo andare di là, di qua e non c’è tempo per loro. Occorre mettere nel cuore un buon proponimento di conversione, di amare il Signore Gesù Cristo, di onorarlo, servirlo, lavorare nelle Parrocchie nel Suo nome. Il Signore ha voluto questo Movimento il 3 Novembre del 1979. Il Movimento Apostolico è Chiesa. È servire il Signore nella parrocchia, collaborando con i vari Gruppi, Movimenti, Associazioni. È tenersi informati nel lavoro diocesano. Porre attenzione ai Documenti del Santo Padre, dei Vescovi. Leggete ogni sera una pagina del Vangelo. Istruitevi. Partecipate alle Catechesi assiduamente. Il Signore vuole il nostro cuore. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ebbe a dirmi: “Il mondo ha dimenticato la Parola di mio Figlio Gesù. Vuoi ricordarla?”. Ho detto sì e non mi sono mai fermata nonostante la grande sofferenza e la croce messa sulle mie spalle dagli uomini, perché la Madonna aveva bisogno di me, ha bisogno di noi. L’invito l’ha fatto a me per tutti: “Volete ricordare e annunziare la Parola di mio Figlio Gesù?”. Rispondendo sì nel vostro cuore sorgeranno cose nuove. Sarete felici. Non vi sentirete più soli. Non vi sentirete abbandonati. Supererete le disgrazie con amore. Saprete che con voi c’è la Madonnina, gli Angeli, i Santi. Oggi si è dimenticato l’Angelo Custode. Date un nome all’Angelo Custode e diventate come i bambini, se volete entrare nel Regno dei Cieli. Signore, Ti facciamo una promessa: Ti diamo il nostro cuore. Ti prego, abbi pietà di noi. Metti la pace nel mondo. Metti la pace nei nostri cuori. Fa’ che non giudichiamo. Che non condanniamo. Che non ci sputiamo. Che ci amiamo tutti. Signore, siamo peccatori, ma ti amiamo. Facciamo questi buoni propositi con l’Anno Nuovo. Recitiamo il Santo Rosario alla Madonnina per avere conforto nelle sofferenze. Che la Bevanda Eucaristia ci dia forza, Signore. Mettiamo sull’altare ogni nostro buon proposito. Preghiamo per il Santo Padre, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, per gli ammalati e la pace nel mondo. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 4 TESTO COMMENTATO Spero di vero cuore che abbiate passato un Santo Natale con Gesù Bambino che è nato nel vostro cuore e lo riscaldate con amore per sempre; che in voi sia avvenuta la conversione di nostro Signore Gesù Cristo, con il Verbo che si fece carne nel seno della Vergine Maria; che ognuno di voi sia diventato la voce di colui che grida nel deserto: “Convertitevi e credete al Vangelo”. L’augurio dell’Ispiratrice è vero della verità di Dio, perché accompagnato da lunga ed intensa preghiera. È un augurio molteplice: - Che in noi sia nato un grande amore per Gesù Bambino. - Che ci siamo convertiti a Cristo Gesù nostro Signore; - Che noi veramente, realmente, efficacemente siamo divenuti missionari, araldi e banditori del Vangelo. L’Ispiratrice augura e per questo prega: perché si compia in noi la verità del nostro essere cristiani e del nostro essere Movimento Apostolico. Essere Movimento Apostolico dona al nostro essere cristiani la dimensione della missione vissuta come obbedienza alla Vergine Maria, Madre della Redenzione, alla quale abbiamo promesso di ricordare e di annunziare la Parola del Figlio suo. Il cristiano è già un missionario. Il Movimento Apostolico fa di questa missione battesimale l’essenza della sua vita. Vive perché la Parola di Gesù e Gesù secondo la Parola del Vangelo venga conosciuto dal mondo intero. Svolge questa sua missione, il Movimento Apostolico, vivendo tutto il Vangelo, in ogni sua parola. Annunzia la conversione da convertito e la fede nella fede e dalla fede che ha trasformato la sua vita. È l’anno paolino. Ascoltiamo la relazione che San Paolo aveva con il Vangelo: 1 Non sono forse libero, io? Non sono forse un apostolo? Non ho veduto 2 Gesù, Signore nostro? E non siete voi la mia opera nel Signore? Anche se non sono apostolo per altri, almeno per voi lo sono; voi siete nel Signore il sigillo 3 4 del mio apostolato. La mia difesa contro quelli che mi accusano è questa: non 5 abbiamo forse il diritto di mangiare e di bere? Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente, come fanno anche gli altri apostoli e i 6 fratelli del Signore e Cefa? Oppure soltanto io e Bàrnaba non abbiamo il diritto di non lavorare? 7 E chi mai presta servizio militare a proprie spese? Chi pianta una vigna senza mangiarne il frutto? Chi fa pascolare un gregge senza cibarsi del latte del 8 gregge? Io non dico questo da un punto di vista umano; è la Legge che dice 5 9 così. Nella legge di Mosè infatti sta scritto: Non metterai la museruola al bue 10 che trebbia. Forse Dio si prende cura dei buoi? Oppure lo dice proprio per noi? Certamente fu scritto per noi. Poiché colui che ara, deve arare sperando, 11 e colui che trebbia, trebbiare nella speranza di avere la sua parte. Se noi abbiamo seminato in voi beni spirituali, è forse gran cosa se raccoglieremo 12 beni materiali? Se altri hanno tale diritto su di voi, noi non l’abbiamo di più? Noi però non abbiamo voluto servirci di questo diritto, ma tutto sopportiamo 13 per non mettere ostacoli al vangelo di Cristo. Non sapete che quelli che celebrano il culto, dal culto traggono il vitto, e quelli che servono all’altare, 14 dall’altare ricevono la loro parte? Così anche il Signore ha disposto che quelli che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo. 15 Io invece non mi sono avvalso di alcuno di questi diritti, né ve ne scrivo perché si faccia in tal modo con me; preferirei piuttosto morire. Nessuno mi 16 toglierà questo vanto! Infatti annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il 17 Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non 18 lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo. 19 Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per 20 guadagnarne il maggior numero: mi sono fatto come Giudeo per i Giudei, per guadagnare i Giudei. Per coloro che sono sotto la Legge – pur non essendo io sotto la Legge – mi sono fatto come uno che è sotto la Legge, allo scopo di 21 guadagnare coloro che sono sotto la Legge. Per coloro che non hanno Legge – pur non essendo io senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo – mi sono fatto come uno che è senza Legge, allo scopo di guadagnare coloro 22 che sono senza Legge. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i 23 deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io. 24 Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo 25 conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che 26 appassisce, noi invece una che dura per sempre. Io dunque corro, ma non 27 come chi è senza mèta; faccio pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non succeda che, dopo avere predicato agli altri, io stesso venga squalificato. (1Cor 9,1-27). Stupenda e mirabile relazione di Paolo con il Vangelo. Lui nel Vangelo e per il Vangelo si annienta, si annulla. Nella preghiera stamani pensavo che in Chiesa ci si distrae e non facciamo la volontà del Signore. Il Signore dice: “Hai occhi e non vedi, hai orecchi e non ascolti, hai la bocca e non parli di me, non mi fai conoscere al mondo, non hai la volontà di camminare per me perché ti senti zoppo, cieco e muto”. 6 Ora il Signore fa a tutti noi un profondo, completo, vero esame di coscienza. - In Chiesa ci si distrae. - Non facciamo la volontà del Signore. - Abbiamo occhi e non vediamo. - Abbiamo orecchi e non ascoltiamo. - Abbiamo bocca e non parliamo. - Non facciamo conoscere Gesù al mondo. - Non abbiamo la volontà di camminare per Gesù perché ci sentiamo zoppi, ciechi, muti. È una situazione spirituale non buona. È come se il nostro spirito fosse assopito, sonnecchiante, dormiente. Ognuno è chiamato ad esaminare la sua coscienza partendo da queste parole e cambiare vita nelle cose in cui c’è bisogno di cambiare vita. Ogni esame di coscienza che il Signore fa al Movimento Apostolico è manifestazione del suo grandissimo amore. Cosa ci vuole dire esattamente il Signore? - Che dobbiamo riprendere la missione. - Che dobbiamo uscire dalla falsa certezza che senza il nostro personale impegno la missione si compie lo stesso. - Che non dobbiamo confondere la missione evangelizzatrice con tutte le altre cose che noi facciamo. - Vive la missione chi fa conoscere Cristo Gesù, annunziando e ricordando la sua Parola a quanti non la conoscono. - La missione si fa da persona a persona, con annunzio diretto al cuore. I momenti, le circostanze per fare la missione sono tanti, molteplici, quasi infiniti. Il Movimento Apostolico deve saper trasformare ogni incontro in una missione evangelizzatrice, in ricordo e in annunzio della Parola. Le modalità saranno chieste allo Spirito Santo momento per momento dalla singola persona. Amici, il Signore vuole essere riconosciuto dal mondo, dai fratelli che non lo conoscono e non dobbiamo vergognarci di proclamare la verità di nostro Signore Gesù Cristo. Gesù per questo ci ha chiamato: per fare conoscere Lui. Gesù per questo ci ha costituiti Movimento Apostolico: perché attraverso la nostra parola Lui possa entrare in ogni cuore. 7 Ecco cosa San Paolo suggeriva al suo fedele discepolo Timoteo sulla “vergogna” di proclamare il Vangelo: 1 Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio e secondo la promessa della vita che è in Cristo Gesù, 2a Timòteo, figlio carissimo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro. 3 Rendo grazie a Dio che io servo, come i miei antenati, con coscienza pura, ricordandomi di te nelle mie preghiere sempre, notte e giorno. 4Mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. 5Mi ricordo infatti della tua schietta fede, che ebbero anche tua nonna Lòide e tua madre Eunìce, e che ora, ne sono certo, è anche in te. 6 Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. 7Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. 8Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. 9Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, 10ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo, 11per il quale io sono stato costituito messaggero, apostolo e maestro. 12 È questa la causa dei mali che soffro, ma non me ne vergogno: so infatti in chi ho posto la mia fede e sono convinto che egli è capace di custodire fino a quel giorno ciò che mi è stato affidato. 13Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. 14Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato. 15 Tu sai che tutti quelli dell’Asia, tra i quali Fìgelo ed Ermògene, mi hanno abbandonato. 16Il Signore conceda misericordia alla famiglia di Onesìforo, perché egli mi ha più volte confortato e non si è vergognato delle mie catene; 17anzi, venuto a Roma, mi ha cercato con premura, finché non mi ha trovato. 18Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso Dio in quel giorno. E quanti servizi egli abbia reso a Èfeso, tu lo sai meglio di me. (2Tm 1,1-18). Vergognarsi di rendere testimonianza a Cristo Gesù è vergognarsi di Gesù. Gesù si vergognerà di noi dinanzi al Padre suo che è nei cieli, quando ci presenteremo per essere accolti da Lui nel suo Regno. 1 Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. 2 I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; 3 Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di 4 Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì. 8 5 Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i 6 pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore 7 perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno 8 dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, 9 scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non 10 procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. 11 In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e 12 rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. 13 Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è 14 degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la 15 polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città. 16 Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti 17 come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché 18 vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro 19 e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di 20 che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. 21 Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno 22 ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio 23 nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo. 24 Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del 25 suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! 26 Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non 27 sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi 28 annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di 29 colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà 30 a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono 31 tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! 32 Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo 33 riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. 34 Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a 35 portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo 9 36 padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. 37 Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o 38 figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi 39 segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. 40 Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi 41 ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del 42 giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». (Mt 10,1-42). Sono queste le regole di Gesù per ricordare e annunziare con frutto la Parola di Gesù dinanzi al mondo intero. Molte volte siamo afflitti, desolati, pieni di sofferenze, di malattie e invochiamo il Signore per la grazia. Ricordo quando Gesù mi ha chiamata circa 30 anni fa, mi disse: “Maria, mi hai servito a modo tuo. Ora mi servi come vuole il Padre mio dei Cieli”. Non possiamo svolgere la missione a modo nostro, secondo la nostra volontà, a nostro gusto e piacimento, secondo gli umori della giornata. Gesù vuole che la nostra missione sia purissima obbedienza al suo comando di amore. Non possiamo noi lasciarci vincere, confondere, allontanare dalla missione dai nostri quotidiani affanni, sofferenze, malattie, dispiaceri e tristezze della vita. Tutte queste cose alla fine si rivelano una buona tentazione per distoglierci dal comando ricevuto. La preghiera ci aiuta a non cadere in tentazione. Nella preghiera affidiamo ogni nostro guaio al Signore, lo consegniamo a Lui e si continua la missione senza mai stancarsi, arrendersi, fasi vincere. Gesù non si è lasciato vincere dalla sofferenza della croce. Dalla croce, nella più alta sofferenza, confortava, pregava, perdonava, vinceva, trionfava, compiva le Scritture, ci donava la Madre. Da trafitto e da morto in croce ha effuso per noi lo Spirito Santo e la pienezza della grazia. Sulla croce Gesù è il Consolatore dell’umanità sofferente e peccatrice. Lo ha detto alle donne di Gerusalemme: 27 Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si 28 battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi 29 stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le 10 sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. 30 Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e alle colline: 31 “Copriteci!”. Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno 32 secco?». Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori. (Lc 23,27-32). Gesù consola, non è consolato. Gesù dona forza, coraggio, infonde sempre speranza dalla sua sofferenza e dalla sua croce. Gesù mai si è lasciato tentare né dalla fame, né dal dolore, né dalla sete, né dal caldo e né dal freddo. Gesù è sempre in obbedienza al Padre suo, sempre in missione per la salvezza del mondo. Come facevo? Come fate voi. Andavo in Chiesa, mi sedevo, ascoltavo e poi basta. Ora devo fare non la mia volontà, ma la volontà del Signore. “Oggi non mi sento di venire, Signore. Sono stanca”. Ma per il mio grande amore: “Va’, cammina, dai aiuto ai sofferenti, ai malati. Dai da mangiare agli affamati, ai miseri. Va’… Salva… Converti”. È questo il segreto della missione dell’Ispiratrice: il suo grande amore per Gesù. L’amore di Gesù ha conquistato la sua vita. Ella vive solo per Gesù. Questa verità l’ha già scritta in un “Meditare”, che è bene ricordare e fare ognuno nostro “Meditare”: PER TE... SIGNORE Per te... Signore, vivo, cammino, vado, annunzio la tua Parola. Per te... Signore, cerco, chiedo, trovo, busso alla tua porta. Per te... Signore, spero, amo, credo, attendo che tu venga. Per te.... Signore, visito, curo, conforto, allevio la sofferenza. 11 Per te... Signore, non attendo, non voglio, non desidero, non aspiro alla ricompensa degli uomini. Per te... Signore, soffro, patisco, sopporto, muoio per stare sempre con te. Per te... Signore, la sofferenza è gioia, la croce è risurrezione, la morte è vita, l'offerta di me è dono di te. Per te... Signore, l'obbedienza, il sacrificio, la stalla, la croce è via per la gloria del Padre tuo. Per te... Signore, i nostri pensieri non contano, non valgono, non danno la vita, non ci conducono a te per l'eternità. Per te... Signore, il dono della vita per il Vangelo e la tua Parola di verità ci dà la gioia del paradiso. È questo amore il segreto e il mistero dell’Ispiratrice. Da questo suo segreto e mistero dovremmo tutti noi lasciarci conquistare. In queste feste abbiamo pensato per noi. Ma i poveri li abbiamo visti? Abbiamo fatto un pacco dono? Abbiamo vestito l’ignudo? No, Signore, non possiamo, perché Tu non ci sei con noi e noi abbiamo bisogno di comprarci tante cose. Non possiamo spendere i soldi per i nostri fratelli. Dobbiamo andare di là, di qua e non c’è tempo per loro. La misericordia in opere spirituali e materiali per i fratelli manifesta e rivela la verità della nostra fede, della nostra speranza, della nostra carità. La misericordia non potrà mai essere opera saltuaria, annuale, di circostanza. Essa è stile e forma di vita del cristiano, perché è frutto di una quotidiana rinunzia. Ci si priva di qualcosa per dare qualcosa. Era questa la regola suggerita da San Paolo: 12 1 Riguardo poi a questo servizio in favore dei santi, è superfluo che io ve ne scriva. 2 Conosco infatti la vostra buona volontà, e mi vanto di voi con i Macèdoni, dicendo che l’Acaia è pronta fin dallo scorso anno e già molti sono stati stimolati dal vostro zelo. 3Ho mandato i fratelli affinché il nostro vanto per voi su questo punto non abbia a dimostrarsi vano, ma, come vi dicevo, siate realmente pronti. 4Non avvenga che, se verranno con me alcuni Macèdoni, vi trovino impreparati e noi si debba arrossire, per non dire anche voi, di questa nostra fiducia. 5Ho quindi ritenuto necessario invitare i fratelli a recarsi da voi prima di me, per organizzare la vostra offerta già promessa, perché essa sia pronta come una vera offerta e non come una grettezza. 6 Tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. 7Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. 8Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. 9Sta scritto infatti: Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno. 10 Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. 11Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale farà salire a Dio l’inno di ringraziamento per mezzo nostro. 12Perché l’adempimento di questo servizio sacro non provvede solo alle necessità dei santi, ma deve anche suscitare molti ringraziamenti a Dio. 13A causa della bella prova di questo servizio essi ringrazieranno Dio per la vostra obbedienza e accettazione del vangelo di Cristo, e per la generosità della vostra comunione con loro e con tutti. 14Pregando per voi manifesteranno il loro affetto a causa della straordinaria grazia di Dio effusa sopra di voi. 15Grazie a Dio per questo suo dono ineffabile! (2Cor 9,1-15). Ho sempre insegnato che basta liberarsi di un vizio e si hanno possibilità immense per le opere di misericordia. Basta vivere una vita con sobrietà, temperanza, evitando il peccato di gola per sfamare intere famiglie. Quante cose inutili si fanno e sono un dispendio di veri patrimoni e poi per la misericordia non si ha nulla. Se avessimo la forza dell’amore di togliere l’inutilità dalla nostra vita faremmo il mondo ricco, assai ricco, molto ricco, ricchissimo. L’inutilità è la nostra povertà, la nostra miseria, la nostra morte spirituale. Occorre mettere nel cuore un buon proponimento di conversione, di amare il Signore Gesù Cristo, di onorarlo, servirlo, lavorare nelle Parrocchie nel Suo nome. Dopo questo esame di coscienza è giusto fare un buon proponimento. Ecco il proponimento che il Signore ci suggerisce: 13 - Di vera e fruttuosa conversione. È necessaria per riprendere e dare slancio alla nostra missione e alle nostre opere di misericordia, che devono essere la nostra stessa vita. - Di un vero amore per il Signore nostro Gesù Cristo, fondamento indispensabile per onorarlo e servirlo come piace a Lui. - Di un sano e santo lavoro nelle Parrocchie nel nome di Gesù. Non nel nome nostro. Non nel nome di altri. Nel nome del Signore ha un solo significato: facendo sempre e solo la sua volontà. Evitando ogni tentazione che viene da noi e dagli altri di lavorare secondo la nostra e la loro volontà. È questo un vero, santo, buon proposito. Possiamo con questo proposito ripartire. Il Signore ha voluto questo Movimento il 3 Novembre del 1979. Il Movimento Apostolico è Chiesa. È servire il Signore nella parrocchia, collaborando con i vari Gruppi, Movimenti, Associazioni. È tenersi informati nel lavoro diocesano. Porre attenzione ai Documenti del Santo Padre, dei Vescovi. Ecco alcune regole per lavorare nelle Parrocchie nel nome del Signore: - Servire non da soli ma collaborando con ogni altra persona che opera nella Parrocchia. Siamo un solo Corpo. Siamo il Corpo di Cristo Gesù. Come solo Corpo, sola Vita dobbiamo sempre lavorare, operare. - Partecipare attivamente alla vita della Diocesi. - Conoscere gli insegnamenti che il Papa e i Vescovi propongono al popolo di Dio. Si lavora nelle Parrocchie, ma sempre come Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Quanto San Paolo dice del Corpo di Cristo e dei suoi doni e carismi vale per ogni battezzato. 1 2 Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio lasciarvi nell’ignoranza. Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare senza alcun controllo 3 verso gli idoli muti. Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto l’azione dello Spirito di Dio può dire: «Gesù è anàtema!»; e nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo. 4 5 Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi 6 ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, 7 che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello 8 Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di 9 conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il 10 dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle 14 11 lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole. 12 Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra 13 del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. 14 E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte 15 membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al 16 corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non 17 farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? 18 Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le 19 membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un 20 membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno 21 solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; 22 oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del 23 corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle 24 indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò 25 che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra 26 abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. 27 Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue 28 membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di 29 parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? 30 Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano 31 lingue? Tutti le interpretano? Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime. (1Cor 12,1-31). Il Movimento Apostolico è chiamato a lavorare sempre come unico Corpo di Cristo Gesù. Leggete ogni sera una pagina del Vangelo. Istruitevi. Partecipate alle Catechesi assiduamente. Si lavora con frutto nelle Parrocchie se si cresce nella conoscenza della Parola di Gesù. Per questo occorre: - Prendere il Vangelo in mano e leggerne ogni sera una paginetta. Non costa veramente nulla. 15 - Avere grande amore per la propria formazione e istruzione attraverso la lettura del nostro Periodico quindicinale e altri sussidi che vengono offerti per la crescita spirituale di tutti. - Partecipare alle Catechesi assiduamente. Non possiamo dare per scontata la nostra formazione spirituale, dottrinale. Ogni giorno dobbiamo impegnarci per crescere nella conoscenza di Gesù. Chi non conosce Gesù, farà sempre ogni cosa senza verità e senza obbedienza. Chi non conosce Gesù obbedirà sempre a se stesso, ai suoi vizi, ai suoi peccati, alle sue effimere decisioni. Il Signore vuole il nostro cuore. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ebbe a dirmi: “Il mondo ha dimenticato la Parola di mio Figlio Gesù. Vuoi ricordarla?”. Ho detto sì e non mi sono mai fermata nonostante la grande sofferenza e la croce messa sulle mie spalle dagli uomini, perché la Madonna aveva bisogno di me, ha bisogno di noi. L’invito l’ha fatto a me per tutti: “Volete ricordare e annunziare la Parola di mio Figlio Gesù?”. Dobbiamo dare il nostro cuore a Gesù. L’Ispiratrice del Movimento Apostolico glielo ha donato per intero e per sempre. Quando si dona il cuore a Gesù si vive solo per amare Lui e si ama Lui compiendo solo e sempre la sua volontà. Se ci fermiamo nella missione né abbiamo dato il nostro cuore a Gesù e né possiamo dire di amarlo. La nostra missione nasce non da un impegno preso con gli uomini. Nasce da un impegno preso direttamente con Gesù e con la Madre sua. Rispondendo sì nel vostro cuore sorgeranno cose nuove. Sarete felici. Non vi sentirete più soli. Non vi sentirete abbandonati. Supererete le disgrazie con amore. Saprete che con voi c’è la Madonnina, gli Angeli, i Santi. Nel nostro sì a Gesù e alla Vergine Maria, Madre della Redenzione, nasce il sì di Gesù e della Vergine Maria per noi. Il loro è un sì di aiuto, sostegno, provvidenza, sollievo, pace, misericordia, compassione, aiuto concreto in ogni circostanza della nostra vita. Nel nostro sì scende la loro benedizione sulla nostra casa. La benedizione è di tutto il Cielo. Anche gli Angeli e i Santi si prenderanno cura di noi e ci guideranno sempre su una buona via. Oggi si è dimenticato l’Angelo Custode. Date un nome all’Angelo Custode e diventate come i bambini, se volete entrare nel Regno dei Cieli. Invocare l’Angelo Custode con il suo particolare nome è entrare in comunione di vita. È vero e puro amore. 16 Signore, Ti facciamo una promessa: Ti diamo il nostro cuore. Gesù chiede il nostro cuore. Il nostro cuore gli dobbiamo donare. Donare il nostro cuore è donargli l’intera nostra vita. Questa non è più nostra. È di Gesù. Se è di Gesù noi non possiamo più disporre di essa. È di Gesù e Lui dispone secondo la sua volontà. Ti prego, abbi pietà di noi. Metti la pace nel mondo. Metti la pace nei nostri cuori. Fa’ che non giudichiamo. Che non condanniamo. Che non ci sputiamo. Che ci amiamo tutti. Anche questa è una decisione da prendere e da prendere subito: accoglierci gli uni gli altri così come siamo, facendo a gara nello stimarci a vicenda. Anche questo è purissimo amore. Noi dobbiamo trasformare il mondo intero con il nostro amore. Signore, siamo peccatori, ma ti amiamo. Anche Gesù ci accoglie nella nostra fragilità e con il suo amore ci trasforma. Facciamo questi buoni propositi con l’Anno Nuovo. Il proposito è un impegno, non saltuario, ma perenne. Non di un giorno, ma di sempre. Recitiamo il Santo Rosario alla Madonnina per avere conforto nelle sofferenze. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, sa alleviare le nostre sofferenze. Recitiamo in suo onore Santo Rosario e chiediamo che riempia di pace i nostri giorni. Che la Bevanda Eucaristia ci dia forza, Signore. Riceviamo l’Eucaristia sapendo che ci colmiamo di Dio, della sua forza. Con Gesù in noi possiamo vincere la tentazione, il male. Possiamo fare bene ogni cosa. Mettiamo sull’altare ogni nostro buon proposito. Il nostro proposito per trasformarsi in vita deve essere fecondato di grazia e di fortezza dallo Spirito Santo. Chiediamo a Gesù che trasformi la nostra vita per opera del Suo Santo Spirito. Preghiamo per il Santo Padre, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, per gli ammalati e la pace nel mondo. Nella nostra preghiera non dimentichiamo mai nessuno. Ricordiamoci sempre di tutti e di tutto. Tutti e tutto affidiamo alla misericordia e alla bontà del nostro Dio e Signore Gesù Cristo. 17 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo primo lunedì di questo nuovo anno di grazia 2009, sono un completo esame di coscienza. Il Signore è venuto, ha letto il nostro cuore, ha visto in pienezza di verità la sua condizione spirituale e ce l’ha manifestata. Ad ognuno spetta ora provvedere perché venga estirpato ciò che è vizio e al suo posto venga piantata la virtù. Ecco cosa ci ha detto il Signore: - C’è un calo nella missione. Si evangelizza poco perché ormai si è persa la fede nella missione. - C’è un calo nella conversione. Molti di noi si sono stabilizzati nei vizi e nei peccati quotidiani che formano l’ossatura della propria esistenza spirituale. - C’è un calo nelle opere di misericordia. Sovente ci si lascia prendere dagli affanni di una vita più agiata per noi e si dimentica che la nostra vita è vera se è ricca di misericordia e di compassione per i fratelli che sono nel bisogno. - C’è un calo nella formazione e nell’istruzione. Si istruisce poco e ci si istruisce poco. Il Movimento Apostolico è il grande Movimento della formazione delle coscienze e del cuore. Non possiamo formare gli altri se noi non siamo formati. Non possiamo istruire gli altri se non ci istruiamo. Non possiamo elevare i fratelli se non ci eleviamo. - C’è un calo nella partecipazione attenta e impegnata nei nostri incontri. Ci si distrae. Non si presta attenzione. Si vive come se fossimo fuori. - C’è un calo nella carità vicendevole. Siamo invitati ad accoglierci gli uni gli altri così come siamo. Ognuno però con la sua crescita nella carità deve divenire un modello e un esempio da imitare. - C’è un calo nella esemplarità. Nessuno viene preso più a modello per crescere nella verità di nostro Signore Gesù Cristo. Ora spetta a noi trasformare questo calo in crescita armoniosa, santa. Il Signore ci ha concesso altro tempo per compiere l’opera della nostra santificazione. La Vergine Madre della Redenzione, gli Angeli, i Santi ci aiutino a dare una svolta alla nostra vita. Questa volta è necessaria per compiere con frutto e amore la missione che ci è stata affidata. 18 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 12 Gennaio 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Benvenuti nella Casa del Signore. L’Epifania… pensavo ai Re Magi che hanno visto la stella e sono andati incontro. Non si sono chiesti. Con fede andavano dove la stella li portava. Quando mi si presentò nella luce la Vergine Maria, ho compreso che il chiedere non valeva nulla dinanzi alle meraviglie del Signore. Il Signore fa percepire nello spirito la meraviglia che fa vedere. Tu, Signore, sei la luce del mondo. Quando vuoi qualcosa da noi dai sempre un segno di verità e ti manifesti facendo innamorare di Te. In quel momento in cui noi ci innamoriamo di Te, la tentazione, Satana si intromette e viene a tormentarci. Spesso nelle tentazioni ci si chiede: “È possibile se si è di Gesù? Il demonio tormenta?”. Non lo comprendi subito. Poi con la preghiera, con il tempo, con il discernimento di un santo Sacerdote comprendi e pensi: “Io sono il Signore tuo Dio. Non avrai altro Dio fuori che me”. Più preghi, più ti cibi del Corpo e del Sangue di Cristo, più ami la Madonnina, gli Angeli, i Santi, più il demonio ti tormenta. Più vai avanti nelle cose del Signore, più fai la volontà del tuo Signore e più il demonio tenta. Ma Tu, Signore, sei la nostra rupe, la nostra salvezza, la nostra roccia. Non possiamo fermarci sul male, ma dobbiamo fare trionfare il bene, la tua luce, la tua verità. Tu dici: Chi ama il fratello, ama te. Se noi non amiamo il fratello che vediamo come facciamo ad amare te che non vediamo? Ma l’uomo oggi è di dura cervice, stolto, non comprende la tua verità, la tua Parola. Occorrono dei teologi che ci istruiscano per discernere la luce dalle tenebre. Il Movimento Apostolico è stato una stella che ha brillato nel Cielo e nel mio cuore. Gesù ha permesso che brillasse nel cuore di tanti. Non temete di portare avanti il Movimento Apostolico perché viene da Dio e Gesù ci benedice e nelle sofferenze ci segue. “Venite a me, dice Gesù, voi tutti che siete affaticati ed oppressi. Io vi ristorerò”. Noi dobbiamo avere fede. Gesù non ci può abbandonare. Lui è il nostro tutto. È la nostra salvezza. È il nostro scudo. Dobbiamo avere fiducia in Lui. Dobbiamo essere forti. Come dobbiamo superare le crisi, le tentazioni? Scegliendo un santo Sacerdote e nei momenti più brutti della nostra vita, della nostra giornata, confrontarci. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, come mi si presentò: “Sono la Madre della Redenzione. Vuoi ricordare e annunziare la Parola di mio Figlio Gesù?”. Il Signore dice a tutti voi: Andate per il mondo a ricordare la Buona Novella. Non vi fermate. Gesù ha bisogno di essere conosciuto dal mondo. Solo con la verità, la Parola del Signore si può ottenere la pace, l’amore, il dialogo, la conversione al Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. Ringraziamo di questi buoni propositi il nostro Angelo Custode, i Santi affinché li possiamo imitare. Ricordiamo il Santo il Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche e in special modo gli ammalati che hanno tanto bisogno del conforto di Gesù, della Madonnina, degli Angeli, dei Santi. Mettiamo in pratica questi buoni propositi, alleviando le nostre sofferenze, affidandole tutte al Signore. Il Corpo e il Sangue di Gesù siano la nostra forza contro la tentazione. Il Santo Rosario, recitato con fede e amore, ci ottenga la grazia di compiere sempre la volontà di Dio. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 20 TESTO COMMENTATO Benvenuti nella Casa del Signore. Chi accoglie, ama. Chi ama, accoglie. Ecco come San Paolo invita tutti noi ad accoglierci gli uni gli altri: 1 Noi, che siamo i forti, abbiamo il dovere di portare le infermità dei 2 deboli, senza compiacere noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di piacere al 3 prossimo nel bene, per edificarlo. Anche Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma, come sta scritto: Gli insulti di chi ti insulta ricadano su di me. 4 Tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle 5 Scritture, teniamo viva la speranza. E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, 6 sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. 7 Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la 8 gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per 9 mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto: Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome. 10 E ancora: Esultate, o nazioni, insieme al suo popolo. 11 E di nuovo: Genti tutte, lodate il Signore; i popoli tutti lo esaltino. 12 E a sua volta Isaia dice: Spunterà il rampollo di Iesse, colui che sorgerà a governare le nazioni: in lui le nazioni spereranno. 13 Il Dio della speranza vi riempia, nel credere, di ogni gioia e pace, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo. 14 Fratelli miei, sono anch’io convinto, per quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l’un 15 l’altro. Tuttavia, su alcuni punti, vi ho scritto con un po’ di audacia, come per ricordarvi quello che già sapete, a motivo della grazia che mi è stata data da 16 Dio per essere ministro di Cristo Gesù tra le genti, adempiendo il sacro ministero di annunciare il vangelo di Dio perché le genti divengano un’offerta 17 gradita, santificata dallo Spirito Santo. Questo dunque è il mio vanto in Gesù 21 18 Cristo nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti 19 all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito. Così da Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all’Illiria, 20 ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo. Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunciare il Vangelo dove era già conosciuto il 21 nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui, ma, come sta scritto: Coloro ai quali non era stato annunciato, lo vedranno, e coloro che non ne avevano udito parlare, comprenderanno. 22 23 Appunto per questo fui impedito più volte di venire da voi. Ora però, non trovando più un campo d’azione in queste regioni e avendo già da parecchi 24 anni un vivo desiderio di venire da voi, spero di vedervi, di passaggio, quando andrò in Spagna, e di essere da voi aiutato a recarmi in quella regione, dopo avere goduto un poco della vostra presenza. 25 Per il momento vado a Gerusalemme, a rendere un servizio ai santi di 26 quella comunità; la Macedonia e l’Acaia infatti hanno voluto realizzare una 27 forma di comunione con i poveri tra i santi che sono a Gerusalemme. L’hanno voluto perché sono ad essi debitori: infatti le genti, avendo partecipato ai loro beni spirituali, sono in debito di rendere loro un servizio sacro anche nelle loro 28 necessità materiali. Quando avrò fatto questo e avrò consegnato sotto 29 garanzia quello che è stato raccolto, partirò per la Spagna passando da voi. So che, giungendo presso di voi, ci verrò con la pienezza della benedizione di 30 Cristo. Perciò, fratelli, per il Signore nostro Gesù Cristo e l’amore dello Spirito, vi raccomando: lottate con me nelle preghiere che rivolgete a Dio, 31 perché io sia liberato dagli infedeli della Giudea e il mio servizio a 32 Gerusalemme sia bene accetto ai santi. Così, se Dio lo vuole, verrò da voi 33 pieno di gioia per riposarmi in mezzo a voi. Il Dio della pace sia con tutti voi. Amen. (Rm 15,1-33). È questo un apprendimento che mai si compie. L’Epifania… pensavo ai Re Magi che hanno visto la stella e sono andati incontro. Non si sono chiesti. Con fede andavano dove la stella li portava. I Magi hanno seguito la stella. Ecco come in un “Meditare” l’Ispiratrice parla di questo segno: LA STELLA Guarda nel cielo, non vedi? Cosa... Una stella. Lascia stare. Fa parte della sfera celeste. 22 Vai ancora dietro una stella... Non può essere. Chissà come sono andate le cose... Tre uomini rincorrono una stella. Sono ubriachi. Lascia stare. Ma la stella è sua. È di Dio. Non sono ubriachi. Sono sapienti. Non è una stella. È un segno. È il segno di Dio per la loro salvezza. La fede è tutto per un uomo. Senza fede non c’è vita. La fede è anche dai segni che Dio predispone sul nostro cammino. Quando mi si presentò nella luce la Vergine Maria, ho compreso che il chiedere non valeva nulla dinanzi alle meraviglie del Signore. Il Signore fa percepire nello spirito la meraviglia che fa vedere. Dio manda il segno. Se la persona è umile, semplice, piccola il Signore le dona anche il suo Spirito perché possa penetrare la verità che è contenuta nel segno. Se invece la persona è altera, superba, boriosa, orgogliosa, piena di sé, il Signore non può mandare il suo Santo Spirito ed essa rimane nel suo vuoto interiore ed esteriore. La superbia, la vanagloria, l’arroganza spirituale, la boria, l’esaltazione della propria mente e del proprio cuore sono i nemici della fede. Tu, Signore, sei la luce del mondo. Quando vuoi qualcosa da noi dai sempre un segno di verità e ti manifesti facendo innamorare di Te. Quando Dio dona il segno, dona anche la grazia per poterlo cogliere nella sua verità. Dona anche il suo Santo Spirito perché ci illumini interiormente e ci faccia innamorare dell’Autore, del Signore. Come però l’acqua mai potrà entrare in un recipiente pieno di terra o di altro liquido, così Dio mai potrà penetrare in un cuore pieno di superbia e di arroganza spirituale. Dio può riempire solo i cuori piccoli, semplici, vuoti e spogli di vizio e di peccato. L’umile è sempre amato da Dio e da Dio riempito di Sé. Con i superbi Dio nulla potrà mai fare. 23 Il “Magnificat” della Vergine Maria è il cantico dell’agire di Dio con gli uomini: 46 Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore 47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48 perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49 Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; 50 di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. 51 Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52 ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; 53 ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. 54 Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55 come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». (Lc 1,46-55). Dio guarda sempre la nostra umiltà. In quel momento in cui noi ci innamoriamo di Te, la tentazione, Satana si intromette e viene a tormentarci. Satana è però sempre in agguato e sa sempre come intromettersi nella nostra vita per tormentarci. Si serve di tutti e di tutto. Il suo scopo è uno solo: far sì che noi abbandoniamo il Signore, non lo serviamo, rinunciamo a vivere secondo la vocazione ricevuta. Satana ha paura di una cosa sola: della verità di Dio che è insita nella nostra vocazione. Il suo intento è duplice: - Farci abbandonare la vocazione, ritornando alla vita di prima. - Farci cambiare finalità alla nostra vocazione in modo che noi ci dimentichiamo del fine per cui siamo stati chiamati. Noi del Movimento Apostolico siamo stati chiamati a ricordare e annunziare la Parola di Gesù. Qual è per noi la tentazione di Satana? - Farci stancare affinché non compiamo più la missione e per questo si serve della calunnia, della falsità, della menzogna, della falsa 24 testimonianza, delle lettere anonime, di ogni altro ritrovato della sua astuzia. - Cambiare la nostra missione e da annunciatori della Parola convincerci a fare tutto, ma non dire e non ricordare più la Parola. O per la prima via o per la seconda riesce sempre a fare desistere molti dell’essere Movimento Apostolico secondo il cuore di Cristo Gesù e della Madre sua. Chi si scoraggia, chi perde la fede, chi abbandona, chi si stanca, chi rimane deluso, chi si abbatte, chi non persevera, chi cambia vocazione, chi modifica i contenuti stessi della vocazione. Satana invece non si stanca, non si perde d’animo, non rallenta, non diminuisce, non si lascia mai sconfiggere. È sempre fresco come se fosse alla prima ora, al primo istante. Noi dormiamo, lui sempre veglia e anche di notte sa come tormentarci. È una lotta che finisce solo quando la nostra anima è nell’eternità. Spesso nelle tentazioni ci si chiede: “È possibile se si è di Gesù? Il demonio tormenta?”. Anzi sono proprio quelli che sono di Gesù che il demonio tormenta. Li tormenta perché non seguano più Gesù, lo abbandonino, tornino alla vita di prima. Non lo comprendi subito. Poi con la preghiera, con il tempo, con il discernimento di un santo Sacerdote comprendi e pensi: “Io sono il Signore tuo Dio. Non avrai altro Dio fuori che me”. La preghiera è la via primaria per resistere al diavolo, assieme ad una vita intessuta di sante virtù. Al diavolo si può resistere. Ecco come San Pietro insegna a vincere questa lotta: 1 Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: 2pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, 3non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. 4E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce. 5 Anche voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Rivestitevi tutti di umiltà gli uni verso gli altri, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili. 6 Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché vi esalti al tempo opportuno, 7riversando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. 8Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. 9Resistetegli saldi nella fede, 25 sapendo che le medesime sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi per il mondo. 10 E il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo Gesù, egli stesso, dopo che avrete un poco sofferto, vi ristabilirà, vi confermerà, vi rafforzerà, vi darà solide fondamenta. 11A lui la potenza nei secoli. Amen! 12 Vi ho scritto brevemente per mezzo di Silvano, che io ritengo fratello fedele, per esortarvi e attestarvi che questa è la vera grazia di Dio. In essa state saldi! 13Vi saluta la comunità che vive in Babilonia e anche Marco, figlio mio. 14 Salutatevi l’un l’altro con un bacio d’amore fraterno. Pace a voi tutti che siete in Cristo! (1Pt 5,1-14). Anche San Paolo è maestro nella lotta contro il diavolo: 10 Per il resto, rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. 12La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. 13 Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. 14State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; 15i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. 16Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; 17 prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. 18In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi. 19E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo, 20per il quale sono ambasciatore in catene, e affinché io possa annunciarlo con quel coraggio con il quale devo parlare. (Ef 8,10-20). 11 Satana non è invincibile. Satana è vincibile. Il cristiano lo può vincere. Basta osservare queste piccole regole spirituali, sempre. Più preghi, più ti cibi del Corpo e del Sangue di Cristo, più ami la Madonnina, gli Angeli, i Santi, più il demonio ti tormenta. Più vai avanti nelle cose del Signore, più fai la volontà del tuo Signore e più il demonio tenta. Perché il diavolo si accanisce contro gli amici di Gesù, contro coloro che si sono dati a Lui con tutto il cuore, tutta la mente, tutte le forze? Si accanisce perché sa che gli amici di Gesù sono i distruttori del suo regno. Loro distruggono il regno di Satana, Satana vuole distruggere loro. Satana ha un solo scopo: allontanarci da Cristo Gesù, impedendoci di costruire il regno di Cristo Signore nel cuore degli uomini. 26 Più noi costruiamo il regno di Dio in noi e fuori di noi, più lui si accanisce contro di noi, per distruggerci. Ma Tu, Signore, sei la nostra rupe, la nostra salvezza, la nostra roccia. Non possiamo fermarci sul male, ma dobbiamo fare trionfare il bene, la tua luce, la tua verità. Chi è con noi è però più forte di Satana, è il più forte, il fortissimo. Nessuno ci potrà separare da Cristo Gesù se noi rimarremo uniti a Lui nell’amore, nella carità, nella missione, nella preghiera, nella grazia. Ricordiamoci di questa frase di San Paolo: 1 Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi! 2Esorto Evòdia ed esorto anche Sìntiche ad andare d’accordo nel Signore. 3E prego anche te, mio fedele cooperatore, di aiutarle, perché hanno combattuto per il Vangelo insieme con me, con Clemente e con altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita. 4 Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. 5La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! 6Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. 7E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. 8 In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. 9Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi! 10 Ho provato grande gioia nel Signore perché finalmente avete fatto rifiorire la vostra premura nei miei riguardi: l’avevate anche prima, ma non ne avete avuto l’occasione. 11Non dico questo per bisogno, perché ho imparato a bastare a me stesso in ogni occasione. 12So vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. 13Tutto posso in colui che mi dà la forza. 14 Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni. 15Lo sapete anche voi, Filippesi, che all’inizio della predicazione del Vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa mi aprì un conto di dare e avere, se non voi soli; 16e anche a Tessalònica mi avete inviato per due volte il necessario. 17Non è però il vostro dono che io cerco, ma il frutto che va in abbondanza sul vostro conto. 18Ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni ricevuti da Epafrodìto, che sono un piacevole profumo, un sacrificio gradito, che piace a Dio. 19Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù. 20Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen. 21 Salutate ciascuno dei santi in Cristo Gesù. 22Vi salutano i fratelli che sono con me. Vi salutano tutti i santi, soprattutto quelli della casa di Cesare. 23 La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito. (Fil 4,1-23). 27 Tutto può Paolo in Dio che gli dà la forza. Tutto possiamo anche noi in Gesù che è la nostra forza. Il Movimento Apostolico deve essere sempre ripieno di grazia e di Spirito Santo, di forza celeste e di ogni dono. Su questo Movimento Apostolico Satana non avrà mai alcun potere. Potrà tormentare, affliggere, insidiare, ma non vincere. Cristo ha vinto Satana e il mondo. In Lui, con Lui, per Lui anche noi vinciamo Satana e il mondo. Tu dici: Chi ama il fratello, ama te. Se noi non amiamo il fratello che vediamo come facciamo ad amare te che non vediamo? È facile sapere se noi amiamo Dio. Basta che ci esaminiamo sull’amore dei fratelli. Il vero amore di Dio si trasforma in vero amore per i fratelli. Il vero amore per i fratelli è segno del vero amore per il Signore. Ma l’uomo oggi è di dura cervice, stolto, non comprende la tua verità, la tua Parola. Occorrono dei teologi che ci istruiscano per discernere la luce dalle tenebre. La funzione del teologo è in tutto paragonabile alla funzione del sole. Il sole dona la luce e l’uomo vede per camminare bene. Il sole dona la luce e le tenebre scompaiono. Il teologo dona la verità di Dio e l’uomo sa dove porre i suoi passi. Il teologo dona la verità di Dio e le tenebre sono svelate. Una comunità senza teologi è simile all’universo senza il sole. Il Movimento Apostolico ha bisogno dei teologici più che la terra della luce del sole. Il Movimento Apostolico è stato una stella che ha brillato nel Cielo e nel mio cuore. Gesù ha permesso che brillasse nel cuore di tanti. Il Movimento Apostolico è per l’Ispiratrice simile alla stella dei Magi. Esso deve condurre ogni uomo a Cristo Gesù. Anche per noi il Movimento Apostolico deve essere questa stella. Nel Movimento Apostolico ognuno deve lasciarsi fare stella da Gesù per condurre ogni altro uomo al suo Signore. Non temete di portare avanti il Movimento Apostolico perché viene da Dio e Gesù ci benedice e nelle sofferenze ci segue. Se siamo stella dobbiamo brillare sempre. Se brilliamo, chi vede la nostra luce si può sempre aprire alla sequela di Cristo Gesù. 28 Il nostro compito, la nostra missione è una sola: brillare, brillare, brillare sempre di una luce più intensa e più forte. Gesù brillava e il mondo lo seguiva. L’Ispiratrice brilla e tante persone la seguono e seguendo lei incontrano il Signore. Anche noi dobbiamo brillare di verità, di santità, di giustizia, se vogliamo indicare Cristo al mondo intero. “Venite a me, dice Gesù, voi tutti che siete affaticati ed oppressi. Io vi ristorerò”. Nessuna sofferenza, nessuna malattia, nessuna croce dovrà mai separarci dall’amore di Cristo Gesù. Gesù è il conforto, il sollievo, la grazia, la guarigione, il sostegno in ogni nostra sofferenza. Questa fede deve essere forte nel nostro cuore. Questa fede dobbiamo sempre trasformarla in preghiera intensa. Noi dobbiamo avere fede. Gesù non ci può abbandonare. Lui è il nostro tutto. È la nostra salvezza. È il nostro scudo. Gesù è veramente tutto per noi. Chi ha Gesù ha tutto, perché Lui è il Tutto. Chi ha Gesù non manca mai di niente. La sua grazia è infinita ed onnipotente. In Gesù dobbiamo però credere con fede sempre più convinta e forte. Dobbiamo avere fiducia in Lui. Dobbiamo essere forti. La nostra fortezza viene dalla nostra fiducia in Gesù. La fiducia in Gesù viene dal nostro amore per Lui. Il nostro amore per Lui è dono dello Spirito Santo. Allo Spirito Santo dobbiamo chiedere che ricolmi i nostri cuori di un amore infinito per Gesù Signore. Come dobbiamo superare le crisi, le tentazioni? Scegliendo un santo Sacerdote e nei momenti più brutti della nostra vita, della nostra giornata, confrontarci. Il Padre spirituale non dovrebbe essere facoltativo nel Movimento Apostolico. Dal “Padre spirituale” però non si deve andare per accusare gli altri e additarli come la causa del nostro fallimento o delle nostre difficoltà. Dal “Padre spirituale” si va per un solo motivo: per chiedere umilmente che ci indichi la via per superare la tentazione che ci sta tormentando, o per chiedere, sempre umilmente, che ci aiuti a scoprire qual è la tentazione che in questo preciso momento ci sta tormentando. 29 Quando si va dal “Padre spirituale” si devono sempre dimenticare gli altri. Satana sta tentando noi. Siamo noi in pericolo di perdere la fede, l’amore. Siamo noi tormentati perché abbandoniamo la missione, la cambiamo, le diamo un altro contenuto. Purtroppo molti usano il “Padre spirituale” come scudo per nascondere se stessi, o come una specie di giudice per ratificare la condanna che si è già emessa contro i fratelli. Anche questa è tentazione. Anzi è questa la peggiore tentazione di satana. Il Signore ci dia la luce per comprendere e per vivere la giusta relazione con il “Padre spirituale”. Sarebbe già sufficiente iniziare così: “Padre, cosa devo fare per ereditare la vita eterna? O: cosa devo fare per non cadere, per vincere questa tentazione?”. Tutto è semplice nell’umiltà. Tutto è difficile nella superbia. La superbia è la grande tentazione di satana. È superbia pensare che siano gli altri la causa dei nostri errori e dei nostri peccati. Siamo noi la causa di tutto perché abbiamo smesso le regole della vita spirituale. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, come mi si presentò: “Sono la Madre della Redenzione. Vuoi ricordare e annunziare la Parola di mio Figlio Gesù?”. È questa la nostra missione. Cambiare contenuti è cadere nella tentazione di Satana. Tutto il resto è mezzo, mai potrà essere fine. Se però è mezzo, il mezzo è sempre il raggiungimento del fine. Il Signore dice a tutti voi: Andate per il mondo a ricordare la Buona Novella. Non vi fermate. Gesù ha bisogno di essere conosciuto dal mondo. La missione si fa da persona a persona, da cuore a cuore. Si fa parlando di Gesù, della sua Parola, del suo Vangelo. È il Vangelo la sola forza che può trasformare il mondo. Solo con la verità, la Parola del Signore si può ottenere la pace, l’amore, il dialogo, la conversione al Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. Solo il Vangelo è via di pace, di amore, di dialogo, di conversione. È tutto questo quando lo si dice. È tutto questo quando chi lo dice lo vive anche per intero. Noi siamo chiamati a vivere tutto il Vangelo per annunziare e ricordare tutto il Vangelo. 30 Ringraziamo di questi buoni propositi il nostro Angelo Custode, i Santi affinché li possiamo imitare. Per queste buone e sante parole che il Signore ha fatto risuonare al nostro cuore dobbiamo ringraziare il Cielo tutto. Può ringraziare chi accoglie. Chi accoglie ringrazia. Chi mette nel cuore ringrazia. Chi trasforma in propria vita queste buone parole, ringrazia. Chi è rimasto e rimane freddo, non ringrazia. Non ringrazia perché non le vede come un dono di Dio. Ricordiamo il Santo il Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche e in special modo gli ammalati che hanno tanto bisogno del conforto di Gesù, della Madonnina, degli Angeli, dei Santi. Pregare per la Chiesa e per il mondo, pregare per ogni necessità dell’uomo: anima, spirito e corpo, è grande opera di misericordia spirituale. Affidare tutto a Dio nella preghiera è grande fede. Pensiamo alla Vergine Maria alle nozze di Cana e preghiamo Gesù come Lei lo ha pregato: “Non hanno più vino”. “Non abbiamo più vino”. Mettiamo in pratica questi buoni propositi, alleviando le nostre sofferenze, affidandole tutte al Signore. Quando si vive per compiere la volontà del Signore, le nostre sofferenze vengono sempre alleviate, se affidate al Signore. Si affida tutto al Signore e si compie la sua volontà. Gesù lo ha detto: “Il suo peso è leggero. Il suo carico soave”. Con la forza di Gesù tutto possiamo. Il Corpo e il Sangue di Gesù siano la nostra forza contro la tentazione. Nell’Eucaristia riceviamo Cristo Gesù con tutta la sua potenza di grazia e di Spirito Santo. Con Lui in noi, con Lui che ci trasforma in Sé, con Lui che si trasforma in noi, possiamo vincere la tentazione. Possiamo resistere al diavolo. Il Santo Rosario, recitato con fede e amore, ci ottenga la grazia di compiere sempre la volontà di Dio. Anche la Vergine Maria è baluardo e scudo contro il diavolo. Lei gli ha schiacciato la testa. Se noi siamo uniti a Lei con la preghiera del Santo Rosario, di certo anche noi schiacceremo la testa al diavolo, perché è Lei che la schiaccia attraverso noi. È questo il miracolo che si compie quando noi recitiamo il Santo Rosario con fede e grande amore. 31 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo lunedì 12 Gennaio 2008 ci annunziano alcune parole chiare sulla tentazione e sul modo di vincerla. È necessario che noi le comprendiamo bene. Lo richiede il nostro essere discepoli di Gesù, ma soprattutto il nostro essere discepoli di Gesù nel Movimento Apostolico e secondo lo stile, le modalità di Movimento Apostolico. Cosa è la Tentazione? È un pensiero, un’idea, una fantasia, un’immaginazione, un sogno, una storia, una persona, una parola, un esempio, un desiderio, un progetto, un nostro modo di essere che ci distoglie dal compimento della volontà di Dio. Qual è la volontà di Dio sul Movimento Apostolico: il ricordo e l’annunzio della Parola di Gesù. Come si fa a distinguere la tentazione dalla mozione dello Spirito Santo? Lo Spirito Santo ci muove perché compiamo in un modo perfetto la volontà di Dio. La tentazione invece crea infiniti ostacoli perché desistiamo dal compiere ciò che il Signore ci ha chiesto. Quali sono i mezzi a nostra disposizione per conoscere la tentazione? La frequenza alla catechesi. Lo studio e la meditazione personale del Vangelo e della Parola di Dio. La frequenza alla spiritualità del Movimento Apostolico. Il discernimento del Padre spirituale. Chi è il Padre spirituale per un aderente del Movimento Apostolico? È un Sacerdote – ed è giusto che sia un sacerdote che vive la spiritualità del Movimento Apostolico – che ci aiuta a distinguere la mozione dello Spirito Santo dalla tentazione del diavolo. Dal Padre spirituale non si va per accusare gli altri. Non si va per liberarci delle nostre responsabilità. Non si va nemmeno perché ratifichi la nostra volontà già presa. Non si va perché metta il timbro della bontà sulle nostre decisioni o desideri. Si va invece perché ci aiuti a discernere il bene dal male e a separare il buon grano della verità dalla zizzania della falsità. Chi ci aiuta a vincere la tentazione una volta che l’abbiamo conosciuta? La grande preghiera. L’Eucaristia. Il Santo Rosario recitato con fede e amore. L’immenso amore per Gesù e per la Madre sua. La volontà radicata nel compimento della volontà di Dio. Una vita libera da vizi e piantata nelle virtù. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli, i Santi ci aiutino a compiere un vero cammino di santità, fedeli alla missione ricevuta e abbracciata. 32 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 19 Gennaio 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Vi saluto nel nome del Signore. Sono 30 anni, è una vita che cammino per Gesù e ogni giorno credo di non farcela. Gesù mi dà la forza, la spinta e siccome voglio fare la sua volontà fino all’ultimo dei miei giorni, eccomi qui. Voglio dirvi che l’amore di Gesù è eterno, che Lui ci ama molto. E noi Lo amiamo? Se noi Lo amiamo dobbiamo fare la Sua volontà. Dobbiamo annunziare e ricordare il Verbo che si fece carne nel seno della Vergine Maria. Dobbiamo andare per il mondo a ricordare che abbiamo nel Cielo un Padre, un Amico, Gesù, la Mamma di Gesù, Angeli e Santi. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, quando mi ha chiamata: “Vuoi ricordare la Parola di mio Figlio Gesù?”. E Gesù: “Va’, salva, converti”. Stamani nella sofferenza e nella preghiera pensavo: “Mio Signore, non ti sei servito di me soltanto, ma di tutto il tuo popolo. E questo gregge a volte è di dura cervice. Finge di non conoscerti, ma quando ha bisogno nelle malattie, nelle sofferenze, ti ricorda. Vuole le grazie. Ti prega”. Gesù vuole essere pregato in ogni attimo della nostra giornata: “Signore, Ti amo. Ti amo sino alla fine dei miei giorni. Non mi abbandonare. Voglio soltanto fare la tua volontà, perseverando sino alla morte”. Gesù è gioioso quando noi esprimiamo il nostro amore e così anche la Madre di Gesù, la Sposa dello Spirito Santo. Madre Addolorata che stavi sotto la croce, prega per noi affinché noi diventiamo buoni cristiani, buoni soldati di Cristo che regna, sentinelle del Vangelo affinché possiamo difendere in qualsiasi momento, in qualsiasi istante la Parola di tuo Figlio Gesù per farlo conoscere a coloro che non Lo conoscono. Gesù è l’eterno Amore. Una posta di Rosario ogni attimo della nostra giornata, mentre lavoriamo, mentre camminiamo, mentre viaggiamo non costa niente. Un’Ave Maria riempie il tuo cuore. “Ave Maria…”. La invochi con tutta l’anima e Lei ti viene in aiuto: “Cosa vuoi, figlia?”. “Mamma, ho bisogno di Te. Devi stare nel mio cuore per sempre. Io l’ho riscaldato il cuore di tuo Figlio Gesù nel mio cuore. Rimanete, Vi prego!”. Il nostro Angelo custode, lo pensiamo, lo invochiamo? Gli abbiamo dato un nome? E nei momenti in cui non riusciamo a farci perdonare da Gesù perché il nostro peccato lo riteniamo più grave, diciamo al nostro Angelo Custode: “Intercedi per noi presso Gesù e la Vergine Maria”. Sollecito sempre di prendervi un santo Sacerdote come Padre spirituale, affinché risolviate i vostri dubbi e riusciate a convertivi. IL Movimento Apostolico sorto il 3 Novembre del 1979 è caro al cuore di Gesù, al cuore di Maria, Madre della Redenzione. Portiamolo con serenità, con tanta pace, con tanta gioia. Dobbiamo essere di esempio a tutto il mondo, altrimenti non siamo credibili se sbagliamo, se non amiamo il nostro fratello, se non riusciamo a perdonare. Ricordiamo il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, tutti noi qui presenti, tutti gli ammalati, tutti coloro che abbiamo bisogno di Gesù nei momenti di sconforto e nei momenti di gioia. Gesù è sempre vicino a noi. Non siamo mai soli. È con noi lo Spirito Santo, lo Spirito Consolatore. Nei momenti in cui dobbiamo parlare di Gesù non ci preoccupiamo. Sarà lo Spirito Santo a mettere le Parole in bocca e nel nostro cuore. Il Sacramento Eucaristico ci sostenga. Il Santo Rosario ci dia forza. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 34 TESTO COMMENTATO Vi saluto nel nome del Signore. Un buon saluto, un saluto santo, manifesta un cuore buono, un cuore santo. Un saluto nel nome del Signore rivela ed esprime la verità e la grazia di Gesù con le quali ci si vuole relazionare con i nostri fratelli. Vogliamo dare ai nostri fratelli Gesù, la sua grazia, la sua verità, il suo amore, la sua benignità, la sua pazienza, Vogliamo amarli con la sua infinita carità. Sono 30 anni, è una vita che cammino per Gesù e ogni giorno credo di non farcela. Gesù mi dà la forza, la spinta e siccome voglio fare la sua volontà fino all’ultimo dei miei giorni, eccomi qui. È Cristo Gesù la forza dei suoi eletti. 24 Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. 25Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, 26il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. 27 A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. 28È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. 29Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza. (Col 1,24-29). È Cristo Gesù la forza dell’Ispiratrice del Movimento Apostolico. Nell’Ispiratrice si compie anche quest’altra parola di San Paolo: 3 Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga criticato il nostro ministero; 4ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, 5nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; 6con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, 7con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; 8nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; 9come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; 10come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto! (2Cor 6,3-10). Tutte queste parole di San Paolo sono anche dell’Ispiratrice. È questa la visibilità della grazia di Dio che agisce in lei. Voglio dirvi che l’amore di Gesù è eterno, che Lui ci ama molto. 35 Noi possiamo amare perché Gesù ci ha amato e ci ama. Il suo amore per noi non viene mai meno. Attingendo il nostro amore dal suo possiamo anche noi amare come Lui ci ama. Possiamo amare Lui e possiamo amare i fratelli. E noi Lo amiamo? Se noi Lo amiamo dobbiamo fare la Sua volontà. Dobbiamo annunziare e ricordare il Verbo che si fece carne nel seno della Vergine Maria. Dobbiamo andare per il mondo a ricordare che abbiamo nel Cielo un Padre, un Amico, Gesù, la Mamma di Gesù, Angeli e Santi. Noi amiamo Gesù e poiché lo amiamo facciamo la sua volontà. Questa verità Gesù l’ha solennemente proclamata nel Cenacolo, dopo aver lavato i piedi ai suoi discepoli. 1 Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche 2 in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai 3 detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche 4 voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». 5 Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo 6 conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno 7 viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 8 9 Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi 10 ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11 Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. 12 In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al 13 Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia 14 glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. 15 16 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre 17 ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo 18 conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non 19 vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; 20 voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete 21 che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». 22 Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi 23 manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e 36 24 prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. 25 26 Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. 27 Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a 28 voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al 29 Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che 30 avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con 31 voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco. Alzatevi, andiamo via di qui». (Gv 14,1-31). 1 2 «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché 3 porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4 Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso 5 se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza 6 di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il 7 tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e 8 vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. 9 Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio 10 amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io 11 ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io 13 ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per 14 15 i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto 16 conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello 17 che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. 18 19 Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del 20 mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la 21 mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a 22 causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora 37 23 non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. 24 Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato 25 me e il Padre mio. Ma questo, perché si compisse la parola che sta scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione. 26 Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della 27 verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. (Gv 15,1-27). Non si ama Gesù perché si osservano i suoi comandamenti. Si osservano i suoi comandamenti perché si ama Gesù. L’amore per Gesù è la forza che ci spinge ad osservare i suoi comandamenti, a compiere la sua volontà. Questo amore oggi Gesù chiede ad ogni aderente del Movimento Apostolico. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, quando mi ha chiamata: “Vuoi ricordare la Parola di mio Figlio Gesù?”. E Gesù: “Va’, salva, converti”. Se amiamo Gesù compiamo la sua volontà. Se amiamo Gesù diffondiamo, annunziamo, ricordiamo la sua Parola. Se amiamo Gesù facciamo bello e santo il Movimento Apostolico. Stamani nella sofferenza e nella preghiera pensavo: “Mio Signore, non ti sei servito di me soltanto, ma di tutto il tuo popolo. E questo gregge a volte è di dura cervice. Finge di non conoscerti, ma quando ha bisogno nelle malattie, nelle sofferenze, ti ricorda. Vuole le grazie. Ti prega”. Il Movimento Apostolico è visto come Dio vedeva il suo popolo nel deserto. Dobbiamo fare tutto il passaggio deciso: dai molti no e qualche sì a Dio dobbiamo passare ad un sì per sempre, per tutti i giorni della nostra vita. Ecco come Dio vedeva il suo popolo nel deserto, dopo la liberazione dalla schiavitù d’Egitto. Nel libro dell’Esodo: 1 Il Signore parlò a Mosè: «Su, sali di qui tu e il popolo che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, verso la terra che ho promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe, dicendo: “La darò alla tua discendenza”. 2 Manderò davanti a te un angelo e scaccerò il Cananeo, l’Amorreo, l’Ittita, il 3 Perizzita, l’Eveo e il Gebuseo. Va’ pure verso la terra dove scorrono latte e miele. Ma io non verrò in mezzo a te, per non doverti sterminare lungo il 4 cammino, perché tu sei un popolo di dura cervice». Il popolo udì questa triste notizia e tutti fecero lutto: nessuno più indossò i suoi ornamenti. 5 Il Signore disse a Mosè: «Riferisci agli Israeliti: “Voi siete un popolo di dura cervice; se per un momento io venissi in mezzo a te, io ti sterminerei. Ora 38 6 togliti i tuoi ornamenti, così saprò che cosa dovrò farti”». Gli Israeliti si spogliarono dei loro ornamenti dal monte Oreb in poi. 7 Mosè prendeva la tenda e la piantava fuori dell’accampamento, a una certa distanza dall’accampamento, e l’aveva chiamata tenda del convegno; appunto a questa tenda del convegno, posta fuori dell’accampamento, si recava 8 chiunque volesse consultare il Signore. Quando Mosè usciva per recarsi alla tenda, tutto il popolo si alzava in piedi, stando ciascuno all’ingresso della sua tenda: seguivano con lo sguardo Mosè, finché non fosse entrato nella tenda. 9 Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva la colonna di nube e restava 10 all’ingresso della tenda, e parlava con Mosè. Tutto il popolo vedeva la colonna di nube, che stava all’ingresso della tenda, e tutti si alzavano e si 11 prostravano ciascuno all’ingresso della propria tenda. Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico. Poi questi tornava nell’accampamento, mentre il suo inserviente, il giovane Giosuè figlio di Nun, non si allontanava dall’interno della tenda. 12 Mosè disse al Signore: «Vedi, tu mi ordini: “Fa’ salire questo popolo”, ma non mi hai indicato chi manderai con me; eppure hai detto: “Ti ho 13 conosciuto per nome, anzi hai trovato grazia ai miei occhi”. Ora, se davvero ho trovato grazia ai tuoi occhi, indicami la tua via, così che io ti conosca e trovi 14 grazia ai tuoi occhi; considera che questa nazione è il tuo popolo». Rispose: 15 «Il mio volto camminerà con voi e ti darò riposo». Riprese: «Se il tuo volto 16 non camminerà con noi, non farci salire di qui. Come si saprà dunque che ho trovato grazia ai tuoi occhi, io e il tuo popolo, se non nel fatto che tu cammini con noi? Così saremo distinti, io e il tuo popolo, da tutti i popoli che sono sulla faccia della terra». 17 Disse il Signore a Mosè: «Anche quanto hai detto io farò, perché hai 18 trovato grazia ai miei occhi e ti ho conosciuto per nome». Gli disse: 19 «Mostrami la tua gloria!». Rispose: «Farò passare davanti a te tutta la mia bontà e proclamerò il mio nome, Signore, davanti a te. A chi vorrò far grazia 20 farò grazia e di chi vorrò aver misericordia avrò misericordia». Soggiunse: «Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e 21 restare vivo». Aggiunse il Signore: «Ecco un luogo vicino a me. Tu starai 22 sopra la rupe: quando passerà la mia gloria, io ti porrò nella cavità della rupe 23 e ti coprirò con la mano, finché non sarò passato. Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non si può vedere». (Es 33,1-23). Nei Salmi: Maskil. Di Asaf. Ascolta, popolo mio, la mia legge, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. Aprirò la mia bocca con una parabola, rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato non lo terremo nascosto ai nostri figli, raccontando alla generazione futura le azioni gloriose e potenti del Signore e le meraviglie che egli ha compiuto. 39 Ha stabilito un insegnamento in Giacobbe, ha posto una legge in Israele, che ha comandato ai nostri padri di far conoscere ai loro figli, perché la conosca la generazione futura, i figli che nasceranno. Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli, perché ripongano in Dio la loro fiducia e non dimentichino le opere di Dio, ma custodiscano i suoi comandi. Non siano come i loro padri, generazione ribelle e ostinata, generazione dal cuore incostante e dallo spirito infedele a Dio. I figli di Èfraim, arcieri valorosi, voltarono le spalle nel giorno della battaglia. Non osservarono l’alleanza di Dio e si rifiutarono di camminare nella sua legge. Dimenticarono le sue opere, le meraviglie che aveva loro mostrato. Cose meravigliose aveva fatto davanti ai loro padri nel paese d’Egitto, nella regione di Tanis. Divise il mare e li fece passare, e fermò le acque come un argine. Li guidò con una nube di giorno e tutta la notte con un bagliore di fuoco. Spaccò rocce nel deserto e diede loro da bere come dal grande abisso. Fece sgorgare ruscelli dalla rupe e scorrere l’acqua a fiumi. Eppure continuarono a peccare contro di lui, a ribellarsi all’Altissimo in luoghi aridi. Nel loro cuore tentarono Dio, chiedendo cibo per la loro gola. Parlarono contro Dio, dicendo: «Sarà capace Dio di preparare una tavola nel deserto?». Certo! Egli percosse la rupe e ne scaturì acqua e strariparono torrenti. «Saprà dare anche pane o procurare carne al suo popolo?». Perciò il Signore udì e ne fu adirato; un fuoco divampò contro Giacobbe e la sua ira si levò contro Israele, perché non ebbero fede in Dio e non confidarono nella sua salvezza. Diede ordine alle nubi dall’alto e aprì le porte del cielo; fece piovere su di loro la manna per cibo e diede loro pane del cielo: l’uomo mangiò il pane dei forti; diede loro cibo in abbondanza. Scatenò nel cielo il vento orientale, con la sua forza fece soffiare il vento australe; su di loro fece piovere carne come polvere e uccelli come sabbia del mare, li fece cadere in mezzo ai loro accampamenti, tutt’intorno alle loro tende. Mangiarono fino a saziarsi ed egli appagò il loro desiderio. Il loro desiderio non era ancora scomparso, avevano ancora il cibo in bocca, quando l’ira di Dio si levò contro di loro, uccise i più robusti e abbatté i migliori d’Israele. Con tutto questo, peccarono ancora e non ebbero fede nelle sue meraviglie. Allora consumò in un soffio i loro giorni e i loro anni nel terrore. 40 Quando li uccideva, lo cercavano e tornavano a rivolgersi a lui, ricordavano che Dio è la loro roccia e Dio, l’Altissimo, il loro redentore; lo lusingavano con la loro bocca, ma gli mentivano con la lingua: il loro cuore non era costante verso di lui e non erano fedeli alla sua alleanza. Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa, invece di distruggere. Molte volte trattenne la sua ira e non scatenò il suo furore; ricordava che essi sono di carne, un soffio che va e non ritorna. Quante volte si ribellarono a lui nel deserto, lo rattristarono in quei luoghi solitari! Ritornarono a tentare Dio, a esasperare il Santo d’Israele. Non si ricordarono più della sua mano, del giorno in cui li aveva riscattati dall’oppressione, quando operò in Egitto i suoi segni, i suoi prodigi nella regione di Tanis. Egli mutò in sangue i loro fiumi e i loro ruscelli, perché non bevessero. Mandò contro di loro tafani a divorarli e rane a distruggerli. Diede ai bruchi il loro raccolto, alle locuste la loro fatica. Devastò le loro vigne con la grandine, i loro sicomòri con la brina. Consegnò alla peste il loro bestiame, ai fulmini le loro greggi. Scatenò contro di loro l’ardore della sua ira, la collera, lo sdegno, la tribolazione, e inviò messaggeri di sventure. Spianò la strada alla sua ira: non li risparmiò dalla morte e diede in preda alla peste la loro vita. Colpì ogni primogenito in Egitto, nelle tende di Cam la primizia del loro vigore. Fece partire come pecore il suo popolo e li condusse come greggi nel deserto. Li guidò con sicurezza e non ebbero paura, ma i loro nemici li sommerse il mare. Li fece entrare nei confini del suo santuario, questo monte che la sua destra si è acquistato. Scacciò davanti a loro le genti e sulla loro eredità gettò la sorte, facendo abitare nelle loro tende le tribù d’Israele. Ma essi lo tentarono, si ribellarono a Dio, l’Altissimo, e non osservarono i suoi insegnamenti. Deviarono e tradirono come i loro padri, fallirono come un arco allentato. Lo provocarono con le loro alture sacre e con i loro idoli lo resero geloso. Dio udì e s’infiammò, e respinse duramente Israele. Abbandonò la dimora di Silo, la tenda che abitava tra gli uomini; ridusse in schiavitù la sua forza, il suo splendore in potere del nemico. Diede il suo popolo in preda alla spada e s’infiammò contro la sua eredità. 41 Il fuoco divorò i suoi giovani migliori, le sue fanciulle non ebbero canti nuziali. I suoi sacerdoti caddero di spada e le loro vedove non fecero il lamento. Ma poi il Signore si destò come da un sonno, come un eroe assopito dal vino. Colpì alle spalle i suoi avversari, inflisse loro una vergogna eterna. Rifiutò la tenda di Giuseppe, non scelse la tribù di Èfraim, ma scelse la tribù di Giuda, il monte Sion che egli ama. Costruì il suo tempio alto come il cielo, e come la terra, fondata per sempre. Egli scelse Davide suo servo e lo prese dagli ovili delle pecore. Lo allontanò dalle pecore madri per farne il pastore di Giacobbe, suo popolo, d’Israele, sua eredità. Fu per loro un pastore dal cuore integro e li guidò con mano intelligente. (Salmo 78 (77), 1-72). Alleluia. Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Chi può narrare le prodezze del Signore, far risuonare tutta la sua lode? Beati coloro che osservano il diritto e agiscono con giustizia in ogni tempo. Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo, visitami con la tua salvezza, perché io veda il bene dei tuoi eletti, gioisca della gioia del tuo popolo, mi vanti della tua eredità. Abbiamo peccato con i nostri padri, delitti e malvagità abbiamo commesso. I nostri padri, in Egitto, non compresero le tue meraviglie, non si ricordarono della grandezza del tuo amore e si ribellarono presso il mare, presso il Mar Rosso. Ma Dio li salvò per il suo nome, per far conoscere la sua potenza. Minacciò il Mar Rosso e fu prosciugato, li fece camminare negli abissi come nel deserto. Li salvò dalla mano di chi li odiava, li riscattò dalla mano del nemico. L’acqua sommerse i loro avversari, non ne sopravvisse neppure uno. Allora credettero alle sue parole e cantarono la sua lode. Presto dimenticarono le sue opere, non ebbero fiducia nel suo progetto, arsero di desiderio nel deserto e tentarono Dio nella steppa. Concesse loro quanto chiedevano e li saziò fino alla nausea. Divennero gelosi di Mosè nell’accampamento e di Aronne, il consacrato del Signore. Allora si spalancò la terra e inghiottì Datan e ricoprì la gente di Abiràm. Un fuoco divorò quella gente e una fiamma consumò quei malvagi. 42 Si fabbricarono un vitello sull’Oreb, si prostrarono a una statua di metallo; scambiarono la loro gloria con la figura di un toro che mangia erba. Dimenticarono Dio che li aveva salvati, che aveva operato in Egitto cose grandi, meraviglie nella terra di Cam, cose terribili presso il Mar Rosso. Ed egli li avrebbe sterminati, se Mosè, il suo eletto, non si fosse posto sulla breccia davanti a lui per impedire alla sua collera di distruggerli. Rifiutarono una terra di delizie, non credettero alla sua parola. Mormorarono nelle loro tende, non ascoltarono la voce del Signore. Allora egli alzò la mano contro di loro, giurando di abbatterli nel deserto, di disperdere la loro discendenza tra le nazioni e disseminarli nelle loro terre. Adorarono Baal-Peor e mangiarono i sacrifici dei morti. Lo provocarono con tali azioni, e tra loro scoppiò la peste. Ma Fineès si alzò per fare giustizia: allora la peste cessò. Ciò fu considerato per lui un atto di giustizia di generazione in generazione, per sempre. Lo irritarono anche alle acque di Meriba e Mosè fu punito per causa loro: poiché avevano amareggiato il suo spirito ed egli aveva parlato senza riflettere. Non sterminarono i popoli come aveva ordinato il Signore, ma si mescolarono con le genti e impararono ad agire come loro. Servirono i loro idoli e questi furono per loro un tranello. Immolarono i loro figli e le loro figlie ai falsi dèi. Versarono sangue innocente, il sangue dei loro figli e delle loro figlie, sacrificàti agli idoli di Canaan, e la terra fu profanata dal sangue. Si contaminarono con le loro opere, si prostituirono con le loro azioni. L’ira del Signore si accese contro il suo popolo ed egli ebbe in orrore la sua eredità. Li consegnò in mano alle genti, li dominarono quelli che li odiavano. Li oppressero i loro nemici: essi dovettero piegarsi sotto la loro mano. Molte volte li aveva liberati, eppure si ostinarono nei loro progetti e furono abbattuti per le loro colpe; ma egli vide la loro angustia, quando udì il loro grido. Si ricordò della sua alleanza con loro e si mosse a compassione, per il suo grande amore. Li affidò alla misericordia di quelli che li avevano deportati. Salvaci, Signore Dio nostro, radunaci dalle genti, perché ringraziamo il tuo nome santo: lodarti sarà la nostra gloria. Benedetto il Signore, Dio d’Israele, da sempre e per sempre. Tutto il popolo dica: Amen. Alleluia. (Salmo 106 (105), 1-48). 43 Il cammino del popolo è fatto di sì e di no, di molti no e di pochi sì. Dobbiamo giungere ad un sì perenne, al sì di tutta la nostra vita. Dobbiamo aggiogare il nostro cuore al cuore di Gesù e divenire con Gesù un solo sì al Padre nostro celeste. Gesù vuole essere pregato in ogni attimo della nostra giornata: “Signore, Ti amo. Ti amo sino alla fine dei miei giorni. Non mi abbandonare. Voglio soltanto fare la tua volontà, perseverando sino alla morte”. Perché la preghiera? Per attingere ogni forza in Lui e così dare stabilità al nostro sì. Se preghiamo, ogni forza sarà nostra. Se preghiamo, il nostro sì sarà duraturo e perenne. Gesù è gioioso quando noi esprimiamo il nostro amore e così anche la Madre di Gesù, la Sposa dello Spirito Santo. Si esprime il nostro amore a Gesù e alla Vergine Maria, con le parole e con le opere. Con la preghiera e con la missione. Crescendo noi in santità e facendo bello il Movimento Apostolico. Madre Addolorata che stavi sotto la croce, prega per noi affinché noi diventiamo buoni cristiani, buoni soldati di Cristo che regna, sentinelle del Vangelo affinché possiamo difendere in qualsiasi momento, in qualsiasi istante la Parola di tuo Figlio Gesù per farlo conoscere a coloro che non Lo conoscono. È questa una stupenda, meravigliosa preghiera per lo svolgimento secondo il cuore della Vergine Maria, Madre della Redenzione, della missione che ci è stata affidata. Siamo buoni cristiani quando osserviamo il Vangelo, quando camminiamo nella Parola di Gesù. Siamo buoni soldati di Cristo che regna quando difendiamo e costruiamo il suo Regno annunziando e ricordando la Parola del Vangelo. Siamo buone sentinelle del Vangelo quando difendiamo la Parola di Gesù dagli errori, dalle falsità, da ogni menzogna che la distrugge e la rende vana. Gesù è l’eterno Amore. Una posta di Rosario ogni attimo della nostra giornata, mentre lavoriamo, mentre camminiamo, mentre viaggiamo non costa niente. Il Santo Rosario recitato con fede ci lega indissolubilmente alla Vergine Maria. La preghiera alla Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuta a superare ogni tentazione e a vincere ogni uragano che si abbatte sulla nostra vita. Un’Ave Maria riempie il tuo cuore. “Ave Maria…”. La invochi con tutta l’anima e Lei ti viene in aiuto: “Cosa vuoi, figlia?”. 44 È una relazione altamente filiale quella che va creata tra noi e la Madre di Gesù. Questa relazione si può creare in un solo modo: con il nostro grande amore verso la nostra Madre celeste. Questo grande amore dobbiamo farlo divenire sempre più grande. Più cresciamo in questo amore e più saremo capaci di obbedienza al suo comando di ricordare e di annunziare la Parola di Gesù. “Mamma, ho bisogno di Te. Devi stare nel mio cuore per sempre. Io l’ho riscaldato il cuore di tuo Figlio Gesù nel mio cuore. Rimanete, Vi prego!”. Questo amore grande deve essere la nostra abituale dimora. Questo amore fa sì che il cuore di Gesù e il cuore di Maria siano la nostra dimora perenne. Il nostro Angelo custode, lo pensiamo, lo invochiamo? Gli abbiamo dato un nome? E nei momenti in cui non riusciamo a farci perdonare da Gesù perché il nostro peccato lo riteniamo più grave, diciamo al nostro Angelo Custode: “Intercedi per noi presso Gesù e la Vergine Maria”. È bella questa immagine del nostro Angelo custode: Celeste Messaggero di pace presso Gesù, quando noi non abbiamo il coraggio di rivolgerci a Lui a causa dei nostri peccati. Avere un Messaggero così è certezza di ascolto, di perdono, di misericordia da parte di Gesù e del Cielo tutto. Sollecito sempre di prendervi un santo Sacerdote come Padre spirituale, affinché risolviate i vostri dubbi e riusciate a convertivi. Non si può camminare da soli. Nel Movimento Apostolico la guida del Sacerdote è vita. Senza Sacerdote il rischio è altissimo: si può facilmente tradire Gesù e il Movimento Apostolico nella loro verità ed essenza. IL Movimento Apostolico sorto il 3 Novembre del 1979 è caro al cuore di Gesù, al cuore di Maria, Madre della Redenzione. Portiamolo con serenità, con tanta pace, con tanta gioia. Dobbiamo essere di esempio a tutto il mondo, altrimenti non siamo credibili se sbagliamo, se non amiamo il nostro fratello, se non riusciamo a perdonare. Si porta il Movimento Apostolico con serenità in un solo modo: se lasciamo che sia Gesù il suo baluardo contro tutti gli attacchi del male, mentre noi continuiamo a vivere con intensità la nostra missione di salvezza. Si porta il Movimento Apostolico con tanta pace quando ognuno di noi si impegna a creare la pace in mezzo ai suoi fratelli. Di certo non si crea la pace con il pettegolezzo, lamentandoci degli altri, raccogliendo e seminando nei cuori parole inutili, svilendo i fratelli per esaltare noi. 45 Si porta il Movimento Apostolico con tanta gioia quando sappiamo soffrire nel silenzio, senza che nulla traspaia agli altri del dolore che affligge il cuore, lo spirito, l’anima. Dobbiamo essere di esempio a tutto il mondo. San Paolo esorta i Filippesi a mostrare al mondo intero la loro amabilità. 1 Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi! 2Esorto Evòdia ed esorto anche Sìntiche ad andare d’accordo nel Signore. 3E prego anche te, mio fedele cooperatore, di aiutarle, perché hanno combattuto per il Vangelo insieme con me, con Clemente e con altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita. 4 Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. 5La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! 6Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. 7E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. 8 In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. 9Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi! 10 Ho provato grande gioia nel Signore perché finalmente avete fatto rifiorire la vostra premura nei miei riguardi: l’avevate anche prima, ma non ne avete avuto l’occasione. 11Non dico questo per bisogno, perché ho imparato a bastare a me stesso in ogni occasione. 12So vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. 13Tutto posso in colui che mi dà la forza. 14 Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni. 15Lo sapete anche voi, Filippesi, che all’inizio della predicazione del Vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa mi aprì un conto di dare e avere, se non voi soli; 16e anche a Tessalònica mi avete inviato per due volte il necessario. 17Non è però il vostro dono che io cerco, ma il frutto che va in abbondanza sul vostro conto. 18Ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni ricevuti da Epafrodìto, che sono un piacevole profumo, un sacrificio gradito, che piace a Dio. 19Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù. 20Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen. 21 Salutate ciascuno dei santi in Cristo Gesù. 22Vi salutano i fratelli che sono con me. Vi salutano tutti i santi, soprattutto quelli della casa di Cesare. 23 La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito. (Fil 4,1-23). Questa di San Paolo è una bella pagina che di certo susciterà nel nostro cuore sentimenti nuovi per essere Buon Movimento Apostolico dinanzi a Dio e agli uomini. Dobbiamo avere la volontà di crescere ogni giorno di più nelle sante virtù. 46 Ricordiamo il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, tutti noi qui presenti, tutti gli ammalati, tutti coloro che abbiamo bisogno di Gesù nei momenti di sconforto e nei momenti di gioia. Si ha sempre bisogno di Gesù. Nel dolore perché abbiamo sempre la forza di amarlo più della nostra stessa vita. Nella gioia perché la trasformiamo in grandissimo amore, in missione più intensa per la salvezza del mondo. Abbiamo bisogno di Gesù per non chiuderci in noi stessi e dimenticarci degli altri. Gesù è il solo che ci insegna a non vivere per noi stessi bensì per la salvezza e redenzione di ogni uomo. Gesù è sempre vicino a noi. Non siamo mai soli. È con noi lo Spirito Santo, lo Spirito Consolatore. La tentazione di sentirsi soli è apportatrice di veri disastri spirituali. Non possiamo sentirci soli perché Gesù è con noi. Lo Spirito Santo è con noi. La Vergine Maria è con noi. Il Padre celeste è con noi. Tutto il Cielo è con noi. Dobbiamo avere più fede in questa verità. Dobbiamo trasformare questa verità in preghiera. Nei momenti in cui dobbiamo parlare di Gesù non ci preoccupiamo. Sarà lo Spirito Santo a mettere le Parole in bocca e nel nostro cuore. Perché lo Spirito Santo metta le Parole in bocca e nel nostro cuore occorre che: Viviamo nello stato di grazia, impegnandoci a superare anche i più piccoli peccati veniali. La grazia santificante eleva la nostra anima e rende forte il nostro spirito. Invochiamo lo Spirito del Signore perché ci venga in aiuto e ci suggerisca le giuste parole da dire per l’annunzio, il ricordo, la difesa del Vangelo. Il Sacramento Eucaristico ci sostenga. Il Santo Rosario ci dia forza. Perché ci sostenga l’Eucaristia deve essere ricevuta in pienezza di fede e di amore. La distrazione, l’abitudine, la superficialità sono i nemici dell’Eucaristia. Il Santo Rosario è via per attingere ogni forza se sgorga da un cuore pieno di amore per la Madre di Gesù. È l’amore la chiave che apre il cuore della Vergine Maria perché si riversi nel nostro cuore ogni grazia celeste. 47 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo Lunedì 19 Gennaio 2009, contengono una frase sul Movimento Apostolico sulla quale è bene che noi vi ritorniamo, fissando nel nostro cuore e nel nostro spirito alcune verità necessarie alla nostra vita di Movimento Apostolico. La frase è questa: “Il Movimento Apostolico sorto il 3 Novembre del 1979 è caro al cuore di Gesù, al cuore di Maria, Madre della Redenzione. Portiamolo con serenità, con tanta pace, con tanta gioia. Dobbiamo essere di esempio a tutto il mondo, altrimenti non siamo credibili se sbagliamo, se non amiamo il nostro fratello, se non riusciamo a perdonare”. Portiamolo con serenità: la serenità è tranquillità dell’anima, dello spirito, del corpo e si fonda su una certezza di fede: è Gesù, è la Vergine Maria, la difesa del Movimento Apostolico contro ogni insidia e calunnia. È Dio il suo difensore. Sapendo questo noi continuiamo il cammino seminando nei cuori la Parola della salvezza. Con tanta pace: la pace è la forza, la virtù dell’uomo giusto. L’uomo giusto è vero operatore di pace. Si opera la pace evitando le parole inutili, i pettegolezzi, i commenti fuori posto, i giudizi, la delazione, il riferire e il riportare frasi sconnesse e senza senso buttate al vento da cuori che non amano. Chi non si astiene da queste cose non potrà mai essere un operatore di pace. Con tanta gioia: la gioia è il solo modo per nascondere dolori, tristezze, affanni, sofferenze e quanto turba la nostra vita. Si affida la propria croce al Signore e noi andiamo a portare la sua parola in letizia e con tanto amore. Dobbiamo essere di esempio a tutto il mondo: l’esemplarità è il segno della verità del nostro essere Movimento Apostolico. Non siamo credibili se sbagliamo: l’errore è il peccato mortale e veniale. L’errore è l’imprudenza, l’insipienza, la stoltezza, il parlare vano. Non siamo credibili se non amiamo il nostro fratello: Si ama il fratello non parlando male di lui. Lo si ama facendogli tutto il bene che è nelle nostre possibilità. Non siamo credibili se non riusciamo a perdonare: Il perdono è tutto per un aderente del Movimento Apostolico. Il perdono è il non ricordo di ciò che è stato ieri, perché oggi lo si vuole vivere tutto nella più grande carità e verità di Cristo Gesù. Il perdono è vera linfa di vita per il Movimento Apostolico. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli, i Santi ci aiutino ad essere Movimento Apostolico secondo il cuore di Dio Padre, nella grazia di Cristo Gesù, nella comunione dello Spirito Santo. 48 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 26 Gennaio 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Nel silenzio il Signore ascolta il nostro cuore. Giorni fa mentre pregavo nel mio cuore è rimasta una frase di Gesù: “Mi hai servito a modo tuo. Ora mi servi come vuole il Padre mio nel Cieli”. Ho riflettuto sulla mia vita prima che mi chiamassero la Madonnina e Gesù. Come servivo Gesù? La domenica andavo in Chiesa. Quando avevo qualche soldino in più aiutavo qualcuno. Ero una buona moglie e madre. Secondo me era un lavoro buono per Gesù. Ora che devo fare dato che lo devo servire a modo Suo?”. In preghiera ho percepito che non basta andare solo di domenica in Chiesa. Quando abbiamo un po’ di tempo lo dobbiamo dedicare a Gesù, agli altri. Andare nelle Parrocchie a lavorare con il Parroco, ad aiutarlo. La Chiesa è la Casa di Dio ed è la nostra Casa. La nostra casa la teniamo bella, pulita, ordinata. Ci confrontiamo con i nostri figli, con i nostri mariti se manca qualcosa. E così dev’essere nella Parrocchia. Questo non lo avevo fatto ancora e pian piano Gesù mi ha istruito e cominciai a lavorare nella Parrocchia in collaborazione con il Parroco. Voi lo servite Gesù come vuole Lui? Andate ad aiutare il Parroco quando avete un po’ tempo? Ne fate una spelonca di ladri della casa del Signore? Coltivate bene come sentinelle la Parola del Signore annunziandola e ricordandola? Ho percepito nel mio cuore cosa vuole il Signore dai battezzati nel Suo nome. Lo fate riconoscere dal mondo? Parlate di Lui nei momenti in cui ne avete l’occasione? Vi istruite con delle catechesi che offre la Chiesa? Amate la Chiesa? Siete attenti ai Documenti del Santo Padre e dei Vescovi? Partecipate al lavoro Diocesano e Parrocchiale? I Sacerdoti presenti hanno ascoltato. Vi confrontate con loro. Fatevi l’esame di coscienza e lavorate come vuole il Signore, non come volete voi. “Se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei Cieli”. Ho meditato anche su questa Parola di Gesù. I bambini non si chiedono. Pensano a giocare, saltare, ridere. Non giudicano, non condannano, non fanno l’adulterio, non praticano l’aborto, non rubano, non dicono falsa testimonianza. Questi buoni propositi noi cristiani dobbiamo metterli in atto. In Chiesa bisogna stare composti, rispettando la Casa del Signore. Si recita il Santo Rosario con fede, si partecipa alla Santa Messa, si ascolta la Parola di Gesù con devozione, grande silenzio, ci si ciba del Corpo e del Sangue di Cristo per la vita eterna. Dobbiamo sempre essere esemplari in ogni cosa. Se noi diventiamo specchio per gli altri, chi ci vede, pensa: “Guarda come sono diversi da noi! Come sono diversi quando entrano in Chiesa, come pregano. Quanto bene che fanno!”. Ora si avvicina la Santa Pasqua. Facciamo un po’ più di bene. Viviamo con più attenzione verso i poveri, i sofferenti, gli ammalati. Dobbiamo cercare di essere più uniti nell’amore di Cristo. Gesù dice: “Amatevi gli uni gli altri da questo vi riconosceranno miei discepoli”. Che la Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci assista in questo cammino di santità. Il Santo Rosario ci guidi in una strada migliore di quella che abbiamo fatto finora e la Bevanda Eucaristica ci dia la forza, ricevendola con amore, cancellando i nostri peccati dal cuore. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, ammalati, per tutti coloro che si affidano alle nostre preghiere e per la pace nel mondo. . Il nostro Angelo custode ci guidi sempre. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 50 TESTO COMMENTATO Nel silenzio il Signore ascolta il nostro cuore. Gesù amava il silenzio e nel silenzio pregava. Pregava nel silenzio notturno, lontano dagli uomini, in luoghi solitari e deserti. Siamo chiamati anche noi ad amare il silenzio, il raccoglimento. Siamo invitati a non distrarci. Il chiasso, il frastuono, il chiacchierare, il continuo parlare sono cose che impediscono che il nostro cuore si elevi in Dio e si metta in dialogo con Lui. Quando ci si distrae significa che solo la bocca prega, il cuore è assente. Dio ascolta il cuore non le labbra di quanti lo invocano. Anche questo è un cammino che dobbiamo fare: imparare il silenzio ed il raccoglimento esteriore ed interiore. Giorni fa mentre pregavo nel mio cuore è rimasta una frase di Gesù: “Mi hai servito a modo tuo. Ora mi servi come vuole il Padre mio nel Cieli”. Gesù vuole essere servito da noi a modo suo. Se osserviamo la nostra vita dobbiamo confessare che noi quasi sempre lo serviamo a modo nostro, cioè secondo la nostra volontà e i desideri del nostro cuore. Eppure nel “Padre nostro” diciamo: “Sia fatta la tua volontà come in Cielo così in terra”. Ho riflettuto sulla mia vita prima che mi chiamassero la Madonnina e Gesù. Come servivo Gesù? La domenica andavo in Chiesa. Quando avevo qualche soldino in più aiutavo qualcuno. Ero una buona moglie e madre. Secondo me era un lavoro buono per Gesù. Ora che devo fare dato che lo devo servire a modo Suo?”. Se osserviamo bene il modo come l’Ispiratrice prima della sua chiamata serviva il Signore a modo suo, ci accorgiamo che era la sua volontà a governare la sua vita. L’Ispiratrice non faceva nulla di male. Faceva il bene. Non era però la volontà di Dio che compiva, ma la sua. In preghiera ho percepito che non basta andare solo di domenica in Chiesa. Quando abbiamo un po’ di tempo lo dobbiamo dedicare a Gesù, agli altri. Andare nelle Parrocchie a lavorare con il Parroco, ad aiutarlo. Come si serve il Signore a modo del Signore e non più a modo nostro? Facendo della nostra vita una obbedienza a Lui. 51 Ascoltando sempre la sua voce. Mettendo in pratica ogni suo Comando. Facendo sempre la sua volontà. Il Signore parla e noi ascoltiamo. Le parole del Salmo ci possono aiutare a comprendere: 1 Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo la roccia della nostra salvezza. 2 Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia. 3 Perché grande Dio è il Signore, grande re sopra tutti gli dèi. 4 Nella sua mano sono gli abissi della terra, sono sue le vette dei monti. 5 Suo è il mare, è lui che l’ha fatto; le sue mani hanno plasmato la terra. 6 Entrate: prostràti, adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti. 7 È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce. Se ascoltaste oggi la sua voce! 8 «Non indurite il cuore come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto, 9 dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere. 10 Per quarant’anni mi disgustò quella generazione e dissi: “Sono un popolo dal cuore traviato, non conoscono le mie vie”. 11 Perciò ho giurato nella mia ira: “Non entreranno nel luogo del mio riposo”». (Sal 95 (94), 1-11). Se ascoltaste oggi la sua voce! Il Signore è da trenta anni che parla. Chiediamoci: quale sua voce o quale sua Parola abbiamo noi ascoltato? Eppure per la nostra crescita spirituale sarebbe sufficiente ascoltare una sola sua Parola, un solo suo suggerimento, una sola manifestazione della sua volontà. Cosa chiede a noi Gesù oggi? Ci dice di sentire la “Chiesa” come nostra, non come un corpo estraneo. Ci chiede di fare qualche sacrificio, qualche rinunzia per la “Chiesa” che siamo noi, che è nostra. 52 Ci esorta a non lavorare “a gusto”, “a piacimento”, ma “con impegno serio e costante”. L’impegno è sacrificio perché costa qualche rinunzia. La Chiesa è la Casa di Dio ed è la nostra Casa. La nostra casa la teniamo bella, pulita, ordinata. Ci confrontiamo con i nostri figli, con i nostri mariti se manca qualcosa. E così dev’essere nella Parrocchia. Se non pensiamo la Chiesa come la nostra casa e la Parrocchia come la nostra famiglia, vivremo sempre con il cuore fuori di essa. Molti portano il loro corpo nella Casa di Dio, nella Parrocchia, il loro cuore è lontano, fuori sia della Chiesa che della Parrocchia. Viviamo dentro ma è come se fossimo fuori. Siamo fuori perché il cuore è fuori. Il cuore è fuori perché non è pieno di amore per il Signore e per i fratelli. Facciamo, senza cuore, ogni cosa da estranei. 1 Guai ad Arièl, ad Arièl, città dove si accampò Davide! Aggiungete anno ad anno, si avvicendino i cicli festivi. 2 Io metterò alle strette Arièl, ci saranno gemiti e lamenti. Sarà per me come Arièl: 3 io mi accamperò tutt’intorno contro di te e ti circonderò di trincee, innalzerò contro di te un vallo. 4 Allora prostrata parlerai dalla terra, e dalla polvere saliranno le tue parole; sembrerà di un fantasma la tua voce dalla terra, e dalla polvere la tua parola risuonerà come bisbiglio. 5 Sarà come polvere fine la massa dei tuoi nemici e come pula dispersa la massa dei tuoi tiranni. Ma d’improvviso, subito, 6 dal Signore degli eserciti sarai visitata con tuoni, rimbombi e rumore assordante, con uragano e tempesta e fiamma di fuoco divoratore. 7 E sarà come un sogno, come una visione notturna, la massa di tutte le nazioni che marciano contro Arièl, di quanti l’attaccano e la stringono d’assedio. 8 Avverrà come quando un affamato sogna di mangiare, ma si sveglia con lo stomaco vuoto, 53 e come quando un assetato sogna di bere, ma si sveglia stanco e con la gola riarsa: così succederà alla massa di tutte le nazioni che marciano contro il monte Sion. 9 Fermatevi e stupitevi, accecatevi e rimanete ciechi; ubriacatevi ma non di vino, barcollate ma non per effetto di bevande inebrianti. 10 Poiché il Signore ha versato su di voi uno spirito di torpore, ha chiuso i vostri occhi, cioè i profeti, e ha velato i vostri capi, cioè i veggenti. 11 Per voi ogni visione sarà come le parole di un libro sigillato: si dà a uno che sappia leggere dicendogli: «Per favore, leggilo», ma quegli risponde: «Non 12 posso, perché è sigillato». Oppure si dà il libro a chi non sa leggere dicendogli: «Per favore, leggilo», ma quegli risponde: «Non so leggere». 13 Dice il Signore: «Poiché questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e la venerazione che ha verso di me è un imparaticcio di precetti umani, 14 perciò, eccomi, continuerò a operare meraviglie e prodigi con questo popolo; perirà la sapienza dei suoi sapienti e si eclisserà l’intelligenza dei suoi intelligenti». 15 Guai a quanti vogliono sottrarsi alla vista del Signore per dissimulare i loro piani, a coloro che agiscono nelle tenebre, dicendo: «Chi ci vede? Chi ci conosce?». 16 Che perversità! Forse che il vasaio è stimato pari alla creta? Un oggetto può dire del suo autore: «Non mi ha fatto lui»? E un vaso può dire del vasaio: «Non capisce»? 17 Certo, ancora un po’ e il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà considerato una selva. 18 Udranno in quel giorno i sordi le parole del libro; liberati dall’oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. 19 Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo d’Israele. 20 Perché il tiranno non sarà più, sparirà l’arrogante, 54 saranno eliminati quanti tramano iniquità, 21 quanti con la parola rendono colpevoli gli altri, quanti alla porta tendono tranelli al giudice e rovinano il giusto per un nulla. 22 Pertanto, dice alla casa di Giacobbe il Signore, che riscattò Abramo: «D’ora in poi Giacobbe non dovrà più arrossire, il suo viso non impallidirà più, 23 poiché vedendo i suoi figli l’opera delle mie mani tra loro, santificheranno il mio nome, santificheranno il Santo di Giacobbe e temeranno il Dio d’Israele. 24 Gli spiriti traviati apprenderanno la sapienza, quelli che mormorano impareranno la lezione». (Is 29,1-24). Era questo il lamento di Dio verso il suo popolo. È questo il lamento di Dio verso di noi. Gesù vuole il nostro cuore. Ci chiede il nostro amore. Domanda il nostro sacrificio. Ci invita a compiere la Parola che sempre ci annunzia. Questo non lo avevo fatto ancora e pian piano Gesù mi ha istruito e cominciai a lavorare nella Parrocchia in collaborazione con il Parroco. L’Ispiratrice si è lasciata istruire da Dio. Si è lasciata ammaestrare da Lui. 1 Ascoltate dunque, o re, e cercate di comprendere; imparate, o governanti di tutta la terra. 2 Porgete l’orecchio, voi dominatori di popoli, che siete orgogliosi di comandare su molte nazioni. 3 Dal Signore vi fu dato il potere e l’autorità dall’Altissimo; egli esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi: 4 pur essendo ministri del suo regno, non avete governato rettamente né avete osservato la legge né vi siete comportati secondo il volere di Dio. 5 Terribile e veloce egli piomberà su di voi, poiché il giudizio è severo contro coloro che stanno in alto. 6 Gli ultimi infatti meritano misericordia, ma i potenti saranno vagliati con rigore. 7 Il Signore dell’universo non guarderà in faccia a nessuno, non avrà riguardi per la grandezza, perché egli ha creato il piccolo e il grande e a tutti provvede in egual modo. 8 Ma sui dominatori incombe un’indagine inflessibile. 9 Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole, 55 perché impariate la sapienza e non cadiate in errore. 10 Chi custodisce santamente le cose sante sarà riconosciuto santo, e quanti le avranno apprese vi troveranno una difesa. 11 Bramate, pertanto, le mie parole, desideratele e ne sarete istruiti. 12 La sapienza è splendida e non sfiorisce, facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da quelli che la cercano. 13 Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano. 14 Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà, la troverà seduta alla sua porta. 15 Riflettere su di lei, infatti, è intelligenza perfetta, chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni; 16 poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei, appare loro benevola per le strade e in ogni progetto va loro incontro. 17 Suo principio più autentico è il desiderio di istruzione, l’anelito per l’istruzione è amore, 18 l’amore per lei è osservanza delle sue leggi, il rispetto delle leggi è garanzia di incorruttibilità 19 e l’incorruttibilità rende vicini a Dio. 20 Dunque il desiderio della sapienza innalza al regno. 21 Se dunque, dominatori di popoli, vi compiacete di troni e di scettri, onorate la sapienza, perché possiate regnare sempre. 22 Annuncerò che cos’è la sapienza e com’è nata, non vi terrò nascosti i suoi segreti, ma fin dalle origini ne ricercherò le tracce, metterò in chiaro la conoscenza di lei, non mi allontanerò dalla verità. 23 Non mi farò compagno di chi si consuma d’invidia, perché costui non avrà nulla in comune con la sapienza. 24 Il gran numero di sapienti è salvezza per il mondo, un re prudente è la sicurezza del popolo. 25 Lasciatevi dunque ammaestrare dalle mie parole e ne trarrete profitto. (Sap 6,1-25). Le Parole di Gesù sono state vera luce per l’Ispiratrice. Ecco ora come il Signore ammaestra noi: Voi lo servite Gesù come vuole Lui? Andate ad aiutare il Parroco quando avete un po’ tempo? Ne fate una spelonca di ladri della casa del Signore? Coltivate bene come sentinelle la Parola del Signore annunziandola e ricordandola? Ecco cosa Gesù vuole da noi: 56 - Che siamo presenti con il cuore e con il corpo in Parrocchia, dedicando un po’ di tempo. - Che non facciamo della Casa del Signore una spelonca di ladri. Facciamo questo quando ci abbandoniamo al chiasso e alla distrazione, quando non preghiamo con il cuore, quando ci distraiamo. - Che viviamo con assiduità e perseveranza la nostra missione di ricordo e di annunzio della sua Parola. In queste tre prime richieste di Gesù tutti siamo chiamati a modificare le nostre abitudini. Tutti siamo chiamati ad intensificare la nostra opera di collaborazione e di missione. Gesù non vuole essere servito “a gusto”. Lui vuole un nostro impegno serio. Gesù ci chiede qualche sacrificio. Ho percepito nel mio cuore cosa vuole il Signore dai battezzati nel Suo nome. Ecco come ancora il Signore ammaestra noi, battezzati nel suo nome: Lo fate riconoscere dal mondo? Parlate di Lui nei momenti in cui ne avete l’occasione? Vi istruite con delle catechesi che offre la Chiesa? Amate la Chiesa? Siete attenti ai Documenti del Santo Padre e dei Vescovi? Partecipate al lavoro Diocesano e Parrocchiale? Esaminiamo la nostra coscienza prendendo in considerazione una per una queste richieste di Gesù: - Gesù si fa conoscere al mondo annunziando e ricordando la sua Parola. È questa la missione del Movimento Apostolico. - Gesù si fa conoscere parlando di Lui ogni volta che se ne presenta l’occasione. - Per parlare bene di Lui ci si deve istruire. Ci si istruisce frequentando la catechesi che la Chiesa offre. - Il nostro lavoro non è fuori la Chiesa, ma dentro di essa. Non si può condurre alla Chiesa qualcuno senza amare noi per primi la Chiesa. - La Chiesa si ama custodendola, proteggendola, difendendola, servendola, sacrificandoci per essa. - La Chiesa si ama ascoltandola. La conoscenza dei Documenti del Papa e dei vescovi è vero ascolto della Chiesa. - La Chiesa si ama lavorando in essa e per essa. Volendo sintetizzare in una sola frase quanto Gesù ci chiede oggi, si può dire così: Gesù ci vuole Sua Chiesa. Vuole che noi ci spendiamo per la Sua Chiesa. Ancora non abbiamo fatto quanto è nelle nostre possibilità. Gesù ha salvato il mondo facendosi carne. 57 Noi salviamo il mondo facendoci Sua Chiesa, suo Corpo, suo Sangue, Sue Membra, Sua vita. Una parola di San Paolo ci potrà aiutare. 1 Se bisogna vantarsi – ma non conviene – verrò tuttavia alle visioni e alle rivelazioni del Signore. 2So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa – se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. 3E so che quest’uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio – 4fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunciare. 5 Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze. 6Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato: direi solo la verità. Ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente da me 7e per la straordinaria grandezza delle rivelazioni. Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. 8A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. 9Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte. 11 Sono diventato pazzo; ma siete voi che mi avete costretto. Infatti io avrei dovuto essere raccomandato da voi, perché non sono affatto inferiore a quei superapostoli, anche se sono un nulla. 12Certo, in mezzo a voi si sono compiuti i segni del vero apostolo, in una pazienza a tutta prova, con segni, prodigi e miracoli. 13In che cosa infatti siete stati inferiori alle altre Chiese, se non in questo: che io non vi sono stato di peso? Perdonatemi questa ingiustizia! 14 Ecco, è la terza volta che sto per venire da voi, e non vi sarò di peso, perché non cerco i vostri beni, ma voi. Infatti non spetta ai figli mettere da parte per i genitori, ma ai genitori per i figli. 15Per conto mio ben volentieri mi prodigherò, anzi consumerò me stesso per le vostre anime. Se vi amo più intensamente, dovrei essere riamato di meno? 16 Ma sia pure che io non vi sono stato di peso. Però, scaltro come sono, vi ho preso con inganno. 17Vi ho forse sfruttato per mezzo di alcuni di quelli che ho inviato tra voi? 18Ho vivamente pregato Tito di venire da voi e insieme con lui ho mandato quell’altro fratello. Tito vi ha forse sfruttati in qualche cosa? Non abbiamo forse camminato ambedue con lo stesso spirito, e sulle medesime tracce? 19 Da tempo vi immaginate che stiamo facendo la nostra difesa davanti a voi. Noi parliamo davanti a Dio, in Cristo, e tutto, carissimi, è per la vostra edificazione. 20Temo infatti che, venendo, non vi trovi come desidero e che, a mia volta, venga trovato da voi quale non mi desiderate. Temo che vi siano contese, invidie, animosità, dissensi, maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini, 21e che, alla mia venuta, il mio Dio debba umiliarmi davanti a voi e io debba piangere su molti che in passato hanno peccato e non si sono 58 convertiti dalle impurità, dalle immoralità e dalle dissolutezze che hanno commesso. (2Cor 12,1-21). San Paolo ci chiede di consumarci per le anime dei nostri fratelli, come Lui si consuma ogni giorno. I Sacerdoti presenti hanno ascoltato. Vi confrontate con loro. Fatevi l’esame di coscienza e lavorate come vuole il Signore, non come volete voi. Ognuno è invitato a confrontarsi con il suo Padre spirituale. Sarà Lui a discernere qual è la volontà del Signore sulla nostra vita. Il Padre spirituale oggi è in via di estinzione. Ognuno si sta facendo Padre spirituale di se stesso. Anche questa forma di essere senza guida è servire il Signore “a gusto”. “Se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei Cieli”. Ho meditato anche su questa Parola di Gesù. Quanto l’Ispiratrice dice su questa frase di Gesù merita di essere ascoltato. I bambini non si chiedono. Pensano a giocare, saltare, ridere. Non giudicano, non condannano, non fanno l’adulterio, non praticano l’aborto, non rubano, non dicono falsa testimonianza. Qual è l’immagine che ci offre l’Ispiratrice del bambino? È l’immagine di colui che ancora non conosce la malizia del peccato. Ancora non conosce la malizia delle parole che vengono proferite. È l’immagine di chi vive il momento senza trasportare nel cuore quanto è avvenuto. È una immagine di semplicità, di purezza, di libertà interiore ed esteriore. È una immagine di gioco. Noi invece prendiamo tutto sul serio e per una parola scaviamo solchi che ci allontanano dai fratelli. Questi buoni propositi noi cristiani dobbiamo metterli in atto. Siamo chiamati a riflettere, meditare su quanto ascoltato. Dobbiamo riflettere e meditare per trasformare in vita ogni Parola di Gesù. In Chiesa bisogna stare composti, rispettando la Casa del Signore. Si recita il Santo Rosario con fede, si partecipa alla Santa Messa, si ascolta la Parola di Gesù con devozione, grande silenzio, ci si ciba del Corpo e del Sangue di Cristo per la vita eterna. Ancora l’Ispiratrice ritorna sul cuore. Con il corpo siamo presenti. Con il cuore sovente siamo assenti in tutto quello che facciamo. 59 L’Ispiratrice parla. Il nostro corpo è in Chiesa. Il nostro spirito è assente. Non ascoltiamo. Impediamo che altri ascoltino. Si prega. Il corpo è presente. Lo spirito e il cuore sovente sono assenti. Si pensa ad altro. Si riceve l’Eucaristia, ma quante volte in piena distrazione, senza amore, senza fede? C’è un cambiamento che ci è chiesto e dobbiamo farlo subito. Dobbiamo sempre essere esemplari in ogni cosa. Tra le mura della Chiesa e fuori di esse dobbiamo sempre vivere la più grande esemplarità. Se noi diventiamo specchio per gli altri, chi ci vede, pensa: “Guarda come sono diversi da noi! Come sono diversi quando entrano in Chiesa, come pregano. Quanto bene che fanno!”. La perfetta esemplarità è vera via di evangelizzazione e di annunzio del Vangelo. La perfetta esemplarità rende credibile il nostro annunzio perché ne attesta la verità. Ora si avvicina la Santa Pasqua. Facciamo un po’ più di bene. Viviamo con più attenzione verso i poveri, i sofferenti, gli ammalati. La carità verso i poveri mai dovrà essere trascurata. Amare è la nostra vocazione. L’amore è la via che conduce al regno dei cieli. La carità è salvezza eterna per chi la pratica. Dobbiamo cercare di essere più uniti nell’amore di Cristo. Gesù dice: “Amatevi gli uni gli altri da questo vi riconosceranno miei discepoli”. Siamo invitati a fare dell’amore vicendevole e verso tutti il nostro distintivo, il nostro stendardo di riconoscimento. Siamo Movimento Apostolico se amiamo. Che la Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci assista in questo cammino di santità. Il Santo Rosario ci guidi in una strada migliore di quella che abbiamo fatto finora e la Bevanda Eucaristica ci dia la forza, ricevendola con amore, cancellando i nostri peccati dal cuore. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, deve essere la nostra stessa vita. Dobbiamo vivere in Lei e per Lei, di Lei e con Lei. È questo il nostro amore che dobbiamo sempre manifestarle. Se iniziamo ad amarla come vuole Lei, il nostro cammino si farà di sicuro e sempre su una strada buona, anzi molto buona. Anche l’Eucaristia deve essere ricevuta in pienezza di amore e di fede. 60 Per questo occorre quel santo raccoglimento e silenzio per elevare il nostro cuore fino a Cristo Gesù. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, ammalati, per tutti coloro che si affidano alle nostre preghiere e per la pace nel mondo. A volte preghiamo per tutti, ma senza fede e senza amore. Dobbiamo cambiare modo di pregare: con il cuore pieno di fede e di amore; con il cuore ricco di certezza che il Signore ci ascolta. Dobbiamo pregare sapendo che tutto possiamo ottenere con la preghiera, anche le cose che noi pensiamo siano umanamente impossibili da raggiungere. Si prega Dio che è l’Onnipotente Signore del Cielo e della terra. Il nostro Angelo custode ci guidi sempre. Nelle altre ultime Parole di Esortazione (19 Gennaio 2009), l’Angelo Custode era stato presentato come vero Ambasciatore presso Gesù per chiedere perdono per noi. È una presenza importante quella dell’Angelo Custode. Non tutti però lo pregano come si conviene. Molte volte si prega per opportunità, o estrema necessità. Lui però non è il nostro amico, il nostro confidente, il nostro conforto nel quotidiano della nostra terrena esistenza. Anche in questo dobbiamo migliorarci. Coraggio! Possiamo migliorarci! Gesù ci vuole migliori! La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci vuole migliori. Possiamo. Dobbiamo. Diveniamolo. Dalla nostra crescita spirituale nascerà un mondo nuovo. Dalla nostra crescita spirituale il mondo vedrà la potenza e la bellezza della verità e della grazia di Gesù Signore. Ricordiamoci tutti che il non progredire è regredire. Chi abbandona le piccole cose, a poco a poco abbandona anche le grandi e alla fine retrocede dalla vocazione. Non date mai agli altri la responsabilità del vostro fallimento. Attribuite ogni cosa alla vostra mancata crescita spirituale. Il Signore parla. Ci dice il bene e il male. A noi la grande responsabilità di ascoltarlo. Di mettere in pratica ogni sua Parola. La sua Parola è la sola via di salvezza vera data ad ognuno di noi. 61 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo Lunedì 26 Gennaio 2009 sono un accorato invito perché ognuno si disponga a servire il Signore secondo la sua volontà e non secondo il nostro “gusto”. Ci sono state rivolte tante domande. Leggiamole di seguito, ognuno però risponda con la sua coscienza al suo cuore e a nessun altro. - Voi lo servite Gesù come vuole Lui? - Andate ad aiutare il Parroco quando avete un po’ tempo? - Ne fate una spelonca di ladri della casa del Signore? - Coltivate bene come sentinelle la Parola del Signore annunziandola e ricordandola? - Lo fate riconoscere dal mondo? - Parlate di Lui nei momenti in cui ne avete l’occasione? - Vi istruite con delle catechesi che offre la Chiesa? - Amate la Chiesa? - Siete attenti ai Documenti del Santo Padre e dei Vescovi? - Partecipate al lavoro Diocesano e Parrocchiale? Ci è stato anche suggerito di confrontarci in questo esame di coscienza con il Padre Spirituale. Senza voler entrare nella coscienza di nessuno di voi, cercando però di saggiamente interpretare e saggiamente comprendere le Parole che sono state a noi rivolte, emerge da esse questa verità: In ogni cammino, anche il più santo, ad un cento momento subentra l’abitudine. L’abitudine diventa assuefazione. L’assuefazione si fa rilassatezza. La rilassatezza diviene incuria. L’incuria si trasforma in superficialità. La superficialità ci fa vivere tutto come una cosa estranea a noi. La facciamo, ma è come se non l’avessimo fatta. Alla fine quello che facciamo non ci appartiene, non è nostro, non è la nostra vita. Lo facciamo perché siamo costretti a farlo, altrimenti neanche lo faremmo. Qual è il risultato finale? Il Movimento non è più nostro. La Chiesa non è più nostra. La Parrocchia non è più nostra. La Casa del Signore non è più nostra. Niente è più nostro, perché tutto è degli altri. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli, i Santi ci aiutino a fare un buono e santo esame di coscienza. Gesù ci chiede di lavorare nella sua Vigna in un modo nuovo, con un cuore nuovo, con una volontà nuova, con una fede nuova, con uno spirito nuovo. 62 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Presente il Movimento Apostolico della Svizzera e della Germania Santo Janni 02 Febbraio 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Benvenuti nella Casa del Signore. Lavoriamo nella Chiesa e amiamo i fratelli portando Gesù nei cuori. Dal nostro amore il mondo riconoscerà che siamo suoi discepoli. Amate il Movimento Apostolico. Non è venuto da me. Io ho messo soltanto la bocca, le mani, i piedi, il corpo. Il Movimento Apostolico è sorto il 3 Novembre del 1979. “Dice il Signore: Voi siete Movimento Apostolico”. Mettete a disposizione di Gesù il vostro cuore: “Sì, Signore, voglio portati ai miei fratelli, voglio farti conoscere da loro affinché il mondo sappia che Tu sei con noi e non ci hai abbandonato”. Ho notato qualche lacrima in mezzo a voi, qualche cuore affranto. Pregate. Gesù è con voi. Gesù vi ama. “Riuniti nel mio nome, dice Gesù, Io sono con voi”. Dobbiamo avere fiducia in Dio. Lui non ci può abbandonare. Non perché Gesù mi ha chiamata in questa missione io non soffro. Soffro più di tutti. Ho sempre timore di sbagliare. Timore di non portare bene la Parola di Gesù. Sono trent’anni che cammino. La vostra presenza fa gioire il mio cuore. Ogni anima che portate a Gesù costa una sofferenza. Ogni sofferenza salverà un’anima. Il più forte prenda per mano il più debole. Non vi abbattete, perché io sono con voi, dice Gesù. Bisogna pregare e non stancarsi mai. Il Santo Rosario vi aiuterà. Il Sacramento Eucaristico vi darà forza. Andate fieri del Movimento Apostolico. Viene da Dio. Non ne sarei stata capace. Andate avanti. Crescete nel Signore e riempite la Casa del Padre. Amate la Chiesa. Collaborate con il Parroco e altri Gruppi e Movimenti. Siate attenti ai Documenti del Santo Padre e dei Vescovi. È la croce che salva e redime. Gesù, siamo qui per amarti sempre di più. Abbiamo fiducia in Te e nella nostra Mamma Celeste, la Vergine Maria, Madre della Redenzione, nostra Avvocata. Mettiamo sull’altare tutte le nostre sofferenze e le nostre piccole gioie. Durante la Santa Messa e nell’Eucaristia, mentre prendiamo il Sangue e il Corpo di Cristo, diciamo: “Signore, io credo fermamente in Te. Io so che Tu in questo momento entri nel mio corpo, nel mio sangue, nel mio spirito, nella mia anima, di’ un parola di salvezza perché voglio salvarmi, perché voglio venire con Te, voglio stare con te”. Madre della Redenzione, Madre Santa, Madre Benedetta, Luce del nostro cuore, vieni in nostro aiuto. Angeli, Santi state sempre con noi. Sorreggeteci le mani, le braccia, alzateci i piedi per andare a ricordare e annunziare il Verbo che si fece carne nel seno della Vergine Maria. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, ammalati. La pace di Gesù scenda nei cuori e li salvi. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 64 TESTO COMMENTATO Benvenuti nella Casa del Signore. È un saluto di amore, di gioia, di pace, di vera accoglienza nella carità di Cristo Gesù e del Cielo tutto. È un saluto che deve rivelare che tutto il nostro cuore, la nostra mente, il nostro spirito sono per gli altri. Essere per gli altri: è questa l’essenza della nostra fede, perché Gesù è Colui che si fece il servo di tutti. È Colui che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita in riscatto per i molti, cioè per tutti. 17 Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli 18 e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno 19 a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà». 20 Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si 21 prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra 22 nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete 23 bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». 24 25 Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni 26 dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi 27 vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il 28 primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». (Mt 20,17-28). Il servizio è il nostro stile, la nostra forma di vita, il nostro stesso essere. Il servizio è la verità della nostra missione. Lavoriamo nella Chiesa e amiamo i fratelli portando Gesù nei cuori. Dal nostro amore il mondo riconoscerà che siamo suoi discepoli. A noi, Movimento Apostolico, ci è chiesto un servizio particolare: portare ogni cuore a Cristo Gesù e portare Cristo Gesù in ogni cuore. È questo lo specifico della missione degli Aderenti del Movimento Apostolico. Ogni altra cosa deve essere vista, considerata, fatta come un mezzo, mai come un fine. 65 Siamo Movimento Apostolico se diamo Cristo ai cuori. Ogni giorno siamo chiamati ad essere Movimento Apostolico. Ogni giorno dobbiamo portare Cristo in qualche cuore. Amate il Movimento Apostolico. Non è venuto da me. Io ho messo soltanto la bocca, le mani, i piedi, il corpo. Sempre l’Ispiratrice ci ricorda questa verità: l’origine celeste e divina del Movimento Apostolico. Questa verità deve avere per noi delle conseguenze immediate, pratiche, che non possono essere ignorate. Quali sono queste conseguenze? Poiché il Movimento Apostolico non viene da volontà umana, nessuna volontà umana lo può modificare, alterare, cambiare nella sua struttura celeste e divina. Poiché il Movimento Apostolico non viene da cuore umano, nessun cuore umano può desiderarlo diverso dal modello che ci è stato dato dal Cielo. Come è nel Cielo il Movimento Apostolico deve essere sulla terra. Il nostro modello è celeste e secondo il modello celeste dobbiamo sempre edificarlo in mezzo agli uomini. Nessuno ha potere sul Movimento Apostolico, nessuno lo può trasformare, nessuno modificare, nessuno alterare, nessuno farselo a suo gusto e piacimento. Il modello celeste obbliga tutti noi. Qualora uno dovesse modificarlo o viverlo secondo altre modalità, diverse da quelle del Cielo, costui sappia che è fuori della volontà di Dio. 1 2 Il Signore parlò a Mosè dicendo: «Ordina agli Israeliti che raccolgano 3 per me un contributo. Lo raccoglierete da chiunque sia generoso di cuore. Ed ecco che cosa raccoglierete da loro come contributo: oro, argento e bronzo, 4 5 tessuti di porpora viola e rossa, di scarlatto, di bisso e di pelo di capra, pelle di 6 montone tinta di rosso, pelle di tasso e legno di acacia, olio per l’illuminazione, balsami per l’olio dell’unzione e per l’incenso aromatico, 7 8 pietre di ònice e pietre da incastonare nell’efod e nel pettorale. Essi mi 9 faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro. Eseguirete ogni cosa secondo quanto ti mostrerò, secondo il modello della Dimora e il modello di tutti i suoi arredi. 10 Faranno dunque un’arca di legno di acacia: avrà due cubiti e mezzo di 11 lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza, un cubito e mezzo di altezza. La rivestirai d’oro puro: dentro e fuori la rivestirai e le farai intorno un bordo 12 d’oro. Fonderai per essa quattro anelli d’oro e li fisserai ai suoi quattro piedi: 13 due anelli su di un lato e due anelli sull’altro. Farai stanghe di legno di acacia 14 e le rivestirai d’oro. Introdurrai le stanghe negli anelli sui due lati dell’arca 15 per trasportare con esse l’arca. Le stanghe dovranno rimanere negli anelli 66 16 dell’arca: non verranno tolte di lì. Nell’arca collocherai la Testimonianza che io ti darò. 17 Farai il propiziatorio, d’oro puro; avrà due cubiti e mezzo di lunghezza 18 e un cubito e mezzo di larghezza. Farai due cherubini d’oro: li farai lavorati a 19 martello sulle due estremità del propiziatorio. Fa’ un cherubino a una estremità e un cherubino all’altra estremità. Farete i cherubini alle due 20 estremità del propiziatorio. I cherubini avranno le due ali spiegate verso l’alto, proteggendo con le ali il propiziatorio; saranno rivolti l’uno verso l’altro 21 e le facce dei cherubini saranno rivolte verso il propiziatorio. Porrai il propiziatorio sulla parte superiore dell’arca e collocherai nell’arca la 22 Testimonianza che io ti darò. Io ti darò convegno in quel luogo: parlerò con te da sopra il propiziatorio, in mezzo ai due cherubini che saranno sull’arca della Testimonianza, dandoti i miei ordini riguardo agli Israeliti. 23 Farai una tavola di legno di acacia: avrà due cubiti di lunghezza, un 24 cubito di larghezza, un cubito e mezzo di altezza. La rivestirai d’oro puro e le 25 farai attorno un bordo d’oro. Le farai attorno una cornice di un palmo e farai 26 un bordo d’oro per la cornice. Le farai quattro anelli d’oro e li fisserai ai 27 quattro angoli, che costituiranno i suoi quattro piedi. Gli anelli saranno contigui alla cornice e serviranno a inserire le stanghe, destinate a trasportare la 28 tavola. Farai le stanghe di legno di acacia e le rivestirai d’oro; con esse si 29 trasporterà la tavola. Farai anche i suoi piatti, coppe, anfore e tazze per le 30 libagioni: li farai d’oro puro. Sulla tavola collocherai i pani dell’offerta: saranno sempre alla mia presenza. 31 Farai anche un candelabro d’oro puro. Il candelabro sarà lavorato a martello, il suo fusto e i suoi bracci; i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle 32 saranno tutti di un pezzo. Sei bracci usciranno dai suoi lati: tre bracci del 33 candelabro da un lato e tre bracci del candelabro dall’altro lato. Vi saranno su di un braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e corolla, e così anche sull’altro braccio tre calici in forma di fiore di mandorlo, con bulbo e 34 corolla. Così sarà per i sei bracci che usciranno dal candelabro. Il fusto del candelabro avrà quattro calici in forma di fiore di mandorlo, con i loro bulbi e 35 le loro corolle: un bulbo sotto i due bracci che si dipartono da esso e un bulbo sotto i due bracci seguenti e un bulbo sotto gli ultimi due bracci che si 36 dipartono da esso; così per tutti i sei bracci che escono dal candelabro. I bulbi e i relativi bracci saranno tutti di un pezzo: il tutto sarà formato da una sola 37 massa d’oro puro lavorata a martello. Farai le sue sette lampade: vi si 38 collocheranno sopra in modo da illuminare lo spazio davanti ad esso. I suoi 39 smoccolatoi e i suoi portacenere saranno d’oro puro. Lo si farà con un talento 40 di oro puro, esso con tutti i suoi accessori. Guarda ed esegui secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte. (Es 25,1-40). Anche Mosè era obbligato a seguire il Modello che gli era stato mostrato nel Cielo. Lui vedeva ed eseguiva. Anche Gesù ha un modello costante di riferimento: il Padre suo che è nei cieli. 67 1 Dopo questi fatti, ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a 2 Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, 3 chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande 4 5 numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. [ ] Si trovava lì un uomo che da 6 trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto 7 tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre 8 infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, 9 prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. 10 Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che 11 era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e 12 cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e 13 cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti 14 si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti 15 accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era 16 stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva 17 tali cose di sabato. Ma Gesù disse loro: «Il Padre mio agisce anche ora e 18 anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. 19 Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; 20 quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più 21 grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i 22 morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre 23 infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. 24 In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato 25 dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, 26 vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche 27 al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, 28 perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui 29 tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una 30 risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 68 31 Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non 32 sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la 33 testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a 34 Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo 35 testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. 36 Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, 37 testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua 38 voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti 39 non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. 40 Ma voi non volete venire a me per avere vita. 41 42 Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi 43 l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi 44 accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? 45 Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi 46 accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a 47 Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?». (Gv 5,1-47). Il modello per noi di Movimento è uno solo: quello che porta l’Ispiratrice. Ella ogni giorno guarda il modello celeste e con tutte le sue forze di impegna a costruirlo nei cuori. Il Movimento Apostolico è sorto il 3 Novembre del 1979. “Dice il Signore: Voi siete Movimento Apostolico”. È questo il giorno della nascita alla terra del Movimento Apostolico: 3 Novembre 1979. Mettete a disposizione di Gesù il vostro cuore: “Sì, Signore, voglio portati ai miei fratelli, voglio farti conoscere da loro affinché il mondo sappia che Tu sei con noi e non ci hai abbandonato”. Ecco il vero modello del Movimento Apostolico. È espresso tutto in questa semplicissima frase: portare Gesù ai nostri fratelli. Portare Gesù e farlo entrare in ogni cuore. Il mondo deve conoscere Gesù, accogliere Gesù, servire Gesù. Conoscendo Gesù conosce il Padre. Conoscendo il Padre entra in possesso della sua vita divina ed eterna. 69 Ho notato qualche lacrima in mezzo a voi, qualche cuore affranto. Pregate. Gesù è con voi. Gesù vi ama. “Riuniti nel mio nome, dice Gesù, Io sono con voi”. La preghiera, elevata a Dio nel silenzio del cuore e dell’anima, aiuta a superare la sofferenza. La preghiera però deve essere fatta con fede. Quale fede dobbiamo avere quando ci mettiamo a pregare? Dobbiamo credere che Gesù è con noi. È con noi per essere per noi. È con noi vivo e vero, anche se in forma invisibile. Noi dobbiamo vederlo con gli occhi del nostro spirito. Dobbiamo pensarlo accanto a noi, presente vicino a noi. Con questa fede la preghiera diventa un dialogo. Noi parliamo e Lui ascolta. Lui ascolta e noi parliamo. Dobbiamo avere fiducia in Dio. Lui non ci può abbandonare. Fidarsi di Dio è fondare la nostra vita sulla sua Parola, sulla sua verità. Quanto Lui ha detto, lo compie anche. Leggiamo questa pagina della lettera agli Ebrei. Qui la fede è certezza. La certezza è fiducia. La fiducia diviene speranza. La speranza si compie, perché Dio è capace di compiere ogni sua parola. 1 La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. 3 Per fede, noi sappiamo che i mondi furono formati dalla parola di Dio, sicché dall’invisibile ha preso origine il mondo visibile. 4 Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, avendo Dio attestato di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora. 5 Per fede, Enoc fu portato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Infatti, prima di essere portato altrove, egli fu dichiarato persona gradita a Dio. 6Senza la fede è impossibile essergli graditi; chi infatti si avvicina a Dio, deve credere che egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano. 7 Per fede, Noè, avvertito di cose che ancora non si vedevano, preso da sacro timore, costruì un’arca per la salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e ricevette in eredità la giustizia secondo la fede. 8 Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. 9 Per fede, egli soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. 10Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso. 11 Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. 2 70 12 Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare. 13 Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra. 14Chi parla così, mostra di essere alla ricerca di una patria. 15 Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto la possibilità di ritornarvi; 16ora invece essi aspirano a una patria migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città. 17 Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, 18del quale era stato detto: Mediante Isacco avrai una tua discendenza. 19Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo. 20 Per fede, Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche in vista di beni futuri. 21 Per fede, Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e si prostrò, appoggiandosi sull’estremità del bastone. 22 Per fede, Giuseppe, alla fine della vita, si ricordò dell’esodo dei figli d’Israele e diede disposizioni circa le proprie ossa. 23 Per fede, Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura dell’editto del re. 24 Per fede, Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, 25preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere momentaneamente del peccato. 26Egli stimava ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto l’essere disprezzato per Cristo; aveva infatti lo sguardo fisso sulla ricompensa. 27 Per fede, egli lasciò l’Egitto, senza temere l’ira del re; infatti rimase saldo, come se vedesse l’invisibile. 28 Per fede, egli celebrò la Pasqua e fece l’aspersione del sangue, perché colui che sterminava i primogeniti non toccasse quelli degli Israeliti. 29 Per fede, essi passarono il Mar Rosso come fosse terra asciutta. Quando gli Egiziani tentarono di farlo, vi furono inghiottiti. 30 Per fede, caddero le mura di Gerico, dopo che ne avevano fatto il giro per sette giorni. 31 Per fede, Raab, la prostituta, non perì con gli increduli, perché aveva accolto con benevolenza gli esploratori. 32 E che dirò ancora? Mi mancherebbe il tempo se volessi narrare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti; 33 per fede, essi conquistarono regni, esercitarono la giustizia, ottennero ciò che era stato promesso, chiusero le fauci dei leoni, 34spensero la violenza del fuoco, sfuggirono alla lama della spada, trassero vigore dalla loro debolezza, divennero forti in guerra, respinsero invasioni di stranieri. 35Alcune donne riebbero, per risurrezione, i loro morti. Altri, poi, furono torturati, non accettando la liberazione loro offerta, per ottenere una migliore risurrezione. 36 Altri, infine, subirono insulti e flagelli, catene e prigionia. 37Furono lapidati, 71 torturati, tagliati in due, furono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, tribolati, maltrattati – 38di loro il mondo non era degno! –, vaganti per i deserti, sui monti, tra le caverne e le spelonche della terra. 39 Tutti costoro, pur essendo stati approvati a causa della loro fede, non ottennero ciò che era stato loro promesso: 40Dio infatti per noi aveva predisposto qualcosa di meglio, affinché essi non ottenessero la perfezione senza di noi. (eb 11,1-40). Questa è la fiducia che dobbiamo avere nel Signore. Tutto è dalla fede che è fiducia, abbandono incondizionato alla Parola di Dio. Non perché Gesù mi ha chiamata in questa missione io non soffro. Soffro più di tutti. Ho sempre timore di sbagliare. Timore di non portare bene la Parola di Gesù. La sofferenza è il crogiolo che purifica il nostro corpo da ogni scoria di peccato, l’anima da ogni più piccola imperfezione, lo spirito da ogni pensiero che ancora non è secondo Dio. La sofferenza ci conforma a Cristo Crocifisso, ci rende perfetti e ci prepara per la gloriosa risurrezione. 1 Ogni sommo sacerdote, infatti, è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. 2Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. 3A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. 4 Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. 5Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato, gliela conferì 6come è detto in un altro passo: Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek. 7 Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. 8Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì 9e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, 10essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchìsedek. 11 Su questo argomento abbiamo molte cose da dire, difficili da spiegare perché siete diventati lenti a capire. 12Infatti voi, che a motivo del tempo trascorso dovreste essere maestri, avete ancora bisogno che qualcuno v’insegni i primi elementi delle parole di Dio e siete diventati bisognosi di latte e non di cibo solido. 13Ora, chi si nutre ancora di latte non ha l’esperienza della dottrina 72 della giustizia, perché è ancora un bambino. 14Il nutrimento solido è invece per gli adulti, per quelli che, mediante l’esperienza, hanno le facoltà esercitate a distinguere il bene dal male. (Eb 5,1-14). Gesù è stato reso perfetto nella sofferenza della Croce. La sua via è la nostra via. La sua Croce è la nostra Croce. Sono trent’anni che cammino. La vostra presenza fa gioire il mio cuore. Qual è la gioia dell’Ispiratrice? Vedere che qualcuno si converte al Signore. Vedere che qualcuno porta Cristo Gesù nel cuore dei suoi fratelli. Vedere l’albero del Movimento Apostolico che cresce e che dona frutti. La sua è la gioia di chi ama Gesù e vuole che Gesù sia amato da ogni altro uomo. Possiamo dire che è la stessa gioia di Giovanni il Battista: 25 Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo 26 riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato 27 testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni 28 rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono 29 stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello 30 sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». 31 Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di 32 tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua 33 testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. 34 Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo 35 36 Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui. (Gv 3,25-36). Questa sua gioia deve essere di tutto il Movimento Apostolico. Non dobbiamo gioire per quello che facciamo noi. Dobbiamo gioire perché Gesù è amato e cresce nei cuori e nel mondo. Se Gesù non cresce nei cuori e nel mondo, quale gioia possiamo noi avere? Nessuna. Ogni anima che portate a Gesù costa una sofferenza. Ogni sofferenza salverà un’anima. Sofferenza e salvezza delle anime sono una cosa sola. 73 Un’anima da salvare costa il prezzo di una vita intera di sofferenza e di martirio. A Cristo la salvezza del mondo costò la sofferenza della sua Croce. Il più forte prenda per mano il più debole. Non vi abbattete, perché io sono con voi, dice Gesù. Lo scoraggiamento può venire. La fragilità si può impossessare di noi. La carità fraterna ci salverà sempre, se ci lasceremo prendere per mano dal più forte; se il più forte prenderà per mano il più debole. Ci salveremo se sapremo fare ricorso ad una preghiera intensa, forte, la stessa che fece Gesù nell’Orto degli Ulivi. Bisogna pregare e non stancarsi mai. Il Santo Rosario vi aiuterà. Il Sacramento Eucaristico vi darà forza. La preghiera per il Movimento Apostolico è vera immersione nella grazia e nella santità di Dio, nella fortezza dello Spirito Santo, nella carità di Cristo Gesù, nella consolazione della vergine Maria, Madre della Redenzione. Il Movimento Apostolico vive però di due grandissimi amori: Amore per il Santo Rosario, da recitare sempre con fede viva. Amore per l’Eucaristia da ricevere con una carità grande per Cristo Gesù. Da questi due amori, vissuti ogni giorno con intensità sempre più grande, l’Aderente del Movimento Apostolico cresce, diviene adulto, è capace di svolgere la sua missione secondo il cuore di Dio. Andate fieri del Movimento Apostolico. Viene da Dio. Non ne sarei stata capace. Ci viene chiesto di andare fieri del Movimento Apostolico. Si è fieri se lo si considera come la nostra stessa vita. Il Movimento Apostolico deve essere il sangue che scorre nelle nostre vene. Deve essere più che la nostra anima che vivifica il nostro corpo. Chi ama il Movimento Apostolico, chi ne va fiero, di certo non lo denigra, non lo svilisce, non lo vende al primo venuto. Chi ama il Movimento Apostolico lo custodisce come la pupilla dei suoi occhi. Come si svilisce il Movimento Apostolico? Svilendo, denigrando, parlando male dei fratelli che lo compongono. Siamo in cammino. Siamo piccoli. Siamo fragili. La carità del più forte copre ogni cosa e con il suo amore infonde coraggio e forza per andare avanti. 74 Ama il Movimento Apostolico chi non vede i difetti degli altri, ma mette ogni cura per eliminare i suoi vizi, i suoi peccati, le sue infinite imperfezioni. Ama il Movimento Apostolico chi si fa modello per gli altri, modello in ogni virtù. Modello soprattutto nella pazienza. Andate avanti. Crescete nel Signore e riempite la Casa del Padre. Amate la Chiesa. Collaborate con il Parroco e altri Gruppi e Movimenti. Siate attenti ai Documenti del Santo Padre e dei Vescovi. Sempre ci viene ricordata questa verità. Siamo Chiesa e dobbiamo riempire la Casa del Padre. Come si cresce nel Signore? Si cresce nel Signore, crescendo nella sua carità, nella sua verità, nella sua obbedienza, nella sua pazienza, nella sua sofferenza. Si cresce nel Signore crescendo nel servizio verso i fratelli. Lavorando secondo questi sani e santi suggerimenti possiamo fare bella la Chiesa e nella Chiesa fare bello il Movimento Apostolico. È la croce che salva e redime. La sofferenza va vissuta in santità e in santità offerta al Signore per la conversione delle anime. Non sciupiamo la sofferenza. Con essa, vissuta e offerta in santità, possiamo redimere il mondo in Cristo, con Cristo, per Cristo. Gesù, siamo qui per amarti sempre di più. Abbiamo fiducia in Te e nella nostra Mamma Celeste, la Vergine Maria, Madre della Redenzione, nostra Avvocata. È questa una bella professione di amore per Cristo e per la nostra Mamma Celeste. Dobbiamo imparare a farla spesso durante la nostra giornata. Una bella professione di amore aiuta a superare ogni ostacolo che viene dalla tentazione. Mettiamo sull’altare tutte le nostre sofferenze e le nostre piccole gioie. L’Altare è il cuore di Cristo Gesù, perché è la sua Eucaristia. Mettiamo nel cuore di Cristo Gesù tutta la nostra vita. Nel cuore di Gesù la nostra vita trova la pace. Durante la Santa Messa e nell’Eucaristia, mentre prendiamo il Sangue e il Corpo di Cristo, diciamo: “Signore, io credo fermamente in Te. Io so che Tu in questo momento entri nel mio corpo, nel mio sangue, nel mio spirito, nella mia anima, di’ un parola di salvezza perché voglio salvarmi, perché voglio venire con Te, voglio stare con te”. Questa è vera fede nell’Eucaristia e vero amore per questo Divin Sacramento. 75 Questo è il cuore dell’Ispiratrice. Il cuore dell’Ispiratrice è tutto nel cuore Eucaristico di Cristo Gesù. Dal cuore di Cristo lei parla. Dal cuore di Cristo lei ama. Dal cuore di Cristo ci serve. Dal cuore di Cristo ci insegna a pregare il cuore di Cristo Gesù. Proviamo a fare questa preghiera ogni volta che riceviamo l’Eucaristia. Di sicuro usciremo modificati, cambiati, stravolti. L’Eucaristia è potenza divina che redime, santifica, eleva la nostra vita. L’Eucaristia ci rende ad immagine della carità crocifissa di Gesù Signore. L’Eucaristia è la nostra vita. Madre della Redenzione, Madre Santa, Madre Benedetta, Luce del nostro cuore, vieni in nostro aiuto. Ecco l’altro amore dell’Ispiratrice del Movimento Apostolico: La Madre della Redenzione. Come è nel cuore di Gesù, così l’Ispiratrice è nel cuore della Vergine Maria, Madre della Redenzione. Il suo è un amore grande, immenso, capace di illuminare tutta la sua vita e la sua missione. Se anche noi riuscissimo a fare di questi due amori la nostra vita, diventeremmo vera luce del mondo e vero sale della terra. Il Movimento Apostolico vive di questi due amori. Chi li realizza in sé diviene Movimento Apostolico, può dirsi Movimento Apostolico. Da questi due amori il Movimento Apostolico è sempre rinnovato, sempre reso attuale. Viene fatto sempre giovane. Con questi due amori nel cuore il Movimento Apostolico non passerà mai. Non diventerà mai vecchio. Questi due amori lo ringiovaniranno ogni giorno di più. Questi due amori sono la vita e la forza del Movimento Apostolico. Angeli, Santi state sempre con noi. Sorreggeteci le mani, le braccia, alzateci i piedi per andare a ricordare e annunziare il Verbo che si fece carne nel seno della Vergine Maria. La devozione per gli Angeli è grande nel Movimento Apostolico. Ecco come la lettera agli Ebrei parla di questi Spiriti che stanno alla presenza di Dio: 1 Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, 2ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo. 76 3 Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, 4divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato. 5 Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio? 6 Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio. 7 Mentre degli angeli dice: Egli fa i suoi angeli simili al vento, e i suoi ministri come fiamma di fuoco, 8 al Figlio invece dice: Il tuo trono, Dio, sta nei secoli dei secoli; e: Lo scettro del tuo regno è scettro di equità; 9 hai amato la giustizia e odiato l’iniquità, perciò Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di esultanza, a preferenza dei tuoi compagni. 10 E ancora: In principio tu, Signore, hai fondato la terra e i cieli sono opera delle tue mani. 11 Essi periranno, ma tu rimani; tutti si logoreranno come un vestito. 12 Come un mantello li avvolgerai, come un vestito anch’essi saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso e i tuoi anni non avranno fine. 13 E a quale degli angeli poi ha mai detto: Siedi alla mia destra, finché io non abbia messo i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi? 14 Non sono forse tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati a servire coloro che erediteranno la salvezza? (Eb 1,1-14). Anche in questo amore e in questa devozione dobbiamo crescere e di molto. La comunione con loro è ricchezza infinita. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, ammalati. La pace di Gesù scenda nei cuori e li salvi. Che la nostra preghiera sia sempre per tutti. Affidiamo sempre ogni persona e ogni altra cosa al Signore mediante l’intercessione della Vergine Maria, Madre della Redenzione. 77 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo primo Lunedì di Febbraio 2009 ci rivelano ancora una volta il cuore dell’Ispiratrice. Cogliendo nelle sue parole il suo cuore, siamo anche noi invitati, esortati, spronati a formarci un cuore in tutto simile al suo. Come dovrà essere allora il nostro cuore? - Un cuore pieno di gioia: è la gioia di chi vede crescere e prosperare il Movimento Apostolico. È la gioia di chi sa morire per la vita del Movimento Apostolico. È la gioia di chi sa umiliarsi, annullarsi, annientarsi perché il Movimento Apostolico trionfi e diventi il sale e la luce di ogni uomo. - Un cuore pieno di amore per Gesù: è il cuore che ogni giorno si sprofonda nell’abisso della carità di Cristo e da questo abisso risale tutto colmo di amore da riversare sul mondo, per riempire ogni altro cuore. Il cuore di Cristo è il vero pozzo di Giaccone. Si attinge e si dona da bere al mondo intero. - Un cuore pieno di amore per la Vergine Maria, Madre della Redenzione: è il cuore che sa amare con la tenerezza di una madre, che sa coprire ogni fragilità dei figli; che sa assumersi ogni colpa dei figli come propria espiando e pagando per loro. Chi riesce a vivere di questo amore materno, tenero, puro, santo trasforma il mondo attorno a sé. - Un cuore pieno di amore per il Movimento Apostolico: questo cuore ha un solo desiderio: che il Movimento Apostolico cresca diminuendo noi, morendo noi per esso. - Un cuore che ama la Chiesa: La Chiesa è la nostra Madre. Dobbiamo amare la Chiesa più che la nostra madre terrena. Amare la Chiesa è dare la vita per essa, senza risparmiarsi in nulla. - Un cuore che sa solo servire: è questo il vero cuore del Movimento Apostolico: fare della propria vita un servizio di amore. Si ama però sul modello della candela: la candela dona luce consumandosi, illumina morendo a se stessa. - Un cuore mite, umile, puro, misericordioso, benigno, caritatevole: è questo il cuore di Cristo, della Madre sua, dell’Ispiratrice del Movimento Apostolico. Con questo cuore in noi, facendoci un solo cuore con il loro, possiamo veramente manifestare al mondo intero la bellezza del Movimento Apostolico. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli, i Santi ci aiutino a formarci questo cuore santo, virtuoso, un cuore in tutto simile a quello di Gesù e della Madre sua. 78 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 09 Febbraio 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Benvenuti nella casa del Signore. Sono gioiosa di vedere tanti giovani. Non fate una visita fuggente nella casa del Signore. Cercate di essere molto uniti, molto attaccati a Gesù, lavorando nelle vostre parrocchie. La vita offre poco senza Gesù nel cuore. Vergine Maria, Madre della Redenzione, fa’ che questi giovani amino Tuo Figlio Gesù e ovunque essi vadano portino la Parola, il Verbo che si fece carne nel tuo seno puro e vergine. Lo Spirito Santo illumina nel silenzio, nell’amore e si dona a noi come Spirito di sapienza, intelletto, consiglio per ricordare e annunziare la Parola di nostro Signore Gesù Cristo. Il Movimento Apostolico ama la Chiesa, è Chiesa, lavora per la Chiesa, con la Chiesa. Leggete ogni sera una pagina di Vangelo. Se qualcosa non si comprende, si confronta con un Santo Sacerdote. Così ne discutete. Ne dialogate insieme. Frequentate la Catechesi. Istruirsi nelle cose del Signore è molto importante per far conoscere agli altri la Parola del Signore. Stamani mentre pregavo pensavo agli ammalati che hanno bisogno di essere aiutati dagli altri. Preghiamo per loro e diciamo a coloro che devono aiutare un ammalato che è a letto, che non può camminare, di curarlo come se fosse Gesù. Di stare al loro capezzale con tanto amore e con tanta umiltà. Non li abbandoniamo. Non li trascuriamo. È bello aiutare Gesù nell’ammalato. Aiutiamo il povero. Se si hanno due mantelli, uno lo diamo con serenità. Gesù dice: “Ero nudo e mi hai vestito. Avevo fame e mi hai dato da mangiare. Avevo sete e mi hai dato da bere”. Mettiamola in pratica la Parola del Signore. La Parola del Signore deve essere per tutti noi la voce che grida nel deserto: “Convertiamo e crediamo nel Vangelo”. Se qualcuno non l’ha fatto, si inserisca nella propria Parrocchia. Leggete e meditate i Documenti del Santo Padre, dei Vescovi. Lavorate nella Diocesi. Collaborate con i Gruppi e i Movimenti. Siate assidui. Il Signore non chiede tante cose. Invece di andare di qua e di là e immetterti nel peccato, il tempo lo dedichi a Gesù. Raccomando ai giovani di non ritirarsi tardi. Di essere sobri. Si essere specchio per l’altro, affinché l’altro creda nel cristiano, in colui che dice di amare il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Con questi propositi cerchiamo di essere coerenti nella Parola del Signore, di pregare la Vergine Maria, Madre della Redenzione, con il Santo Rosario. Quando ci cibiamo del Corpo e del Sangue di Cristo preghiamo con fede affinché abbiamo la vita eterna. Vi auguro tante cose belle. Voi giovani siate forti. Non vi abbattete. Quando qualcosa non va pensate che Gesù è con noi. Vive con noi. Cammina con noi. Gesù non ci lascia soli. Noi lo abbiamo lasciato solo. Urge convertirsi. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, tutti coloro che hanno bisogno della misericordia di Dio. Preghiamo con tutto il cuore per gli ammalati e per la pace nel mondo. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 80 TESTO COMMENTATO Benvenuti nella casa del Signore. Con gioia le persone vengono, con gioia le si accolgono. La vera accoglienza è scienza e sapienza nello Spirito Santo. La vera accoglienza è il grande frutto della carità. La vera accoglienza è segno della vera carità. Chi ama, accoglie. Sono gioiosa di vedere tanti giovani. Non fate una visita fuggente nella casa del Signore. Cercate di essere molto uniti, molto attaccati a Gesù, lavorando nelle vostre parrocchie. La vita offre poco senza Gesù nel cuore. Siamo chiamati a dare stabilità, concretezza alla nostra fede. fermezza, coerenza, operosità, Siamo chiamati a dare unità al nostro impegno apostolico e missionario. Dobbiamo essere uniti a Cristo Gesù per essere uniti tra di noi. Chi non è unito a Cristo nella fede, nella carità, nella speranza mai potrà essere unito ai fratelli. Se l’unità con Cristo è stabile, sarà stabile anche l’unità con i fratelli. Se l’unità con Cristo è vera, vera sarà anche l’unità con i nostri fratelli. Ciò che si è con Cristo lo si è anche con i nostri fratelli. Se si va a Cristo per noi stessi, si andrà anche ai fratelli per noi stessi. È Gesù il senso e il significato della nostra vita. Senza Cristo si è niente, nulla. Vale proprio la pena leggere la Parola di Gesù secondo il Vangelo secondo Giovanni: 1 2 «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché 3 porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4 Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso 5 se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza 6 di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il 7 tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e 8 vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. 81 9 Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio 10 amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io 11 ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io 13 ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per 14 15 i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto 16 conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello 17 che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. 18 19 Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del 20 mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la 21 mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a 22 causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora 23 non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. 24 Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato 25 me e il Padre mio. Ma questo, perché si compisse la parola che sta scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione. 26 Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della 27 verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. (Gv 15,1-27). Se non siamo una cosa sola con Cristo come facciamo ad essere una cosa sola con i fratelli? Se l’amore di Cristo non consuma il nostro cuore come possiamo consumarci di amore per i fratelli? Cristo è tutto per noi. Solo se Cristo diviene il tutto per noi, noi possiamo essere tutto per i fratelli. Vergine Maria, Madre della Redenzione, fa’ che questi giovani amino Tuo Figlio Gesù e ovunque essi vadano portino la Parola, il Verbo che si fece carne nel tuo seno puro e vergine. È questa una preghiera che si innalza dal cuore dell’Ispiratrice per tutti i giovani. Ella ama Cristo e chiede alla Vergine Maria, Madre della Redenzione, di aiutare i giovani ad amare Cristo Gesù. 82 Ella lavora perché Cristo sia conosciuto da ogni uomo e chiede alla Vergine Maria che aiuti questi giovani a divenire testimoni con la parola e con l’esempio di Cristo Gesù. L’amore che è nel cuore dell’Ispiratrice per Cristo è chiesto alla Vergine Maria che diventi in tutti i giovani amore per Cristo Gesù. Ciò che noi siamo in Cristo, per Cristo, con Cristo, questo vogliamo che tutti gli altri diventino e siano. Per questo urge una nostra unità più vitale con Gesù Signore. Da questa nostra unità più grande sgorga la preghiera perché tutti entrino in questa unità più grande con Cristo Gesù, la sola che può trasformare una vita. Lo Spirito Santo illumina nel silenzio, nell’amore e si dona a noi come Spirito di sapienza, intelletto, consiglio per ricordare e annunziare la Parola di nostro Signore Gesù Cristo. L’Ispiratrice vive una grande tensione spirituale. Ella sa trovare spazi di silenzio, di raccoglimento, di quiete interiore ed esteriore da dedicare alla preghiera e all’incontro con Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo e con la Vergine Maria, Madre della Redenzione. Ella suggerisce anche a noi di avere questa tensione spirituale e di trovare anche noi degli spazi di silenzio e di grande amore per metterci in comunione con il Cielo tutto. È in questi spazi di silenzio e di amore che lo Spirito Santo invade il nostro cuore e si dona a noi come Spirito di Sapienza, intelletto, consiglio. È in questi momenti di silenzio e di amore che lo Spirito Santo viene ravvivato in noi e ci rende idonei per il ricordo e l’annunzio della Parola della Salvezza, per il ricordo e l’annunzio di Gesù Cristo nostro Signore. La distrazione non è del cristiano. Il chiasso neanche. Il frastuono non gli appartiene. Dello stordimento non ne parliamo. Del cristiano è il silenzio, il raccoglimento, la contemplazione, la meditazione, il sapersi ritirare per qualche istante – come faceva Gesù – per ascoltare solo la voce del Cielo. Dobbiamo trovare questi spazi. Essi sono necessari per alimentare la nostra tensione spirituale e renderla sempre più forte. Il Movimento Apostolico ama la Chiesa, è Chiesa, lavora per la Chiesa, con la Chiesa. È questa l’essenza e la vita del Movimento Apostolico. Che significa per il Movimento Apostolico amare la Chiesa? Ecco cosa ci insegna San Paolo sull’amore per la Chiesa: 15 Fate dunque molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti ma da saggi, 16facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi. 17Non siate perciò sconsiderati, ma sappiate comprendere qual è la volontà del Signore. 18E non ubriacatevi di vino, che fa perdere il controllo di 83 sé; siate invece ricolmi dello Spirito, 19intrattenendovi fra voi con salmi, inni, canti ispirati, cantando e inneggiando al Signore con il vostro cuore, 20rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo. 21 Nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: 22le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; 23il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. 24E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto. 25 E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, 26per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, 27e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. 28Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. 29Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, 30poiché siamo membra del suo corpo. 31Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. 32 Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! 33 Così anche voi: ciascuno da parte sua ami la propria moglie come se stesso, e la moglie sia rispettosa verso il marito. (Ef 5,15-33). Amare la Chiesa significa morire per essa sulla croce. Morire per la sua più alta e più bella santità. Significa sacrificare per la sua bellezza spirituale tutta la nostra esistenza. Significa mostrare la sua bellezza spirituale attraverso l’opera della nostra santificazione. La Chiesa è santa e noi con la nostra vita dobbiamo mostrare agli altri questa essenza della Chiesa: la sua santità. Amare la Chiesa è lavorare in essa, con essa, per essa. Non fuori di essa, non da soli, non per noi. È questa la vocazione e la missione del Movimento Apostolico. Leggete ogni sera una pagina di Vangelo. Se qualcosa non si comprende, si confronta con un Santo Sacerdote. Così ne discutete. Ne dialogate insieme. Il Vangelo ci dona il pensiero di Gesù. Ci rivela come Gesù compiva la volontà del Padre. Ci mostra in modo concreto, attraverso la vita di Gesù, come si ama il Padre. Noi siamo chiamati prima di tutto all’imitazione di Gesù. Nessuno può imitare Gesù se non lo conosce. Gesù si conosce attraverso la lettura del Santo Vangelo. Noi siamo chiamati altresì a ricordare e annunziare la Parola di Gesù. Come si fa ad annunziare una parola che non si conosce? Se non la conosciamo noi, come possiamo pretendere di dirla agli altri? 84 La conoscenza del Vangelo è vita per noi. Viviamo da Movimento Apostolico se facciamo divenire il Vangelo la nostra casa. Se il Vangelo non diviene la nostra casa è segno che noi non vogliamo vivere da vero Movimento Apostolico. Frequentate la Catechesi. Istruirsi nelle cose del Signore è molto importante per far conoscere agli altri la Parola del Signore. Siamo però Chiesa. L’insegnamento della verità della salvezza è un dono che Dio ci fa attraverso la Chiesa. La Chiesa ci fa questo dono attraverso la catechesi. Frequentare la catechesi è volontà di accogliere il dono della verità della salvezza. Il Movimento Apostolico è conoscenza, scienza, dottrina delle verità di Dio. Escludersi dalla conoscenza, dalla scienza, dalla dottrina delle verità di Dio vuol dire scegliere di non essere Movimento Apostolico secondo il cuore di Gesù e della Vergine Maria. Stamani mentre pregavo pensavo agli ammalati che hanno bisogno di essere aiutati dagli altri. Preghiamo per loro e diciamo a coloro che devono aiutare un ammalato che è a letto, che non può camminare, di curarlo come se fosse Gesù. Di stare al loro capezzale con tanto amore e con tanta umiltà. Il cristiano non vede nell’ammalato un uomo, una donna, un bambino. Il cristiano vede nell’ammalato Cristo Gesù e lo ama come ama Cristo Gesù, senza nessuna differenza. Per il cristiano l’ammalato è il Cristo Crocifisso bisognoso di tutto il nostro amore, la nostra carità, la nostra umiltà. Aiutare i fratelli a vedere gli ammalati solo con gli occhi della fede è vera evangelizzazione. Dobbiamo aggiungere ancora un’altra verità: l’ammalato è il nostro prossimo più bisognoso. Il nostro prossimo bisognoso non è solo il nostro prossimo: è la via che ci consente di raggiungere il Paradiso. Per raggiungere il Paradiso infatti si deve amare il prossimo nostro come amiamo noi stessi. 25 Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: 26 «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: 27 «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua 28 forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». 29 Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio 30 prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e 85 cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a 31 sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote 32 scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un 33 levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era 34 in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua 35 cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò 36 che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra 37 sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». (Lc 10,25-37) Chi non ama il prossimo come se stesso si pone fuori della legge della salvezza. 31 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con 32 lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle 33 34 capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35 perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete 36 dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato 37 e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato 38 da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo 39 visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai 40 ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di 41 questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, 42 preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi 43 avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in 44 carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in 45 carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non 46 l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». (Mt 25,31-46). Gesù non lo riconoscerà un giorno come suo discepolo. Su questa verità dobbiamo essere chiari: non si ama l’ammalato per pura filantropia o per un sentimento di pietà o di misericordia o di compassione. 86 Si ama per un motivo soprannaturale elevatissimo: perché il Signore ha costituito l’amore per l’ammalato via per la nostra eterna salvezza. L’ammalato è il prossimo più bisognoso. È il prossimo che ha la “precedenza” su ogni altro prossimo. Se non partiamo da questa visione soprannaturale della dell’ammalato, non abbiamo compreso ancora nulla del Vangelo. verità Nel servizio dell’ammalato il Signore ha posto la nostra salvezza eterna. Noi diamo all’ammalato il nostro amore sulla terra, il Signore ci coprirà del suo amore eterno. Noi amiamo il Cristo Crocifisso nell’ammalato, il Cristo Risorto e Glorioso ci coprirà con la sua risurrezione e la sua gloria. Non li abbandoniamo. Non li trascuriamo. È bello aiutare Gesù nell’ammalato. Ora sappiamo perché non possiamo abbandonare l’ammalato, perché non lo possiamo trascurare. L’ammalato è Cristo Crocifisso che ci chiede di servirlo ed in cambio Lui ci darà la sua vita eterna. Aiutiamo il povero. Se si hanno due mantelli, uno lo diamo con serenità. Gesù dice: “Ero nudo e mi hai vestito. Avevo fame e mi hai dato da mangiare. Avevo sete e mi hai dato da bere”. Mettiamola in pratica la Parola del Signore. Anche il povero Dio ha costituito via di salvezza eterna per tutti noi. Chi vuole raggiungere il Cielo sa cosa fare: amare il povero. Come si ama il povero: condividendo con lui quanto si ha. Ecco la regola che Tobi dava al suo figlio Tobia: 1 In quel giorno Tobi si ricordò del denaro che aveva depositato presso 2 Gabaèl a Rage di Media e disse in cuor suo: «Ecco che io ho invocato la morte: perché dunque non dovrei chiamare mio figlio Tobia e informarlo, 3 prima di morire, di questa somma di denaro?». Chiamò il figlio e gli disse: «Figlio, quando morirò, dovrai darmi una sepoltura decorosa; onora tua madre e non abbandonarla per tutti i giorni della sua vita; fa’ ciò che è di suo 4 gradimento e non procurarle nessun motivo di tristezza. Ricòrdati, figlio, che ha corso tanti pericoli per te, quando eri nel suo seno. Quando morirà, dovrai darle sepoltura presso di me, in una medesima tomba. 5 Ogni giorno, o figlio, ricòrdati del Signore; non peccare né trasgredire i suoi comandamenti. Compi opere buone in tutti i giorni della tua vita e non 6 metterti per la strada dell’ingiustizia. Perché se agirai con rettitudine, avrai 7 fortuna nelle tue azioni. A tutti quelli che praticano la giustizia fa’ elemosina con i tuoi beni e, nel fare elemosina, il tuo occhio non abbia rimpianti. Non 8 distogliere lo sguardo da ogni povero e Dio non distoglierà da te il suo. In proporzione a quanto possiedi fa’ elemosina, secondo le tue disponibilità; se 9 hai poco, non esitare a fare elemosina secondo quel poco. Così ti preparerai un 10 bel tesoro per il giorno del bisogno, poiché l’elemosina libera dalla morte e 87 11 impedisce di entrare nelle tenebre. Infatti per tutti quelli che la compiono, l’elemosina è un dono prezioso davanti all’Altissimo. 12 Guàrdati, o figlio, da ogni sorta di fornicazione; prenditi anzitutto una moglie dalla stirpe dei tuoi padri, non prendere una donna straniera, che cioè non sia della stirpe di tuo padre, perché noi siamo figli di profeti. Ricòrdati di Noè, di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, nostri padri fin da principio. Essi sposarono tutti una donna della loro parentela e furono benedetti nei loro figli e 13 la loro discendenza avrà in eredità la terra. E ora, figlio, ama i tuoi fratelli; nel tuo cuore non concepire disprezzo per i tuoi fratelli, e per i figli e le figlie del tuo popolo, e tra loro scegliti la moglie. L’orgoglio infatti è causa di rovina e di grande inquietudine. Nella pigrizia vi è povertà e miseria, perché la pigrizia è 14 madre della fame. Non trattenere presso di te la paga di chi lavora per te, ma a lui consegnala subito; se così avrai servito Dio, ti sarà data la ricompensa. Poni attenzione, o figlio, a tutto ciò che fai e sii ben educato in ogni tuo comportamento. 15 Non fare a nessuno ciò che non piace a te. Non bere vino fino 16 all’ebbrezza e non avere per compagna del tuo viaggio l’ubriachezza. Da’ del tuo pane a chi ha fame e fa’ parte dei tuoi vestiti agli ignudi. Da’ in elemosina quanto ti avanza e quando fai elemosina il tuo occhio non abbia rimpianti. 17 Deponi il tuo pane sulla tomba dei giusti, non darne invece ai peccatori. 18 Chiedi consiglio a ogni persona che sia saggia e non disprezzare nessun buon 19 consiglio. In ogni circostanza benedici il Signore Dio e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine, poiché nessun popolo possiede la saggezza, ma è il Signore che elargisce ogni bene e abbassa chi vuole fino al profondo degli inferi. E ora, figlio, ricòrdati di questi comandamenti, non lasciare che si cancellino dal tuo cuore. 20 Ora, figlio, ti comunico che ho depositato dieci talenti d’argento presso 21 Gabaèl, figlio di Gabri, a Rage di Media. Non temere, figlio, se siamo diventati poveri. Tu hai una grande ricchezza se avrai il timore di Dio, se rifuggirai da ogni peccato e farai ciò che piace al Signore, tuo Dio». (Tb 4,121). Dio non chiede più di quanto possiamo. Se possiamo poco, diamo poco. Se possiamo molto diamo molto. Quando San Paolo andò a fare visita a Pietro in Gerusalemme, ecco quale fu il ricordo dell’incontro con il Capo della Chiesa e dagli altri Apostoli: 1 Quattordici anni dopo, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Bàrnaba, portando con me anche Tito: 2vi andai però in seguito a una rivelazione. Esposi loro il Vangelo che io annuncio tra le genti, ma lo esposi privatamente alle persone più autorevoli, per non correre o aver corso invano. 3 Ora neppure Tito, che era con me, benché fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere; 4e questo contro i falsi fratelli intrusi, i quali si erano infiltrati a spiare la nostra libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi; 5ma a loro non cedemmo, non sottomettendoci neppure per un istante, perché la verità del Vangelo continuasse a rimanere salda tra voi. 88 Da parte dunque delle persone più autorevoli – quali fossero allora non m’interessa, perché Dio non guarda in faccia ad alcuno – quelle persone autorevoli a me non imposero nulla. 7Anzi, visto che a me era stato affidato il Vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi – 8poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per le genti – 9e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi. 10Ci pregarono soltanto di ricordarci dei poveri, ed è quello che mi sono preoccupato di fare. 11 Ma quando Cefa venne ad Antiòchia, mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto. 12Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma, dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. 13E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, tanto che pure Bàrnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia. 14Ma quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del Vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?». 15 Noi, che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori, 16sapendo tuttavia che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno. 17 Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, Cristo è forse ministro del peccato? Impossibile! 18 Infatti se torno a costruire quello che ho distrutto, mi denuncio come trasgressore. 19In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo, 20e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. 21Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano. (Gal 2,1-21). 6 Ricordati dei poveri. Cosa che ci siamo preoccupati di fare. La Parola del Signore deve essere per tutti noi la voce che grida nel deserto: “Convertiamo e crediamo nel Vangelo”. Alla Parola di Dio ci dobbiamo tutti convertire. Nella Parola di Dio dobbiamo tutti credere. Tutti dobbiamo fare della Parola di Dio la nostra casa, la nostra dimora, la nostra abitazione. Se qualcuno non l’ha fatto, si inserisca nella propria Parrocchia. Dobbiamo lavorare nella Chiesa, con la Chiesa, per la Chiesa. La Chiesa vive e si realizza nella Parrocchia. 89 Dobbiamo inserirci nella Parrocchia, lavorando con la Parrocchia, nella Parrocchia, per la Parrocchia. È questo lo stile e la vita del Movimento Apostolico. Leggete e meditate i Documenti del Santo Padre, dei Vescovi. Lavorate nella Diocesi. Collaborate con i Gruppi e i Movimenti. Siate assidui. La verità è dono. Dio ci fa il dono della sua verità attraverso i Pastori della Chiesa: il Papa e i Vescovi. La verità donata va accolta. Si accoglie attraverso il nostro quotidiano impegno di lettura e di apprendimento. Siamo invitati a lavorare in comunione con tutti. Nessuno deve essere escluso dalla nostra comunione. Tutti dobbiamo portare nella nostra comunione. La Diocesi è Chiesa particolare. Dobbiamo lavorare in essa, per essa, con essa. Lavorare nella Chiesa, con la Chiesa, per la Chiesa richiede umiltà, sacrificio, abnegazione, impegno, perseveranza. Il Signore non chiede tante cose. Invece di andare di qua e di là e immetterti nel peccato, il tempo lo dedichi a Gesù. Basta rinunziare a quanto facciamo di inutile e di pericoloso e sovente anche di peccaminoso – specie quando sciupiamo il nostro tempo nei vizi – per fare grandi cose per Gesù. Basta mettere un po’ di ordine nel nostro spirito e riusciremo a fare tanto per gli altri. Occorre però liberarsi dai vizi, compreso il disordine mentale e spirituale, e rivestirsi di ogni virtù. Raccomando ai giovani di non ritirarsi tardi. Di essere sobri. Si essere specchio per l’altro, affinché l’altro creda nel cristiano, in colui che dice di amare il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Sempre ci viene raccomandata una vita virtuosa, sobria, casta, pura. Dalla nostra perfetta esemplarità nasce la fede in molti nostri fratelli che ancora non credono in Cristo Gesù o che si sono allontanati dalla fede. L’esemplarità è “predica” sempre efficace, sempre buona, sempre utile, mai imprudente, mai fuori luogo, mai respinta. L’esemplarità è il fondamento su cui poggiare il dono della Parola di Dio ai fratelli. L’esemplarità non deve essere mai trascurata. Essa è la prima opera del missionario del Vangelo. Con questi propositi cerchiamo di essere coerenti nella Parola del Signore, di pregare la Vergine Maria, Madre della Redenzione, con il Santo Rosario. 90 Vi è coerenza in noi quando c’è corrispondenza tra ciò che diciamo e ciò che facciamo. La coerenza è la perfetta conformazione della nostra vita alla Parola di Gesù. La coerenza è virtù ed anche dono. Il dono della coerenza si chiede al Signore attraverso l’intercessione della vergine Maria, invocata con il Santo Rosario. La coerenza fa del missionario di Gesù una predica vivente e perenne. Quando ci cibiamo del Corpo e del Sangue di Cristo preghiamo con fede affinché abbiamo la vita eterna. La vita eterna è Dio. Dio è in Cristo Gesù. Ricevendo il Corpo e il Sangue di Cristo noi riceviamo la vita eterna. Siamo trasformati in vita eterna. Perché questo avvenga dobbiamo ricevere l’Eucaristia con tanta fede e tanto amore, pregando. Costantemente dall’Ispiratrice siamo chiamati a ravvivare il nostro amore per l’Eucaristia. Vi auguro tante cose belle. Voi giovani siate forti. Non vi abbattete. Quando qualcosa non va pensate che Gesù è con noi. Vive con noi. Cammina con noi. Lo scoraggiamento è vera tentazione. Come si vince lo scoraggiamento? Con la fede. La fede ci dice che Gesù è con noi. Vive con noi. Cammina con noi. Lui ci tende la mano come l’ha tesa a Pietro mentre stava per affondare e ci rimette sulla barca. Dobbiamo però imparare a pregarlo come lo ha pregato Pietro. Gesù non ci lascia soli. Noi lo abbiamo lasciato solo. Urge convertirsi. Sovente però ci dimentichiamo di Cristo Gesù. Non lo pensiamo. Lo lasciamo solo. Urge convertirsi a questa sua presenza accanto a noi. Dobbiamo acquisire occhi di fede e di amore per vedere Gesù sempre al nostro fianco. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, tutti coloro che hanno bisogno della misericordia di Dio. Preghiamo con tutto il cuore per gli ammalati e per la pace nel mondo. Amare la Chiesa è pregare ogni giorno per tutta la Chiesa. Amare gli ammalati è pregare ogni giorno per loro, chiedendo al Signore per loro forza, coraggio, fiducia, ogni altro dono celeste. La pace del mondo è indispensabile per la predicazione del Vangelo, per la salvezza di molti cuori. La pace si chiede a Dio. Per la pace ognuno impegna se stesso. 91 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo secondo Lunedì di Febbraio (09.02.2009), ci aiutano a guardare l’ammalato con un occhio particolare, con l’occhio della fede che vede in ogni sofferente il Cristo Crocifisso. Per vedere nell’ammalato il Cristo Crocifisso dobbiamo chiedere alla Vergine Maria, Madre della Redenzione, che ci doni i suoi occhi, quegli occhi con i quali guardava Cristo mentre era affisso sulla croce. Ecco cosa vedremmo se per un istante potessimo guardare l’ammalato con gli occhi purissimi della vergine Maria. Vedremmo: - Una via efficace di salvezza per noi e per il mondo intero. La sofferenza offerta al Signore, anche quando viene vissuta da chi aiuta l’ammalato, salva e redime il mondo. Lo libera dal male. Lo protegge e lo custodisce nella grande carità di Dio e di Cristo Gesù. - Una via da percorrere per la nostra vera umanizzazione. Siamo veramente uomini se sappiamo condividere il dolore, la sofferenza, la solitudine, l’abbandono, l’impotenza degli altri divenendo per loro gioia, conforto, speranza, efficacia, salute. - Una via per il raggiungimento della nostra perfezione spirituale. Quando un uomo può dirsi spiritualmente perfetto? Quando raggiunge i vertici della carità. Qual è la prova che questi vertici sono stati raggiunti? Quando è capace di fare propria la sofferenza degli altri sul modello di Cristo Gesù che fece suo il nostro peccato e lo espiò sulla croce, lasciandosi inchiodare al posto nostro. - La via per imparare noi a vivere la sofferenza nei momenti in cui essa entra nel nostro corpo. Sappiamo come offrirla perché abbiamo già imparato come si offre. Sappiamo come viverla perché con la sofferenza siamo già divenuti familiari. - La via per il raggiungimento del Paradiso. La misericordia, la compassione, la carità, la pietà verso gli ammalati e il mondo della sofferenza – intese come assunzione sopra di noi di questo mondo - ci conducono direttamente in Paradiso. Dio ha racchiuso tutto l’amore per sé nell’amore verso il prossimo, da viversi però sul modello di Gesù Crocifisso, cioè prendendo il posto egli altri. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci doni i suoi occhi castissimi e purissimi affinché possiamo sempre vedere nell’ammalato il Cristo Crocifisso e servirlo come lo ha servito Lei, con il suo immenso amore e la sua sconfinata carità. Gli Angeli e i Santi ci aiutino a non smarrire questa via privilegiata dell’amore. È in questa via la nostra vita eterna. Il nostro Paradiso è da questo amore. 92 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 23 Febbraio 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Benvenuti nella Casa del Signore. Saluto i Sacerdoti che vengono da Milano e li ringrazio per la loro presenza. Speriamo che la loro presenza renda frutti là dove lavorano e di questo ne siamo certi. Perché essendo Sacerdoti, hanno timore di Dio più di noi. Riuniti nel mio nome, dice Gesù, Io sono in mezzo a voi. È la nostra fede. Siamo riuniti con Gesù, con la Madonnina, con gli Angeli, con i Santi e soprattutto con il Padre dei Cieli. “Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio all’infuori che me”. È bello amare Gesù. È bello sapere che abbiamo un Padre nel Cielo che ci guarda, ci osserva e attraverso lo Spirito Santo ci guida, ci illumina. Non vi lascerò orfani, ma lo Spirito Consolatore, ebbe a dire Gesù ai suoi Apostoli. E quando parliamo nel Suo nome e viviamo nello stato di grazia, il Signore illumina il nostro cuore, la nostra mente, donando i sette doni dello Spirito Santo. Non dobbiamo avere timore di parlare di Gesù, perché Lui ci consola, ci sta vicino ed è la nostra Guida. Amiamo Gesù. Non giudichiamo, non condanniamo, non bisbigliamo. Chi non ha peccato scagli la prima pietra. Il Signore non è venuto per i sani, ma per i malati. Amiamo i Sacerdoti. Il giudizio, l’odio, il rancore, sono cose che il cristiano non deve mai fare. Il Parroco nella Casa del Signore rappresenta Gesù. Il Parroco ha bisogno di essere amato. Ha bisogno di noi, come noi abbiamo bisogno di lui: “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi….” e la Consacrazione Eucaristica. Se noi non andiamo da loro che rimettono i peccati, come facciamo ad andare dinanzi a Dio a dire: “Signore, io ti amo, i miei peccati sono stati cancellati. Va’ e non peccare più”. Puoi ricadere nella debolezza, poi pensi alle parole di Gesù, alle parole del Santo Sacerdote e ti rimetti in cammino. Si deve essere obbediente al Vescovo. Se il Vescovo dice: “Non fare così”, devi ascoltarlo perché il Vescovo è Vicario di Gesù. Come si fa a credere a noi cristiani se giudichiamo, se condanniamo, se siamo adulteri, menzogneri, odiamo, non ci facciamo l’esame di coscienza… con una coscienza retta…. Confrontandoci sempre con un Padre Spirituale che è un Sacerdote. lo dico da trent’anni. Ognuno di voi si scelga un Santo Sacerdote come guida spirituale. Ogni giorno leggete una pagina di Vangelo e quando si ha tempo: “Padre ho letto, ma non ho capito. Lo meditiamo insieme?”. Bisogna amare. Amatevi gli uni gli altri, da questo vi riconosceranno miei discepoli. Dobbiamo amare come Gesù ha amato noi. È finito sulla croce per noi. Il Movimento Apostolico non è stato fatto da me. Gesù si è servito della mia bocca per dire a tutti voi: “Amate la Chiesa. Camminate con la Chiesa. Siate Chiesa. Amate il Santo Padre. Siate obbedienti. Siate attenti ai Documenti della Chiesa. Collaborate con i Cardinali, con i Vescovi, con tutti coloro che lavorano nella Casa del Signore”. Riempite, dice Gesù, la Casa del Padre mio. Riempitela e collaborate tra di voi nell’umiltà e nella carità. Gesù ha detto ai suoi Apostoli: “Andate a due a due”. Non si può camminare soli. Un cieco non può guidare un altro cieco. Di questi buoni propositi ringraziamo Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo. Il Santo Rosario ci illumini amando la Madonnina che guida i nostri passi. La Santa Eucaristia, il Corpo e il Sangue di Cristo, di cui ci cibiamo con tutto il cuore, ci dia tanta forza per andare avanti, tanta bontà e tanta umiltà. Preghiamo per il Santo Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche. Per la pace nel mondo e per tutti gli ammalati. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 94 TESTO COMMENTATO Benvenuti nella Casa del Signore. Saluto i Sacerdoti che vengono da Milano e li ringrazio per la loro presenza. Speriamo che la loro presenza renda frutti là dove lavorano e di questo ne siamo certi. Perché essendo Sacerdoti, hanno timore di Dio più di noi. Il desiderio del Signore è uno solo: che portiamo molto frutto. Quali sono i frutti che il Signore si attende da noi? Frutti di giustizia, di misericordia, di pietà, di speranza. Per noi del Movimento Apostolico frutti di missione, missione del ricordo e dell’annunzio del Vangelo. Ricordare e annunziare il Vangelo, riempire la Casa del Padre è il frutto che il Signore si attende dal Movimento Apostolico. 1 2 «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché 3 porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4 Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso 5 se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza 6 di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il 7 tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e 8 vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. 9 Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio 10 amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io 11 ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io 13 ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per 14 15 i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto 16 conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello 17 che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. (Gv 15,1-17). Da tutti il Signore si attende frutti di vera conversione. 1 In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro 2 sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei 95 3 fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, 4 ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più 5 colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». 6 Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi 7 nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma 8 non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato 9 attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». (Lc 13,1-9). Quando andremo al suo cospetto è con i frutti che ci dobbiamo presentare. Riuniti nel mio nome, dice Gesù, Io sono in mezzo a voi. È la nostra fede. Siamo riuniti con Gesù, con la Madonnina, con gli Angeli, con i Santi e soprattutto con il Padre dei Cieli. La nostra fede deve sempre farci vedere l’invisibile presente. L’Invisibile Presente è Dio nel suo mistero di unità e di trinità. L’Invisibile Presente è il Cielo tutto. Invisibile Presente è la Vergine Maria, Madre della Redenzione, sono gli Angeli, sono i Santi. Loro sono più presenti a noi di noi stessi. Loro sono sempre con noi. La loro presenza è ricca di grazia, di verità, di ogni altro dono celeste. La loro è una presenza vera, reale, efficace, portatrice di gioia e di pace, di ogni sostegno spirituale, materiale, morale. Questa loro invisibile presenza dobbiamo sempre vederla con gli occhi della nostra fede. La visione di fede si deve fare poi preghiera, intercessione, lode, benedizione, confidenza, amore. “Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio all’infuori che me”. Il primo Comandamento è il fondamento di tutta la Legge. Se questo Comandamento vacilla nel nostro cuore, tutti gli altri ben presto scompariranno. Oggi – è questa la triste realtà – il primo Comandamento si è eclissato nel cuore di molti. Qual è il risultato? Anche gli altri Comandamenti sono venuti meno. Senza riferimento all’unico vero Dio, al Dio di Gesù Cristo, la legge morale decade, viene meno. 96 Molti odierni dibattiti sulla stessa vita dell’uomo nel suo sorgere e nel suo tramontare hanno come sfondo l’eclissi del Primo Comandamento nel cuore di molti. L’unico che possa fondare la verità della Legge morale è il Dio, che è Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Senza il Dio di Gesù Cristo ogni uomo si fa la sua legge che non potrà mai essere di vita, bensì di morte. L’eclissi della vera fede sempre conduce ad una eclissi della vera moralità tra gli uomini. Chi vuole una sana, santa moralità deve mettere nel cuore degli uomini la vera, santa, retta fede. È bello amare Gesù. È bello sapere che abbiamo un Padre nel Cielo che ci guarda, ci osserva e attraverso lo Spirito Santo ci guida, ci illumina. È questa la nostra fede. È fede vera. Sostanzialmente vera. Senza alcuna lacuna o imperfezione. Noi sappiamo a chi stiamo credendo e perché stiamo credendo. Noi possiamo fare la stessa professione di fede di San Paolo. 1 Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio e secondo la promessa della vita che è in Cristo Gesù, 2a Timòteo, figlio carissimo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro. 3 Rendo grazie a Dio che io servo, come i miei antenati, con coscienza pura, ricordandomi di te nelle mie preghiere sempre, notte e giorno. 4Mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. 5Mi ricordo infatti della tua schietta fede, che ebbero anche tua nonna Lòide e tua madre Eunìce, e che ora, ne sono certo, è anche in te. 6 Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. 7Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. 8Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. 9Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, 10ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo, 11per il quale io sono stato costituito messaggero, apostolo e maestro. 12 È questa la causa dei mali che soffro, ma non me ne vergogno: so infatti in chi ho posto la mia fede e sono convinto che egli è capace di custodire fino a quel giorno ciò che mi è stato affidato. 13Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. 14Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato. 15 Tu sai che tutti quelli dell’Asia, tra i quali Fìgelo ed Ermògene, mi hanno abbandonato. 16Il Signore conceda misericordia alla famiglia di 97 Onesìforo, perché egli mi ha più volte confortato e non si è vergognato delle mie catene; 17anzi, venuto a Roma, mi ha cercato con premura, finché non mi ha trovato. 18Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso Dio in quel giorno. E quanti servizi egli abbia reso a Èfeso, tu lo sai meglio di me. (2Tm 1,1-18). Ad ognuno di noi è chiesto di avere un fondamento solido su cui innalzare l’edificio della propria fede. Senza questo fondamento solido la fede, messa alla prova, non regge e l’edificio spirituale si sbriciola. 1 Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro ai quali il nostro Dio e salvatore Gesù Cristo, nella sua giustizia, ha dato il medesimo e prezioso dono della fede: 2grazia e pace siano concesse a voi in abbondanza mediante la conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro. 3 La sua potenza divina ci ha donato tutto quello che è necessario per una vita vissuta santamente, grazie alla conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua potenza e gloria. 4Con questo egli ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro mezzo diventiate partecipi della natura divina, sfuggendo alla corruzione, che è nel mondo a causa della concupiscenza. 5Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, 6alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, 7alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità. 8Questi doni, presenti in voi e fatti crescere, non vi lasceranno inoperosi e senza frutto per la conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo. 9Chi invece non li possiede è cieco, incapace di vedere e di ricordare che è stato purificato dai suoi antichi peccati. 10Quindi, fratelli, cercate di rendere sempre più salda la vostra chiamata e la scelta che Dio ha fatto di voi. Se farete questo non cadrete mai. 11Così infatti vi sarà ampiamente aperto l’ingresso nel regno eterno del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo. 12 Penso perciò di rammentarvi sempre queste cose, benché le sappiate e siate stabili nella verità che possedete. 13Io credo giusto, finché vivo in questa tenda, di tenervi desti con le mie esortazioni, 14sapendo che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come mi ha fatto intendere anche il Signore nostro Gesù Cristo. 15E procurerò che anche dopo la mia partenza voi abbiate a ricordarvi di queste cose. 16 Infatti, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. 17Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». 18Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. 19E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino. 20Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, 21poiché non da volontà umana è 98 mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio. (2Pt 1,1-21). La trasfigurazione è stato il fondamento solido della fede di Pietro in Cristo Gesù. Mancando di questo fondamento solido, molti hanno ridotto la loro fede a delle pratiche esteriori che non elevano né il cuore, né la mente, né lo spirito. Dove non c’è innalzamento del proprio edificio spirituale è segno che si è privi di questo solido fondamento su cui innalzare la propria vita di fede. Non vi lascerò orfani, ma lo Spirito Consolatore, ebbe a dire Gesù ai suoi Apostoli. E quando parliamo nel Suo nome e viviamo nello stato di grazia, il Signore illumina il nostro cuore, la nostra mente, donando i sette doni dello Spirito Santo. È questa vera visione di fede. Da soli non possiamo nulla. Con Cristo, per opera dello Spirito Santo, possiamo tutto. Anzi è lo stesso Cristo Gesù che ci fa dono dello Spirito Santo con i suoi santi sette doni. Con lo Spirito Santo che si posa su di noi, che viene in noi, noi diveniamo creature spirituali. Lo Spirito di Gesù è dato perché trasformi tutto di noi: cuore, mente, anima, spirito, lo stesso corpo. Quando però lo Spirito Santo opera in noi con la potenza dei suoi santi sette doni? Quando parliamo nel nome di Gesù e viviamo nello stato di grazia. Quando, vivendo nello stato di grazia, compiamo la missione del ricordo e dell’annunzio del Vangelo. Lo Spirito Santo è la Memoria viva, eternamente viva, fino alla consumazione dei secoli, della vita e delle opere di Gesù, di ogni sua Parola. Se noi ci distacchiamo da Gesù, si separiamo di conseguenza anche dallo Spirito Santo. Lo Spirito Santo dona Cristo ai cuori. Rende credibile ed intelligibile il suo mistero. Se noi rifiutiamo Cristo, ci separiamo da Lui, lo Spirito Santo nulla potrà più fare per noi. La vite produce uva. Si va dalla vite per raccogliere uva. Se noi rifiutiamo l’uva, la vite nulla potrà fare per noi. La sua missione è quella di produrre uva. 99 Così dicasi dello Spirito Santo. Lui è la Memoria viva, eterna, per sempre della vita e delle opere di Gesù, di ogni sua Parola. Se noi non vogliamo Cristo nel suo mistero di Incarnazione, lo Spirito Santo non potrà darci nessuna altra cosa. La sua missione è quella di dare Cristo, fare comprendere Cristo, fare amare Cristo, fare desiderare Cristo, fare innamorare di Cristo, tendere sempre verso Cristo, compiere sulla terra il suo stesso mistero di morte e di risurrezione. Non dobbiamo avere timore di parlare di Gesù, perché Lui ci consola, ci sta vicino ed è la nostra Guida. Il timore, la paura degli uomini sovente non ci fa parlare di Cristo Gesù. Ritorniamo all’immagine della vite e dell’uva. Come la vite esiste per produrre uva, così dicasi del Movimento Apostolico: esiste per ricordare e annunziare la Parola di Gesù al mondo intero. Se la vite non produce uva, la si taglia e la si getta nel fuoco. Se uno del Movimento Apostolico non ricorda e non annunzia la Parola di Gesù, è in tutto simile ad una vite che non produce uva. Anche costui il Signore un giorno taglierà e lo getterà nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Se noi parliamo di Gesù, ricordiamo Gesù, annunziamo la sua Parola, Lui ci consola, ci sta vicino. Ci fa da Guida sempre. Amiamo Gesù. Non giudichiamo, non condanniamo, non bisbigliamo. Chi non ha peccato scagli la prima pietra. Il Signore non è venuto per i sani, ma per i malati. Gesù ha accolto noi che eravamo peccatori e per noi è morto sulla croce, al posto nostro. Il Movimento Apostolico deve amare l’altro così come l’altro è: piccolo, povero, peccatore, malato, scontroso. Gesù non ha creato il Movimento Apostolico per raccogliere persone sante. Lo ha creato proprio per raccogliere ogni uomo nella condizione in cui si trova e sovente questa condizione è di peccato. Se noi non ci prodighiamo per il mondo del peccato, la nostra missione è vana, inutile, non è la missione che Gesù ci ha affidato. Per il mondo del peccato dobbiamo anche noi come Cristo Gesù offrire la nostra vita per il perdono e il dono di ogni grazia e verità. Amiamo i Sacerdoti. Il giudizio, l’odio, il rancore, sono cose che il cristiano non deve mai fare. Il nostro amore è verso tutti, ma in modo particolare per i Sacerdoti, che soni i ministri di Cristo per il dono a noi di ogni dono di grazia e di verità. Verso tutti, ma in modo particolare verso i Sacerdoti, ci dobbiamo astenere dal giudizio, dall’odio, dal rancore. 100 Amore e giudizio, odio, rancore sono cose contrapposte. Dove regna l’uno non possono regnare gli altri e viceversa. Dobbiamo scegliere: o amare o odiare. Se scegliamo di amare non possiamo odiare; se odiamo abbiamo scelto di non amare. Il Movimento Apostolico esiste solo per amare tutti. Il Parroco nella Casa del Signore rappresenta Gesù. Il Parroco ha bisogno di essere amato. Ha bisogno di noi, come noi abbiamo bisogno di lui: “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi….” e la Consacrazione Eucaristica. Siamo chiamati a vedere il Parroco sempre con gli occhi della fede. Dobbiamo sempre vederlo come lo vede Cristo Gesù. Il Parroco è il ministro di Cristo per il suo perdono, la sua verità, la sua grazia, il suo Corpo e il suo Sangue. Come ministro di Cristo dobbiamo sempre vederlo e come ministro di Cristo amarlo. L’amore è ascolto, obbedienza, riverenza, rispetto, ossequio. Vedere secondo la fede e vedere con gli occhi di carne una persona non sono la stessa cosa. Al Movimento Apostolico è chiesto di vedere ogni persona con gli occhi della fede. Gli occhi della carne dobbiamo cavarli, perché sovente ci scandalizzano e al loro posto dobbiamo mettere gli occhi della fede. 1 In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi 2 dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo 3 pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non 4 diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. 5 E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. 6 Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato 7 nel profondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo! 8 Se la tua mano o il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, anziché con due 9 mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna del fuoco. 10 Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. 11 [ ] (Mt 18,1-11). Questo comando di Cristo Gesù vale anche per il Movimento Apostolico. Noi non siamo esentati dall’obbedire ad ogni comando di Gesù. 101 Se noi non andiamo da loro che rimettono i peccati, come facciamo ad andare dinanzi a Dio a dire: “Signore, io ti amo, i miei peccati sono stati cancellati. Va’ e non peccare più”. La Chiesa è il Corpo di Cristo. Il Corpo è uno. Il Corpo è insieme visibile ed invisibile. Si va al Corpo invisibile attraverso il Corpo visibile. Si va a Cristo attraverso la Chiesa. Chi si incontra con la Chiesa si incontra con Cristo, si incontra con Dio. Chi si distacca dalla Chiesa si distacca da Cristo, si distacca da Dio. Chi vuole il perdono di Cristo lo deve chiedere alla Chiesa, nella Chiesa è il Sacerdote, che in nome di Cristo, perdona i peccati. Nella Chiesa è il Sacerdote che consacra il Corpo e il Sangue di Cristo. Nella Chiesa è il Sacerdote l’amministratore dei misteri di Dio. Questa è la nostra fede. Secondo questa visione di fede dobbiamo sempre agire. Vedendo sempre con questa visione di fede, vediamo noi e gli altri sempre nella volontà di Dio. 1 Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a esseri spirituali, ma 2 carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, 3 perché non ne eravate ancora capaci. E neanche ora lo siete, perché siete ancora carnali. Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera umana? 4 Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», 5 non vi dimostrate semplicemente uomini? Ma che cosa è mai Apollo? Che cosa è Paolo? Servitori, attraverso i quali siete venuti alla fede, e ciascuno 6 come il Signore gli ha concesso. Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio 7 che faceva crescere. Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo 8 Dio, che fa crescere. Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno 9 riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio. 10 Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia 11 attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso 12 da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, 13 l’opera di ciascuno sarà ben visibile: infatti quel giorno la farà conoscere, perché con il fuoco si manifesterà, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di 14 ciascuno. Se l’opera, che uno costruì sul fondamento, resisterà, costui ne 15 riceverà una ricompensa. Ma se l’opera di qualcuno finirà bruciata, quello sarà punito; tuttavia egli si salverà, però quasi passando attraverso il fuoco. 16 17 Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi. 102 18 Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo 19 mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: Egli fa cadere i sapienti per 20 mezzo della loro astuzia. E ancora: Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani. 21 Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: 22 Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è 23 vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio. (1Cor 3,1-23). 1 Ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di 3 Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele. A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; 4 anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è 5 il Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode. 6 Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad Apollo per vostro profitto, perché impariate dalle nostre persone a stare a ciò che è scritto, e non vi gonfiate d’orgoglio favorendo uno a scapito di un altro. 7 Chi dunque ti dà questo privilegio? Che cosa possiedi che tu non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto? 8 Voi siete già sazi, siete già diventati ricchi; senza di noi, siete già diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con 9 voi. Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo dati in spettacolo al mondo, agli angeli 10 e agli uomini. Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, 11 voi forti; voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo percossi, andiamo vagando di luogo in luogo, 12 ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; 13 perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi. 14 Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, 15 come figli miei carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri: sono io che vi ho generato in Cristo Gesù 16 17 mediante il Vangelo. Vi prego, dunque: diventate miei imitatori! Per questo vi ho mandato Timòteo, che è mio figlio carissimo e fedele nel Signore: egli vi richiamerà alla memoria il mio modo di vivere in Cristo, come insegno dappertutto in ogni Chiesa. 18 Come se io non dovessi venire da voi, alcuni hanno preso a gonfiarsi 19 d’orgoglio. Ma da voi verrò presto, se piacerà al Signore, e mi renderò conto non già delle parole di quelli che sono gonfi di orgoglio, ma di ciò che 20 veramente sanno fare. Il regno di Dio infatti non consiste in parole, ma in 2 103 21 potenza. Che cosa volete? Debbo venire da voi con il bastone, o con amore e con dolcezza d’animo? (1Cor 4,1-21). La visione di fede è tutto nella Chiesa. Senza questa visione di fede siamo semplicemente esseri “carnali” e non “spirituali”. Puoi ricadere nella debolezza, poi pensi alle parole di Gesù, alle parole del Santo Sacerdote e ti rimetti in cammino. La nostra debolezza è il peccato. Il peccato è perdonato dal Sacerdote. Non solo il Sacerdote perdona il peccato, ti indica anche la via per non peccare più. Uno vive secondo quelle parole e riprende il cammino di grazia e di verità. Si deve essere obbediente al Vescovo. Se il Vescovo dice: “Non fare così”, devi ascoltarlo perché il Vescovo è Vicario di Gesù. Amare è obbedire. Chi obbedisce ama. Chi non obbedisce non ama. Nella Chiesa si vive di amore, non di volontà e di desideri. Ascoltare il vescovo è ascoltare Cristo Gesù. Come si fa a credere a noi cristiani se giudichiamo, se condanniamo, se siamo adulteri, menzogneri, odiamo, non ci facciamo l’esame di coscienza… con una coscienza retta…. Confrontandoci sempre con un Padre Spirituale che è un Sacerdote. L’esemplarità è la via attraverso cui chi ci vede si apre alla verità della nostra fede. Una fede esemplare è fonte di molta altra fede, molte altre conversioni. Tutti siamo chiamati ad avere una fede esemplare in tutto, sempre, dinanzi ad ogni persona. Nelle decisioni da prendere in ordine alle scelte di fede occorre sempre il confronto con il Padre Spirituale. lo dico da trent’anni. Ognuno di voi si scelga un Santo Sacerdote come guida spirituale. Ogni giorno leggete una pagina di Vangelo e quando si ha tempo: “Padre ho letto, ma non ho capito. Lo meditiamo insieme?”. Senza il confronto con il Padre Spirituale non sappiamo se le scelte di fede siano secondo verità o falsità, siano scelte di luce o di tenebra, scelte di crescita o di peccato, scelte che aiutano la comunità o la distruggono, scelte che elevano o creano scandali infiniti. Siamo chiamati a vivere tutto il Vangelo, sempre. Ma come si fa a vivere il Vangelo se non lo si conosce? Da qui il consiglio: ognuno legga ogni sera un brano del Vangelo. Quanto non comprende se lo faccia spiegare dal Sacerdote. 104 Una semplice domanda, una semplicissima risposta e la luce di Gesù pervade anima, spirito, cuore, mente. Bisogna amare. Amatevi gli uni gli altri, da questo vi riconosceranno miei discepoli. Dobbiamo amare come Gesù ha amato noi. È finito sulla croce per noi. L’amore cristiano è sacrificio, umiltà, abnegazione, rinnegamento di se stessi, mettersi sempre all’ultimo posto, servire tutti e sempre non secondo la nostra volontà, bensì secondo la Legge della carità. Se dunque c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, 2rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. 3Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. 4Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. 1 5 Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, 7 ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, 8 umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. 9 Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, 10 perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, 11 e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre. 6 12 Quindi, miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. 13È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore. 14Fate tutto senza mormorare e senza esitare, 15 per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, 16tenendo salda la parola di vita. Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato. 17Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. 18Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me. (Fil 2,1-18). 105 Così San Paolo ammaestrava i Filippesi. Il Movimento Apostolico non è stato fatto da me. Gesù si è servito della mia bocca per dire a tutti voi: “Amate la Chiesa. Camminate con la Chiesa. Siate Chiesa. Amate il Santo Padre. Siate obbedienti. Siate attenti ai Documenti della Chiesa. Collaborate con i Cardinali, con i Vescovi, con tutti coloro che lavorano nella Casa del Signore”. È questa l’essenza del Movimento Apostolico: Amare la Chiesa, obbedire alla Chiesa, conoscere la verità della Chiesa, servire la Chiesa, collaborare con la Chiesa. Noi siamo stati chiamati per essere nella Chiesa gli ultimi e i servi di tutti. La virtù che ci fa essere vera Chiesa di Dio è l’umiltà. Senza umiltà ci siamo solo noi stessi, non c’è la Chiesa. Se ci siamo solo noi stessi, non siamo Movimento apostolico. Riempite, dice Gesù, la Casa del Padre mio. Riempitela e collaborate tra di voi nell’umiltà e nella carità. Se siamo umili e caritatevoli con tutti, sempre, la Chiesa si riempie. Se siamo superbi, scontrosi, se pensiamo che sono gli altri che si devono convertire, la Chiesa non si riempirà mai. Nessuno deve pretendere la conversione dell’altro. Ognuno però deve mostrare all’altro cosa è la conversione. Quando però la superbia si annida nel cuore – e sovente è anche invisibile agli occhi nostri – allora sono sempre gli altri in difetto. In difetto siamo sempre noi e lo siamo per mancata santificazione. Gesù ha detto ai suoi Apostoli: “Andate a due a due”. Non si può camminare soli. Un cieco non può guidare un altro cieco. Camminare “a due a due” significa prima di tutto camminare sempre con la guida spirituale di un Sacerdote. Senza la guida spirituale di un Sacerdote non c’è vero cammino spirituale. Senza la guida spirituale di un Sacerdote nessuno potrà divenire mai vero Movimento Apostolico. Camminare “a due a due” significa anche lasciarsi aiutare da quanti assieme a noi fanno lo stesso cammino di Movimento Apostolico. L’umiltà nell’accogliere un consiglio, una parola di luce, un suggerimento aiutano a rimanere sempre sulla giusta via. La superbia ci separa dagli altri, sempre. L’umiltà ci avvicina agli altri, sempre. Il superbo schiaccia i fratelli. L’umile li vivifica. Di questi buoni propositi ringraziamo Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo. 106 Sempre, per tutto il bene che riceviamo, si deve ringraziare la Santissima Trinità. Il bene, la grazia, la verità, la carità, l’amore, ogni virtù sono dono che discendono da Dio. Tutto è dono di Dio e tutto dobbiamo chiedere a Dio come un dono del suo amore. Per questo dobbiamo intensificare la nostra preghiera. Dobbiamo credere con fede convinta che sempre la preghiera è fonte di ogni vita per noi, fonte di ogni pace, fonte di ogni verità. Passiamo prima da Dio, poi dal mondo intero, ma ritornando sempre a Dio. Il Santo Rosario ci illumini amando la Madonnina che guida i nostri passi. La preghiera elevata alla Vergine Maria con il Santo Rosario è vero pozzo di grazia e di sollecitudine celeste. Dobbiamo imparare a pregare con il Santo Rosario anche quando siamo soli. Il Santo Rosario ci mette sempre in comunione con la Madre celeste. La Santa Eucaristia, il Corpo e il Sangue di Cristo, di cui ci cibiamo con tutto il cuore, ci dia tanta forza per andare avanti, tanta bontà e tanta umiltà. La forza per compiere bene ogni cammino spirituale viene dall’Eucaristia. L’Eucaristia va però ricevuta in pienezza di fede e di amore. Si riceve l’Eucaristia per essere noi trasformati in Eucaristia, in sacrificio di salvezza per il mondo intero. Una sola Eucaristia ricevuta bene può trasformare la nostra vita. Da vita pagana la può fare divenire vera vita cristiana. La distrazione è la morte del nostro amore per l’Eucaristia. Tutto può divenire una distrazione, anche le cose che noi pensiamo siano sante e necessarie. Quando non cresciamo in umiltà è segno che l’Eucaristia la riceviamo male. Preghiamo per il Santo Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche. Per la pace nel mondo e per tutti gli ammalati. Tutto è dalla preghiera. Chi prega bene, chi prega con umiltà, chi prega per amore, può salvare il mondo, perché può far sì che si riversi su di esso tutta la grazia di Dio. Non si può pregare con l’odio nel cuore. Non si può pregare per gli altri perché ci danno fastidio. Si prega sempre per amore, per la salvezza, per la redenzione, per la santificazione. Senza vero amore, la nostra preghiera è falsa, perché falso è il nostro cuore. 107 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo lunedì 23 del mese di Febbraio, con fermezza e vigore di Spirito Santo, ci richiamano alla nostra verità di Movimento Apostolico. La verità del Movimento Apostolico è una sola: la Chiesa. In che senso la Chiesa è la verità del Movimento Apostolico? Chiediamoci ora: Cosa è la Chiesa, o meglio: chi è la Chiesa? La Chiesa è il Corpo di Cristo. Il Corpo di Cristo è fatto di visibilità e di invisibilità. Attraverso la sua visibilità ci mettiamo in comunione con la sua invisibilità. Questo significa che senza la visibilità non possediamo l’invisibilità e se apparteniamo male alla visibilità apparterremo male anche all’invisibilità. La visibilità della Chiesa è ogni persona che mediante il Battesimo è stata incorporata in Cristo e fatta Suo Corpo. Dio però ha disposto che ogni persona fosse portatrice di un ministero, di un carisma, di un dono particolare di grazia e di verità. La prima Legge di Dio per la sua Chiesa è la Comunione. Attraverso la comunione ognuno riceve vita dal dono dell’altro e dona vita al dono dell’altro. La seconda Legge di Dio per la sua Chiesa è l’obbedienza ai Pastori. L’obbedienza fa sì che si rimanga sempre nella verità del Vangelo, non si prendano sentieri tortuosi e falsi che conducono alla perdizione. Senza obbedienza ai Pastori tutti possono smarrire il cammino della verità, nessuno è immune dal cadere nella falsità. La terza Legge di Dio per la sua Chiesa è l’umiltà. Cosa è l’umiltà? È sapere sempre cosa Dio vuole da noi e sottometterci al suo volere. È volontà di Dio che il laico riceva la grazia e la verità dal Sacerdote. È volontà di Dio che ognuno di noi scelga l’ultimo posto. È volontà di Dio ascoltare il Sacerdote nelle cose del Vangelo. È volontà di Dio mettersi a servizio gli uni degli altri. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuti affinché ognuno di noi diventi vera Chiesa di Dio nel mondo. Solo divenendo vera Chiesa si può essere vero Movimento Apostolico. Gli Angeli e i Santi ci aiutino a divenire vero Movimento Apostolico dinanzi al mondo intero. 108 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 02 Marzo 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Saluto tutti nel nome del Signore. Siamo in tempo di Quaresima. Dobbiamo meditare per convertirci al Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. Il Signore ci chiama ogni giorno attraverso la sofferenza, la gioia, la morte. Gesù ci ama e in questa Quaresima vuole fare comprendere a tutti noi che Lui è stato tentato da Satana. Ha superato le tentazioni perché amava e ama il Padre. Anche noi ogni giorno siamo tentati. Dobbiamo pregare molto con il cuore quando lavoriamo, camminiamo, soffriamo, gioiamo. Signore, ti ringrazio, ti lodo e ti benedico. Grande è il tuo amore. Il nostro grazie è poco. Il Signore gioisce quando esprimi il tuo amore, il tuo affetto. Ringrazi Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo per l’amore che ci dà. Signore, abbi pietà di me, proteggimi. Converti coloro che mi perseguitano. Non mi abbandonare. Il Signore non vuole grandi preghiere. Vuole essere amato. Quando gli Apostoli hanno chiesto: “Insegnaci a pregare….”. “Padre nostro…. Che sei nei Cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno”. “Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta”. “Gloria al Padre….”. Si prega la Santissima Trinità…. “Al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen”. Grazie, Signore Gesù, che siamo qui riuniti nel tuo nome. Proteggici. Benedicici. Fa’ che non cadiamo in tentazione. Proteggi il tuo Movimento Apostolico. Nella preghiera stamani pensavo che devo diminuire, perché il Movimento Apostolico deve essere al primo posto. È di Gesù. Gesù si serve di tutti, di tutti voi che avete detto sì. Difendetelo. Amatelo il Movimento, perché amandolo, amate la Chiesa. Amate il Cristo. Amate la Madonnina: “Sono la Madre della Redenzione. Il Mondo ha dimenticato la Parola di mio Figlio Gesù. Vuoi ricordarla?”. Dovete ricordarla e farla conoscere a coloro che non la conoscono; a coloro cui nessuno mai ha parlato della Parola del Signore. Oggi si portano al mondo tanti pensieri vani, ma non quelli di Gesù. Per questo si va alla deriva. Quando si porta la voce di Colui che grida nel deserto e non va, qualcuno mentendo dice ogni sorta di male. Aggiunge Gesù: “Rallegratevi, perché di voi è il Regno dei Cieli”. Ho meditato in questi giorni. Prepariamoci alla risurrezione di Cristo. Accettiamo le sofferenze, le gioie, le fatiche. Stamani pensavo nella preghiera il giudizio finale: “Avevo fame e mi hai dato da mangiare. Avevo sete e mi hai dato da bere. Ero nudo e mi hai vestito”. L’uomo, servo infedele, non ti conosco, Signore. Io non ti ho mai visto. E Gesù: “Io sono in mezzo a voi. Io ero in mezzo a voi, perché non mi hai conosciuto? Avevo tanta fame”. Guardate il fratello che sta vicino a voi, se ha fame, se gli mancano un paio di scarpe, se ha bisogno di un sorriso, di una carezza. Vedete in Lui Gesù. Nel giudizio finale Gesù ti dirà: “Grazie di quello che mi hai dato. Grazie”. Gesù ringrazia anche. “Ti benedico, o Padre, ti ringrazio, ti lodo”. Meditate. Siete vicino alla preghiera. Cibatevi del Corpo e del Sangue di Cristo Signore con tanta devozione. Recitate il Rosario affinché diventi la vostra forza. Superate l’agonia del Getsemani come l’ha superata Gesù. “Signore, la mia carne è debole. Ma il mio spirito è pronto”. Ringraziamo il Signore di questi buoni propositi. Ricordiamo il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche. Preghiamo per la pace del mondo e per tutti gli ammalati. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 110 TESTO COMMENTATO Saluto tutti nel nome del Signore. Il nome del Signore è pace, gioia, misericordia, santità, benevolenza, verità. Chi saluta nel nome del Signore porta pace, gioia, misericordia, santità, benevolenza, verità. Il cristiano deve essere misericordioso come è misericordioso il Padre suo che è nei Cieli. In questo tutti siamo chiamati a crescere. Dobbiamo migliorarci. Siamo in tempo di Quaresima. Dobbiamo meditare per convertirci al Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. La Quaresima è un tempo particolare di grazia e di benevolenza da parte del Signore nostro Gesù Cristo. Questo tempo ci viene elargito per completare la nostra conversione. Noi siamo chiamati a convertirci al Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. La conversione è un passaggio: - dalla non fede alla fede, - dall’idolatria al Dio vero e santo, - dal peccato alla grazia, - dal vizio alle virtù, - dall’egoismo alla carità, - dalla guerra alla pace, - dall’ascolto della tentazione all’ascolto della Parola di Gesù, - dalla solitudine alla comunione. Ognuno di noi è chiamato ad esaminarsi con coscienza retta e tutto ciò che di male è nella sua vita deve impegnarsi a toglierlo con la forza che viene dal Signore. Non possiamo far consistere la Quaresima in cose esteriori, in riti e in celebrazioni, in tradizioni secolari o altro. La Quaresima per noi deve essere tempo di vera conversione. Il Signore ci chiama ogni giorno attraverso la sofferenza, la gioia, la morte. Gesù ci ama e in questa Quaresima vuole fare comprendere a tutti noi che Lui è stato tentato da Satana. Ha superato le tentazioni perché amava e ama il Padre. La vita sovente è prova, sovente è anche tentazione. Siamo provati perché cresciamo nell’amore, nella verità, nella santità. 111 La tentazione invece viene per abbandonare l’amore, la verità, la santità. Qual è il segreto per vincere sia le prove che le tentazioni? Il segreto è lo stesso che fu di Gesù Signore: amare il Padre più della nostra stessa vita. Gesù amava ed ama il Padre più della sua stessa vita. Al Padre la vita gliel’ha offerta dalla croce. Se non ci lasciamo travolgere da questo amore per il Padre nostro Celeste, per Gesù, per lo Spirito Santo, per la Madre della Redenzione, la tentazione ci vincerà sempre. Bisogna giungere fino al “disprezzo” di tutto ciò che sono cose della terra, se si vuole vincere la tentazione. 1 Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, 2tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. 3Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. 4Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato 5e avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli: Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; 6 perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio. 7 È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? 8Se invece non subite correzione, mentre tutti ne hanno avuto la loro parte, siete illegittimi, non figli! 9 Del resto noi abbiamo avuto come educatori i nostri padri terreni e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo perciò molto di più al Padre celeste, per avere la vita? 10Costoro infatti ci correggevano per pochi giorni, come sembrava loro; Dio invece lo fa per il nostro bene, allo scopo di farci partecipi della sua santità. 11Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati. 12 Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche 13e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire. 14 Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore; 15vigilate perché nessuno si privi della grazia di Dio. Non spunti né cresca in mezzo a voi alcuna radice velenosa, che provochi danni e molti ne siano contagiati. 16Non vi sia nessun fornicatore, o profanatore, come Esaù che, in cambio di una sola pietanza, vendette la sua primogenitura. 17E voi 112 ben sapete che in seguito, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto: non trovò, infatti, spazio per un cambiamento, sebbene glielo richiedesse con lacrime. 18 Voi infatti non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, 19né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola. 20Non potevano infatti sopportare quest’ordine: Se anche una bestia toccherà il monte, sarà lapidata. 21Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: Ho paura e tremo. 22Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa 23e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, 24a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova, e al sangue purificatore, che è più eloquente di quello di Abele. 25 Perciò guardatevi bene dal rifiutare Colui che parla, perché, se quelli non trovarono scampo per aver rifiutato colui che proferiva oracoli sulla terra, a maggior ragione non troveremo scampo noi, se volteremo le spalle a Colui che parla dai cieli. 26La sua voce un giorno scosse la terra; adesso invece ha fatto questa promessa: Ancora una volta io scuoterò non solo la terra, ma anche il cielo. 27Quando dice ancora una volta, vuole indicare che le cose scosse, in quanto create, sono destinate a passare, mentre rimarranno intatte quelle che non subiscono scosse. 28Perciò noi, che possediamo un regno incrollabile, conserviamo questa grazia, mediante la quale rendiamo culto in maniera gradita a Dio con riverenza e timore; 29perché il nostro Dio è un fuoco divorante. (Eb 12,1-29). Gesù è stato disprezzato e Lui si è lasciato disprezzare perché l’amore del Padre vinceva sempre sulla sua stessa vita. 13 Ecco, il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente. 14 Come molti si stupirono di lui – tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –, 15 così si meraviglieranno di lui molte nazioni; i re davanti a lui si chiuderanno la bocca, poiché vedranno un fatto mai a essi raccontato e comprenderanno ciò che mai avevano udito. (Is 52,13-15). 1 Chi avrebbe creduto al nostro annuncio? A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore? 2 È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. 3 Disprezzato e reietto dagli uomini, 113 uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. 4 Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. 5 Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. 6 Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. 7 Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. 8 Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua posterità? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte. 9 Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca. 10 Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. 11 Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità. 12 Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha spogliato se stesso fino alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i colpevoli. (Is 53,1-12). Dovremmo contemplare Gesù un po’ di più in questo tempo di Quaresima. Da Lui dobbiamo imparare come si ama il Padre. 114 Anche noi ogni giorno siamo tentati. Dobbiamo pregare molto con il cuore quando lavoriamo, camminiamo, soffriamo, gioiamo. C’è un solo modo per vincere la tentazione: la preghiera ininterrotta. Dobbiamo pregare sempre, senza mai stancarci. Forza efficace contro ogni tentazione è la recita del Santo Rosario. La devozione alla Vergine Maria, Madre della Redenzione, è forza potente per resistere e vincere la tentazione. Ecco le regole che dona San Paolo per la vittoria contro la tentazione: 1 Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto. Onora tuo padre e tua madre! Questo è il primo comandamento che è accompagnato da una promessa: 3perché tu sia felice e goda di una lunga vita sulla terra. 4E voi, padri, non esasperate i vostri figli, ma fateli crescere nella disciplina e negli insegnamenti del Signore. 5 Schiavi, obbedite ai vostri padroni terreni con rispetto e timore, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo, 6non servendo per farvi vedere, come fa chi vuole piacere agli uomini, ma come servi di Cristo, facendo di cuore la volontà di Dio, 7prestando servizio volentieri, come chi serve il Signore e non gli uomini. 8Voi sapete infatti che ciascuno, sia schiavo che libero, riceverà dal Signore secondo quello che avrà fatto di bene. 9 Anche voi, padroni, comportatevi allo stesso modo verso di loro, mettendo da parte le minacce, sapendo che il Signore, loro e vostro, è nei cieli e in lui non vi è preferenza di persone. 10 Per il resto, rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. 11 Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. 12La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. 13 Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. 14State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; 15i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. 16Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; 17 prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. 18In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi. 19E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo, 20per il quale sono ambasciatore in catene, e affinché io possa annunciarlo con quel coraggio con il quale devo parlare. 21 Tìchico – fratello carissimo e fedele ministro nel Signore – vi darà notizie di tutto quello che io faccio, affinché sappiate anche voi ciò che mi riguarda. 22Ve lo mando proprio allo scopo di farvi avere mie notizie e per confortare i vostri cuori. 2 115 23 Ai fratelli pace e carità con fede da parte di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo. 24La grazia sia con tutti quelli che amano il Signore nostro Gesù Cristo con amore incorruttibile. (Ef 6,1-24). Queste regole non vanno disattese. L’obbedienza anch’essa contiene una forza straordinaria che ci fa superare ogni tentazione. Signore, ti ringrazio, ti lodo e ti benedico. Grande è il tuo amore. Il nostro grazie è poco. Il Signore gioisce quando esprimi il tuo amore, il tuo affetto. Ringrazi Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo per l’amore che ci dà. Il cristiano ha un cuore sempre rivolto al Signore per benedirlo, ringraziarlo, contemplarlo nelle sue opere. Il cristiano dovrebbe vivere con nel petto il cuore della Vergine Maria. Madre della Redenzione: 39 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, 40 in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo 42 grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: 43 «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa 44 devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è 45 giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». 46 Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore 47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48 perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49 Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; 50 di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. 51 Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52 ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; 53 ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. 54 Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55 come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». (Lc 1,39-55). Questa lode e benedizione sempre si deve innalzare anche dal nostro cuore. 116 Signore, abbi pietà di me, proteggimi. Converti coloro che mi perseguitano. Non mi abbandonare. Il Signore non vuole grandi preghiere. Vuole essere amato. Cosa si deve chiedere al Signore? Tutto, ogni cosa, sempre. Sempre si deve chiedere la conversione di coloro che ci perseguitano. Sempre si deve chiedere al Signore che sia Lui la nostra rupe di difesa. 1 Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore, che rivolse al Signore le parole di questo canto quando il Signore lo liberò dal potere di tutti i suoi 2 nemici e dalla mano di Saul. Disse dunque: Ti amo, Signore, mia forza, 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore, mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio; mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo. Invoco il Signore, degno di lode, e sarò salvato dai miei nemici. Mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti infernali; già mi avvolgevano i lacci degli inferi, già mi stringevano agguati mortali. Nell’angoscia invocai il Signore, nell’angoscia gridai al mio Dio: dal suo tempio ascoltò la mia voce, a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido. La terra tremò e si scosse; vacillarono le fondamenta dei monti, si scossero perché egli era adirato. Dalle sue narici saliva fumo, dalla sua bocca un fuoco divorante; da lui sprizzavano carboni ardenti. Abbassò i cieli e discese, una nube oscura sotto i suoi piedi. Cavalcava un cherubino e volava, si librava sulle ali del vento. 117 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Si avvolgeva di tenebre come di un velo, di acque oscure e di nubi come di una tenda. Davanti al suo fulgore passarono le nubi, con grandine e carboni ardenti. Il Signore tuonò dal cielo, l’Altissimo fece udire la sua voce: grandine e carboni ardenti. Scagliò saette e li disperse, fulminò con folgori e li sconfisse. Allora apparve il fondo del mare, si scoprirono le fondamenta del mondo, per la tua minaccia, Signore, per lo spirare del tuo furore. Stese la mano dall’alto e mi prese, mi sollevò dalle grandi acque, mi liberò da nemici potenti, da coloro che mi odiavano ed erano più forti di me. Mi assalirono nel giorno della mia sventura, ma il Signore fu il mio sostegno; mi portò al largo, mi liberò perché mi vuol bene. Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia, mi ripaga secondo l’innocenza delle mie mani, perché ho custodito le vie del Signore, non ho abbandonato come un empio il mio Dio. I suoi giudizi mi stanno tutti davanti, non ho respinto da me la sua legge; ma integro sono stato con lui e mi sono guardato dalla colpa. Il Signore mi ha ripagato secondo la mia giustizia, secondo l’innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi. 118 26 Con l’uomo buono tu sei buono, con l’uomo integro tu sei integro, 27 con l’uomo puro tu sei puro e dal perverso non ti fai ingannare. 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 Perché tu salvi il popolo dei poveri, ma abbassi gli occhi dei superbi. Signore, tu dai luce alla mia lampada; il mio Dio rischiara le mie tenebre. Con te mi getterò nella mischia, con il mio Dio scavalcherò le mura. La via di Dio è perfetta, la parola del Signore è purificata nel fuoco; egli è scudo per chi in lui si rifugia. Infatti, chi è Dio, se non il Signore? O chi è roccia, se non il nostro Dio? Il Dio che mi ha cinto di vigore e ha reso integro il mio cammino, mi ha dato agilità come di cerve e sulle alture mi ha fatto stare saldo, ha addestrato le mie mani alla battaglia, le mie braccia a tendere l’arco di bronzo. Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza, la tua destra mi ha sostenuto, mi hai esaudito e mi hai fatto crescere. Hai spianato la via ai miei passi, i miei piedi non hanno vacillato. Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti, non sono tornato senza averli annientati. Li ho colpiti e non si sono rialzati, sono caduti sotto i miei piedi. 119 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 Tu mi hai cinto di forza per la guerra, hai piegato sotto di me gli avversari. Dei nemici mi hai mostrato le spalle: quelli che mi odiavano, li ho distrutti. Hanno gridato e nessuno li ha salvati, hanno gridato al Signore, ma non ha risposto. Come polvere al vento li ho dispersi, calpestati come fango delle strade. Mi hai scampato dal popolo in rivolta, mi hai posto a capo di nazioni. Un popolo che non conoscevo mi ha servito; all’udirmi, subito mi obbedivano, stranieri cercavano il mio favore, impallidivano uomini stranieri e uscivano tremanti dai loro nascondigli. Viva il Signore e benedetta la mia roccia, sia esaltato il Dio della mia salvezza. Dio, tu mi accordi la rivincita e sottometti i popoli al mio giogo, mi salvi dai nemici furenti, dei miei avversari mi fai trionfare e mi liberi dall’uomo violento. Per questo, Signore, ti loderò tra le genti e canterò inni al tuo nome. Egli concede al suo re grandi vittorie, si mostra fedele al suo consacrato, a Davide e alla sua discendenza per sempre. (Sal 18 (17) 1,-51). Solo Dio è il nostro Liberatore, il nostro Difensore, la nostra Potente Difesa. Non solo questa preghiera deve essere fatta sempre. In questa preghiera dobbiamo impegnare tutta la nostra fede. Non dobbiamo di certo recitare il Salmo. Il Salmo ci insegna come gridare a Dio. 120 Poi ognuno deve gridare al Signore dalla semplicità del suo cuore e dalla purezza della sua coscienza. Il Signore non vuole preghiere complesse. La nostra preghiera deve essere semplice come semplice e piccolo è il nostro cuore, un cuore di bambino che ama il Padre suo. Quando gli Apostoli hanno chiesto: “Insegnaci a pregare….”. “Padre nostro…. Che sei nei Cieli, sia santificato il tuo nome. Venga il tuo regno”. “Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta”. “Gloria al Padre….”. Si prega la Santissima Trinità…. “Al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio è ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen”. Ecco la semplicità della nostra preghiera. Siamo invitati a pregare con il “Padre nostro”, con l’“Ave Maria”, con il “Gloria al Padre”. Anche l’“Angelo di Dio” è preghiera semplicissima. Nei momenti di tentazione, di prova, di difficoltà, basta alzare gli occhi al Cielo e una sola “Ave Maria” porta la pace nel cuore. Dobbiamo però credere quando preghiamo. La forza della preghiera è la nostra fede. Grazie, Signore Gesù, che siamo qui riuniti nel tuo nome. Proteggici. Benedicici. Fa’ che non cadiamo in tentazione. Proteggi il tuo Movimento Apostolico. Anche il Movimento Apostolico dobbiamo avere a cuore quando preghiamo. Cosa dobbiamo chiedere al Signore per il Movimento Apostolico? Che il Signore lo protegga, lo liberi da ogni male, lo custodisca come la pupilla dei suoi occhi, lo faccia crescere ed espandere su tutta la terra. Chi ama il Movimento Apostolico prega ininterrottamente per esso. Chi ama il Movimento Apostolico ogni giorno si impegna a mostrare al mondo intero il suo volto di santità, di pace, di gioia, di amore, di verità, di luce. Di certo non ama il Movimento Apostolico chi cade nella tentazione, vive nel peccato, coltiva i vizi, si lascia trascinare dalla sua superbia, è privo di ogni arrendevolezza. Nella preghiera stamani pensavo che devo diminuire, perché il Movimento Apostolico deve essere al primo posto. È di Gesù. In questo dobbiamo tutti imitare l’Ispiratrice. Ella come San Giovanni il Battista dice di se stessa: “Io devo diminuire. Il Movimento Apostolico deve crescere”. 121 22 Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della 23 Giudea, e là si tratteneva con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi 24 battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. 25 Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo 26 riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato 27 testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni 28 rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono 29 stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello 30 sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». 31 Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di 32 tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua 33 testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. 34 Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo 35 36 Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui. (Gv 3,22-36). Perché il Movimento Apostolico cresca sono disposta a tutto, ad ogni cosa, se Gesù vuole questo. È questa la volontà dell’Ispiratrice. Volontà umile, mite, che ama Gesù più della sua stessa vita e ama il Movimento Apostolico perché è di Gesù. Ritirarsi, dimettersi, farsi da parte, scomparire, divenire invisibili per il più grande bene del Movimento Apostolico è una grazia che sempre dobbiamo chiedere al Signore. Siamo in Quaresima. Le parole che San Paolo dice di Gesù valgono anche per noi. Se dunque c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, 2rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. 3Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. 4Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. 1 5 Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, 7 ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. 6 122 Dall’aspetto riconosciuto come uomo, 8 umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. 9 Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, 10 perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, 11 e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre. 12 Quindi, miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. 13È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore. 14Fate tutto senza mormorare e senza esitare, 15 per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, 16tenendo salda la parola di vita. Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato. 17Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. 18Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me. 19 Spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timòteo, per essere anch’io confortato nel ricevere vostre notizie. 20Infatti, non ho nessuno che condivida come lui i miei sentimenti e prenda sinceramente a cuore ciò che vi riguarda: 21 tutti in realtà cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo. 22Voi conoscete la buona prova da lui data, poiché ha servito il Vangelo insieme con me, come un figlio con il padre. 23Spero quindi di mandarvelo presto, appena avrò visto chiaro nella mia situazione. 24Ma ho la convinzione nel Signore che presto verrò anch’io di persona. 25 Ho creduto necessario mandarvi Epafrodìto, fratello mio, mio compagno di lavoro e di lotta e vostro inviato per aiutarmi nelle mie necessità. 26 Aveva grande desiderio di rivedere voi tutti e si preoccupava perché eravate a conoscenza della sua malattia. 27È stato grave, infatti, e vicino alla morte. Ma Dio ha avuto misericordia di lui, e non di lui solo ma anche di me, perché non avessi dolore su dolore. 28Lo mando quindi con tanta premura, perché vi rallegriate al vederlo di nuovo e io non sia più preoccupato. 29Accoglietelo dunque nel Signore con piena gioia e abbiate grande stima verso persone come lui, 30perché ha sfiorato la morte per la causa di Cristo, rischiando la vita, per supplire a ciò che mancava al vostro servizio verso di me. (Fil 2,1-30). Anche noi ci dobbiamo annientare, spogliare, farci obbedienti in tutto per il più grande amore del Movimento Apostolico. 123 La nostra persona è a servizio del Movimento Apostolico. Non viceversa: il Movimento Apostolico a servizio della nostra persona. Gesù si serve di tutti, di tutti voi che avete detto sì. Difendetelo. Amatelo il Movimento, perché amandolo, amate la Chiesa. Come si difende il Movimento Apostolico e come lo si ama? Mettendoci a servizio della sua missione. Non trasformando la missione del Movimento Apostolico. Facendolo sempre rimanere nella volontà di Dio. Chi ama il Movimento Apostolico ama la Chiesa, perché il Movimento Apostolico è uno strumento a servizio della missione della Chiesa. Facendo bello e santo il Movimento Apostolico, noi facciamo bella e santa la Chiesa di Gesù. Lavorando in esso e per esso senza mai stancarci. Amate il Cristo. Amate la Madonnina: “Sono la Madre della Redenzione. Il Mondo ha dimenticato la Parola di mio Figlio Gesù. Vuoi ricordarla?”. L’amore per il Movimento Apostolico lo si deve sempre attingere nell’amore di Gesù e della Vergine Maria, Madre della Redenzione. L’amore per Gesù e per la Vergine Maria, Madre della Redenzione, passa attraverso l’obbedienza al loro comando di amore. Qual è questo comando di amore? ”Ricordare e annunziare la Parola di Gesù”. Il mondo l’ha dimenticata e noi dobbiamo ricordarla. Dovete ricordarla e farla conoscere a coloro che non la conoscono; a coloro cui nessuno mai ha parlato della Parola del Signore. Adesso chiediamoci: Quanto tempo sprechiamo per fare altre cose, che togliamo però al ricordo e all’annunzio della Parola di Gesù? La Parola di Gesù non si annunzia con una catechesi settimanale e con un centro di spiritualità quindicinale, o mensile. La Parola di Gesù si annunzia facendo della nostra vita una parola, una voce di annunzio e di ricordo. La missione non è una veste che si indossa per un’ora durante tutta una settimana. La missione è la nostra stessa vita. Dobbiamo però divenire credibili. È la santità la forza della nostra credibilità. Oggi si portano al mondo tanti pensieri vani, ma non quelli di Gesù. Per questo si va alla deriva. I pensieri del mondo oggi imperversano. La Parola di Dio invece è posta sotto silenzio. Dobbiamo dare voce a Dio perché parli, salvi, converta. 124 Quando si porta la voce di Colui che grida nel deserto e non va, qualcuno mentendo dice ogni sorta di male. Aggiunge Gesù: “Rallegratevi, perché di voi è il Regno dei Cieli”. C’è sempre la menzogna, la calunnia, la parola vana attorno agli operai della Parola. Non dobbiamo cadere nella tentazione dello scoraggiamento. Gesù ci invita invece a rallegrarci e ad esultare. Nostro è il Regno dei Cieli. Chi vuole annunziare la Parola del Vangelo deve scegliere il martirio come sua via di missione, di salvezza, di redenzione, di conversione. Ho meditato in questi giorni. Prepariamoci alla risurrezione di Cristo. Accettiamo le sofferenze, le gioie, le fatiche. Come ci si prepara alla risurrezione di Gesù? Offrendo al Signore la nostra vita così come essa è: nella sofferenza, nella gioia, nelle fatiche, nella missione. Stamani pensavo nella preghiera il giudizio finale: “Avevo fame e mi hai dato da mangiare. Avevo sete e mi hai dato da bere. Ero nudo e mi hai vestito”. L’uomo, servo infedele, non ti conosco, Signore. Io non ti ho mai visto. E Gesù: “Io sono in mezzo a voi. Io ero in mezzo a voi, perché non mi hai conosciuto? Avevo tanta fame”. Guardate il fratello che sta vicino a voi, se ha fame, se gli mancano un paio di scarpe, se ha bisogno di un sorriso, di una carezza. Vedete in Lui Gesù. In queste ultime settimane sempre dal cuore dell’Ispiratrice si alza il grido che invita ad amare il povero, a servirlo come si serve Gesù. È Gesù il povero, il derelitto, l’ammalato, il solo, l’affamato, l’assetato. 31 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con 32 lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle 33 34 capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35 perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete 36 dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato 37 e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato 38 da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo 39 visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai 40 ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di 41 questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, 42 preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi 43 avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in 125 44 carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in 45 carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non 46 l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». (Mt 25,31-46). È lo stesso Gesù che riceviamo nell’Eucaristia, senza alcuna differenza. È lo stesso Gesù che adoriamo nell’Ostia Consacrata. Con una differenza: il Gesù del culto non ci chiede niente. Facciamo di Lui quello che vogliamo. Il Gesù della strada invece ha bisogno di noi. Altra verità è questa: non si ama il povero per il povero. Si ama il povero per avere la vita eterna. Gesù non ci chiederà come abbiamo celebrato il suo culto, quando andremo al suo cospetto. Ci chiederà se lo abbiamo amato nel più piccolo dei nostri fratelli. Il povero va amato perché è la sola via per ereditare la vita eterna. La carità non ha il suo fondamento nella filantropia. La carità ha il suo fondamento nell’escatologia, nella cristologia. Cristo è il povero. Fondamento cristologico. Il povero è la chiave che ci apre il Paradiso. Fondamento escatologico. Chi ama il povero ama Cristo. Chi ama Cristo nel povero erediterà la vita eterna. È così che dobbiamo leggere la parabola del Buon Samaritano. 25 Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: 26 «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: 27 «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua 28 forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». 29 Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio 30 prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a 31 sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote 32 scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un 33 levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era 34 in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua 35 cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò 36 che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra 126 37 sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». (Lc 10,25-37). La domanda iniziale è una sola: Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna? Nel giudizio finale Gesù ti dirà: “Grazie di quello che mi hai dato. Grazie”. Gesù ci ringrazia accogliendoci nel suo regno eterno e servendoci con la sua infinita carità. Gesù ringrazia anche. “Ti benedico, o Padre, ti ringrazio, ti lodo”. Il ringraziamento sgorga dal cuore che sa che è Dio la fonte di ogni cosa. 25 In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate 26 27 ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 28 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di 30 cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». (Mt 11,25-30). È il Padre la fonte della vita e della missione di Gesù. Meditate. Siete vicino alla preghiera. Cibatevi del Corpo e del Sangue di Cristo Signore con tanta devozione. Recitate il Rosario affinché diventi la vostra forza. Superate l’agonia del Getsemani come l’ha superata Gesù. “Signore, la mia carne è debole. Ma il mio spirito è pronto”. Eucaristia e Santo Rosario devono scandire tutte le ore della nostra vita spirituale. Il Movimento Apostolico attinge ogni grazia in questa duplice fonte. Fonte di grazia e di verità: Gesù. Fonte di intercessione potente: la Vergine Maria, Madre della Redenzione. Ringraziamo il Signore di questi buoni propositi. Ogni Parola che il Signore fa risuonare al nostro cuore è un dono del suo amore. Per ogni dono di amore lo si deve ringraziare e benedire. Ricordiamo il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche. Preghiamo per la pace del mondo e per tutti gli ammalati. Preghiamo sempre per tutta la Chiesa e per il mondo intero. La nostra preghiera sia sempre universale, cattolica. 127 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo Lunedì 2 Marzo 2009, tra le molte verità, ne esprimono una che merita di essere considerata da tutti noi. La verità è questa: “Nella preghiera stamani pensavo che devo diminuire, perché il Movimento Apostolico deve essere al primo posto. È di Gesù”. In queste parole è contenuto tutto l’amore dell’Ispiratrice per il Movimento Apostolico. Cosa Ella ha dato al Movimento Apostolico? Tutto. Tutta intera la sua vita l’ha consacrata ad esso. Possiamo dire di Lei ciò che San Paolo dice di se stesso: 17 18 Da Mileto mandò a chiamare a Èfeso gli anziani della Chiesa. Quando essi giunsero presso di lui, disse loro: «Voi sapete come mi sono comportato 19 con voi per tutto questo tempo, fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia: ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e le prove che mi hanno 20 procurato le insidie dei Giudei; non mi sono mai tirato indietro da ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi, in pubblico e nelle 21 case, testimoniando a Giudei e Greci la conversione a Dio e la fede nel 22 Signore nostro Gesù. Ed ecco, dunque, costretto dallo Spirito, io vado a 23 Gerusalemme, senza sapere ciò che là mi accadrà. So soltanto che lo Spirito 24 Santo, di città in città, mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio. 25 E ora, ecco, io so che non vedrete più il mio volto, voi tutti tra i quali 26 sono passato annunciando il Regno. Per questo attesto solennemente oggi, 27 davanti a voi, che io sono innocente del sangue di tutti, perché non mi sono sottratto al dovere di annunciarvi tutta la volontà di Dio. 28 Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio. 29 Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non 30 risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare 31 di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi. 32 E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia, che ha la potenza di edificare e di concedere l’eredità fra tutti quelli che da lui sono santificati. 33 34 Non ho desiderato né argento né oro né il vestito di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie 35 mani. In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”». (At 20,17-35). 128 È questa la sua coscienza. Una persona che ha questa coscienza cosa può dare ancora al Movimento Apostolico? La rinunzia al Movimento Apostolico perché il Movimento Apostolico viva. Si fa da parte, perché Cristo trionfi tutto in tutto. Un altro esempio della Scrittura può aiutarci a comprendere questa verità. 1 Salomone divenne genero del faraone, re d’Egitto. Prese la figlia del faraone, che introdusse nella Città di Davide, ove rimase finché non terminò di costruire la propria casa, il tempio del Signore e le mura di cinta di Gerusalemme. 2 Il popolo però offriva sacrifici sulle alture, perché ancora non era stato 3 costruito un tempio per il nome del Signore. Salomone amava il Signore e nella sua condotta seguiva le disposizioni di Davide, suo padre; tuttavia offriva sacrifici e bruciava incenso sulle alture. 4 Il re andò a Gàbaon per offrirvi sacrifici, perché ivi sorgeva l’altura più 5 grande. Su quell’altare Salomone offrì mille olocausti. A Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: «Chiedimi ciò che 6 vuoi che io ti conceda». Salomone disse: «Tu hai trattato il tuo servo Davide, mio padre, con grande amore, perché egli aveva camminato davanti a te con fedeltà, con giustizia e con cuore retto verso di te. Tu gli hai conservato questo grande amore e gli hai dato un figlio che siede sul suo trono, come avviene 7 oggi. Ora, Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di 8 Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per 9 quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal 10 male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?». Piacque 11 agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: «Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi 12 nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te 13 non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te. Ti concedo anche quanto non hai domandato, cioè ricchezza e gloria, come a nessun altro fra i re, per tutta la tua 14 vita. Se poi camminerai nelle mie vie osservando le mie leggi e i miei comandi, come ha fatto Davide, tuo padre, prolungherò anche la tua vita». 15 Salomone si svegliò; ecco, era stato un sogno. Andò a Gerusalemme; stette davanti all’arca dell’alleanza del Signore, offrì olocausti, compì sacrifici di comunione e diede un banchetto per tutti i suoi servi. 16 Un giorno vennero dal re due prostitute e si presentarono innanzi a lui. 17 Una delle due disse: «Perdona, mio signore! Io e questa donna abitiamo nella 18 stessa casa; io ho partorito mentre lei era in casa. Tre giorni dopo il mio parto, anche questa donna ha partorito; noi stiamo insieme e non c’è nessun estraneo 19 in casa fuori di noi due. Il figlio di questa donna è morto durante la notte, 129 20 perché lei gli si era coricata sopra. Ella si è alzata nel cuore della notte, ha preso il mio figlio dal mio fianco, mentre la tua schiava dormiva, e se lo è 21 messo in seno e sul mio seno ha messo il suo figlio morto. Al mattino mi sono alzata per allattare mio figlio, ma ecco, era morto. L’ho osservato bene al 22 mattino; ecco, non era il figlio che avevo partorito io». L’altra donna disse: «Non è così! Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto». E quella, al contrario, diceva: «Non è così! Quello morto è tuo figlio, il mio è quello vivo». Discutevano così alla presenza del re. 23 Il re disse: «Costei dice: “Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto”, mentre quella dice: “Non è così! Tuo figlio è quello morto e il mio è 24 quello vivo”». Allora il re ordinò: «Andate a prendermi una spada!». 25 Portarono una spada davanti al re. Quindi il re aggiunse: «Tagliate in due il 26 bambino vivo e datene una metà all’una e una metà all’altra». La donna il cui figlio era vivo si rivolse al re, poiché le sue viscere si erano commosse per il suo figlio, e disse: «Perdona, mio signore! Date a lei il bimbo vivo; non dovete 27 farlo morire!». L’altra disse: «Non sia né mio né tuo; tagliate!». Presa la parola, il re disse: «Date alla prima il bimbo vivo; non dovete farlo morire. 28 Quella è sua madre». Tutti gli Israeliti seppero della sentenza pronunciata dal re e provarono un profondo rispetto per il re, perché avevano constatato che la sapienza di Dio era in lui per rendere giustizia. È questo il grande amore: la rinunzia totale perché il “figlio” viva. Chi possiede una coscienza così retta, così ricca di amore, così colma di abnegazione e di sacrificio, di sicuro salva il mondo, qualsiasi cosa faccia. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuti ad avere tutti una coscienza così retta, così libera, così colma di amore per Gesù e per il suo Movimento Apostolico. Gli Angeli e i Santi sostengano il nostro amore affinché diventi ogni giorno più grande per Gesù e per il suo Movimento Apostolico. 130 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 09 Marzo 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. È Quaresima: tempo di preghiera, purificazione, redenzione, meditazione. Gesù ci chiama a superare le tentazioni, le sofferenze. Il Movimento Apostolico, sorto il 3 Novembre del 1979, ci ha risvegliato ad annunziare e a ricordare la buona novella. Ebbe a dirmi la Madre di Gesù, la Vergine Maria, Madre della Redenzione: “Vuoi ricordare e annunziare la Parola di mio Figlio Gesù?”. Risposi: Sì. È dovere di noi battezzati per non essere falsi cristiani. In questo periodo pensiamo a Gesù che viene tentato. E noi quante volte siamo tentati? Riusciamo ad allontanarci dal peccato e a superare le tentazioni? Ogni giorno ci chiama il Signore attraverso le malattie, le sofferenze, le gioie. Dobbiamo essere forti per superarle. Come le possiamo superare? Con la preghiera, con il Santo Rosario, cibandoci del Corpo e del Sangue di Cristo. “Voi siete la luce nel mondo. Non potete rimanere nascosti”. Dobbiamo proclamare, ovunque andiamo, la verità di nostro Signore Gesù Cristo. Gesù è la via, la vita, la verità. Ci conduce al Padre. Ci allontana dalle tentazioni, dal peccato. Oggi è difficile allontanarsi dal peccato. La vita è piena di insidie e tante cose brutte accadono. Auguro a tutti voi tanta preghiera, gioia e perseveranza. Beati coloro che persevereranno sino alla fine, di essi è il Regno dei Cieli. Perseverate. Amate Gesù. Amate la Madonnina, la Vergine Maria, Madre della Redenzione. Il Padre nostro celeste assiste, santifica, protegge. Lo Spirito Consolatore, lo Spirito Santo illumina e guida con la sua sapienza celeste. Di questi buoni propositi ringraziamo la Vergine Maria, Madre della Redenzione, che ogni giorno ci segue in questo cammino per raggiungere la santità. Amiamola la Madonnina. Stiamo vicino a Lei. Non facciamo sì che il peccato inondi la nostra coscienza, facendola lassa. Ringraziamo gli Angeli, i Santi, in particolare il nostro Angelo Custode che ci prende per mano e ci guida verso Gesù. Ricordiamo nella Preghiera il Santo Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche e tutti noi qui presenti in special modo i malati, che hanno bisogno non solo dei santi medici, ma anche di Gesù per superare la malattia. Il Signore conceda pace ad ogni uomo di buona volontà. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) TESTO COMMENTATO È Quaresima: tempo di preghiera, purificazione, redenzione, meditazione. Gesù ci chiama a superare le tentazioni, le sofferenze. Il tempo di Quaresima deve essere per tutti “vera palestra dello spirito, del cuore, dell’anima, dei sentimenti, della volontà”. Gli “attrezzi” con i quali ci dobbiamo esercitare sono essenzialmente quattro: preghiera, purificazione, redenzione, meditazione. Con l’“attrezzo” della preghiera ci eleviamo ogni giorno fino a Dio per ascoltare il suo cuore, i suoi desideri, la sua volontà. Presso di Lui con il cuore e la mente, lo spirito e l’anima, chiederemo che ci dia ogni forza per essere sempre suoi, mai del mondo, mai del diavolo, mai di noi stessi. Con l’“attrezzo” della purificazione toglieremo dal nostro spirito, dal nostro corpo, dalla nostra anima il “grasso” del peccato, del vizio, di ogni più piccola venialità. Saremo snelli e slanciati nelle virtù. Mostreremo al mondo la bellezza della legge morale che governa la nostra vita. Con l’“attrezzo” della redenzione offriremo a Dio ogni sofferenza, dolore, malattia, croce sia per riportare tutta la nostra vita nella santità di Dio e sia la vita dei nostri fratelli, al fine di liberarla dal male e di consegnarla al bene. Con l’“attrezzo” della meditazione ogni giorno cresceremo nei pensieri di Dio. Ci libereremo dai nostri pensieri che sempre ci tentano, ci ingannano, ci illudono, ci conducono su una strada che è solo apparentemente di fede, mentre in realtà è la strada della religione che giorno per giorno ci costruiamo noi. Non lo dimentichiamo mai: il più grande nostro nemico è il nostro pensiero, al quale spesso diamo lo statuto di “volontà di Dio”. Lo vogliamo noi e diciamo che è volontà di Dio. Con la meditazione – se la meditazione è vera ed è santa – smaschereremo i nostri pensieri e al loro posto metteremo quelli di Dio, la sua santissima volontà. Con questi quattro “attrezzi” della nostra ginnastica spirituale, usati quotidianamente, riusciremo a vincere ogni tentazione e a rispondere a Gesù che ci chiama ad essere come Lui: miti e umili di cuore. Sulla palestra spirituale ecco cosa insegna Paolo: 24 Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo 25 conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che 26 appassisce, noi invece una che dura per sempre. Io dunque corro, ma non 27 come chi è senza mèta; faccio pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non succeda che, dopo avere predicato agli altri, io stesso venga squalificato. (1Cor 9,24-27). 132 Il Movimento Apostolico, sorto il 3 Novembre del 1979, ci ha risvegliato ad annunziare e a ricordare la buona novella. Ebbe a dirmi la Madre di Gesù, la Vergine Maria, Madre della Redenzione: “Vuoi ricordare e annunziare la Parola di mio Figlio Gesù?”. Risposi: Sì. È questa la missione del Movimento Apostolico: “Ricordare e annunziare la buona novella, il Vangelo, la Parola di Gesù”. Questa missione non potrà essere sostituita da nessun’altra. Tutto ciò che il Movimento Apostolico fa deve essere sempre considerato un mezzo, una via, uno strumento per questa unica e sola missione, mai sostituzione di essa. Esempio: “Suono la chitarra”: svolgo la missione del Movimento Apostolico. Suoni la chitarra e basta. Non fai la missione del Movimento Apostolico. “Canto”: svolgo la missione del Movimento Apostolico. Canti e basta. Che io sappia mai il Signore ha chiesto a noi queste cose. Neanche il “Canto Angelico” dell’Ispiratrice sostituisce la sua missione. È un mezzo, uno strumento, una via, non la missione. È dovere di noi battezzati per non essere falsi cristiani. La missione del ricordo e dell’annunzio della Parola di Gesù nasce dal nostro Battesimo e precisamente dall’ufficio profetico che con il Battesimo abbiamo ricevuto. Leggiamo San Paolo: 1 Non sono forse libero, io? Non sono forse un apostolo? Non ho veduto 2 Gesù, Signore nostro? E non siete voi la mia opera nel Signore? Anche se non sono apostolo per altri, almeno per voi lo sono; voi siete nel Signore il sigillo 3 4 del mio apostolato. La mia difesa contro quelli che mi accusano è questa: non 5 abbiamo forse il diritto di mangiare e di bere? Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente, come fanno anche gli altri apostoli e i 6 fratelli del Signore e Cefa? Oppure soltanto io e Bàrnaba non abbiamo il diritto di non lavorare? 7 E chi mai presta servizio militare a proprie spese? Chi pianta una vigna senza mangiarne il frutto? Chi fa pascolare un gregge senza cibarsi del latte del 8 gregge? Io non dico questo da un punto di vista umano; è la Legge che dice 9 così. Nella legge di Mosè infatti sta scritto: Non metterai la museruola al bue 10 che trebbia. Forse Dio si prende cura dei buoi? Oppure lo dice proprio per noi? Certamente fu scritto per noi. Poiché colui che ara, deve arare sperando, 11 e colui che trebbia, trebbiare nella speranza di avere la sua parte. Se noi abbiamo seminato in voi beni spirituali, è forse gran cosa se raccoglieremo 12 beni materiali? Se altri hanno tale diritto su di voi, noi non l’abbiamo di più? Noi però non abbiamo voluto servirci di questo diritto, ma tutto sopportiamo 13 per non mettere ostacoli al vangelo di Cristo. Non sapete che quelli che celebrano il culto, dal culto traggono il vitto, e quelli che servono all’altare, 133 14 dall’altare ricevono la loro parte? Così anche il Signore ha disposto che quelli che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo. 15 Io invece non mi sono avvalso di alcuno di questi diritti, né ve ne scrivo perché si faccia in tal modo con me; preferirei piuttosto morire. Nessuno mi 16 toglierà questo vanto! Infatti annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il 17 Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non 18 lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo. 19 Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per 20 guadagnarne il maggior numero: mi sono fatto come Giudeo per i Giudei, per guadagnare i Giudei. Per coloro che sono sotto la Legge – pur non essendo io sotto la Legge – mi sono fatto come uno che è sotto la Legge, allo scopo di 21 guadagnare coloro che sono sotto la Legge. Per coloro che non hanno Legge – pur non essendo io senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo – mi sono fatto come uno che è senza Legge, allo scopo di guadagnare coloro 22 che sono senza Legge. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i 23 deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io. (1Cor 9,1-23). Meditiamo sulla sua frase: 23 Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io. Quando si diventa partecipe del Vangelo? Quando si dona il Vangelo, anzi quando si fa ogni cosa per il dono del Vangelo. Donando il Vangelo ai fratelli, noi diveniamo partecipi del Vangelo. Possiamo dire di essere nel Vangelo. In questo periodo pensiamo a Gesù che viene tentato. E noi quante volte siamo tentati? Riusciamo ad allontanarci dal peccato e a superare le tentazioni? La tentazione più invisibile per noi è una sola: pensare che noi non siamo tentati o che niente è tentazione per noi. Invece ogni giorno siamo passati al vaglio dal tentatore. È stato tentato Cristo Signore, siamo tentati tutti, ogni giorno. Riusciremo ad allontanare la tentazione se con preghiera costante chiederemo al Signore che ci sveli dove si annida nel nostro cuore la tentazione quando viene. Assieme alla luce di poterla vedere sempre dobbiamo chiedere anche la forza di allontanarla, scacciarla dal nostro cuore e dalla nostre mente. 134 Ogni giorno ci chiama il Signore attraverso le malattie, le sofferenze, le gioie. Dobbiamo essere forti per superarle. Come le possiamo superare? Con la preghiera, con il Santo Rosario, cibandoci del Corpo e del Sangue di Cristo. La vita per noi cristiani è una grande prova di amore. In che consiste questa prova? Nel vivere secondo la volontà di Dio ogni momento di essa, sia di gioia che di sofferenza, sia di povertà che di ricchezza, sia di abbondanza che di ristrettezza. Possiamo vivere e superare ogni prova crescendo in verità, carità, santità se preghiamo, se invochiamo con il Santo Rosario la Vergine Maria, Madre della Redenzione, se ci cibiamo del Corpo e del Sangue di Cristo con infinita fede e carità. Tutto è dalla preghiera. Se preghiamo vinciamo e cresciamo. Se non preghiamo, cadiamo e diminuiamo, decresciamo. “Voi siete la luce nel mondo. Non potete rimanere nascosti”. Dobbiamo proclamare, ovunque andiamo, la verità di nostro Signore Gesù Cristo. È questo il nostro statuto celeste: “Essere la luce del mondo e il sale della terra”. 13 Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. 14 Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta 15 sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma 16 sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli. 17 Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono 18 venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino 19 della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli. (Mt 5.13-19). Siamo luce se ogni giorno ci conformiamo a Cristo, la Luce della verità e della carità. Siamo sale se ogni giorno ci immergiamo nella sapienza di Cristo, nella sua Parola. Se diveniamo Parola vivente di Dio come Gesù è la Parola vivente del Padre. Divenendo luce e sale, siamo credibili. Parliamo dal cuore della Parola, non dall’esterno di essa. Parliamo dal cuore della nostra vita che è il cuore di Cristo, con il quale siamo divenuti una cosa sola. 135 Gesù è la via, la vita, la verità. Ci conduce al Padre. Ci allontana dalle tentazioni, dal peccato. Più diveniamo con Cristo Gesù un solo cuore, una sola vita, una sola luce e più Lui ci dona la forza per non cadere nella tentazione, nel peccato. È Cristo il Vincitore del peccato, della tentazione. Ogni forza la dobbiamo attingere in Cristo Gesù. Oggi è difficile allontanarsi dal peccato. La vita è piena di insidie e tante cose brutte accadono. Oggi è difficile allontanarsi dal peccato perché siamo lontani dalla “palestra dello spirito”. Si prega poco o per niente. Ci si purifica poco dai vizi e dalle imperfezioni. Non si lavora per la redenzione della nostra vita, cioè per la sua perfetta liberazione dal peccato e dalla trasgressione dei Comandamenti. Non si prende la Parola di Dio al fine di cambiare i nostri pensieri. Passano gli anni – 10, 20, 30 – e si cammina con i pensieri del primo giorno. Non ci si discosta dai nostri pensieri neanche di un “nano” centimetro. A tutto questo sfacelo interiore si deve aggiungere lo sfacelo esteriore che ogni giorno cresce a dismisura. Noi dobbiamo crescere in vita interiore, in grazia, in verità, in santità in misura doppia di come cresce il mondo in peccato, in trasgressione, in vizio, in abbandono di Dio. Se non facciamo questo il mondo ci farà suoi in un istante. Un esempio può aiutarci a comprendere: prendiamo una megattera e una sardina. La megattera è il mondo. La sardina siamo noi. La megattera è capace in pochi istanti a ingurgitare alcuni quintali di sardine. Così è per la megattera – mondo. In pochi istanti è capace di far cadere nella sua gola di male e di peccato un numero considerevole di cristiani. Come fare perché questo non avvenga? La sardina – cristiano deve crescere, ma crescere, ma crescere tanto da divenire più grande della megattera – mondo. Così facendo mai potrà essere ingoiato dal mondo. Sarà lui invece che ingoierà il mondo e lo distruggerà nella sua carne. La crescita nello spirito e secondo lo spirito fino a divenire grandissimi è la sola condizione per non essere vinti dal mondo che ogni giorno cresce a dismisura nel male. Noi dobbiamo sempre crescere il doppio di esso nella verità e nella carità di Cristo, nella giustizia e nella santità. 136 Auguro a tutti voi tanta preghiera, gioia e perseveranza. Beati coloro che persevereranno sino alla fine, di essi è il Regno dei Cieli. Perseverate. Amate Gesù. Amate la Madonnina, la Vergine Maria, Madre della Redenzione. Chi ama Gesù e la Madre sua di certo riuscirà sempre a superare le tentazioni. Le supera perché non vuole recare nessun dispiacere al loro Amore. Ma Gesù è il nostro vero ed unico Amore? La Vergine Maria, Madre della Redenzione, è il nostro unico e vero Amore? Quando Gesù e la Vergine Maria, Madre della Redenzione, non sono il nostro unico vero Amore, il mondo ci ha già conquistati con la sua falsità e la sua menzogna. Chi ama il mondo non ama Gesù, non ama la Vergine Maria, Madre della Redenzione. 1 Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? 2 Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; 3 chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni. 4Gente infedele! Non sapete che l’amore per il mondo è nemico di Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. 5O forse pensate che invano la Scrittura dichiari: «Fino alla gelosia ci ama lo Spirito, che egli ha fatto abitare in noi»? 6Anzi, ci concede la grazia più grande; per questo dice: Dio resiste ai superbi, agli umili invece dà la sua grazia. 7 Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi. 8Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Peccatori, purificate le vostre mani; uomini dall’animo indeciso, santificate i vostri cuori. 9Riconoscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza. 10Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà. 11 Non dite male gli uni degli altri, fratelli. Chi dice male del fratello, o giudica il suo fratello, parla contro la Legge e giudica la Legge. E se tu giudichi la Legge, non sei uno che osserva la Legge, ma uno che la giudica. 12 Uno solo è legislatore e giudice, Colui che può salvare e mandare in rovina; ma chi sei tu, che giudichi il tuo prossimo? 13 E ora a voi, che dite: «Oggi o domani andremo nella tal città e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni», 14mentre non sapete quale sarà domani la vostra vita! Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare. 15Dovreste dire invece: «Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello». 16Ora invece vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di 137 questo genere è iniquo. 17Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato. (Gc 4,1-17). Chi ama Loro non può amare il mondo. Il Padre nostro celeste assiste, santifica, protegge. Lo Spirito Consolatore, lo Spirito Santo illumina e guida con la sua sapienza celeste. È questa fede la nostra consolazione, la nostra speranza, la forza della nostra perseveranza. - Il Padre nostro celeste assiste, santifica, protegga. - Lo Spirito Consolatore, lo Spirito Santo illumina e guida con la sua sapienza celeste. In questa fede dobbiamo radicarci. In questa fede porre ogni nostro pensiero. Questa fede è tutto per noi. Di questi buoni propositi ringraziamo la Vergine Maria, Madre della Redenzione, che ogni giorno ci segue in questo cammino per raggiungere la santità. Dobbiamo ringraziare la Vergine Maria, Madre della Redenzione, per l’infinito amore con il quale Ella giorno dopo giorno ci segue. Il suo amore per noi è veramente grande, sconfinato, smisurato. Amiamola la Madonnina. Stiamo vicino a Lei. Non facciamo sì che il peccato inondi la nostra coscienza, facendola lassa. Si sta vicino alla Vergine Maria, Madre della Redenzione, in un solo modo: con la santità dell’anima e con la purezza del corpo. Un corpo impuro e un’anima contaminata dal peccato sono assai lontani dalla Vergine Maria. Chi cammina nella grazia e nelle virtù camminerà sempre accanto alla Vergine Maria. Sperimenterà quotidianamente la forza travolgente del suo amore e della sua protezione. Ringraziamo gli Angeli, i Santi, in particolare il nostro Angelo Custode che ci prende per mano e ci guida verso Gesù. È questo l’ufficio, o il ministero, o il mandato ricevuto dal nostro Angelo Custode: prenderci per mano e guidarci verso Gesù. È un ministero di vera santificazione. Ricordiamo nella Preghiera il Santo Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche e tutti noi qui presenti in special modo i malati, che hanno bisogno non solo dei santi medici, ma anche di Gesù per superare la malattia. Il Signore conceda pace ad ogni uomo di buona volontà. Sul medico ecco cosa insegna il libro del Siracide: 1 Onora il medico per le sue prestazioni, perché il Signore ha creato anche lui. 138 2 Dall’Altissimo infatti viene la guarigione, e anche dal re egli riceve doni. 3 La scienza del medico lo fa procedere a testa alta, egli è ammirato anche tra i grandi. 4 Il Signore ha creato medicamenti dalla terra, l’uomo assennato non li disprezza. 5 L’acqua non fu resa dolce per mezzo di un legno, per far conoscere la potenza di lui? 6 Ed egli ha dato agli uomini la scienza perché fosse glorificato nelle sue meraviglie. 7 Con esse il medico cura e toglie il dolore, 8 con queste il farmacista prepara le misture. Certo non verranno meno le opere del Signore; da lui proviene il benessere sulla terra. 9 Figlio, non trascurarti nella malattia, ma prega il Signore ed egli ti guarirà. 10 Allontana l’errore, regola le tue mani, purifica il cuore da ogni peccato. 11 Offri l’incenso e un memoriale di fior di farina e sacrifici pingui secondo le tue possibilità. 12 Poi ricorri pure al medico, perché il Signore ha creato anche lui: non stia lontano da te, poiché c’è bisogno di lui. 13 Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani; 14 anch’essi infatti pregano il Signore perché conceda loro di dare sollievo e guarigione per salvare la vita. 15 Chi pecca contro il proprio creatore cada nelle mani del medico. (Sir 38,1-15). Per gli ammalati ogni giorno si deve innalzare la nostra preghiera. L’ammalato ha tanto bisogno del nostro conforto, della comprensione, della nostra pazienza, di tutto il nostro amore. nostra Ha bisogno della nostra presenza, ma soprattutto della vicinanza del Cielo tutto presso di lui. Con la preghiera possiamo fare tutto. Possiamo ottenere per l’ammalato ogni grazia. Se piace al Signore, possiamo anche ottenere per lui la guarigione. Nel Vangelo molti malati sono stati guariti da Gesù per intercessione di qualche loro amico. Preghiamo sempre per tutta la Chiesa e per ogni uomo. 139 Osservazioni conclusive Le Parole di questo secondo lunedì di Marzo (09.03.2009), sono per noi un invito a riprendere con più grande intensità di carità e di verità il nostro cammino spirituale. Riprendiamo l’immagine della megattera e della sardina e capiremo ogni cosa. Chi rimane sardina sarà sempre ingoiata, fagocitata, ingurgitata dalla megattera. La megattera è il mondo. La sardina è il cristiano. Come la megattera si nutre di sardine per far vivere se stessa, così il mondo vive se si nutre di cristiani. Come potrà il cristiano superare in grandezza il mondo sì da non poter essere più ingoiato da esso nel suo peccato e nella sua morte? Osservando regolarmente alcune norme: - Amore per Gesù e per la Vergine Maria, Madre della Redenzione. Ama Gesù, ama la Madre di Gesù, chi ne compie la volontà. Cercare la loro volontà e compierla con amore e per amore ci fa crescere. - Fede purissima in Dio Padre e nello Spirito Santo. Il Padre è la fonte della verità e della grazia. Lo Spirito Santo è la nostra sapienza e forza. Radicati in Dio Padre e nello Spirito Santo il cristiano diviene grande quanto Dio è grande e quanto lo Spirito Santo è grande. Mai sarà ingoiato dalla megattera del mondo. - La preghiera elevata a Dio senza interruzione fa sì che il canale della grazia e della verità sia sempre aperto sopra di noi. Noi siamo come un campo bruciato dal solleone. Se lo irroriamo quotidianamente con l’acqua della preghiera, il campo è sempre rigoglioso e sempre al pieno della fruttificazione. - La purificazione ci deve spogliare da tutti quei rami secchi dei nostri vizi che appesantiscono il nostro cammino nella grazia e nella verità. - La redenzione ci affranca da ogni schiavitù con il male. Affrancando noi, affranchiamo anche i nostri fratelli. - La meditazione ci aiuta a liberarci dai nostri pensieri in modo che viviamo di soli pensieri di Dio. Il pensiero dell’uomo – nostro o dei nostri fratelli – è tentazione quasi invisibile. Sovente questi pensieri vengono fatti passare anche per pensieri di Dio. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuti a incamminarci su questa via spirituale che ci è stata indicata. Gli Angeli e i Santi ci prendano per mano e ci facciano da maestri in questa palestra spirituale dove si rende bella e slanciata la nostra anima. 140 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 16 Marzo 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Saluto il Parroco Don Salvatore che con tanto amore vi ha portato ad ascoltare una verità che dovete tenere nel cuore e portarla a tutte le genti: il Vangelo. Gesù ha bisogno di noi. Ha bisogno di essere ricordato nel mondo. Quando la Vergine Maria mi si presentò, ebbe a dirmi: “Vuoi ricordare la Parola di mio Figlio Gesù? Sono la Madre della Redenzione”. Stasera questo invito lo fa a tutti voi la Madonnina: “Volete ricordare la Parola di mio Figlio Gesù? Volete annunziarla?”. In collaborazione con il vostro Parroco riempite il paese, i prati, i monti. “Va’, salva, converti…”. “Andate, salvate, convertite”. Occorre vivere nello stato di grazia e nella sofferenza con tanta preghiera nel cuore. Quando lo Spirito Santo si manifesta occorre tanto silenzio, non distrazioni, altrimenti si dicono le cose umane e le cose di Gesù non vengono dette. Le parole di Gesù devono uscire dal cuore, dal cuore che è pieno di amore per Lui. Un cuore puro… Essere poveri in spirito. Passando in mezzo a voi ho notato qualche sofferenza. Dovete avere forza, coraggio. Dovete affidare tutto alla croce di Gesù. Sapere che non siamo mai soli. Gesù ebbe a dire ai suoi Apostoli: “Non vi lascerò orfani. Vi lascerò lo Spirito Consolatore”. In noi vive lo Spirito Santo. Con noi cammina Gesù. Vive con noi. Sa tutte le necessità, tutte le nostre sofferenze, e nei momenti più difficili della nostra giornata insieme alla Vergine Maria, ci viene incontro. Noi però non sappiamo aspettare, perché vogliamo subito le grazie. Ma la grazia deve venire attraverso la croce, attraverso la sofferenza, attraverso anche la gioia e soprattutto la conversione del cuore. Deve scendere tanta pace nel mondo attraverso i cristiani, attraverso le nostre preghiere, attraverso anche le nostre sofferenze, le nostre croci. Gesù vuole il nostro cuore. “Riempite, dice il Signore, la Casa del Padre mio”. Gesù dice: “Amatevi gli uni gli altri. Da questo vi riconosceranno miei discepoli”. Dall’amore che noi portiamo al fratello. E nel giudizio finale: “Ero ammalato e non mi hai visitato. Avevo fame e non mi hai dato da mangiare. Ero nudo e non mi hai vestito. Avevo bisogno di un sorriso, di una carezza e tu non me l’hai fatta”. E poi voi dite: “Signore io non te l’ho fatta perché non ti ho visto”. E Gesù: “Sono in mezzo a voi”. Questa sera mi sono avvicinata a voi e ho incontrato il Cristo in mezzo a voi e in questo incontro sono cresciuta con voi nella sofferenza perché ho sofferto con voi. Questo è il vero cristiano. È questo colui che ama la Madre di Gesù, che ama il Cielo tutto: soffrire con l’altro. Portate questi buoni propositi nella vostra Parrocchia. Aiutate il vostro Parroco. Amate il Movimento Apostolico che è Chiesa. Il 3 Novembre del 1979: “Dice Gesù: Voi siete Movimento Apostolico”. Non l’ho fatto io. Me l’ha detto Gesù e io l’ho portato nel mondo 30 anni fa. Ora ci siete voi, tanti giovani. I giovani Gesù li chiama “i miei gioielli”. Siete i gioielli di Cristo. Amiamo la Chiesa. Camminiamo con la Chiesa, per la Chiesa. Stasera quando vi fate la Comunione, cibandovi del Corpo e del Sangue di Cristo, fatelo con amore, con gioia, con serenità. Gesù entra nel nostro cuore e ci dà tanta forza e fede. Preghiamo la Madre di Gesù, la Madre della Redenzione, con il Santo Rosario, affinché come alle nozze di Cana solleciti la grazia a Gesù. Preghiamo il nostro Angelo Custode che ci sia da guida, gli Angeli tutti e i Santi per imitarli. Voi giovani portate il Vangelo. Gesù ha bisogno che il Vangelo lo portiate nel mondo. Voi bambini, voi ragazzi crescete con Gesù nel cuore e non sbaglierete mai. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, per gli ammalati, i poveri, i disoccupati e per la pace nel mondo. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 142 TESTO COMMENTATO Saluto il Parroco Don Salvatore che con tanto amore vi ha portato ad ascoltare una verità che dovete tenere nel cuore e portarla a tutte le genti: il Vangelo. Gesù ha bisogno di noi. Ha bisogno di essere ricordato nel mondo. La verità si ascolta. La verità si tiene nel cuore. La verità si porta a tutte le genti. Ascoltare, tenere, portare devono essere sempre una cosa sola. La verità nasce dall’ascolto perché essa è un dono che Dio ci fa per mezzo dei suoi ministri: messaggeri, profeti, ministri della Parola. La verità si tiene nel cuore allo stesso modo che la terra tiene il seme dalla sua germinazione fino alla sua fruttificazione. La verità si porta a tutte le genti, perché senza il dono della verità il mondo rimane nelle tenebre. Noi doniamo la verità e la luce di Dio illumina e riscalda i cuori. Il Vangelo deve essere annunziato, donato, predicato, insegnato. Il Vangelo ha bisogno di ognuno di noi per essere donato alle genti. 19 Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. (Lc 2,19). 41 I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di 42 Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine 43 della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44 Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si 45 misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono 46 in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, 47 seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48 Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto 49 questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del 50 Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. 51 Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua 52 madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. (Lc 2,41-52). Così vive la Madre di Gesù. 16 Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù 17 aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18 Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla 19 terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del 143 20 Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». (Mt 28,16-20). 14 Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano 15 creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il 16 mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato 17 sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, 18 parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». 19 Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. 20 Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. (Mr 16,14-20). Il comando di Gesù va vissuto per tutti i giorni della nostra vita. La sua forza la parola l’attinge dal cuore. Chi custodisce la parola le dona forza. Chi non la custodisce, la rende debole, insignificante, morta. Se la parola è forte in noi, lo diviene anche negli altri. Se invece in noi è debole, insignificante, morta, anche negli altri, ai quali la doniamo, si fa debole, insignificante morta. Siamo invitati a trasformarci tutti in missionari della Parola di Gesù. La salvezza del mondo è dalla nostra missione. La nostra missione è nel dono della verità del Vangelo. Quando la Vergine Maria mi si presentò, ebbe a dirmi: “Vuoi ricordare la Parola di mio Figlio Gesù? Sono la Madre della Redenzione”. L’Ispiratrice ricorda sempre l’origine celeste, dalla Madre di Gesù, della sua missione. La sua missione è semplice: ricordare e annunziare la Parola di Gesù, del Figlio della Vergine Maria, Madre della Redenzione. Questa missione è così semplice, ma così semplice, che tutti possono compierla. Basta ricordare e annunziare il Vangelo. Stasera questo invito lo fa a tutti voi la Madonnina: “Volete ricordare la Parola di mio Figlio Gesù? Volete annunziarla?”. La missione che è stata affidata all’Ispiratrice viene affidata a ciascuno di noi. A ciascuno di noi è chiesto se vogliamo ricordare e annunziare la Parola di Gesù. 144 Chi ce lo chiede non è l’Ispiratrice del Movimento Apostolico. È invece la Vergine Maria, Madre della Redenzione. Anche la nostra missione non viene dalla terra, non viene da quanti già vivono per l’annunzio e il ricordo della Parola. Essa viene dal Cielo, da Dio, Cristo Gesù, dallo Spirito Santo. Viene dal Cielo e ci è rivolta attraverso la Vergine Maria, Madre della Redenzione. In collaborazione con il vostro Parroco riempite il paese, i prati, i monti. “Va’, salva, converti…”. “Andate, salvate, convertite”. La missione non si vive da soli. Si vive in comunione. Nella Chiesa la comunione è sempre gerarchica, perché la comunione si vive con i Pastori. Nella Parrocchia la comunione si vive con il Parroco. In collaborazione con il Parroco si deve riempire il paese, i prati, i monti della verità del Vangelo. In comunione e in collaborazione con il Parroco si va, si salva, si converte. In comunione con il Parroco e in sua collaborazione si riempie la Casa del Padre nostro celeste. In comunione con il Parroco si dona al mondo la luce del Vangelo e la sapienza della verità di Dio. Leggiamo la prima missione che Gesù affidò ai settantadue: 1 Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a 2 due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della 3 messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come 4 agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi 5 a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: 6 “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà 7 su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. 8 Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi 9 accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si 10 trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in 11 una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo 12 contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. (Lc 10,1-12). Il Vangelo si porta dovunque c’è un uomo. Non è l’uomo che deve andare al Vangelo e il Vangelo che deve andare dall’uomo. 145 Perché il Vangelo vada è necessario che venga portato. Chi deve portarlo siamo noi che abbiamo detto sì alla Vergine Maria, Madre della Redenzione. Il nostro sì è stato detto alla Vergine Maria, Madre della Redenzione. Esso non è stato detto a persone della terra, anche se con le persone della terra dobbiamo vivere in perfetta comunione di verità, di carità, di speranza, di vera santità. Occorre vivere nello stato di grazia e nella sofferenza con tanta preghiera nel cuore. Vivere nello stato di grazia e nella sofferenza con tanta preghiera nel cuore è necessario per chi vuole portare il Vangelo alle genti. Lo stato di grazia è in noi abitazione dello Spirito Santo. Quando lo Spirito del Signore dimora i noi, Egli può illuminarci, muoverci, sorreggerci, spronarci, aiutarci in ogni parola di Vangelo ed opera di bene. Quando si è nella sofferenza si deve pregare con tanta preghiera nel cuore perché la sofferenza non divenga motivo di tentazione e di abbandono del Signore, ma venga invece offerta per la redenzione del mondo. Chi è in grazia di Dio santamente si offre al Signore per la missione e santamente offre al Signore ogni sua sofferenza per la conversione dei cuori. Si è nello stato di grazia quando si sta lontani dal peccato, cioè dalla trasgressione dei Comandamenti. I peccati veniali sono un peso che ostacolano e sovente anche rallentano l’azione in noi dello Spirito Santo. Quando lo Spirito Santo si manifesta occorre tanto silenzio, non distrazioni, altrimenti si dicono le cose umane e le cose di Gesù non vengono dette. Lo Spirito Santo si ascolta nel più grande silenzio. Il silenzio è necessario a chi parla e a chi ascolta. Nel chiasso lo Spirito Santo non parla. Non parla perché è impossibile poterlo ascoltare. Il silenzio deve essere esteriore ed interiore. Il silenzio esteriore tutti noi lo conosciamo. È assenza di voci e di rumore. Il silenzio interiore invece sono pochi coloro che lo conoscono. Il silenzio interiore è fatto di assenza di pensieri vani e inutili, di preoccupazioni invadenti e persistenti, da assilli futili ed effimeri per le cose della terra. Il silenzio interiore è fatto di assenza anche di desideri. 146 Quando ci si presenta per ascoltare lo Spirito del Signore o per dare a Lui la voce perché parli ai cuori, il silenzio interiore è condizione indispensabile. Senza il silenzio interiore – assenza nel cuore di ogni pensiero vano – lo Spirito Santo non può parlare perché il cuore è intento a tutt’altro. A proposito del silenzio interiore, che è privazione anche di ogni assillo – quando noi studiavano ascetica, ci veniva raccontato questo episodio di vita realmente accaduto. Ci veniva narrato di un Sacerdote che quando celebrava la Santa Messa era sempre assillato da una marea di pensieri inutili, futili, vani. La sua testa era più che un vulcano in eruzione tanti erano gli assilli che bruciavano dentro senza mai consumarsi o estinguersi. Un giorno, sempre durante il Sacrificio Eucaristico, era in grande tormento interiore, avendo dimenticato di mettere il sale sui pesci appena fritti. Fin qui nulla di strano, direte voi. La cosa strana – sempre secondo il racconto – è che questi assilli del prete stancarono anche il diavolo, il quale non potendone più, gli portò il piatto sull’altare con il sale e gli disse: “Metti il sale e celebra la Santa Messa come si conviene. Almeno questa falla bene”. Questo silenzio interiore sovente manca. Sono senza numero i pensieri futili che assillano anche le nostre celebrazioni della Santa Messa. Molte volte si è solo con il corpo in Chiesa. Sovente di Domenica molte persone con lo spirito, con la mente sono in qualche campo di gioco o in qualche circuito di formula uno. Questo significa che il cuore non è in Dio, nel Signore, nel suo Santo Spirito. Il cuore è nelle nostre cose umane. Il silenzio interiore va creato e per questo occorre una sana igiene mentale, una sana prevenzione. Occorre prendere quei seri provvedimenti perché questo non accada. Ecco il provvedimento preso da Dio per il suo popolo, che ormai non ascoltava più il Signore: 1 Il numero degli Israeliti sarà come la sabbia del mare, che non si può misurare né contare. E avverrà che invece di dire loro: “Voi non siete popolo mio”, si dirà loro: “Siete figli del Dio vivente”. 2 I figli di Giuda e i figli d’Israele si riuniranno insieme, si daranno un unico capo e saliranno dalla terra, perché grande sarà il giorno di Izreèl! 147 3 Dite ai vostri fratelli: “Popolo mio”, e alle vostre sorelle: “Amata”. 4 Accusate vostra madre, accusatela, perché lei non è più mia moglie e io non sono più suo marito! Si tolga dalla faccia i segni delle sue prostituzioni e i segni del suo adulterio dal suo petto; 5 altrimenti la spoglierò tutta nuda e la renderò simile a quando nacque, e la ridurrò a un deserto, come una terra arida, e la farò morire di sete. 6 I suoi figli non li amerò, perché sono figli di prostituzione. 7 La loro madre, infatti, si è prostituita, la loro genitrice si è coperta di vergogna, perché ha detto: “Seguirò i miei amanti, che mi danno il mio pane e la mia acqua, la mia lana, il mio lino, il mio olio e le mie bevande”. 8 Perciò ecco, ti chiuderò la strada con spine, la sbarrerò con barriere e non ritroverà i suoi sentieri. 9 Inseguirà i suoi amanti, ma non li raggiungerà, li cercherà senza trovarli. Allora dirà: “Ritornerò al mio marito di prima, perché stavo meglio di adesso”. 10 Non capì che io le davo grano, vino nuovo e olio, e la coprivo d’argento e d’oro, che hanno usato per Baal. 11 Perciò anch’io tornerò a riprendere il mio grano, a suo tempo, il mio vino nuovo nella sua stagione; porterò via la mia lana e il mio lino, che dovevano coprire le sue nudità. 12 Scoprirò allora le sue vergogne agli occhi dei suoi amanti e nessuno la toglierà dalle mie mani. 13 Farò cessare tutte le sue gioie, le feste, i noviluni, i sabati, tutte le sue assemblee solenni. 14 Devasterò le sue viti e i suoi fichi, di cui ella diceva: “Ecco il dono che mi hanno dato i miei amanti”. Li ridurrò a una sterpaglia 148 e a un pascolo di animali selvatici. 15 La punirò per i giorni dedicati ai Baal, quando bruciava loro i profumi, si adornava di anelli e di collane e seguiva i suoi amanti, mentre dimenticava me! Oracolo del Signore. 16 Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. 17 Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acor in porta di speranza. Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto. 18 E avverrà, in quel giorno – oracolo del Signore – mi chiamerai: “Marito mio”, e non mi chiamerai più: “Baal, mio padrone”. 19 Le toglierò dalla bocca i nomi dei Baal e non saranno più chiamati per nome. 20 In quel tempo farò per loro un’alleanza con gli animali selvatici e gli uccelli del cielo e i rettili del suolo; arco e spada e guerra eliminerò dal paese, e li farò riposare tranquilli. 21 Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza, 22 ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore. 23 E avverrà, in quel giorno – oracolo del Signore – io risponderò al cielo ed esso risponderà alla terra; 24 la terra risponderà al grano, al vino nuovo e all’olio e questi risponderanno a Izreèl. 25 Io li seminerò di nuovo per me nel paese e amerò Non-amata, e a Non-popolo-mio dirò: “Popolo mio”, 149 ed egli mi dirà: “Dio mio”». (Os 2,1-25). Nel deserto non deve essere il Signore a condurci. Dobbiamo essere noi a sapere fare un po’ di deserto attorno a noi ogni qualvolta ci apprestiamo ad ascoltare il Signore. Quando andiamo ad ascoltare il Signore dobbiamo dimenticarci di tutti gli affanni e gli assilli del quotidiano. Questi non devono esistere. Esiste solo il Signore da ascoltare. Questa deve essere però nostra scelta. Le parole di Gesù devono uscire dal cuore, dal cuore che è pieno di amore per Lui. Un cuore puro… Essere poveri in spirito. Il cuore deve essere libero da ogni affanno. Per questo deve essere puro, semplice, libero, pieno d’amore per il Signore. Questo cuore dobbiamo farcelo noi con il nostro impegno e soprattutto con la nostra preghiera. Gesù il silenzio interiore se lo creava ogni notte, ritirandosi da solo presso il Padre e dimenticando tutti gli affanni degli uomini. 32 Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e 33 34 gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. 35 Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un 36 luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero 37 38 sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per 39 questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. (Mc 1,32-39). Gesù era libero dagli affanni degli uomini. Veramente grande è la libertà di Gesù. Egli può essere l’uomo dal grande silenzio interiore. Egli può essere l’uomo che sa ascoltare solo il Padre suo. Passando in mezzo a voi ho notato qualche sofferenza. Dovete avere forza, coraggio. Dovete affidare tutto alla croce di Gesù. Sapere che non siamo mai soli. La sofferenza è nel corpo ed è nel cuore di molti. Come si vive la sofferenza? Trasformandola in una offerta sacra al Signore per la redenzione dei cuori. Come si trasforma in offerta sacra? 150 Vivendo con grande santità, con purezza di intenzioni, chiedendo al Signore di servirsene per la salvezza del mondo. La sofferenza si vive santamente se ci pensiamo corpo di Gesù. Il corpo di Gesù è stato reso perfetto dalla sofferenza che patì. Anche il nostro corpo, che è corpo di Cristo, deve essere reso perfetto attraverso la sofferenza. Vissuta con questo spirito di fede, di carità, di amore, di speranza, la nostra sofferenza salva molti cuori. 24 Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. 25Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, 26il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. 27 A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. 28È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. 29Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza. (Col 1,24-29). Così viveva San Paolo la sua quotidiana sofferenza. Nella sofferenza non si è mai soli. Gesù è con noi con la sua grazia. 1 Se bisogna vantarsi – ma non conviene – verrò tuttavia alle visioni e alle rivelazioni del Signore. 2So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa – se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. 3E so che quest’uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio – 4fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunciare. 5 Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze. 6Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato: direi solo la verità. Ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente da me 7e per la straordinaria grandezza delle rivelazioni. Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. 8A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. 9Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte. (2Cor 12,1-10). Con la sua grazia tutto è possibile a noi, anche offrire al Signore la sofferenza più atroce. 151 Fede, preghiera, offerta sono le armi per la santificazione di ogni nostra sofferenza. Gesù ebbe a dire ai suoi Apostoli: “Non vi lascerò orfani. Vi lascerò lo Spirito Consolatore”. In noi vive lo Spirito Santo. Il cristiano non è uno abbandonato a se stesso. Non è uno che vive e che cammina da solo. Il cristiano è stato consegnato da Gesù al suo Santo Spirito. Lo Spirito Consolatore vive in noi, in noi agisce ed opera. Lui sa come confortare i nostri cuori e come dare forza alla nostra volontà. È sufficiente che noi lo invochiamo, lo preghiamo. Con noi cammina Gesù. Vive con noi. Sa tutte le necessità, tutte le nostre sofferenze, e nei momenti più difficili della nostra giornata insieme alla Vergine Maria, ci viene incontro. È questa la nostra fede: Gesù e la Madre sua conoscono il nostro cuore e sanno come portare pace in esso, sollievo e tanta gioia. Loro sanno come venirci incontro. Noi però dobbiamo avere fede in Loro e chiedere la loro presenza nella nostra vita. Loro sono sempre per noi. Noi sovente ci dimentichiamo di loro oppure pensiamo che per noi non possono fare niente. Il nostro male è uno solo: la nostra poca fede che si fa poca preghiera. Preghiamo poco preghiamo poco. perché crediamo poco. Crediamo poco perché Fede e preghiera fanno sì che Gesù e la Madre sua siano con noi e attorno a noi potenza di salvezza. Noi però non sappiamo aspettare, perché vogliamo subito le grazie. Ma la grazia deve venire attraverso la croce, attraverso la sofferenza, attraverso anche la gioia e soprattutto la conversione del cuore. A volte iniziamo a pregare, iniziamo a chiedere qualche grazia. Poi però desistiamo dalla preghiera perché la grazia non ci è concessa subito, immediatamente, appena finita la prima preghiera. I tempi di Dio non sono mai i nostri tempi. Dio sa cosa è necessario per noi e quali sono i tempi più belli per concederci la grazia. Noi però dobbiamo sapere che la grazia non è frutto della sola preghiera. Essa è frutto della croce che portiamo con amore ed anche attraverso la gioia che viviamo secondo la fede e soprattutto attraverso la conversione del cuore. Cosa significa tutto questo? 152 Significa che la preghiera da sola non basta. La grazia in qualche modo la si deve “fruttificare” presso Dio. Come la si deve “fruttificare”? Offrendo al Signore la nostra croce, la nostra sofferenza, la nostra conversione del cuore, tutta la nostra vita, anche nei suoi momenti di gioia. Cristo Gesù la grazia della conversione dei cuori la maturò sulla croce. È per la sua croce che la grazia della salvezza è maturata nel mondo. Secondo il Vangelo di Giovanni la grazia fruttifica presso Dio attraverso il nostro ascolto della Parola del Vangelo: 1 2 «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché 3 porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4 Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso 5 se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza 6 di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il 7 tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e 8 vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. 9 Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio 10 amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io 11 ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io 13 ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per 14 15 i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto 16 conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello 17 che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. 18 19 Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del 20 mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la 21 mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a 22 causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora 23 non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. 153 24 Se non avessi compiuto in mezzo a loro opere che nessun altro ha mai compiuto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato 25 me e il Padre mio. Ma questo, perché si compisse la parola che sta scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione. 26 Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della 27 verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. (Gv 15,1-27). Dovremmo cambiare mentalità. Dovremmo sempre vedere la grazia, ogni grazia anche come un frutto che matura sull’albero della nostra fede, carità e speranza. Deve scendere tanta pace nel mondo attraverso i cristiani, attraverso le nostre preghiere, attraverso anche le nostre sofferenze, le nostre croci. Altro frutto che siamo chiamati a produrre: la pace. Preghiera, sofferenza, croce hanno come frutto quello di far scendere la pace in tanti cuori. Dobbiamo esercitarci a non sciupare nessuna sofferenza. Ogni sofferenza va offerta per la pace del mondo. Gesù vuole il nostro cuore. Dare il cuore a Gesù è dare la nostra volontà a Lui, perché faccia di noi secondo il suo cuore, la sua volontà. “Riempite, dice il Signore, la Casa del Padre mio”. È questa la missione del Movimento Apostolico: riempire la Chiesa. Fare di ogni uomo il Corpo di Cristo Gesù. Molti sono coloro che oggi non sono o non vivono più da Corpo di Cristo Gesù. È nostra missione cercarli, invitarli, aiutarli a divenire corpo di Cristo Signore. Gesù dice: “Amatevi gli uni gli altri. Da questo vi riconosceranno miei discepoli”. Dall’amore che noi portiamo al fratello. L’amore vicendevole e verso tutti deve essere il segno distintivo del cristiano. Deve esserlo ancora di più per ogni Aderente del Movimento Apostolico. E nel giudizio finale: “Ero ammalato e non mi hai visitato. Avevo fame e non mi hai dato da mangiare. Ero nudo e non mi hai vestito. Avevo bisogno di un sorriso, di una carezza e tu non me l’hai fatta”. E poi voi dite: “Signore io non te l’ho fatta perché non ti ho visto”. E Gesù: “Sono in mezzo a voi”. L’amore del prossimo, come noi stessi, o come Gesù ha amato noi, è la via che conduce al Paradiso. Il cristiano sa che è solo amando il prossimo che potrà giungere nel regno eterno di Dio. 154 Leggiamo con attenzione sia la parabola del buon Samaritano che il giudizio finale secondo Matteo e capiremo questa verità: 25 Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: 26 «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: 27 «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua 28 forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». 29 Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio 30 prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a 31 sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote 32 scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un 33 levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era 34 in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua 35 cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò 36 che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra 37 sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». (Lc 10,25-37). Tutto è nella domanda: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna”? Se si prescinde da questa domanda, la parabola non ha alcun significato. 31 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con 32 lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle 33 34 capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35 perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete 36 dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato 37 e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato 38 da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo 39 visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai 40 ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di 41 questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, 42 preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi 43 avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in 155 44 carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in 45 carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non 46 l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». (Mt 25,31-46). La salvezza eterna è il frutto del nostro amore per il prossimo più bisognoso. Chi vuole ereditare la vita eterna sa ora cosa fare: amare, amare, amare sempre il prossimo che è nel bisogno e nella necessità sia materiale che spirituale. Questa sera mi sono avvicinata a voi e ho incontrato il Cristo in mezzo a voi e in questo incontro sono cresciuta con voi nella sofferenza perché ho sofferto con voi. L’Ispiratrice ha incontrato Cristo nei sofferenti, negli ammalati, in tutte le persone provate dal dolore. Soffrendo con chi soffre per amore, si cresce nella sofferenza perché si divieni capaci di assumere la sofferenza degli altri. Crescendo nella sofferenza si cresce in perfezione cristiana. Vivendo la sofferenza degli altri per amore si divieni perfetti nella carità. Ecco quanto ci insegna San Paolo in ordine alla sofferenza: 12 Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra 13 del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. 14 E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte 15 membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al 16 corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non 17 farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? 18 Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le 19 membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un 20 membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno 21 solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; 22 oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del 23 corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle 24 indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò 25 che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra 156 26 abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. 27 Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue 28 membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di 29 parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? 30 Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano 31 lingue? Tutti le interpretano? Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime. (1Cor 12,12-31). L’altro che soffre è nostro corpo, è parte di noi. Siamo un solo corpo. Questo è il vero cristiano. È questo colui che ama la Madre di Gesù, che ama il Cielo tutto: soffrire con l’altro. È questa la verità cristiana: soffrire con l’altro per amore. Vivere la sofferenza dei fratelli, portandone sulle nostre spalle il peso. Chi soffre per amore la sofferenza dei fratelli è amato dalla Madre di Gesù e dal Cielo tutto. Ecco un altro pensiero di San Paolo. Ci può aiutare a vivere bene il mistero della sofferenza: 1 Fratelli, se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi, che avete lo Spirito, correggetelo con spirito di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu. 2Portate i pesi gli uni degli altri: così adempirete la legge di Cristo. 3Se infatti uno pensa di essere qualcosa, mentre non è nulla, inganna se stesso. 4Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora troverà motivo di vanto solo in se stesso e non in rapporto agli altri. 5Ciascuno infatti porterà il proprio fardello. 6 Chi viene istruito nella Parola, condivida tutti i suoi beni con chi lo istruisce. 7Non fatevi illusioni: Dio non si lascia ingannare. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. 8Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. 9E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo. 10Poiché dunque ne abbiamo l’occasione, operiamo il bene verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede. 11 Vedete con che grossi caratteri vi scrivo, di mia mano. 12Quelli che vogliono fare bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere, solo per non essere perseguitati a causa della croce di Cristo. 13Infatti neanche gli stessi circoncisi osservano la Legge, ma vogliono la vostra circoncisione per trarre vanto dalla vostra carne. 14Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. 15Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. 16E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio. 157 D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo. 18 La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen. (Gal 6,1-18). 17 La legge del Signore è questa: portare i pesi gli uni degli altri. Portate questi buoni propositi nella vostra Parrocchia. Aiutate il vostro Parroco. Amate il Movimento Apostolico che è Chiesa. Quanto è stato ascoltato non deve rimanere fuori di noi, della nostra vita. Deve essere vissuto nella Parrocchia. Si vive nella Parrocchia aiutando il Parroco e amando il Movimento Apostolico. Come si ama il Movimento Apostolico? Compiendo la sua missione di ricordo e di annunzio della Parola di Gesù. Chi non compie la missione del Movimento Apostolico di certo non ama il Movimento Apostolico. Il 3 Novembre del 1979: “Dice Gesù: Voi siete Movimento Apostolico”. Non l’ho fatto io. Me l’ha detto Gesù e io l’ho portato nel mondo 30 anni fa. Viene ancora una volta ribadita l’origine celeste del Movimento Apostolico. Gesù lo ha voluto e gli ha dato anche il nome: “Movimento Apostolico”. L’Ispiratrice da 30 anni vive compiendo questa missione. Ora ci siete voi, tanti giovani. I giovani Gesù li chiama “i miei gioielli”. Siete i gioielli di Cristo. All’inizio l’Ispiratrice era sola. Ora c’è un popolo che porta il Movimento Apostolico. Soprattutto ci sono i giovani, che Gesù chiama: “i miei gioielli”. Sono i gioielli di Gesù perché Gesù ama i giovani e con loro vuole convertire il mondo intero alla sua Parola. Amiamo la Chiesa. Camminiamo con la Chiesa, per la Chiesa. Ama la Chiesa chi compie la missione della Chiesa. Chi porta il Vangelo nei cuori. Ama la Chiesa chi lavora nella Chiesa, con la Chiesa, per la Chiesa, per assolvere cioè la missione che Cristo Gesù le ha affidato. Stasera quando vi fate la Comunione, cibandovi del Corpo e del Sangue di Cristo, fatelo con amore, con gioia, con serenità. Sempre siamo invitati a ricevere l’Eucaristia con cuore pieno di fede, carità, speranza, gioia, serenità. 158 L’Eucaristia, ricevuta in pienezza di amore e di verità, cambia e trasforma la nostra vita. Gesù entra ne nostro cuore e ci dà tanta forza e fede. Con Gesù nel cuore tutta la nostra vita si ricolma di vita divina. Con Gesù cresciamo nella fede e nella forza. Possiamo fare la sua volontà. Pregiamo la Madre di Gesù, la Madre della Redenzione, con il Santo Rosario, affinché come alle nozze di Cana solleciti la grazia a Gesù. Il Santo Rosario è la preghiera del Movimento Apostolico. Con il Santo Rosario si ottiene ogni grazia dalla Vergine Maria, Madre della Redenzione. Preghiamo il nostro Angelo Custode che ci sia da guida, gli Angeli tutti e i Santi per imitarli. Mai si devono dimenticare nella preghiera l’Angelo Custode, gli Angeli, i Santi. Questi nostri amici celesti sono il nostro invisibile aiuto contro ogni tentazione. Con il loro aiuto possiamo compiere sempre il bene. Voi giovani portate il Vangelo. Gesù ha bisogno che il Vangelo lo portiate nel mondo. Voi bambini, voi ragazzi crescete con Gesù nel cuore e non sbaglierete mai. È questo un invito particolare rivolto ai giovani. Loro sono invitati a portare il Vangelo nel mondo. Gesù ha bisogno di loro. Loro possono fare molto per il Vangelo. I bambini vengono esortati a crescere con Gesù nel cuore. È questa la via per non sbagliare mai. Chi ama Gesù, chi Lo prega, Lo invoca, chi cammina con Lui di certo mai potrà sbagliare. Gesù protegge contro il male e il male sta sempre lontano. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, per gli ammalati, i poveri, i disoccupati e per la pace nel mondo. La nostra preghiera per la Chiesa tutta e soprattutto per coloro che sono stati costituiti Pastori sopra di noi deve essere perennemente elevata al Signore. Mai dobbiamo dimenticarci dei poveri, dei bisognosi, dei deboli, derelitti, afflitti. Sempre dobbiamo chiedere al Signore che la sua pace inondi il mondo intero. 159 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo lunedì del Mese di Marzo (16.03.2009), tra le tante verità annunziate, ne contengono una che merita di essere messa in rilievo perché tutti possano farla verità della propria vita e su di essa fondare la propria esistenza cristiana e di Movimento Apostolico. Questa verità la possiamo annunziare con le stesse parole dell’Ispiratrice: “Questo è il vero cristiano. È questo colui che ama la Madre di Gesù, che ama il Cielo tutto: soffrire con l’altro”. Chiediamoci ora: cosa significano queste parole e quale il loro valore per la nostra vita sia di cristiani sia di Aderenti del Movimento Apostolico? L’uomo è nella sofferenza. Il mondo tutto è nella sofferenza. L’universo intero, dice San Paolo, geme e soffre aspettando la sua redenzione. Qual è allora la missione del cristiano in questo mondo di sofferenza? Essa è una sola: prendere la sofferenza dei fratelli sulle proprie spalle, nel proprio corpo, rendendola meno pesante, più sopportabile, più vivibile. La sofferenza condivisa diviene più leggera. È come se uno avesse un peso di 100 Kg da portare. Sotto questo peso una persona può anche soccombere. Non ce la fa. Se invece questo peso lo dividiamo per 4, per 5, o anche per 6 esso diviene leggero, tanto leggero da potersi portare. La condivisione della sofferenza non è però solo questione di filantropia. Questa verità l’abbiamo già annunziata diverse volte ed è ben giusto che venga ribadita ogni qualvolta se ne presenta l’occasione. La condivisione della sofferenza è via necessaria per raggiungere il regno eterno di Dio. Chi entrerà nel Paradiso? Chi gusterà l’eternità beata? La gusterà chi è stato capace di condividere la sofferenza dei fratelli, portandone il peso ed alleviandola. Questa legge vale sia per le sofferenze dello spirito che per quelle del corpo. La sofferenza si condivide in due modi: non divenendo mai causa volontaria di sofferenza per gli altri. Anche questo è grande amore; assumendo la sofferenza degli altri e portandola con infinito amore e grandissima carità. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuti ad essere sempre presenti di una presenza efficace ai nostri fratelli che sono nel dolore e nella povertà. Gli Angeli e i Santi ci insegnino ogni giorno come amare in modo reale e vero il mondo della sofferenza. 160 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 23 Marzo 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. “Vuoi ricordare la Parola di mio Figlio Gesù? Vuoi annunziarla?”. Così ebbe a dirmi la Vergine Maria, Madre della Redenzione, circa 30 anni fa. Il Movimento Apostolico è chiamato per questo. Stamani nella preghiera pensavo a voi giovani e a quanti dovete essere a Roma per ricordare e annunziare la Parola di Gesù. La Parola di Gesù si ricorda e si annunzia in diversi modi. L’importante è non uscire dal Vangelo. A voi che andate a Roma vi do un pensiero: portate a Roma il vostro cuore, il cuore di Gesù e il cuore della Vergine Maria. Andate come missionari del Cristo, missionari della Chiesa. Sentitevi responsabili di questa andata. Non pensate alla Città. Non pensate ai panorami. Pensate che quel giorno è tutto di Gesù. Potete convertire molte creature perché là sarà pieno di Universitari, coloro che hanno bisogno di conoscere veramente il Cristo e proclamare la Sua verità. Sta a voi farlo entrare nei cuori. Pregate. Noi qui abbiamo deciso di dare giovedì il nostro pomeriggio a Gesù per tutti voi, che andate a Roma. La Santa Messa alle ore 17,00 a San Francesco. Il venerdì a Santo Janni sempre alle ore 17,00 con la Via Crucis e il Santo Rosario. Il Sabato e la Domenica li dedichiamo per voi e la Chiesa tutta. Pregate per non entrare in tentazione. Perché qualcuno vi dirà: “Usciamo. Facciamoci una passeggiata. Svaghiamoci”. Non li ascoltate. La tentazione è sempre in agguato. Non siate né sicuri e né certi. Pregate per non entrare in tentazione. Questo è un viaggio di missione. Un viaggio di preghiera. Un viaggio in cui si deve ricordare la Vergine Maria che vuole che si annunzi e che si ricordi il Vangelo. La vostra presenza a Roma è qualcosa di grande. Forse ancora voi non l’avete compreso. In questi giorni sto meditando nel mio cuore. Gesù vi ha chiamato in questo giorno, per dire al mondo: “Noi ci siamo. Noi vogliamo essere con il Santo Padre, con i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, con la Gerarchia della Chiesa. Noi siamo con Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo. Abbiamo rinunziato a vivere la vita mondana per camminare con Gesù”. Vivete nella serenità, nella sobrietà, nella saggezza. Bisogna servire il Cristo con amore, senza esaltazione. “Venite a me, dice Gesù, voi tutti che siete affaticati ed oppressi. Io vi ristorerò”. Se sarete in ansia, affaticati, rivolgetevi a Gesù. Pregate. Lui è con voi. Non vi lascerà soli in questo viaggio. Il Cielo è tutto con voi. Abbiate fede. Offrirò tutta la mia sofferenza, la mie preghiere, le mie giornate piene di dolore del corpo. Se non sono con il corpo con voi, sono nello spirito e nella preghiera. Mi sono innamorata del vostro Musical. Fate innamorare gli altri, affinché dicano: “Grazie, Signore Gesù, che hai voluto il 3 novembre del 1979, questo Movimento Apostolico con tanti giovani”. Prendetevi per mano. Non camminate mai da soli. Vi faccio tanti auguri di cuore. Che la Vergine Maria, Madre della Redenzione, in questo cammino vi assista, vi protegga. Anche il vostro Angelo Custode cammina con voi. Ringraziamo la Vergine Maria, che è sempre vicina a noi, che nei momenti di sconforto, come alle nozze di Cana, chiede a Gesù, suo Figlio, la grazia per noi. Preghiamo per il Santo Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, tutti gli ammalati e tutti coloro che hanno bisogno di tante preghiere. Pregate affinché a Roma vedano le meraviglie del Signore. Complimenti e auguri. Vi raccomando. Tenetevi per mano. Siate saggi. Che il Santo Rosario vi dia la forza di andare avanti. Che la Bevanda Eucaristica vi faccia sempre attenti alla Parola del Signore. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 162 TESTO COMMENTATO “Vuoi ricordare la Parola di mio Figlio Gesù? Vuoi annunziarla?”. Così ebbe a dirmi la Vergine Maria, Madre della Redenzione, circa 30 anni fa. Il Movimento Apostolico è chiamato per questo. Sempre l’Ispiratrice ricorda al Movimento Apostolico qual è la sua missione: “Ricordare e annunziare la Parola del Figlio della Vergine Maria, Madre della Redenzione”. Il Movimento Apostolico esiste, è stato voluto dal Cielo, vive di questa missione e per questa missione. Stamani nella preghiera pensavo a voi giovani e a quanti dovete essere a Roma per ricordare e annunziare la Parola di Gesù. I Giovani del Movimento Apostolico in questi giorni si recano a Roma per annunziare e ricordare la Parola di Gesù. Anche San Paolo un giorno pensò di raccogliere qualche frutto spirituale a Roma. Ecco come nella Lettera ai Romani parla di questa sua volontà di recarsi nella Capitale dell’Impero, nel cuore del mondo, oggi il cuore della cristianità e della fede. 1 Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare 2 il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle 3 sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la 4 carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in 5 virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della 6 fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, 7 chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo! 8 Anzitutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a 9 tutti voi, perché della vostra fede si parla nel mondo intero. Mi è testimone Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunciando il vangelo del Figlio suo, 10 come io continuamente faccia memoria di voi, chiedendo sempre nelle mie preghiere che, in qualche modo, un giorno, per volontà di Dio, io abbia 11 l’opportunità di venire da voi. Desidero infatti ardentemente vedervi per 12 comunicarvi qualche dono spirituale, perché ne siate fortificati, o meglio, per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi 13 e io. Non voglio che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto di venire fino a voi – ma finora ne sono stato impedito – per raccogliere qualche 14 frutto anche tra voi, come tra le altre nazioni. Sono in debito verso i Greci 15 come verso i barbari, verso i sapienti come verso gli ignoranti: sono quindi pronto, per quanto sta in me, ad annunciare il Vangelo anche a voi che siete a Roma. 163 16 Io infatti non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la 17 salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: Il giusto per fede vivrà. 18 Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni 19 ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. 20 Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere 21 da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è 22 23 ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. 24 Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro 25 cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. 26 Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. 27 Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro 28 traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso 29 azioni indegne: sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, 30 maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, 31 32 ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa. (Rm 1,1-32). Alla fine della Lettera San Paolo ci mostra una comunità che vive di fede, nella fede, per la fede. 14 Fratelli miei, sono anch’io convinto, per quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l’un 15 l’altro. Tuttavia, su alcuni punti, vi ho scritto con un po’ di audacia, come per ricordarvi quello che già sapete, a motivo della grazia che mi è stata data da 16 Dio per essere ministro di Cristo Gesù tra le genti, adempiendo il sacro ministero di annunciare il vangelo di Dio perché le genti divengano un’offerta 17 gradita, santificata dallo Spirito Santo. Questo dunque è il mio vanto in Gesù 18 Cristo nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti 19 all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito. Così da Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all’Illiria, 164 20 ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo. Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunciare il Vangelo dove era già conosciuto il 21 nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui, ma, come sta scritto: Coloro ai quali non era stato annunciato, lo vedranno, e coloro che non ne avevano udito parlare, comprenderanno. 22 23 Appunto per questo fui impedito più volte di venire da voi. Ora però, non trovando più un campo d’azione in queste regioni e avendo già da parecchi 24 anni un vivo desiderio di venire da voi, spero di vedervi, di passaggio, quando andrò in Spagna, e di essere da voi aiutato a recarmi in quella regione, dopo avere goduto un poco della vostra presenza. 25 Per il momento vado a Gerusalemme, a rendere un servizio ai santi di 26 quella comunità; la Macedonia e l’Acaia infatti hanno voluto realizzare una 27 forma di comunione con i poveri tra i santi che sono a Gerusalemme. L’hanno voluto perché sono ad essi debitori: infatti le genti, avendo partecipato ai loro beni spirituali, sono in debito di rendere loro un servizio sacro anche nelle loro 28 necessità materiali. Quando avrò fatto questo e avrò consegnato sotto 29 garanzia quello che è stato raccolto, partirò per la Spagna passando da voi. So che, giungendo presso di voi, ci verrò con la pienezza della benedizione di 30 Cristo. Perciò, fratelli, per il Signore nostro Gesù Cristo e l’amore dello Spirito, vi raccomando: lottate con me nelle preghiere che rivolgete a Dio, 31 perché io sia liberato dagli infedeli della Giudea e il mio servizio a 32 Gerusalemme sia bene accetto ai santi. Così, se Dio lo vuole, verrò da voi 33 pieno di gioia per riposarmi in mezzo a voi. Il Dio della pace sia con tutti voi. Amen. (Rm 15,14-33). 1 Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è al servizio della Chiesa di 2 Cencre: accoglietela nel Signore, come si addice ai santi, e assistetela in qualunque cosa possa avere bisogno di voi; anch’essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso. 3 4 Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù. Essi per salvarmi la vita hanno rischiato la loro testa, e a loro non io soltanto sono grato, 5 ma tutte le Chiese del mondo pagano. Salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa. Salutate il mio amatissimo Epèneto, che è stato il primo a credere in 6 Cristo nella provincia dell’Asia. Salutate Maria, che ha faticato molto per voi. 7 Salutate Andrònico e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia: sono 8 insigni tra gli apostoli ed erano in Cristo già prima di me. Salutate Ampliato, 9 che mi è molto caro nel Signore. Salutate Urbano, nostro collaboratore in 10 Cristo, e il mio carissimo Stachi. Salutate Apelle, che ha dato buona prova in 11 Cristo. Salutate quelli della casa di Aristòbulo. Salutate Erodione, mio parente. Salutate quelli della casa di Narciso che credono nel Signore. 12 Salutate Trifena e Trifosa, che hanno faticato per il Signore. Salutate la 13 carissima Pèrside, che ha tanto faticato per il Signore. Salutate Rufo, prescelto 14 nel Signore, e sua madre, che è una madre anche per me. Salutate Asìncrito, 165 15 Flegonte, Erme, Pàtroba, Erma e i fratelli che sono con loro. Salutate Filòlogo e Giulia, Nereo e sua sorella e Olimpas e tutti i santi che sono con loro. 16 Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. Vi salutano tutte le Chiese di Cristo. 17 Vi raccomando poi, fratelli, di guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro l’insegnamento che avete appreso: tenetevi lontani 18 da loro. Costoro, infatti, non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e, con belle parole e discorsi affascinanti, ingannano il cuore dei semplici. 19 La fama della vostra obbedienza è giunta a tutti: mentre dunque mi 20 rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e immuni dal male. Il Dio della pace schiaccerà ben presto Satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signore nostro Gesù sia con voi. 21 Vi saluta Timòteo mio collaboratore, e con lui Lucio, Giasone, 22 Sosípatro, miei parenti. Anch’io, Terzo, che ho scritto la lettera, vi saluto nel 23 Signore. Vi saluta Gaio, che ospita me e tutta la comunità. Vi salutano Erasto, 24 tesoriere della città, e il fratello Quarto. [ ] 25 A colui che ha il potere di confermarvi nel mio Vangelo, che annuncia Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni, 26 ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti, per ordine dell’eterno Dio, annunciato a tutte le genti perché giungano all’obbedienza della fede, 27 a Dio, che solo è sapiente, per mezzo di Gesù Cristo, la gloria nei secoli. Amen. (Rm 16,1-27). Anche il Movimento Apostolico di Catanzaro, unendosi ai fratelli del Movimento Apostolico che vive in Roma già dal 1986, vuole rendere testimonianza alla bellezza e alla santità della verità e della carità che sono in Cristo Gesù. La Parola di Gesù si ricorda e si annunzia in diversi modi. L’importante è non uscire dal Vangelo. La forma, la via, lo strumento per manifestare la bellezza spirituale di Cristo e tutta la sua infinita ricchezza di redenzione e di salvezza, che questi giovani hanno scelto è quella della “sacra rappresentazione”. Tutte le vie sono buone, ad una condizione che non si esca dal Vangelo. Sono belle purché il Vangelo risuona sempre integro, puro, “vergine”, intatto. Anche questa verità così ci viene annunziata da San Paolo nella Lettera ai Corinzi: 166 18 La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma 19 per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti. 20 Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dov’è il sottile ragionatore di questo 21 mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della 22 predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, 23 noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per 24 i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è 25 potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. (1Cor 1,18-25). E ancora: 1 Vi proclamo poi, fratelli, il Vangelo che vi ho annunciato e che voi avete 2 ricevuto, nel quale restate saldi e dal quale siete salvati, se lo mantenete come ve l’ho annunciato. A meno che non abbiate creduto invano! 3 A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture 4 e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture 5 e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. 6 In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior 7 parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a 8 Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me 9 come a un aborto. Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. 10 Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è 11 con me. Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto. (1Cor 15,1-11). Le vie scelte mai devono sconvolgere il fine, mai devono stravolgerlo, mai oscurarlo. La verità e la santità del fine esige la verità e la santità dei mezzi, delle vie. 167 A voi che andate a Roma vi do un pensiero: portate a Roma il vostro cuore, il cuore di Gesù e il cuore della Vergine Maria. Il Vangelo non è però una pianta che uno porta in un bellissimo vaso e poi consegna a colui al quale essa è destinata. Il dono del Vangelo non è un pacco che si può spedire per corriere. Il dono del Vangelo si fa dalla purezza e dalla santità del cuore di ciascuno. Il dono del Vangelo si può fare in un solo modo: facendo sì che il nostro cuore diventi una cosa sola con il cuore di Gesù e della Vergine Maria. Il Vangelo è il dono al mondo del cuore di Gesù. Il cuore di Gesù deve essere nel cuore di Maria. Il cuore di Gesù e di Maria devono essere una cosa sola con il nostro cuore. Il nostro cuore porta la verità del Vangelo e la sua santità se porta in sé il cuore di Gesù e della Vergine Maria, Madre della Redenzione. Il cuore di Gesù quello della Vergine Maria sono santi. Anche il nostro cuore deve essere santo. Andate come missionari del Cristo, missionari della Chiesa. Sentitevi responsabili di questa andata. Non pensate alla Città. Non pensate ai panorami. Quando si va in un luogo per annunziare il Vangelo, il dono del Vangelo deve essere l’unico fine del nostro andare, del nostro recarci, del nostro essere in quel posto. La sacralità del viaggio deve essere dall’inizio alla fine. Se alla sacralità si aggiunge la profanità, non si conclude nulla, perché sempre la profanità prende il sopravvento sulla sacralità e la distrugge. Molta nostra missione non produce frutti perché il nostro cuore non è nella missione che stiamo svolgendo. Siamo solo con il corpo, ma lo spirito non c’è in quello che facciamo. Ecco allora l’invito dell’Ispiratrice, che è invito di Gesù: “Rimanete nella verità e nella santità della missione. Andate a Roma solo per compier questa missione. Ogni altra cosa non vi appartiene”. Questa è vera saggezza di Spirito Santo. Anche su questa verità San Paolo ci regala un bellissimo pensiero: 1 E tu, figlio mio, attingi forza dalla grazia che è in Cristo Gesù: 2le cose che hai udito da me davanti a molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali a loro volta siano in grado di insegnare agli altri. 3 Come un buon soldato di Gesù Cristo, soffri insieme con me. 4Nessuno, quando presta servizio militare, si lascia prendere dalle faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che lo ha arruolato. 5Anche l’atleta non riceve il premio se non ha lottato secondo le regole. 6Il contadino, che lavora duramente, dev’essere il primo a raccogliere i frutti della terra. 7Cerca di capire quello che dico, e il Signore ti aiuterà a comprendere ogni cosa. 168 8 Ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio Vangelo, 9 per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore. Ma la parola di Dio non è incatenata! 10Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. 11Questa parola è degna di fede: Se moriamo con lui, con lui anche vivremo; 12 se perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà; 13 se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso. 14 Richiama alla memoria queste cose, scongiurando davanti a Dio che si evitino le vane discussioni, le quali non giovano a nulla se non alla rovina di chi le ascolta. 15Sfòrzati di presentarti a Dio come una persona degna, un lavoratore che non deve vergognarsi e che dispensa rettamente la parola della verità. 16Evita le chiacchiere vuote e perverse, perché spingono sempre più all’empietà quelli che le fanno; 17la parola di costoro infatti si propagherà come una cancrena. Fra questi vi sono Imeneo e Filèto, 18i quali hanno deviato dalla verità, sostenendo che la risurrezione è già avvenuta e così sconvolgono la fede di alcuni. 19Tuttavia le solide fondamenta gettate da Dio resistono e portano questo sigillo: Il Signore conosce quelli che sono suoi, e ancora: Si allontani dall’iniquità chiunque invoca il nome del Signore. 20In una casa grande però non vi sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e di argilla; alcuni per usi nobili, altri per usi spregevoli. 21Chi si manterrà puro da queste cose, sarà come un vaso nobile, santificato, utile al padrone di casa, pronto per ogni opera buona. 22 Sta’ lontano dalle passioni della gioventù; cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro. 23Evita inoltre le discussioni sciocche e da ignoranti, sapendo che provocano litigi. 24 Un servo del Signore non deve essere litigioso, ma mite con tutti, capace di insegnare, paziente, 25dolce nel rimproverare quelli che gli si mettono contro, nella speranza che Dio conceda loro di convertirsi, perché riconoscano la verità 26 e rientrino in se stessi, liberandosi dal laccio del diavolo, che li tiene prigionieri perché facciano la sua volontà. (2Tm 2,1-26). Il nostro cuore è uno e non può essere insieme dato a Cristo Gesù e al mondo, alla santità e alla profanità, alla virtù e al vizio, alla missione e al divertimento. Pensate che quel giorno è tutto di Gesù. Potete convertire molte creature perché là sarà pieno di Universitari, coloro che hanno bisogno di conoscere veramente il Cristo e proclamare la Sua verità. 169 Questo giorno – cioè dal primo istante in cui si giunge in Roma fino a quando non si sarà lasciata la Città – è tutto di Gesù. Se è tutto di Gesù, se è un dono che gli abbiamo fatto, non può essere usato più secondo la nostra volontà. Deve essere usato secondo la volontà di Gesù. Qual è la volontà di Gesù? Che sia usato per la conversione di molti cuori. La conversione dei cuori passa attraverso questo dono fatto al Signore, dato a Lui. È questo il sacrificio che il Signore chiede a tutti coloro che si recano a Roma per questo evento di grazia e di verità. C’è tanta sete di Dio da parte del mondo. Il mondo va dissetato mostrando loro la bellezza di Cristo. Per questo non dobbiamo noi lasciarci conquistare dalla “bellezza pagana, mondana, peccatrice” del mondo. La bellezza di Cristo deve essere mostrata anche attraverso la nostra scelta di non gustare la bellezza pagana. Anche questa è libertà e grande testimonianza. Noi non abbiamo bisogno della bellezza pagana. Abbiamo gustato e gustiamo giorno per giorno la bellezza di Cristo Signore. Sta a voi farlo entrare nei cuori. Pregate. Noi qui abbiamo deciso di dare giovedì il nostro pomeriggio a Gesù per tutti voi, che andate a Roma. La Santa Messa alle ore 17,00 a San Francesco. Il venerdì a Santo Janni sempre alle ore 17,00 con la Via Crucis e il Santo Rosario. Il Sabato e la Domenica li dedichiamo per voi e la Chiesa tutta. Cosa fa il Movimento Apostolico che rimane a Catanzaro? Dedica questi giorni interamente alla preghiera. Prega perché molti cuori si convertano attraverso questa missione. Il Movimento Apostolico che rimane in Catanzaro fa come Mosè mentre Giosuè combatteva le battaglie del Signore. 1 Tutta la comunità degli Israeliti levò le tende dal deserto di Sin, camminando di tappa in tappa, secondo l’ordine del Signore, e si accampò a 2 Refidìm. Ma non c’era acqua da bere per il popolo. Il popolo protestò contro Mosè: «Dateci acqua da bere!». Mosè disse loro: «Perché protestate con me? 3 Perché mettete alla prova il Signore?». In quel luogo il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro 4 bestiame?». Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per 5 questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!». Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in 6 mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te 170 là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo 7 berrà». Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?». 8 9 Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm. Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». 10 Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, 11 mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle. Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva 12 Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero 13 ferme fino al tramonto del sole. Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada. 14 Allora il Signore disse a Mosè: «Scrivi questo per ricordo nel libro e mettilo negli orecchi di Giosuè: io cancellerò del tutto la memoria di Amalèk 15 sotto il cielo!». Allora Mosè costruì un altare, lo chiamò “Il Signore è il mio 16 vessillo” e disse: «Una mano contro il trono del Signore! Vi sarà guerra per il Signore contro Amalèk, di generazione in generazione!». (Es 17,1-16). Il Movimento Apostolico che rimane in Catanzaro combatte con loro e per loro nella preghiera. L’immagine di preghiera come vero combattimento viene da San Paolo: 1 Voi, padroni, date ai vostri schiavi ciò che è giusto ed equo, sapendo che anche voi avete un padrone in cielo. 2 Perseverate nella preghiera e vegliate in essa, rendendo grazie. 3Pregate anche per noi, perché Dio ci apra la porta della Parola per annunciare il mistero di Cristo. Per questo mi trovo in prigione, 4affinché possa farlo conoscere, parlandone come devo. 5 Comportatevi saggiamente con quelli di fuori, cogliendo ogni occasione. 6 Il vostro parlare sia sempre gentile, sensato, in modo da saper rispondere a ciascuno come si deve. 7 Tutto quanto mi riguarda ve lo riferirà Tìchico, il caro fratello e ministro fedele, mio compagno nel servizio del Signore, 8che io mando a voi perché conosciate le nostre condizioni e perché rechi conforto ai vostri cuori. 9Con lui verrà anche Onèsimo, il fedele e carissimo fratello, che è dei vostri. Essi vi informeranno su tutte le cose di qui. 10 Vi salutano Aristarco, mio compagno di carcere, e Marco, il cugino di Bàrnaba, riguardo al quale avete ricevuto istruzioni – se verrà da voi, fategli buona accoglienza – 11e Gesù, chiamato Giusto. Di coloro che vengono dalla circoncisione questi soli hanno collaborato con me per il regno di Dio e mi sono stati di conforto. 12Vi saluta Èpafra, servo di Cristo Gesù, che è dei vostri, il quale non smette di lottare per voi nelle sue preghiere, perché siate saldi, 171 perfetti e aderenti a tutti i voleri di Dio. 13Io do testimonianza che egli si dà molto da fare per voi e per quelli di Laodicèa e di Geràpoli. 14Vi salutano Luca, il caro medico, e Dema. 15 Salutate i fratelli di Laodicèa, Ninfa e la Chiesa che si raduna nella sua 16 casa. E quando questa lettera sarà stata letta da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi e anche voi leggete quella inviata ai Laodicesi. 17 Dite ad Archippo: «Fa’ attenzione al ministero che hai ricevuto nel Signore, in modo da compierlo bene». 18 Il saluto è di mia mano, di me, Paolo. Ricordatevi delle mie catene. La grazia sia con voi. (Col 4,1-18). La comunione di preghiera ci fa essere un solo combattimento, una sola battaglia, una sola lotta, una sola missione, un solo frutto, un solo merito, una sola grazia, un solo sacrificio. Pregate per non entrare in tentazione. Perché qualcuno vi dirà: “Usciamo. Facciamoci una passeggiata. Svaghiamoci”. Non li ascoltate. La tentazione è sempre in agguato. Non siate né sicuri e né certi. Pregate per non entrare in tentazione. Questo è un viaggio di missione. Un viaggio di preghiera. Un viaggio in cui si deve ricordare la Vergine Maria che vuole che si annunzi e che si ricordi il Vangelo. La tentazione potrebbe venire dall’esterno ed anche dall’interno dei “missionari” che si recano a Roma. La via per vincere la tentazione è una sola: la preghiera. Nella preghiera si attinge la forza di non ascoltare la voce suadente della tentazione e di respingerla come ha fatto Gesù con Pietro. 21 Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e 22 degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo 23 non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». (Mt 16,121-23). Gesù nell’Orto del Getsemani ci ha insegnato come si vince la tentazione. 36 Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai 37 discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e 38 i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: 39 «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come 40 vuoi tu!». Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: 41 «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è 42 debole». Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua 172 43 volontà». Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si 44 erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, 45 ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in 46 mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». (Mt 26,36-46). La tentazione si può vincere. La forza l’attingiamo nella preghiera. La vostra presenza a Roma è qualcosa di grande. Forse ancora voi non l’avete compreso. L’Ispiratrice vuole che tutti coloro che si recano a Roma vedano questa loro partenza come una grande missione. Vorrei non sbagliarmi. Vuole che la vediamo come la missione più grande compiuta fino ad oggi dal Movimento Apostolico. Per questo ci sta esortando a non cadere in tentazione. La caduta di uno solo in tentazione potrebbe comprometterla per sempre. L’amore per il Movimento Apostolico richiede ogni rinunzia, ogni sacrificio, ogni abnegazione, ogni obbedienza. In questi giorni sto meditando nel mio cuore. Gesù vi ha chiamato in questo giorno, per dire al mondo: “Noi ci siamo. Noi vogliamo essere con il Santo Padre, con i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, con la Gerarchia della Chiesa. Noi siamo con Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo. Abbiamo rinunziato a vivere la vita mondana per camminare con Gesù”. Come si parla al mondo in questo giorno? Come si dicono queste verità così alte e sublimi al mondo intero? Con la testimonianza della nostra vita. Con la scelta di essere e di rimanere sempre nella santità e nella sacralità della missione. Evitando ogni tentazione e respingendola come il male assoluto per il Movimento Apostolico. Non possiamo certo dire al mondo che abbiamo rinunciato a vivere la vita mondana, se poi cadiamo proprio nella tentazione della mondanità. Il mondo non ascolta oggi le parole. Il mondo vede. Il mondo crede ciò che vede. La santità non si predica. Si mostra. La fede non si dice. Si vive. Questo pensiero lo attingiamo da San Giacomo: 1 Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali. 2Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. 3Se guardate 173 colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», 4non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi? 5 Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? 6Voi invece avete disonorato il povero! Non sono forse i ricchi che vi opprimono e vi trascinano davanti ai tribunali? 7Non sono loro che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi? 8Certo, se adempite quella che, secondo la Scrittura, è la legge regale: Amerai il prossimo tuo come te stesso, fate bene. 9Ma se fate favoritismi personali, commettete un peccato e siete accusati dalla Legge come trasgressori. 10Poiché chiunque osservi tutta la Legge, ma la trasgredisca anche in un punto solo, diventa colpevole di tutto; 11 infatti colui che ha detto: Non commettere adulterio, ha detto anche: Non uccidere. Ora se tu non commetti adulterio, ma uccidi, ti rendi trasgressore della Legge. 12Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, perché 13il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà avuto misericordia. La misericordia ha sempre la meglio sul giudizio. 14 A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? 15Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano 16e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? 17Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta. 18 Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede». 19Tu credi che c’è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano! 20 Insensato, vuoi capire che la fede senza le opere non ha valore? 21Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le sue opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull’altare? 22Vedi: la fede agiva insieme alle opere di lui, e per le opere la fede divenne perfetta. 23E si compì la Scrittura che dice: Abramo credette a Dio e gli fu accreditato come giustizia, ed egli fu chiamato amico di Dio. 24 Vedete: l’uomo è giustificato per le opere e non soltanto per la fede. 25Così anche Raab, la prostituta, non fu forse giustificata per le opere, perché aveva dato ospitalità agli esploratori e li aveva fatti ripartire per un’altra strada? 26 Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta. (Gc 2,1-26). Non è la sacra rappresentazione che deve sconvolgere Roma. La più bella sacra rappresentazione è la nostra vita. È la visione della nostra vita diversa. Gli occhi del mondo sono sopra il Movimento Apostolico. Non nel teatro. Nella Città. In piazza San Pietro. Per le piazze. Nelle case in cui si alloggia. Qui noi rappresentiamo la passione del Signore. Qui il mondo vede chi crede nella passione di Gesù e chi invece non crede. 174 È la nostra vita la manifestazione del mistero di Cristo Gesù. Il palcoscenico è il mondo e noi siamo lo spettacolo. Anche questo pensiero annunzia San Paolo: 1 Ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di 3 Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele. A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; 4 anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è 5 il Signore! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode. 6 Queste cose, fratelli, le ho applicate a modo di esempio a me e ad Apollo per vostro profitto, perché impariate dalle nostre persone a stare a ciò che è scritto, e non vi gonfiate d’orgoglio favorendo uno a scapito di un altro. 7 Chi dunque ti dà questo privilegio? Che cosa possiedi che tu non l’abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto? 8 Voi siete già sazi, siete già diventati ricchi; senza di noi, siete già diventati re. Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con 9 voi. Ritengo infatti che Dio abbia messo noi, gli apostoli, all’ultimo posto, come condannati a morte, poiché siamo dati in spettacolo al mondo, agli angeli 10 e agli uomini. Noi stolti a causa di Cristo, voi sapienti in Cristo; noi deboli, 11 voi forti; voi onorati, noi disprezzati. Fino a questo momento soffriamo la fame, la sete, la nudità, veniamo percossi, andiamo vagando di luogo in luogo, 12 ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Insultati, benediciamo; 13 perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi. 14 Non per farvi vergognare vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi, 15 come figli miei carissimi. Potreste infatti avere anche diecimila pedagoghi in Cristo, ma non certo molti padri: sono io che vi ho generato in Cristo Gesù 16 17 mediante il Vangelo. Vi prego, dunque: diventate miei imitatori! Per questo vi ho mandato Timòteo, che è mio figlio carissimo e fedele nel Signore: egli vi richiamerà alla memoria il mio modo di vivere in Cristo, come insegno dappertutto in ogni Chiesa. 18 Come se io non dovessi venire da voi, alcuni hanno preso a gonfiarsi 19 d’orgoglio. Ma da voi verrò presto, se piacerà al Signore, e mi renderò conto non già delle parole di quelli che sono gonfi di orgoglio, ma di ciò che 20 veramente sanno fare. Il regno di Dio infatti non consiste in parole, ma in 21 potenza. Che cosa volete? Debbo venire da voi con il bastone, o con amore e con dolcezza d’animo? (1Cor 4,1-21). 2 Siamo noi lo spettacolo vivente attraverso il quale il mondo è chiamato alla conversione e alla fede nel Vangelo. 175 Vivete nella serenità, nella sobrietà, nella saggezza. Bisogna servire il Cristo con amore, senza esaltazione. Come vanno vissuti questi giorni? Nella serenità, nella sobrietà, nella saggezza, con amore, senza alcuna esaltazione. Non ci dobbiamo esaltare perché noi siamo solo strumenti, servi inutili. La conversione è sempre dono dell’Onnipotente. “Venite a me, dice Gesù, voi tutti che siete affaticati ed oppressi. Io vi ristorerò”. Se sarete in ansia, affaticati, rivolgetevi a Gesù. Pregate. Lui è con voi. Non vi lascerà soli in questo viaggio. Il Cielo è tutto con voi. Abbiate fede. Qualcuno potrebbe cadere in ansia, sentire il peso di questa grande responsabilità. Nessuna paura. Gesù è con lui. Gesù è con tutti. Il Cielo tutto è con lui. Il Cielo tutto è con tutti. Bisogna però pregare e chiedere a Gesù ogni aiuto. La preghiera è tutto in questo viaggio e tutto è dalla preghiera. Offrirò tutta la mia sofferenza, la mie preghiere, le mie giornate piene di dolore del corpo. Se non sono con il corpo con voi, sono nello spirito e nella preghiera. Anche l’Ispiratrice è con chi parte. È con loro in questo viaggio di missione. È con loro perché offre tutta la sua sofferenza per questa missione. È con loro perché è presente in Roma con il suo spirito. La presenza nello spirito non è meno presenza di quella della carne: 1 Si sente dovunque parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani, al punto che uno convive con la 2 moglie di suo padre. E voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che esserne afflitti in modo che venga escluso di mezzo a voi colui che ha compiuto un’azione 3 simile! Ebbene, io, assente con il corpo ma presente con lo spirito, ho già 4 giudicato, come se fossi presente, colui che ha compiuto tale azione. Nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati voi e il mio spirito insieme alla 5 potenza del Signore nostro Gesù, questo individuo venga consegnato a Satana a rovina della carne, affinché lo spirito possa essere salvato nel giorno del Signore. 6 Non è bello che voi vi vantiate. Non sapete che un po’ di lievito fa 7 fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! 8 Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità. 176 9 Vi ho scritto nella lettera di non mescolarvi con chi vive 10 nell’immoralità. Non mi riferivo però agli immorali di questo mondo o agli 11 avari, ai ladri o agli idolatri: altrimenti dovreste uscire dal mondo! Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello ed è immorale o avaro o idolatra o maldicente o ubriacone o ladro: con questi tali non dovete neanche 12 mangiare insieme. Spetta forse a me giudicare quelli di fuori? Non sono 13 quelli di dentro che voi giudicate? Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi! (1Cor 5,1-13). L’Ispiratrice è assente con il suo corpo. Ma il suo spirito è in questo viaggio. È in questo viaggio con loro per dare forza, coraggio. Ma soprattutto per proteggerli e custodirli da ogni tentazione. Mi sono innamorata del vostro Musical. Fate innamorare gli altri, affinché dicano: “Grazie, Signore Gesù, che hai voluto il 3 novembre del 1979, questo Movimento Apostolico con tanti giovani”. I giovani sono la ricchezza del Movimento Apostolico. Sono la ricchezza della Chiesa. Grandi cose il Signore potrà compiere per mezzo loro. La via però è una sola: la loro santità, la loro scelta di Cristo, il loro abbandono della mondanità e della profanità. Prendetevi per mano. Non camminate mai da soli. Vi faccio tanti auguri di cuore. Ognuno in questo viaggio deve essere il sostegno e la forza dell’altro. Ognuno deve divenire la consolazione e la speranza dell’altro. Ognuno deve farsi il bastone di viaggio dell’altro. Insieme si vince il mondo. Insieme si supera la tentazione. Insieme si svolge la missione. Che la Vergine Maria, Madre della Redenzione, in questo cammino vi assista, vi protegga. Ora l’Ispiratrice chiede alla Vergine Maria, Madre della Redenzione, assistenza e protezione. Assistenza e protezione vi sarà, se anche coloro che partono ogni giorno invocano questa assistenza e questa protezione. Per questo anche loro dovranno pregare perché la grazia di Dio e la sua sapienza guidi il loro cuore e doni forza alla loro volontà. Anche il vostro Angelo Custode cammina con voi. Questa verità è consolante. 177 Sapere che l’Angelo custode cammina con chi parte deve spingere ad invocarlo in ogni circostanza. Qualsiasi cosa si faccia, la si deve fare nella preghiera. L’Angelo Custode è lì per ascoltare. Ascolta però il cuore che lo invoca. Ringraziamo la Vergine Maria, che è sempre vicina a noi, che nei momenti di sconforto, come alle nozze di Cana, chiede a Gesù, suo Figlio, la grazia per noi. Questa immagine della Vergine Maria, Madre della Redenzione, è tanto cara all’Ispiratrice. Leggiamo l’evento. 1 Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre 2 3 di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a 4 mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le 5 rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». 6 Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, 7 contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite 8 d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene 9 portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che 10 avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». 11 Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. (Gv 2,1-11). Il cuore di queste nozze è la Vergine Maria. Il cuore di questo viaggio deve essere la Vergine Maria. Il cuore del Movimento Apostolico deve essere la Vergine Maria. Se la Vergine Maria sarà fatta il nostro cuore, allora il miracolo del vino sarà sempre possibile. Preghiamo per il Santo Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, tutti gli ammalati e tutti coloro che hanno bisogno di tante preghiere. Il Movimento Apostolico ogni giorno deve pregare per la Chiesa. La Chiesa è nostra Madre. Per la Madre nostra dobbiamo nutrire l’amore più grande. Il Movimento Apostolico deve anche pregare per la conversione dei cuori e per il sollievo di quanti versano nei disagi della malattia e della povertà. Con la nostra preghiera possiamo fare tanto. Possiamo fare come la Vergine Maria alle nozze di Cana. La nostra preghiera mette Dio in azione e l’azione di Dio è sempre onnipotente. 178 Pregate affinché a Roma vedano le meraviglie del Signore. È Cristo Gesù la meraviglia di Dio. È il suo amore crocifisso. Attraverso questo Musical tutta Roma deve lasciarsi conquistare dalla meraviglia di Dio per la nostra salvezza. Meraviglia di Dio è anche il Movimento Apostolico, strumento nelle mani di Dio per la salvezza di molti cuori. Mostrare la bellezza del Movimento Apostolico spetta ad ogni suo Aderente. Pregare perché questa bellezza venga vista dal mondo intero e perché attraverso di essa ognuno si innamori di Cristo, suo Salvatore e Redentore, è obbligo di tutti noi. Le meraviglie di Dio sono le opere sante che il Movimento compie. Questa parola di San Luca ci è di conforto: 10 11 Stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva 12 in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, 13 sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. 14 Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di 15 sabato». Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad 16 abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di 17 sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. (Lc 13,10-17). Compiamone tante di queste meraviglie e il mondo esulterà di gioia. Complimenti e auguri. Vi raccomando. Tenetevi per mano. Siate saggi. Tutto dipende dalla saggezza di chi è inviato, di chi compie la missione. Che il Santo Rosario vi dia la forza di andare avanti. Il Santo Rosario sia come il bastone per il viandante. Che la Bevanda Eucaristica vi faccia sempre attenti alla Parola del Signore. L’Eucaristia come il suo tascapane. Essa è la forza nel viaggio. Essa è la fedeltà nella missione. 179 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo lunedì (23 Marzo 2009) sono interamente dedicate alla missione che il Movimento Apostolico svolgerà in Roma nei giorni 28 e 29 Marzo 2009. Quanto detto per questa missione vale per ogni altra missione che il Movimento Apostolico è chiamato a svolgere, anche per quelle più semplici e ordinarie. Ecco allora le verità che devono accompagnare la missione del Movimento Apostolico sempre, per tutti i giorni della nostra vita. - Quando si parte per una missione si deve solamente pensare alla missione da svolgere. Tutti gli altri interessi sia di ordine culturale che di ordine ricreativo o di altro interesse non devono esistere neanche come pensiero. - La tentazione però sa come distogliere il cuore e la mente dalla missione: mettendo in noi altri interessi forti di mondanità, di profanità; facendoci vedere compatibile ogni cosa con la nostra missione. - Questa è tentazione da scacciare, da allontanare da noi. Come si allontana la tentazione? - Con la preghiera incessante alla Vergine Maria, Madre della Redenzione. - Divenendo l’uno il sostegno dell’altro. - Non tentando l’uno gli altri. - Isolando all’istante il tentatore: se vuoi rovinare la nostra missione, rovinati tu. Noi non vogliamo partecipare alla tua rovina. - Si allontana la tentazione anche con l’aiuto del nostro Angelo Custode, il quale, quando è invocato, subito accorre in nostro aiuto e ci salva dal male e dai pericoli che incombono sulla nostra vita. Compiendo solo la missione e compiendola bene, la grazia di Dio si riversa su tutti coloro che vengono a contatto di essa. La grazia di Dio è sempre apportatrice di conversioni e di un bene più grande per tutto il Movimento Apostolico. Ora si tratta di credere. Il Signore ha visto per noi e ce lo ha fatto dire per bocca dell’Ispiratrice. A noi tutta la responsabilità di obbedire. Se obbediamo di sicuro faremo cose grande e mostreremo le meraviglie del Signore. Se non obbediremo mostreremo solo la nostra insipienza. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli e i Santi del Cielo guidino il Movimento Apostolico in questa missione che è una delle più vitali della sua esistenza di 30 anni. Accompagniamo tutti la missione con la nostra preghiera. 180 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 30 Marzo 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Dirvi grazie è poco. Si acclama me, si acclama la Presidente, si acclamano tutti, ma il vero applauso io lo do ai giovani. Il Movimento senza i giovani è povero. Grazie di cuore. Che il Signore vi benedica e vi sostenga in questo cammino. Molti di voi avete nel cuore qualche sofferenza, qualche piccolo o grande dramma. Non vi abbattete. Con voi regna il Signore e la Vergine Maria, Madre della Redenzione. Dovete essere diversi dagli altri. Se voi giovani vi convertite al Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, cambierete molti altri giovani. Io devo diminuire, come ha detto Giovanni il Battista, perché Gesù cresca. Tutto il Movimento deve crescere e tutti voi. La Chiesa deve essere ricca per mezzo vostro. Gesù era gioioso, presente in mezzo a voi. Eravate uno spettacolo, un capolavoro. Invitate giovani nuovi a conoscere Gesù. Invitate giovani che sono nella disperazione, nella desolazione. Giovani che non sanno dove andare. Ognuno di voi deve essere felice di quello che ha fatto. Ognuno di voi si coltivi un giovane per Gesù. Se qualcuno ha nel cuore di farsi Sacerdote, di servire Gesù, accogliete questo pensiero. Seguitelo. Dico ai Sacerdoti: “Seguiteli. Non fate disperdere le vocazioni”. Domani il Movimento Apostolico ha bisogno di tanti, tanti, tanti Santi Sacerdoti. Quando siete stati a Roma vi pensavo e dicevo: “Ecco l’ora di Dio. È venuta la sua ora”: E dentro quest’anno verrà un’altra ora molto più grande di questa. E dobbiamo essere gioiosi della sofferenza che abbiamo portato sulle spalle. Se il Signore mi lascia ancora in vita, vuol dire che non mi dovete risparmiare in nulla. Perdoniamo sempre. Siamo sempre misericordiosi. Non accusiamo mai il colpevole. Imitiamo Gesù. Siamo misericordiosi come Gesù è misericordioso con noi. Non vi stancate mai. Accogliete ogni cosa e fate bene ogni cosa con la preghiera nel cuore. Siate gioiosi per Gesù. Amate la Chiesa. Nei momenti di stanchezza, con il vostro Padre Spirituale, andate avanti. La Bevanda Eucaristica ci dia forza, fede, tanta umiltà. Il Santo Rosario ci ottenga il dono di perseverare sino alla fine. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, per tutti gli ammalati, i poveri e per la pace nel mondo. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) TESTO COMMENTATO Dirvi grazie è poco. Si acclama me, si acclama la Presidente, si acclamano tutti, ma il vero applauso io lo do ai giovani. Notate l’umiltà dell’Ispiratrice. È grande. Immensa. Straordinaria. Celeste. Si mette da parte, si nasconde, si fa serva inutile per esaltare e magnificare i giovani. La sua è vera umiltà perché vero è il suo nascondimento. Vero è il suo annientamento. Vero è il suo annichilirsi dinanzi a Dio e agli uomini. La vera umiltà dona la gloria a Dio, la dona agli altri. Dio trionfa e viene magnificato attraverso gli altri, attraverso i giovani. Da questa sua umiltà noi tutti dobbiamo imparare. L’umiltà è la luce della vita, il sale, tutto. Dove non c’è umiltà, lì di sicuro non c’è Dio, perché Dio è con gli umili e con i puri di cuore. Il Movimento senza i giovani è povero. Grazie di cuore. Che il Signore vi benedica e vi sostenga in questo cammino. È bello pensare e vedere i giovani come la ricchezza del Movimento Apostolico. È bello spendere ogni energia per curarli, aiutarli, sorreggerli, dare loro una mano, sostenerli in ogni loro necessità, mostrare loro come si ama Gesù, in modo che loro possono mostrarlo a tutti i loro coetanei. È bello impegnarsi per creare un esercito di giovani che rende gloria al Signore attraverso tutto quello che fa. Per fare questo dobbiamo però rivestirci della più grande umiltà e di quello spirito di collaborazione che è la vera anima di ogni impegno pastorale nella Chiesa. È bello ringraziare il Signore per il bene che gli altri hanno fatto. È bello chiedere al Signore che benedica quanti lavorano, hanno lavorato, si sono impegnati - in questo caso i giovani – e chiedere per loro ogni sostegno al Signore. L’animo dell’Ispiratrice è grande. I suoi occhi sono occhi di cielo. Ella vede con gli occhi dello Spirito Santo. Vede la grande potenzialità di amore e di verità che hanno i giovani ed esorta tutti noi a prendere coscienza di questo, in modo che ci poniamo tutti a loro servizio. L’umiltà si fa in lei visione in spirito, la visione in spirito in preghiera, la preghiera in aiuto, sostegno, ringraziamento, dono di se stessa perché 182 ancora il Signore possa fare del bene ai giovani per suo tramite, per lo svolgimento sempre più santo della missione ricevuta. In queste parole dell’Ispiratrice mi sembra si sentire la voce del Salmo. Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria, per il tuo amore, per la tua fedeltà. Perché le genti dovrebbero dire: «Dov’è il loro Dio?». Il nostro Dio è nei cieli: tutto ciò che vuole, egli lo compie. I loro idoli sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano. Le loro mani non palpano, i loro piedi non camminano; dalla loro gola non escono suoni! Diventi come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida! Israele, confida nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo. Casa di Aronne, confida nel Signore:egli è loro aiuto e loro scudo. Voi che temete il Signore, confidate nel Signore: egli è loro aiuto e loro scudo. Il Signore si ricorda di noi, ci benedice: benedice la casa d’Israele, benedice la casa di Aronne. Benedice quelli che temono il Signore, i piccoli e i grandi. Vi renda numerosi il Signore, voi e i vostri figli. Siate benedetti dal Signore, che ha fatto cielo e terra. I cieli sono i cieli del Signore, ma la terra l’ha data ai figli dell’uomo. Non i morti lodano il Signore né quelli che scendono nel silenzio, ma noi benediciamo il Signore da ora e per sempre. Alleluia. (Salmo 115 (113B), 1-18). Non a me, non a me, Signore, da’ gloria. Dalla ai tuoi giovani. Dalla al Movimento Apostolico. Dalla agli altri, ma non a me. Da questa umiltà noi tutti dobbiamo imparare. È questo il più bello, il più santo, il più vero, il più attuale insegnamento della sua vita. Molti di voi avete nel cuore qualche sofferenza, qualche piccolo o grande dramma. Non vi abbattete. Con voi regna il Signore e la Vergine Maria, Madre della Redenzione. Gesù non ha mai negato una grazia, un miracolo, un aiuto a tutti coloro che si rivolgevano a Lui. Spesse volte ha anche prevenuto la richiesta degli uomini. Sovente è andato oltre ogni loro attesa. Anche la Vergine Maria, Madre della Redenzione, alle nozze di Cana ha agito di sua spontanea volontà, perché mossa dallo Spirito Santo, in favore degli sposi. Nessuno le aveva chiesto niente. Questa fede in Gesù e nella Vergine Maria l’Ispiratrice vuole che ognuno di noi coltivi nel cuore fino a farla divenire grande, grandissima. Gesù e la Vergine Maria non deludono il cuore di chi crede e prega con perseveranza, in pace, nel perdono, nella grande misericordia. 183 Gesù e la Vergine Maria sono con noi. Vivono con noi. Operano per noi. A noi è chiesto di avere fede e di pregare. Dovete essere diversi dagli altri. Se voi giovani vi convertite al Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, cambierete molti altri giovani. È questa la via della missione del Movimento Apostolico: parlare con la vita; parlare con la santità del nostro corpo, della nostra anima, del nostro spirito. Ogni Aderente del Movimento Apostolico deve essere diverso dagli altri. Diverso in che cosa? Diverso nella santità, che è purezza interiore ed esteriore. È purezza dell’anima, dello spirito, del corpo. È verità dell’anima, dello spirito, del corpo. Ecco come San Paolo insegna questa verità ai Romani e ai Corinzi. Ai Romani così scrive: 1 Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come 2 sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. 3 Per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno secondo la misura di fede 4 che Dio gli ha dato. Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste 5 membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli 6 altri. Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della 7 profezia la eserciti secondo ciò che detta la fede; chi ha un ministero attenda al 8 ministero; chi insegna si dedichi all’insegnamento; chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia. 9 10 14 15 La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri 11 con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il 12 bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. Siate lieti nella speranza, 13 costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità. Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli 16 che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi. 17 Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli 18 19 uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina. Sta scritto infatti: Spetta 20 a me fare giustizia, io darò a ciascuno il suo, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, 184 21 accumulerai carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene. (Rm 12,1-21). Ai Corinzi così scrive: 1 Si sente dovunque parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità tale che non si 2 riscontra neanche tra i pagani, al punto che uno convive con la moglie di suo padre. E voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che esserne afflitti in modo che venga escluso di 3 mezzo a voi colui che ha compiuto un’azione simile! Ebbene, io, assente con il corpo ma presente con lo spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha 4 compiuto tale azione. Nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati voi e il mio 5 spirito insieme alla potenza del Signore nostro Gesù, questo individuo venga consegnato a Satana a rovina della carne, affinché lo spirito possa essere salvato nel giorno del Signore. 6 Non è bello che voi vi vantiate. Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la 7 pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E 8 infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità. 9 10 Vi ho scritto nella lettera di non mescolarvi con chi vive nell’immoralità. Non mi riferivo però agli immorali di questo mondo o agli avari, ai ladri o agli idolatri: 11 altrimenti dovreste uscire dal mondo! Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello ed è immorale o avaro o idolatra o maldicente o ubriacone o ladro: con questi 12 tali non dovete neanche mangiare insieme. Spetta forse a me giudicare quelli di fuori? 13 Non sono quelli di dentro che voi giudicate? Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi! (1Cor 5,1-13). 1 Quando uno di voi è in lite con un altro, osa forse appellarsi al giudizio degli ingiusti 2 anziché dei santi? Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? E se siete voi a 3 giudicare il mondo, siete forse indegni di giudizi di minore importanza? Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più le cose di questa vita! 4 Se dunque siete in lite per cose di questo mondo, voi prendete a giudici gente che non 5 ha autorità nella Chiesa? Lo dico per vostra vergogna! Sicché non vi sarebbe nessuna 6 persona saggia tra voi, che possa fare da arbitro tra fratello e fratello? Anzi, un fratello 7 viene chiamato in giudizio dal fratello, e per di più davanti a non credenti! È già per voi una sconfitta avere liti tra voi! Perché non subire piuttosto ingiustizie? Perché non 8 lasciarvi piuttosto privare di ciò che vi appartiene? Siete voi invece che commettete 9 ingiustizie e rubate, e questo con i fratelli! Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né 10 sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il 11 regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi! Ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio. 185 12 «Tutto mi è lecito!». Sì, ma non tutto giova. «Tutto mi è lecito!». Sì, ma non mi 13 lascerò dominare da nulla. «I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!». Dio però distruggerà questo e quelli. Il corpo non è per l’impurità, ma per il Signore, e il Signore 14 è per il corpo. Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. 15 Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di 16 Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! Non sapete che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due – è detto – diventeranno una sola 17 18 carne. Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. State lontani dall’impurità! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà 19 all’impurità, pecca contro il proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi 20 stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo! (1Cor 6,1-20). Il mondo cambia, i giovani cambiano vedendo il nostro cambiamento, la nostra serietà, le nostre virtù. Il mondo, i giovani cambiano se vedono che camminiamo nel Vangelo, secondo il Vangelo, per il Vangelo. Il mondo, i giovani cambiano se ci vedono diversi da loro. La diversità è bellezza di santità, di verità, di amore, di comunione, di sincerità, di grande purezza interiore ed esteriore. È la nostra vita diversa dalla loro che attesta la verità della nostra fede in Gesù Signore. Io devo diminuire, come ha detto Giovanni il Battista, perché Gesù cresca. Tutto il Movimento deve crescere e tutti voi. La Chiesa deve essere ricca per mezzo vostro. Invidia, Gelosia, rancore, parole vane non devono mai regnare nel Movimento Apostolico. Il Movimento Apostolico deve sempre rivestirsi della più grande, santa umiltà. Ecco l’umiltà di Giovanni il Battista. 22 Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea, e là si 23 tratteneva con loro e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, 24 perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. 25 Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla 26 purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e 27 tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è 28 stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il 29 Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la 186 sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello 30 sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». 31 Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e 32 parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha 33 visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la 34 testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le 35 parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in 36 mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui. (Gv 3,22-35). Ecco l’umiltà di Mosè: 16 Il Signore disse a Mosè: «Radunami settanta uomini tra gli anziani d’Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e come loro scribi, conducili alla tenda del 17 convegno; vi si presentino con te. Io scenderò e lì parlerò con te; toglierò dello spirito che è su di te e lo porrò su di loro, e porteranno insieme a te il carico del popolo e tu non 18 lo porterai più da solo. Dirai al popolo: “Santificatevi per domani e mangerete carne, perché avete pianto agli orecchi del Signore, dicendo: Chi ci darà da mangiare carne? 19 Stavamo così bene in Egitto! Ebbene, il Signore vi darà carne e voi ne mangerete. Ne mangerete non per un giorno, non per due giorni, non per cinque giorni, non per dieci 20 giorni, non per venti giorni, ma per un mese intero, finché vi esca dalle narici e vi venga a nausea, perché avete respinto il Signore che è in mezzo a voi e avete pianto davanti a lui, dicendo: Perché siamo usciti dall’Egitto?”». 21 Mosè disse: «Questo popolo, in mezzo al quale mi trovo, conta seicentomila adulti e tu 22 dici: “Io darò loro la carne e ne mangeranno per un mese intero!”. Si sgozzeranno per loro greggi e armenti in modo che ne abbiano abbastanza? O si raduneranno per loro 23 tutti i pesci del mare, in modo che ne abbiano abbastanza?». Il Signore rispose a Mosè: «Il braccio del Signore è forse raccorciato? Ora vedrai se ti accadrà o no quello che ti ho detto». 24 Mosè dunque uscì e riferì al popolo le parole del Signore; radunò settanta uomini tra 25 gli anziani del popolo e li fece stare intorno alla tenda. Allora il Signore scese nella nube e gli parlò: tolse parte dello spirito che era su di lui e lo pose sopra i settanta uomini anziani; quando lo spirito si fu posato su di loro, quelli profetizzarono, ma non 26 lo fecero più in seguito. Ma erano rimasti due uomini nell’accampamento, uno chiamato Eldad e l’altro Medad. E lo spirito si posò su di loro; erano fra gli iscritti, ma 27 non erano usciti per andare alla tenda. Si misero a profetizzare nell’accampamento. Un giovane corse ad annunciarlo a Mosè e disse: «Eldad e Medad profetizzano 28 nell’accampamento». Giosuè, figlio di Nun, servitore di Mosè fin dalla sua 29 adolescenza, prese la parola e disse: «Mosè, mio signore, impediscili!». Ma Mosè gli disse: «Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il 30 Signore porre su di loro il suo spirito!». E Mosè si ritirò nell’accampamento, insieme con gli anziani d’Israele. (Num 11,16-30). Giovanni il Battista non è geloso di Gesù. Mosè non è geloso di quanti profetizzavano nel nome del Signore. 187 L’Ispiratrice del Movimento Apostolico vive secondo lo Spirito di Cristo Gesù. Gesù ha comunicato tutti i suoi poteri ai suoi Apostoli. Tutto di sé Gesù ha dato ai suoi Apostoli. Gesù ha lavorato per tre anni con i suoi Apostoli per farli crescere, farli divenire grandi nella fede, nella carità, nella speranza. Ha poi dato loro il suo Spirito perché potessero vivere la missione di salvezza a favore di tutti gli uomini. L’umiltà è dono di sé, di tutto ciò che si è. L’umile si dona tutto all’altro perché l’altro raggiunga la sua perfezione di verità e di grazia. Per l’Ispiratrice – come per Giovanni il Battista – è venuta l’ora che si parli di Gesù, solo di Gesù e delle grandi cose che sta compiendo attraverso il Movimento Apostolico. Ella vuole essere vero chicco di grano che muore in terra perché dalla suo morte nasce un Movimento Apostolico forte, santo, capace di portare salvezza al mondo intero. Ella vuole essere chicco di grano dalla cui morte una moltitudine di giovani prende vita e produca molto frutto. Gesù era gioioso, presente in mezzo a voi. Eravate uno spettacolo, un capolavoro. È questa la vera potenza evangelizzatrice dei giovani: creare uno spettacolo di fede attorno a sé, non per quello che realizzano, ma per come vivono. La testimonianza della gioia, della serenità, della speranza, dell’amore, della santità è lo spettacolo che i giovani sano dare, hanno saputo dare. Di questo spettacolo anche Gesù gioisce nel Cielo e sulla terra. Invitate giovani nuovi a conoscere Gesù. Invitate giovani che sono nella disperazione, nella desolazione. Giovani che non sanno dove andare. All’opera, alla testimonianza si deve però sempre aggiungere la Parola. La Parola si deve fare invito. Molti sono i giovani che Gesù chiama. Gesù però li vuole chiamare attraverso la voce di altri giovani, dei giovani che già credono in Lui e Lo amano. Il cuore di molti giovani è già pronto a seguire il Signore. Non conoscono però la voce di Gesù. Sono come Samuele nel tempio. 1 Il giovane Samuele serviva il Signore alla presenza di Eli. La parola del Signore era 2 rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. E quel giorno avvenne che Eli stava dormendo al suo posto, i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a 188 3 vedere. La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele dormiva nel tempio del 4 Signore, dove si trovava l’arca di Dio. Allora il Signore chiamò: «Samuele!» ed egli 5 rispose: «Eccomi», poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli 6 rispose: «Non ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: «Samuele!»; Samuele si alzò e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quello rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna 7 a dormire!». In realtà Samuele fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, 8 né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: «Samuele!» per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai 9 chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuele: «Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: “Parla, Signore, perché il tuo servo 10 ti ascolta”». Samuele andò a dormire al suo posto. Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose subito: 11 «Parla, perché il tuo servo ti ascolta». Allora il Signore disse a Samuele: «Ecco, io sto 12 per fare in Israele una cosa che risuonerà negli orecchi di chiunque l’udrà. In quel giorno compirò contro Eli quanto ho pronunciato riguardo alla sua casa, da cima a 13 fondo. Gli ho annunciato che io faccio giustizia della casa di lui per sempre, perché 14 sapeva che i suoi figli disonoravano Dio e non li ha ammoniti. Per questo io giuro contro la casa di Eli: non sarà mai espiata la colpa della casa di Eli, né con i sacrifici né 15 con le offerte!». Samuele dormì fino al mattino, poi aprì i battenti della casa del 16 Signore. Samuele però temeva di manifestare la visione a Eli. Eli chiamò Samuele e 17 gli disse: «Samuele, figlio mio». Rispose: «Eccomi». Disse: «Che discorso ti ha fatto? Non tenermi nascosto nulla. Così Dio faccia a te e anche peggio, se mi nasconderai una 18 sola parola di quanto ti ha detto». Allora Samuele gli svelò tutto e non tenne nascosto nulla. E disse: «È il Signore! Faccia ciò che a lui pare bene». 19 Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue 20 parole. Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato 21 costituito profeta del Signore. Il Signore continuò ad apparire a Silo, perché il Signore si rivelava a Samuele a Silo con la sua parola. (1Sam 3,1-21). Se ogni giovane che conosce Gesù si fa voce di Gesù, molti giovani che non lo conoscono, ma che lo amano già, possono aderire a Lui con tutto il cuore in pienezza di verità e di grazia. È questa la missione del Movimento Apostolico. Questa missione è affidata ai giovani. Se loro credono e buttano la rete come ha fatto Pietro, di certo saranno moltissimi quelli che Gesù chiamerà nel Movimento Apostolico. 1 Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando 2 presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano 3 scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. 4 Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti 5 per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo 6 preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità 189 7 enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le 8 barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle 9 ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano 10 fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù 11 disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. (Lc 5,1-11). Solo sulla Parola di Gesù, solo credondo in questa Parola, possiamo noi svolgere la missione che ci è stata affidata. Ognuno di voi deve essere felice di quello che ha fatto. Ognuno di voi si coltivi un giovane per Gesù. Se qualcuno ha nel cuore di farsi Sacerdote, di servire Gesù, accogliete questo pensiero. Seguitelo. Ogni giovane è invitato a coltivarsi un altro giovane. Ma anche ogni giovane se, come Samuele, come Pietro, ascolta la voce di Gesù nel cuore che lo chiama ad essere pescatore di uomini, non abbia timore ad accogliere questa voce e a seguire Gesù. La voce di Gesù va sempre ascoltata. Essa è voce di salvezza per se stessi e per il mondo intero. Gesù sempre chiama. Il giovane deve lasciarsi sempre chiamare da Gesù. La sequela di Gesù è sempre pienezza di vita per se stessi e per gli altri. Dico ai Sacerdoti: “Seguiteli. Non fate disperdere le vocazioni”. Domani il Movimento Apostolico ha bisogno di tanti, tanti, tanti Santi Sacerdoti. Ogni vocazione va però aiutata, sostenuta, curata. Chi ha detto sì a Gesù in pienezza di libertà interiore ed esteriore, con tutto il cuore, ma anche con tutta la mente e la volontà, ha bisogno poi di tanta cura. Il mondo è sempre pronto a distruggere ogni vocazione. Il mondo è in tutto simile ad una capra dinanzi ad un tenero germoglio. La vocazione è un tenero germoglio e il mondo è la capra. Se il tenero germoglio non va protetto, custodito, recintato, la capra lo divora. Le bastano pochi istanti e una vocazione è già morta. Quando siete stati a Roma vi pensavo e dicevo: “Ecco l’ora di Dio. È venuta la sua ora”: E dentro quest’anno verrà un’altra ora molto più grande di questa. E dobbiamo essere gioiosi della sofferenza che abbiamo portato sulle spalle. L’ora di Dio per l’Ispiratrice è l’ora delle grazie che Lei chiede al Signore. Tutta la vita del Movimento è una grazia che sempre Ella chiede al Signore. 190 Ogni frutto che produce il Movimento è una grazia da Lei chiesta al Signore. Anche noi dobbiamo chiedere tutto per grazia. Chiesta la grazia, dobbiamo attendere che anche per noi giunga l’ora del Signore. Alla preghiera l’Ispiratrice aggiunge sempre ogni sofferenza, offerta al Signore con tanto amore ed infinita pazienza. Se il Signore mi lascia ancora in vita, vuol dire che non mi dovete risparmiare in nulla. L’Ispiratrice è come San Paolo. Si è spesa tutta per il Movimento Apostolico e si vuole spendere ancora di più. 1 Se bisogna vantarsi – ma non conviene – verrò tuttavia alle visioni e alle rivelazioni del Signore. 2So che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa – se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. 3E so che quest’uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio – 4fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunciare. 5Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze. 6Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato: direi solo la verità. Ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente da me 7e per la straordinaria grandezza delle rivelazioni. Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. 8A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. 9Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte. 11 Sono diventato pazzo; ma siete voi che mi avete costretto. Infatti io avrei dovuto essere raccomandato da voi, perché non sono affatto inferiore a quei superapostoli, anche se sono un nulla. 12Certo, in mezzo a voi si sono compiuti i segni del vero apostolo, in una pazienza a tutta prova, con segni, prodigi e miracoli. 13In che cosa infatti siete stati inferiori alle altre Chiese, se non in questo: che io non vi sono stato di peso? Perdonatemi questa ingiustizia! 14 Ecco, è la terza volta che sto per venire da voi, e non vi sarò di peso, perché non cerco i vostri beni, ma voi. Infatti non spetta ai figli mettere da parte per i genitori, ma ai genitori per i figli. 15Per conto mio ben volentieri mi prodigherò, anzi consumerò me stesso per le vostre anime. Se vi amo più intensamente, dovrei essere riamato di meno? 16 Ma sia pure che io non vi sono stato di peso. Però, scaltro come sono, vi ho preso con inganno. 17Vi ho forse sfruttato per mezzo di alcuni di quelli che ho inviato tra voi? 18 Ho vivamente pregato Tito di venire da voi e insieme con lui ho mandato quell’altro fratello. Tito vi ha forse sfruttati in qualche cosa? Non abbiamo forse camminato ambedue con lo stesso spirito, e sulle medesime tracce? 191 19 Da tempo vi immaginate che stiamo facendo la nostra difesa davanti a voi. Noi parliamo davanti a Dio, in Cristo, e tutto, carissimi, è per la vostra edificazione. 20Temo infatti che, venendo, non vi trovi come desidero e che, a mia volta, venga trovato da voi quale non mi desiderate. Temo che vi siano contese, invidie, animosità, dissensi, maldicenze, insinuazioni, superbie, disordini, 21e che, alla mia venuta, il mio Dio debba umiliarmi davanti a voi e io debba piangere su molti che in passato hanno peccato e non si sono convertiti dalle impurità, dalle immoralità e dalle dissolutezze che hanno commesso. È grande in lei il mistero dell’amore. Perdoniamo sempre. Siamo sempre misericordiosi. Non accusiamo mai il colpevole. Imitiamo Gesù. Siamo misericordiosi come Gesù è misericordioso con noi. È questa una vera scuola di amore, di compassione, di misericordia, di pietà. Solo chi è costantemente alla scuola di Cristo Gesù può impartire una lezione così alta. Leggiamo le parole Mettiamole in pratica. una per una. Meditiamole. Comprendiamole. Non vi stancate mai. Accogliete ogni cosa e fate bene ogni cosa con la preghiera nel cuore. Siate gioiosi per Gesù. Amate la Chiesa. Anche queste parole sono una vera scuola di amore. Non stancarsi mai. Non ci si può stancare nell’amore. Accogliete ogni cosa e fate ogni cosa con la preghiera nel cuore. Tutto si vede in Dio. Da Dio lo si riceve per il Signore lo si fa. Anche la croce si deve vedere in Dio, in Gesù e a Gesù, a Dio la si deve offrire. La gioia nasce nel cuore che ama il Signore e vede ogni cosa nella fede, nella carità, nella speranza. Amare la Chiesa è servirla, custodirla, proteggerla. Amare la Chiesa è crescere in ogni giorno in santità. Nei momenti di stanchezza, con il vostro Padre Spirituale, andate avanti. Il Padre Spirituale deve essere vero punto di riferimento nella verità, nella giustizia, nella conoscenza della Parola del Signore. Un buon Padre spirituale fa un buon discepolo di Gesù. La Bevanda Eucaristica ci dia forza, fede, tanta umiltà. L’Eucaristia va sempre ricevuta in pienezza di fede e di amore. Chi riceve santamente l’Eucaristia santifica tutta la sua vita. La distrazione, l’assuefazione, l’abitudine sono i tre nemici mortali dell’anima che riceve l’Eucaristia. 192 Sempre l’Ispiratrice invita a ricevere l’Eucaristia con spirito santamente eucaristico. Il Santo Rosario ci ottenga il dono di perseverare sino alla fine. Alla Vergine Maria, Madre della Redenzione, dobbiamo chiedere che ci ottenga la grazia della perseveranza sino alla fine. Nel Santo Rosario c’è anche questa grazia. Occorre però la nostra fede e il nostro amore per la Madre di Gesù. Chi ama la Madre di Gesù da Lei sarà sempre tratto in salvo. Non perirà mai. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, per tutti gli ammalati, i poveri e per la pace nel mondo. Siamo tutti bisognosi di ogni grazia. Ogni grazia dobbiamo sempre chiedere al Signore. Nella nostra preghiera il primo pensiero deve essere sempre per la Chiesa. Una Chiesa vera, santa, forte, che cammina nel timore del Signore e nella verità dello Spirito Santo, è come il sole che riscalda la terra di verità, giustizia, pace, santità. È la Chiesa la salvezza del mondo. Dove la Chiesa non brilla di santità, nella verità e nella grazia, tutto il mondo è avvolto dalle tenebre dell’idolatria. Dove la Chiesa vive il mondo vive. Dove la Chiesa non vive neanche il mondo vive. Dove la Chiesa è invitata a tacere, lì si vuole una società senza verità e quindi senza vita vera. Il secondo pensiero deve sempre andare per i poveri, gli ammalati, i bisognosi, per tutti coloro che mancano di vita. Ogni vita sia del corpo che dell’anima la si deve chiedere al Signore. Chi prega per gli altri li riempie di vita vera, li ricolma di Dio che è la vita. Dobbiamo credere un po’ di più nella preghiera. Dobbiamo pregare un po’ di più. Chi prega salva il mondo, perché inonda il mondo di vera vita. 193 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo Lunedì 30 Marzo 2009 sono ricche di amore, di umiltà, di pietà, di compassione. Sono una vera regola per la missione del Movimento Apostolico. Ecco in sintesi la ricchezza celeste racchiusa in queste sante parole. L’Ispiratrice è donna ricca di umiltà. Ella è la serva umile scelta dal Signore per compiere quest’opera di evangelizzazione e di salvezza attraverso il dono della Parola di Gesù. La Parola di Gesù va ricordata e annunziata, ma prima ancora va vissuta. Cosa dice di se stessa l’Ispiratrice del Movimento Apostolico? Dice che è giunta la sua ora di diminuire perché Gesù cresca, perché il Movimento Apostolico cresca. Dice che è giunta l’ora in cui tutto il Movimento Apostolico deve mostrare al mondo intero la sua crescita spirituale, la sua prontezza a rispondere alla vocazione che ha ricevuto. Se lei deve diminuire, siamo noi pronti a crescere? Ma noi vogliamo crescere? Vogliamo assolvere la missione come l’Ispiratrice l’ha assolta e l’assolve e l’assolverà senza risparmiarsi in nulla? Gesù era pronto a crescere, perché da sempre era cresciuto. Se qualcuno ancora non è cresciuto, è giunta per lui l’ora di porre mano e impegnare ogni energia per questa sua crescita spirituale. Senza crescita spirituale non c’è missione. La gloria di quanto è avvenuto a Roma va al Signore che ha accompagnato questo viaggio con la sua presenza e la sua benedizione. La gloria va a tutti i giovani che si sono prodigati, impegnati, sacrificati. Va a loro che sono andati a Roma solo per compiere la missione. La missione va intensificata. Come si intensifica la missione? Divenendo ogni giovane missionario tra i giovani. Curando ogni giovane un altro giovane. Ascoltando ogni giovane la voce del suo cuore. Se è invitato a seguire Gesù per divenire dietro di Lui pescatore di uomini, accolga questa voce e disponga tutto se stesso per questa missione di salvezza. Ogni vocazione accolta, arricchisce la Chiesa, perché aumenta la sua forza di grazia e di verità. Il Sacerdote è un “generatore” di grazia e di verità, della grazia e della verità di Cristo Gesù. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci ottenga di mettere nel cuore e di vivere tutte queste sante parole. Gli Angeli e i Santi ci aiutino a comprenderle in pienezza di verità e a custodirle nel cuore sempre. 194 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 13 Aprile 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Ricordiamo il terremoto che c’è stato in Abruzzo. Pensiamo che sono nostri fratelli. La raccolta di questa sera sarà consegnata al nostro Vescovo. Sarà Lui a provvedere perché tutto vada consegnato al Vescovo dell’Aquila. La tragedia è stata grande e noi tutti abbiamo condiviso la sofferenza dei nostri fratelli. Che il Signore a coloro che sono andati via doni un posto nel Cielo. Che ognuno facesse un pensiero per diventare più buoni. Pensavo che ci corichiamo e dopo un attimo non ci siamo più. Non vi voglio rattristare però è giusto che la Chiesa tutta, il Movimento Apostolico e tutto il popolo di Dio faccia sua questa catastrofe. È risorto. Gesù risorge ogni giorno con noi se noi diventiamo più buoni. Se il nostro cuore palpita per Lui e per i nostri fratelli. Noi che diciamo di volerci convertire, in questa Santa Pasqua chiediamoci cosa vogliono Gesù e la Sua Mamma per noi? Ho meditato molto. Ogni attimo della mia giornata lo passo nella sofferenza e nella preghiera. Ho tanta fede, ma anche ho paura. Ho paura come Gesù sulla croce. “Il mio spirito è pronto, ma la mia carne è debole”. Ed è umano. Cosa vuole Gesù da noi per risorgere con Lui? Non vuole grandi cose. Vuole che osserviamo le sue Leggi, i suoi Comandamenti. “Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio fuori che me”. È mirabile amare Gesù, amare il Signore Dio nostro. La mattina prima di scendere dal letto un segno di croce per ringraziare Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo, la Madonnina, Angeli, Santi e iniziare la giornata pregando. Quando ci facciamo anziani le lacrime del cuore sgorgano sole senza che ce ne accorgiamo, perché abbiamo un’esperienza di vita, un’esperienza di sofferenza, un’esperienza di umiliazione. È risorto, ma pensiamo sempre Gesù sulla Croce, è lì che troviamo la salvezza, troviamo la vita eterna. La Croce salva, redime. La Croce ci da il Cristo. La Madonnina sotto la Croce…. Meditavo questa mattina anche: “Non dire falsa testimonianza. Non rubare. Non desiderare la donna d’altri”. E poi: “Non sono venuto ad abolire la Legge o i Profeti, ma a dare pieno compimento”. Le Beatitudini: “Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati ”. Leggetelo il Vangelo e fatelo vostro. Signore Dio, Tu sei un Padre misericordioso, ma sei anche giusto e vuoi che la pecorella torni all’ovile pentita: “Padre, perdonami. Contro di Te ho peccato”. Gesù, Tu vuoi che non si mormori, non si giudichi, non si condanni, non si dica falsa testimonianza. Ma la debolezza dell’uomo a volte porta a giudicare e te ne dispiaci. Da questa sera Ti promettiamo che cambieremo il nostro cuore perché vogliamo risorgere con Te. Che il Santo Rosario e la Bevanda Eucaristica ci diano la conversione e la forza di andare avanti affinché possiamo risorgere con Gesù. Che ognuno possa avere fede in Te, mio Gesù, e nei momenti di paura e di sconforto possa abbracciare la tua Croce e dire: “Signore, Croce di Gesù, aiutami e dammi tanta forza e coraggio”: Vi voglio bene tutti nel Signore. Vi rinnovo gli auguri di Santa Pasqua di risurrezione. Mettiamo sull’altare tutti i buoni propositi. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, gli ammalati, i sofferenti, i poveri, i terremotati. Chiediamo al Signore che inondi il mondo con la sua pace. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 196 TESTO COMMENTATO Ricordiamo il terremoto che c’è stato in Abruzzo. Pensiamo che sono nostri fratelli. La raccolta di questa sera sarà consegnata al nostro Vescovo. Sarà Lui a provvedere perché tutto vada consegnato al Vescovo dell’Aquila. La storia dell’uomo sulla terra è intessuta di dolore. Così insegna Gesù ai suoi discepoli: 1 Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi 2 discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. Egli disse loro: «Non vedete tutte queste cose? In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta». 3 Al monte degli Ulivi poi, sedutosi, i discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Di’ a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo». 4 5 Gesù rispose loro: «Badate che nessuno vi inganni! Molti infatti verranno nel mio nome, dicendo: “Io sono il Cristo”, e trarranno molti in 6 inganno. E sentirete di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non 7 allarmarvi, perché deve avvenire, ma non è ancora la fine. Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in 8 vari luoghi: ma tutto questo è solo l’inizio dei dolori. 9 Allora vi abbandoneranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete 10 odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. Molti ne resteranno 11 scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. Sorgeranno molti falsi 12 profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà 13 14 l’amore di molti. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine. 15 Quando dunque vedrete presente nel luogo santo l’abominio della 16 devastazione, di cui parlò il profeta Daniele – chi legge, comprenda –, allora 17 quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, chi si trova sulla terrazza non 18 scenda a prendere le cose di casa sua, e chi si trova nel campo non torni 19 indietro a prendere il suo mantello. In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano! 20 21 Pregate che la vostra fuga non accada d’inverno o di sabato. Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale non vi è mai stata dall’inizio del 22 mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuno si salverebbe; ma, grazie agli eletti, quei giorni saranno abbreviati. 23 Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui”, oppure: “È là”, non 24 credeteci; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e 25 miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti. Ecco, io ve l’ho predetto. 26 Se dunque vi diranno: “Ecco, è nel deserto”, non andateci; “Ecco, è in 27 casa”, non credeteci. Infatti, come la folgore viene da oriente e brilla fino a 197 28 occidente, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Dovunque sia il cadavere, lì si raduneranno gli avvoltoi. 29 Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. 30 Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo 31 venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all’altro dei cieli. 32 Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo 33 diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. 34 In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo 35 avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 36 Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, ma solo il Padre. 37 Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò 39 nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: 40 così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel 41 campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. 42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro 43 verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della 44 notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo. 45 Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo 46 dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che 47 il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a 48 capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il 49 mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare 50 e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui 51 non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti. (Mt 24,1-51). In questa storia di sofferenza, di dolore, di privazione, di perdita di tutto, di morte, la carità apre il cuore alla speranza. La carità è di Dio e dell’uomo. A Dio si chiede nella preghiera di riversare tutto il suo amore. All’uomo si domanda di essere presente facendosi 198 aiuto concreto, reale; mettendo a disposizione dei fratelli se stesso e quanto possiede, sempre secondo le proprie possibilità. La carità nei momenti di sciagura non fa sentire l’altro solo, abbandonato. Mostra una presenza amica che infonde tanta forza per riprendere il cammino. Le forme, le vie, le modalità della carità sono infinite. Ognuno è chiamato a vivere la sua personale via o modalità o forma. Il Movimento Apostolico vuole essere questa presenza sia attraverso la preghiera e sia un aiuto in denaro. Noi possiamo più spiritualmente che materialmente. Il nostro poco lo offriamo a Dio, come Gesù ha offerto al Padre i cinque pani e i due pesci, perché lo moltiplichi e lo faccia sovrabbondare. La carità deve essere sempre accompagnata dalla fede. La vedova di Zarepta offrì il suo poco ad Elia. Il Signore benedisse quel poco e lo fece durare per tre anni e sei mesi, finché la pioggia non ricominciò a cadere in Israele. 1 Elia, il Tisbita, uno di quelli che si erano stabiliti in Gàlaad, disse ad Acab: «Per la vita del Signore, Dio d’Israele, alla cui presenza io sto, in questi anni non ci sarà né rugiada né pioggia, se non quando lo comanderò io». 2 3 A lui fu rivolta questa parola del Signore: «Vattene di qui, dirigiti verso oriente; nasconditi presso il torrente Cherìt, che è a oriente del Giordano. 4 5 Berrai dal torrente e i corvi per mio comando ti porteranno da mangiare». Egli partì e fece secondo la parola del Signore; andò a stabilirsi accanto al torrente 6 Cherìt, che è a oriente del Giordano. I corvi gli portavano pane e carne al mattino, e pane e carne alla sera; egli beveva dal torrente. 7 Dopo alcuni giorni il torrente si seccò, perché non era piovuto sulla 8 9 terra. Fu rivolta a lui la parola del Signore: «Àlzati, va’ a Sarepta di Sidone; 10 ecco, io là ho dato ordine a una vedova di sostenerti». Egli si alzò e andò a Sarepta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa 11 bere». Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Per favore, prendimi 12 anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e 13 per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo». Elia le disse: «Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e 14 portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: “La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia 15 della terra”». Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, 16 lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia. 17 In seguito accadde che il figlio della padrona di casa si ammalò. La sua 199 18 malattia si aggravò tanto che egli cessò di respirare. Allora lei disse a Elia: «Che cosa c’è tra me e te, o uomo di Dio? Sei venuto da me per rinnovare il 19 ricordo della mia colpa e per far morire mio figlio?». Elia le disse: «Dammi tuo figlio». Glielo prese dal seno, lo portò nella stanza superiore, dove abitava, 20 e lo stese sul letto. Quindi invocò il Signore: «Signore, mio Dio, vuoi fare del 21 male anche a questa vedova che mi ospita, tanto da farle morire il figlio?». Si distese tre volte sul bambino e invocò il Signore: «Signore, mio Dio, la vita di 22 questo bambino torni nel suo corpo». Il Signore ascoltò la voce di Elia; la vita 23 del bambino tornò nel suo corpo e quegli riprese a vivere. Elia prese il bambino, lo portò giù nella casa dalla stanza superiore e lo consegnò alla 24 madre. Elia disse: «Guarda! Tuo figlio vive». La donna disse a Elia: «Ora so veramente che tu sei uomo di Dio e che la parola del Signore nella tua bocca è verità». (1Re 17,1-24). Tanto è potente la carità offerta a Dio nella preghiera prima di essere consegnata ai nostri fratelli. Dovremmo avere un po’ più di fede, ma anche molta più preghiera. La fede e la preghiera fanno cose stupende per i nostri fratelli. La tragedia è stata grande e noi tutti abbiamo condiviso la sofferenza dei nostri fratelli. Che il Signore a coloro che sono andati via doni un posto nel Cielo. Si sostengono con la preghiera e con le opere di misericordia corporali e spirituali quanti sono rimasti in vita, alcuni dei quali anche feriti in modo grave, ma anche si deve pensare a quanti sono morti. Per costoro la nostra preghiera deve elevarsi al Signore perché conceda loro di abitare nella sua luce eterna, nella Casa del Cielo. Mai si devono dimenticare i defunti. Sempre si deve pregare per loro. La preghiera per i defunti è opera di squisita ed efficace carità. Che ognuno facesse un pensiero per diventare più buoni. Pensavo che ci corichiamo e dopo un attimo non ci siamo più. Questa esperienza deve condurre tutti a divenire più buoni, ad essere distaccati, liberi dalle cose di questo mondo. In un attimo, in un istante tutto si può perdere. In un attimo, in un istante ci si può trovare nell’eternità, faccia a faccia con il Signore. La parabola di Gesù ci può aiutare per un buon esame di coscienza e per una conversione più vera e più sincera. 13 Uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me 14 l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore 15 sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». 200 16 Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato 17 un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove 18 mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne 19 costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, 20 mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà 21 richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio». 22 Poi disse ai suoi discepoli: «Per questo io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. 23 24 La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non séminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li 25 nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! Chi di voi, per quanto si preoccupi, 26 può allungare anche di poco la propria vita? Se non potete fare neppure così 27 poco, perché vi preoccupate per il resto? Guardate come crescono i gigli: non faticano e non filano. Eppure io vi dico: neanche Salomone, con tutta la sua 28 gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così bene l’erba nel campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più farà per voi, gente 29 di poca fede. E voi, non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e 30 non state in ansia: di tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo 31 mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta. (Lc 12,13-31). Ogni evento della storia deve segnare in noi tutti un reale cambiamento. Niente viene solo per gli altri. Tutto viene per noi. In questo evento tragico ognuno misura la sua libertà, la sua carità, il suo amore, la sua compassione, la sua preghiera. Misura quanto è disposto a vivere di carità, ma anche quanta forza possiede per liberarsi dall’attaccamento ai beni di questo mondo. Ogni evento diviene prova della verità della nostra fede, della nostra carità, della nostra speranza. Non vi voglio rattristare però è giusto che la Chiesa tutta, il Movimento Apostolico e tutto il popolo di Dio faccia sua questa catastrofe. Cosa significa “fare nostra, o fare propria questa catastrofe”? Significa viverla in pienezza di fede, di carità, di speranza. Viverla come se fosse capitata a noi stessi? Ci può aiutare a comprendere questa verità la Parola di Gesù. 7 Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 9 10 Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un 11 pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! 8 201 12 Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. (Mt 7,7-12). Farla nostra ha per noi un altissimo significato: “Trasformare in beni di questo mondo e l’intera nostra vita in uno strumento di amore”. Esistiamo per amare. È questa la nostra vocazione. Amare è donare. Amare è donarci. Amare è lasciarci donare da Dio allo stesso modo che Cristo Gesù si è lasciato donare dal Padre. È risorto. Gesù risorge ogni giorno con noi se noi diventiamo più buoni. Se il nostro cuore palpita per Lui e per i nostri fratelli. La Pasqua è il Passaggio di Gesù dalla morte alla vita. Gesù è risorto. È il Risorto. La Pasqua è per noi il passaggio dalla morte alla vita. Moriamo al peccato per risorgere con Cristo a vita nuova. Se rimaniamo nel peccato, di certo non risorgiamo con Cristo. Se invece ci liberiamo dal peccato e diveniamo più buoni, giusti, veri, santi allora anche noi quotidianamente risorgiamo con Cristo Gesù alla sua obbedienza e alla sua santità. Siamo chiamati a passare dall’egoismo ad un amore più grande, che cresce di giorno in giorno. Noi che diciamo di volerci convertire, in questa Santa Pasqua chiediamoci cosa vogliono Gesù e la Sua Mamma per noi? Dobbiamo passare dal compimento della nostra volontà al compimento della volontà di Gesù e della Madre sua. Ci siamo chiesti in questi giorni: “Cosa vogliono Gesù e la Madre sua da noi?”. “Qual è la loro volontà su di noi?”. Ho meditato molto. Ogni attimo della mia giornata lo passo nella sofferenza e nella preghiera. L’Ispiratrice, che vive la sua giornata nella sofferenza orante, ha meditato per noi. Ha chiesto Lei a Gesù e alla Madre sua cosa vogliono che noi facciamo per essere graditi al Signore Dio nostro. Ho tanta fede, ma anche ho paura. Ho paura come Gesù sulla croce. “Il mio spirito è pronto, ma la mia carne è debole”. Ed è umano. La sofferenza molto spesso è grande. La paura è tanta. Si chiede a Gesù ogni forza per vincere la paura ed abbracciare tutta la sofferenza. La sofferenza redime e salva il mondo se offerta nel corpo di Cristo e nella sua santità al Padre nostro celeste. 202 La debolezza, la paura sono proprio della nostra umanità. Dobbiamo però far sì che esse non diventino per noi una tentazione. Per questo è necessaria la preghiera. Per questo l’Ispiratrice ha detto poc’anzi “Ogni attimo della mia giornata lo passo nella sofferenza e nella preghiera”. La sofferenza viene santificata dalla preghiera. Costante è la sofferenza, costante deve essere la preghiera. Perenne è la sofferenza e perenne deve essere la preghiera. Sofferenza e preghiera devono essere come la terra e la pianta. La sofferenza deve essere piantata sempre nella preghiera, se vogliamo produrre frutti con essa. Cosa vuole Gesù da noi per risorgere con Lui? Ecco allora la domanda: “Cosa vuole Gesù da noi per risorgere con Lui”? Cosa dobbiamo fare perché si compia in noi il mistero della sua morte e risurrezione? Non vuole grandi cose. Vuole che osserviamo le sue Leggi, i suoi Comandamenti. Non siamo noi a stabilire cosa dobbiamo fare. Cosa dobbiamo fare è già stato stabilito dal Padre nostro celeste. Il Padre nostro celeste vuole una cosa sola da noi: che osserviamo i suoi Comandamenti, le sue Leggi. Il Movimento Apostolico deve vivere di moralità forte, elevata, sublime. Deve essere il Movimento dell’osservanza della Legge di Dio. La Legge di Dio, i suoi Comandamenti sono “la terra” nella quale devono affondare perennemente le radici del Movimento Apostolico, se vogliamo produrre frutti di vita eterna per il mondo intero. Più il Movimento Apostolico affonderà le sue radici nella “terra”dei Comandamenti e più forte sarà la sua azione evangelizzatrice nel mondo. Ricordatevi la benedizione che Dio ha posto come sigillo per chi osserva i suoi Comandamenti: 1 Se tu obbedirai fedelmente alla voce del Signore, tuo Dio, preoccupandoti di mettere in pratica tutti i suoi comandi che io ti prescrivo, il 2 Signore, tuo Dio, ti metterà al di sopra di tutte le nazioni della terra. Poiché tu avrai ascoltato la voce del Signore, tuo Dio, verranno su di te e ti 3 raggiungeranno tutte queste benedizioni. Sarai benedetto nella città e 4 benedetto nella campagna. Benedetto sarà il frutto del tuo grembo, il frutto del tuo suolo e il frutto del tuo bestiame, sia i parti delle tue vacche sia i nati delle 5 6 tue pecore. Benedette saranno la tua cesta e la tua madia. Sarai benedetto 7 quando entri e benedetto quando esci. Il Signore farà soccombere davanti a te i 203 tuoi nemici, che insorgeranno contro di te: per una sola via verranno contro di 8 te e per sette vie fuggiranno davanti a te. Il Signore ordinerà alla benedizione di essere con te nei tuoi granai e in tutto ciò a cui metterai mano. Ti benedirà nella terra che il Signore, tuo Dio, sta per darti. 9 Il Signore ti renderà popolo a lui consacrato, come ti ha giurato, se 10 osserverai i comandi del Signore, tuo Dio, e camminerai nelle sue vie. Tutti i popoli della terra vedranno che il nome del Signore è stato invocato su di te e ti 11 temeranno. Il Signore, tuo Dio, ti concederà abbondanza di beni, quanto al frutto del tuo grembo, al frutto del tuo bestiame e al frutto del tuo suolo, nel 12 paese che il Signore ha giurato ai tuoi padri di darti. Il Signore aprirà per te il suo benefico tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia a suo tempo e per benedire tutto il lavoro delle tue mani: presterai a molte nazioni, mentre tu non 13 domanderai prestiti. Il Signore ti metterà in testa e non in coda e sarai sempre in alto e mai in basso, se obbedirai ai comandi del Signore, tuo Dio, che oggi io 14 ti prescrivo, perché tu li osservi e li metta in pratica, e se non devierai né a destra né a sinistra da alcuna delle cose che oggi vi comando, per seguire altri dèi e servirli. (Dt 28,1-14). Chi vuole entrare in questa benedizione, deve radicarsi nella Legge Santa di Dio. Ogni frutto è nelle Sante Dieci Parole. Chi si pone fuori di queste Sante Dieci Parole rimarrà senza frutto in eterno. 15 Ma se non obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, se non cercherai di eseguire tutti i suoi comandi e tutte le sue leggi che oggi io ti prescrivo, 16 verranno su di te e ti colpiranno tutte queste maledizioni: sarai maledetto nella 17 città e maledetto nella campagna. Maledette saranno la tua cesta e la tua 18 madia. Maledetto sarà il frutto del tuo grembo e il frutto del tuo suolo, sia i 19 parti delle tue vacche sia i nati delle tue pecore. Maledetto sarai quando entri 20 e maledetto quando esci. Il Signore lancerà contro di te la maledizione, la costernazione e la minaccia in ogni lavoro a cui metterai mano, finché tu sia distrutto e perisca rapidamente a causa delle tue azioni malvagie, per avermi 21 abbandonato. Il Signore ti attaccherà la peste, finché essa non ti abbia 22 eliminato dal paese in cui stai per entrare per prenderne possesso. Il Signore ti colpirà con la consunzione, con la febbre, con l’infiammazione, con l’arsura, con la siccità, con il carbonchio e con la ruggine, che ti perseguiteranno finché 23 tu non sia perito. Il cielo sarà di bronzo sopra il tuo capo e la terra sotto di te 24 sarà di ferro. Il Signore darà come pioggia alla tua terra sabbia e polvere, che 25 scenderanno dal cielo su di te, finché tu sia distrutto. Il Signore ti farà sconfiggere dai tuoi nemici: per una sola via andrai contro di loro e per sette vie fuggirai davanti a loro. Diventerai oggetto di orrore per tutti i regni della 26 terra. Il tuo cadavere diventerà pasto di tutti gli uccelli del cielo e degli animali della terra e nessuno li scaccerà. 27 Il Signore ti colpirà con le ulcere d’Egitto, con bubboni, scabbia e 28 pruriti, da cui non potrai guarire. Il Signore ti colpirà di delirio, di cecità e di 204 29 pazzia, così che andrai brancolando in pieno giorno come il cieco brancola nel buio. Non riuscirai nelle tue imprese, sarai ogni giorno oppresso e spogliato 30 e nessuno ti aiuterà. Ti fidanzerai con una donna e un altro la possederà. Costruirai una casa, ma non vi abiterai. Pianterai una vigna e non ne potrai 31 cogliere i primi frutti. Il tuo bue sarà ammazzato sotto i tuoi occhi e tu non ne mangerai. Il tuo asino ti sarà portato via in tua presenza e non tornerà più a te. 32 Il tuo gregge sarà dato ai tuoi nemici e nessuno ti aiuterà. I tuoi figli e le tue figlie saranno consegnati a un popolo straniero, mentre i tuoi occhi vedranno e languiranno di pianto per loro ogni giorno, ma niente potrà fare la tua mano. 33 Un popolo che tu non conosci mangerà il frutto del tuo suolo e di tutta la tua 34 fatica. Sarai oppresso e schiacciato ogni giorno. Diventerai pazzo per ciò che i 35 tuoi occhi dovranno vedere. Il Signore ti colpirà alle ginocchia e alle cosce con un’ulcera maligna, dalla quale non potrai guarire. Ti colpirà dalla pianta 36 dei piedi alla sommità del capo. Il Signore deporterà te e il re, che ti sarai costituito, in una nazione che né tu né i tuoi padri avete conosciuto. Là servirai 37 dèi stranieri, dèi di legno e di pietra. Diventerai oggetto di stupore, di motteggio e di scherno per tutti i popoli fra i quali il Signore ti avrà condotto. 38 Porterai molta semente al campo e raccoglierai poco, perché la locusta 39 la divorerà. Pianterai vigne e le coltiverai, ma non berrai vino né coglierai 40 uva, perché il verme le roderà. Avrai oliveti in tutta la tua terra, ma non ti 41 ungerai di olio, perché le tue olive cadranno immature. Genererai figli e 42 figlie, ma non saranno tuoi, perché andranno in prigionia. Tutti i tuoi alberi e 43 il frutto del tuo suolo saranno preda di un esercito d’insetti. Il forestiero che sarà in mezzo a te si innalzerà sempre più sopra di te e tu scenderai sempre più 44 in basso. Egli farà un prestito a te e tu non lo farai a lui. Egli sarà in testa e tu in coda. 45 Tutte queste maledizioni verranno su di te, ti perseguiteranno e ti raggiungeranno, finché tu sia distrutto, perché non avrai obbedito alla voce del 46 Signore, tuo Dio, osservando i comandi e le leggi che egli ti ha dato. Esse per te e per la tua discendenza saranno sempre un segno e un prodigio. 47 Poiché non avrai servito il Signore, tuo Dio, con gioia e di buon cuore 48 in mezzo all’abbondanza di ogni cosa, servirai i tuoi nemici, che il Signore manderà contro di te, in mezzo alla fame, alla sete, alla nudità e alla mancanza di ogni cosa. Essi ti metteranno un giogo di ferro sul collo, finché non ti abbiano distrutto. 49 Il Signore solleverà contro di te da lontano, dalle estremità della terra, una nazione che si slancia a volo come l’aquila: una nazione della quale non 50 capirai la lingua, una nazione dall’aspetto feroce, che non avrà riguardo per il 51 vecchio né avrà compassione del fanciullo. Mangerà il frutto del tuo bestiame e il frutto del tuo suolo, finché tu sia distrutto, e non ti lascerà alcun residuo di frumento, di mosto, di olio, dei parti delle tue vacche e dei nati delle tue 52 pecore, finché ti avrà fatto perire. Ti assedierà in tutte le tue città, finché in tutta la tua terra cadano le mura alte e fortificate, nelle quali avrai riposto la fiducia. Ti assedierà in tutte le tue città, in tutta la terra che il Signore, tuo Dio, 53 ti avrà dato. Durante l’assedio e l’angoscia alla quale ti ridurrà il tuo nemico, mangerai il frutto delle tue viscere, le carni dei tuoi figli e delle tue figlie che il 205 54 Signore, tuo Dio, ti avrà dato. L’uomo più raffinato e più delicato tra voi guarderà di malocchio il suo fratello e la donna del suo seno e il resto dei suoi 55 figli che ancora sopravvivono, per non dare ad alcuno di loro le carni dei suoi figli, delle quali si ciberà, perché non gli sarà rimasto più nulla durante l’assedio e l’angoscia alla quale i nemici ti avranno ridotto entro tutte le tue 56 città. La donna più raffinata e delicata tra voi, che per delicatezza e raffinatezza non avrebbe mai provato a posare in terra la pianta del piede, 57 guarderà di malocchio l'uomo del suo seno, il figlio e la figlia, e si ciberà di nascosto di quanto esce dai suoi fianchi e dei bambini che partorirà, mancando di tutto durante l’assedio e l’angoscia alla quale i nemici ti avranno ridotto entro tutte le tue città. 58 Se non cercherai di eseguire tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, avendo timore di questo nome glorioso e terribile del Signore, tuo 59 Dio, allora il Signore colpirà te e i tuoi discendenti con flagelli prodigiosi: 60 flagelli grandi e duraturi, malattie maligne e ostinate. Farà tornare su di te le 61 infermità dell’Egitto, delle quali tu avevi paura, e si attaccheranno a te. Anche ogni altra malattia e ogni altro flagello, che non sta scritto nel libro di questa 62 legge, il Signore manderà contro di te, finché tu non sia distrutto. Voi rimarrete in pochi uomini, dopo essere stati numerosi come le stelle del cielo, 63 perché non avrai obbedito alla voce del Signore, tuo Dio. Come il Signore gioiva a vostro riguardo nel beneficarvi e moltiplicarvi, così il Signore gioirà a vostro riguardo nel farvi perire e distruggervi. Sarete strappati dal paese in cui 64 stai per entrare per prenderne possesso. Il Signore ti disperderà fra tutti i popoli, da un’estremità all’altra della terra. Là servirai altri dèi, che né tu né i 65 tuoi padri avete conosciuto, dèi di legno e di pietra. Fra quelle nazioni non troverai sollievo e non vi sarà luogo di riposo per la pianta dei tuoi piedi. Là il 66 Signore ti darà un cuore trepidante, languore di occhi e animo sgomento. La tua vita ti starà dinanzi come sospesa a un filo. Proverai spavento notte e 67 giorno e non sarai sicuro della tua vita. Alla mattina dirai: “Se fosse sera!” e alla sera dirai: “Se fosse mattina!”, a causa dello spavento che ti agiterà il cuore 68 e delle cose che i tuoi occhi vedranno. Il Signore ti farà tornare in Egitto su navi, per una via della quale ti ho detto: “Non dovrete più rivederla!”. E là vi metterete in vendita ai vostri nemici come schiavi e schiave, ma nessuno vi acquisterà». 69 Queste sono le parole dell’alleanza che il Signore ordinò a Mosè di stabilire con gli Israeliti nella terra di Moab, oltre l’alleanza che aveva stabilito con loro sull’Oreb. (Dt 28,15-69). Anche questa è Parola di Dio. Cambiano i tempi. Cambia la storia. Cambia la vita. Una verità rimane però stabile in eterno: tutto nasce dall’osservanza dei Comandamenti. Tutto invece si perde quando ci si pone fuori dell’osservanza della legge del Signore. “Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio fuori che me”. 206 È il primo dei Comandamenti. Dall’osservanza di questo Comandamento tutto dipende. Amare Dio è fare la sua volontà. È osservare la sua Legge. È obbedienza perfetta alla sua voce. È mirabile amare Gesù, amare il Signore Dio nostro. Amare è consegnarsi alla volontà di Gesù, alla volontà del Signore Dio nostro. Amare è donarsi a Dio secondo la sua Legge, la sua Parola, la sua Volontà manifestata. La mattina prima di scendere dal letto un segno di croce per ringraziare Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo, la Madonnina, Angeli, Santi e iniziare la giornata pregando. Si ringrazia Dio e il Cielo tutto per riconoscenza: tutto è un loro dono d’amore. Tutto è stato e tutto sarà un loro dono d’amore. Tutto è stato, tutto è, tutto sarà per grazia. Per questo si deve iniziare la giornata lodando, benedicendo, ringraziando il Signore. Lo si ringrazia per ieri, lo si invoca per oggi. Si chiede per oggi ogni grazia necessaria perché noi osserviamo i suoi Comandamenti. Il Movimento Apostolico è preghiera. È preghiera perché noi non possediamo nulla, non possiamo nulla. Tutto dobbiamo chiedere al Signore come una sua grazia di amore e di benedizione. Per noi del Movimento Apostolico tutto significa realmente, veramente tutto. Nessuna cosa viene da noi. Tutto invece è per grazia di Dio. Tutto è grazia. Tutto si chiede come grazia. La preghiera deve accompagnare ogni attimo della nostra giornata. Quando ci facciamo anziani le lacrime del cuore sgorgano sole senza che ce ne accorgiamo, perché abbiamo un’esperienza di vita, un’esperienza di sofferenza, un’esperienza di umiliazione. Viene qui evidenziata la fragilità della vita degli anziani. C’è tanta sapienza negli anziani ma anche tanta fragilità. Si vedono venire meno le forze. Ci si deve abbandonare totalmente agli altri. Anche per l’Ispiratrice si sta compiendo quella Parola che Gesù disse a Pietro, prima di chiamarlo perché lo seguisse: 207 15 Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti 16 voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, 17 Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: 18 «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue 19 mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». (Gv 21,13-19). È questo il mistero della vita. Si nasce nelle mani degli altri, si muore nelle mani degli altri. È questa l’umiltà della condizione umana che dobbiamo abbracciare e santificare. È risorto, ma pensiamo sempre Gesù sulla Croce, è lì che troviamo la salvezza, troviamo la vita eterna. La Croce salva, redime. La Croce ci da il Cristo. La Madonnina sotto la Croce…. È Cristo Crocifisso la forza di ogni suo discepolo. È la Madre di Gesù ai piedi della croce la forza di ogni aderente del Movimento Apostolico. Ecco come la Lettera agli Ebrei ci esorta a scrutare il Crocifisso. 1 Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, 2tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. 3Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. 4Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato 5e avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli: Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; 6 perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio. 7 È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? 8Se invece non subite correzione, mentre tutti ne hanno avuto la loro parte, siete illegittimi, non figli! 9 Del resto noi abbiamo avuto come educatori i nostri padri terreni e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo perciò molto di più al Padre celeste, per avere 208 la vita? 10Costoro infatti ci correggevano per pochi giorni, come sembrava loro; Dio invece lo fa per il nostro bene, allo scopo di farci partecipi della sua santità. 11Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati. 12 Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche 13e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire. 14 Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore; 15vigilate perché nessuno si privi della grazia di Dio. Non spunti né cresca in mezzo a voi alcuna radice velenosa, che provochi danni e molti ne siano contagiati. 16Non vi sia nessun fornicatore, o profanatore, come Esaù che, in cambio di una sola pietanza, vendette la sua primogenitura. 17E voi ben sapete che in seguito, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto: non trovò, infatti, spazio per un cambiamento, sebbene glielo richiedesse con lacrime. (Eb 12,1-17). Tenendo fisso lo sguardo sul Crocifisso si attinge ogni energia di grazia e di verità. Meditavo questa mattina anche: “Non dire falsa testimonianza. Non rubare. Non desiderare la donna d’altri”. E poi: “Non sono venuto ad abolire la Legge o i Profeti, ma a dare pieno compimento”. Le Beatitudini: “Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati ”. Leggetelo il Vangelo e fatelo vostro. Siamo esortati a radicarci in tutti i Comandamenti. Nessuno deve essere escluso. Siamo anche invitati a fare delle Beatitudini la nostra perfezione di discepoli del Signore. Le Beatitudini si elevano sul fondamento dei Comandamenti. È un’illusione pensare Comandamenti. di vivere le Beatitudini trasgredendo i Le beatitudini sono la perfezione assoluta dei Comandamenti. Sono il loro compimento. Sono il compimento della Legge e dei Profeti. Fare nostro il Vangelo significa viverlo per intero. Signore Dio, Tu sei un Padre misericordioso, ma sei anche giusto e vuoi che la pecorella torni all’ovile pentita: “Padre, perdonami. Contro di Te ho peccato”. È bello per tutti noi conoscere con esattezza teologica la verità sulla giustizia e sulla misericordia. Dio è misericordioso perché tutto ci dona per grazia. Niente è per nostro merito. Tutto è un dono del suo amore. È questa la misericordia di Dio. Dio ha un cuore che sa solo amare, solo donare. Dio è ricco in misericordia. 209 Ma Dio è anche giusto. Cosa è la giustizia di Dio? È la fedeltà ad ogni sua parola. Dio ha promesso la sua misericordia nel pentimento e nella conversione dell’uomo. Chi si pente e si converte è avvolto dalla misericordia di Dio. Chi non si pente e non si converte, rimane fuori della grazia di Dio. Rimane fuori perché si rifiuta di convertirsi, di pentirsi, di ritornare al Signore. Gesù, Tu vuoi che non si mormori, non si giudichi, non si condanni, non si dica falsa testimonianza. Ma la debolezza dell’uomo a volte porta a giudicare e te ne dispiaci. È questo l’ottavo comandamento. Ascoltiamo cosa ci dice San Giacomo sulla lingua: 1 Fratelli miei, non siate in molti a fare da maestri, sapendo che riceveremo un giudizio più severo: 2tutti infatti pecchiamo in molte cose. Se uno non pecca nel parlare, costui è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. 3Se mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il loro corpo. 4Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e spinte da venti gagliardi, con un piccolissimo timone vengono guidate là dove vuole il pilota. 5Così anche la lingua: è un membro piccolo ma può vantarsi di grandi cose. Ecco: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta! 6Anche la lingua è un fuoco, il mondo del male! La lingua è inserita nelle nostre membra, contagia tutto il corpo e incendia tutta la nostra vita, traendo la sua fiamma dalla Geènna. 7Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dall’uomo, 8ma la lingua nessuno la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale. 9Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. 10Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione. Non dev’essere così, fratelli miei! 11La sorgente può forse far sgorgare dallo stesso getto acqua dolce e amara? 12Può forse, miei fratelli, un albero di fichi produrre olive o una vite produrre fichi? Così una sorgente salata non può produrre acqua dolce. 13 Chi tra voi è saggio e intelligente? Con la buona condotta mostri che le sue opere sono ispirate a mitezza e sapienza. 14Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non dite menzogne contro la verità. 15Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è terrestre, materiale, diabolica; 16perché dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni. 17Invece la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera. 18Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia. (Gc 3,1-18). 210 Il Signore ci vuole perfetti anche nell’uso della lingua. Da questa sera Ti promettiamo che cambieremo il nostro cuore perché vogliamo risorgere con Te. Possiamo promettere ogni cosa al Signore, ma ogni promessa dura un istante: l’istante di essere pronunziata. Cosa dona stabilità ad ogni nostra promessa? La preghiera. Ognuno di noi deve esaminarsi. Scoprire qual è il suo peccato di lingua ricorrente. Chiedere al Signore ogni istante la grazia di poterlo vincere. Se la promessa si unisce all’esame di coscienza e alla costante preghiera, la vittoria sarà nostra. Senza esame di coscienza, senza preghiera, la promessa resterà senza frutto. Che il Santo Rosario e la Bevanda Eucaristica ci diano la conversione e la forza di andare avanti affinché possiamo risorgere con Gesù. Eucaristia e Santo Rosario, Gesù e la Madre sua, veramente possono cambiare la nostra vita. Che ognuno possa avere fede in Te, mio Gesù, e nei momenti di paura e di sconforto possa abbracciare la tua Croce e dire: “Signore, Croce di Gesù, aiutami e dammi tanta forza e coraggio”: Siamo invitati ancora una volta a dirigere il nostro sguardo sulla Croce di Gesù, su Gesù il Crocifisso. La croce di Gesù è sorgente di ogni grazia. Vi voglio bene tutti nel Signore. Vi rinnovo gli auguri di Santa Pasqua di risurrezione. Mettiamo sull’altare tutti i buoni propositi. L’amore dell’Ispiratrice per tutti è vero, sincero, fatto di preghiera e di sofferenza. Ella ha consumato la sua vita per il mondo intero, per condurlo alla salvezza, per portarlo a Cristo Gesù e alla Madre sua. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, gli ammalati, i sofferenti, i poveri, i terremotati. Chiediamo al Signore che inondi il mondo con la sua pace. Con la Preghiera l’Aderente del Movimento Apostolico deve abbracciare il mondo intero. Prima di tutto deve abbracciare la Chiesa, per la Chiesa deve chiedere ogni grazia di verità e di santità. Poi deve abbracciare tutto il mondo del dolore e della sofferenza. Questo mondo ha bisogno di tanto aiuto celeste. Infine deve presentare ogni altra esigenza al Signore perché la ricolmi della sua verità e della sua carità. Con la sua preghiera l’Aderente del Movimento Apostolico può inondare il mondo di un diluvio di grazia e di verità. 211 Osservazioni conclusive Le Parole di questo Lunedì 13 Aprile 2009 sono state pronunziate nella Settimana della Pasqua del Signore. Esse hanno come sfondo la Croce e la Risurrezione di Gesù Signore. Esse ci invitano a vivere la nostra vita da risorti insieme a Cristo Gesù. Come possiamo noi vivere da risorti con Gesù Signore? Ecco la risposta che ci offre l’Ispiratrice: Chi vuole vivere da risorto con Cristo Gesù, che è il Signore Risorto, deve fondare la sua vita su tre principi basilari, essenziali, veri. Il primo principio è questo: radicare la propria vita nei Comandamenti del Signore, nella sua Santa Legge. Nessuna risurrezione sarà mai possibile per chi trasgredisce i Comandamenti. Nessun Comandamento dovrà mai essere trasgredito da chi è Aderente del Movimento Apostolico. Il Movimento Apostolico è chiamato ad una moralità alta, anzi altissima. Questa moralità ha un solo nome: Vita in tutto conforme allo spirito della Legge Santa di Dio. Tutti i Comandamenti vanno osservati con uguale intensità di obbedienza. Il secondo principio è questo: I Comandamenti hanno però il compimento nella Parola di Gesù, nelle Sante Beatitudini. L’Aderente del Movimento Apostolico deve innalzare la sua casa spirituale poggiandola su queste otto colonne che sono le Beatitudini. Crescere nelle Beatitudini è crescere come vero, santo, giusto Movimento Apostolico. Chi non cresce nelle Beatitudini mai potrà crescere come Movimento Apostolico. Il terzo principio è questo: fare della nostra vita un dono. Trasformare la nostra vita in carità, in offerta a Dio per la conversione dei cuori. Gesù è il dono di Dio per la salvezza del mondo. In Gesù il Padre vuole fare di ciascuno di noi un dono per la redenzione dei cuori. Volgendo lo sguardo su Gesù Crocifisso e sulla Vergine Maria ai piedi della croce e chiedendo al Signore la grazia, possiamo anche noi essere fatti dono per la salvezza. È il cammino che attende il Movimento Apostolico. È la via da seguire per lo svolgimento della missione che ci è stata affidata. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci conceda di vivere quanto ci è stato indicato per la nostra santificazione e per la conversione dei cuori. Gli Angeli e i Santi ci sostengano nella nostra volontà di conformazione a Cristo Gesù, il Crocifisso. 212 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 20 Aprile 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Benvenuti nella Casa del Signore. Ieri sono stati consacrati quattro Sacerdoti, la cui vocazione è sorta nel grembo del Movimento Apostolico ed è giusto che si lasci parlare loro alla fine della Santa Messa. È una bella cosa. Quest’anno il Movimento Apostolico ne ha dato alla Chiesa quattro di Sacerdoti. L’anno prossimo saranno 8 in una sola volta. Stamani pregavo chiedendo a Gesù che ne mandi tanti altri per il bene della sua Chiesa. Se qualcuno di voi porta nel cuore il desiderio di accostarsi al Signore per lasciarsi fare da Lui “Pescatore di uomini”, si accosti ad un santo Padre spirituale e si lasci guidare da lui. È un male quando si devia una persona che vuole consacrarsi al Signore facendogli perdere la vocazione. Né si può costringere qualcuno a farsi Sacerdote. La vocazione va accolta nella libertà. Però l’invito è di tutti. Nella Chiesa si celebra anche una particolare giornata di preghiera per le vocazioni. Voi Sacerdoti dovete essere santi perché la santità fa il popolo santo. Se il Sacerdote è nella deviazione il popolo non diventa santo e si perdono le anime. Avete una grande missione. Se Cristo lo amate, lo invocate, lo mettete nel cuore, lo servite, Cristo cammina con voi e Cristo che avete nel cuore e che cammina con voi lo portate agli altri. Non dimentichiamo i fratelli che hanno bisogno di noi. “Ero affamato e mi hai dato da mangiare. Ero assetato e mi hai dato da bere. Ero nudo e mi hai vestito”. La Bevanda Eucaristia ci aiuti a diventare più buoni. Il Santo Rosario sostenga la nostra missione e la renda ricca di frutti spirituali. Preghiamo per il Santo Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, per i terremotati, i poveri, gli ammalati, i sofferenti, per la pace nel mondo e per la conversione dei cuori. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) TESTO COMMENTATO Benvenuti nella Casa del Signore. Un saluto semplice, pieno d’amore, che sgorga dal cuore, infonde speranza, dona pace, rassicura, porta gioia. La semplicità fatta amore è essenza della nostra fede. Ieri sono stati consacrati quattro Sacerdoti, la cui vocazione è sorta nel grembo del Movimento Apostolico ed è giusto che si lasci parlare loro alla fine della Santa Messa. L’Ispiratrice accoglie e saluta i quattro nuovi Presbiteri, la cui vocazione è sorta nel grembo del Movimento Apostolico. Il Movimento Apostolico è come una madre. Il suo seno genera tante vocazioni, Ogni vocazione viene poi affidata alla Chiesa. Il Presbitero è della Chiesa. Appartiene alla Chiesa. Svolge il ministero che la Chiesa gli affida per mezzo del Vescovo. Dal seno del Movimento al seno della Chiesa: è questa la nostra verità. È una bella cosa. Quest’anno il Movimento Apostolico ne ha dato alla Chiesa quattro di Sacerdoti. L’anno prossimo saranno 8 in una sola volta. Quello del Movimento è un seno benedetto dal Signore. Si può cantare la fecondità di questo seno con le parole del Salmo. 1 Canto delle salite. Beato chi teme il Signore e cammina nelle sue vie. 2 3 4 5 Della fatica delle tue mani ti nutrirai, sarai felice e avrai ogni bene. La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa. Ecco com’è benedetto l’uomo che teme il Signore. Ti benedica il Signore da Sion. Possa tu vedere il bene di Gerusalemme tutti i giorni della tua vita! 214 6 Possa tu vedere i figli dei tuoi figli! Pace su Israele! (Sal 128 (127), 1-6). La benedizione del Signore preceda, accompagni e segua sempre il Movimento Apostolico. Stamani pregavo chiedendo a Gesù che ne mandi tanti altri per il bene della sua Chiesa. La benedizione di Dio deve però essere invocata nella preghiera. È Gesù stesso che ci esorta a chiedere questa benedizione con una preghiera senza sosta. 1 Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a 2 due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della 3 messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come 4 agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi 5 a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: 6 “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà 7 su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. 8 Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi 9 accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si 10 trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in 11 una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo 12 contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. 13 Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite 14 di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, 15 Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! 16 Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato». 17 I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i 18 demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana 19 cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà 20 danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». 21 In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai 22 deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno 215 sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». 23 E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò 24 che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». (Lc 10,1-24). La nostra preghiera deve però essere il frutto del nostro grande amore verso la Chiesa e il suo ministero di salvezza. Noi amiamo la Chiesa, amiamo le anime, vogliamo la loro salvezza e per questo chiediamo al Signore che benedica il seno del Movimento Apostolico arricchendolo di nuove vocazioni. A volte il nostro amore non è sincero e sovente neanche vero. A volte rischiamo di essere come quella donna il cui figlio non era suo e per non donarlo alla madre vera, avrebbe preferito che fosse tagliato in due. 16 Un giorno vennero dal re due prostitute e si presentarono innanzi a lui. Una delle due disse: «Perdona, mio signore! Io e questa donna abitiamo nella 18 stessa casa; io ho partorito mentre lei era in casa. Tre giorni dopo il mio parto, anche questa donna ha partorito; noi stiamo insieme e non c’è nessun estraneo 19 in casa fuori di noi due. Il figlio di questa donna è morto durante la notte, 20 perché lei gli si era coricata sopra. Ella si è alzata nel cuore della notte, ha preso il mio figlio dal mio fianco, mentre la tua schiava dormiva, e se lo è 21 messo in seno e sul mio seno ha messo il suo figlio morto. Al mattino mi sono alzata per allattare mio figlio, ma ecco, era morto. L’ho osservato bene al 22 mattino; ecco, non era il figlio che avevo partorito io». L’altra donna disse: «Non è così! Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto». E quella, al contrario, diceva: «Non è così! Quello morto è tuo figlio, il mio è quello vivo». 23 Discutevano così alla presenza del re. Il re disse: «Costei dice: “Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto”, mentre quella dice: “Non è così! Tuo figlio 24 è quello morto e il mio è quello vivo”». Allora il re ordinò: «Andate a 25 prendermi una spada!». Portarono una spada davanti al re. Quindi il re aggiunse: «Tagliate in due il bambino vivo e datene una metà all’una e una 26 metà all’altra». La donna il cui figlio era vivo si rivolse al re, poiché le sue viscere si erano commosse per il suo figlio, e disse: «Perdona, mio signore! Date a lei il bimbo vivo; non dovete farlo morire!». L’altra disse: «Non sia né 27 mio né tuo; tagliate!». Presa la parola, il re disse: «Date alla prima il bimbo 28 vivo; non dovete farlo morire. Quella è sua madre». Tutti gli Israeliti seppero della sentenza pronunciata dal re e provarono un profondo rispetto per il re, perché avevano constatato che la sapienza di Dio era in lui per rendere giustizia. 17 Questo racconto è rivelatore del vero amore. Dovremmo riflettere ogni tanto sull’amore che nutriamo per la Chiesa. 216 La preghiera per le vocazioni è rivelatrice di questo nostro amore. Chi prega poco per le vocazioni, ama poco la Chiesa, poco le anime, poco la sua missione, poco la sua stessa vita. Se qualcuno di voi porta nel cuore il desiderio di accostarsi al Signore per lasciarsi fare da Lui “Pescatore di uomini”, si accosti ad un santo Padre spirituale e si lasci guidare da lui. Ama molto la Chiesa e la salvezza delle anime il giovane che sente nel cuore di essere chiamato al ministero presbiterale, lascia tutto e segue Gesù come ha fatto Pietro e gli altri primi discepoli del Signore. 12 Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella 13 Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel 14 territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: 15 Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! 16 Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta. 17 Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». 18 Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano 19 infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di 20 21 uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella 22 barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. 23 Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di 24 infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e 25 paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. (Mt 4,1225). Tutto scaturisce dall’amore. Chi ama molto si sa sacrificare molto. Chi ama poco si sacrifica poco. Chi ama molto si dona molto, anzi interamente. 36 Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del 37 fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, 217 38 saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li 39 asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». 40 Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: 41 «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva 42 cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, 43 condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: 44 «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi 45 capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non 46 ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece 47 mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, 48 49 ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i 50 peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!». (Lc 7,36-50). Chi ama molto la Chiesa, dona tutto se stesso a Dio consegnandosi al ministero presbiterale. Chi ama poco si consuma nel suo egoismo e sciupa la sua vita nell’inutilità e nella vanità delle cose di questo mondo. 1 Parole di Qoèlet, figlio di Davide, re a Gerusalemme. 2 Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità. 3 Quale guadagno viene all’uomo per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole? 4 Una generazione se ne va e un’altra arriva, ma la terra resta sempre la stessa. 5 Il sole sorge, il sole tramonta e si affretta a tornare là dove rinasce. 6 Il vento va verso sud e piega verso nord. Gira e va e sui suoi giri ritorna il vento. 7 Tutti i fiumi scorrono verso il mare, eppure il mare non è mai pieno: al luogo dove i fiumi scorrono, continuano a scorrere. 8 Tutte le parole si esauriscono e nessuno è in grado di esprimersi a fondo. Non si sazia l’occhio di guardare né l’orecchio è mai sazio di udire. 218 9 Quel che è stato sarà e quel che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole. 10 C’è forse qualcosa di cui si possa dire: «Ecco, questa è una novità»? Proprio questa è già avvenuta nei secoli che ci hanno preceduto. 11 Nessun ricordo resta degli antichi, ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso quelli che verranno in seguito. 12 13 Io, Qoèlet, fui re d’Israele a Gerusalemme. Mi sono proposto di ricercare ed esplorare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo. Questa è un’occupazione gravosa che Dio ha dato agli uomini, perché vi si affatichino. 14 Ho visto tutte le opere che si fanno sotto il sole, ed ecco: tutto è vanità e un correre dietro al vento. 15 Ciò che è storto non si può raddrizzare e quel che manca non si può contare. 16 Pensavo e dicevo fra me: «Ecco, io sono cresciuto e avanzato in sapienza più di quanti regnarono prima di me a Gerusalemme. La mia mente ha 17 curato molto la sapienza e la scienza». Ho deciso allora di conoscere la sapienza e la scienza, come anche la stoltezza e la follia, e ho capito che anche 18 questo è un correre dietro al vento. Infatti: molta sapienza, molto affanno; chi accresce il sapere aumenta il dolore. (Qo 1,1-18). Il Qoelet è il maestro che insegna agli uomini a cercare la verità delle cose, invece che inseguire la vanità di esse. È vanità seguire il mondo quando il Signore ha messo nel cuore la vocazione al presbiterato. È un male quando si devia una persona che vuole consacrarsi al Signore facendogli perdere la vocazione. È questo un vero peccato e di esso si deve rendere conto a Dio. Chi fa deviare un giovane dal seguire la vocazione al ministero ordinato non solo rovina la vita del giovane chiamato, quanto anche rovina la vita di tutte quelle anime che Dio ha stabilito che si salvino per mezzo di lui. La vocazione è un mistero grande. È tanto grande quanto è grande il mistero della salvezza. Né si può costringere qualcuno a farsi Sacerdote. La vocazione va accolta nella libertà. Nella libertà si propone un cammino vocazionale. 219 Nella libertà l’altro può anche dire il suo nome. La libertà è però una cosa, lo sviamento un altra. Sono tanti coloro che sviano, facendo appello alla libertà. Però l’invito è di tutti. Nella Chiesa si celebra anche una particolare giornata di preghiera per le vocazioni. Ogni giovane può essere invitato a seguire Cristo nel ministero ordinato. Per ogni giovane si deve pregare perché il Signore metta nel suo cuore il germe della vocazione. Si prega, si invita, lo si lascia libero e mentre lo si lascia libero si continua a pregare perché lo Spirito Santo gli dia la fortezza e il consiglio per la vera decisione, quella secondo Dio e non quella secondo il mondo. Voi Sacerdoti dovete essere santi perché la santità fa il popolo santo. Se il Sacerdote è nella deviazione il popolo non diventa santo e si perdono le anime. Avete una grande missione. La missione del Sacerdote è grande perché è la stessa che visse Cristo Gesù. La missione del Sacerdote è quella del Buon Pastore. 1 «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla 2 porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra 3 dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4 E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le 5 pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli 6 estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. 7 Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono 8 la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e 9 briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra 10 attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. 11 Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12 Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le 13 disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. 14 Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore 15 conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la 16 mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno 17 un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la 18 mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me 220 stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio». 19 20 Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole. Molti di loro 21 dicevano: «È indemoniato ed è fuori di sé; perché state ad ascoltarlo?». Altri dicevano: «Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi ai ciechi?». 22 Ricorreva allora a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. 23 24 Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei 25 il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno 26 testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie 27 pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi 28 seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno 29 le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di 30 tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». 31 32 Di nuovo i Giudei raccolsero delle pietre per lapidarlo. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di 33 esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». 34 Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete 35 dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e 36 la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di 37 38 Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e 39 conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. 40 Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima 41 Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha 42 detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui. (Gv 10,1-42). È la missione, quella del presbitero, di chi dona la vita per la salvezza delle pecore. Quella del presbitero è missione universale. Tutte le anime del mondo sono affidate al suo amore e al suo cuore di Pastore. L’amore del pastore deve essere come quello di Gesù: “sino alla fine”. La fine di Gesù è senza fine, perché Gesù si è fatto Eucaristia per tutte le anime del mondo e per tutta la storia. L’amore fa la differenza tra il Buon Pastore e il mercenario. 221 Se Cristo lo amate, lo invocate, lo mettete nel cuore, lo servite, Cristo cammina con voi e Cristo che avete nel cuore e che cammina con voi lo portate agli altri. È bella questa frase. Dobbiamo farla divenire la luce della nostra vita di Movimento Apostolico e non solo della vita dei presbiteri. Diamo il Cristo che abbiamo nel cuore, non un altro Cristo. Se Cristo è vivo dentro di noi, noi daremo a tutti il Cristo vivo. Se Cristo è morto dentro di noi, noi daremo a tutti un Cristo morto. Un Cristo morto non serve a nessuno. Il Cristo vivo dona vita a tutti coloro che vengono a contatto con Lui. La nostra missione è nel nostro cuore. La nostra missione è il Cristo che abbiamo nel cuore. Ciò che è Cristo dentro di noi lo è anche fuori di noi. Non dimentichiamo i fratelli che hanno bisogno di noi. “Ero affamato e mi hai dato da mangiare. Ero assetato e mi hai dato da bere. Ero nudo e mi hai vestito”. Ricordarsi dei poveri è ricordarsi di Cristo Gesù. Amare i poveri è amare Cristo Gesù. Ecco come San Paolo “sponsorizza” l’amore per i poveri di Gerusalemme. 1 Riguardo poi a questo servizio in favore dei santi, è superfluo che io ve ne scriva. 2Conosco infatti la vostra buona volontà, e mi vanto di voi con i Macèdoni, dicendo che l’Acaia è pronta fin dallo scorso anno e già molti sono stati stimolati dal vostro zelo. 3Ho mandato i fratelli affinché il nostro vanto per voi su questo punto non abbia a dimostrarsi vano, ma, come vi dicevo, siate realmente pronti. 4Non avvenga che, se verranno con me alcuni Macèdoni, vi trovino impreparati e noi si debba arrossire, per non dire anche voi, di questa nostra fiducia. 5Ho quindi ritenuto necessario invitare i fratelli a recarsi da voi prima di me, per organizzare la vostra offerta già promessa, perché essa sia pronta come una vera offerta e non come una grettezza. 6 Tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. 7Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. 8Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. 9Sta scritto infatti: Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno. 10 Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. 11Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale farà salire a Dio l’inno di ringraziamento per mezzo nostro. 12Perché l’adempimento di questo 222 servizio sacro non provvede solo alle necessità dei santi, ma deve anche suscitare molti ringraziamenti a Dio. 13A causa della bella prova di questo servizio essi ringrazieranno Dio per la vostra obbedienza e accettazione del vangelo di Cristo, e per la generosità della vostra comunione con loro e con tutti. 14Pregando per voi manifesteranno il loro affetto a causa della straordinaria grazia di Dio effusa sopra di voi. 15Grazie a Dio per questo suo dono ineffabile! (2Cor 9,1-15). Quando San Paolo andò a Gerusalemme per incontrare Pietro, Questi gli disse di ricordarsi sempre dei poveri. 1 Quattordici anni dopo, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Bàrnaba, portando con me anche Tito: 2vi andai però in seguito a una rivelazione. Esposi loro il Vangelo che io annuncio tra le genti, ma lo esposi privatamente alle persone più autorevoli, per non correre o aver corso invano. 3 Ora neppure Tito, che era con me, benché fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere; 4e questo contro i falsi fratelli intrusi, i quali si erano infiltrati a spiare la nostra libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi; 5ma a loro non cedemmo, non sottomettendoci neppure per un istante, perché la verità del Vangelo continuasse a rimanere salda tra voi. 6 Da parte dunque delle persone più autorevoli – quali fossero allora non m’interessa, perché Dio non guarda in faccia ad alcuno – quelle persone autorevoli a me non imposero nulla. 7Anzi, visto che a me era stato affidato il Vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi – 8poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per le genti – 9e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi. 10Ci pregarono soltanto di ricordarci dei poveri, ed è quello che mi sono preoccupato di fare. Ricordarsi dei poveri è pensare a Cristo Gesù. La Bevanda Eucaristia ci aiuti a diventare più buoni. Il Santo Rosario sostenga la nostra missione e la renda ricca di frutti spirituali. Il Movimento Apostolico vive con questi due grandi amori nel cuore. Preghiamo per il Santo Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, per i terremotati, i poveri, gli ammalati, i sofferenti, per la pace nel mondo e per la conversione dei cuori. Nel cuore del Movimento Apostolico vive la sollecitudine per la Chiesa e per ogni uomo. Dal cuore del Movimento Apostolico sempre si deve innalzare una grande preghiera di affidamento al Signore di ogni uomo. 223 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo lunedì 20 Aprile 2009 sono state brevi. Bisognava festeggiare i nuovi quattro Novelli Presbiteri. Non lasciamoci ingannare però dalla loro brevità. Il Signore non ha bisogno di molte parole per sconvolgere un cuore. Una sola parola è sufficiente al Signore per rivoltare la nostra vita e darle una direzione di santità, nella più grande verità. Vorrei che noi riflettessimo sul seno fecondo di vocazioni del Movimento Apostolico al fine di renderlo più fecondo. La fecondità di un seno è benedizione del Signore. Senza la benedizione di Dio ogni seno è come pietra. È come pietra la nostra bocca quando parliamo di Dio. È come pietra il nostro cuore quando cerchiamo di amare. Tutto è pietra dove Dio non benedice. Cosa dobbiamo fare perché il Signore benedica il seno del Movimento Apostolico e lo renda fecondo di ogni frutto di verità, di carità, di speranza? La benedizione di Dio è nella nostra obbedienza. Noi facciamo la volontà di Dio e Dio benedice il nostro grembo e lo rende fecondo di infiniti frutti. Come si obbedisce a Dio? Prima di tutto portando la nostra vita in una moralità alta, in un’alta osservanza dei Comandamenti. Poi dalla moralità alta dobbiamo passare alla santità alta e questa avviene con la nostra vita intessuta di beatitudini. È questa la prima obbedienza che Dio ci chiede. Se gli diamo questa obbedienza, la sua benedizione ci ricolmerà di ogni frutto. Su questa obbedienza dobbiamo innestare la nostra particolare missione: “Il ricordo e l’annunzio della Parola di Gesù”. Questa duplice obbedienza è la vita dell’Ispiratrice. Per Lei il Signore finora ci ha benedetti e ci ha resi fecondi. Non possiamo però vivere da parassiti, succhiando la sua benedizione e alimentandoci di essa facendola passare per nostra. Ora è il momento che Dio benedica il Movimento Apostolico anche per la nostra duplice obbedienza. Su questa duplice nostra obbedienza dobbiamo edificare il Movimento Apostolico. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli e i Santi ci aiutino a portare a compimento la nostra duplice obbedienza: moralità alta, santità alta, missione alta. 224 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 27 Aprile 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Saluto Padre Severino e Don Carlo da Milano. Saluto Trapani, il Diacono con la moglie. Quando penso Trapani ricordo la mia giovinezza. Gesù però non mi ha chiamato a Trapani. Mi ha chiamato qui; forse per soffrire di più. Ringrazio il Signore per ogni sofferenza subita e che dovrò subire. Nella sofferenza si cresce in santità, perché si riesce a perdonare, ad amare coloro che ti sputano ogni giorno per Gesù e mentendo dicono ogni sorte di male. Gesù dice: “Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi. Io vi ristorerò”. Corriamo incontro a Gesù, alla sua morte e alla sua risurrezione. Allarghiamo le braccia sulla croce come ha fatto Gesù e lì troveremo la salvezza, la redenzione. Di questo ne saremo confortati, perché non c’è sofferenza se non c’è croce. “Voi siete la luce del mondo. Non potete rimanere nascosti”. Questo ha fatto il Movimento Apostolico. Non siamo rimasti nascosti, perché il Signore vuole essere conosciuto da coloro che non lo conoscono. Andate per il mondo a due a due a ricordare la Buona Novella. Non vi lascerò orfani, ma lo Spirito Consolatore. Vivendo nello stato di grazia lo Spirito Santo si manifesta e si manifesta nel silenzio, nella preghiera, nell’armonia del cuore e dell’anima. Il Corpo e il Sangue di Cristo Gesù rinnova ogni giorno la santificazione nella nostra anima e ci allontana dal peccato. Gesù, siamo gioiosi di avere l’arma e lo scudo, Il Vangelo, la Parola di vita eterna e il Santo Rosario. Quando recitiamo con amore il Santo Rosario, la Vergine Maria, Madre della redenzione, è vicino a noi. Di questo dobbiamo avere fede. Gesù, Tu sei la via, la vita, la verità. La via perché conduci al Padre. La verità perché solo Tu hai parole di salvezza. La vita che ci rinnovi ogni giorno con il tuo Corpo e il tuo Sangue nel nostro cuore, nel nostro corpo, ogni giorno allontanandoci dal peccato ci fa santi. Tu sei tutto, Gesù. Solo Tu puoi salvarci, Signore. Vedi quanto odio, quanto rancore. Continua ancora Caino ad uccidere Abele. Non c’è pace negli uomini pieni di odio, di rancore. L’uomo empio porta il peccato e si compiace dell’inganno che fa al fratello. Prego sempre per i Sacerdoti. Perché se il Sacerdote è santo, il popolo di Dio si fa santo. Il Sacerdote ha una grande responsabilità. Dinanzi a Dio deve rendere conto di quello che fa ogni giorno. Il popolo di Dio deve camminare in santità, deve scegliersi un Padre spirituale santo. Nella preghiera: “Contro di te ho peccato, abbi pietà di me, perdonami, Signore”. “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”. Ma anche: “Va’ e non peccare più”. Ringraziamo di questi buoni propositi il Signore Dio nostro, la Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli, i Santi. Facciamoci piccoli affinché gli Angeli ci prendano per mano e ci conducano alla Madonnina. “Se non diventate come i bambini non entrerete nel regno dei Cieli”. Alla Madonnina diciamo: “Sai, Madonnina, come alle nozze di Cana, devi farci la grazia. Devi dire a Gesù che abbiamo bisogno di convertirci”. Ricordiamo i terremotati e per chi può aiutarli. Affidate tutto al cuore di Maria e di Gesù. Abbiate fede. Preghiamo per il Santo Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, per gli ammalati, i poveri, i sofferenti, per la pace del mondo. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 226 TESTO COMMENTATO Saluto Padre Severino e Don Carlo da Milano. Saluto Trapani, il Diacono con la moglie. Santo Janni è la Casa di tutti. Ognuno qui è a casa sua. In questa Chiesa nessuno è estraneo all’altro, perché tutti fratelli gli uni degli altri e tutti animati dallo stesso amore e dalla stessa missione. Siamo tutti nati per vocazione e per missione dalla Vergine Maria, Madre della Redenzione. A Lei noi tutti abbiamo detto il nostro sì. Non solo la Diocesi di Locri (Padre Severino), o di Milano (Don Carlo), o di Trapani (Il Diacono con la moglie), ma ogni Diocesi a Santo Janni è a Casa sua, perché è nella Casa della Madre sua, la Vergine Maria, Madre della Redenzione. Quando penso Trapani ricordo la mia giovinezza. Gesù però non mi ha chiamato a Trapani. Mi ha chiamato qui; forse per soffrire di più. A Trapani è nata l’Ispiratrice del Movimento Apostolico e in quella città ha trascorso la sua giovinezza. Per un mistero inspiegabile – è ciò che Dio fa è sempre un mistero – L’Ispiratrice è venuta a Catanzaro e in Catanzaro è stata chiamata dalla Vergine Maria e da Gesù. Un pensiero di Giuditta ci introduce nelle profondità del mistero di Dio. 1 In quei giorni Giuditta venne a conoscenza di questi fatti. Era figlia di Merarì, figlio di Os, figlio di Giuseppe, figlio di Ozièl, figlio di Chelkia, figlio di Anania, figlio di Gedeone, figlio di Rafaìn, figlio di Achitòb, figlio di Elia, figlio di Chelkia, figlio di Eliàb, figlio di Natanaèl, figlio di Salamièl, figlio di 2 Sarasadài, figlio di Israele. Suo marito era stato Manasse, della stessa tribù e 3 famiglia di lei; egli era morto al tempo della mietitura dell’orzo. Mentre stava sorvegliando quelli che legavano i covoni nella campagna, fu colpito da insolazione. Dovette mettersi a letto e morì a Betùlia, sua città, e lo seppellirono insieme ai suoi padri nel campo che sta tra Dotàim e Balamòn. 4 Giuditta era rimasta nella sua casa in stato di vedovanza ed erano passati già 5 tre anni e quattro mesi. Si era fatta preparare una tenda sul terrazzo della sua 6 casa, si era cinta i fianchi di sacco e portava le vesti della sua vedovanza. Da quando era vedova digiunava tutti i giorni, eccetto le vigilie dei sabati e i sabati, le vigilie dei noviluni e i noviluni, le feste e i giorni di gioia per Israele. 7 Era bella d’aspetto e molto avvenente nella persona; inoltre suo marito Manasse le aveva lasciato oro e argento, schiavi e schiave, armenti e terreni 8 che ora continuava ad amministrare. Né alcuno poteva dire una parola maligna a suo riguardo, perché aveva grande timore di Dio. 9 Venne dunque a conoscenza delle parole esasperate che il popolo aveva rivolto al capo della città, perché erano demoralizzati a causa della mancanza d’acqua, e Giuditta seppe anche di tutte le risposte che aveva dato loro Ozia e 227 come avesse giurato loro di consegnare la città agli Assiri dopo cinque giorni. 10 Subito mandò la sua ancella che aveva in cura tutte le sue sostanze a chiamare Cabrì e Carmì, che erano gli anziani della sua città. 11 Vennero da lei ed ella disse loro: «Ascoltatemi, capi dei cittadini di Betùlia. Non è un discorso giusto quello che oggi avete tenuto al popolo, e quel giuramento che avete pronunciato e interposto tra voi e Dio, di mettere la città in mano ai nostri nemici, se nel frattempo il Signore non verrà in vostro aiuto. 12 Chi siete voi dunque che avete tentato Dio in questo giorno e vi siete posti al 13 di sopra di lui in mezzo ai figli degli uomini? Certo, voi volete mettere alla 14 prova il Signore onnipotente, ma non comprenderete niente, né ora né mai. Se non siete capaci di scrutare il profondo del cuore dell’uomo né di afferrare i pensieri della sua mente, come potrete scrutare il Signore, che ha fatto tutte queste cose, e conoscere i suoi pensieri e comprendere i suoi disegni? 15 No, fratelli, non provocate l’ira del Signore, nostro Dio. Se non vorrà aiutarci in questi cinque giorni, egli ha pieno potere di difenderci nei giorni che 16 vuole o anche di farci distruggere dai nostri nemici. E voi non pretendete di ipotecare i piani del Signore, nostro Dio, perché Dio non è come un uomo a cui si possano fare minacce, né un figlio d’uomo su cui si possano esercitare 17 pressioni. Perciò attendiamo fiduciosi la salvezza che viene da lui, supplichiamolo che venga in nostro aiuto e ascolterà il nostro grido, se a lui piacerà. 18 In realtà in questa nostra generazione non c’è mai stata né esiste oggi una tribù o famiglia o popolo o città tra noi, che adori gli dèi fatti da mano 19 d’uomo, come è avvenuto nei tempi passati, ed è per questo che i nostri padri furono abbandonati alla spada e alla devastazione e caddero rovinosamente 20 davanti ai loro nemici. Noi invece non riconosciamo altro Dio fuori di lui, e per questo speriamo che egli non trascurerà noi e neppure la nostra nazione. 21 Perché se noi saremo presi, resterà presa anche tutta la Giudea e saranno saccheggiate le nostre cose sante e Dio ci chiederà conto col nostro sangue di 22 quella profanazione. L’uccisione dei nostri fratelli, l’asservimento della patria, la devastazione della nostra eredità Dio le farà ricadere sul nostro capo in mezzo ai popoli tra i quali saremo schiavi, e saremo così motivo di scandalo 23 e di disprezzo di fronte ai nostri padroni. La nostra schiavitù non ci procurerà alcun favore; il Signore, nostro Dio, la volgerà a nostro disonore. 24 Dunque, fratelli, dimostriamo ai nostri fratelli che la loro vita dipende 25 da noi, che le nostre cose sante, il tempio e l’altare, poggiano su di noi. Per tutti questi motivi ringraziamo il Signore, nostro Dio, che ci mette alla prova, 26 come ha già fatto con i nostri padri. Ricordatevi quanto ha fatto con Abramo, quali prove ha fatto passare a Isacco e quanto è avvenuto a Giacobbe in Mesopotamia di Siria, quando pascolava le greggi di Làbano, suo zio materno. 27 Certo, come ha passato al crogiuolo costoro con il solo scopo di saggiare il loro cuore, così ora non vuol fare vendetta di noi, ma è a scopo di correzione che il Signore castiga quelli che gli stanno vicino». 28 Allora Ozia le rispose: «Quello che hai detto, l’hai proferito con cuore 29 retto e nessuno può contraddire alle tue parole. Non da oggi infatti è manifesta la tua saggezza, ma dall’inizio dei tuoi giorni tutto il popolo conosce 228 30 la tua prudenza, come pure l’ottima indole del tuo cuore. Però il popolo sta soffrendo duramente la sete e ci ha costretti a comportarci come avevamo detto 31 loro e a impegnarci in un giuramento che non potremo trasgredire. Piuttosto prega per noi, tu che sei donna pia, e il Signore invierà la pioggia a riempire le nostre cisterne e così non moriremo di sete». 32 Giuditta rispose loro: «Ascoltatemi! Voglio compiere un’impresa che 33 verrà ricordata di generazione in generazione ai figli del nostro popolo. Voi starete di guardia alla porta della città questa notte; io uscirò con la mia ancella ed entro quei giorni, dopo i quali avete deciso di consegnare la città ai nostri 34 nemici, il Signore per mano mia salverà Israele. Voi però non fate domande sul mio progetto: non vi dirò nulla finché non sarà compiuto ciò che sto per fare». 35 Le risposero Ozia e i capi: «Va’ in pace e il Signore Dio sia con te per 36 far vendetta dei nostri nemici». Se ne andarono quindi dalla sua tenda e si recarono ai loro posti. (Gdt 8,1-36). La sofferenza non è a causa della città, bensì a causa della missione. La sofferenza è della missione. Ovunque si svolge la missione in pienezza di fedeltà, lì sempre si innalza la croce per i missionari del Vangelo. Ringrazio il Signore per ogni sofferenza subita e che dovrò subire. Nella sofferenza si cresce in santità, perché si riesce a perdonare, ad amare coloro che ti sputano ogni giorno per Gesù e mentendo dicono ogni sorte di male. Due verità tratte dalla Lettera agli Ebrei ci aiutano a comprendere queste parole dell’Ispiratrice. La prima verità è sulla correzione. 1 Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, 2tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. 3Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. 4Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato 5e avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli: Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; 6 perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio. 7 È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? 8Se invece non subite correzione, mentre tutti ne hanno avuto la loro parte, siete illegittimi, non figli! 229 9 Del resto noi abbiamo avuto come educatori i nostri padri terreni e li abbiamo rispettati; non ci sottometteremo perciò molto di più al Padre celeste, per avere la vita? 10Costoro infatti ci correggevano per pochi giorni, come sembrava loro; Dio invece lo fa per il nostro bene, allo scopo di farci partecipi della sua santità. 11Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati. 12 Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche 13e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire. 14 Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore; 15vigilate perché nessuno si privi della grazia di Dio. Non spunti né cresca in mezzo a voi alcuna radice velenosa, che provochi danni e molti ne siano contagiati. 16Non vi sia nessun fornicatore, o profanatore, come Esaù che, in cambio di una sola pietanza, vendette la sua primogenitura. 17E voi ben sapete che in seguito, quando volle ereditare la benedizione, fu respinto: non trovò, infatti, spazio per un cambiamento, sebbene glielo richiedesse con lacrime. 18 Voi infatti non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, 19né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola. 20Non potevano infatti sopportare quest’ordine: Se anche una bestia toccherà il monte, sarà lapidata. 21Lo spettacolo, in realtà, era così terrificante che Mosè disse: Ho paura e tremo. 22Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa 23e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, 24a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova, e al sangue purificatore, che è più eloquente di quello di Abele. 25 Perciò guardatevi bene dal rifiutare Colui che parla, perché, se quelli non trovarono scampo per aver rifiutato colui che proferiva oracoli sulla terra, a maggior ragione non troveremo scampo noi, se volteremo le spalle a Colui che parla dai cieli. 26La sua voce un giorno scosse la terra; adesso invece ha fatto questa promessa: Ancora una volta io scuoterò non solo la terra, ma anche il cielo. 27Quando dice ancora una volta, vuole indicare che le cose scosse, in quanto create, sono destinate a passare, mentre rimarranno intatte quelle che non subiscono scosse. 28Perciò noi, che possediamo un regno incrollabile, conserviamo questa grazia, mediante la quale rendiamo culto in maniera gradita a Dio con riverenza e timore; 29perché il nostro Dio è un fuoco divorante. (Eb 12,1-29). La seconda verità è sulla perfezione che nasce dalla sofferenza. 1 Ogni sommo sacerdote, infatti, è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. 2Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. 3A causa 230 di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. 4 Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. 5Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato, gliela conferì 6come è detto in un altro passo: Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek. 7 Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. 8Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì 9e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, 10essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchìsedek. 11 Su questo argomento abbiamo molte cose da dire, difficili da spiegare perché siete diventati lenti a capire. 12Infatti voi, che a motivo del tempo trascorso dovreste essere maestri, avete ancora bisogno che qualcuno v’insegni i primi elementi delle parole di Dio e siete diventati bisognosi di latte e non di cibo solido. 13Ora, chi si nutre ancora di latte non ha l’esperienza della dottrina della giustizia, perché è ancora un bambino. 14Il nutrimento solido è invece per gli adulti, per quelli che, mediante l’esperienza, hanno le facoltà esercitate a distinguere il bene dal male. (Eb 5,1-14). Dio corregge i suoi figli in infiniti modi. Anche la sofferenza è via di correzione. La sofferenza è via grande per la nostra purificazione, per la nostra perfezione. Nella sofferenza si impara ad amare sino alla fine. In essa ci si spoglia del nostro orgoglio spirituale e si diventa umili dinanzi a Dio e agli uomini. La sofferenza è una vera scuola di santificazione e di elevazione spirituale. È tutto questo se è unita alla preghiera costante, ininterrotta. La preghiera ci tiene legati saldamente a Dio, ci aiuta a vedere ogni sofferenza nell’ottica della fede, ci fa crescere in grazia e quindi in fortezza. Con la fortezza dello Spirito Santo riusciamo a vincere ogni sofferenza che si abbatte contro di noi a causa del vangelo che annunziamo. Nel momento la sofferenza genera angoscia, dolore, grande turbamento. Quando essa è però finita, si ringrazia il Signore perché la sua grazia ci ha aiutati a crescere nell’amore, nel perdono, in ogni altra virtù. Ci ha fatto pazienti e misericordiosi. Ci ha fatto vivere nella perfetta carità. Per San Paolo la sofferenza è una vera grazia che Dio dona ai missionari del suo Vangelo. 231 1 Paolo e Timòteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi: 2grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo. 3 Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi. 4Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia 5a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. 6Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. 7È giusto, del resto, che io provi questi sentimenti per tutti voi, perché vi porto nel cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il Vangelo, voi che con me siete tutti partecipi della grazia. 8 Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. 9E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, 10perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, 11ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. 12 Desidero che sappiate, fratelli, come le mie vicende si siano volte piuttosto per il progresso del Vangelo, 13al punto che, in tutto il palazzo del pretorio e dovunque, si sa che io sono prigioniero per Cristo. 14In tal modo la maggior parte dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, ancor più ardiscono annunciare senza timore la Parola. 15Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti. 16Questi lo fanno per amore, sapendo che io sono stato incaricato della difesa del Vangelo; 17 quelli invece predicano Cristo con spirito di rivalità, con intenzioni non rette, pensando di accrescere dolore alle mie catene. 18Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per convenienza o per sincerità, Cristo venga annunciato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene. 19So infatti che questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all’aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, 20secondo la mia ardente attesa e la speranza che in nulla rimarrò deluso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia. 21 Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. 22Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. 23Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; 24ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo. 25Persuaso di questo, so che rimarrò e continuerò a rimanere in mezzo a tutti voi per il progresso e la gioia della vostra fede, 26affinché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo Gesù, con il mio ritorno fra voi. 27 Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo perché, sia che io venga e vi veda, sia che io rimanga lontano, abbia notizie di voi: che state saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del Vangelo, 28 senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari. Questo per loro è segno di perdizione, per voi invece di salvezza, e ciò da parte di Dio. 29Perché, riguardo a Cristo, a voi è stata data la grazia non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui, 30sostenendo la stessa lotta che mi avete visto sostenere e sapete che sostengo anche ora. (Fil 1,1-30). 232 Se è una grazia si deve per essa sempre eterna riconoscenza al Signore. Dobbiamo giungere a ringraziare e benedire il Signore nel momento in cui la sofferenza ci assale e i chiodi vengono conficcati nella carne. È questo il cammino della nostra ascesi cristiana: vedere dietro ogni sofferenza un invito del Signore a crescere nella grande carità, nella stessa carità di Gesù Crocifisso. Gesù dice: “Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi. Io vi ristorerò”. Questa frase nel suo contesto evangelico ha una suo particolare significato. 25 In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate 26 27 ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 28 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di 30 cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». (Mt 11,25-30). È un invito rivolto all’umanità intera, affranta e oppressa dal peccato, a lasciarsi inondare dalla grazia di Dio. Nel nostro contesto particolare e cioè quello della sofferenza del missionario ha un significato particolarissimo. Quando i chiodi della sofferenza trapassano le nostre carni, il nostro spirito deve innalzarsi in Cristo Gesù. A Cristo si deve chiedere ogni grazia necessaria per la santificazione di tutta la sofferenza in ogni suo momento. La conferma di questa interpretazione è data dalle stesse parole dell’Ispiratrice. Le parole sono quelle che seguono. Corriamo incontro a Gesù, alla sua morte e alla sua risurrezione. Allarghiamo le braccia sulla croce come ha fatto Gesù e lì troveremo la salvezza, la redenzione. Di questo ne saremo confortati, perché non c’è sofferenza se non c’è croce. Sulla Croce Gesù compie la redenzione del mondo, la salvezza di ogni uomo. Sulla Croce il cristiano in Cristo, con Cristo, per Cristo compie ciò che manca ai patimenti di Cristo in favore del suo corpo che è la Chiesa. 24 Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo 233 che è la Chiesa. 25Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, 26il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. 27 A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria. 28È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. 29Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza. (Col 1,24-29). Correre incontro a Gesù è correre incontro alla sua Croce, vivendo come Lui la nostra Croce, nella quale è la nostra perfezione e la salvezza dei nostri fratelli. È sulla Croce la nostra salvezza, la nostra redenzione e quella del mondo. Il cristiano salva se stesso e il mondo dalla Croce, perché diviene una sola Croce con quella di Cristo Gesù. È questa la nostra vocazione: divenire con Cristo una sola Croce. È questa la nostra missione: completare nella nostra carne ciò che manca ai patimenti di Cristo in favore del suo corpo che è la Chiesa. Realizzando questa vocazione e questa missione noi portiamo a compimento la nostra redenzione e la salvezza dei nostri fratelli. “Voi siete la luce del mondo. Non potete rimanere nascosti”. Questo ha fatto il Movimento Apostolico. Non siamo rimasti nascosti, perché il Signore vuole essere conosciuto da coloro che non lo conoscono. Rimanere nascosti significa vivere la nostra appartenenza a Cristo nel silenzio della nostra coscienza e neanche in questo modo si può rimanere nascosti, perché ogni nostra azione, se presa a partire dalla verità di Cristo Gesù, è azione che svela la nostra appartenenza a Lui. Noi invece siamo stati chiamati a dire dai tetti ciò che abbiamo ascoltato e a predicare dagli alti colli ciò che abbiamo messo nel cuore. 26 Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non 27 sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi 28 annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di 29 colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà 30 a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono 31 tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! 32 Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo 33 riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. 34 Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a 35 portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo 234 36 padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. 37 Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o 38 figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi 39 segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. 40 Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi 41 ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del 42 giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». (Mt 10,26-42). Il Vangelo non può restare chiuso nel cuore, nella coscienza. Il Vangelo deve diventare voce, parola, omelia, predicazione, catechismo, insegnamento, dottrina, testimonianza, musical, recital, teatro, cinema, canto, esempio, stile di vita, comportamento, dialogo, annunzio, correzione fraterna. Il Vangelo deve essere detto e proclamato con la voce, con il megafono, con gli altoparlanti. Deve passare attraverso i libri, i giornali, i CD, ogni altro strumento che la tecnica mette a disposizione dell’uomo. Il Vangelo non conosce il limite dello spazio, del tempo, della stessa persona umana. Andate per il mondo a due a due a ricordare la Buona Novella. Non vi lascerò orfani, ma lo Spirito Consolatore. Il Movimento Apostolico ha tuttavia una sua forma speciale, particolare, propria di annunziare il Vangelo: da persona a persona, da cuore a cuore. Poiché questa è la sua forma particolare – tutte le altre sono forme del Vangelo ma non particolari del Movimento Apostolico – è necessaria la missione personale. Siamo chiamati ad andare a due a due in ogni luogo a proclamare la Buona Novella, a proclamarla e a ricordarla. Dobbiamo credere un po’ di più in questa forma nostra, specifica, particolare. Dobbiamo credere in questa forma perché è essa la via della conversione dei cuori. Questa via è efficace in un solo modo: con la piena e perfetta conformazione della nostra vita al Vangelo che predichiamo, annunziamo, ricordiamo. In questa nostra specifica missione non siamo soli. 235 Ci accompagna, ci precede e ci segue lo Spirito Santo, il nostro Celeste Consolatore, Avvocato, Maestro, Insegnante, Suggeritore, Ispiratore. Lo Spirito Santo può operare in noi in maniera ordinaria in misura della nostra santità. Il peccato pone sempre un impedimento alla sua azione. Vivendo nello stato di grazia lo Spirito Santo si manifesta e si manifesta nel silenzio, nella preghiera, nell’armonia del cuore e dell’anima. Questa verità non dobbiamo mai dimenticarla: lo stato di grazia è necessario perché lo Spirito del Signore possa operare la conversione dei cuori attraverso la nostra azione evangelizzatrice e di missione. L’armonia del cuore e dell’anima è nella santità. Il silenzio è quello spazio di solitudine da consegnare alla riflessione, meditazione, contemplazione della Parola. La preghiera è la nostra costante comunione con Dio, elevando la nostra anima fino a Lui, per chiedere a Lui ogni grazia e benedizione affinché la nostra missione produca veri frutti di salvezza. Il Corpo e il Sangue di Cristo Gesù rinnova ogni giorno la santificazione nella nostra anima e ci allontana dal peccato. È questa la forza divina contenuta nell’Eucaristia. Ricevendo con fede e amore il Corpo e il Sangue di Cristo compiamo il cammino della nostra santificazione. Mentre ci santifichiamo ci allontaniamo sempre di più dal peccato. Gesù, siamo gioiosi di avere l’arma e lo scudo, Il Vangelo, la Parola di vita eterna e il Santo Rosario. Con la Parola possiamo vincere ogni tentazione. Con il Santo Rosario ci difendiamo da ogni attacco del male. Queste immagini di battaglia, di guerra, di combattimento sono contenute sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. Guerriero implacabile è la Parola del Signore. 1 Per i tuoi santi invece c’era una luce grandissima; quegli altri, sentendone le voci, senza vederne l’aspetto, li proclamavano beati, perché non avevano sofferto come loro 2 e li ringraziavano perché non nuocevano loro, pur avendo subìto un torto, e imploravano perdono delle passate inimicizie. 3 Invece desti loro una colonna di fuoco, come guida di un viaggio sconosciuto e sole inoffensivo per un glorioso migrare in terra straniera. 4 Meritavano di essere privati della luce e imprigionati nelle tenebre 236 quelli che avevano tenuto chiusi in carcere i tuoi figli, per mezzo dei quali la luce incorruttibile della legge doveva essere concessa al mondo. 5 Poiché essi avevano deliberato di uccidere i neonati dei santi – e un solo bambino fu esposto e salvato –, tu per castigo hai tolto di mezzo la moltitudine dei loro figli, facendoli perire tutti insieme nell’acqua impetuosa. 6 Quella notte fu preannunciata ai nostri padri, perché avessero coraggio, sapendo bene a quali giuramenti avevano prestato fedeltà. 7 Il tuo popolo infatti era in attesa della salvezza dei giusti, della rovina dei nemici. 8 Difatti come punisti gli avversari, così glorificasti noi, chiamandoci a te. 9 I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto e si imposero, concordi, questa legge divina: di condividere allo stesso modo successi e pericoli, intonando subito le sacre lodi dei padri. 10 Faceva eco il grido discorde dei nemici e si diffondeva il lamento di quanti piangevano i figli. 11 Con la stessa pena il servo era punito assieme al padrone, l’uomo comune soffriva le stesse pene del re. 12 Tutti insieme, nello stesso modo, ebbero innumerevoli morti, e i vivi non bastavano a seppellirli, perché in un istante fu sterminata la loro prole più nobile. 13 Quanti erano rimasti increduli a tutto per via delle loro magie, allo sterminio dei primogeniti confessarono che questo popolo era figlio di Dio. 14 Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo rapido corso, 15 la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, portando, come spada affilata, il tuo decreto irrevocabile 16 e, fermatasi, riempì tutto di morte; toccava il cielo e aveva i piedi sulla terra. 17 Allora improvvisi fantasmi di sogni terribili li atterrivano e timori inattesi piombarono su di loro. 18 Cadendo mezzi morti qua e là, mostravano quale fosse la causa della loro morte. 19 Infatti i loro sogni terrificanti li avevano preavvisati, perché non morissero ignorando il motivo delle loro sofferenze. 20 L’esperienza della morte colpì anche i giusti e nel deserto ci fu il massacro di una moltitudine, ma l’ira non durò a lungo, 21 perché un uomo irreprensibile si affrettò a difenderli, 237 avendo portato le armi del suo ministero, la preghiera e l’incenso espiatorio; si oppose alla collera e mise fine alla sciagura, mostrando di essere il tuo servitore. 22 Egli vinse la collera divina non con la forza del corpo né con la potenza delle armi, ma con la parola placò colui che castigava, ricordando i giuramenti e le alleanze dei padri. 23 Quando ormai i morti erano caduti a mucchi gli uni sugli altri, egli, ergendosi là in mezzo, arrestò l’ira e le tagliò la strada che conduceva verso i viventi. 24 Sulla sua veste lunga fino ai piedi portava tutto il mondo, le glorie dei padri scolpite su quattro file di pietre preziose e la tua maestà sopra il diadema della sua testa. 25 Di fronte a queste insegne lo sterminatore indietreggiò, ebbe paura, perché bastava questa sola prova dell’ira divina. (Sap 18,1-25). Guerriero implacabile è anche il Signore. 1 Allora il giusto starà con grande fiducia di fronte a coloro che lo hanno perseguitato e a quelli che hanno disprezzato le sue sofferenze. 2 Alla sua vista saranno presi da terribile spavento, stupiti per la sua sorprendente salvezza. 3 Pentiti, diranno tra loro, gemendo con animo angosciato: 4 «Questi è colui che noi una volta abbiamo deriso e, stolti, abbiamo preso a bersaglio del nostro scherno; abbiamo considerato una pazzia la sua vita e la sua morte disonorevole. 5 Come mai è stato annoverato tra i figli di Dio e la sua eredità è ora tra i santi? 6 Abbiamo dunque abbandonato la via della verità, la luce della giustizia non ci ha illuminati e il sole non è sorto per noi. 7 Ci siamo inoltrati per sentieri iniqui e rovinosi, abbiamo percorso deserti senza strade, ma non abbiamo conosciuto la via del Signore. 8 Quale profitto ci ha dato la superbia? Quale vantaggio ci ha portato la ricchezza con la spavalderia? 9 Tutto questo è passato come ombra e come notizia fugace, 10 come una nave che solca un mare agitato, e, una volta passata, di essa non si trova più traccia né scia della sua carena sulle onde; 11 oppure come quando un uccello attraversa l’aria 238 e non si trova alcun segno del suo volo: l’aria leggera, percossa dal battito delle ali e divisa dalla forza dello slancio, è attraversata dalle ali in movimento, ma dopo non si trova segno del suo passaggio; 12 o come quando, scoccata una freccia verso il bersaglio, l’aria si divide e ritorna subito su se stessa e della freccia non si riconosce tragitto. 13 Così anche noi, appena nati, siamo già come scomparsi, non avendo da mostrare alcun segno di virtù; ci siamo consumati nella nostra malvagità». 14 La speranza dell’empio è come pula portata dal vento, come schiuma leggera sospinta dalla tempesta; come fumo dal vento è dispersa, si dilegua come il ricordo dell’ospite di un solo giorno. 15 I giusti al contrario vivono per sempre, la loro ricompensa è presso il Signore e di essi ha cura l’Altissimo. 16 Per questo riceveranno una magnifica corona regale, un bel diadema dalle mani del Signore, perché li proteggerà con la destra, con il braccio farà loro da scudo. 17 Egli prenderà per armatura il suo zelo e userà come arma il creato per punire i nemici, 18 indosserà la giustizia come corazza e si metterà come elmo un giudizio imparziale, 19 prenderà come scudo la santità invincibile, 20 affilerà la sua collera inesorabile come spada e l’universo combatterà con lui contro gli insensati. 21 Partiranno ben dirette le saette dei lampi e dalle nubi, come da un arco ben teso, balzeranno al bersaglio; 22 dalla sua fionda saranno scagliati chicchi di grandine pieni di furore. Si metterà in fermento contro di loro l’acqua del mare e i fiumi li travolgeranno senza pietà. 23 Si scatenerà contro di loro un vento impetuoso e come un uragano li travolgerà. L’iniquità renderà deserta tutta la terra e la malvagità rovescerà i troni dei potenti. (Sap 5,1-23). Guerriero implacabile contro il peccato è il cristiano. 10 Per il resto, rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. 12La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. 11 239 Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. 14State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; 15i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. 16Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; 17 prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. 18In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi. 19E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo, 20per il quale sono ambasciatore in catene, e affinché io possa annunciarlo con quel coraggio con il quale devo parlare. (Ef 6,10-20). 13 Con queste armi il cristiano sarà più che vincitore. Quando recitiamo con amore il Santo Rosario, la Vergine Maria, Madre della redenzione, è vicino a noi. Di questo dobbiamo avere fede. Il Santo Rosario ci porta la consolazione della Vergine Maria. Se Lei è nel cuore ed è invocata con amore, Ella cammina con noi e ci porta la consolazione e la pace del Cielo. Per questo dobbiamo avere una grande fede nel cuore. Se la Vergine Maria, Madre della Redenzione, è nel nostro cuore e sulle nostre labbra, è anche accanto e vicino a noi per sorreggerci, aiutarci, sostenerci, darci la sua mano ricca di ogni grazia. Gesù, Tu sei la via, la vita, la verità. La via perché conduci al Padre. La verità perché solo Tu hai parole di salvezza. La vita che ci rinnovi ogni giorno con il tuo Corpo e il tuo Sangue nel nostro cuore, nel nostro corpo, ogni giorno allontanandoci dal peccato ci fa santi. Ancora una volta viene richiamata alla nostra mente la straordinaria potenza del Corpo e del Sangue di Cristo. Il Corpo e il Sangue di Cristo rinnovano la nostra vita, perché ci allontanano dal peccato e ci aiutano a crescere nella santità. Se abbiamo tutta questa potenza di grazia e di salvezza, perché allora non cresciamo nella santità? Non cresciamo perché non ci accostiamo al Sangue e al Corpo di Cristo in pienezza di fede. La fede e la carità sono tutto per noi. La fede è forza che trasforma, nel Sacramento, la nostra vita. Tu sei tutto, Gesù. Solo Tu puoi salvarci, Signore. Vedi quanto odio, quanto rancore. Continua ancora Caino ad uccidere Abele. Non c’è pace negli uomini pieni di odio, di rancore. L’uomo empio porta il peccato e si compiace dell’inganno che fa al fratello. 240 Chi ci potrà salvare dalla potenza del male che sembra avvolgerci e sommergerci? Solo Cristo Gesù. Solo la potenza della sua grazia. Gesù ci salva non togliendo il male attorno a noi. Ci salva facendo sì che il male non abbia alcun effetto di peccato e di morte in noi. Ci salva facendoci rimanere sempre nella più alta santità. Ci salva facendoci vivere da santi sulla croce, come Lui è vissuto da santo sul legno del suo supplizio. Tutto l’Antico Testamento va letto e interpretato a partire dalla Croce di Cristo Gesù. È la sua santità sulla Croce il principio ermeneutico per leggere e comprendere tutto l’Antico ed il Nuovo Testamento. Prego sempre per i Sacerdoti. Perché se il Sacerdote è santo, il popolo di Dio si fa santo. La santità del Sacerdote è essenziale per la crescita e la santificazione del popolo di Dio. La sua santità è come il pane per il corpo. Come il pane dona la vita al corpo, così la santità del Sacerdote dona la vita al popolo di Dio. Senza la santità del Sacerdote tutto il popolo di Dio muore di inedia. Il Sacerdote ha una grande responsabilità. Dinanzi a Dio deve rendere conto di quello che fa ogni giorno. È questa la responsabilità del Sacerdote. Può nutrire il suo popolo di santità. Lo può lasciare immerso nel peccato, in ogni peccato. Il Sacerdote è responsabile dinanzi a Dio per ogni anima che Lui non ha nutrito di santità, nella verità e nella grazia di Cristo Gesù, partendo dalla sua personale santità. Il popolo di Dio deve camminare in santità, deve scegliersi un Padre spirituale santo. Nella preghiera: “Contro di te ho peccato, abbi pietà di me, perdonami, Signore”. Il popolo di Dio deve però volersi nutrire, alimentare. Deve volere crescere nella santità. Deve volerla attingere nella preghiera, nella frequenza ai sacramenti, nella direzione spirituale. “Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”. Ma anche: “Va’ e non peccare più”. Il peccato non si perdona per continuare a peccare. Il peccato si perdona per non essere mai più commesso. 241 Chi chiede perdono e poi pecca di nuovo ecco a chi può essere paragonato secondo San Pietro: 1 Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri, i quali introdurranno fazioni che portano alla rovina, rinnegando il Signore che li ha riscattati. Attirando su se stessi una rapida rovina, 2molti seguiranno la loro condotta immorale e per colpa loro la via della verità sarà coperta di disprezzo. 3Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma per loro la condanna è in atto ormai da tempo e la loro rovina non si fa attendere. 4 Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò in abissi tenebrosi, tenendoli prigionieri per il giudizio. 5Ugualmente non risparmiò il mondo antico, ma con altre sette persone salvò Noè, messaggero di giustizia, inondando con il diluvio un mondo di malvagi. 6Così pure condannò alla distruzione le città di Sòdoma e Gomorra, riducendole in cenere, lasciando un segno ammonitore a quelli che sarebbero vissuti senza Dio. 7Liberò invece Lot, uomo giusto, che era angustiato per la condotta immorale di uomini senza legge. 8Quel giusto infatti, per quello che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, giorno dopo giorno si tormentava a motivo delle opere malvagie. 9 Il Signore dunque sa liberare dalla prova chi gli è devoto, mentre riserva, per il castigo nel giorno del giudizio, gli iniqui, 10soprattutto coloro che vanno dietro alla carne con empie passioni e disprezzano il Signore. Temerari, arroganti, non temono d’insultare gli esseri gloriosi decaduti, 11 mentre gli angeli, a loro superiori per forza e potenza, non portano davanti al Signore alcun giudizio offensivo contro di loro. 12Ma costoro, irragionevoli e istintivi, nati per essere presi e uccisi, bestemmiando quello che ignorano, andranno in perdizione per la loro condotta immorale, 13subendo il castigo della loro iniquità. Essi stimano felicità darsi ai bagordi in pieno giorno; scandalosi e vergognosi, godono dei loro inganni mentre fanno festa con voi, 14hanno gli occhi pieni di desideri disonesti e, insaziabili nel peccato, adescano le persone instabili, hanno il cuore assuefatto alla cupidigia, figli di maledizione! 15 Abbandonata la retta via, si sono smarriti seguendo la via di Balaam figlio di Bosor, al quale piacevano ingiusti guadagni, 16ma per la sua malvagità fu punito: un’asina, sebbene muta, parlando con voce umana si oppose alla follia del profeta. 17Costoro sono come sorgenti senz’acqua e come nuvole agitate dalla tempesta, e a loro è riservata l’oscurità delle tenebre. 18Con discorsi arroganti e vuoti e mediante sfrenate passioni carnali adescano quelli che da poco si sono allontanati da chi vive nell’errore. 19Promettono loro libertà, mentre sono essi stessi schiavi della corruzione. L’uomo infatti è schiavo di ciò che lo domina. 20 Se infatti, dopo essere sfuggiti alle corruzioni del mondo per mezzo della conoscenza del nostro Signore e salvatore Gesù Cristo, rimangono di nuovo in esse invischiati e vinti, la loro ultima condizione è divenuta peggiore della prima. 21Meglio sarebbe stato per loro non aver mai conosciuto la via della giustizia, piuttosto che, dopo averla conosciuta, voltare le spalle al santo comandamento che era stato loro trasmesso. 22Si è verificato per loro il proverbio: 242 «Il cane è tornato al suo vomito e la scrofa lavata è tornata a rotolarsi nel fango». (2Pt 2,1-22). È una immagine cruda, ma vera, reale. È l’immagine di chi si lava nel Sangue di Cristo Gesù e poi ritorna ad immergersi nel fango del peccato. Ringraziamo di questi buoni propositi il Signore Dio nostro, la Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli, i Santi. Facciamoci piccoli affinché gli Angeli ci prendano per mano e ci conducano alla Madonnina. “Se non diventate come i bambini non entrerete nel regno dei Cieli”. Questo invito a farsi piccoli sempre ricorre nelle Parole di Esortazione dell’Ispiratrice. Farsi piccoli è diventare senza malizia, senza furbizia, senza superbia, senza rispetto umano, senza cattiveria nel cuore, senza sporcizia nell’anima. Farsi piccoli è dimenticare ciò che è avvenuto un momento prima. I piccoli vivono l’attimo. Finito l’attimo, tutto finisce. Nulla si conserva nel cuore. Alla Madonnina diciamo: “Sai, Madonnina, come alle nozze di Cana, devi farci la grazia. Devi dire a Gesù che abbiamo bisogno di convertirci”. L’Ispiratrice possiede nel cuore una fiducia illimitata nella Vergine Maria, Madre della Redenzione. Tutto Lei chiede alla Vergine Maria. Chiede tutto e sa che sarà sempre esaudita, con il tempo del Cielo, non con quello della fretta della terra. Ricordiamo i terremotati e per chi può aiutarli. Siamo invitati a pregare sia per quanti sono nella sofferenza, sia per quanti possono aiutare la sofferenza, purché lo facciano con generosità. Affidate tutto al cuore di Maria e di Gesù. Abbiate fede. Gesù e la Vergine Maria sono tutto per l’Ispiratrice. Che diventino anche il Tutto per noi. Preghiamo per il Santo Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, per gli ammalati, i poveri, i sofferenti, per la pace del mondo. Accompagniamo con la nostra preghiera la Chiesa e il mondo nel loro cammino verso Dio. Chiediamo a Dio che si pieghi sulla Chiesa e sul mondo e li illumini con la luce della sua verità e della sua santità. 243 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo Lunedì 27 Aprile, contengono tanti insegnamenti che sono stati accennati nel corso del rapido commento. Vorrei che per un attimo ci fermassimo in queste osservazioni conclusive sulla Croce di Cristo come principio ermeneutico per l’interpretazione di tutto l’Antico e il Nuovo Testamento. Cristo Gesù nell’orto degli Ulivi pregò il Padre: “Padre se possibile… Non però la mia volontà si faccia, ma la tua”. Il Padre ascoltò la preghiera di Gesù, donandogli la forza di rimanere santo, anzi santissimo, nei flagelli, nelle percosse, nelle ingiurie, mentre portava la Croce, mente veniva inchiodato, mentre era crocifisso. Il Padre ascoltò la preghiera di Gesù, liberandolo una volta per tutte dalla sofferenza con la sua gloriosa risurrezione. Il Padre non libera dalla Croce. Non libera perché la Croce è la via dell’amore fino alla fine. Se il Padre ci liberasse dalla Croce, ci libererebbe dall’amare noi Lui e i fratelli sino alla fine e questo è impossibile. Amare Dio e i fratelli sino alla fine è la nostra vocazione e la nostra missione. Ma l’uomo è fragile, piccolo, debole. Ha paura ed angoscia. Sente il peso degli insulti e della Croce. Da solo non ce la può fare. Ecco allora che il Signore lo riempie di forza. Gli dona la fermezza della volontà di amare sino alla fine. Gli dona anche la scienza di sapere che l’amore sino alla fine è la sua perfezione spirituale. Il cristiano è perfetto se ama sino alla fine, se sa amare e vuole amare sino alla fine. Poi viene la liberazione eterna. Si entra nella gioia che non conosce alcun limite. Ma questa gioia è però il frutto di quella sofferenza, di quella morte. L’amore sino alla fine ha anche un frutto di salvezza per gli altri, per il mondo intero. Dio trasforma il nostro amore sino alla fine in grazia di redenzione, di salvezza, di giustificazione per tutti i nostri fratelli. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuti a vedere e a vivere ogni sofferenza come una vocazione ad amare sino alla fine. Gli Angeli e i Santi ci sostengano e ci facciano da Cirenei perché possiamo portare la Croce fin sul Golgota. 244 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Testo integrale Santo Janni 04 Maggio 2009 Sia lodato Gesù Cristo. Siamo riuniti nella Casa del Signore. Nel suo nome il Cielo è con noi. Mentre pregavo in questi giorni ho pensato: “Beati coloro che persevereranno sino alla fine. Di essi è il Regno dei Cieli”. Il Movimento Apostolico è da trent’anni che persevera. Una vita. Ma l’uomo invidioso e geloso non si dà pace. Ci rincuora la Parola di Gesù. “Mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei Cieli”. Il cammino della Parola del Signore, del Vangelo, è un cammino molto arduo. Se vuoi trionfare devi entrare per la porta stretta. Dopo trent’anni ti senti forte, non ti pesa più la parola dell’empio. Pensi a Gesù, alla sua Croce. Una Croce di sofferenza. Ma Gesù ha trionfato con la Sua risurrezione. Con San Paolo: “Signore, non sono più io che vivo, ma tu che vivi in me”. Ti torna alla mente quando sulla via di Damasco la luce l’ha accecato: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Uomo stolto, convertiti lasciandoti conquistare come San Paolo dalla luce della verità di Gesù. Avrai il Regno dei Cieli. Non si temono più le tenebre. Non si teme più Gesù. Si preferiscono le tenebre alla luce. Quest’uomo stolto, cattivo, malvagio, invidioso, sepolcro imbiancato che apparentemente ti sembra buono, ti sembra che faccia la volontà di Dio, invece fa solo il male. È uomo iniquo perché non ha timor di Dio. Tutte queste cose sono successe in questi trent’anni. Ma che ti importa. Cammina per la tua strada, per la strada stretta, per la strada tortuosa, per i campi, per i prati, per il mare ed annunzia e ricorda il Vangelo, la Buona Novella. Dico ai giovani, a coloro che stanno nascendo nel Movimento e nella fede cristiana, di andare avanti. Per essere credibili non possono ritirarsi alle tre, alle cinque di mattina. Devono condurre una vita sobria, accompagnata dalla preghiera. Se non si convertono, non sono degni di appartenere al Movimento Apostolico, alla Chiesa. Danno scandalo al mondo. Chi li vede, dice: “Era prima in Chiesa ed ora è qui”, Convertitevi. Convertitevi. Nessuno vi costringe a fare parte del Movimento e della Casa del Signore. Lo scandalo è un grave peccato. Non amate Dio. Non sapete che Dio vi vede e se ne dispiace. Mettete accanto a loro altri giovani che li contaminate. Amo il Movimento. Lo devo proteggere con tutti e da tutti. Quanto vi ho detto non veniva da me. Non potevo. L’ha voluto il Signore. Ieri la Chiesa ha celebrato la giornata delle vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita consacrata. Il Signore mi ha dato anche questo carisma di parlare del Sacerdozio. Voi giovani non vi vergognate di rispondere alla vocazione che sentite nel vostro cuore. Il mondo ha bisogno di tanti santi Sacerdoti. Se il pensiero della vocazione è in voi, non ascoltate nessuno. Ascoltate solo il vostro cuore. Mettetevi accanto un santo Sacerdote e crescete con lui. Non vi tirate indietro perché il Sacramento Sacerdotale è un Sacramento che dona gioia, amore, serenità. Pensateci. Amate il Movimento, che è Chiesa. Difendetelo. Fate come la Madonnina. Con il manto di misericordia abbracciatelo tutto. Il Signore Dio nostro non è un Dio che accomoda. Fate crescere nella santità i vostri figli. Il mondo oggi è nella corruzione. Pregate sempre in ogni attimo della vostra giornata. Che la Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci dia orecchi per intendere e ci faccia comprendere che se camminiamo con Gesù non possiamo portare scandalo al mondo. Si ama Gesù quando si rinnega se stessi, si prende la croce e si cammina nella santità. La santità è sofferenza, ma anche gioia. Che la Bevanda Eucaristica ci apra l’orecchio e il cuore. Che la Madonnina con il Santo Rosario ci protegga. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, i Terremotati, per la pace nel mondo. Affidiamo al Signore gli ammalati e i sofferenti. Preghiamo per la conversione dei cuori. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 246 TESTO COMMENTATO Siamo riuniti nella Casa del Signore. Nel suo nome il Cielo è con noi. È la nostra fede. Siamo nel nome del Signore, se siamo nella sua verità, nel suo amore, nella sua pace, nel suo perdono, nella sua misericordia, nella sua compassione. Siamo nel suo nome, quando ci amiamo gli uni gli altri come Lui ha amato noi. Mentre pregavo in questi giorni ho pensato: “Beati coloro che persevereranno sino alla fine. Di essi è il Regno dei Cieli”. La perseveranza è tutto per noi e tutto è nella perseveranza. La perseveranza è nella fede, nella carità, nella speranza. È sino alla fine se è fin sulla croce e nel sepolcro. L’esempio della perseveranza per noi è Gesù che ci amò sino alla fine. La sua fine è però senza fine. Lui ci ama per l’eternità. Il suo amore non avrà mai fine. Il Movimento Apostolico è da trent’anni che persevera. Una vita. Ma l’uomo invidioso e geloso non si dà pace. Come c’è la perseveranza nel bene così c’è anche la perseveranza nel male. I figli della luce perseverano nel bene. I figli delle tenebre perseverano nel male. I figli delle tenebre proprio questo vogliono: far stancare i figli della luce perché abbandonino il cammino di verità e di grazia intrapreso. L’invidia e la gelosia logora i figli delle tenebre più che un cancro e questi non si danno pace. Invidia e gelosia fanno l’uomo malvagio. Sulla malvagità ecco cosa insegna la Scrittura. Dalla propria malvagità è travolto l'empio, il giusto ha un rifugio nella propria integrità (Pr 14, 32). Anche noi, appena nati, siamo già scomparsi, non abbiamo avuto alcun segno di virtù da mostrare; siamo stati consumati nella nostra malvagità (Sap 5, 13). Cosa gradita al Signore è astenersi dalla malvagità, sacrificio espiatorio è astenersi dall'ingiustizia (Sir 35, 3). Dio però si fa forza dei figli della luce e questi perseverano sino alla fine. 247 Ci rincuora la Parola di Gesù. “Mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei Cieli”. La menzogna è la strada sulla quale devono sempre camminare i figli della luce. È come la pietra per le vie consolari. Essa è tentazione perenne. Mai si stanca. Mai viene meno. La menzogna è sempre nuova. Possiede un’immaginazione viva. Sa trasformare in falsità tutto, anche le cose più caste e più sante. La carità la fa divenire interesse. L’altruismo egoismo. La libertà evangelica disinteresse. La sollecitudine e l’impegno vanagloria. L’amore per il Vangelo superbia. La devozione per la Chiesa ipocrisia. I figli della luce sanno che questo è il prezzo da pagare al Vangelo e alla redenzione delle anime e lo pagano imitando Cristo Gesù, il Signore Crocifisso dall’invidia e dalla gelosia dei suoi. Il cammino della Parola del Signore, del Vangelo, è un cammino molto arduo. Se vuoi trionfare devi entrare per la porta stretta. La porta stretta è la Parola di Cristo Gesù vissuta sempre, in ogni circostanza. La porta stretta è la Croce che ogni giorno deve portare chi vuole seguire il suo Maestro e Signore. 13 Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che 14 conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano! (Mt 7,13-14). La porta stretta è il sacrificio quotidiano della nostra obbedienza al Signore per il solo compimento della sua volontà. Dopo trent’anni ti senti forte, non ti pesa più la parola dell’empio. Pensi a Gesù, alla sua Croce. Una Croce di sofferenza. Ma Gesù ha trionfato con la Sua risurrezione. Si pensa a Gesù da crocifissi con Lui per portare a compimento la missione ricevuta. Le Parole di San Paolo a Galati possono aiutarci a comprendere il mistero della sofferenza che giunge ormai alla fine. 14 Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. 15Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. 16E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio. 17 D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo. Gal 6,14-17). 248 Un crocifisso non può essere più infastidito da alcuno. Un crocifisso ha dato tutto. Si è spogliato di tutto. Si è consegnato tutto. Con San Paolo: “Signore, non sono più io che vivo, ma tu che vivi in me”. Ti torna alla mente quando sulla via di Damasco la luce l’ha accecato: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Le prime parole sono della Lettera di San Paolo ai Galati. 17 Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, Cristo è forse ministro del peccato? Impossibile! 18 Infatti se torno a costruire quello che ho distrutto, mi denuncio come trasgressore. 19In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo, 20e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. 21Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano. (Gal 2,17-21). C’è questa perfetta identità di vita tra Paolo e Cristo Gesù. L’identità di vita è nella crocifissione. Le seconde parole invece sono dette da Gesù a Saulo (Paolo) sulla via di Damasco. 6 Mentre ero in viaggio e mi stavo avvicinando a Damasco, verso mezzogiorno, all’improvviso una grande luce dal cielo sfolgorò attorno a me; 7 caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: “Saulo, Saulo, perché mi 8 perséguiti?”. Io risposi: “Chi sei, o Signore?”. Mi disse: “Io sono Gesù il 9 Nazareno, che tu perséguiti”. Quelli che erano con me videro la luce, ma non 10 udirono la voce di colui che mi parlava. Io dissi allora: “Che devo fare, Signore?”. E il Signore mi disse: “Àlzati e prosegui verso Damasco; là ti verrà 11 detto tutto quello che è stabilito che tu faccia”. E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni giunsi a Damasco. (At 22,6-11). Queste parole sono ricordate per dire ad ogni persecutore che c’è possibilità di conversione. Lo attesta lo stesso San Paolo nelle Prima Lettera a Timoteo. 12 Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, 13che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, 14e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. 15 Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. 16Ma 249 appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. 17 Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen. (1Tm 1,12-17). La conversione è però nel pentimento e nel cambiamento di vita. Uomo stolto, convertiti lasciandoti conquistare come San Paolo dalla luce della verità di Gesù. Avrai il Regno dei Cieli. È questo un invito che sgorga dal cuore pieno di amore dell’Ispiratrice. Ella sa che Dio non vuole la morte del peccatore. Vuole che si converta e viva. 1 2 Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Perché andate ripetendo questo proverbio sulla terra d’Israele: “I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati”? 3 Com’è vero che io vivo, oracolo del Signore Dio, voi non ripeterete più 4 questo proverbio in Israele. Ecco, tutte le vite sono mie: la vita del padre e quella del figlio è mia; chi pecca morirà. 5 6 Se uno è giusto e osserva il diritto e la giustizia, se non mangia sui monti e non alza gli occhi agli idoli della casa d’Israele, se non disonora la moglie del suo prossimo e non si accosta a una donna durante il suo stato 7 d’impurità, se non opprime alcuno, restituisce il pegno al debitore, non 8 commette rapina, divide il pane con l’affamato e copre di vesti chi è nudo, se non presta a usura e non esige interesse, desiste dall’iniquità e pronuncia retto 9 giudizio fra un uomo e un altro, se segue le mie leggi e osserva le mie norme 10 agendo con fedeltà, egli è giusto ed egli vivrà, oracolo del Signore Dio. Ma se uno ha generato un figlio violento e sanguinario che commette azioni inique, 11 mentre egli non le commette, e questo figlio mangia sui monti, disonora la 12 donna del prossimo, opprime il povero e l’indigente, commette rapine, non restituisce il pegno, volge gli occhi agli idoli, compie azioni abominevoli, 13 presta a usura ed esige gli interessi, questo figlio non vivrà; poiché ha commesso azioni abominevoli, costui morirà e dovrà a se stesso la propria 14 morte. Ma se uno ha generato un figlio che, vedendo tutti i peccati commessi 15 dal padre, sebbene li veda, non li commette, non mangia sui monti, non volge 16 gli occhi agli idoli d’Israele, non disonora la donna del prossimo, non opprime alcuno, non trattiene il pegno, non commette rapina, dà il pane 17 all’affamato e copre di vesti chi è nudo, desiste dall’iniquità, non presta a usura né a interesse, osserva le mie norme, cammina secondo le mie leggi, 18 costui non morirà per l’iniquità di suo padre, ma certo vivrà. Suo padre 250 invece, che ha oppresso e derubato il suo prossimo, che non ha agito bene in mezzo al popolo, morirà per la sua iniquità. 19 Voi dite: “Perché il figlio non sconta l’iniquità del padre?”. Perché il figlio ha agito secondo giustizia e rettitudine, ha osservato tutte le mie leggi e 20 le ha messe in pratica: perciò egli vivrà. Chi pecca morirà; il figlio non sconterà l’iniquità del padre, né il padre l’iniquità del figlio. Sul giusto rimarrà la sua giustizia e sul malvagio la sua malvagità. 21 Ma se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso e osserva tutte le mie leggi e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non 22 morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà più ricordata, ma vivrà per la 23 giustizia che ha praticato. Forse che io ho piacere della morte del malvagio – oracolo del Signore – o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva? 24 Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male, imitando tutte le azioni abominevoli che l’empio commette, potrà egli vivere? Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà. 25 Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, 26 casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo 27 muore, egli muore appunto per il male che ha commesso. E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e 28 giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe 29 commesse: egli certo vivrà e non morirà. Eppure la casa d’Israele va dicendo: “Non è retta la via del Signore”. O casa d’Israele, non sono rette le mie vie o 30 piuttosto non sono rette le vostre? Perciò io giudicherò ognuno di voi secondo la sua condotta, o casa d’Israele. Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e desistete da tutte le vostre iniquità, e l’iniquità non sarà 31 più causa della vostra rovina. Liberatevi da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perché volete morire, o casa 32 d’Israele? Io non godo della morte di chi muore. Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e vivrete. (Ez 18,1-32). È questa la volontà di Dio. È questa la volontà di tutti coloro che amano il Signore. È questa conformazione alla volontà del Signore la verità di ogni missionario del Vangelo, il quale sa che la conversione è possibile. È stata possibile per Paolo. È possibile per chiunque altro. Ci si può convertire. Chi si converte viene accolto con amore infinito. Con lo stesso amore di Dio manifestato nel Cristo Crocifisso. Non si temono più le tenebre. Non si teme più Gesù. Si preferiscono le tenebre alla luce. Il cuore sovente è indurito e non ascolta l’invito alla conversione. 251 16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché 17 chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il 18 mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. 19 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20 Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue 21 opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». (Gv 3,1621). Il cuore non convertito preferisce le tenebre alla luce. Quest’uomo stolto, cattivo, malvagio, invidioso, sepolcro imbiancato che apparentemente ti sembra buono, ti sembra che faccia la volontà di Dio, invece fa solo il male. È uomo iniquo perché non ha timor di Dio. È spiegato il motivo di tanta iniquità e malvagità. Non c’è timor di Dio nel cuore di chi fa il male. Questo cuore pensa di poter fare ciò che vuole. “Dio non esiste” per questo cuore. Per questo cuore “Dio non esiste” perché è convinto che Dio non è il Giudice dei vivi e dei morti. È convinto che Dio è solo Dio nel cielo e non sulla terra. Questo cuore non vuole sapere che Dio è oggi il giudice delle azioni degli uomini e che Lui in ogni istante può dire: “Basta”. Tutta la Scrittura, sia l’Antico che il Nuovo Testamento, annunziano agli uomini questo “Basta” di Dio, che è un vero sconvolgimento della nostra storia. 1 Il re Baldassàr imbandì un grande banchetto a mille dei suoi dignitari e 2 insieme con loro si diede a bere vino. Quando Baldassàr ebbe molto bevuto, comandò che fossero portati i vasi d’oro e d’argento che Nabucodònosor, suo padre, aveva asportato dal tempio di Gerusalemme, perché vi bevessero il re e i 3 suoi dignitari, le sue mogli e le sue concubine. Furono quindi portati i vasi d’oro, che erano stati asportati dal tempio di Dio a Gerusalemme, e il re, i suoi 4 dignitari, le sue mogli e le sue concubine li usarono per bere; mentre bevevano il vino, lodavano gli dèi d’oro, d’argento, di bronzo, di ferro, di legno e di 5 pietra. In quel momento apparvero le dita di una mano d’uomo, che si misero a scrivere sull’intonaco della parete del palazzo reale, di fronte al candelabro, e 6 il re vide il palmo di quella mano che scriveva. Allora il re cambiò colore: spaventosi pensieri lo assalirono, le giunture dei suoi fianchi si allentarono, i suoi ginocchi battevano l’uno contro l’altro. 252 7 Allora il re si mise a gridare, ordinando che si convocassero gli indovini, i Caldei e gli astrologi. Appena vennero, il re disse ai saggi di Babilonia: «Chiunque leggerà quella scrittura e me ne darà la spiegazione, sarà vestito di porpora, porterà una collana d’oro al collo e sarà terzo nel governo del regno». 8 Allora entrarono tutti i saggi del re, ma non poterono leggere quella scrittura 9 né darne al re la spiegazione. Il re Baldassàr rimase molto turbato e cambiò colore; anche i suoi dignitari restarono sconcertati. 10 La regina, alle parole del re e dei suoi dignitari, entrò nella sala del banchetto e, rivolta al re, gli disse: «O re, vivi in eterno! I tuoi pensieri non ti 11 spaventino né si cambi il colore del tuo volto. C’è nel tuo regno un uomo nel quale è lo spirito degli dèi santi. Al tempo di tuo padre si trovò in lui luce, intelligenza e sapienza pari alla sapienza degli dèi. Il re Nabucodònosor, tuo padre, lo aveva fatto capo dei maghi, degli indovini, dei Caldei e degli 12 astrologi. Fu riscontrato in questo Daniele, che il re aveva chiamato Baltassàr, uno spirito straordinario, intelligenza e capacità di interpretare sogni, spiegare enigmi, risolvere questioni difficili. Si convochi dunque Daniele ed egli darà la spiegazione». 13 Fu allora introdotto Daniele alla presenza del re ed egli gli disse: «Sei tu Daniele, un deportato dei Giudei, che il re, mio padre, ha portato qui dalla 14 Giudea? Ho inteso dire che tu possiedi lo spirito degli dèi santi e che si trova 15 in te luce, intelligenza e sapienza straordinaria. Poco fa sono stati condotti alla mia presenza i saggi e gli indovini per leggere questa scrittura e darmene la 16 spiegazione, ma non sono stati capaci di rivelarne il significato. Ora, mi è stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e risolvere questioni difficili. Se quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la spiegazione, tu sarai vestito di porpora, porterai al collo una collana d’oro e sarai terzo nel governo del regno». 17 Daniele rispose al re: «Tieni pure i tuoi doni per te e da’ ad altri i tuoi regali: tuttavia io leggerò la scrittura al re e gliene darò la spiegazione. 18 O re, il Dio altissimo aveva dato a Nabucodònosor, tuo padre, regno, 19 grandezza, gloria e maestà. Per questa grandezza che aveva ricevuto, tutti i popoli, nazioni e lingue lo temevano e tremavano davanti a lui: egli uccideva chi voleva e faceva vivere chi voleva, innalzava chi voleva e abbassava chi voleva. 20 Ma, quando il suo cuore si insuperbì e il suo spirito si ostinò 21 nell’alterigia, fu deposto dal trono del suo regno e gli fu tolta la sua gloria. Fu cacciato dal consorzio umano e il suo cuore divenne simile a quello delle bestie, la sua dimora fu con gli asini selvatici e mangiò l’erba come i buoi, il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché riconobbe che il Dio altissimo domina sul regno degli uomini, sul quale colloca chi gli piace. 22 Tu, Baldassàr, suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, sebbene tu fossi 23 a conoscenza di tutto questo. Anzi, ti sei innalzato contro il Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio e in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue concubine: tu hai reso lode agli dèi d’argento, 253 d’oro, di bronzo, di ferro, di legno, di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono, e non hai glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui 24 appartengono tutte le tue vie. Da lui fu allora mandato il palmo di quella mano che ha tracciato quello scritto. 25 26 E questo è lo scritto tracciato: Mene, Tekel, Peres, e questa ne è 27 l’interpretazione: Mene: Dio ha contato il tuo regno e gli ha posto fine; Tekel: 28 tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato insufficiente; Peres: il tuo regno è stato diviso e dato ai Medi e ai Persiani». 29 Allora, per ordine di Baldassàr, Daniele fu vestito di porpora, ebbe una collana d’oro al collo e con bando pubblico fu dichiarato terzo nel governo del regno. 30 In quella stessa notte Baldassàr, re dei Caldei, fu ucciso. (Dn 5,1-30). Dio dice “basta” e mette fine alla nostra storia pazza. Anche per ciascuno di noi Dio potrebbe dire oggi: “Mene, Tekel, Peres”. Sull’ipocrisia sappiamo tutto dal Vangelo secondo Matteo. Ogni tanto è bene leggere questa pagina che svela i segreti dei cuori. 1 2 Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di 3 Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. 4 Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle 5 della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e 6 allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi 7 seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. 8 Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro 9 e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, 10 perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare 11 “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, 12 sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato. 13 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che 14 vogliono entrare. [ ] 15 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. 16 Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non 17 conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e 18 ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per 19 l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: 20 l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, 254 21 giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per 22 il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso. 23 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza 24 tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! 25 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e 26 del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito! 27 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni 28 marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità. 29 Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e 30 adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri 31 padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così 32 testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, 33 voi colmate la misura dei vostri padri. Serpenti, razza di vipere, come potrete sfuggire alla condanna della Geènna? 34 Perciò ecco, io mando a voi profeti, sapienti e scribi: di questi, alcuni li ucciderete e crocifiggerete, altri li flagellerete nelle vostre sinagoghe e li 35 perseguiterete di città in città; perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sulla terra, dal sangue di Abele il giusto fino al sangue di Zaccaria, 36 figlio di Barachia, che avete ucciso tra il santuario e l’altare. In verità io vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione. 37 Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una 38 chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la 39 vostra casa è lasciata a voi deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più, fino a quando non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!». (Mt 23,1-39). L’ipocrisia è vera lebbra spirituale. Divora le carni del nostro spirito e le consuma. Tutte queste cose sono successe in questi trent’anni. Ma che ti importa. Cammina per la tua strada, per la strada stretta, per la strada tortuosa, per i campi, per i prati, per il mare ed annunzia e ricorda il Vangelo, la Buona Novella. I servi fedeli di Dio “sono ben corazzati” contro la malvagità ed ogni ipocrisia. Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. 14State saldi, dunque: 13 255 attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; 15i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. 16Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; 17 prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. 18In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi. 19E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo, 20per il quale sono ambasciatore in catene, e affinché io possa annunciarlo con quel coraggio con il quale devo parlare. (Ef 6,13-20). È questa la loro corazza invincibile. Essi camminano con un solo pensiero nel cuore: portare a compimento la missione che è stata loro affidata dal Cielo. Dico ai giovani, a coloro che stanno nascendo nel Movimento e nella fede cristiana, di andare avanti. I giovani potrebbero essere esposti più di ogni altro al male della calunnia e della malvagità. Si potrebbero scoraggiare. Essi non devono scoraggiarsi. Devono andare avanti. Anche loro devono perseverare sino alla fine. Per essere credibili non possono ritirarsi alle tre, alle cinque di mattina. Devono condurre una vita sobria, accompagnata dalla preghiera. Per andare avanti, per svolgere la missione, devono però essere credibili. Si è credibili se la condotta morale è sana, pura, casta, incontaminata. Si è credibili se si è capaci di rinunziare a tutte le seduzioni del mondo ed è vera seduzione del mondo trascorrere la notte fuori di casa. La fede obbliga ad un comportamento coerente con la Parola di Gesù. Se non si convertono, non sono degni di appartenere al Movimento Apostolico, alla Chiesa. Danno scandalo al mondo. Chi li vede, dice: “Era prima in Chiesa ed ora è qui”, Non si è degni di appartenere al Movimento Apostolico solo a motivo dello scandalo che si dona. Chi dona scandalo è come se dicesse al mondo: “Anche gli altri sono così”, oppure: “Dove io vado permettono e legalizzano queste cose”. Lo scandalo distrugge l’intero corpo al quale si appartiene. Lo scandalo è in tutto simile ad un fiammifero acceso in un campo di grano maturo e pronto per essere raccolto. Convertitevi. Convertitevi. Nessuno vi costringe a fare parte del Movimento e della Casa del Signore. Lo scandalo è un grave peccato. Un solo scandalo può rendere vano il lavoro di un’intera vita. 256 È giusto allora che quanti vogliono vivere come pare a loro, abbiano anche il coraggio di distaccarsi fisicamente dal Movimento Apostolico. Gesù sullo scandalo e sul peccato dice cose che meritano di essere ascoltate. 1 In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi 2 dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo 3 pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non 4 diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. 5 E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. 6 Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato 7 nel profondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo! 8 Se la tua mano o il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, anziché con due 9 mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna del fuoco. 10 Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. 11 [ ] 12 Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si 13 è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più 14 che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda. 15 Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo 16 fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta 17 sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il 18 pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. 19 In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela 20 concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». 21 Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette 22 volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. 23 Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti 24 con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato 25 un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di 257 restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto 26 possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo 27 supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. 28 Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello 29 che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi 30 pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. 31 Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e 32 andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel 33 debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo 34 compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede 35 in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». (Mt 18,1-35). È la comunità che deve escludere dalla comunità quando non si vuole ritornare nella sana e santa moralità. Non amate Dio. Non sapete che Dio vi vede e se ne dispiace. Mettete accanto a loro altri giovani che li contaminate. Lo scandalo infetta una moltitudine di spiriti, di anime, di corpi. È questa la sua più grande pericolosità. Amo il Movimento. Lo devo proteggere con tutti e da tutti. Questo dell’Ispiratrice è un ammonimento di amore e di responsabilità. Lei è responsabile del Movimento Apostolico. Lei lo deve proteggere e difendere anche dalle nostre stoltezze ed insipienze. Quanto vi ho detto non veniva da me. Non potevo. L’ha voluto il Signore. La correzione ed anche le modalità della correzione – con voce forte come di tuono - non è stata opera dell’Ispiratrice, bensì volontà del Signore. Si possono applicare a Lei le parole che Gesù dice di se stesso: 44 Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che 45 46 mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. 47 Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. 48 Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che 49 ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e 258 50 che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me». (Gv 12,44-50). L’Ispiratrice è vero messaggero del Dio vivente. È questa una verità storica di trent’anni. Ieri la Chiesa ha celebrato la giornata delle vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita consacrata. La quarta Domenica di Pasqua è la giornata del Buon Pastore. È la giornata di preghiera per le vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita consacrata. Il Signore mi ha dato anche questo carisma di parlare del Sacerdozio. Sempre l’Ispiratrice ha parlato del Sacerdozio e sempre ha invitato i giovani ad abbracciare questa via, lasciando loro ogni libertà di accogliere o non accogliere questo invito. “Se vuoi…..”. È regola evangelica. 16 Ed ecco, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di 17 buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i 18 comandamenti». Gli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non ucciderai, non 19 commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre 20 e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: 21 «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un 22 tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze. 23 Gesù allora disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un 24 ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello 25 passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere 26 salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». 27 Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo 28 seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici 29 troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà 30 cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi. (Mt 19,16-30). “Se vuoi….”, ascolta la chiamata del Signore. È questo il carisma. “Se non vuoi…”, prosegui per la tua strada. 259 Questa regola evangelica è stata sempre osservata con sommo rispetto di ogni decisione. Voi giovani non vi vergognate di rispondere alla vocazione che sentite nel vostro cuore. Il mondo ha bisogno di tanti santi Sacerdoti. È questo un invito a non vergognarsi. La decisione è solo del giovane al quale il Signore sta parlando nel suo cuore. Se il pensiero della vocazione è in voi, non ascoltate nessuno. Ascoltate solo il vostro cuore. Mettetevi accanto un santo Sacerdote e crescete con lui. Nessuno può decidere per il giovane che sente nel cuore la vocazione. Molti però sono quelli che distolgono i giovani che sentono nel proprio cuore la vocazione di consacrarsi al Signore. Non vi tirate indietro perché il Sacramento Sacerdotale è un Sacramento che dona gioia, amore, serenità. Pensateci. È insegnamento della verità del Sacramento Sacerdotale. È un ulteriore invito a riflettere e a pensare. Si parla al cuore, ma anche alla mente e all’intelligenza. Amate il Movimento, che è Chiesa. Difendetelo. Fate come la Madonnina. Con il manto di misericordia abbracciatelo tutto. Ora l’Ispiratrice riprende il discorso dello scandalo. Il Movimento Apostolico va protetto, difeso, custodito. Come? Con la santità della nostra vita. La nostra santità è lo scudo impenetrabile. Il Signore Dio nostro non è un Dio che accomoda. Dio non accomoda la sua Parola. La sua Parola è come Dio è. È eterna come Dio è eterno. È immutabile come Dio è immutabile. Fate crescere nella santità i vostri figli. Il mondo oggi è nella corruzione. Sono invitati i genitori a vigilare sui loro figli. Sono loro che devono insegnare come si cresce in santità. Il mondo è nella corruzione. Dalla corruzione ci si può salvare salendo nell’Arca del Vangelo. Pregate sempre in ogni attimo della vostra giornata. La preghiera, elevata con amore, ci ottiene ogni grazia celeste. Che la Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci dia orecchi per intendere e ci faccia comprendere che se camminiamo con Gesù non possiamo portare scandalo al mondo. Dobbiamo sempre pregare per coloro che danno scandalo. 260 Dalla preghiera nasce il ravvedimento, il pentimento, la conversione. Si ama Gesù quando si rinnega se stessi, si prende la croce e si cammina nella santità. La santità è sofferenza, ma anche gioia. Ama Gesù chi non si lascia sedurre dal mondo. Rinunziare alle seduzioni del mondo è amare Gesù. Che la Bevanda Eucaristica ci apra l’orecchio e il cuore. Che la Madonnina con il Santo Rosario ci protegga. Abbiamo bisogno di non indurire il nostro orecchio e il nostro cuore dinanzi alla Parola di Gesù. L’indurimento del cuore – o sclerocardia Parola del Signore. impedisce di ascoltare la Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, i Terremotati, per la pace nel mondo. Affidiamo al Signore gli ammalati e i sofferenti. Preghiamo per la conversione dei cuori. Che la nostra quotidiana preghiera sia capace di abbracciare il mondo intero. Nessuna persona deve essere esclusa nella nostra preghiera. Tutte invece devono essere nel nostro cuore. Tutte loro devono essere presentate al Signore e a Lui affidate. Osservazioni conclusive In queste Parole di Esortazione del Lunedì 04 Maggio 2009, è giusto che vengano evidenziate tre verità in modo da conformare ad esse il nostro spirito, la nostra mente, la nostra volontà, il nostro cuore. Prima verità: L’Ispiratrice rivela quest’oggi di non essere più Lei che vive, ma Cristo in Lei. Ciò significa che è divenuta una cosa sola con la sofferenza di Gesù Crocifisso. È sulla croce con Cristo. Perennemente con Lui. È questo il motivo per cui ormai il mondo non può darle alcun fastidio. Chi sale sulla croce dell’amore per la salvezza delle anime, non può essere più infastidito da nessuna cosa. Solo l’amore regna nel suo cuore e questo amore è dono per la conversione dei cuori. Ci si immola per la salvezza del mondo. Nell’immolazione si prega per la conversione e la salvezza di coloro che quotidianamente mettono i chiodi nelle mani e nei piedi. È questo l’ultimo stadio dell’ascesi e della santificazione personale. Seconda Verità: Lo stolto dice nel suo cuore: “Non c’è Dio”. Poiché Dio non c’è, posso fare ciò che voglio. Poiché Dio non c’è, sono io Dio per il mondo intero. Agisco a mio arbitrio secondo la mia malvagità. Questa diceria è vera menzogna. Dio è il giudice oggi dei vivi e dei morti. È il giudice della storia. È il giudice delle nostre azioni, delle nostre parole, 261 della nostra vita. È il giudice che può intervenire e dire: “Basta”. È il Dio che di fatto interviene e pone fine a certe malvagità. Tutta la Scrittura è questa verità. Dio giudica oggi il mondo. Dio giudica oggi la nostra vita. Temere il Signore è anche prepararsi un buon giudizio nel giorno della sua venuta. Ma lo stolto continua a dire: “Non c’è Dio”. Terza verità: Tutti siamo invitati ad evitare lo scandalo. La scelta che abbiamo fatto di essere Movimento Apostolico obbliga ad una moralità seria, corretta, pura, casta, santa, lontana dalla corruzione di questo mondo. Il Movimento Apostolico è una nostra scelta. Ogni scelta comporta degli obblighi. Il nostro obbligo è quello di proteggere, difendere, custodire il Movimento Apostolico con la nostra più alta santità. Lo scandalo distrugge, annienta, vanifica trent’anni di lavoro, perché fa credere e pensare agli altri che nel Movimento si vive come colui o colei che segue la corruzione del mondo. Temiamo il Signore e pensiamo che anche per noi il Signore potrebbe dire: “Basta”. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuti a comprendere questo grido accorato dell’Ispiratrice, grido tonante perché le nostre orecchie sono sorde e incallite dal male. Gli Angeli e i Santi ci prendano per mano e ci conducano sani e salvi nell’adempimento della nostra missione di salvezza. 262 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Testo integrale Santo Janni 11 Maggio 2009 Sia lodato Gesù Cristo. Chi ama il Signore, porta avanti le sue Leggi, le mette nel cuore e le osserva con tanta preghiera. Senza la preghiera che sgorga dal cuore non si può dire: “Io amo il Signore”. Il Signore vuole le opere. Senza le opere la fede è morta. Il Movimento Apostolico sorto il 3 Novembre del 1979 vuole ricordare e annunziare la Parola del Verbo che si fece carne nel seno della Vergine Maria, Madre della Redenzione. È una missione ardua. Fatta con amore, umiltà, carità, si può portare avanti la Parola del Signore con serenità e gioia. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, come mi si presentò, disse: “Vuoi ricordare la Parola di mio Figlio Gesù? Vuoi annunziarla?”. Subito dopo Gesù: “Va’, salva, converti”. Questa parola mi risuona sempre alla mente e soprattutto al cuore: “Va’, salva, converti”. Stasera ce ne sono qua anime da salvare! Invito i Sacerdoti a stare vicino a loro e far sì che la voce di Colui che grida nel deserto: “Convertitevi e credete al Vangelo”, risuoni nei loro cuori. La Chiesa ha bisogno di tutti i battezzati, di tutti i veri cristiani per annunziare il Vangelo, per portare ovunque esso va, il cristiano, tanto amore, tanta umiltà. “Avevo sete e mi hai dato da bere. Avevo fame e mi hai dato da mangiare. Ero nudo e mi hai vestito. Amatevi gli uni gli altri. Da questo vi riconosceranno miei discepoli”. È questo che vuole Gesù da noi: l’amore, il perdono, l’amicizia e farci fratelli con i fratelli e stringerci la mano quando riceviamo il male. Difenderci è giusto. La giustizia deve essere in ogni uomo di buona volontà. Convertitevi e credete al Vangelo. Venire in Chiesa, riempire la Casa del Signore e rimanere con il cuore indurito non è cosa buona e giusta. Ringraziamo la Vergine Maria, la Madre Buona, piena di misericordia, Madre della Chiesa, affinché ci assista in questo cammino per diventare santi. Certo costa, ma che importa. O prima o dopo ce ne andiamo tutti al cospetto di Dio. Ricordiamo questa verità. Non la dimentichiamo mai. Cibandoci del Corpo e del Sangue di Gesù chiediamo con tutto il cuore la conversione alla Parola e preghiamo per gli ammalati affinché possano guarire nell’anima e nel corpo. Il Santo Rosario, recitato con fede, ci ricolmi dell’amore della Vergine Maria, Madre della Redenzione. Ricordiamo il Santo Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, religiose, Consacrate Laiche, tutto il popolo di Dio, i terremotati, gli ammalati, i poveri. Preghiamo per la pace nel mondo e per la Chiesa tutta. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) TESTO COMMENTATO Chi ama il Signore, porta avanti le sue Leggi, le mette nel cuore e le osserva con tanta preghiera. L’amore è all’inizio di ogni nostra opera ed attività. L’amore è il fondamento, il principio di ogni nostra obbedienza a Dio. L’amore è la sostanza della nostra fede. Non si comincia però dall’amore dell’uomo. Si comincia dall’amore di Dio. Possiamo amare perché Dio ci ama. Amiamo perché Dio ha riversato in noi tutto il suo amore in Cristo Gesù per opera dello Spirito Santo. 1 Carissimi, non prestate fede ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono venuti nel mondo. 2In questo potete riconoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio; 3ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo. 4Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto costoro, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. 5 Essi sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. 6 Noi siamo da Dio: chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell’errore. 7 Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. 8Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. 9In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. 10In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. 11 Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. 12Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. 13In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. 14E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. 15Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. 16E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. 17 In questo l’amore ha raggiunto tra noi la sua perfezione: che abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. 18Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore. 264 19 Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. 20Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. 21E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello. (Gv 4,1-21). Il Movimento Apostolico è amore. Il Movimento Apostolico è casa e scuola di amore. Ognuno deve divenire per i suoi fratelli una sorgente di amore. L’amore è il dono di noi stessi ai fratelli, di noi stessi pieni però di tutto l’amore di Cristo Gesù. Nessuno deve pretendere di essere amato. Tutti dobbiamo invece amare con un amore puro, libero, gratuito, disinteressato, immolato, sacrificato, crocifisso. Se noi amiamo Gesù, lo seguiamo, lo portiamo nel cuore, ascoltiamo la sua Parola, viviamo il suo Vangelo. Gesù ci ama. Al suo amore dobbiamo rispondere con un amore altrettanto grande. Senza la preghiera che sgorga dal cuore non si può dire: “Io amo il Signore”. La preghiera per noi deve essere questa costante ricerca di amore. Dobbiamo chiedere questo amore eterno e divino a Gesù allo stesso modo della Donna di Samaria presso il pozzo di Giacobbe. 5 Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno 6 che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era 7 circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice 8 Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista 9 di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non 10 hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11 Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; 12 da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo 13 bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo 14 sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15 «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia 16 più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a 17 chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». 18 Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque 265 19 mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli 20 replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21 Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né 22 a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi 23 adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e 24 verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, 25 e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci 26 annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te». (Gv 4,526). Questo amore dobbiamo chiederlo ogni istante, ogni ora, ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, ogni anno, sempre, senza mai stancarci. Da questo amore è rinnovata la nostra vita. È questo amore la verità della nostra sequela di Gesù. È questo amore la verità del Movimento Apostolico. Senza questo amore chiesto ed ottenuto nessuno potrà mai fare del Movimento Apostolico la Casa e la Scuola dell’amore. Il Signore vuole le opere. Senza le opere la fede è morta. Le nostre opere sono opere di amore. La carità è la nostra opera. 1 Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali. 2Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. 3Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», 4non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi? 5 Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? 6Voi invece avete disonorato il povero! Non sono forse i ricchi che vi opprimono e vi trascinano davanti ai tribunali? 7Non sono loro che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi? 8Certo, se adempite quella che, secondo la Scrittura, è la legge regale: Amerai il prossimo tuo come te stesso, fate bene. 9Ma se fate favoritismi personali, commettete un peccato e siete accusati dalla Legge come trasgressori. 10Poiché chiunque osservi tutta la Legge, ma la trasgredisca anche in un punto solo, diventa colpevole di tutto; 11 infatti colui che ha detto: Non commettere adulterio, ha detto anche: Non uccidere. Ora se tu non commetti adulterio, ma uccidi, ti rendi trasgressore 266 della Legge. 12Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, perché 13il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà avuto misericordia. La misericordia ha sempre la meglio sul giudizio. 14 A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le opere? Quella fede può forse salvarlo? 15Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano 16e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? 17Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta. 18 Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede». 19Tu credi che c’è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano! 20 Insensato, vuoi capire che la fede senza le opere non ha valore? 21Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le sue opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull’altare? 22Vedi: la fede agiva insieme alle opere di lui, e per le opere la fede divenne perfetta. 23E si compì la Scrittura che dice: Abramo credette a Dio e gli fu accreditato come giustizia, ed egli fu chiamato amico di Dio. 24 Vedete: l’uomo è giustificato per le opere e non soltanto per la fede. 25Così anche Raab, la prostituta, non fu forse giustificata per le opere, perché aveva dato ospitalità agli esploratori e li aveva fatti ripartire per un’altra strada? 26 Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta. (Gc 2,1-26). La carità è di ordine spirituale e materiale. Manifestare ad ogni uomo tutta la carità di Cristo con le parole e con le opere è la più grande carità che possiamo compiere. Ecco cosa insegna lo stesso San Giacomo. 19 Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce, 20costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore lo salverà dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati. (Gv 5,19-20). Chi copre una moltitudine di peccati è proprio la carità. 1 Avendo Cristo sofferto nel corpo, anche voi dunque armatevi degli stessi sentimenti. Chi ha sofferto nel corpo ha rotto con il peccato, 2per non vivere più il resto della sua vita nelle passioni umane, ma secondo la volontà di Dio. 3È finito il tempo trascorso nel soddisfare le passioni dei pagani, vivendo nei vizi, nelle cupidigie, nei bagordi, nelle orge, nelle ubriachezze e nel culto illecito degli idoli. 4Per questo trovano strano che voi non corriate insieme con loro verso questo torrente di perdizione, e vi oltraggiano. 5Ma renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti. 6Infatti anche ai morti è stata annunciata la buona novella, affinché siano condannati, come tutti gli uomini, nel corpo, ma vivano secondo Dio nello Spirito. 7 La fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri, per dedicarvi alla preghiera. 8Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati. 9Praticate l’ospitalità gli uni 267 verso gli altri, senza mormorare. 10Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. 11Chi parla, lo faccia con parole di Dio; chi esercita un ufficio, lo compia con l’energia ricevuta da Dio, perché in tutto sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen! 12 Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio, è scoppiata in mezzo a voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di strano. 13Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. 14Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria, che è Spirito di Dio, riposa su di voi. 15 Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. 16 Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; per questo nome, anzi, dia gloria a Dio. 17 È questo il momento in cui ha inizio il giudizio a partire dalla casa di Dio; e se incomincia da noi, quale sarà la fine di quelli che non obbediscono al vangelo di Dio? 18E se il giusto a stento si salverà, che ne sarà dell’empio e del peccatore? 19Perciò anche quelli che soffrono secondo il volere di Dio, consegnino la loro vita al Creatore fedele, compiendo il bene. (1Pt 4,1-19). La carità spirituale oggi è considerata inutile, perché poco appariscente, quasi invisibile. La carità spirituale è la sorgente di ogni salvezza. La carità materiale è il segno visibile della verità della nostra carità spirituale. Non tutti possono fare la carità materiale. Tutti invece possono fare la carità spirituale. Il Movimento Apostolico vive di carità materiale e spirituale. L’Ispiratrice è Maestra dell’una e dell’altra carità. La sua carità materiale è grande quanto la sua carità spirituale e la sua carità spirituale è alta quanto la sua carità materiale. Sempre ella ha dato largamente a tutti, spogliandosi anche delle sue vesti. Questa è storia. Il Movimento Apostolico sorto il 3 Novembre del 1979 vuole ricordare e annunziare la Parola del Verbo che si fece carne nel seno della Vergine Maria, Madre della Redenzione. Ecco la grande carità spirituale che la Vergine Maria, Madre della Redenzione, ha chiesto all’Ispiratrice del Movimento Apostolico e tramite lei a tutto il Movimento Apostolico. Siamo stati chiamati a dare Cristo ad ogni cuore, donandolo però nella pienezza della sua verità evangelica. 268 Dona Cristo chi dona il Vangelo di Cristo Gesù. Dona Cristo chi dona la Sua Parola di vita eterna. Senza Parola, senza Vangelo Cristo Gesù non è donato in pienezza di verità. Questa missione va ogni giorno intensificata. Molti in verità si stanno dimenticando che sono Movimento Apostolico per questa missione. Ogni altra cosa serve per favorire questa missione, non per sostituirla. La nostra tentazione è sempre una e la stessa: sostituire questa missione con infinite altre cose. È una missione ardua. Fatta con amore, umiltà, carità, si può portare avanti la Parola del Signore con serenità e gioia. Certo è una missione ardua. È ardua non per le difficoltà che provengono dal mondo. È ardua perché richiede, questa missione, la nostra più conformazione della vita alla Parola che annunziamo e ricordiamo. alta Non si può annunziare e ricordare l’amore di Cristo Gesù se noi stessi non siamo totalmente trasformati da questo amore. Né si può predicare la verità della sua Parola se noi stessi da questa Parola non siamo stati trasformati, cambiati, modificati. Vivere la nostra missione con amore, umiltà, carità vuol dire una cosa sola: da persone nuove. Da persone che si sono lasciate conquistare da Cristo Gesù. 1 Per il resto, fratelli miei, siate lieti nel Signore. Scrivere a voi le stesse cose, a me non pesa e a voi dà sicurezza. 2Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare! 3I veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia nella carne, 4sebbene anche in essa io possa confidare. Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: 5 circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; 6quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile. 7 Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. 8Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo 9ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: 10perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, 11nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti. 269 12 Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. 13Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, 14corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù. 15 Tutti noi, che siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo. 16 Intanto, dal punto a cui siamo arrivati, insieme procediamo. 17 Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. 18Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. 19La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra. 20La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, 21il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose. (Fil 3,1-21). Chi si lascia conquistare da Cristo diviene persona nuova e può vivere secondo verità la missione ricevuta e accolta. Chi si lascia attrarre da Cristo Gesù dona un’impostazione nuova alla sua vita e con essa trasforma il mondo con la Parola di Gesù. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, come mi si presentò, disse: “Vuoi ricordare la Parola di mio Figlio Gesù? Vuoi annunziarla?”. È questo il momento dell’investitura. Con il suo sì l’Ispiratrice si è lasciata scegliere dalla Vergine Maria per questa grande missione di salvezza per il mondo intero. Non c’è vera salvezza se non nel Vangelo. Il Vangelo è la sola arca di salvezza per ogni uomo. Dare il Vangelo, ricordandolo e annunziandolo, è offrire ad ogni uomo la sua arca di salvezza eterna. Subito dopo Gesù: “Va’, salva, converti”. Questa parola mi risuona sempre alla mente e soprattutto al cuore: “Va’, salva, converti”. Stasera ce ne sono qua anime da salvare! Gesù subito dopo conferma questa missione e la rende più esplicita: “Va’, salva, converti”. Si va per il mondo incontro ad ogni persona. Si dona la Parola della Salvezza. La vera salvezza è solo nella Parola. Si invita alla conversione, a ritornare a Cristo, a lasciarsi conquistare dal suo eterno amore. 270 È questa la caratteristica del Movimento Apostolico: trasformare ogni incontro in un incontro di salvezza e di conversione. Siamo chiamati ad imitare i primi discepoli di Gesù. 1 Saulo approvava la sua uccisione. In quel giorno scoppiò una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme; tutti, ad eccezione degli apostoli, si dispersero nelle regioni 2 della Giudea e della Samaria. Uomini pii seppellirono Stefano e fecero un 3 grande lutto per lui. Saulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere. 4 Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola. 5 6 Filippo, sceso in una città della Samaria, predicava loro il Cristo. E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare 7 e vedendo i segni che egli compiva. Infatti da molti indemoniati uscivano 8 spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. E vi fu grande gioia in quella città. 9 Vi era da tempo in città un tale di nome Simone, che praticava la magia e faceva strabiliare gli abitanti della Samaria, spacciandosi per un grande 10 personaggio. A lui prestavano attenzione tutti, piccoli e grandi, e dicevano: 11 «Costui è la potenza di Dio, quella che è chiamata Grande». Gli prestavano 12 attenzione, perché per molto tempo li aveva stupiti con le sue magie. Ma quando cominciarono a credere a Filippo, che annunciava il vangelo del regno di Dio e del nome di Gesù Cristo, uomini e donne si facevano battezzare. 13 Anche lo stesso Simone credette e, dopo che fu battezzato, stava sempre attaccato a Filippo. Rimaneva stupito nel vedere i segni e i grandi prodigi che avvenivano. 14 Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva 15 accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni. Essi scesero e 16 pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del 17 Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo. 18 Simone, vedendo che lo Spirito veniva dato con l’imposizione delle 19 mani degli apostoli, offrì loro del denaro dicendo: «Date anche a me questo potere perché, a chiunque io imponga le mani, egli riceva lo Spirito Santo». 20 Ma Pietro gli rispose: «Possa andare in rovina, tu e il tuo denaro, perché hai 21 pensato di comprare con i soldi il dono di Dio! Non hai nulla da spartire né da guadagnare in questa cosa, perché il tuo cuore non è retto davanti a Dio. 22 Convèrtiti dunque da questa tua iniquità e prega il Signore che ti sia 23 perdonata l’intenzione del tuo cuore. Ti vedo infatti pieno di fiele amaro e 24 preso nei lacci dell’iniquità». Rispose allora Simone: «Pregate voi per me il 25 Signore, perché non mi accada nulla di ciò che avete detto». Essi poi, dopo aver testimoniato e annunciato la parola del Signore, ritornavano a Gerusalemme ed evangelizzavano molti villaggi dei Samaritani. 271 26 Un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». 27 Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etìope, eunuco, funzionario di Candace, regina di Etiopia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era 28 venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e 29 leggeva il profeta Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e 30 accòstati a quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta 31 Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere 32 accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo: Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. 33 Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita. 34 Rivolgendosi a Filippo, l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il 35 profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù. 36 Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunuco disse: 37 «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». [ ] 38 Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed 39 egli lo battezzò. Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. 40 Filippo invece si trovò ad Azoto ed evangelizzava tutte le città che attraversava, finché giunse a Cesarèa. (At 8,1-40). Ovunque essi andavano, annunziavano il Vangelo, predicavano la Parola. Il Movimento Apostolico deve essere un Movimento universale di evangelizzazione. Tutti verso tutti. Se uno solo oscura la sua voce, non parla di Cristo, Cristo viene oscurato nel mondo. Invito i Sacerdoti a stare vicino a loro e far sì che la voce di Colui che grida nel deserto: “Convertitevi e credete al Vangelo”, risuoni nei loro cuori. I Sacerdoti hanno una grandissima missione nella Chiesa e nel Movimento Apostolico: aiutare quanti ascoltano l’invito alla conversione e alla fede al Vangelo spiegando loro le Scritture, insegnando il Vangelo, ammaestrandoli sulla verità della fede e della morale. La missione del Sacerdote è in tutto simile alla missione della luce: essi devono illuminare i cuori con la Parola di Cristo Gesù. Dopo averli illuminati, devono anche nutrili con la grazia dei Sacramenti. Verità è grazia sono le armi attraverso cui il Sacerdote conquista anime a Cristo Gesù. 272 Senza l’opera costante del Sacerdote, il diavolo viene e porta via dal cuore la Parola seminata da Colei o Colui che grida nel deserto: “Convertitevi e credete al Vangelo. 1 2 Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia. 3 Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore 4 uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli 5 uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non 6 c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma 7 quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte 8 cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul 9 terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». (Mt 13,1-9). 18 19 Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20 Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e 21 l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli 22 subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola 23 ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno». (Mt 13,18-21). È questo l’insegnamento di Gesù nella parabola del Seminatore. Un Sacerdote che non insegna, non ammaestra, non spiega è complice del maligno nella sottrazione delle anime a Cristo Gesù. È questo il più grande peccato del Sacerdote: lasciare campo libero al diavolo perché faccia strage nel gregge di Cristo Gesù. È in tutto simile al custode dell’ovile che apre le porte a ladri e briganti. La Chiesa ha bisogno di tutti i battezzati, di tutti i veri cristiani per annunziare il Vangelo, per portare ovunque esso va, il cristiano, tanto amore, tanta umiltà. La forza della Chiesa sono i battezzati. Il battezzato compie la missione dell’evangelizzazione. Questa però non basta. Occorre l’altra forza alla Chiesa: quella del Sacerdozio. Il Battezzato converte. Il Sacerdote forma, insegna, ammaestra, nutre di grazia e di verità. 273 La bellezza di ogni pastorale è nella sinergia di queste due forze, l’una e l’altra indispensabili per un buon lavoro nella vigna del Signore. Se una di queste forze è assente, la pastorale è morta. Il Movimento Apostolico possiede queste due forze. È ottimamente impostato per una buona, fruttuosa pastorale. Cosa manca allora per una fruttificazione più abbondante? Manca il sano convincimento del battezzato che è forza viva nella vigna del Signore. Lui non è un assistito eterno, simile a persona in come irreversibile. Lui deve prendere coscienza che è la forza attraverso cui il Signore vuole attrarre ogni persona a Sé. Il Sacerdote da parte sua deve anche lui convincersi che in ogni momento, in ogni incontro, anche il più semplice ed elementare, egli è un maestro. È uno che è posto lì per illuminare con la luce della Parola e della verità di Cristo Gesù. Il Sacerdote si deve convincere che non è un compagnone. È un Maestro. È Maestro sempre. È il Maestro che Dio ha posto accanto alle anime per nutrirle di grazia e di verità. Banalizzare un incontro è rendere vana la grazia di Dio. È rendersi complice del diavolo nella rovina delle anime. “Avevo sete e mi hai dato da bere. Avevo fame e mi hai dato da mangiare. Ero nudo e mi hai vestito. Amatevi gli uni gli altri. Da questo vi riconosceranno miei discepoli”. Vengono ricordate due verità: l’una tratta dal Vangelo secondo Matteo e l’altra dal Vangelo secondo Giovanni. 31 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con 32 lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle 33 34 capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35 perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete 36 dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato 37 e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato 38 da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo 39 visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai 40 ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di 41 questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, 42 preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi 274 43 avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in 44 carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in 45 carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non 46 l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». (Mt 25,31-46). 1 Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li 2 amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in 3 cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4 si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno 5 alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei 6 discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque 7 da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose 8 Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti 9 laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i 10 miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, 11 ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». 12 Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e 13 disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e 14 il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, 15 ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho 16 dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un 17 inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se 18 le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro 19 di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando 20 sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». 21 Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, 22 in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un 23 l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che 24 Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece 25 cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul 26 petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a 27 Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. 275 28 Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei 29 commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci 30 occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. 31 Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato 32 glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, 33 anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo 34 dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, 35 così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». 36 Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove 37 io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: 38 «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte. (Gv 13,1-38). Queste due verità devono essere la forma visibile della nostra vita di Movimento Apostolico. La carità deve abbracciare ogni nostra azione. Tutta la nostra vita deve divenire carità visibile. È questo che vuole Gesù da noi: l’amore, il perdono, l’amicizia e farci fratelli con i fratelli e stringerci la mano quando riceviamo il male. Difenderci è giusto. La giustizia deve essere in ogni uomo di buona volontà. Si comincia con la carità spirituale: perdonare, amare, volere bene agli altri come veri amici. Anche coloro che ci fanno del male devono essere perdonati e amati. Stringere la mano è segno di grande misericordia e di pietà. Si può uno difendere dal male. Si può nella forma e nell’essenza della verità di Cristo Gesù. Ci si difende dal male, affermando e sostenendo la nostra verità, senza però mai fare il male agli altri. Chi si difende facendo il male di certo non è cristiano. La legge del taglione è stata abolita da Cristo Gesù. 38 39 Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia 40 destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la 41 tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo 42 per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. 276 43 Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo 44 nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi 45 perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46 Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno 47 così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa 48 fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. (Mt 5.38-48). Questa legge evangelica va sempre applicata. Il cristiano sa però che a volte basta la preghiera. La liberazione dal male è opera di Dio. Una forte preghiera ricca di fede sconvolge la storia. Fa scendere Dio in campo. 1 Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore, che rivolse al Signore le parole di questo canto quando il Signore lo liberò dal potere di tutti i suoi 2 nemici e dalla mano di Saul. Disse dunque: Ti amo, Signore, mia forza, 3 4 5 6 7 8 9 Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore, mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio; mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo. Invoco il Signore, degno di lode, e sarò salvato dai miei nemici. Mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti infernali; già mi avvolgevano i lacci degli inferi, già mi stringevano agguati mortali. Nell’angoscia invocai il Signore, nell’angoscia gridai al mio Dio: dal suo tempio ascoltò la mia voce, a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido. La terra tremò e si scosse; vacillarono le fondamenta dei monti, si scossero perché egli era adirato. Dalle sue narici saliva fumo, dalla sua bocca un fuoco divorante; da lui sprizzavano carboni ardenti. 277 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 Abbassò i cieli e discese, una nube oscura sotto i suoi piedi. Cavalcava un cherubino e volava, si librava sulle ali del vento. Si avvolgeva di tenebre come di un velo, di acque oscure e di nubi come di una tenda. Davanti al suo fulgore passarono le nubi, con grandine e carboni ardenti. Il Signore tuonò dal cielo, l’Altissimo fece udire la sua voce: grandine e carboni ardenti. Scagliò saette e li disperse, fulminò con folgori e li sconfisse. Allora apparve il fondo del mare, si scoprirono le fondamenta del mondo, per la tua minaccia, Signore, per lo spirare del tuo furore. Stese la mano dall’alto e mi prese, mi sollevò dalle grandi acque, mi liberò da nemici potenti, da coloro che mi odiavano ed erano più forti di me. Mi assalirono nel giorno della mia sventura, ma il Signore fu il mio sostegno; mi portò al largo, mi liberò perché mi vuol bene. Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia, mi ripaga secondo l’innocenza delle mie mani, perché ho custodito le vie del Signore, non ho abbandonato come un empio il mio Dio. I suoi giudizi mi stanno tutti davanti, 278 non ho respinto da me la sua legge; 24 25 ma integro sono stato con lui e mi sono guardato dalla colpa. Il Signore mi ha ripagato secondo la mia giustizia, secondo l’innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi. 26 Con l’uomo buono tu sei buono, con l’uomo integro tu sei integro, 27 con l’uomo puro tu sei puro e dal perverso non ti fai ingannare. 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 Perché tu salvi il popolo dei poveri, ma abbassi gli occhi dei superbi. Signore, tu dai luce alla mia lampada; il mio Dio rischiara le mie tenebre. Con te mi getterò nella mischia, con il mio Dio scavalcherò le mura. La via di Dio è perfetta, la parola del Signore è purificata nel fuoco; egli è scudo per chi in lui si rifugia. Infatti, chi è Dio, se non il Signore? O chi è roccia, se non il nostro Dio? Il Dio che mi ha cinto di vigore e ha reso integro il mio cammino, mi ha dato agilità come di cerve e sulle alture mi ha fatto stare saldo, ha addestrato le mie mani alla battaglia, le mie braccia a tendere l’arco di bronzo. Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza, la tua destra mi ha sostenuto, mi hai esaudito e mi hai fatto crescere. Hai spianato la via ai miei passi, i miei piedi non hanno vacillato. 279 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti, non sono tornato senza averli annientati. Li ho colpiti e non si sono rialzati, sono caduti sotto i miei piedi. Tu mi hai cinto di forza per la guerra, hai piegato sotto di me gli avversari. Dei nemici mi hai mostrato le spalle: quelli che mi odiavano, li ho distrutti. Hanno gridato e nessuno li ha salvati, hanno gridato al Signore, ma non ha risposto. Come polvere al vento li ho dispersi, calpestati come fango delle strade. Mi hai scampato dal popolo in rivolta, mi hai posto a capo di nazioni. Un popolo che non conoscevo mi ha servito; all’udirmi, subito mi obbedivano, stranieri cercavano il mio favore, impallidivano uomini stranieri e uscivano tremanti dai loro nascondigli. Viva il Signore e benedetta la mia roccia, sia esaltato il Dio della mia salvezza. Dio, tu mi accordi la rivincita e sottometti i popoli al mio giogo, mi salvi dai nemici furenti, dei miei avversari mi fai trionfare e mi liberi dall’uomo violento. Per questo, Signore, ti loderò tra le genti e canterò inni al tuo nome. Egli concede al suo re grandi vittorie, si mostra fedele al suo consacrato, a Davide e alla sua discendenza per sempre. (Sal 18(17), 1-51). 280 Questa fede deve essere la nostra fede. Certo il cristiano non deve recitare questo Salmo, gli basta pregare con il “Padre nostro”. 9 Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, 10 venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. 11 Dacci oggi il nostro pane quotidiano, 12 e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, 13 e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. (Mt 6,9-13). Preghiera semplice, ma ricca di ogni efficacia per la liberazione dal male. Convertitevi e credete al Vangelo. Venire in Chiesa, riempire la Casa del Signore e rimanere con il cuore indurito non è cosa buona e giusta. Ognuno deve volere comprendere questo: se si viene in Chiesa per ascoltare la voce di Colui che grida nel deserto: “Convertitevi e credete al Vangelo”, bisogna che ci si converta realmente. Come ci si converte? Mettendo ogni parola ascoltata nel cuore. Lasciandoci trasformare la vita dalla verità che ascoltiamo. Se questo non avviene, la nostra venuta è vana ed è anche peccaminosa perché sciupiamo la grazia di Dio. Ringraziamo la Vergine Maria, la Madre Buona, piena di misericordia, Madre della Chiesa, affinché ci assista in questo cammino per diventare santi. Certo costa, ma che importa. O prima o dopo ce ne andiamo tutti al cospetto di Dio. Ricordiamo questa verità. Non la dimentichiamo mai. Perché ci dobbiamo convertire e perché ci dobbiamo fare santi? Perché la nostra vita sulla terra è breve. Dura un istante. Quando la Scrittura vuole definire l’uomo, lo definisce con una frase che merita di essere creduta: “L’uomo è colui che ha il respiro in prestito”. 1 Ma tu, nostro Dio, sei buono e veritiero, sei paziente e tutto governi secondo misericordia. 2 Anche se pecchiamo, siamo tuoi, perché conosciamo la tua potenza; ma non peccheremo più, perché sappiamo di appartenerti. 3 Conoscerti, infatti, è giustizia perfetta, conoscere la tua potenza è radice d’immortalità. 281 4 Non ci indusse in errore né l’invenzione umana di un’arte perversa, né il lavoro infruttuoso di coloro che disegnano ombre, immagini imbrattate di vari colori, 5 la cui vista negli stolti provoca il desiderio, l’anelito per una forma inanimata di un’immagine morta. 6 Amanti di cose cattive e degni di simili speranze sono coloro che fanno, desiderano e venerano gli idoli. 7 Un vasaio, impastando con fatica la terra molle, plasma per il nostro uso ogni vaso. Ma con il medesimo fango modella i vasi che servono per usi nobili e quelli per usi contrari, tutti allo stesso modo; quale debba essere l’uso di ognuno di essi lo giudica colui che lavora l’argilla. 8 Quindi, mal impiegando la fatica, con il medesimo fango plasma un dio vano, egli che, nato da poco dalla terra, tra poco ritornerà alla terra da cui fu tratto, quando gli sarà richiesta l’anima, avuta in prestito. 9 Tuttavia egli si preoccupa non perché sta per morire o perché ha una vita breve, ma di gareggiare con gli orafi e con gli argentieri, di imitare coloro che fondono il bronzo, e ritiene un vanto plasmare cose false. 10 Cenere è il suo cuore, la sua speranza più vile della terra, la sua vita più spregevole del fango, 11 perché disconosce colui che lo ha plasmato, colui che gli inspirò un’anima attiva e gli infuse uno spirito vitale. 12 Ma egli considera la nostra vita come un gioco da bambini, l’esistenza un mercato lucroso. Egli dice che da tutto, anche dal male, si deve trarre profitto. 13 Costui infatti sa di peccare più di tutti, fabbricando con materia terrestre fragili vasi e statue. 14 Ma sono tutti stoltissimi e più miserabili di un piccolo bambino i nemici del tuo popolo, che lo hanno oppresso. 15 Perché essi considerarono dèi anche tutti gli idoli delle nazioni, i quali non hanno né l’uso degli occhi per vedere, né narici per aspirare aria, né orecchie per udire, né dita delle mani per toccare, e i loro piedi non servono per camminare. 16 Infatti li ha fabbricati un uomo, li ha plasmati uno che ha avuto il respiro in prestito. Ora nessun uomo può plasmare un dio a lui simile; 282 17 essendo mortale, egli fabbrica una cosa morta con mani empie. Egli è sempre migliore degli oggetti che venera, rispetto ad essi egli ebbe la vita, ma quelli mai. 18 Venerano anche gli animali più ripugnanti, che per stupidità, al paragone, risultano peggiori degli altri. 19 Non sono tali da invaghirsene, come capita per il bell’aspetto di altri animali; furono persino esclusi dalla lode e dalla benedizione di Dio. (Sap 15,1-19). Se è in prestito, ci può essere ritirato da un momento all’altro. Cibandoci del Corpo e del Sangue di Gesù chiediamo con tutto il cuore la conversione alla Parola e preghiamo per gli ammalati affinché possano guarire nell’anima e nel corpo. Ci viene chiesto di dare una finalità precisa all’Eucaristia che celebriamo e riceviamo: - Celebrarla e riceverla per una nostra più grande conversione alla Parola. - Celebrarla e riceverla chiedendo a Gesù che guarisca gli ammalati nell’anima e nel corpo. Tutti abbiamo bisogno di conversione. La sofferenza dello spirito e del corpo è grande. Gesù Eucaristia può santificarci, può salvarci, può guarirci tutti. Il Santo Rosario, recitato con fede, ci ricolmi dell’amore della Vergine Maria, Madre della Redenzione. Abbiamo iniziato con l’amore, finiamo con l’amore. Se il nostro cuore è pieno d’amore per la Vergine Maria, la nostra missione sarà ricca di molti frutti, perché la vivremo come obbedienza al suo amore di Madre. Ricordiamo il Santo Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, religiose, Consacrate Laiche, tutto il popolo di Dio, i terremotati, gli ammalati, i poveri. Preghiamo per la pace nel mondo e per la Chiesa tutta. Nessuna persona deve essere esclusa dalla nostra preghiera. Il mondo intero ed ogni sua necessità deve essere quotidianamente presentato al Signore. La verità della nostra preghiera è in questa universalità. 283 Osservazioni conclusive Nelle Parole di Esortazione di questo Lunedì 11 Maggio 2009, dono del Signore, per farci crescere in grazia e in verità, troviamo due principi sui quali è giusto che fondiamo tutta la nostra vita di Movimento Apostolico. Chi vuole essere Movimento Apostolico secondo il cuore di Cristo e della Vergine Maria è chiamato a: - Mettere l’amore come principio e fondamento della propria missione evangelizzatrice. - La nostra missione consiste nel chiamare ogni uomo all’obbedienza alla fede. - Se noi amiamo senza risparmiarci in nulla, se noi manifestiamo al mondo intero l’amore così come lo hanno manifestato Cristo Gesù e la Madre sua, Dio ci darà molte anime da consegnare a Cristo e alla Madre sua. - Se noi amiamo poco, poco frutto di anime raccoglieremo. Se noi amiamo molto, molto frutto di anime raccoglieremo. Questo è il primo principio. Il secondo principio invece ci chiede di: - Fare di due forze una sola forza. Queste due forze sono: quella laicale e l’altra presbiterale. - Se uniamo la forza laicale dell’evangelizzazione e quella presbiterale della formazione, dell’insegnamento, della santificazione nel dono della grazia e della verità, la nostra missione si rivestirà di frutti infiniti. - Queste due forze si possono unire solo nella santità. Il peccato è sempre forza disgregatrice. La santità è invece sempre forza che unisce. - Gesù così ha fatto la Chiesa. L’ha voluta con queste due forze che devono agire sempre in sinergia, in comunione, in unità. - Nell’unità e nella comunione è la salvezza del mondo intero. Nella separazione e nella rottura è la perdizione di ogni anima. - Sono due forze che scaturiscono dai Sacramenti del Battesimo, della Confermazione, del Matrimonio, del Presbiterato. - Sono due forze di Dio, volute da Lui, da Lui stabilite, da Lui costituite in unità e in comunione perenne. Il Signore di queste forze è Lui. Nessun uomo potrà mai divenire signore, o padrone dell’una o dell’altra forza. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli e i Santi ci aiutino a vivere nella più alta santità questi due principi dai quali dipende la redenzione e la salvezza di molti cuori. 284 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 25 Maggio 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Benvenuti nella Casa del Signore. Se abbiamo fede, dobbiamo credere che in mezzo a noi sono presenti Gesù, la Madonnina, gli Angeli, i Santi. Passando fra di voi ho visto qualche cuore molto addolorato. Voglio dire a tutti voi che la morte è risurrezione. Occorre tanta fede per credere questo. Muore il corpo, ma l’anima è con noi e sa quello che vogliamo e che facciamo. La malattia è per tutti. La sofferenza è con noi, cammina con noi, vive con noi. Pensate a Gesù sulla Croce. La Croce è morte, ma è risurrezione. Con la preghiera che sgorga dal cuore, il Signore può aiutarvi a superare la sofferenza e trovare la serenità. Preghiamo per gli ammalati, preghiamo per tutti noi questa sera affinché il Signore ci allevi le sofferenze e faccia sì che ogni sofferenza diventi redenzione, per un giorno, quando sarà, arrivare al Cielo. Abbiamo un passo del Vangelo nel quale Gesù dice: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi. Io vi ristorerò”. Dobbiamo credere, essere fiduciosi in Dio. Lui l’ha detto e quindi verrà in nostro aiuto. Questa sera appoggiamo tutto sul cuore di Gesù e della Madonnina, affinché ci concedano la grazia dell’anima e del corpo, perché la conversione è migliore della guarigione del corpo. Saluto il vostro Parroco, Don Salvatore, che è sempre fedele e vi accompagna in questo lungo cammino di verità e di conforto. Andate avanti. Non vi fermate. Il Signore ha bisogno di noi per essere conosciuto da coloro che non lo conoscono. Lui ci ha scelti. “Io vi ho scelto, dice il Signore. Siete voi che adesso dovete scegliere me”. Scegliamo Gesù. Scegliamo il Vangelo. Scegliamo la verità affinché la nostra sofferenza sia meno pesante e sia accettata con più serenità. Il Movimento Apostolico – come sempre vi dico – non l’ho creato io, non l’ho fatto io, non l’ho voluto io. Non avevo né forza, né coraggio. La Madonnina un giorno mi disse: “Sono la Madre della Redenzione. Vuoi ricordare e annunziare la Parola di mio Figlio Gesù?”. E Gesù: “Va’, salva, converti”. Il 3 Novembre del 1979: “Voi siete Movimento Apostolico”. Amiamo la Chiesa con la sua Gerarchia. Riempiamo la Casa del Padre. Il Signore vuole che annunziamo e ricordiamo la Buona Novella. Che facciamo conoscere la sua Parola a coloro che non la conoscono. Questo deve avvenire attraverso i santi Sacerdoti, attraverso noi, attraverso i Vescovi, attraverso la Gerarchia della Chiesa. Dobbiamo essere fedeli alla Parola del Signore. Non possiamo ingannare il Signore. Lui sa tutto di noi e se lo inganniamo, allora per noi ci sarà stridore di denti. Siamo falsi cristiani e non siamo degni di prenderci il Corpo e il Sangue di Cristo. Convertiamoci. Crediamo in Lui. Abbiamo fede. Gesù abbraccia tutto nel suo cuore e di certo ci aiuterà. Preghiamo la Vergine Maria, Madre della Redenzione, affinché ci stia sempre vicino. Lei è la nostra Avvocata. La nostra Soccorritrice. Gli Angeli e i Santi ci siano da guida. Signore, Figlio di Davide, abbi pietà di noi. Non ci abbandonare. Abbiamo bisogno di Te. Che la tua Luce ci guidi, ci sorregga, ci sostenga. Che lo Spirito Santo ci illumini. È Lui il nostro Consolatore. Affidate ogni malattia al Signore e preghiamo molto con il cuore, con il Santo Rosario e quando ci cibiamo con il Corpo e il Sangue di Cristo sosteniamo il nostro cuore con il cuore di Gesù e il cuore di Maria. Preghiamo per non entrare in tentazione. Preghiamo per il Santo Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, in particolare per gli ammalati, per i poveri, i terremotati, per tutti coloro che hanno bisogno. Mettiamo sull’altare tutti i nostri affanni. Chiediamo per tutti la riconciliazione e la pace. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 286 TESTO COMMENTATO Benvenuti nella Casa del Signore. Se abbiamo fede, dobbiamo credere che in mezzo a noi sono presenti Gesù, la Madonnina, gli Angeli, i Santi. Fede è costruire la nostra vita sulla Parola di Gesù. 19 In verità io vi dico ancora: «Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela 20 concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». (Mt 18,19-20). Quando noi ci riuniamo per pregare con un sol cuore e una sola voce, il Signore ha promesso di ascoltare sempre la nostra preghiera. Poiché noi siamo riuniti e formiamo un cuor solo e una sola voce, il Signore è presente per ascoltare la nostra preghiera. Non solo è presente il Signore, ma anche la Madonnina, gli Angeli, i Santi. Il Cielo tutto è presente quanto i cristiani si riuniscono in unità e in comunione, nella pace e nella concordia, nel perdono e nella grande carità. Dio è mistero di unità e di comunione eterna. I suoi discepoli devono essere anche loro mistero di unità e di comunione. Passando fra di voi ho visto qualche cuore molto addolorato. Voglio dire a tutti voi che la morte è risurrezione. Occorre tanta fede per credere questo. Muore il corpo, ma l’anima è con noi e sa quello che vogliamo e che facciamo. San Paolo distingue il cristiano dal non cristiano dalla speranza nella risurrezione. Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. 14Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti. 15Sulla parola del Signore infatti vi diciamo questo: noi, che viviamo e che saremo ancora in vita alla venuta del Signore, non avremo alcuna precedenza su quelli che sono morti. 16Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; 17quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore. 18Confortatevi dunque a vicenda con queste parole. (1Ts 4,13-18). 13 Il cristiano crede che la morte è stata vinta da Cristo Gesù. Crede che la morte è un addormentarsi nel Signore in attesa del risveglio eterno. 287 Crede che l’anima è immortale. Essa è viva ed è accanto a noi, non nella visibilità del corpo, bensì nella invisibilità che è propria dello spirito. Ma è una presenza non meno vera e non meno efficace della presenza visibile; anzi questa presenza è più efficace e più vera della presenza del corpo. Lo spirito non ha alcun limite. Il corpo invece è limitato all’infinito. Dobbiamo però iniziare a costruire la nostra vita sul solido fondamento della Parola del Vangelo. Chi non costruisce il suo edificio spirituale sul Vangelo è come se camminasse in una valle di sabbie mobili. Fede è anche sapere che Dio è nostro vero Padre e la Vergine Maria è nostra vera Madre. Dio e la Vergine Maria sono accanto a noi, vicino a noi, in noi, per noi, con noi. La loro è una presenza di pace e di abbondanza di ogni dono spirituale. La loro è una presenza vera, efficace, celeste, apportatrice di ogni grazia. Con gli occhi della fede dobbiamo vedere Dio e la Vergine Maria sempre accanto a noi, vicino a noi, in noi, con noi. In questa fede non dobbiamo mai vacillare. La malattia è per tutti. La sofferenza è con noi, cammina con noi, vive con noi. Viviamo in “una valle di lacrime”, diciamo quando invochiamo la Vergine Maria con la preghiera: “Salve, Regina, Madre di misericordia”. La sofferenza è la nostra strada quotidiana che dobbiamo percorrere per raggiungere la nostra purificazione, la nostra perfezione spirituale. Anche Gesù fu reso perfetto dalle cose che patì. 1 Ogni sommo sacerdote, infatti, è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. 2Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. 3A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. 4 Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. 5Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato, gliela conferì 6come è detto in un altro passo: Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek. 7 Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. 8Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì 9e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro 288 che gli obbediscono, 10essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchìsedek. 11 Su questo argomento abbiamo molte cose da dire, difficili da spiegare perché siete diventati lenti a capire. 12Infatti voi, che a motivo del tempo trascorso dovreste essere maestri, avete ancora bisogno che qualcuno v’insegni i primi elementi delle parole di Dio e siete diventati bisognosi di latte e non di cibo solido. 13Ora, chi si nutre ancora di latte non ha l’esperienza della dottrina della giustizia, perché è ancora un bambino. 14Il nutrimento solido è invece per gli adulti, per quelli che, mediante l’esperienza, hanno le facoltà esercitate a distinguere il bene dal male. (Eb 5,1-14). È questa la grande forza della sofferenza: renderci perfetti spiritualmente, perché ci aiuta – se vissuta nella grande pazienza e se di essa se ne fa un sacrificio e un’offerta al Signore – a liberarci da ogni scoria di peccato, anche di quelli più piccoli e invisibili ai nostri occhi. La sofferenza è per San Paolo una grazia. 1 Paolo e Timòteo, servi di Cristo Gesù, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi: 2grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo. 3 Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi. 4Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia 5a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. 6Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. 7È giusto, del resto, che io provi questi sentimenti per tutti voi, perché vi porto nel cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il Vangelo, voi che con me siete tutti partecipi della grazia. 8 Infatti Dio mi è testimone del vivo desiderio che nutro per tutti voi nell’amore di Cristo Gesù. 9E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, 10perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, 11ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio. 12 Desidero che sappiate, fratelli, come le mie vicende si siano volte piuttosto per il progresso del Vangelo, 13al punto che, in tutto il palazzo del pretorio e dovunque, si sa che io sono prigioniero per Cristo. 14In tal modo la maggior parte dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, ancor più ardiscono annunciare senza timore la Parola. 15Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti. 16Questi lo fanno per amore, sapendo che io sono stato incaricato della difesa del Vangelo; 17 quelli invece predicano Cristo con spirito di rivalità, con intenzioni non rette, pensando di accrescere dolore alle mie catene. 18Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per convenienza o per sincerità, Cristo venga annunciato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene. 19So infatti che questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all’aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, 20secondo la mia ardente attesa e la speranza che in nulla rimarrò deluso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia. 289 21 Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. 22Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. 23Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; 24ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo. 25Persuaso di questo, so che rimarrò e continuerò a rimanere in mezzo a tutti voi per il progresso e la gioia della vostra fede, 26affinché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo Gesù, con il mio ritorno fra voi. 27 Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo perché, sia che io venga e vi veda, sia che io rimanga lontano, abbia notizie di voi: che state saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del Vangelo, 28 senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari. Questo per loro è segno di perdizione, per voi invece di salvezza, e ciò da parte di Dio. 29Perché, riguardo a Cristo, a voi è stata data la grazia non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui, 30sostenendo la stessa lotta che mi avete visto sostenere e sapete che sostengo anche ora. (Fil 1,1-30). Come grazia la si deve vivere. In grazia di salvezza la dobbiamo trasformare. Nella Seconda Lettera ai Corinzi San Paolo ci parla delle sue molteplici sofferenze. 1 Se soltanto poteste sopportare un po’ di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate. 2Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina: vi ho promessi infatti a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta. 3 Temo però che, come il serpente con la sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo. 4Infatti, se il primo venuto vi predica un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi, o se ricevete uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un altro vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo. 5Ora, io ritengo di non essere in nulla inferiore a questi superapostoli! 6E se anche sono un profano nell’arte del parlare, non lo sono però nella dottrina, come abbiamo dimostrato in tutto e per tutto davanti a voi. 7 O forse commisi una colpa abbassando me stesso per esaltare voi, quando vi ho annunciato gratuitamente il vangelo di Dio? 8Ho impoverito altre Chiese accettando il necessario per vivere, allo scopo di servire voi. 9E, trovandomi presso di voi e pur essendo nel bisogno, non sono stato di peso ad alcuno, perché alle mie necessità hanno provveduto i fratelli giunti dalla Macedonia. In ogni circostanza ho fatto il possibile per non esservi di aggravio e così farò in avvenire. 10Cristo mi è testimone: nessuno mi toglierà questo vanto in terra di Acaia! 11 Perché? Forse perché non vi amo? Lo sa Dio! 12Lo faccio invece, e lo farò ancora, per troncare ogni pretesto a quelli che cercano un pretesto per apparire come noi in quello di cui si vantano. 13Questi tali sono falsi apostoli, lavoratori fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo. 14Ciò non fa meraviglia, perché anche Satana si maschera da angelo di luce. 15Non è perciò 290 gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere. 16 Lo dico di nuovo: nessuno mi consideri un pazzo. Se no, ritenetemi pure come un pazzo, perché anch’io possa vantarmi un poco. 17Quello che dico, però, non lo dico secondo il Signore, ma come da stolto, nella fiducia che ho di potermi vantare. 18Dal momento che molti si vantano da un punto di vista umano, mi vanterò anch’io. 19Infatti voi, che pure siete saggi, sopportate facilmente gli stolti. 20In realtà sopportate chi vi rende schiavi, chi vi divora, chi vi deruba, chi è arrogante, chi vi colpisce in faccia. 21Lo dico con vergogna, come se fossimo stati deboli! Tuttavia, in quello in cui qualcuno osa vantarsi – lo dico da stolto – oso vantarmi anch’io. 22Sono Ebrei? Anch’io! Sono Israeliti? Anch’io! Sono stirpe di Abramo? Anch’io! 23Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. 24Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i quaranta colpi meno uno; 25tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. 26Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; 27disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. 28Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. 29Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema? 30 Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza. 31Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco. 32A Damasco, il governatore del re Areta aveva posto delle guardie nella città dei Damasceni per catturarmi, 33ma da una finestra fui calato giù in una cesta, lungo il muro, e sfuggii dalle sue mani. (2Cor 11,1-33). È questa la via per il raggiungimento della perfezione cristiana. Pensate a Gesù sulla Croce. La Croce è morte, ma è risurrezione. Con la preghiera che sgorga dal cuore, il Signore può aiutarvi a superare la sofferenza e trovare la serenità. Siamo invitati a pensare a Gesù sulla Croce. È questo un pensiero oltremodo santo. Ci aiuta a confrontare le nostre sofferenze con le sue. Le nostre sono un niente per rapporto alle sue. Lui però ha sopportato ogni cosa in vece nostra, al posto nostro. Noi se soffriamo, soffriamo giustamente a causa dei nostri peccati. È questo il pensiero, la verità che il buon ladrone proclama dalla croce, da crocifisso. 291 39 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? 40 Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai 41 alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece 42 non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai 43 nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». (Lc 23,39-43). Gesù veramente non ha fatto nulla di male. Soffre al posto nostro. Non soffre per noi. Soffre per noi, ma in vece nostra. Nella grande santità anche noi possiamo soffrire per gli altri, in vece degli altri. Mentre San Pietro fa la differenza tra la nostra sofferenza e quella di Gesù Signore. 1 Allontanate dunque ogni genere di cattiveria e di frode, ipocrisie, gelosie e ogni maldicenza. 2Come bambini appena nati desiderate avidamente il genuino latte spirituale, grazie al quale voi possiate crescere verso la salvezza, 3 se davvero avete gustato che buono è il Signore. 4Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, 5quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo. 6Si legge infatti nella Scrittura: Ecco, io pongo in Sion una pietra d’angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non resterà deluso. 7 Onore dunque a voi che credete; ma per quelli che non credono la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata pietra d’angolo 8 e sasso d’inciampo, pietra di scandalo. Essi v’inciampano perché non obbediscono alla Parola. A questo erano destinati. 9Voi invece siete stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. 10Un tempo voi eravate non-popolo, ora invece siete popolo di Dio; un tempo eravate esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia. 11 Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai cattivi desideri della carne, che fanno guerra all’anima. 12Tenete una condotta esemplare fra i pagani perché, mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere diano gloria a Dio nel giorno della sua visita. 13Vivete sottomessi ad ogni umana autorità per amore del Signore: sia al re come sovrano, 14sia ai governatori come inviati da lui per punire i malfattori e premiare quelli che fanno il bene. 15Perché questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all’ignoranza degli stolti, 16come uomini liberi, servendovi della libertà non come di un velo per coprire la 292 malizia, ma come servi di Dio. 17Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio, onorate il re. 18 Domestici, state sottomessi con profondo rispetto ai vostri padroni, non solo a quelli buoni e miti, ma anche a quelli prepotenti. 19Questa è grazia: subire afflizioni, soffrendo ingiustamente a causa della conoscenza di Dio; 20 che gloria sarebbe, infatti, sopportare di essere percossi quando si è colpevoli? Ma se, facendo il bene, sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. 21A questo infatti siete stati chiamati, perché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme: 22 egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca; 23 insultato, non rispondeva con insulti, maltrattato, non minacciava vendetta, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. 24 Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. 25 Eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime. (1Pt 2,1-25). È una differenza sostanziale. Dobbiamo ancora imparare come ci si santifica attraverso la sofferenza e come si redime il mondo. È una scienza che dobbiamo chiedere quotidianamente al Signore. Preghiamo per gli ammalati, preghiamo per tutti noi questa sera affinché il Signore ci allevi le sofferenze e faccia sì che ogni sofferenza diventi redenzione, per un giorno, quando sarà, arrivare al Cielo. Possiamo alleviare le sofferenze dei nostri fratelli. Lo possiamo in tanti modi: - Con una preghiera quotidiana, ininterrotta per tutti i fratelli che sono nell’afflizione, nel pianto, nel dolore, nello sconforto, nella grande difficoltà. - Offrendo loro la luce della fede. Senza questa luce ogni sofferenza diviene incomprensibile e sovente è anche sciupata. Non ci rende più perfetti. Non aiuta il mondo a redimersi. - Con la nostra presenza nella loro vita: presenza di carità, consolazione, speranza, sostegno, aiuto concreto e reale, 293 condividendo il loro dolore, la loro miseria spirituale e materiale, ogni altra loro necessità e urgenza. Ma c’è un modo più efficace di tutti per togliere e alleviare la sofferenza dei fratelli: non commettendo mai il male, non trasgredendo mai un solo Comandamento, osservando tutta la Parola del Vangelo. Chi vince il male nel suo corpo, chi compie tutto il bene che è vita secondo la Parola di Gesù, aiuta il mondo intero ad essere di meno nella sofferenza. Molta sofferenza è causata dai nostri peccati. Il peccato causa sofferenza per noi e per gli altri. - Quanta sofferenza nasce da una guida spericolata, imprudente… giovani vite vengono menomate e spesso anche estinte. - Quanta sofferenza genera la droga, l’alcool, il fumo. - Quanta sofferenza genera il peccato di gola… viviamo in una obesa. L’obesità è fonte di infiniti malanni non solo fisici, ma anche psichici e spirituali. - Quanta sofferenza genera il non studio, la non ottima preparazione professionale. Un consiglio sbagliato può rovinare per sempre una persona. Una diagnosi errata può ledere irreparabilmente una persona. Una lezione anche di teologia fatta con falsità può rovinare una intera parrocchia per lunghissimi anni. - Quanta sofferenza genera la superficialità e l’irresponsabilità. - Quanta sofferenza genera la superbia, l’invidia, l’accidia, l’ira. - Quanta sofferenza genera la falsa testimonianza, la calunnia, le dicerie, le menzogne, le ingiurie, le false attestazioni. - Quanta sofferenza genera la stoltezza, l’insipienza, l’irragionevolezza, la stupidità della mente e del cuore. - Quanta sofferenza genera il far passare per volontà di Dio ciò che è solo pensiero dell’uomo. Veramente il nostro peccato genera una quantità smisurata di sofferenza in noi e negli altri. Abbiamo un passo del Vangelo nel quale Gesù dice: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi. Io vi ristorerò”. Il passo citato è del Vangelo secondo Matteo. 25 In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate 26 27 ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 294 28 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di 30 cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». (Mt 11,25-30). 29 Se leggiamo lo stesso Vangelo secondo Matteo troveremo al Capitolo Ottavo quanto segue: 1 2 Scese dal monte e molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, 3 si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu 4 guarita. Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro». 5 Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava 6 e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre 7 8 terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una 9 parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». 10 Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! 11 Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a 12 mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». 13 E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. 14 Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto 15 con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. 16 Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti 17 con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie. (Mt 7,1-17). Gesù veramente sa prendere su di sé il nostro dolore, le nostre malattie, ogni infermità del corpo e dello spirito e sa darci sollievo, ristoro, guarigione. Dobbiamo credere, essere fiduciosi in Dio. Lui l’ha detto e quindi verrà in nostro aiuto. Ma chi ha fede che questo possa avvenire? Chi crede che questo realmente avviene? 295 Ecco allora l’invito dell’Ispiratrice: “Dobbiamo credere, essere fiduciosi. Lui l’ha detto e quindi verrà in nostro aiuto”. Questa fede dona un significato di verità e di grande speranza a tutta la nostra vita. Questa sera appoggiamo tutto sul cuore di Gesù e della Madonnina, affinché ci concedano la grazia dell’anima e del corpo, perché la conversione è migliore della guarigione del corpo. Siamo inviati a dare concretezza, realtà, storia alla nostra fede. Siamo invitati a poggiare tutto sul cuore di Gesù e della Madonnina. Siamo invitati a credere anche che la guarigione di un’anima, la sua conversione è cosa assai migliore della guarigione del corpo. Nella gerarchia dei valori prima viene la salvezza dell’anima, poi ogni altra cosa. Chi salva la sua anima, salva tutta la sua vita, nel tempo e nell’eternità. Saluto il vostro Parroco, Don Salvatore, che è sempre fedele e vi accompagna in questo lungo cammino di verità e di conforto. Andate avanti. Non vi fermate. Il Signore ha bisogno di noi per essere conosciuto da coloro che non lo conoscono. Ecco l’opera del Sacerdote: accompagnare il popolo di Dio nel suo lungo cammino di verità e di conforto. Il Sacerdote accompagna il popolo che gli è stato affidato portandolo nella verità, confortandolo con la grazia, assistendolo con la preghiera, recando ad ognuno la benedizione di Dio. Nessuno però deve pensare solo a se stesso. Ognuno deve pensare che Dio lo ha costituito “testimone” del suo Vangelo, della sua Parola presso ogni altro uomo. Molti non conoscono Gesù. Noi siamo stati costituiti perché tutti lo conoscano. Crescendo noi in sapienza e grazia, diveniamo strumenti adatti per la conoscenza di Gesù presso ogni uomo. Lui ci ha scelti. “Io vi ho scelto, dice il Signore. Siete voi che adesso dovete scegliere me”. Gesù ci ha scelti. Gesù ci vuole. Gesù ci ama. 12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io 13 ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per 14 15 i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto 16 conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello 296 17 che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. (GV 15,12-17). Il suo amore senza il nostro rimane inefficace. Siamo chiamati a scegliere Lui, ad amare Lui, a volere Lui. Siamo invitati a corrispondere al suo amore immenso con l’immensità del nostro amore. Scegliamo Gesù. Scegliamo il Vangelo. Scegliamo la verità affinché la nostra sofferenza sia meno pesante e sia accettata con più serenità. Come si sceglie Gesù? Scegliendo la sua Parola, il suo Vangelo, la sua Verità. Scegliendo la sua Parola iniziamo a vivere secondo la fede. Nella fede sappiamo che Lui è per noi, in noi, con noi. Nella fede sappiamo che Lui prende sopra di sé ogni nostro affanno. 23 Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà, mai permetterà che il giusto vacilli. (Sal 55(54), 23). È questa la verità della nostra fede. Il Movimento Apostolico – come sempre vi dico – non l’ho creato io, non l’ho fatto io, non l’ho voluto io. Non avevo né forza, né coraggio. La Madonnina un giorno mi disse: “Sono la Madre della Redenzione. Vuoi ricordare e annunziare la Parola di mio Figlio Gesù?”. E Gesù: “Va’, salva, converti”. Il 3 Novembre del 1979: “Voi siete Movimento Apostolico”. Sempre l’Ispiratrice ci ricorda l’origine divina del Movimento Apostolico. La sua missione nasce dal cuore della Vergine Maria, Madre della redenzione. Nasce dal cuore di Cristo Gesù. Annunziare e ricordare il Vangelo. Andare, salvare, convertire: è questa la missione del Movimento Apostolico. Amiamo la Chiesa con la sua Gerarchia. Riempiamo la Casa del Padre. Il Signore vuole che annunziamo e ricordiamo la Buona Novella. Che facciamo conoscere la sua Parola a coloro che non la conoscono. Questo deve avvenire attraverso i santi Sacerdoti, attraverso noi, attraverso i Vescovi, attraverso la Gerarchia della Chiesa. La nostra missione vuole che si riempia la Casa del Padre. La Casa del Padre è la sua Santa Chiesa. La Chiesa deve essere amata perché nostra Madre. Non potrà mai esserci vera missione senza vero amore per la Chiesa. 297 Tutti nella Chiesa sono chiamati a divenire missionari del Vangelo, della Parola, di Cristo Gesù. Dobbiamo essere fedeli alla Parola del Signore. Essere fedeli alla Parola del Signore significa nutrirci noi per primi della Parola che annunziamo e ricordiamo. Solo chi ogni giorno si lascia nutrire dalla Parola, la Parola può annunziare e ricordare. Chi la Parola non mangia, la Parola mai potrà dire. Se non mangiamo la Parola, se non ci nutriamo della Parola siamo vani annunciatori di essa. Ecco come San Paolo detta la regola per una efficace predicazione del Vangelo. 1 Non sono forse libero, io? Non sono forse un apostolo? Non ho veduto 2 Gesù, Signore nostro? E non siete voi la mia opera nel Signore? Anche se non sono apostolo per altri, almeno per voi lo sono; voi siete nel Signore il sigillo 3 4 del mio apostolato. La mia difesa contro quelli che mi accusano è questa: non 5 abbiamo forse il diritto di mangiare e di bere? Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente, come fanno anche gli altri apostoli e i 6 fratelli del Signore e Cefa? Oppure soltanto io e Bàrnaba non abbiamo il diritto di non lavorare? 7 E chi mai presta servizio militare a proprie spese? Chi pianta una vigna senza mangiarne il frutto? Chi fa pascolare un gregge senza cibarsi del latte del 8 gregge? Io non dico questo da un punto di vista umano; è la Legge che dice 9 così. Nella legge di Mosè infatti sta scritto: Non metterai la museruola al bue 10 che trebbia. Forse Dio si prende cura dei buoi? Oppure lo dice proprio per noi? Certamente fu scritto per noi. Poiché colui che ara, deve arare sperando, 11 e colui che trebbia, trebbiare nella speranza di avere la sua parte. Se noi abbiamo seminato in voi beni spirituali, è forse gran cosa se raccoglieremo 12 beni materiali? Se altri hanno tale diritto su di voi, noi non l’abbiamo di più? Noi però non abbiamo voluto servirci di questo diritto, ma tutto sopportiamo 13 per non mettere ostacoli al vangelo di Cristo. Non sapete che quelli che celebrano il culto, dal culto traggono il vitto, e quelli che servono all’altare, 14 dall’altare ricevono la loro parte? Così anche il Signore ha disposto che quelli che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo. 15 Io invece non mi sono avvalso di alcuno di questi diritti, né ve ne scrivo perché si faccia in tal modo con me; preferirei piuttosto morire. Nessuno mi 16 toglierà questo vanto! Infatti annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il 17 Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non 18 lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è 298 dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo. 19 Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per 20 guadagnarne il maggior numero: mi sono fatto come Giudeo per i Giudei, per guadagnare i Giudei. Per coloro che sono sotto la Legge – pur non essendo io sotto la Legge – mi sono fatto come uno che è sotto la Legge, allo scopo di 21 guadagnare coloro che sono sotto la Legge. Per coloro che non hanno Legge – pur non essendo io senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo – mi sono fatto come uno che è senza Legge, allo scopo di guadagnare coloro 22 che sono senza Legge. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i 23 deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io. 24 Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo 25 conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che 26 appassisce, noi invece una che dura per sempre. Io dunque corro, ma non 27 come chi è senza mèta; faccio pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non succeda che, dopo avere predicato agli altri, io stesso venga squalificato. (1Cor 9,1-27). È questo l’insegnamento di San Paolo. Non possiamo ingannare il Signore. Lui sa tutto di noi e se lo inganniamo, allora per noi ci sarà stridore di denti. Siamo falsi cristiani e non siamo degni di prenderci il Corpo e il Sangue di Cristo. Come si inganna il Signore? Leggiamo il profeta Malachia. 1 Oracolo. Parola del Signore a Israele per mezzo di Malachia. Vi ho amati, dice il Signore. E voi dite: «Come ci hai amati?». Non era forse Esaù fratello di Giacobbe? Oracolo del Signore. Eppure ho amato 3 Giacobbe e ho odiato Esaù. Ho fatto dei suoi monti un deserto e ho dato la sua 4 eredità agli sciacalli del deserto. Se Edom dice: «Siamo stati distrutti, ma ci rialzeremo dalle nostre rovine!», il Signore degli eserciti dichiara: «Essi ricostruiranno, ma io demolirò». Saranno chiamati «Territorio malvagio» e 5 «Popolo contro cui il Signore è adirato per sempre». I vostri occhi lo vedranno e voi direte: «Grande è il Signore anche al di là dei confini d’Israele». 6 Il figlio onora suo padre e il servo rispetta il suo padrone. Se io sono padre, dov’è l’onore che mi spetta? Se sono il padrone, dov’è il timore di me? Dice il Signore degli eserciti a voi, sacerdoti che disprezzate il mio nome. Voi 7 domandate: «Come lo abbiamo disprezzato il tuo nome?». Offrite sul mio altare un cibo impuro e dite: «In che modo te lo abbiamo reso impuro?». 8 Quando voi dite: «La tavola del Signore è spregevole» e offrite un animale cieco in sacrificio, non è forse un male? Quando voi offrite un animale zoppo o 2 299 malato, non è forse un male? Offritelo pure al vostro governatore: pensate che sarà soddisfatto di voi o che vi accoglierà con benevolenza? Dice il Signore degli eserciti. 9 Ora supplicate pure Dio perché abbia pietà di voi! Se fate tali cose, dovrebbe accogliervi con benevolenza? Dice il Signore degli eserciti. 10 Oh, ci fosse fra voi chi chiude le porte, perché non arda più invano il mio altare! Non mi compiaccio di voi – dice il Signore degli eserciti – e non 11 accetto l’offerta delle vostre mani! Poiché dall’oriente all’occidente grande è il mio nome fra le nazioni e in ogni luogo si brucia incenso al mio nome e si fanno offerte pure, perché grande è il mio nome fra le nazioni. Dice il Signore degli eserciti. 12 Ma voi lo profanate quando dite: «Impura è la tavola del Signore e 13 spregevole il cibo che vi è sopra». Voi aggiungete: «Ah! che pena!». E lo disprezzate. Dice il Signore degli eserciti. Offrite animali rubati, zoppi, malati e li portate in offerta! Posso io accettarla dalle vostre mani? Dice il Signore. 14 Maledetto il fraudolento che ha nel gregge un maschio, ne fa voto e poi mi sacrifica una bestia difettosa. Poiché io sono un re grande – dice il Signore degli eserciti – e il mio nome è terribile fra le nazioni. (Mal 1,1-14). Donando lo scarto della nostra vita a Lui. Così si inganna il Signore. L’inganno è vivere la nostra vita senza verità. Tutto può essere senza verità, anche l’apostolato che facciamo. Convertiamoci. Crediamo in Lui. Abbiamo fede. Gesù abbraccia tutto nel suo cuore e di certo ci aiuterà. Nasce l’urgenza per chi vuole predicare il Vangelo di una vera conversione, di una vera fede in Cristo Gesù. Alla conversione si deve aggiungere un vero cammino di crescita nella santità cristiana. Preghiamo la Vergine Maria, Madre della Redenzione, affinché ci stia sempre vicino. Lei è la nostra Avvocata. La nostra Soccorritrice. La via della crescita la conosciamo. Un amore intenso per la Vergine Maria, Madre della Redenzione, invocata quotidianamente con il Santo Rosario. Chi pone la Vergine Maria al timone della sua barca, mai affonderà, raggiungerà sempre l’altra riva: la riva della più alta santità. Gli Angeli e i Santi ci siano da guida. La via della crescita la conosciamo. L’imitazione dei Santi e l’amore per gli Angeli, che sono posti da Dio accanto a noi per guidarci. 300 Signore, Figlio di Davide, abbi pietà di noi. Non ci abbandonare. Abbiamo bisogno di Te. Che la tua Luce ci guidi, ci sorregga, ci sostenga. Che lo Spirito Santo ci illumini. È Lui il nostro Consolatore. La via la conosciamo. La nostra perenne abitazione in Cristo e nello Spirito Santo. Abitando in Cristo e nello Spirito Santo dobbiamo trasformarci in esseri spirituali allo stesso modo che il ferro diventa fuoco immerso in esso. Affidate ogni malattia al Signore e preghiamo molto con il cuore, con il Santo Rosario e quando ci cibiamo con il Corpo e il Sangue di Cristo sosteniamo il nostro cuore con il cuore di Gesù e il cuore di Maria. La via la conosciamo. Farci Eucaristia vivente nell’Eucaristia che riceviamo nel Sacramento dell’Altare. Farsi Eucaristia vuol dire divenire un sacrificio gradito a Dio nella purezza del nostro corpo e del nostro spirito. Preghiamo per non entrare in tentazione. La via la conosciamo. Siamo chiamati a pregare intensamente per non cadere in tentazione. La preghiera è vera fonte di salvezza. Chi non prega mai potrà vedere la tentazione, mai la potrà vincere. Preghiamo per il Santo Padre, i Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, in particolare per gli ammalati, per i poveri, i terremotati, per tutti coloro che hanno bisogno. Mettiamo sull’altare tutti i nostri affanni. Chiediamo per tutti la riconciliazione e la pace. È questa una preghiera che affida al Signore tutta la Chiesa e tutto il mondo con le sue infinite difficoltà. Tutti, tutto ed ogni cosa dobbiamo sempre affidare al Signore. È Lui la nostra salvezza ora e sempre. Questa fede dobbiamo sempre trasformarla in una preghiera diuturna per noi e per gli altri. Chi prega in pienezza di fede salva se stesso e il mondo. 301 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo Lunedì 25 del Mese di Maggio pongono alla nostra considerazione tante verità. Su una è giusto che ci soffermiamo un po’ di più. Da essa dipende la nostra verità e la verità di tutto ciò che facciamo. La verità su cui vi invito a riflettere è questa: la relazione tra frutti e vita spirituale. Molti sono coloro che pensano, credono, sono convinti che l’apostolato sia un fatto esteriore, senza alcuna relazione con la nostra anima e il nostro spirito. “Vado a fare apostolato”. Ma chi può fare apostolato? Tutti – si risponde. Solo l’apostolo può fare apostolato. Ma chi è allora l’apostolo? L’apostolo è colui che crede nella Parola. Non crede per gli altri. Crede per se stesso. Crede che vivendo di Parola, nella Parola, per la Parola, troverà la vita eterna. L’apostolo è colui che crede che l’apostolato è il dono della sua fede, della sua grazia, della sua parola, del suo vangelo. L’apostolo è colui che crede che è la sua vita che deve essere data al mondo, allo stesso modo che è stata la vita di Cristo che ci è stata donata. La vita si può donare in un solo modo: se ricca di grazia e di santità. Se è piena di Dio, di Cristo Gesù, di Spirito Santo, di amore per la Vergine Maria, Madre della Redenzione. Gesù cresceva in età, sapienza e grazia. È questo il segreto del vero apostolato: la nostra crescita in sapienza, in grazia, in verità, in fede, in speranza, in carità. Se un albero non cresce darà sempre pochissimi frutti. Se invece cresce e diventa gigante, darà frutti in abbondanza. Così è della nostra vita spirituale: se non cresciamo in Cristo, con Cristo, per Cristo, daremo sempre pochi frutti. L’organizzazione, senza crescita spirituale, è opera morta. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuti a mettere nel cuore questa verità. Gli Angeli e i Santi a viverla per tutti i giorni della nostra vita. 302 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Presente il Movimento Apostolico di Fregane Testo integrale Santo Janni 01 Giugno 2009 Sia lodato Gesù Cristo. Benvenuti nella Casa del Signore. Speriamo abbiate fatto un viaggio sereno. Salutiamo Fregene con il Sacerdote Don Roberto che li segue sempre da tanti anni, dal 1987. Così dice il Signore: per lavorare nella mia vigna dovete essere saggi, sapienti, pieni di umiltà, di carità. Non potete lavorare nella vigna del Signore con i vostri pensieri, ma con i pensieri di Dio. Quali sono i pensieri di Dio? Osservare le sue leggi e metterle in pratica. Il Signore Gesù, nostro Dio, non ci ha lasciato orfani. Ci ha lasciato lo Spirito Consolatore. I suoi sette doni li elargisce quando viviamo nello stato di grazia. Ha dato dei talenti, dei carismi particolari. Dobbiamo metterli in pratica, perché domani al suo cospetto chiederà se li abbiamo fatti fruttificare. Raccomando a voi tutti di andare avanti sempre con la saggezza di Dio, con la sua sapienza, con la sua carità, con l’umiltà di Cristo Gesù, facendoci servi di tutti e chi vuole essere il primo si faccia l’ultimo. Il Movimento Apostolico sorto e voluto dal Signore il 3 Novembre del 1979 – “Voi, dice il Signore, siete Movimento Apostolico” – è un Movimento amato dal Cielo, dalla Madonnina, dagli Angeli, dai Santi. Occorre essere sempre presenti nel lavoro diocesano, anche se non si è accettati. Perché qui il Signore vede la nostra buona volontà ed un giorno ci premierà. Dobbiamo avere fiducia in questo. La fede non deve venire mai meno. La fede nasce sempre dall’ascolto della Parola del Signore. Se non ti istruisci, non puoi istruire. Se non cresci nell’amore, non puoi amare. Se non credi ai Comandamenti, non li puoi mettere in pratica. “Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio fuori che me”: Il Signore è un Dio geloso, un Dio che vuole essere amato a senso unico. Senza dire: “Chissà, perché”. Nelle cose del Signore, nella sua verità non ci sono mai perché, o se. Il Signore è, e noi dobbiamo credere a Lui, non agli uomini. Noi cristiani, noi battezzati, abbiamo il dovere di essere buoni cristiani. Non dobbiamo avere la carta di identità falsa. Siamo battezzati…. È un sacramento efficace di grazia il Battesimo, la Cresima… Se viviamo bene ogni sacramento, di certo saremo buoni cristiani, ma sempre con tanta umiltà, tanta carità e pieni di amore. Il vero cristiano non può conoscere l’odio. Deve riuscire a perdonare. Sì, deve difendersi nella giustizia che appartiene a Dio, ma non può fare del male. Penserà il Signore a difenderci e credeteci… Con il tempo il Signore difenderà il suo popolo e colui che lavora nella vigna del Signore. Gesù è la luce del mondo e noi non possiamo rimanere nascosti. Dobbiamo accendere la lucerna, metterla sopra il monte e gridare a tutti: “Io sono la voce di colui che grida nel deserto: Convertitevi e credete al Vangelo”. Non vi fate mai guidare da un cieco, perché altrimenti non potete essere guidati bene, ma da un santo Sacerdote che vi possa portare sulla via del bene, sulla via del Vangelo. Che la bevanda Eucaristia ci porti pace nel cuore e il Santo Rosario che recitiamo ci dia tanto sollievo, tanta speranza, tanta fede. Ringraziamo di questi buoni propositi il Signore Dio nostro, la Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli, i Santi. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, religiose, Consacrate Laiche, tutto il popolo di Dio, tutti noi qui presenti, per gli ammalati e per tutti i terremotati, affinché l’uomo si converta e li sappia aiutare bene. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 304 TESTO COMMENTATO Benvenuti nella Casa del Signore. Speriamo abbiate fatto un viaggio sereno. Salutiamo Fregene con il Sacerdote Don Roberto che li segue sempre da tanti anni, dal 1987. Anche un semplice saluto è per l’Ispiratrice la manifestazione del suo grande amore. Un saluto pieno d’amore può salvare un cuore, condurre un’anima nell’ovile di Cristo Gesù. Non trascuriamo mai le piccole cose. Un saluto è segno che portiamo nel cuore la persona. Osserviamo come San Paolo nella Lettera ai Romani saluta tutti, uno per uno, quelli della Comunità che vivono in Roma. 1 Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è al servizio della Chiesa di 2 Cencre: accoglietela nel Signore, come si addice ai santi, e assistetela in qualunque cosa possa avere bisogno di voi; anch’essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso. 3 4 Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù. Essi per salvarmi la vita hanno rischiato la loro testa, e a loro non io soltanto sono grato, 5 ma tutte le Chiese del mondo pagano. Salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa. Salutate il mio amatissimo Epèneto, che è stato il primo a credere in 6 Cristo nella provincia dell’Asia. Salutate Maria, che ha faticato molto per voi. 7 Salutate Andrònico e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia: sono 8 insigni tra gli apostoli ed erano in Cristo già prima di me. Salutate Ampliato, 9 che mi è molto caro nel Signore. Salutate Urbano, nostro collaboratore in 10 Cristo, e il mio carissimo Stachi. Salutate Apelle, che ha dato buona prova in 11 Cristo. Salutate quelli della casa di Aristòbulo. Salutate Erodione, mio parente. Salutate quelli della casa di Narciso che credono nel Signore. 12 Salutate Trifena e Trifosa, che hanno faticato per il Signore. Salutate la 13 carissima Pèrside, che ha tanto faticato per il Signore. Salutate Rufo, prescelto 14 nel Signore, e sua madre, che è una madre anche per me. Salutate Asìncrito, 15 Flegonte, Erme, Pàtroba, Erma e i fratelli che sono con loro. Salutate Filòlogo e Giulia, Nereo e sua sorella e Olimpas e tutti i santi che sono con loro. 16 Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. Vi salutano tutte le Chiese di Cristo. 17 Vi raccomando poi, fratelli, di guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro l’insegnamento che avete appreso: tenetevi lontani 18 da loro. Costoro, infatti, non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e, con belle parole e discorsi affascinanti, ingannano il cuore dei semplici. 305 19 La fama della vostra obbedienza è giunta a tutti: mentre dunque mi 20 rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e immuni dal male. Il Dio della pace schiaccerà ben presto Satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signore nostro Gesù sia con voi. 21 Vi saluta Timòteo mio collaboratore, e con lui Lucio, Giasone, 22 Sosípatro, miei parenti. Anch’io, Terzo, che ho scritto la lettera, vi saluto nel 23 Signore. Vi saluta Gaio, che ospita me e tutta la comunità. Vi salutano Erasto, 24 tesoriere della città, e il fratello Quarto. [ ] 25 A colui che ha il potere di confermarvi nel mio Vangelo, che annuncia Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni, 26 ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti, per ordine dell’eterno Dio, annunciato a tutte le genti perché giungano all’obbedienza della fede, 27 a Dio, che solo è sapiente, per mezzo di Gesù Cristo, la gloria nei secoli. Amen. (Rm 16,1-27). Questo saluto attesta che San Paolo portava tutti nel cuore. Così dice il Signore: per lavorare nella mia vigna dovete essere saggi, sapienti, pieni di umiltà, di carità. Ecco le virtù necessarie per lavorare nella vigna del Signore: saggezza, sapienza, umiltà, carità. In queste virtù bisogna crescere di giorno in giorno. Con la sapienza e la saggezza camminiamo sempre con i pensieri di Dio. Con l’umiltà e la carità camminiamo sempre con il cuore di Cristo Gesù. Pensieri di Dio e cuore di Cristo fanno di noi dei buoni operai nella vigna del Signore. Siamo chiamati ad essere un solo pensiero con il pensiero di Dio e un solo cuore con il cuore del Figlio. Questo può avvenire solo se lo Spirito Santo è forte in noi. Non potete lavorare nella vigna del Signore con i vostri pensieri, ma con i pensieri di Dio. Questo è possibile se siamo liberi da noi stessi, dai nostri desideri, dal nostro orgoglio, dalla nostra stoltezza, dalla nostra ignoranza, e soprattutto dalla nostra superbia. Alla libertà interiore ed esteriore si deve aggiungere un santo e sano discernimento; al sano discernimento la conoscenza; alla conoscenza la dottrina; alla dottrina una solida formazione personale. 306 Ecco come San Pietro esorta i cristiani della prima ora a questa crescita in sapienza e grazia. 1 Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro ai quali il nostro Dio e salvatore Gesù Cristo, nella sua giustizia, ha dato il medesimo e prezioso dono della fede: 2grazia e pace siano concesse a voi in abbondanza mediante la conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro. 3 La sua potenza divina ci ha donato tutto quello che è necessario per una vita vissuta santamente, grazie alla conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua potenza e gloria. 4Con questo egli ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro mezzo diventiate partecipi della natura divina, sfuggendo alla corruzione, che è nel mondo a causa della concupiscenza. 5Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, 6alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, 7alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità. 8Questi doni, presenti in voi e fatti crescere, non vi lasceranno inoperosi e senza frutto per la conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo. 9Chi invece non li possiede è cieco, incapace di vedere e di ricordare che è stato purificato dai suoi antichi peccati. 10Quindi, fratelli, cercate di rendere sempre più salda la vostra chiamata e la scelta che Dio ha fatto di voi. Se farete questo non cadrete mai. 11Così infatti vi sarà ampiamente aperto l’ingresso nel regno eterno del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo. 12 Penso perciò di rammentarvi sempre queste cose, benché le sappiate e siate stabili nella verità che possedete. 13Io credo giusto, finché vivo in questa tenda, di tenervi desti con le mie esortazioni, 14sapendo che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come mi ha fatto intendere anche il Signore nostro Gesù Cristo. 15E procurerò che anche dopo la mia partenza voi abbiate a ricordarvi di queste cose. 16 Infatti, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. 17Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». 18Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. 19E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino. 20Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, 21poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio. (2Pt 1,1-21). La crescita in vita interiore è la sola via da percorrere per chi vuole lavorare con frutto nella vigna del Signore. Una fede senza verità è in tutto simile ad una piccolissima corda di paglia secca. Non può sopportare se non un piccolissimo peso. 307 Una fede piena di verità è invece simile ad una robusta corda i acciaio. Può sopportare ogni peso. Difficilmente si spezza. Una fede piena di verità ma senza carità non ci fa riconoscere come discepoli di Gesù. 1 Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. 2 E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. 3 E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. 4 La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si 5 vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio 6 interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode 7 dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 8 La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle 9 lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi 10 conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è 11 perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino. 12 Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora 13 conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità! (1Cor 13,1-13). Se invece uniamo fede, verità, carità possiamo dirci vero Movimento Apostolico di Cristo Gesù. Una delle più sottili tentazioni che avvolgono la nostra vita spirituale è questa: essere Movimento Apostolico per gli altri; essere cristiani per gli altri; essere della religione per gli altri. Invece il vero Movimento Apostolico è per la propria crescita spirituale, o elevazione spirituale e morale personale. Solo chi eleva se stesso nella moralità e nella spiritualità, nella conoscenza e nella dottrina, in ogni altra virtù, potrà essere Movimento Apostolico per gli altri. Se un albero non cresce, non potrà produrre frutti. Se noi non cresciamo spiritualmente, mai potremo produrre frutti. Possiamo fare cose. Ma fare cose non è produrre frutti. 308 Passeggiare su un campo non è arare il campo. Andare di qua e di là non è svolgere la missione di Movimento Apostolico. Tutti possono fare cose. Per fare cose non è necessario essere Movimento Apostolico. Essere Movimento Apostolico significa camminare sempre con i Pensieri di Dio e con il cuore di Cristo Gesù. Quali sono i pensieri di Dio? Osservare le sue leggi e metterle in pratica. Pensiero di Dio è il suo Vangelo. Pensiero di Dio sono i Comandamenti. Pensiero di Dio sono le Beatitudini. Chi vuole essere Movimento Apostolico deve coltivare giorno per giorno lo spirito delle Beatitudini. Tutta la sua vita deve respirare di Beatitudini. Chi vuole essere evangelica. Movimento Apostolico deve divenire persona Mentre si diviene persona evangelica si aiutano i fratelli a divenire anche loro persone evangeliche. È questo un cammino ininterrotto. Non finisce mai. Ogni giorno dobbiamo iniziare come se fossimo al primo istante della nostra conversione. Il Signore Gesù, nostro Dio, non ci ha lasciato orfani. Ci ha lasciato lo Spirito Consolatore. Nel nostro impegno e volontà di crescita non siamo soli. Siamo pieni di Spirito Santo. Lo Spirito Santo ci ha ricolmato con i suoi santi sette doni: sapienza, fortezza, intelletto, consiglio, scienza, pietà, timore del Signore. Con questi santi sette doni possiamo divenire esseri spirituali e non più carnali, come ci insegna San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi. 1 Anch’io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi 2 il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo 3 crocifisso. Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e 4 trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua 5 potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. 6 Tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono 7 ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. 309 8 Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero 9 conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma, come sta scritto: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano. 10 Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti 11 conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi infatti conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti 12 di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò 13 che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali 14 in termini spirituali. Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché 15 di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito. L’uomo mosso dallo Spirito, 16 invece, giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. Infatti chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare? Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo. (1Cor 2,1-16). Ogni crescita spirituale è possibile per chi cerca quotidianamente di vivere nella comunione dello Spirito Santo. I suoi sette doni li elargisce quando viviamo nello stato di grazia. Ha dato dei talenti, dei carismi particolari. Dobbiamo metterli in pratica, perché domani al suo cospetto chiederà se li abbiamo fatti fruttificare. I doni dello Spirito Santo sono vivi ed operanti in noi quando viviamo nello stato di grazia. Essi crescono in noi crescendo noi nelle virtù. Diminuiscono diminuendo noi nelle virtù. I vizi li rendono senza alcuna forza. Chi vuole che doni e carismi dello Spirito Santo producano frutti in lui, deve mettere ogni impegno ad allontanarsi dai vizi. Deve mettere ogni impegno a crescere nelle virtù. Un solo vizio può condurre al fallimento spirituale la nostra vita. Un superbo, un invidioso, un accidioso, un goloso, un avaro, un lussurioso, un irascibile mai potrà vivere in ascolto dei doni dello Spirito Santo. Quanto San Paolo dice ai Galati, vale anche per noi. O viviamo sotto la guida dello Spirito, o viviamo sotto la guida della carne. 310 1 Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. 2Ecco, io, Paolo, vi dico: se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla. 3E dichiaro ancora una volta a chiunque si fa circoncidere che egli è obbligato ad osservare tutta quanta la Legge. 4Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giustificazione nella Legge; siete decaduti dalla grazia. 5Quanto a noi, per lo Spirito, in forza della fede, attendiamo fermamente la giustizia sperata. 6Perché in Cristo Gesù non è la circoncisione che vale o la non circoncisione, ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità. 7 Correvate così bene! Chi vi ha tagliato la strada, voi che non obbedite più alla verità? 8Questa persuasione non viene sicuramente da colui che vi chiama! 9Un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta. 10Io sono fiducioso per voi, nel Signore, che non penserete diversamente; ma chi vi turba subirà la condanna, chiunque egli sia. 11Quanto a me, fratelli, se predico ancora la circoncisione, perché sono tuttora perseguitato? Infatti, sarebbe annullato lo scandalo della croce. 12Farebbero meglio a farsi mutilare quelli che vi gettano nello scompiglio! 13 Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. 14Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 15Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri! 16 Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. 17La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. 18 Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. 19Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, 20 idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 21invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. 22Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; 23contro queste cose non c’è Legge. 24 Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. 25Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. 26Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri. (Gal 5,1-26). Non possiamo essere guidati contemporaneamente dallo Spirito e dalla carne. Se siamo guidati dalla carne non siamo guidati dallo Spirito e se siamo guidati dallo Spirito non possiamo produrre le opere della carne. Raccomando a voi tutti di andare avanti sempre con la saggezza di Dio, con la sua sapienza, con la sua carità, con l’umiltà di Cristo Gesù, facendoci servi di tutti e chi vuole essere il primo si faccia l’ultimo. Siamo inviati a camminare sotto la guida dello Spirito Santo, sempre. 311 Cammineremo sotto la guida dello Spirito Santo se ci allontaneremo dalle opere della carne. Chi ha abbracciato la spiritualità del Movimento Apostolico deve lottare contro ogni vizio, anche il più innocuo, a suo dire. Nessun vizio è innocuo. Ognuno di loro apre sul disastro fisico e spirituale. Un solo vizio coltivato e siamo un disastro spirituale per il Signore e per i fratelli. Giuda aveva un solo vizio: il desiderio del denaro. Prima divenne ladro. Poi si fece traditore del suo Maestro. Il Movimento Apostolico sorto e voluto dal Signore il 3 Novembre del 1979 – “Voi, dice il Signore, siete Movimento Apostolico” – è un Movimento amato dal Cielo, dalla Madonnina, dagli Angeli, dai Santi. Se il Cielo tutto ama il Movimento Apostolico, anche noi lo dobbiamo amare. Come si ama il Movimento Apostolico? Donando ad esso tutta la nostra santità. La nostra santità è il solo dono che possiamo fare al Movimento Apostolico. La nostra santità deve essere allora l’impegno di tutta la nostra vita. Chi non si impegna a crescere in santità non ama il Movimento Apostolico. Non lo ama a causa dello scandalo che ogni giorno dona il mondo e ai fratelli. Occorre essere sempre presenti nel lavoro diocesano, anche se non si è accettati. Perché qui il Signore vede la nostra buona volontà ed un giorno ci premierà. Dobbiamo avere fiducia in questo. La fede non deve venire mai meno. È proprio della santità obbedire solo al Signore e per il Signore. È proprio della santità lasciarsi governare solo dai pensieri di Dio. È proprio della santità non andare dietro gli umori degli uomini. È umore degli uomini accogliere o non accogliere il Movimento Apostolico, gradirlo o non gradirlo, accettarlo o non accettarlo. È santità del Movimento Apostolico obbedire solo al Signore e per il Signore. È santità del Movimento Apostolico fare le cose che sono gradite a Gesù. Gesù faceva sempre e tutto ciò che era gradito al Padre suo. 12 Di nuovo Gesù parlò loro e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue 13 me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero 312 allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è 14 vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece 15 non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io 16 non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non 17 sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto 18 che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di 19 me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me 20 né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora. 21 Di nuovo disse loro: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel 22 vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non 23 potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi 24 siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri 25 peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che 26 io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha 27 mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non 28 capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio 29 nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». (Gv 8,12-29). È questa la santità che il Signore chiede al Movimento Apostolico. La fede nasce sempre dall’ascolto della Parola del Signore. Fede è fondare la nostra vita sulla Parola del Signore, di Cristo Gesù. Crede chi obbedisce alla Parola. Chi non obbedisce alla Parola non ha fede. Cammina anche lui secondo gli umori della carne. Se non ti istruisci, non puoi istruire. Se non cresci nell’amore, non puoi amare. Se non credi ai Comandamenti, non li puoi mettere in pratica. Ecco i tre principi della Santità del Movimento Apostolico. Istruirsi, crescere nell’amore, credere ai Comandamenti, alla Parola. Chi è fedele ogni giorno a questi tre principi raggiungerà la più alta santità. Potrà svolgere con frutto la missione del Movimento Apostolico. Ci si istruisce nella conoscenza di Cristo e della sua Parola. Si cresce nelle virtù. Sono le virtù la forza del nostro amore. 313 Si crede che ogni Parola di Gesù è vita eterna per noi. Se Gesù ha parlato, contro la Parola di Gesù non ci sono vie buone per noi. Purtroppo Gesù parla, ma sovente non Gli si presta attenzione. Gesù non parla mai invano. La sua è sempre Parola di vita eterna per noi. “Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio fuori che me”. Non avrai altra Parola all’infuori della mia. Altre parole non possono condurre la tua vita. Altre parole sono di morte, non di vita. Ogni giorno siamo chiamati ad una scelta: la Parola di Dio o la parola della creatura. Nella Parola di Dio è la vita. Nella parola della creatura è la morte. Il Signore è un Dio geloso, un Dio che vuole essere amato a senso unico. Senza dire: “Chissà, perché”. L’amore di Dio è obbedienza a Dio. Senza obbedienza non c’è amore. C’è solo umore passeggero e momentaneo. L’amore vero è obbedienza pura. Nelle cose del Signore, nella sua verità non ci sono mai perché, o se. Il Signore è, e noi dobbiamo credere a Lui, non agli uomini. L’obbedienza nasce dalla fede. La fede si fonda sulla fiducia. Di Dio ci si può fidare. Ci si può fidare perché Lui ci dice ciò che è vita eterna per noi. Della creatura invece non ci possiamo fidare. Ci dice ciò che è morte eterna per noi. Di Dio ci si fida. A Dio ci si affida, sempre. Gesù si affidò a Dio e si fidò di Lui sulla croce. 1 2 3 4 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide. In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; difendimi per la tua giustizia. Tendi a me il tuo orecchio, vieni presto a liberarmi. Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. Perché mia rupe e mia fortezza tu sei, per il tuo nome guidami e conducimi. 314 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa. Alle tue mani affido il mio spirito; tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. Tu hai in odio chi serve idoli falsi, io invece confido nel Signore. Esulterò e gioirò per la tua grazia, perché hai guardato alla mia miseria, hai conosciuto le angosce della mia vita; non mi hai consegnato nelle mani del nemico, hai posto i miei piedi in un luogo spazioso. Abbi pietà di me, Signore, sono nell’affanno; per il pianto si consumano i miei occhi, la mia gola e le mie viscere. Si logora nel dolore la mia vita, i miei anni passano nel gemito; inaridisce per la pena il mio vigore e si consumano le mie ossa. Sono il rifiuto dei miei nemici e persino dei miei vicini, il terrore dei miei conoscenti; chi mi vede per strada mi sfugge. Sono come un morto, lontano dal cuore; sono come un coccio da gettare. Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!», quando insieme contro di me congiurano, tramano per togliermi la vita. Ma io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio, i miei giorni sono nelle tue mani». Liberami dalla mano dei miei nemici e dai miei persecutori: 315 17 18 19 20 21 22 23 24 25 sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto, salvami per la tua misericordia. Signore, che io non debba vergognarmi per averti invocato; si vergognino i malvagi, siano ridotti al silenzio negli inferi. Tacciano le labbra bugiarde, che dicono insolenze contro il giusto con orgoglio e disprezzo. Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono, la dispensi, davanti ai figli dell’uomo, a chi in te si rifugia. Tu li nascondi al riparo del tuo volto, lontano dagli intrighi degli uomini; li metti al sicuro nella tua tenda, lontano dai litigi delle lingue. Benedetto il Signore, che per me ha fatto meraviglie di grazia in una città fortificata. Io dicevo, nel mio sgomento: «Sono escluso dalla tua presenza». Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera quando a te gridavo aiuto. Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli; il Signore protegge chi ha fiducia in lui e ripaga in abbondanza chi opera con superbia. Siate forti, rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore. (Sal 31 (30), 1-25). Confidare nel Signore deve essere il canto del nostro cuore. 1 Di Davide. A te grido, Signore, mia roccia, con me non tacere: se tu non mi parli, sono come chi scende nella fossa. 316 2 3 4 5 6 7 8 9 Ascolta la voce della mia supplica, quando a te grido aiuto, quando alzo le mie mani verso il tuo santo tempio. Non trascinarmi via con malvagi e malfattori, che parlano di pace al loro prossimo, ma hanno la malizia nel cuore. Ripagali secondo il loro agire, secondo la malvagità delle loro azioni; secondo le opere delle loro mani, rendi loro quanto meritano. Non hanno compreso l’agire del Signore e l’opera delle sue mani: egli li demolirà, senza più riedificarli. Sia benedetto il Signore, che ha dato ascolto alla voce della mia supplica. Il Signore è mia forza e mio scudo, in lui ha confidato il mio cuore. Mi ha dato aiuto: esulta il mio cuore, con il mio canto voglio rendergli grazie. Forza è il Signore per il suo popolo, rifugio di salvezza per il suo consacrato. Salva il tuo popolo e benedici la tua eredità, sii loro pastore e sostegno per sempre. (Sal 28 (27), 1-9). Chi confida nel Signore, non resterà deluso in eterno. Noi cristiani, noi battezzati, abbiamo il dovere di essere buoni cristiani. Non dobbiamo avere la carta di identità falsa. Siamo battezzati…. È un sacramento efficace di grazia il Battesimo, la Cresima… Alla fedeltà dobbiamo aggiungere la coerenza. La coerenza è questa: vivere secondo la nostra verità. Il Sacramento ha dato una verità nuova alla nostra vita. Secondo questa verità dobbiamo vivere ed operare. Senza coerenza siamo un nulla. Non serviamo né a Dio e né ai fratelli. Se viviamo bene ogni sacramento, di certo saremo buoni cristiani, ma sempre con tanta umiltà, tanta carità e pieni di amore. 317 È questo che ci chiede il Signore: vivete da cristiani. Vivete da figli di Dio. Vivete da Testimoni del Risorto. Vivete da sola carne. Vivete da consacrati. Se siete tali, dovete anche vivere conformemente alla vostra verità. Il vero cristiano non può conoscere l’odio. Deve riuscire a perdonare. Sì, deve difendersi nella giustizia che appartiene a Dio, ma non può fare del male. Il cristiano è chiamato a fare ogni bene. Nel bene può fare tutto. Facendo bene e il bene può fare tutto. Al cristiano non è consentito rispondere al male con il male. Il cristiano deve sempre vincere con il bene il male. 1 Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto 2 spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. 3 Per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno 4 secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima 5 funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, 6 ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la 7 eserciti secondo ciò che detta la fede; chi ha un ministero attenda al ministero; 8 chi insegna si dedichi all’insegnamento; chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia. 9 10 La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi 11 gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. 12 Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella 13 preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità. 14 Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. 15 Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel 16 pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi. 17 Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene 18 davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in 19 pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina. Sta scritto infatti: Spetta a me fare giustizia, io darò a ciascuno il 20 suo, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, accumulerai 318 21 carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene. (Rm 12,1-21). È questa la regola della nostra santità. Penserà il Signore a difenderci e credeteci… Con il tempo il Signore difenderà il suo popolo e colui che lavora nella vigna del Signore. La nostra difesa è il Signore. A Lui dobbiamo affidare la nostra causa. 1 Preghiera. Di Davide. Ascolta, Signore, la mia giusta causa, sii attento al mio grido. Porgi l’orecchio alla mia preghiera: sulle mie labbra non c’è inganno. 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Dal tuo volto venga per me il giudizio, i tuoi occhi vedano la giustizia. Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte, provami al fuoco: non troverai malizia. La mia bocca non si è resa colpevole, secondo l’agire degli uomini; seguendo la parola delle tue labbra, ho evitato i sentieri del violento. Tieni saldi i miei passi sulle tue vie e i miei piedi non vacilleranno. Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio; tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole, mostrami i prodigi della tua misericordia, tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra. Custodiscimi come pupilla degli occhi, all’ombra delle tue ali nascondimi, di fronte ai malvagi che mi opprimono, ai nemici mortali che mi accerchiano. Il loro animo è insensibile, le loro bocche parlano con arroganza. 319 11 12 13 14 15 Eccoli: avanzano, mi circondano, puntano gli occhi per gettarmi a terra, simili a un leone che brama la preda, a un leoncello che si apposta in agguato. Àlzati, Signore, affrontalo, abbattilo; con la tua spada liberami dal malvagio, con la tua mano, Signore, dai mortali, dai mortali del mondo, la cui sorte è in questa vita. Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre, se ne sazino anche i figli e ne avanzi per i loro bambini. Ma io nella giustizia contemplerò il tuo volto, al risveglio mi sazierò della tua immagine. (Sal 17 (16), 1-15). E ancora: 1 2 3 4 5 Fammi giustizia, o Dio, difendi la mia causa contro gente spietata; liberami dall’uomo perfido e perverso. Tu sei il Dio della mia difesa: perché mi respingi? Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico? Manda la tua luce e la tua verità: siano esse a guidarmi, mi conducano alla tua santa montagna, alla tua dimora. Verrò all’altare di Dio, a Dio, mia gioiosa esultanza. A te canterò sulla cetra, Dio, Dio mio. Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio. (Sal 43 (42) 1-5). Lui sa come difenderci e salvarci. Ancora una volta però ci è chiesto di fidarci e di affidarci. 320 Gesù è la luce del mondo e noi non possiamo rimanere nascosti. Dobbiamo accendere la lucerna, metterla sopra il monte e gridare a tutti: “Io sono la voce di colui che grida nel deserto: Convertitevi e credete al Vangelo”. Siamo tutti invitati a rimettere la lampada del Movimento Apostolico sul monte della storia. La missione deve essere la nostra vita. Non vi fate mai guidare da un cieco, perché altrimenti non potete essere guidati bene, ma da un santo Sacerdote che vi possa portare sulla via del bene, sulla via del Vangelo. Una saggia guida spirituale è indispensabile per chi vuole essere Luce del mondo e Sale della terra. Per chi vuole essere vero Movimento Apostolico. La guida spirituale è saggia quando sa discernere la volontà di Dio nel cuore e svelarla. La volontà di Dio, non quella degli uomini. La guida spirituale è saggia quando aiuta a camminare nella volontà di Dio conosciuta. Che la bevanda Eucaristia ci porti pace nel cuore e il Santo Rosario che recitiamo ci dia tanto sollievo, tanta speranza, tanta fede. Dobbiamo essere fedeli all’Eucaristia e al Santo Rosario. Dobbiamo essere fedeli alla Croce di Gesù e al dono totale della Vergine Maria per il suo Signore e Dio. Noi del Movimento Apostolico dobbiamo mostrare visibilmente che siamo ad immagine di Gesù e della Vergine Maria, Madre della Redenzione. Ringraziamo di questi buoni propositi il Signore Dio nostro, la Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli, i Santi. Per ogni bene ricevuto dobbiamo rendere grazie al Cielo tutto. Non si può ringraziare se il bene non è accolto nel cuore, se il bene non è trasformato in noi in un bene più grande. Si ringrazia facendo fruttificare il dono ricevuto. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, religiose, Consacrate Laiche, tutto il popolo di Dio, tutti noi qui presenti, per gli ammalati e per tutti i terremotati, affinché l’uomo si converta e li sappia aiutare bene. C’è in questa preghiera una verità che dobbiamo cogliere e presentare al Signore. Si chiede la conversione dei cuori per operare il più grande bene. Un cuore convertito si fa obbediente alla carità, alla misericordia, all’amore. Un cuore non convertito è sordo alla carità, alla pietà, alla compassione. 321 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo primo lunedì di Giugno (01.06.2009), mostrano in modo quasi tangibile che lo Spirito del Signore aleggiava sull’Ispiratrice del Movimento Apostolico. Le verità in esse contenute, se rettamente comprese e santamente vissute, possono dare una svolta alla nostra vita, sovente indaffarata, ma con pochi frutti di salvezza per noi e per gli altri. Ecco cosa dice oggi lo Spirito Santo al Movimento Apostolico per bocca dell’Ispiratrice: - La santità è il fondamento della missione del Movimento Apostolico. - La santità si costruisce sulle virtù. - La santità si costruisce allontanandoci dal vizio, dal peccato. - La santità si costruisce sulla fede nella Parola di Dio. - La santità si costruisce vivendo conformerete ai carismi e ai doni dello Spirito Santo. - La santità si costruisce nell’obbedienza perfetta alla volontà che Dio di giorno in giorno ci manifesta e ci rivela. - La santità si costruisce crescendo ogni giorno nei tre principi che ci sono stati indicati: istruirsi, amare, credere. - Chi non si istruisce non può istruire. - Chi non cresce nell’amore non può amare. - Chi non crede nei Comandamenti, nella Parola, nel Vangelo non può obbedire. Noi ogni giorno siamo tentati a pensare che il Movimento Apostolico si edifica facendo delle cose, invitando a fare delle cose. Gesù invece ogni giorno ci ricorda che il Movimento Apostolico può essere edificato in un solo modo: con la nostra più grande santità. La santità è ciò che tutti dobbiamo al Movimento Apostolico. Diamo la nostra santità al Movimento Apostolico e il Signore darà il Movimento Apostolico ad ogni uomo. Riempiamo di santità il Movimento Apostolico e il Signore disseterà con la nostra santità il mondo intero. Non so se ve ne siete accorti: il Signore sta dissetando tutti noi con la santità dell’Ispiratrice. È per lei la nostra salvezza. La Vergine Maria, gli Angeli, i Santi ci aiutino a comprendere questa verità. 322 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Testo integrale Santo Janni 8 Giugno 2009 Sia lodato Gesù Cristo. “La vostra tristezza si cambierà in gioia”. Come la tristezza si può cambiare in gioia? Nell’avere fede, nel credere in nostro Signore Gesù Cristo, amare la Vergine Maria e sentirsela nel cuore come una fiaccola che arde, fare entrare Gesù nel nostro cuore. La gioia è la speranza di domani. Se abbiamo speranza di certo Gesù gioisce con noi. Passando in mezzo a voi tanta tristezza era nei vostri volti. Possiamo cambiarla in gioia, amando con tutto il nostro cuore il Signore Dio nostro. Essendo certi che Lui è vicino a noi, non ci ha lasciati soli. Ci ha lasciato lo Spirito Santo che arde nei nostri cuori, va avanti ai nostri passi e dona fiducia, conforto, serenità. La Vergine Maria, come Ella mi si presentò, Madre della Redenzione, ci sollecita sempre che al mondo si deve ricordare e annunziare la Parola di suo Figlio Gesù. Lo dobbiamo fare perché questo il Signore vuole dal suo gregge. Questo è il Movimento Apostolico: ricordare e annunziare la Parola di Gesù. Andare per il mondo e farla conoscere a coloro che l’hanno dimenticata. “Io, dice il Signore, sono la luce del mondo”. Non potete rimanere nascosti, perché la luce è la speranza e illumina le menti e dà tanto conforto. Non dobbiamo rimanere ciechi, sordi, zoppi e muti. Dobbiamo parlare a tutto il mondo di Gesù. Se si ha fede e tanto amore per Gesù si fanno grandi cose . Nel mio nome, dice Gesù, farete cose più grandi di me, però dovete rinnegare voi stessi, prendere la croce e seguire Gesù. La croce di speranza, la croce di gioia, la croce che fa sperare che domani è la risurrezione per te e per il mondo. Dico a tutti voi che siete qui presenti nella Casa del Signore di pregare con il cuore Gesù, la Madonnina, cercare di imitare i Santi. Chi erano i Santi? Erano coloro che facevano la volontà del Signore nella sofferenza e nella gioia. Trasformate la sofferenza in redenzione. Cantate e gioite perché il canto è preghiera. Il canto è armonia e amore. Signore, ti affidiamo tutte le anime che hanno bisogno della tua misericordia, della tua giustizia. Ringraziamo di questo la Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi. Quando ci cibiamo del Corpo e del Sangue di Cristo mettiamo tutte le nostre intenzioni nel cuore di Gesù e della Vergine Maria nella speranza di essere ascoltati con il Santo Rosario. “Convertitevi e credete al Vangelo”. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche e tutti coloro che si affidano alle nostre preghiere, gli ammalati, i poveri, i terremotati. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 324 TESTO COMMENTATO “La vostra tristezza si cambierà in gioia”. Come la tristezza si può cambiare in gioia? Questa frase è tratta dal Vangelo secondo Giovanni. Siamo nel Cenacolo. Gesù consola i suoi discepoli. 1 2 Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà 3 crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né 4 il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto. 5 Non ve l’ho detto dal principio, perché ero con voi. Ora però vado da 6 colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, 7 perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non 8 verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al 9 10 giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla 11 giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato. 12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di 13 portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi 14 annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è 15 mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 16 17 Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al 18 Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». 19 Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? 20 In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. 21 La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, 22 per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà 23 togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla. In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio 24 nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. 325 25 Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi 26 parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno 27 chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono 28 uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre». 29 Gli dicono i suoi discepoli: «Ecco, ora parli apertamente e non più in 30 modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno 31 t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: 32 «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. 33 Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». (Gv 16,1-33). San Paolo fa una grande differenza tra la tristezza secondo Dio del discepolo di Gesù e la tristezza secondo il mondo. 1 In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la santificazione, nel timore di Dio. 2 Accoglieteci nei vostri cuori! A nessuno abbiamo fatto ingiustizia, nessuno abbiamo danneggiato, nessuno abbiamo sfruttato. 3Non dico questo per condannare; infatti vi ho già detto che siete nel nostro cuore, per morire insieme e insieme vivere. 4Sono molto franco con voi e ho molto da vantarmi di voi. Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione. 5 Infatti, da quando siamo giunti in Macedonia, il nostro corpo non ha avuto sollievo alcuno, ma da ogni parte siamo tribolati: battaglie all’esterno, timori all’interno. 6Ma Dio, che consola gli afflitti, ci ha consolati con la venuta di Tito; 7non solo con la sua venuta, ma con la consolazione che ha ricevuto da voi. Egli ci ha annunciato il vostro desiderio, il vostro dolore, il vostro affetto per me, cosicché la mia gioia si è ancora accresciuta. 8 Se anche vi ho rattristati con la mia lettera, non me ne dispiace. E se mi è dispiaciuto – vedo infatti che quella lettera, anche se per breve tempo, vi ha rattristati –, 9ora ne godo; non per la vostra tristezza, ma perché questa tristezza vi ha portato a pentirvi. Infatti vi siete rattristati secondo Dio e così non avete ricevuto alcun danno da parte nostra; 10perché la tristezza secondo Dio produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tristezza del mondo produce la morte. 11Ecco, infatti, quanta sollecitudine ha prodotto in voi proprio questo rattristarvi secondo Dio; anzi, quante scuse, quanta indignazione, quale timore, quale desiderio, quale affetto, quale punizione! Vi siete dimostrati innocenti sotto ogni riguardo in questa faccenda. 12Così, anche se vi ho scritto, non fu tanto a motivo dell’offensore o a motivo dell’offeso, ma perché apparisse chiara la vostra sollecitudine per noi davanti a Dio. 13Ecco quello che ci ha consolato. Più che per la vostra consolazione, però, ci siamo rallegrati per la gioia di Tito, poiché il suo spirito è stato rinfrancato da tutti voi. 14Cosicché, se in 326 qualche cosa mi ero vantato di voi con lui, non ho dovuto vergognarmene, ma, come abbiamo detto a voi ogni cosa secondo verità, così anche il nostro vanto nei confronti di Tito si è dimostrato vero. 15E il suo affetto per voi è cresciuto, ricordando come tutti gli avete obbedito e come lo avete accolto con timore e trepidazione. 16Mi rallegro perché posso contare totalmente su di voi. (2Cor 7,1-16). La tristezza nasce dalla nostra storia. La storia è dolore, sofferenza, pianto, lacrime, abbandono, povertà, miseria, lutto, morte, solitudine, miseria. Molta tristezza è provocata dalla cattiveria e dalla malvagità dell’uomo. Altra è generata da una vita vissuta senza alcuna fede, senza alcun riferimento a Dio. Ora la domanda: come possiamo noi trasformare la tristezza che si abbatte sopra di noi in una grande gioia? Come possiamo sconfiggere la tristezza e mostrare un volto pieno di gioia ai nostri fratelli? Ecco la risposta dell’Ispiratrice. Nell’avere fede, nel credere in nostro Signore Gesù Cristo, amare la Vergine Maria e sentirsela nel cuore come una fiaccola che arde, fare entrare Gesù nel nostro cuore. Non siamo noi a cambiare la tristezza in gioia. Questo cambiamento, o trasformazione, non è nelle nostre possibilità. Chi può operare questo cambiamento o trasformazione è uno solo: Gesù Cristo nostro Signore, il Vincitore del peccato e della morte, Colui che toglie il peccato del mondo, il Crocifisso che è il Risorto. Cristo Gesù deve essere il Vivente in mezzo a noi, l’Onnipotente, il Forte, il Santo. Gesù non è “un morto”, una verità, un concetto, un’astrazione, un’idea, un teoria, una teologia, una cristologia, una morale. Gesù è Persona vivente, operante, agente nella nostra vita. Gesù è il Dio Incarnato, Morto e Risorto, che ci ricolma di grazia e di verità, di santità e di giustizia, di forza e di salvezza, di santità e di pace, di gioia e di consolazione. Chi può operare questo cambiamento è anche la presenza della Vergine Maria, Madre della Redenzione, nella nostra casa spirituale. Ci è però detto come deve essere la Vergine Maria nella nostra casa spirituale: come fiaccola che arde, che brucia d’amore il nostro cuore per il nostro Dio. La Vergine Maria deve essere dentro di noi come un eterno roveto ardente. Brucia ma non si consuma. Arde ma non viene mai meno. 327 1 Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, 2 l’Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto 3 non si consumava. Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a osservare questo 4 grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: «Mosè, Mosè!». Rispose: 5 «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché 6 il luogo sul quale tu stai è suolo santo!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio. 7 Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. 8 Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Ittita, l’Amorreo, il Perizzita, 9 l’Eveo, il Gebuseo. Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso 10 ho visto come gli Egiziani li opprimono. Perciò va’! Io ti mando dal faraone. 11 Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». Mosè disse a Dio: «Chi 12 sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall’Egitto?». Rispose: «Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte». 13 Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che 14 cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E 15 aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione. 16 Va’! Riunisci gli anziani d’Israele e di’ loro: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, mi è apparso per dirmi: Sono 17 venuto a visitarvi e vedere ciò che viene fatto a voi in Egitto. E ho detto: Vi farò salire dalla umiliazione dell’Egitto verso la terra del Cananeo, dell’Ittita, dell’Amorreo, del Perizzita, dell’Eveo e del Gebuseo, verso una terra dove 18 scorrono latte e miele”. Essi ascolteranno la tua voce, e tu e gli anziani d’Israele andrete dal re d’Egitto e gli direte: “Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto, a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio”. 19 Io so che il re d’Egitto non vi permetterà di partire, se non con 20 l’intervento di una mano forte. Stenderò dunque la mano e colpirò l’Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo di che egli vi lascerà 21 andare. Farò sì che questo popolo trovi grazia agli occhi degli Egiziani: 22 quando partirete, non ve ne andrete a mani vuote. Ogni donna domanderà alla sua vicina e all’inquilina della sua casa oggetti d’argento e oggetti d’oro e 328 vesti; li farete portare ai vostri figli e alle vostre figlie e spoglierete l’Egitto». (Es 3,1-22). Dio è il nostro fuoco eterno. Se Lui arde dentro di Dio, se la Vergine Maria arde nel nostro cuore, se Cristo Gesù brucia in noi con il suo amore, allora è possibile trasformare la tristezza in gioia. Gesù è il Vincitore. Con Lui, in Lui, per Lui anche noi saremo vincitori sul peccato e sul male. Con Lui anche noi sapremo vivere la sofferenza, il dolore, la povertà, la solitudine. In Lui siamo più che vincitori. Anche questo messaggio di forte speranza ci viene dall’Apostolo Paolo. 1 Ora, dunque, non c’è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo 2 Gesù. Perché la legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato 3 dalla legge del peccato e della morte. Infatti ciò che era impossibile alla Legge, resa impotente a causa della carne, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, 4 egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito. 5 Quelli infatti che vivono secondo la carne, tendono verso ciò che è carnale; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, tendono verso ciò che è 6 spirituale. Ora, la carne tende alla morte, mentre lo Spirito tende alla vita e alla 7 pace. Ciò a cui tende la carne è contrario a Dio, perché non si sottomette alla 8 legge di Dio, e neanche lo potrebbe. Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. 9 Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, 10 non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, 11 ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. 12 Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere 13 secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, 14 mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che 15 sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». 16 17 Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. 18 Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano 19 paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa 20 della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per 329 21 volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà 22 della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione 23 geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando 24 l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Nella speranza infatti siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; 25 infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. 26 Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso 27 intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio. 28 Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano 29 Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30 quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati. 31 Che diremo dunque di queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di 32 noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per 33 tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse 34 contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi! 35 Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, 36 la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati come pecore da macello. 37 Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha 38 amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né 39 presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore. (Rm 8,1-39). È questo il grande canto della speranza cristiana: l’amore di Cristo versato nel nostro cuore che brucia la nostra vita e ne fa un sacrificio per Lui, per il nostro Dio. La gioia è la speranza di domani. Se abbiamo speranza di certo Gesù gioisce con noi. La nostra speranza è Dio, Cristo Gesù, lo Spirito Santo, il Paraclito, il Consolatore, il nostro Avvocato. La nostra speranza è la Vergine Maria, Madre della Redenzione, Consolatrice degli afflitti, nostro perenne Aiuto. La nostra speranza sono gli Angeli e i Santi del Cielo. 330 Proviamo un istante a riflettere. Noi sovente confidiamo negli uomini e pensiamo che possono aiutarci, sostenerci, liberarci, sorreggerci. Loro in verità possono assai poco e tuttavia noi confidiamo in loro, a loro ci raccomandiamo perché li vediamo vivi, li tocchiamo, sentiamo la loro voce, vediamo il loro volto. La nostra speranza in loro nasce dalla visibilità. Li vediamo e speriamo. Le Tre divine Persone: Padre, Figlio, Spirito Santo. La Vergine Maria, Madre della Redenzione. Gli Angeli e i Santi sono più vivi dei nostri vivi nei quali confidiamo. È questo il vero problema da risolvere nel nostro cuore: non vederli più come morti, assenti, distanti, lontani, incapaci, piccoli, poveri, inermi. Dobbiamo vederli invece come persone vive, presenti, vicine, capaci, grandi, ricche, potenti. Dio non è una cosa e neanche una verità. Non è una Legge e neanche una morale. Dio è Persona vivente, è il Vivente accanto a noi, per noi. La storia della salvezza è tutta segnata e scritta dalla presenza di Dio accanto all’uomo. Se non abbiamo una fede vera nel nostro Dio, avremo sempre una falsa speranza che conduce la nostra vita. Il nostro Dio è Sapiente, Intelligente, Saggio, Giusto, Misericordioso, Onnipotente, Santo, Ricco di amore e di compassione. Il nostro Dio è per noi, sempre. Il nostro Dio vuole solo il nostro più grande bene. Del nostro Dio ci dobbiamo fidare. Al nostro Dio ci dobbiamo affidare. Il nostro Dio dobbiamo invocare con preghiera incessante, senza interruzione. Il nostro Dio è il Padre nostro. Ecco cosa ci insegna Gesù sulla paternità di Dio. 1 State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre 2 vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 3 Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua 4 destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. 5 E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla 331 6 gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. 7 Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire 8 ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. 9 Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, 10 venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. 11 Dacci oggi il nostro pane quotidiano, 12 e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, 13 e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. 14 Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è 15 nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. 16 E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi 17 dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, 18 profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. 19 Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine 20 consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e 21 non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. 22 La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, 23 tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! 24 Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. 25 Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita 26 non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre 27 vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si 28 preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non 29 filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, 332 30 vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca 31 fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa 32 berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i 33 pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi 34 saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena. (Mt 6,1-34). La stessa verità troviamo nel Vangelo secondo Luca. 1 Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha 2 insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; 3 dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4 e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». 5 Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a 6 dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un 7 viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non 8 posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. 9 Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e 10 vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa 11 sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una 12 13 serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». (Lc 11,1-12). Abbiamo questa fede nel Padre nostro Celeste? Ci affidiamo a Lui? Ci fidiamo di Lui? Lo invochiamo con preghiera costante? Passando in mezzo a voi tanta tristezza era nei vostri volti. Possiamo cambiarla in gioia, amando con tutto il nostro cuore il Signore Dio nostro. Essendo certi che Lui è vicino a noi, non ci ha lasciati soli. Ci ha lasciato lo Spirito Santo che arde nei nostri cuori, va avanti ai nostri passi e dona fiducia, conforto, serenità. Ecco come si vince la tristezza, il dolore, la sofferenza: 333 Mettendo nel cuore un grande amore per il nostro Dio. Vivendo di una fede nuova, fede nella presenza di Cristo Gesù e dello Spirito Santo nella nostra vita. Fede e amore sono la via per vincere ogni tristezza. Meditiamole queste parole dell’Ispiratrice e facciamole diventare nostra vita. Trasformiamo la nostra vita in preghiera e in carità. È questa la via per vincere la tristezza e trovare la pace. Anche questa via ci insegna San Paolo nella Lettera ai Filippesi. 1 Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi! 2Esorto Evòdia ed esorto anche Sìntiche ad andare d’accordo nel Signore. 3E prego anche te, mio fedele cooperatore, di aiutarle, perché hanno combattuto per il Vangelo insieme con me, con Clemente e con altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita. 4 Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. 5La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! 6Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. 7E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. 8 In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. 9Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi! 10 Ho provato grande gioia nel Signore perché finalmente avete fatto rifiorire la vostra premura nei miei riguardi: l’avevate anche prima, ma non ne avete avuto l’occasione. 11Non dico questo per bisogno, perché ho imparato a bastare a me stesso in ogni occasione. 12So vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. 13Tutto posso in colui che mi dà la forza. 14 Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni. 15Lo sapete anche voi, Filippesi, che all’inizio della predicazione del Vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa mi aprì un conto di dare e avere, se non voi soli; 16e anche a Tessalònica mi avete inviato per due volte il necessario. 17Non è però il vostro dono che io cerco, ma il frutto che va in abbondanza sul vostro conto. 18Ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni ricevuti da Epafrodìto, che sono un piacevole profumo, un sacrificio gradito, che piace a Dio. 19Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù. 20Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen. 21 Salutate ciascuno dei santi in Cristo Gesù. 22Vi salutano i fratelli che sono con me. Vi salutano tutti i santi, soprattutto quelli della casa di Cesare. 23 La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito. (Fil 4,1-23). 334 La preghiera è forza di Dio in noi che trasforma in pace la nostra terrena esistenza. La Vergine Maria, come Ella mi si presentò, Madre della Redenzione, ci sollecita sempre che al mondo si deve ricordare e annunziare la Parola di suo Figlio Gesù. Lo dobbiamo fare perché questo il Signore vuole dal suo gregge. Il mondo è nella tristezza perché non conosce Gesù. La conoscenza di Gesù apre il cuore alla speranza vera. Noi siamo stati chiamati a fare conoscere Gesù ad ogni uomo. Glielo dobbiamo fare conoscere annunziando e ricordando la sua Parola. È questa la missione del Movimento Apostolico. Di questa missione mai ci dobbiamo dimenticare. Questa missione è la nostra stessa vita. Esistiamo, viviamo per questo: per ricordare e annunziare la Parola di Gesù al mondo. Il mondo l’ha dimenticata e noi dobbiamo farla risuonare nuovamente al suo orecchio. Questo è il Movimento Apostolico: ricordare e annunziare la Parola di Gesù. Andare per il mondo e farla conoscere a coloro che l’hanno dimenticata. La nostra è una missione di pace, di consolazione. È tutto questo perché è una vera missione di salvezza. Pensiamo per un istante a Gesù, a Pietro, a Paolo, agli altri Apostoli, ai Santi, alla stessa Ispiratrice del Movimento Apostolico: quanta salvezza, quanta pace, quanta gioia fiorisce dove loro passano. Quanta guerra e quanta tristezza, quanta indifferenza invece sorge e nasce dove passiamo noi con le nostre beghe, i nostri vizi, le nostre guerre eterne, i nostri disagi, la nostra superbia, la nostra invidia, la nostra ignoranza di Dio e dei fratelli. Quanto dolore generiamo con le nostre piccole gelosie. Dobbiamo dare una svolta alla nostra vita. La svolta si può dare in un solo modo: liberandoci da ogni vizio e vestendoci di ogni virtù. Le virtù mostrano Dio ai nostri fratelli e li fanno innamorare di Lui. “Io, dice il Signore, sono la luce del mondo”. Non potete rimanere nascosti, perché la luce è la speranza e illumina le menti e dà tanto conforto. Senza la luce di Cristo il mondo rimane immerso in un buio eterno. Siamo noi oggi, in Cristo, con Cristo, per Cristo, la luce del mondo. 335 Se noi non compiamo la nostra missione del ricordo e dell’annunzio, se noi non diamo la luce del Vangelo, il nostro rimane immerso nel suo buio di peccato e di morte. Se noi rimaniamo nascosti, il mondo resta nella sua tristezza, nel suo dolore, nella sua di speranza. Rimane senza vera speranza. Non dobbiamo rimanere ciechi, sordi, zoppi e muti. Dobbiamo parlare a tutto il mondo di Gesù. Essere ciechi, sordi, zoppi, muti significa disinteressarsi completamente della missione che ci è stata affidata. Significa essere nel Movimento Apostolico ma non essere Movimento Apostolico. Questo può succedere e di fatto succede a molti cristiani: Sono nella Chiesa, ma non sono della Chiesa. Non sono della Chiesa perché non vivono di Vangelo e per il Vangelo. Così potrebbe succedere a ciascuno di noi: essere nel Movimento Apostolico ma non essere Movimento Apostolico perché non si vive di missione e per la missione. Essere del Movimento Apostolico è vivere tutta la missione del Movimento Apostolico che è una sola: ricordare ed annunziare al mondo la Parola di Gesù, il suo Santo Vangelo, la Buona Novella della salvezza. È del Movimento Apostolico chi parla a tutto il mondo di Gesù secondo il suo Vangelo, la sua Parola. Se si ha fede e tanto amore per Gesù si fanno grandi cose . Per essere del Movimento Apostolico bisogna avere nel cuore la fede nella missione e un amore grande per Gesù. Ama Gesù chi vuole che Gesù sia conosciuto dal mondo intero. Chi tiene per sé Gesù e la sua Parola, non ha fede, non ama Gesù. Gesù si ama donandolo agli altri. Nel mio nome, dice Gesù, farete cose più grandi di me, però dovete rinnegare voi stessi, prendere la croce e seguire Gesù. Chi ama Gesù, nel nome di Gesù farà grandi cose. È necessario però rinnegare se stessi, prendere la croce e seguire Gesù nel suo dono totale al Padre. Ecco la legge della missione secondo quanto Gesù stesso dice ai suoi discepoli. 13 Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi 14 discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei 15 16 profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: 17 «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, 336 Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il 18 Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. 21 Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e 22 degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo 23 non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». 24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a 25 me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, 26 la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio 27 della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. 28 In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno». (Mt 16,13-28). Gesù ci chiede di perdere la vita per Lui se vogliamo conservarla tutta intera nel Regno dei Cieli. La croce di speranza, la croce di gioia, la croce che fa sperare che domani è la risurrezione per te e per il mondo. La croce cristiana è una sola: amare sino alla fine, come Gesù ha amato noi sino alla fine. Nell’attuale condizione storica dell’uomo si ama sino alla fine solo attraverso la croce, cioè la sofferenza, il dolore, il rinnegamento di noi stessi. È stata questa la vita di Cristo Gesù. Dovrà essere questa la vita di ogni suo discepolo. Questa dovrà essere la vita di chi vuole essere del Movimento Apostolico. Dico a tutti voi che siete qui presenti nella Casa del Signore di pregare con il cuore Gesù, la Madonnina, cercare di imitare i Santi. Ogni forza discende dal Padre nostro celeste. Ogni forza si ottiene nella preghiera. L’imitazione dei Santi non è in ciò che essi hanno fatto e come lo hanno fatto. 337 La santità è irripetibile. Non ci sono due soli santi uguali in tutta la storia della Chiesa. L’imitazione dei Santi è nella fede, nella speranza, nella carità. È nella missione di salvezza vissuta a beneficio del mondo intero. Chi erano i Santi? Erano coloro che facevano la volontà del Signore nella sofferenza e nella gioia. Trasformate la sofferenza in redenzione. Chi sono allora i Santi? Sono coloro che vivono per fare la volontà del Signore, sempre, sulla croce, ai piedi della croce, in ogni altra condizione umana nella quale essi si trovano a vivere. I Santi sono sempre piantati nella volontà del Signore e la realizzano con la loro vita. Si trasforma la sofferenza in redenzione, quando la si vive in santità e la si offre al Padre per la salvezza dei fratelli. Ogni sofferenza offerta deve essere vissuta con amore e per amore, nel silenzio, nella preghiera, nelle virtù. Cantate e gioite perché il canto è preghiera. Il canto è armonia e amore. La liturgia è anche canto. Cantare è pregare. Nel canto si presenta al Signore l’armonia del nostro cuore e dei nostri sentimenti. Si dona a Lui tutto il nostro amore. Il Canto nella Scrittura è la celebrazione della salvezza operata da Dio nella nostra vita. La Vergine Maria canta a Dio il suo “Magnificat”. 46 Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore 47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, 48 perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. 49 Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; 50 di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. 51 Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; 52 ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; 53 ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. 54 Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, 55 come aveva detto ai nostri padri, 338 per Abramo e la sua discendenza, per sempre». (Lc 1,46-55). Anche Anna, la Madre di Samuele, canta a Dio la sua gioia. 1 Allora Anna pregò così: «Il mio cuore esulta nel Signore, la mia forza s’innalza grazie al mio Dio. Si apre la mia bocca contro i miei nemici, perché io gioisco per la tua salvezza. 2 Non c’è santo come il Signore, perché non c’è altri all’infuori di te e non c’è roccia come il nostro Dio. 3 Non moltiplicate i discorsi superbi, dalla vostra bocca non esca arroganza, perché il Signore è un Dio che sa tutto e da lui sono ponderate le azioni. 4 L’arco dei forti s’è spezzato, ma i deboli si sono rivestiti di vigore. 5 I sazi si sono venduti per un pane, hanno smesso di farlo gli affamati. La sterile ha partorito sette volte e la ricca di figli è sfiorita. 6 Il Signore fa morire e fa vivere, scendere agli inferi e risalire. 7 Il Signore rende povero e arricchisce, abbassa ed esalta. 8 Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero, per farli sedere con i nobili e assegnare loro un trono di gloria. Perché al Signore appartengono i cardini della terra e su di essi egli poggia il mondo. 9 Sui passi dei suoi fedeli egli veglia, ma i malvagi tacciono nelle tenebre. Poiché con la sua forza l’uomo non prevale. 10 Il Signore distruggerà i suoi avversari! Contro di essi tuonerà dal cielo. Il Signore giudicherà le estremità della terra; darà forza al suo re, innalzerà la potenza del suo consacrato». (1Sam 2,1-10). La diversità dei due canti è nella diversità delle due storie. Diversa è la storia personale, diverso è il canto personale. Molti nostri canti sono composti da altri e privi di una qualsiasi storia di salvezza. Altri canti appartengono ad altri tempi e ad altri uomini. 339 Molti non sentono il canto come proprio e si annoiano, stancano, non partecipano più alla liturgia. Altri pensano che la liturgia sia un teatro, dove ognuno recita la sua parte. La liturgia non è fuori di noi. Siamo noi la liturgia vivente che si offre in Cristo, con Cristo, per Cristo, nello Spirito Santo al Padre. 1 Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto 2 spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. 3 Per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno 4 secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima 5 funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, 6 ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la 7 eserciti secondo ciò che detta la fede; chi ha un ministero attenda al ministero; 8 chi insegna si dedichi all’insegnamento; chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia. 9 10 La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi 11 gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. 12 Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella 13 preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità. 14 Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. 15 Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel 16 pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi. 17 Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene 18 davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in 19 pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina. Sta scritto infatti: Spetta a me fare giustizia, io darò a ciascuno il 20 suo, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, accumulerai 21 carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene. (Rm 12,1-21). Questa è vera liturgia della vita offerta al Padre con la santificazione della nostra vita. Signore, ti affidiamo tutte le anime che hanno bisogno della tua misericordia, della tua giustizia. 340 La salvezza delle anime deve stare molto a cuore a chi è del Movimento Apostolico. Ogni anima va affidata al Signore nella preghiera. Per ogni anima si offre al Signore ogni nostro quotidiano sacrificio. Tutto si deve sopportare per la salvezza delle anime e tutto accettare. Ringraziamo di questo la Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi. Per tutto si deve ringraziare il Signore. Ascoltare dal vivo la sua volontà merita un ringraziamento particolare, perché è una grazia particolare. Più grande è la grazia, più grande deve essere il nostro ringraziamento. Quando ci cibiamo del Corpo e del Sangue di Cristo mettiamo tutte le nostre intenzioni nel cuore di Gesù e della Vergine Maria nella speranza di essere ascoltati con il Santo Rosario. L’Eucaristia e il Santo Rosario, Gesù e la Vergine Maria, possono trasformare la nostra tristezza in gioia e la nostra sofferenza in redenzione. Per questo ci dobbiamo lasciare trasformare dall’amore crocifisso di Gesù e dall’amore trafitto della Vergine Maria. L’Eucaristia deve essere per noi la sorgente della nostra quotidiana santificazione. Il Santo Rosario deve fare del cuore della Vergine Maria e del nostro un solo cuore. “Convertitevi e credete al Vangelo”. Così ha iniziato Gesù la sua predicazione. Così dobbiamo iniziare ogni giorno la nostra vita: convertendoci e credendo al Vangelo. Finché non viviamo tutta la missione del Movimento Apostolico, abbiamo sempre bisogno di convertirci e di credere al Vangelo. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche e tutti coloro che si affidano alle nostre preghiere, gli ammalati, i poveri, i terremotati. Pregare per gli altri è amare gli altri. Pregare per la Chiesa è amare la Chiesa. Esaminatevi per chi pregate ogni giorno e saprete chi amate. Chi non prega per gli altri non ama gli altri. Chi non prega per la Chiesa non ama la Chiesa. Chi non prega per i poveri e i sofferenti non ama né i poveri e né i sofferenti. 341 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo lunedì 8 Giugno 2009, pongono alla nostra attenzione sia il problema della sofferenza che quello della missione. Il Signore, attraverso la voce viva dell’Ispiratrice del Movimento Apostolico, ci ha manifestato quali vie intraprendere sia per trasformare la tristezza in gioia e sia la nostra vita in una missione di salvezza a beneficio del mondo intero. La tristezza è il frutto del peccato che milita nella nostra carne e pervade la storia nostra e dei fratelli. Ogni peccato, anche veniale, produce sempre un frutto di tristezza per noi e per gli altri. Il peccato uno solo lo può vincere, uno solo lo ha vinto: Cristo Gesù. Amando Lui, facendo divenire Gesù e la Vergine Maria, cuore del nostro cuore e vita della nostra vita, possiamo vincere il male ed essere per tutti sorgente viva di vera gioia, perché sorgente viva di vera salvezza. Gesù deve essere invocato, ma prima di tutto deve essere visto con gli occhi della fede Persona Vivente accanto a noi, più vivente di tutti i viventi che ci circondano. Molti sono nel Movimento Apostolico. Quanti però sono del Movimento Apostolico? Sono del Movimento Apostolico quanti vivono per la missione che ci è stata affidata. Vivono cioè per dare Cristo Gesù al mondo, ricordando e annunziando la sua Parola, il suo Vangelo. Si può realizzare la missione se l’amore per Cristo Gesù supera ed è più forte di ogni altro amore, altrimenti ogni altro amore ci fa mettere sotto il moggio la lampada della nostra missione. La missione è vera questione di amore: facciamo missione per quanto amiamo Gesù. Se Gesù lo amiamo poco, poca è la nostra missione; se Gesù lo amiamo molto, grande è anche la nostra missione. Tante cose molte volte si fanno più per amore nostro e per la nostra gloria che per amore e gloria di Gesù Signore. Il cammino è lungo dinanzi a noi, per questo siamo stati invitati “A convertirci e a credere nel Vangelo”. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci ottenga un amore grandissimo per Gesù in modo che grandissima sia anche la nostra missione. Angeli e Santi ci facciamo realizzare ogni parola rivolta a noi per voce profetica in questo 8 Giugno 2009. 342 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Presente il Movimento Apostolico di Oliveri Testo integrale Santo Janni 15 Giugno 2009 Sia lodato Gesù Cristo. Benvenuti nel nome del Signore. In particolare saluto la Parrocchia di Oliveri con il suo Parroco Don Luigi. Saluto Don Ennio che viene dalla Svizzera. Nella vigna del Signore si deve lavorare con perseveranza, amore, tanta umiltà, senza mai stancarsi. Gesù è in mezzo a noi. Egli vive con noi, cammina con noi, parla attraverso la nostra bocca quando viviamo nello stato di grazia, osservando i suoi Comandamenti, le Beatitudini, essendo fedeli alla Gerarchica della Chiesa, collaborando con i Parroci, riempiendo la Casa del Padre. Oggi il mondo è alla deriva perché il cristiano è falso. Il cristiano dice di essere tale quando conviene. Va in Parrocchia a lavorare quando incontra qualcosa che gli garba. Poc’anzi dicevo ad una persona: “Non scherzare con le cose del Signore”. Le cose del Signore sono molte serie. Si da la vita per il Cristo. Se non credi, che vieni a fare in Chiesa? Convertiti. Non prendere in giro la gente. Il Signore se ne dispiace. Sono trent’anni che dono la vita per Gesù e non puoi venire a prendere in gioco i giovani. Se sei poco educato, la tua mamma, invece di difenderti, ti insegni l’educazione così come essa veramente è. Ti insegni ad amare il Cristo, ad amare la Madonnina, a dire che non siamo soli, non siamo orfani. Se non ti vuoi salvare, fa’ che si salvino gli altri. Se vuoi rimanere cieco, fa’ che l’altro non rimanga cieco. Convertiti e credi al Vangelo. Non devi credere a me, ma al Vangelo. Se a me non credi non mi interessa. A me il Signore ha dato questa missione e la porterò innanzi o tu creda o tu non creda. Il Signore dà dei talenti, dei carismi particolari. Il Signore ha dato a me il suo talento e lo devo portare innanzi, perché non voglio finire nelle tenebre perché sono accusata e ingiuriata di essere falsa. Sono trent’anni che porto avanti la missione. Alla mia età chiunque si sarebbe stancato. Chi è nelle mani del Signore mai si potrà stancare, perché il Signore lo tiene per mano, lo guida, lo fa camminare, lo fa parlare, gli fa cantare le meraviglie del Signore. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, illumina tutti. Molte volte nell’inganno dell’uomo si perde il sorriso. Noi non lo perdiamo, perché il Signore ci protegge, ci aiuta, fa brillare la luce che ha messo innanzi a noi. Convertitevi veramente e fate cose belle. Nel mio nome, dice il Signore, farete cose più grandi di me. Credo in questo perché è verità. Il 3 Novembre del 1979 è nato il Movimento Apostolico. Viene da Dio, non dalla mia persona. Non ne sarei stata e non ne sono capace. Ma quando il Signore mi dice: “Va’, Maria, salva, converti”, obbedisco al Suo comando d’amore. Anche se mi crocifiggono, sono pronta per te, mio Signore, perché saprò che domani la morte è la risurrezione per sempre. Vergine Benedetta, Madre della Redenzione, insieme a tuo Figlio Gesù, comandate questa serva, comandate il popolo di Dio a fare la vostra volontà, perché l’uomo che è non di dura cervice di certo ascolterà il grido di colui che nel deserto dice: “Convertitevi e credete al Vangelo”. “Mi ami, Simon Pietro?”. E Gesù chiede ogni giorno a tutti: “Mi amate?”. Voi che rispondete: “Sto scherzando. Faccio una burla”. Rispondiamo: “Sì che ti amo, mio Signore. Sì che ti voglio seguire”. Ai Sacerdoti: “Allora pascete le mie pecorelle”. Prendetevi per mano, andate per il mondo a parlare di Me, dice Gesù, a coloro che non mi sconoscono e non sanno chi sono. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, è sempre con noi, è piena di grazia, non ci abbandona mai. Rivolgiamo il nostro cuore a Lei e riempiamo il nostro cuore del cuore di Gesù e del cuore di Maria. Imitiamo i Santi. Non ci costa niente. Imitiamoli nella misericordia, nell’umiltà, nella bontà. Amatevi gli uni gli altri, vi riconosceranno miei discepoli, dice il Signore. Il nostro Angelo Custode che ci stia sempre accanto affinché ci guidi sulla via della santità. Che la Bevanda Eucaristica ci dia tanto conforto unita al Santo Rosario. Preghiamo per il Papa, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, tutto il popolo di Dio, gli ammalati, i terremotati e per la pace nel mondo. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 344 TESTO COMMENTATO Benvenuti nel nome del Signore. In particolare saluto la Parrocchia di Oliveri con il suo Parroco Don Luigi. Saluto Don Ennio che viene dalla Svizzera. Il saluto dell’Ispiratrice è sempre affettuoso, carico di attenzioni, sobrio, ricco di tanto amore, pieno di carità. Ella non dimentica mai nessuno. Con il suo cuore abbraccia il mondo intero. Lei è un perenne esempio per tutti noi, perché sempre risplende per l’universalità del suo amore e della sua misericordia. Da Lei dobbiamo imparare come si ama. È l’amore la forza che trasforma il mondo. È l’amore l’acqua della vita che dona giovinezza eterna alla verità del Vangelo. Il Vangelo senza l’amore è un albero vecchio che intristisce il mondo. Incontrare l’Ispiratrice è immergersi nell’amore di Cristo Gesù e della Vergine Maria che sgorgano dal suo cuore e si riversano sopra di noi. Per questo molti vengono e anche da lontano. Un bagno spirituale nell’amore di Gesù e della Vergine Maria, Madre della Redenzione, è vero ristoro e dona vera forza per continuare la missione. Nella vigna del Signore si deve lavorare con perseveranza, amore, tanta umiltà, senza mai stancarsi. Nella vigna del Signore non si può lavorare un giorno sì e dieci no. L’efficacia del lavoro nella vigna del Signore è data dalla perseveranza. Perseverare significa essere sempre presente secondo la legge della fedeltà al proprio carisma, al proprio ministero, all’impegno che si è assunto. Alla perseveranza vanno aggiunti l’amore e l’umiltà. Con l’amore si offre agli altri il proprio carisma, lo si offre perché insieme possiamo compiere l’opera di Dio. Con l’umiltà si accoglie ogni altro carisma e si lavora in comunione, in collaborazione, mettendoci a disposizione gli uni degli altri. L’amore vero sconfigge ogni egoismo, ogni individualismo, ogni chiusura. L’umiltà vera vince ogni superbia, vanagloria, invidia, allontanamento dei fratelli. Siamo un solo corpo. Come solo corpo si deve sempre operare. 345 La vigna è una. Il corpo è uno. Le mani sono tante e tanti sono anche i piedi. L’unità è nella molteplicità e la molteplicità è sempre nell’unità. Il corpo è uno e molteplice. Questa verità deve essere al centro del nostro cuore, dei nostri pensieri, deve ispirare le nostre opere. È bello leggere in questa prospettiva di amore e di umiltà, di unità e di comunione, di unità e di molteplicità quanto San Paolo scrive ai Corinzi. 1 Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio lasciarvi 2 nell’ignoranza. Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate 3 trascinare senza alcun controllo verso gli idoli muti. Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto l’azione dello Spirito di Dio può dire: «Gesù è anàtema!»; e nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo. 4 5 Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi 6 ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, 7 che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello 8 Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di 9 conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il 10 dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle 11 lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole. 12 Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra 13 del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. 14 E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte 15 membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al 16 corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non 17 farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? 18 Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le 19 membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un 20 membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno 21 solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; 22 oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del 23 corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle 24 indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò 25 che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra 346 26 abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. 27 Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue 28 membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di 29 parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? 30 Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano 31 lingue? Tutti le interpretano? Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime. (1Cor 12,1-31). Sovente ci dimentichiamo dell’unità ed allora ognuno opera nella sua individualità e sovente anche nel suo individualismo. L’altro molte volte è uno che dona fastidio, che disturba. L’altro invece è sempre uno che arricchisce, perché ci porta il dono di Dio di cui manchiamo. Gesù è in mezzo a noi. Egli vive con noi, cammina con noi, parla attraverso la nostra bocca quando viviamo nello stato di grazia, osservando i suoi Comandamenti, le Beatitudini, essendo fedeli alla Gerarchica della Chiesa, collaborando con i Parroci, riempiendo la Casa del Padre. Quando Gesù si serve di noi per compiere la missione di conversione e di salvezza del mondo? Quando noi dimoriamo nella sua Parola. Noi dimoriamo nella sua Parola. Lui dimora in noi. Noi viviamo nella sua Parola. Lui vive in noi. Se Lui vive in noi, Lui agisce anche per mezzo di noi. Se Lui agisce per mezzo di noi, il nostro lavoro è sempre ricco di frutti di salvezza e di conversione. È questa la prima regola della vera pastorale: far sì che la nostra vita sia tutta evangelica, tutta intessuta di Parola di Gesù. La pastorale è sempre un frutto. È il frutto della nostra vita evangelica. Il nostro fine primario è quello di vivere di Parola di Gesù. Vivendo di Parola, noi produciamo sempre buoni frutti di conversione e di salvezza. Sovente invece noi pensiamo che basti l’opera per convertire i cuori. L’opera basta se è un frutto della nostra vita evangelica, altrimenti nessuna opera potrà mai salvare qualcuno. Oggi il mondo è alla deriva perché il cristiano è falso. Il cristiano dice di essere tale quando conviene. Va in Parrocchia a lavorare quando incontra qualcosa che gli garba. 347 Il cristiano è falso nella sua vita quando vive fuori della Parola, trasgredendo la Parola, ignorando la Parola. Nessuno può pensare di vivere nella Parola i pochi attimi in cui fa apostolato. È questa una vera illusione ed una ipocrisia grande. Nella Parola si deve vivere tutti gli attimi della nostra vita. Nella Parola non si vive per gusto, per convenienza, per qualche motivo di nostra utilità. Nella Parola si deve vivere sempre. Essa deve coprire tutti i momenti della nostra vita. Se viviamo nella Parola, allora non saremo mai occasionali nella Pastorale e nella missione. Saremo sempre pronti e puntuali. Saremo sempre disponibili perché il Signore possa operare per mezzo nostro. È la vita evangelica che dona una svolta alla nostra esistenza e al nostro apostolato. Proviamo a vivere di Comandamenti e di Beatitudini. Tutto si rinnoverà attorno a noi. Poc’anzi dicevo ad una persona: “Non scherzare con le cose del Signore”. A volte basta un niente per perdere un’anima. Gesù per la salvezza della nostra anima ha versato il suo sangue prezioso dalla Croce. Noi non possiamo far perdere un’anima comprata ad un così caro prezzo perché vogliamo scherzare con le cose del Signore. Le cose del Signore sono sante e da sante vanno trattate. Chi custodisce santamente le cose sante si santifica. 1 Ascoltate dunque, o re, e cercate di comprendere; imparate, o governanti di tutta la terra. 2 Porgete l’orecchio, voi dominatori di popoli, che siete orgogliosi di comandare su molte nazioni. 3 Dal Signore vi fu dato il potere e l’autorità dall’Altissimo; egli esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi: 4 pur essendo ministri del suo regno, non avete governato rettamente né avete osservato la legge né vi siete comportati secondo il volere di Dio. 5 Terribile e veloce egli piomberà su di voi, poiché il giudizio è severo contro coloro che stanno in alto. 6 Gli ultimi infatti meritano misericordia, ma i potenti saranno vagliati con rigore. 7 Il Signore dell’universo non guarderà in faccia a nessuno, 348 non avrà riguardi per la grandezza, perché egli ha creato il piccolo e il grande e a tutti provvede in egual modo. 8 Ma sui dominatori incombe un’indagine inflessibile. 9 Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole, perché impariate la sapienza e non cadiate in errore. 10 Chi custodisce santamente le cose sante sarà riconosciuto santo, e quanti le avranno apprese vi troveranno una difesa. 11 Bramate, pertanto, le mie parole, desideratele e ne sarete istruiti. 12 La sapienza è splendida e non sfiorisce, facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da quelli che la cercano. 13 Nel farsi conoscere previene coloro che la desiderano. 14 Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà, la troverà seduta alla sua porta. 15 Riflettere su di lei, infatti, è intelligenza perfetta, chi veglia a causa sua sarà presto senza affanni; 16 poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di lei, appare loro benevola per le strade e in ogni progetto va loro incontro. 17 Suo principio più autentico è il desiderio di istruzione, l’anelito per l’istruzione è amore, 18 l’amore per lei è osservanza delle sue leggi, il rispetto delle leggi è garanzia di incorruttibilità 19 e l’incorruttibilità rende vicini a Dio. 20 Dunque il desiderio della sapienza innalza al regno. 21 Se dunque, dominatori di popoli, vi compiacete di troni e di scettri, onorate la sapienza, perché possiate regnare sempre. 22 Annuncerò che cos’è la sapienza e com’è nata, non vi terrò nascosti i suoi segreti, ma fin dalle origini ne ricercherò le tracce, metterò in chiaro la conoscenza di lei, non mi allontanerò dalla verità. 23 Non mi farò compagno di chi si consuma d’invidia, perché costui non avrà nulla in comune con la sapienza. 24 Il gran numero di sapienti è salvezza per il mondo, un re prudente è la sicurezza del popolo. 25 Lasciatevi dunque ammaestrare dalle mie parole e ne trarrete profitto. (Sap 6,1-25). È questo l’insegnamento che viene a noi dalla Sapienza di Israele. Custodire santamente le cose sante è obbligo di ogni cristiano, di qualsiasi età. 349 Anche i piccoli devono essere educati a custodire santamente tutte le cose sante. In questo si chiede fermezza, determinazione, santità negli Adulti. Chi non custodisce santamente la sua vita che è santa perché santificata dal Sangue prezioso di Cristo Gesù, come può pretendere che quanti vivono del suo cattivo esempio possano agire con santità verso le cose di Dio? Dobbiamo partire sempre da noi, se vogliamo essere maestri per gli altri. Solo nella santità si può essere maestri per gli altri. La santità parla per noi e ci deve precedere sempre. Le cose del Signore sono molte serie. Si da la vita per il Cristo. Se non credi, che vieni a fare in Chiesa? Convertiti. Non prendere in giro la gente. Il Signore se ne dispiace. Cristo Gesù ha comprato a caro prezzo ogni anima, ogni persona. È questa la verità santa che dobbiamo custodire nel cuore. 1 Quando uno di voi è in lite con un altro, osa forse appellarsi al giudizio 2 degli ingiusti anziché dei santi? Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? E se siete voi a giudicare il mondo, siete forse indegni di giudizi di 3 minore importanza? Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più le cose di questa vita! 4 Se dunque siete in lite per cose di questo mondo, voi prendete a giudici 5 gente che non ha autorità nella Chiesa? Lo dico per vostra vergogna! Sicché non vi sarebbe nessuna persona saggia tra voi, che possa fare da arbitro tra 6 fratello e fratello? Anzi, un fratello viene chiamato in giudizio dal fratello, e 7 per di più davanti a non credenti! È già per voi una sconfitta avere liti tra voi! Perché non subire piuttosto ingiustizie? Perché non lasciarvi piuttosto privare 8 di ciò che vi appartiene? Siete voi invece che commettete ingiustizie e rubate, 9 e questo con i fratelli! Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né 10 sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori 11 erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi! Ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio. 12 «Tutto mi è lecito!». Sì, ma non tutto giova. «Tutto mi è lecito!». Sì, ma 13 non mi lascerò dominare da nulla. «I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!». Dio però distruggerà questo e quelli. Il corpo non è per l’impurità, ma 14 per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza. 15 Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque 16 le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! Non 350 sapete che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due – è 17 detto – diventeranno una sola carne. Ma chi si unisce al Signore forma con 18 lui un solo spirito. State lontani dall’impurità! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà all’impurità, pecca contro il 19 proprio corpo. Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi? Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. 20 Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo! (1Cor 6,1-20). Se questa verità non è in noi, a che serve venire in Chiesa? A che serve frequentare se poi non si crede che anche noi siamo una cosa santa per Gesù? 1 Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a esseri spirituali, ma 2 carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, 3 perché non ne eravate ancora capaci. E neanche ora lo siete, perché siete ancora carnali. Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera umana? 4 Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», 5 non vi dimostrate semplicemente uomini? Ma che cosa è mai Apollo? Che cosa è Paolo? Servitori, attraverso i quali siete venuti alla fede, e ciascuno 6 come il Signore gli ha concesso. Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio 7 che faceva crescere. Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo 8 Dio, che fa crescere. Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno 9 riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio. 10 Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia 11 attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso 12 da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, 13 l’opera di ciascuno sarà ben visibile: infatti quel giorno la farà conoscere, perché con il fuoco si manifesterà, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di 14 ciascuno. Se l’opera, che uno costruì sul fondamento, resisterà, costui ne 15 riceverà una ricompensa. Ma se l’opera di qualcuno finirà bruciata, quello sarà punito; tuttavia egli si salverà, però quasi passando attraverso il fuoco. 16 17 Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi. 18 Nessuno si illuda. Se qualcuno tra voi si crede un sapiente in questo 19 mondo, si faccia stolto per diventare sapiente, perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio. Sta scritto infatti: Egli fa cadere i sapienti per 351 20 mezzo della loro astuzia. E ancora: Il Signore sa che i progetti dei sapienti sono vani. 21 Quindi nessuno ponga il suo vanto negli uomini, perché tutto è vostro: 22 Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è 23 vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio. (1Cor 3,1-23). Ecco cosa dice Dio del suo popolo. 1 Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Va’ e grida agli orecchi di Gerusalemme: Così dice il Signore: Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto, in terra non seminata. 3 Israele era sacro al Signore, la primizia del suo raccolto; quanti osavano mangiarne, si rendevano colpevoli, la sventura si abbatteva su di loro. Oracolo del Signore. 4 Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe, voi, famiglie tutte d’Israele! 5 Così dice il Signore: Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri per allontanarsi da me e correre dietro al nulla, diventando loro stessi nullità? 6 E non si domandarono: “Dov’è il Signore che ci fece uscire dall’Egitto, e ci guidò nel deserto, terra di steppe e di frane, terra arida e tenebrosa, terra che nessuno attraversa e dove nessuno dimora?”. 7 Io vi ho condotti in una terra che è un giardino, perché ne mangiaste i frutti e i prodotti, ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra e avete reso una vergogna la mia eredità. 8 Neppure i sacerdoti si domandarono: “Dov’è il Signore?”. Gli esperti nella legge non mi hanno conosciuto, i pastori si sono ribellati contro di me, i profeti hanno profetato in nome di Baal e hanno seguito idoli che non aiutano. 9 Per questo intenterò ancora un processo contro di voi 2 352 – oracolo del Signore – e farò causa ai figli dei vostri figli. 10 Recatevi nelle isole dei Chittìm e osservate, mandate gente a Kedar e considerate bene, vedete se è mai accaduta una cosa simile. 11 Un popolo ha cambiato i suoi dèi? Eppure quelli non sono dèi! Ma il mio popolo ha cambiato me, sua gloria, con un idolo inutile. 12 O cieli, siatene esterrefatti, inorriditi e spaventati. Oracolo del Signore. 13 Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua. 14 Israele è forse uno schiavo, o è nato servo in casa? Perché è diventato una preda? 15 Contro di lui ruggiscono leoni con ruggiti minacciosi. Hanno ridotto la sua terra a deserto, le sue città sono state bruciate e nessuno vi abita. 16 Persino le genti di Menfi e di Tafni ti hanno umiliata radendoti il capo. 17 Non ti accade forse tutto questo perché hai abbandonato il Signore, tuo Dio, al tempo in cui era tua guida nel cammino? 18 E ora, perché corri verso l’Egitto a bere l’acqua del Nilo? Perché corri verso l’Assiria a bere l’acqua dell’Eufrate? 19 La tua stessa malvagità ti castiga e le tue ribellioni ti puniscono. Renditi conto e prova quanto è triste e amaro abbandonare il Signore, tuo Dio, e non avere più timore di me. Oracolo del Signore degli eserciti. 20 Già da tempo hai infranto il giogo, hai spezzato i legami e hai detto: “Non voglio essere serva!”. Su ogni colle elevato e sotto ogni albero verde ti sei prostituita. 21 Io ti avevo piantato come vigna pregiata, 353 tutta di vitigni genuini; come mai ti sei mutata in tralci degeneri di vigna bastarda? 22 Anche se tu ti lavassi con soda e molta potassa, resterebbe davanti a me la macchia della tua iniquità. Oracolo del Signore. 23 Come osi dire: “Non mi sono contaminata, non ho seguito i Baal”? Guarda nella valle le tracce dei tuoi passi, riconosci quello che hai fatto, giovane cammella leggera e vagabonda! 24 Asina selvatica, abituata al deserto: quando ansima nell’ardore del suo desiderio, chi può frenare la sua brama? Quanti la cercano non fanno fatica: la troveranno sempre disponibile. 25 Férmati prima che il tuo piede resti scalzo e la tua gola inaridisca! Ma tu rispondi: “No, è inutile, perché io amo gli stranieri, voglio andare con loro”. 26 Come viene svergognato un ladro sorpreso in flagrante, così restano svergognati quelli della casa d’Israele, con i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti e i loro profeti. 27 Dicono a un pezzo di legno: “Sei tu mio padre”, e a una pietra: “Tu mi hai generato”. A me rivolgono le spalle, non la faccia; ma al tempo della sventura invocano: “Àlzati, salvaci!”. 28 Dove sono gli dèi che ti sei costruito? Si alzino, se sono capaci di salvarti nel tempo della sventura; poiché numerosi come le tue città sono i tuoi dèi, o Giuda! 29 Perché contendete con me? Tutti vi siete ribellati contro di me. Oracolo del Signore. 30 Invano ho colpito i vostri figli: non hanno imparato la lezione. La vostra spada ha divorato i vostri profeti come un leone distruttore. 31 Voi di questa generazione, fate attenzione alla parola del Signore! Sono forse divenuto un deserto per Israele o una terra dov’è sempre notte? 354 Perché il mio popolo dice: “Siamo liberi, non verremo più da te”? 32 Dimentica forse una vergine i suoi ornamenti, una sposa la sua cintura? Eppure il mio popolo mi ha dimenticato da giorni innumerevoli. 33 Come sai scegliere bene la tua via in cerca di amore! Anche alle donne peggiori hai insegnato le tue strade. 34 Sull’orlo delle tue vesti si trova persino il sangue di poveri innocenti, da te non sorpresi a scassinare! Eppure per tutto questo 35 tu protesti: “Io sono innocente, perciò la sua ira si è allontanata da me”. Ecco, io ti chiamo in giudizio, perché hai detto: “Non ho peccato!”. 36 Con quale leggerezza cambi strada? Anche dall’Egitto sarai delusa, come fosti delusa dall’Assiria. 37 Anche di là tornerai con le mani sul capo, perché il Signore ha respinto coloro nei quali confidi; da loro non avrai alcun vantaggio. (Ger 2,1-37). Per il Signore il suo popolo era una cosa preziosa, cosa sacra. Per il Signore ogni uomo è una cosa preziosa e noi dobbiamo trattarlo da cosa preziosa. Sono trent’anni che dono la vita per Gesù e non puoi venire a prendere in gioco i giovani. A volte uno scherzo banale, infantile, stupido, sciocco, può rovinare un lavoro di molti anni. E così uno si affatica, soffre, lavora instancabilmente per salvare un giovane, poi viene un altro giovane e con il suo stupido modo di parlare e di relazionarsi fa perire un altro giovane come lui. Questo è peccato. È peccato perché si rovina un’anima, si rovina una vita, si rovina una vocazione, si rovina un giovane. È un peccato contro la redenzione di Cristo Gesù e la sua croce. Se sei poco educato, la tua mamma, invece di difenderti, ti insegni l’educazione così come essa veramente è. Ti insegni ad amare il Cristo, ad amare la Madonnina, a dire che non siamo soli, non siamo orfani. L’educazione non è costrizione a seguire Cristo Gesù. 355 L’educazione è fermezza nel correggere ogni errore circa la verità di Cristo Gesù. La vera educazione però non è nel correggere gli altri o i propri figli. La vera educazione inizia da noi stessi. Ci educhiamo se ci stabilizziamo nella verità di nostro Signore Gesù Cristo. Stabilizzati noi nella verità di nostro Signore Gesù Cristo, possiamo correggere gli altri. La vera correzione si fa prima con la vita. Poi la si opera con le parole. Se manca l’esempio della nostra vita, la correzione operata con le parole è nulla. La nostra vita non educata dice all’altro che la nostra è una parola nella quale noi non crediamo, perché se credessimo vivremmo conformemente a quanto stiamo dicendo ed insegnando. Una mamma non può educare i propri figli quando la sua vita non è chiaramente evangelica. Un solo esempio cattivo parla più che un’intera biblioteca di libri buoni e di parole ottime. Se una mamma non vive di Parola di Gesù mancherà sempre della saggezza dello Spirito Santo per comprendere la gravità di uno scherzo fatto da suo figlio sui suoi coetanei e per questo lo giustifica, sdrammatizzando. Tutto inizia dalla nostra vita nella Parola del Vangelo e tutto avviene in essa. Se non ti vuoi salvare, fa’ che si salvino gli altri. Se vuoi rimanere cieco, fa’ che l’altro non rimanga cieco. Convertiti e credi al Vangelo Ognuno può anche scegliere di non salvarsi, di rimanere cieco. La scelta personale tuttavia dovrebbe concludersi e imprigionarsi nell’ambito della nostra persona. Questo è però impossibile. Quando si è nello stato di peccato, quando si vive fuori della Parola del Vangelo, la nostra fragilità esplode, divenendo una bomba a grappolo. Quanti incontriamo sul nostro cammino diventano vittime designate da portare nel nostro stesso peccato. Questo devono sapere le mamme. Esse spesso si fidano dei compagni dei loro figli. Credono che tutti siamo innocenti, che tutti siamo “acqua e sapone”, che tutti siamo “solari”. Questa convinzione è la stoltezza del secolo. Il peccato di uno inquina l’intera compagnia, l’intero gruppo. 356 La forza del peccato è veramente inarrestabile. Uno solo ingiusto può rovinare mille giusti. Questa è la potenza del male che alberga in un cuore. Questa verità è così insegnata dal Qoelet. 1 Una mosca morta guasta l’unguento del profumiere: un po’ di follia ha più peso della sapienza e dell’onore. 2 Il cuore del sapiente va alla sua destra, il cuore dello stolto alla sua sinistra. 3 E anche quando lo stolto cammina per strada, il suo cuore è privo di senno e di ognuno dice: «Quello è un pazzo». 4 Se l’ira di un potente si accende contro di te, non lasciare il tuo posto, perché la calma pone rimedio a errori anche gravi. 5 C’è un male che io ho osservato sotto il sole, uno sbaglio commesso da 6 un sovrano: la stoltezza viene collocata in posti elevati e i ricchi siedono in 7 basso. Ho visto schiavi andare a cavallo e prìncipi camminare a piedi, per terra, come schiavi. 8 Chi scava una fossa vi può cadere dentro e chi abbatte un muro può essere morso da una serpe. 9 Chi spacca pietre può farsi male e chi taglia legna può correre pericoli. 10 Se il ferro si ottunde e non se ne affila il taglio, bisogna raddoppiare gli 11 sforzi: il guadagno sta nel saper usare la saggezza. Se il serpente morde prima d’essere incantato, non c’è profitto per l’incantatore. 12 Le parole del saggio procurano stima, ma le labbra dello stolto lo mandano in rovina: 13 l’esordio del suo parlare è sciocchezza, la fine del suo discorso pazzia funesta. 14 L’insensato moltiplica le parole, ma l’uomo non sa quello che accadrà: chi può indicargli ciò che avverrà dopo di lui? 15 Lo stolto si ammazza di fatica, ma non sa neppure andare in città. 16 Povero te, o paese, che per re hai un ragazzo e i tuoi prìncipi banchettano fin dal mattino! 17 Fortunato te, o paese, che per re hai un uomo libero e i tuoi prìncipi mangiano al tempo dovuto, per rinfrancarsi e non per gozzovigliare. 18 Per negligenza il soffitto crolla e per l’inerzia delle mani piove in casa. 19 Per stare lieti si fanno banchetti e il vino allieta la vita, ma il denaro risponde a ogni esigenza. 20 Non dire male del re neppure con il pensiero 357 e nella tua stanza da letto non dire male del potente, perché un uccello del cielo potrebbe trasportare la tua voce e un volatile riferire la tua parola. (Qo 10,1-20). Questa verità solo una mamma che vive nel Vangelo la comprende e per questo vive sempre in ansia per la salvezza dei suoi figli. Non devi credere a me, ma al Vangelo. Se a me non credi non mi interessa. Questa frase vale quanto vale tutto il Vangelo. Questa frase insegna e rivela la libertà dell’Ispiratrice dalla sua missione e dalla sequela di lei. Questa frase ci rivela il suo grande amore per Gesù e per ogni uomo. Ogni uomo è di Gesù. Ogni uomo è del Vangelo. Lei deve portare ogni uomo a Gesù, portandolo al Vangelo. Quando nasce la fede nel Vangelo la sua missione è finita. Ha consegnato a Gesù e al Vangelo un’anima. Sono ora Gesù e il Vangelo a custodire quest’anima. Gesù custodisce l’anima nel Vangelo attraverso la sua Chiesa, i suoi Ministri, i suoi Sacerdoti. Possiamo comprendere bene la missione dell’Ispiratrice, leggendo queste Parole di Giovanni il Battista. 25 Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo 26 riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato 27 testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni 28 rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono 29 stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello 30 sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». 31 Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di 32 tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua 33 testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. 34 Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo 35 36 Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui. (Gv 3,25-36). Non ci sono dubbi. Chi vive con questa verità nel cuore è sicuramente di Gesù. 358 L’Ispiratrice è tutta nel Vangelo e solo chi è fuori del Vangelo può dubitare della sua verità. Qual è la verità dell’Ispiratrice? È quella di essere serva di Cristo e del suo Vangelo, per dare Cristo e il suo Vangelo ad ogni cuore. Dato Cristo e il Vangelo, lei “muore”, “non esiste più”, “scompare”, “si nasconde”, perché Cristo e il suo Vangelo vivano nel cuore. Lei dona Cristo e il Vangelo riempiendo la Casa del Padre che è la sua Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Poiché riempie la Casa del Padre che è la sua Chiesa una, santa, cattolica, apostolica l’Ispiratrice è anche serva della Chiesa, umile, piccola serva, in piena e perfetta obbedienza ai suoi Pastori. Questa e solo questa è la sua verità: serva di Cristo e del suo Vangelo, serva della Chiesa e della sua missione di salvezza. Altre cose non le appartengono. Ogni altra cosa le è estranea. Nel 1981 così scrissi e pubblicai sull’Ispiratrice del Movimento Apostolico. La storia di Maria è una storia semplice. E' semplice perché intessuta di verità e di amore. E' semplice perché dalla sua bocca non esce mai né la menzogna, né l'inganno, né il compromesso. E' semplice perché è storia di amore. Amore verso l'uomo e amore verso Dio. Amore di Dio per l'uomo e dell'uomo per il suo Dio. E' semplice perché trova nel Vangelo la sua chiave di interpretazione e di lettura. Quella di Maria è una storia. E' la storia dell'amore di Dio per l'uomo. Dio ama l'uomo. Dio vuole che ritorni a lui, questo figliol prodigo che vive nella terra di carestia e di miseria. Ma Dio ha atteso invano il suo ritorno. Ecco perché egli stesso va incontro del suo figliolo che ha abbandonato la casa paterna, la casa dove si vive solo di amore e per amore. Dio non ha piedi. Dio non ha voce. Dio sceglie l'uomo perché diventi suo strumento per portare la sua voce. Dio chiama l'uomo perché sia un tramite del suo amore, del suo invito all'uomo perché ritorni. E Dio chiama questa sua serva perché annunzi la sua Parola. Perché inviti l'uomo a tornare. Tornate! Convertitevi! Vi aspetto! E questa sua serva va per il mondo ad annunziare questo messaggio. Va tra gli uomini a ricordare loro l'amore di Dio Padre. Va ad annunziare che gli uomini hanno un Padre che li ama e che li attende nella sua casa. Venite! Vi aspetto! Convertitevi! Tornate! E questa sua serva il Signore vuole che porti la sua Parola e solo la sua Parola, senza niente aggiungere di umano. La Parola rivela l'amore del Padre e la condizione di miseria e di abbandono nella quale l'uomo si trova. 359 Il tempo e la storia degli uomini renderà vera questa storia semplice. Il tempo trasformerà le dicerie in Vangelo. Il tempo farà sì che la sua voce sia voce di conversione e di salvezza. Senza Vangelo è impossibile capire Maria. Senza vita evangelica è impossibile accettarla. Trent’anni di storia attestano sempre questa identica verità. Cosa è cambiato in questi trent’anni? Il suo grande affinamento nella santità. La sua straordinaria crescita nell’amore e nella fede. La sua perseveranza tra le molteplici sofferenze del corpo e dello spirito. La sua alta umiltà. L’essere tutta e sempre di Gesù, della Vergine Maria, Madre della Redenzione, del Vangelo, della Chiesa. Su una scala dalla terra al Cielo, prima era elevata qualche metro da terra, ora possiamo dire che in perfezione è giunta al Cielo. A me il Signore ha dato questa missione e la porterò innanzi o tu creda o tu non creda. L’Ispiratrice ha ricevuto la missione dal Signore. La sua missione non è soggetta alla fede o alla non fede degli uomini. Il Signore l’ha chiamata. Al Signore deve rispondere. Il Signore dà dei talenti, dei carismi particolari. Il Signore ha dato a me il suo talento e lo devo portare innanzi, perché non voglio finire nelle tenebre perché sono accusata e ingiuriata di essere falsa. Il talento dell’Ispiratrice è quello di far risuonare la verità del Vangelo nei cuori. Questo talento ha ricevuto. Per questo talento deve consumare tutta la sua esistenza. Il talento è di Dio. Si vive a servizio degli uomini, ma non in obbedienza ad essi. L’obbedienza è sempre a Dio. Sono trent’anni che porto avanti la missione. Alla mia età chiunque si sarebbe stancato. Chi è nelle mani del Signore mai si potrà stancare, perché il Signore lo tiene per mano, lo guida, lo fa camminare, lo fa parlare, gli fa cantare le meraviglie del Signore. Umanamente parlando l’Ispiratrice si sarebbe stancata dopo un solo giorno. Il Signore è però la sua forza ed essa ogni giorno riprende il cammino come se fosse all’inizio. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, illumina tutti. Molte volte nell’inganno dell’uomo si perde il sorriso. Noi non lo perdiamo, perché il Signore ci protegge, ci aiuta, fa brillare la luce che ha messo innanzi a noi. Siamo invitati a non smarrirci, a non confonderci, a non perderci d’animo. 360 Siamo invitati a camminare sapendo che La vergine Maria è con noi e che Cristo Gesù mai ci farà mancare la sua grazia, il suo sostegno, il suo aiuto. La grazia divina è più potente di qualsiasi avversità. Convertitevi veramente e fate cose belle. La conversione è ciò che ci manca. Perché non siamo convertiti? Perché amiamo poco il Signore e poco la sua Parola. Perché Cristo non è al centro dei nostri pensieri e del nostro cuore. Nel mio nome, dice il Signore, farete cose più grandi di me. Credo in questo perché è verità. È nel nome di Gesù chi è nella sua Parola. Chi non è nella sua Parola non è neanche nel suo nome. Le grandi opere sono i frutti che la Parola di Gesù produce in noi e attraverso noi. I frutti sono l’accreditamento che noi siamo di Gesù, perché siamo della sua Parola. Il 3 Novembre del 1979 è nato il Movimento Apostolico. Viene da Dio, non dalla mia persona. Non ne sarei stata e non ne sono capace. Sempre ci viene ricordata questa verità. Il Movimento Apostolico viene da Dio. È stato voluto dal Signore. Il Movimento Apostolico viene ed è dal Signore sempre. Esso non è nelle mani degli uomini. È nelle mani di Dio sempre. Ma quando il Signore mi dice: “Va’, Maria, salva, converti”, obbedisco al Suo comando d’amore. Anche se mi crocifiggono, sono pronta per te, mio Signore, perché saprò che domani la morte è la risurrezione per sempre. L’Ispiratrice vive di perfetta obbedienza. Vive la sua missione in pienezza di fede. Lei sa che morire per Cristo Gesù è beatitudine eterna nel Cielo. Vergine Benedetta, Madre della Redenzione, insieme a tuo Figlio Gesù, comandate questa serva, comandate il popolo di Dio a fare la vostra volontà, perché l’uomo che è non di dura cervice di certo ascolterà il grido di colui che nel deserto dice: “Convertitevi e credete al Vangelo”. È questa una preghiera assai particolare. Non si chiede di obbedire. Si chiede il comando. Comandami ed io farò sempre la tua volontà. Comandami ed i ti obbedirò sempre. 361 Comandami ed io morirò per Te, mio Signore. Perché il Signore deve comandare, inviare? Perché quanti sono di buona volontà di sicuro si convertono e credono nel Vangelo. La missione non è mai senza frutto. Uno non risponde, ma dieci rispondono. Dieci non rispondono, ma uno risponde. La risposta è nel mistero di chi ascolta. “Mi ami, Simon Pietro?”. E Gesù chiede ogni giorno a tutti: “Mi amate?”. Gesù chiede a tutti che lo amiamo di un grande amore. L’amore per Gesù è la chiave di svolta della nostra vita. Finché non ameremo Gesù con tutto il cuore, la nostra vita sarà sempre sballottata nelle cose di questo mondo. Voi che rispondete: “Sto scherzando. Faccio una burla”. Si ritorna al pensiero iniziale: non possiamo scherzare con le anime. Una nostra parola le potrebbe perdere per sempre. Rispondiamo: “Sì che ti amo, mio Signore. Sì che ti voglio seguire”. Ai Sacerdoti: “Allora pascete le mie pecorelle”. La risposta per tutti è quella di Simon Pietro. Signore, tu lo sai che ti amo. Signore, tu lo sai che ti voglio amare. Ai Sacerdoti dice Gesù: Se mi amate, allora pascete le mie pecorelle. Prendetevi cura delle anime a voi affidate. Non lasciate che si smarriscano e che si perdano. Prendetevi per mano, andate per il mondo a parlare di Me, dice Gesù, a coloro che non mi sconoscono e non sanno chi sono. Prendersi per mano è segno di amore, comunione, umiltà, sottomissione gli uni agli altri, assenza di superbia e di vanagloria. È segno che siamo una cosa sola e come cosa sola dobbiamo sempre lavorare nel campo di Dio. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, è sempre con noi, è piena di grazia, non ci abbandona mai. Rivolgiamo il nostro cuore a Lei e riempiamo il nostro cuore del cuore di Gesù e del cuore di Maria. Chi vuole compiere con frutto la missione deve avere nel cuore questa fede: la Vergine Maria è per noi e con noi. Perché sia con noi e per noi, dobbiamo noi riempire il nostro cuore con il suo cuore e con il cuore di Cristo Gesù. Dobbiamo essere tre cuori che formano un solo cuore. 362 Imitiamo i Santi. Non ci costa niente. Imitiamoli nella misericordia, nell’umiltà, nella bontà. I Santi non vanno imitati nelle loro opere. Le opere sono personali. Le opere sono il frutto dei nostri carismi. I Santi vanno imitati nelle virtù. I Santi sono persone che vivono senza alcun vizio e con tutte le virtù. Amatevi gli uni gli altri, vi riconosceranno miei discepoli, dice il Signore. L’amore vicendevole e verso tutti è il segno che ci farà riconoscere essere discepoli di Gesù. Non sono le parole che noi diciamo che ci fa riconoscere di Gesù. È il grande amore che riempie il nostro cuore. Il nostro Angelo Custode che ci stia sempre accanto affinché ci guidi sulla via della santità. Siamo perennemente invitati a camminare in compagnia del nostro Angelo Custode. Dobbiamo procedere come Tobia e l’Arcangelo Raffaele in un dialogo perenne. Che la Bevanda Eucaristica ci dia tanto conforto unita al Santo Rosario. L’Eucaristia è la fonte di ogni grazia. È la grazia che contiene ogni altra grazia. La Vergine Maria è la Mediatrice di ogni grazia. Ella è Madre della Grazia Divina, che è Cristo Gesù. Ama Gesù e la Vergine Maria, Madre della Redenzione, chi vive santamente l’Eucaristia e recita devotamente il Santo Rosario. Preghiamo per il Papa, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, tutto il popolo di Dio, gli ammalati, i terremotati e per la pace nel mondo. Siamo invitati a pregare per tutta la Chiesa. I deboli, i fragili, i poveri devono essere al centro del nostro amore. Dobbiamo anche imparare a pregare gli uni per gli altri. Anche questa è comunione. È la comunione invisibile che crea la comunione visibile. Chi prega per l’altro saprà sempre camminare con lui nella verità di Cristo Gesù. È questo un cammino che dobbiamo imparare a percorrere. 363 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo Lunedì 15 del Mese di Giugno 2009, possono dare una svolta alla nostra vita, se colte nelle verità essenziali che esse contengono. Ecco alcune di queste verità: Che un’anima si perda per causa nostra, o per nostra colpa è assai facile. Più facile di quanto non si pensi. Per uccidere un uomo occorre forza. Per uccidere un’anima non occorre alcuna forza. È sufficiente una sola parola detta per scherzo, per gioco. Basta un invito ed un’anima è già morta. Basta un invito ed anche il corpo può morire. Basta a volte la sola nostra presenza per mandare all’inferno i nostri fratelli. La missione dell’Ispiratrice viene da Dio, non dagli uomini, non dalla sua volontà, non dal suo cuore, non dalle sue umane capacità. Questa missione di salvezza è perennemente posta sotto la volontà del Signore. Essa è vera missione del ricordo e dell’annunzio del Vangelo. La fede è al Vangelo, alla Parola, alla verità. L’Ispiratrice ci dona il Vangelo. È al Vangelo che noi siamo chiamati a credere, non alla sua missione, non alla sua persona. Non si educa alla fede dicendo parole agli altri, anche se sante, vere e giuste. Si educa alla fede educando noi stessi alla fede. È la nostra stabilità nel Vangelo la via per educare gli altri a credere nel Vangelo. Se la nostra vita non è evangelica, la nostra educazione alla fede è fallimentare, perché svuotata di credibilità. La nostra vita attesta agli altri che la fede è una cosa inutile per la vita. Dobbiamo attestare invece al mondo intero che la fede è la cosa più utile per la nostra vita, più utile di ogni altra cosa. Si educa con la coerenza di una vita perennemente evangelica. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi ci aiutino a comprendere ogni verità contenuta in queste Parole di Esortazione. Vogliamo dare con esse un significato nuovo alla nostra vita di discepoli del Signore. 364 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Santo Janni 22 Giugno 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Il Signore vuole che riempiamo la Casa del Padre, osservando le sue Leggi. Oggi tutti ci appelliamo alla coscienza, ma la nostra coscienza è timorata di Dio? Abitualmente la nostra coscienza è lassa. Tutto accomoda. Tutto giustifica. Oggi si giudica, si condanna, si bisbiglia, si dicono false testimonianze e dinanzi a Dio si è in peccato, perché non solo si fa male a se stessi, ma anche agli altri. La coscienza deve essere retta, confrontata con la Parola del Signore, con la Chiesa, con un padre santo spirituale, accompagnata da tanta preghiera. Nel mio nome, dice Gesù, farete cose più grandi di me. Sempre timorati di Dio con coscienza retta. Oggi vanno avanti la bugia e la bestemmia. Non nominiamo il nome di Dio invano. Non siamo degni di nominarlo. Il mondo è devastato dall’odio, dal rancore, dalla cupidigia, dalla sporcizia. Noi che veniamo in Chiesa, che siamo qui seduti nella Casa del Signore, che aspettiamo di cibarci del Corpo e del Sangue di Cristo, chi siamo veramente? Siamo peccatori. Si è vero. “Chi non ha peccato scagli la prima pietra”. Ma il Signore dice: “Va’ e non peccare più”. La debolezza nell’uomo c’è sempre. La preghiera dona forza: “Signore, Padre Santo; Gesù, Figlio di Dio, Spirito Santo, Paraclito: allontanate da me questo peccato. Fate che non cada più in tentazione”. Madre Santa, Vergine Benedetta, Madre della Redenzione, vieni in mio aiuto. Ma detta con il cuore, con il pianto del cuore e Gesù sa dentro di noi che siamo veramente pentiti. Di certo viene in aiuto. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, è sempre vicino a noi. Preghiamola. Lei ebbe a dire: “Vuoi ricordare, vuoi annunziare la Parola di mio Figlio Gesù?”. Questa parola la ripete tutti i giorni. Solo così il mondo si può salvare. Annunziando e ricordando la Parola, le Leggi, il Vangelo qualcosa si salverà nel mondo. Io sono gioiosa quando vedo i giovani. I giovani sono il domani, la speranza della Chiesa, i gioielli di Dio, la speranza del Cielo. A voi giovani dico: Non vi abbattete. Non perdete la speranza. Crescete la vostra fede con la Parola del Signore e di certo il Signore farà cose grandi anche nell’umano per voi. Non prendete mai in giro il Signore. Non scherzate con le cose del Signore, perché il Signore se ne dispiace. “Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio fuori che me”. Penso molte volte il 3 Novembre 1979: “Voi siete Movimento Apostolico”. Io lo ripeto fino alla morte e alla morte di croce: Non ero preparata. Non sarei stata capace. Non sapevo chi fossi. Cosa volesse Gesù da me, la Madonnina. Ora un po’ qualcosa la comprendo e nonostante 30 anni di sofferenza, di umiliazione, di persecuzioni, io direi ancora: “Sì, Gesù. Voglio venire nella tua luce, perché solo Tu sei la luce, la via, la verità, la vita”. Quella via che conduce al Padre…. Quella verità che salva… La vita… Tu solo sei, o mio Signore, il Tutto. Amatelo, Gesù. Amate la Madonnina. Amate le sue Leggi. Prima di fare del male pensateci sette volte con la preghiera, sudore di sangue. Signore, cosa vuoi che io faccia? Gesù ti risponde come ha detto ai suoi Apostoli nell’Ultima Cena: “Amatevi gli uni gli altri. Da questo vi riconosceranno miei discepoli”. Se voi non vi amate, non vi comprendete, non vi scusate, non vi perdonate, non siete sacerdoti e dispiacete a Gesù. Gesù ama. Gesù vuole tutti uniti. Gesù vuole fare con voi una cosa sola per portare avanti la Chiesa. Il Movimento Apostolico viene da Dio. È amato da Dio, amato dalla Madonnina, dagli Angeli, dai Santi. Quando ci avviciniamo al tuo Corpo e al tuo Sangue, Signore, riempi il nostro cuore di serenità, di pace e con il Santo Rosario, Madre Santa, sappi ascoltare le nostre preghiere. La tua luce, Signore, offusca i nostri occhi se viene da te. Il nostro cuore batte per te. I nostri piedi camminano per te e la nostra bocca parla per te. Preghiamo in silenzio. Gesù è la nostra fede, la nostra verità, è in mezzo a noi. Rinnegate voi stessi, prendete la croce e seguite Gesù. Non prendete una croce di dolore, ma una croce di amore, di delizia, di gioia, perché Lui il giorno in cui verrà la nostra ora ci porterà con sé. Signore, abbi pietà di me, abbi pietà di noi, non ci abbandonare. Siamo peccatori, ma ti promettiamo – come hai detto alla peccatrice: “Va e non peccare più” – di non peccare più per il tuo grande amore che hai dato a noi e che noi diamo a te. Ricordiamo il Santo Padre con tanta preghiera, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, tutto il popolo di Dio, tutta la Chiesa, tutti i Movimenti, i Gruppi affinché lavorino insieme nella Vigna del Signore senza invidia e senza gelosia. Tutti uniti, la Chiesa diventerà santa. Noi ti preghiamo per questo: assisti gli ammalati, consolando gli afflitti. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 366 TESTO COMMENTATO Il Signore vuole che riempiamo la Casa del Padre, osservando le sue Leggi. È questa la missione del Movimento Apostolico: Vivere in santità. Riempire la Casa del Padre. Non sono però due cose separate. Sono una il frutto dell’altra. Si riempie la Casa del Padre solo se vive in Santità. È la santità la via, il mezzo, lo strumento, per riempire la Casa del Padre. Senza santità la Casa del Padre non si riempie. Facciamo cose, ma non viviamo per la missione che ci è stata affidata. Oggi tutti ci appelliamo alla coscienza, ma la nostra coscienza è timorata di Dio? Abitualmente la nostra coscienza è lassa. Tutto accomoda. Tutto giustifica. La coscienza è timorata di Dio, quando in essa regna la sua Santa Volontà. È timorato di Dio chi cerca solo la volontà del Signore, solo secondo la volontà del Signore vive. La coscienza è lassa quando lascia che passino tutte le più gravi trasgressioni della Legge Santa di Dio, i suoi Santi Comandamenti. È lassa quando si accomoda e si giustifica il peccato. Oggi si giudica, si condanna, si bisbiglia, si dicono false testimonianze e dinanzi a Dio si è in peccato, perché non solo si fa male a se stessi, ma anche agli altri. La trasgressione dei Comandamenti oggi produce danni spirituali più che un uragano. Questa verità ognuno deve metterla nel cuore: il peccato nostro non si ferma sopra di noi, non distrugge solo noi, distrugge gli altri, distrugge il mondo intero. Eva ha commesso un solo peccato. Quel suo peccato ha distrutto Adamo. Sta distruggendo il mondo intero. Nessuno pecca per se stesso. Ognuno che pecca arreca un danno di morte anche negli altri. Siamo dalla grazia degli altri, ma siamo anche dal peccato degli altri. Una sola falsa testimonianza può condurre alla morte spirituale ed anche fisica molta gente. La coscienza deve essere retta, confrontata con la Parola del Signore, con la Chiesa, con un padre santo spirituale, accompagnata da tanta preghiera. La coscienza è retta quando agisce in conformità con la Legge del Signore, con la sua Parola, la sua verità, la sua volontà. 367 Per essere retta la coscienza va sempre confrontata con la verità e la fede della Chiesa. Il Padre spirituale a questo è preposto: a dare alla coscienza la fede e la verità della Chiesa, che è verità di Cristo Gesù, che è verità di Dio. La preghiera dona la luce per vedere il bene e la forza per poterlo sempre compiere. Ecco come San Paolo manifesta la rettitudine della sua coscienza. 1 Perciò, avendo questo ministero, secondo la misericordia che ci è stata accordata, non ci perdiamo d’animo. 2Al contrario, abbiamo rifiutato le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunciando apertamente la verità e presentandoci davanti a ogni coscienza umana, al cospetto di Dio. 3 E se il nostro Vangelo rimane velato, lo è in coloro che si perdono: 4in loro, increduli, il dio di questo mondo ha accecato la mente, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo, che è immagine di Dio. 5Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. 6E Dio, che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo. 7 Noi però abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. 8In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; 9 perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, 10portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. 11Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. 12Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita. 13 Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, 14convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. 15Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio. 16 Per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno. 17Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: 18noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne. (2Cor 4,1-18). 1 Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli. 2Perciò, in questa condizione, noi gemiamo e desideriamo rivestirci della nostra abitazione celeste 3purché siamo trovati vestiti, non nudi. 4In realtà quanti siamo in questa tenda sospiriamo come sotto 368 un peso, perché non vogliamo essere spogliati ma rivestiti, affinché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. 5E chi ci ha fatti proprio per questo è Dio, che ci ha dato la caparra dello Spirito. 6 Dunque, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – 7camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, 8siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore. 9Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi. 10Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male. 11 Consapevoli dunque del timore del Signore, noi cerchiamo di convincere gli uomini. A Dio invece siamo ben noti; e spero di esserlo anche per le vostre coscienze. 12Non ci raccomandiamo di nuovo a voi, ma vi diamo occasione di vantarvi a nostro riguardo, affinché possiate rispondere a coloro il cui vanto è esteriore, e non nel cuore. 13Se infatti siamo stati fuori di senno, era per Dio; se siamo assennati, è per voi. 14 L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. 15Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. 16Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. 17Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. 18 Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. 19Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. 20In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. 21Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio. (2Cor 5,1-21). 1 Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. 2Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! 3 Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga criticato il nostro ministero; 4ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, 5nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; 6con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, 7con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; 8nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; 9come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, 369 ma non uccisi; 10come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto! 11 La nostra bocca vi ha parlato francamente, Corinzi; il nostro cuore si è tutto aperto per voi. 12In noi certo non siete allo stretto; è nei vostri cuori che siete allo stretto. 13Io parlo come a figli: rendeteci il contraccambio, apritevi anche voi! 14 Non lasciatevi legare al giogo estraneo dei non credenti. Quale rapporto infatti può esservi fra giustizia e iniquità, o quale comunione fra luce e tenebre? 15 Quale intesa fra Cristo e Bèliar, o quale collaborazione fra credente e non credente? 16Quale accordo fra tempio di Dio e idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. 17 Perciò uscite di mezzo a loro e separatevi, dice il Signore, non toccate nulla d’impuro. E io vi accoglierò 18 e sarò per voi un padre e voi sarete per me figli e figlie, dice il Signore onnipotente. (2Cor 6,118). San Paolo ha un solo desiderio nel cuore: Riempire la Casa del Padre. Sa che questo mai potrà avvenire senza una sua altissima santità. La santità è una sorgente di salvezza per il mondo intero. Nel mio nome, dice Gesù, farete cose più grandi di me. Sempre timorati di Dio con coscienza retta. Agire nel nome di Gesù vuol dire operare con la sua santità, la sua grazia, la sua verità in noi. Vuol dire dimorare nella sua Parola, nella sua Volontà, nel suo Vangelo. Vivendo di Lui e per Lui, di certo si faranno grandi cose. Vivendo e dimorando nella sua Parola, nella sua Volontà, di certo la nostra coscienza sarà retta e timorata. Oggi vanno avanti la bugia e la bestemmia. Non nominiamo il nome di Dio invano. Non siamo degni di nominarlo. Non solamente siamo immersi nelle bugie e nelle bestemmie, nominiamo anche il nome di Dio invano. Lo nominiamo invano perché rendiamo Lui responsabile di tutti i nostri peccati e di quanto avviene nella nostra vita. Dio, che è il Sommo ed Infinito Bene, con la nostra parola di menzogna e di bestemmia viene reso responsabile di ogni nostro male. 370 Non siamo degni di nominarlo per il bene, figuriamoci poi a nominarlo invano per il male. È questo un grave peccato. Il mondo è devastato dall’odio, dal rancore, dalla cupidigia, dalla sporcizia. Sono queste quattro forze che devastano il mondo: odio, rancore, cupidigia, sporcizia spirituale. Sono queste quattro forze che lo stanno mandando in rovina. Noi che veniamo in Chiesa, che siamo qui seduti nella Casa del Signore, che aspettiamo di cibarci del Corpo e del Sangue di Cristo, chi siamo veramente? Noi che ci reputiamo cristiani, chi siamo veramente? Noi che veniamo in Chiesa, come contrastiamo queste quattro forze di rovina e di devastazione? Cosa facciamo perché il bene trionfi e il male venga sconfitto? Chi siamo veramente noi che diciamo di credere nel Vangelo e di professare la retta fede in Cristo Signore? È questa una domanda alla quale ognuno personalmente dovrà pur dare una risposta. Questa domanda merita una risposta. La risposta però dovrà essere vera, sincera, pura, santa. Siamo peccatori. Si è vero. “Chi non ha peccato scagli la prima pietra”. Ma il Signore dice: “Va’ e non peccare più”. Ecco la risposta: “Veramente siamo peccatori”. Se siamo peccatori, non possiamo contrastare le quattro forze di distruzione e di rovina. Per contrastarle dobbiamo prima uscire noi dal peccato e poi possiamo operare perché altri vi escano. La santità santifica. La bontà rende buoni. La purezza eleva. Ma anche: il peccato deprime, la cattiveria opprime, l’impurità sporca il mondo intero. La debolezza nell’uomo c’è sempre. La preghiera dona forza: “Signore, Padre Santo; Gesù, Figlio di Dio, Spirito Santo, Paraclito: allontanate da me questo peccato. Fate che non cada più in tentazione”. Debolezza, fragilità, peccato si vincono in un solo modo: con la preghiera ininterrotta elevata al Signore perché ci liberi dal male. Solo il Signore ci può liberare dal male. A Lui attimo per attimo deve giungere il nostro grido perché ci liberi dal male. Nell’Orto degli Ulivi Gesù ci ha dato l’esempio di come si grida al Padre. Madre Santa, Vergine Benedetta, Madre della Redenzione, vieni in mio aiuto. Ma detta con il cuore, con il pianto del cuore e Gesù sa dentro di noi che siamo veramente pentiti. Di certo viene in aiuto. 371 La Vergine Maria, Madre della Redenzione, vuole la nostra più alta santità. Anche a Lei dobbiamo chiedere ogni aiuto. La nostra preghiera deve essere però fatta con il cuore, con un cuore che gronda sangue, con un cuore che piange lacrime di pentimento, con un cuore che è veramente pentito. Il pentimento è detestare il peccato. Al pentimento si devono aggiungere volontà e decisione ferma di non peccare più. Gesù vede il nostro pentimento e di certo viene in nostro soccorso. Se invece preghiamo solo con le labbra, nessuno dal cielo verrà in nostro aiuto. Non verrà perché siamo noi che non lo chiediamo con il cuore, ma solo con le labbra. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, è sempre vicino a noi. Preghiamola. È verità. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, è accanto a noi. Sovente però a Lei non pensiamo e neanche La invochiamo con preghiera accorata e forte. Viviamo come se Lei fosse assente dalla nostra vita. La sua presenza è solo invisibile. Ella tutto può fare più che se fosse visibile. Questa fede ancora non è radicata fortemente nel nostro cuore. Lei ebbe a dire: “Vuoi ricordare, vuoi annunziare la Parola di mio Figlio Gesù?”. Questa parola la ripete tutti i giorni. Solo così il mondo si può salvare. È questa la via della salvezza del mondo: il ricordo e l’annunzio del Vangelo. È questa la via della salvezza del mondo: vivere in santità la missione del ricordo e dell’annunzio del Vangelo. È questa la missione che ci è stata affidata. Dobbiamo credere in questa missione. Fuori di questa missione non c’è salvezza per il mondo, perché non c’è ricordo e annunzio del Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. All’annunzio e al ricordo del Vangelo è chiamato ed inviato ogni discepolo di Gesù. Annunziando e ricordando la Parola, le Leggi, il Vangelo qualcosa si salverà nel mondo. È questa la via della salvezza del mondo: annunziare e ricordare la Parola, le Leggi, o i Comandamenti, il Vangelo. Questa via non è frutto di pensieri umani. Questa via è vera indicazione celeste. 372 Questa via è però efficace nella santità alta e pura di chi la Parola, le Leggi, il Vangelo ricorda e annunzia. La santità personale è in tutto simile ad una brocca. Come è necessaria la brocca per andare alla sorgente e attingere acqua per gli altri, così è della santità personale. Con essa si attinge la verità e la grazia di Dio e si dona ad ogni uomo perché si possa dissetare, sfamare, nutrire. Io sono gioiosa quando vedo i giovani. I giovani sono il domani, la speranza della Chiesa, i gioielli di Dio, la speranza del Cielo. Senza giovani c’è solo un futuro di morte. I giovani sono invece un futuro ricco e pieno di vita. I giovani sono un vero dono di Dio e dobbiamo gioire quando il Signore li manda a noi. I giovanni vanno amati, aiutati, confortati, sorretti, curati, formati, elevati. È il lavoro pastorale che deve stare a cuore ad ogni aderente del Movimento Apostolico. A voi giovani dico: Non vi abbattete. Non perdete la speranza. Crescete la vostra fede con la Parola del Signore e di certo il Signore farà cose grandi anche nell’umano per voi. Il giovane deve sviluppare tutta la sua ricchezza di grazia e di sapienza, di scienza e di conoscenza. Il giovane deve mettere ogni impegno a portare a maturazione la sua fede con la Parola del Signore. Se il giovane mette tutto il suo impegno, il Signore aggiungerà ogni altra cosa in sovrappiù. Anche per lui vale questa Parola del Vangelo. 19 Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine 20 consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e 21 non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. 22 La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, 23 tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra! 24 Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. 25 Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita 26 non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre 373 27 vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si 28 preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non 29 filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, 30 vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca 31 fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa 32 berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i 33 pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi 34 saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena. (Mt 6, 19-34). Se il giovane metterà il suo impegno, il Signore gli farà sempre da Provvidenza. Non prendete mai in giro il Signore. Non scherzate con le cose del Signore, perché il Signore se ne dispiace. “Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio fuori che me”. Il giovane potrebbe essere tentato a pensare che lo scherzo sia cosa da nulla. Un niente. Solo uno scherzo. Invece no. Uno scherzo più rovinare un’anima per sempre. Uno scherzo può distruggere il mistero di una vocazione. Uno scherzo può portare l’annullamento di un ideale santo. In uno scherzo potrebbe anche nascere la morte fisica di un uomo. Per uno scherzo si può rovinare il futuro di un giovane. A volte tanti vizi vengono presi per scherzo. Noi possiamo scherzare con il vizio. Il vizio non scherza mai con noi. Lui ci prende. Ci possiede. Ci schiavizza. Ci uccide. Penso molte volte il 3 Novembre 1979: “Voi siete Movimento Apostolico”. Sempre l’Ispiratrice ricorda l’origine divina e celeste del Movimento Apostolo. Io lo ripeto fino alla morte e alla morte di croce: Non ero preparata. Non sarei stata capace. Non sapevo chi fossi. Cosa volesse Gesù da me, la Madonnina. È un mistero, il Movimento Apostolico, che le è stato affidato. All’inizio era un mistero incomprensibile. Ora un po’ qualcosa la comprendo e nonostante 30 anni di sofferenza, di umiliazione, di persecuzioni, io direi ancora: “Sì, Gesù. Voglio venire nella tua luce, perché solo Tu sei la luce, la via, la verità, la vita”. 374 Ora rimane sempre un mistero. Qualcosa però l’Ispiratrice è riuscita a comprenderla. A questo mistero ella ha consacrato la sua vita e continua a sacrificarla. Il cuore di questo mistero è Cristo ed è la Madre sua, la Vergine Maria, Madre della Redenzione. Ora comprende qualcosa perché è infinitamente cresciuta nell’amore per Gesù e per la Madre sua. È questo il vero segreto dell’Ispiratrice: il grandissimo, infinito amore per Gesù e per la Vergine Maria, Madre della Redenzione. Questo amore la spinge ogni giorno. Questo amore la possiede in tutto il suo essere: anima, spirito, corpo. Quella via che conduce al Padre…. Quella verità che salva… La vita… Tu solo sei, o mio Signore, il Tutto. Tutto è per lei Gesù. Tutto, veramente tutto. Ella vive consacrando tutta se stessa a quest’amore. Gesù è il vero suo Amore. È il suo Eterno Amore. Se anche noi vogliamo amare il Movimento Apostolico dobbiamo amare Gesù con un amore altrettanto grande, elevato, infinito. Se cresciamo nell’amore di Gesù, cresceremo anche nell’amore per il Movimento Apostolico. Se moriamo nell’amore per Gesù, moriremo anche nell’amore per il Movimento Apostolico. Amatelo, Gesù. Amate la Madonnina. Amate le sue Leggi. Prima di fare del male pensateci sette volte con la preghiera, sudore di sangue. Siamo invitati ad amare Gesù, ad amare la Madonnina. Come si ama Gesù e come si ama la Madonnina? Amando il Vangelo, la Parola, i Comandamenti. Evitando ogni male, compiendo ogni bene. Pregando e chiedendo ogni aiuto affinché sempre vinciamo con il bene il male. Il Movimento Apostolico non può conoscere il male. Il Movimento Apostolico deve conoscere solo il bene. Signore, cosa vuoi che io faccia? Prima di agire, sempre nella preghiera si invoca il Signore perché indichi la via giusta, la via più giusta e più santa. Altrimenti il rischio è uno solo: fare cose, anche bellissime per noi, ma inutili per il Signore e per la salvezza delle anime. Ecco cosa avrebbe voluto fare il profeta Michea e cosa invece gli risponde il Signore. 375 1 Ascoltate dunque ciò che dice il Signore: «Su, illustra la tua causa ai monti e i colli ascoltino la tua voce!». 2 Ascoltate, o monti, il processo del Signore, o perenni fondamenta della terra, perché il Signore è in causa con il suo popolo, accusa Israele. 3 «Popolo mio, che cosa ti ho fatto? In che cosa ti ho stancato? Rispondimi. 4 Forse perché ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, ti ho riscattato dalla condizione servile e ho mandato davanti a te Mosè, Aronne e Maria? 5 Popolo mio, ricorda le trame di Balak, re di Moab, e quello che gli rispose Balaam, figlio di Beor. Ricòrdati di quello che è avvenuto da Sittìm a Gàlgala, per riconoscere le vittorie del Signore». 6 «Con che cosa mi presenterò al Signore, mi prostrerò al Dio altissimo? Mi presenterò a lui con olocausti, con vitelli di un anno? 7 Gradirà il Signore migliaia di montoni e torrenti di olio a miriadi? Gli offrirò forse il mio primogenito per la mia colpa, il frutto delle mie viscere per il mio peccato?». 8 Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio. 9 La voce del Signore grida alla città e chi ha senno teme il suo nome: 10 «Ascoltate, tribù e assemblea della città. Ci sono ancora nella casa dell’empio i tesori ingiustamente acquistati e una detestabile efa ridotta? 11 Potrò io giustificare le bilance truccate e il sacchetto di pesi falsi? 376 12 I ricchi della città sono pieni di violenza e i suoi abitanti proferiscono menzogna; le loro parole sono un inganno! 13 Allora anch’io ho cominciato a colpirti, a devastarti per i tuoi peccati. 14 Mangerai, ma non ti sazierai, e la tua fame rimarrà in te; metterai da parte, ma nulla salverai; e se qualcosa salverai, io lo consegnerò alla spada. 15 Seminerai, ma non mieterai; frangerai le olive, ma non ti ungerai d’olio; produrrai mosto, ma non berrai il vino. 16 Tu osservi gli statuti di Omri e tutte le pratiche della casa di Acab, e segui i loro progetti, perciò io farò di te una desolazione, i tuoi abitanti oggetto di scherno e subirai l’obbrobrio del mio popolo». (Mi 6,1-16). Il Signore vuole la nostra santificazione. Vuole che da santi portiamo tutti nella sua Casa. Gesù ti risponde come ha detto ai suoi Apostoli nell’Ultima Cena: “Amatevi gli uni gli altri. Da questo vi riconosceranno miei discepoli”. Ecco cosa vuole il Signore: che ci amiamo gli uni gli altri come Lui ha amato noi. Dall’amore vicendevole e verso tutti, il mondo ci riconoscerà discepoli di Gesù. Il nostro amore condurrà il mondo a Lui. Se voi non vi amate, non vi comprendete, non vi scusate, non vi perdonate, non siete sacerdoti e dispiacete a Gesù. Gesù ama. Gesù vuole tutti uniti. Gesù vuole fare con voi una cosa sola per portare avanti la Chiesa. Un amore infinitamente più grande è richiesto ai sacerdoti. I Sacerdoti devono amarsi vicendevolmente con lo stesso amore di Gesù Signore e con questo amore devono amare ogni altra persona. Senza questo amore “Non siete sacerdoti e dispiacete a Gesù”. Si è sempre sacerdoti, perché il Sacramento ci ha consacrati per l’eternità. Ogni azione “ex opere operato” (cioè ogni sacramento celebrato) produce sempre secondo la grazia in esso contenuta e data. Per la salvezza del mondo non basta però la celebrazione dei sacramenti. Occorre la santità e la santità del Sacerdote è il suo grande amore. È il suo amore in tutto simile a quello di Gesù Signore. 377 Gesù vuole che noi e Lui siamo una cosa sola: una sola Croce, una sola Passione d’amore, un solo Sacrificio, una sola vita, una sola obbedienza, una sola carità. Solo divenendo con Lui una cosa sola, possiamo portare avanti la sua Chiesa. Ecco cosa dice Malachia a proposito del Sacerdote che non ama. 1 Oracolo. Parola del Signore a Israele per mezzo di Malachia. Vi ho amati, dice il Signore. E voi dite: «Come ci hai amati?». Non era forse Esaù fratello di Giacobbe? Oracolo del Signore. Eppure ho amato 3 Giacobbe e ho odiato Esaù. Ho fatto dei suoi monti un deserto e ho dato la sua 4 eredità agli sciacalli del deserto. Se Edom dice: «Siamo stati distrutti, ma ci rialzeremo dalle nostre rovine!», il Signore degli eserciti dichiara: «Essi ricostruiranno, ma io demolirò». Saranno chiamati «Territorio malvagio» e 5 «Popolo contro cui il Signore è adirato per sempre». I vostri occhi lo vedranno e voi direte: «Grande è il Signore anche al di là dei confini d’Israele». 6 Il figlio onora suo padre e il servo rispetta il suo padrone. Se io sono padre, dov’è l’onore che mi spetta? Se sono il padrone, dov’è il timore di me? Dice il Signore degli eserciti a voi, sacerdoti che disprezzate il mio nome. Voi 7 domandate: «Come lo abbiamo disprezzato il tuo nome?». Offrite sul mio altare un cibo impuro e dite: «In che modo te lo abbiamo reso impuro?». 8 Quando voi dite: «La tavola del Signore è spregevole» e offrite un animale cieco in sacrificio, non è forse un male? Quando voi offrite un animale zoppo o malato, non è forse un male? Offritelo pure al vostro governatore: pensate che sarà soddisfatto di voi o che vi accoglierà con benevolenza? Dice il Signore degli eserciti. 9 Ora supplicate pure Dio perché abbia pietà di voi! Se fate tali cose, dovrebbe accogliervi con benevolenza? Dice il Signore degli eserciti. 10 Oh, ci fosse fra voi chi chiude le porte, perché non arda più invano il mio altare! Non mi compiaccio di voi – dice il Signore degli eserciti – e non 11 accetto l’offerta delle vostre mani! Poiché dall’oriente all’occidente grande è il mio nome fra le nazioni e in ogni luogo si brucia incenso al mio nome e si fanno offerte pure, perché grande è il mio nome fra le nazioni. Dice il Signore degli eserciti. 12 Ma voi lo profanate quando dite: «Impura è la tavola del Signore e 13 spregevole il cibo che vi è sopra». Voi aggiungete: «Ah! che pena!». E lo disprezzate. Dice il Signore degli eserciti. Offrite animali rubati, zoppi, malati e li portate in offerta! Posso io accettarla dalle vostre mani? Dice il Signore. 14 Maledetto il fraudolento che ha nel gregge un maschio, ne fa voto e poi mi sacrifica una bestia difettosa. Poiché io sono un re grande – dice il Signore degli eserciti – e il mio nome è terribile fra le nazioni. (Mal 1,1-14). 2 1 2 Ora a voi questo monito, o sacerdoti. Se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, 378 manderò su voi la maledizione e cambierò in maledizione le vostre benedizioni. Anzi le ho già cambiate, perché nessuno tra voi se ne dà premura. 3 Ecco, io spezzerò il vostro braccio e spanderò sulla vostra faccia escrementi, gli escrementi delle vittime immolate nelle vostre feste solenni, perché siate spazzati via insieme con essi. 4 Così saprete che io ho diretto a voi questo monito, perché sussista la mia alleanza con Levi, dice il Signore degli eserciti. 5 La mia alleanza con lui era alleanza di vita e di benessere, che io gli concessi, e anche di timore, ed egli mi temette ed ebbe riverenza del mio nome. 6 Un insegnamento veritiero era sulla sua bocca né c’era falsità sulle sue labbra; con pace e rettitudine ha camminato davanti a me e ha fatto allontanare molti dal male. 7 Infatti le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca insegnamento, perché egli è messaggero del Signore degli eserciti. 8 Voi invece avete deviato dalla retta via e siete stati d’inciampo a molti con il vostro insegnamento; avete distrutto l’alleanza di Levi, dice il Signore degli eserciti. 9 Perciò anche io vi ho reso spregevoli e abietti davanti a tutto il popolo, perché non avete seguito le mie vie e avete usato parzialità nel vostro insegnamento. (2,1-9). Questo monito che mai sia per noi. Il Movimento Apostolico viene da Dio. È amato da Dio, amato dalla Madonnina, dagli Angeli, dai Santi. Viene ancora ribadita l’origine divina del Movimento Apostolico. Viene annunziato che il Movimento Apostolico vive dell’amore e nell’amore del Cielo. Deve vivere anche del e nel nostro amore. Il nostro amore deve essere in tutto simile all’amore del Cielo. 379 Quando ci avviciniamo al tuo Corpo e al tuo Sangue, Signore, riempi il nostro cuore di serenità, di pace e con il Santo Rosario, Madre Santa, sappi ascoltare le nostre preghiere. Sempre siamo invitati a trasformare l’Eucaristia in una sorgente di ogni grazia. Tutto è dall’Eucaristia. Chi la riceve in pienezza di fede e di carità, trasforma la sua vita. Il Santo Rosario è una fonte sempre viva di consolazione e di speranza. Recitarlo con purezza di cuore e di intenzioni dona alla nostra vita una dimensione mariana. La tua luce, Signore, offusca i nostri occhi se viene da te. Il nostro cuore batte per te. I nostri piedi camminano per te e la nostra bocca parla per te. Siamo invitati a camminare nella luce del Signore. Camminiamo nella luce del Signore, se camminiamo nella sua Parola, nella sua Verità, nel suo Vangelo, nella sua Volontà. Se siamo in Gesù, allora compiremo la volontà di Gesù. Vivremo la missione del ricordo e dell’annunzio della sua Parola. Vivremo per condurre ogni uomo nella Casa del Padre. 1 Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita – 2la vita infatti si manifestò, noi l’abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi –, 3quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. 4 Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena. 5 Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. 6Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. 7Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato. 8 Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. 9Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. 10Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi. (1Gv 1,1-10). 1 Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. 2È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. 3 Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. 4Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è 380 bugiardo e in lui non c’è la verità. 5Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. 6 Chi dice di rimanere in lui, deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato. 7 Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto da principio. Il comandamento antico è la Parola che avete udito. 8Eppure vi scrivo un comandamento nuovo, e ciò è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera. 9Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. 10Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo. 11Ma chi odia suo fratello, è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi. 12 Scrivo a voi, figlioli, perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome. 13 Scrivo a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio. Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il Maligno. 14 Ho scritto a voi, figlioli, perché avete conosciuto il Padre. Ho scritto a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio. Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti e la parola di Dio rimane in voi e avete vinto il Maligno. 15 Non amate il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui; 16perché tutto quello che è nel mondo – la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita – non viene dal Padre, ma viene dal mondo. 17E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno! 18 Figlioli, è giunta l’ultima ora. Come avete sentito dire che l’anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l’ultima ora. 19Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri. 20Ora voi avete ricevuto l’unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. 21Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità. 22Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L’anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. 23Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre. 24 Quanto a voi, quello che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quello che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. 25E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna. 26 Questo vi ho scritto riguardo a coloro che cercano di ingannarvi. 27E quanto a voi, l’unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che qualcuno vi istruisca. Ma, come la sua unzione vi insegna ogni 381 cosa ed è veritiera e non mentisce, così voi rimanete in lui come essa vi ha istruito. 28 E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo avere fiducia quando egli si manifesterà e non veniamo da lui svergognati alla sua venuta. 29Se sapete che egli è giusto, sappiate anche che chiunque opera la giustizia, è stato generato da lui. (1Gv 2,1-29). Camminiamo nella luce se camminiamo nell’amore. Dove non brilla l’amore, lì regnano solo tenebre. Preghiamo in silenzio. Gesù è la nostra fede, la nostra verità, è in mezzo a noi. In silenzio si prega Gesù che è in mezzo a noi. Chi è Gesù? È la nostra fede. È la nostra verità. È il nostro amore. È la nostra luce. Rinnegate voi stessi, prendete la croce e seguite Gesù. Non prendete una croce di dolore, ma una croce di amore, di delizia, di gioia, perché Lui il giorno in cui verrà la nostra ora ci porterà con sé. È questo il cuore del Vangelo: seguire Gesù portando ognuno la propria croce nel rinnegamento di se stesso. 21 Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e 22 degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo 23 non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». 24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a 25 me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, 26 la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio 27 della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni. 28 In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno». (Mt 16,21-28). Questo cuore del Vangelo deve essere il nostro cuore. La croce di Gesù non deve essere però una croce di tristezza e di dolore, bensì di amore, di delizia, di gioia. Gesù ci chiede di prendere su di noi tutto il suo amore – ed è questo il carico che dobbiamo portare – e con esso salvare il mondo. Con il cuore di Cristo in noi – ed è questo dono che sempre gli dobbiamo chiedere – amare è sempre possibile. 382 Signore, abbi pietà di me, abbi pietà di noi, non ci abbandonare. Siamo peccatori, ma ti promettiamo – come hai detto alla peccatrice: “Va e non peccare più” – di non peccare più per il tuo grande amore che hai dato a noi e che noi diamo a te. Siamo piccoli, fragili, peccatori. È questa la nostra quotidiana condizione. Però se amiamo Cristo Gesù riusciremo a non peccare. Saremo impeccabili se ameremo Gesù più della nostra stessa vita. È questa la via di chi non vuole più peccare: amare Gesù più di se stesso. Amare Gesù disprezzando ogni frutto del peccato e lo stesso peccato. Più cresceremo nell’amore di Cristo Gesù e più diverrà leggero il peso del Vangelo da osservare. 25 In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate 26 27 ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 28 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di 30 cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». (Mt 11,25-30). Nell’amore di Gesù il carico sarà veramente soave. Ricordiamo il Santo Padre con tanta preghiera, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, tutto il popolo di Dio, tutta la Chiesa, tutti i Movimenti, i Gruppi affinché lavorino insieme nella Vigna del Signore senza invidia e senza gelosia. Tutti uniti, la Chiesa diventerà santa. Noi ti preghiamo per questo: assisti gli ammalati, consolando gli afflitti. Ancora una volta viene annunziato l’amore come la fonte di ogni santità nella Chiesa e nel mondo. Si può lavorare senza invidia e senza gelosia, se l’amore di Gesù in noi è grande, grandissimo, infinito. Si può lavorare uniti nella Chiesa, se l’amore di Gesù in noi ha la preminenza sopra ogni altra cosa. Una preghiera sempre attenta per gli ammalati e per gli afflitti. Sia il Signore la loro consolazione, il loro conforto, la loro speranza. Sia il Signore il loro sostegno perenne. Sia il Signore la loro vita. 383 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo Lunedì 22 Giugno, meritano un’attenzione particolare per ogni verità in esse contenuta. Vi è però una verità che richiede una nostra speciale attenzione ed è sulla verità del Sacerdote Ordinato. La verità annunziata, profetizzata, proclamata è questa: “Se voi non vi amate, non vi comprendete, non vi scusate, non vi perdonate, non siete sacerdoti e dispiacete a Gesù. Gesù ama. Gesù vuole tutti uniti. Gesù vuole fare con voi una cosa sola per portare avanti la Chiesa”. È giusto allora che ci chiediamo: “Chi è il Sacerdote secondo il cuore di Cristo Gesù? Cosa vuole Cristo Gesù da ogni suo Sacerdote?”. Il Sacerdote secondo il cuore di Cristo è: Pace nella guerra; luce nelle tenebre; speranza nella disperazione; santità nel peccato; amore nell’odio; consolazione nel dolore. Calma nella tempesta; vita nella morte; povertà nella ricchezza; umiltà nella superbia; dottrina nell’errore; scienza nella falsità. Gioia nella tristezza; perdono nelle offese; arrendevolezza nelle avversità; piccolezza nella grandezza; soavità nell’asperità. Unità nella divisione; unione nella disgregazione; pacatezza nella tracotanza; carità nell’arroganza. Fede nell’empietà; forza nella debolezza; temperanza nel vizio; pazienza nell’intolleranza; pietà nell’idolatria; comprensione nella sordità. Amore fraterno nell’invidia; magnanimità nella grettezza; bontà nella cattiveria; fedeltà nel tradimento. Mitezza nelle avversità; dominio di sé nella rilassatezza; sincerità nella menzogna; verità nella calunnia. Silenzio nella parola vana; attenzione nella distrazione; concordia nella separazione; unione nel dissidio; insegnamento nell’ignoranza. Il Sacerdote secondo il cuore di Cristo Gesù è: Colui che sempre sa rinnegare se stesso, gettare in fondo al mare i suoi pensieri, i suoi desideri, la sua stessa volontà, perché solo il cuore di Cristo possa vivere nella sua vita. Colui che è sempre pronto a lasciarsi crocifiggere, perché sa che solo crocifiggendo se stesso, può innalzare gli altri fino a Dio. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci offra in dono il cuore del suo Divin Figlio, perché solo con questo cuore si può essere Sacerdoti secondo la divina volontà. Angeli e Santi del Cielo intercedano secondo questa intenzione. 384 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Testo integrale Santo Janni 29 Giugno 2009 Sia lodato Gesù Cristo. Beato chi teme il Signore. Siano benedetti i suoi passi. Sia benedetta la sua bocca. Pentendosi si converte, allontanando i peccati. Il Signore nostro Gesù Cristo è buono, giusto, misericordioso. Vuole che tutte le sue creature si accostino alla Consacrazione Eucaristica con cuore retto e puro. Oggi la generazione è perversa, non vuole salvarsi, preferisce il male al bene, le tenebre alla luce. Il Signore è la luce dei nostri occhi, la luce che dà tanta gioia, tanta serenità. Oggi chi parla della verità evangelica spesso viene deriso. Ma l’uomo che appartiene a Dio, che teme il Signore, di nulla si deve importare, perché deve essere certo che il giorno in cui sarà chiamato al suo cospetto, dirà: “Vieni, vieni benedetto del Padre”. Incontro andrà la Madonnina, gli Angeli, i Santi, tutti i Cherubini, i Serafini accompagnando l’anima a Dio. Allora non è meglio che ci convertiamo? Il Signore ci ama tutti, vuole tutti alla casa del Padre, lavorando nella sua Vigna. La Vergine Maria ci accompagna in questo lungo cammino di deserto, ci prende per mano e ci guida sulla verità evangelica tutta intera. Chi dice sì al Signore viene tentato dall’uomo e da Satana. Il Signore lo permette perché ci vuole provare come Giobbe. Non pensate mai a giudicare gli altri. Provate a perdonarli, ad amarli, a chiedere perdono a Gesù, a dire: “Signore, io voglio stare con te. Fammi buona. Allontanami dal peccato. Sono una creatura fragile, debole, però ti amo. Ti amo di un amore grande. Ti amo perché Tu sei l’Eterno Amore. Ti amo senza mai stancarmi. Ti amo perché Tu sei la luce dei miei occhi, la luce del mio cuore, la luce che guida i miei passi”. Molte volte la prova è dura, è pesante. Non ti comprende nessuno. Tu sai la verità, mio Signore. Quando scegli una creatura Tu sai che è disposta a fare qualsiasi cosa: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”. Tu sai, mio Signore, che la creatura fragile che hai scelto cammina al comando del Cielo tutto. Molte volte non riesci a spiegarti perché è accaduta quella cosa. Ma che ti importa. Preghi e il Signore ti rasserena. Ti porta e ti conduce per mano la Madonnina e ti dice: “Non temere. È Gesù. Noi siamo con te. Non ti abbandoniamo. Non ti lasciamo sola”. Gesù ha lasciato lo Spirito Santo ai suoi Apostoli, a tutti noi. Lo Spirito Santo illumina e guida sempre i passi perché la creatura del Padre che ha saputo dire sì, dice: “Sii beato, o mio Signore, io ti lodo e ti benedico”. Gesù sa dare amore. Ma è l’uomo che non comprende la fortezza del cuore che Gesù dà a colei o colui che sceglie. Madre Santa, Madre Benedetta, Madre Soccorritrice, Madre della Redenzione, aiutaci, prendici per mano e guidaci verso tuo Figlio Gesù. Fa’ che noi, amando con tutto il cuore Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo, crediamo sempre: “Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio fuori che me”. Non voglio avere altro Dio, mio Signore. Solo Te. Quando Tu comandi, dammi la forza di diventare sorda, cieca, muta per l’uomo e ascoltare soltanto la tua voce, anche se molte volte è una prova dura. Ma io vado avanti, perché Tu sei il mio Signore. Ti ringrazio, Ti benedico, Ti lodo. Il Movimento Apostolico è amato da Te e l’uomo non deve dubitare, perché Tu come una lumaca arrivi dappertutto, con il tuo tempo, mai con il nostro. Occorre tanta preghiera, tanta misericordia verso l’uomo, verso il fratello, come hai Tu. Ti ringrazio mio Signore di questi buoni propositi. Ringrazio la tua Mamma, la Madre della Redenzione, che ha dato al mondo attraverso Te, attraverso questa umile serva, il Movimento Apostolico. L’uomo non comprende che io vivo per Te e per questo riesco ad amare e perdonare. Ringraziamo di questi buoni propositi il Signore Dio nostro, la Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli e i Santi. Questa sera cibiamoci del Corpo e del Sangue di Cristo, ascoltando la voce di colui che grida nel deserto: “Convertitevi e credete al Vangelo”. Che il Santo Rosario porti pace nei cuori. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche e per tutti coloro che si affidano alle nostre preghiere, per gli ammalati e per la pace nel mondo. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 386 TESTO COMMENTATO Beato chi teme il Signore. Siano benedetti i suoi passi. Sia benedetta la sua bocca. Pentendosi si converte, allontanando i peccati. Il timore del Signore per un uomo è tutto e tutto è nel timore del Signore. Leggiamo nel Salmo: Beato l’uomo che teme il Signore e nei suoi precetti trova grande gioia. Potente sulla terra sarà la sua stirpe, la discendenza degli uomini retti sarà benedetta. Prosperità e ricchezza nella sua casa, la sua giustizia rimane per sempre. Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti: misericordioso, pietoso e giusto. Felice l’uomo pietoso che dà in prestito, amministra i suoi beni con giustizia. Egli non vacillerà in eterno: eterno sarà il ricordo del giusto. Cattive notizie non avrà da temere, saldo è il suo cuore, confida nel Signore. Sicuro è il suo cuore, non teme, finché non vedrà la rovina dei suoi nemici. Egli dona largamente ai poveri, la sua giustizia rimane per sempre, la sua fronte s’innalza nella gloria. Il malvagio vede e va in collera, digrigna i denti e si consuma. Ma il desiderio dei malvagi va in rovina. (Sal 112 (111), 1-10). Leggiamo nel Libro della Sapienza: Ogni sapienza viene dal Signore e con lui rimane per sempre. La sabbia del mare, le gocce della pioggia e i giorni dei secoli chi li potrà contare? L’altezza del cielo, la distesa della terra e le profondità dell’abisso chi le potrà esplorare? Prima d’ogni cosa fu creata la sapienza e l’intelligenza prudente è da sempre. Fonte della sapienza è la parola di Dio nei cieli, le sue vie sono i comandamenti eterni. La radice della sapienza a chi fu rivelata? E le sue sottigliezze chi le conosce? Ciò che insegna la sapienza a chi fu manifestato? La sua grande esperienza chi la comprende? Uno solo è il sapiente e incute timore, seduto sopra il suo trono. Il Signore stesso ha creato la sapienza, l’ha vista e l’ha misurata, l’ha effusa su tutte le sue opere, a ogni mortale l’ha donata con generosità, l’ha elargita a quelli che lo amano. L’amore del Signore è sapienza che dà gloria, a quanti egli appare, la dona perché lo contemplino. Il timore del Signore è gloria e vanto, gioia e corona d’esultanza. Il timore del Signore allieta il cuore, dà gioia, diletto e lunga vita. Il timore del Signore è dono del Signore, esso conduce sui sentieri dell’amore. Chi teme il Signore avrà un esito felice, nel giorno della sua morte sarà benedetto. 387 Principio di sapienza è temere il Signore; essa fu creata con i fedeli nel seno materno. Ha posto il suo nido tra gli uomini con fondamenta eterne, abiterà fedelmente con i loro discendenti. Pienezza di sapienza è temere il Signore; essa inebria di frutti i propri fedeli. Riempirà loro la casa di beni desiderabili e le dispense dei suoi prodotti. Corona di sapienza è il timore del Signore; essa fa fiorire pace e buona salute. L’una e l’altra sono doni di Dio per la pace e si estende il vanto per coloro che lo amano. Egli ha visto e misurato la sapienza, ha fatto piovere scienza e conoscenza intelligente, ha esaltato la gloria di quanti la possiedono. Radice di sapienza è temere il Signore, i suoi rami sono abbondanza di giorni. Il timore del Signore tiene lontani i peccati, chi vi persevera respinge ogni moto di collera. La collera ingiusta non si potrà scusare, il traboccare della sua passione sarà causa di rovina. Il paziente sopporta fino al momento giusto, ma alla fine sgorgherà la sua gioia. Fino al momento opportuno terrà nascoste le sue parole e le labbra di molti celebreranno la sua saggezza. Fra i tesori della sapienza ci sono massime sapienti, ma per il peccatore è obbrobrio la pietà verso Dio. Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti e il Signore te la concederà. Il timore del Signore è sapienza e istruzione, egli si compiace della fedeltà e della mansuetudine. Non essere disobbediente al timore del Signore e non avvicinarti ad esso con cuore falso. Non essere ipocrita davanti agli uomini e fa’ attenzione alle parole che dici Non esaltarti, se non vuoi cadere e attirare su di te il disonore; il Signore svelerà i tuoi segreti e ti umilierà davanti all’assemblea, perché non ti sei avvicinato al timore del Signore e il tuo cuore è pieno d’inganno. (Sap 1,130). Chi teme il Signore, se pecca per fragilità, subito si pente, si rialza e chiede al Signore la grazia di non peccare mai più. Chi non teme il Signore non solo pecca per fragilità, ma anche per malizia, cattiveria, malvagità. Chi non teme il Signore scivola di peccato in peccato, senza mai arrestarsi. Chi non teme il Signore può commettere i più orrendi peccati, Il Signore nostro Gesù Cristo è buono, giusto, misericordioso. Vuole che tutte le sue creature si accostino alla Consacrazione Eucaristica con cuore retto e puro. L’Eucaristia è l’alimento dell’uomo spirituale nato da acqua e da Spirito Santo. Essa dona ogni forza per vivere di Gesù e per Gesù. Accostandosi ad essa con cuore retto e puro, chi la riceve si eleva in carità, in fede, in speranza. Diviene forte contro la tentazione. Si eleva di virtù in virtù, allontanandosi dal vizio. L’Eucaristia è il vero antidoto contro il peccato. Essa ci fa veri timorati di Dio. Veri adoratori di Dio nella santità del corpo e dell’anima. 388 Oggi la generazione è perversa, non vuole salvarsi, preferisce il male al bene, le tenebre alla luce. La perversione è cambiamento di natura. L’uomo che è ad immagine e somiglianza di Dio “naturalmente” dovrebbe cercare il Signore, la sua volontà, la sua Parola, i suoi Comandamenti, il suo Vangelo. “Naturalmente” dovrebbe tendere verso di Lui. Invece cosa fa? “Naturalmente” corre verso il male, il peccato, la trasgressione, la violazione della Santa Legge. La perversione è il frutto del peccato. Più l’uomo si immerge nel peccato e più si perverte. Più cammina nella grazia e più si converte. Nel peccato con facilità corre verso il male. Nella grazia con facilità corre verso il bene. Un passo del Libro della Sapienza ci illustrerà questa perversione e malvagità naturale. Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose. Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato, perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore. Tu hai odiato gli antichi abitanti della tua terra santa, perché compivano delitti ripugnanti, pratiche di magia e riti sacrileghi. Questi spietati uccisori dei loro figli, divoratori di visceri in banchetti di carne umana e di sangue, iniziati in orgiastici riti, genitori che uccidevano vite indifese, hai voluto distruggere per mezzo dei nostri padri, perché la terra a te più cara di tutte ricevesse una degna colonia di figli di Dio. Ma hai avuto indulgenza anche di costoro, perché sono uomini, mandando loro vespe come avanguardie del tuo esercito, perché li sterminassero a poco a poco. Pur potendo in battaglia dare gli empi nelle mani dei giusti, oppure annientarli all’istante con bestie terribili o con una parola inesorabile, giudicando invece a poco a poco, lasciavi posto al pentimento, sebbene tu non ignorassi che la loro razza era cattiva e la loro malvagità innata, e che la loro mentalità non sarebbe mai cambiata, perché era una stirpe maledetta fin da principio; e non perché avessi timore di qualcuno tu concedevi l’impunità per le cose in cui avevano peccato. E chi domanderà: «Che cosa hai fatto?», o chi si opporrà a una tua sentenza? Chi ti citerà in giudizio per aver fatto perire popoli che tu avevi creato? Chi si costituirà contro di te come difensore di uomini ingiusti? Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto. Né un re né un sovrano potrebbero affrontarti in difesa di quelli che hai punito. Tu, essendo giusto, governi tutto con giustizia. Consideri incompatibile con la tua potenza condannare chi non merita il castigo. 389 La tua forza infatti è il principio della giustizia, e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti. Mostri la tua forza quando non si crede nella pienezza del tuo potere, e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono. Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza, perché, quando vuoi, tu eserciti il potere. Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini, e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento. Se infatti i nemici dei tuoi figli, pur meritevoli di morte, tu hai punito con tanto riguardo e indulgenza, concedendo tempo e modo per allontanarsi dalla loro malvagità, con quanta maggiore attenzione hai giudicato i tuoi figli, con i cui padri concludesti, giurando, alleanze di così buone promesse! Mentre dunque correggi noi, tu colpisci i nostri nemici in tanti modi, perché nel giudicare riflettiamo sulla tua bontà e ci aspettiamo misericordia, quando siamo giudicati. Perciò quanti vissero ingiustamente con stoltezza tu li hai tormentati con i loro stessi abomini. Essi si erano allontanati troppo sulla via dell’errore, scambiando per dèi gli animali più abietti e più ripugnanti, ingannati come bambini che non ragionano. Per questo, come a fanciulli irragionevoli, hai mandato un castigo per prenderti gioco di loro. Ma chi non si lascia correggere da punizioni derisorie, sperimenterà un giudizio degno di Dio. Infatti, soffrendo per questi animali, s’indignavano perché puniti con gli stessi esseri che stimavano dèi, e capirono e riconobbero il vero Dio, che prima non avevano voluto conoscere. Per questo la condanna suprema si abbatté su di loro. (Sap 12,1-27). Un passo del Vangelo ci ricorderà che anche Gesù parlava di “Questa generazione perversa”. Allora alcuni scribi e farisei gli dissero: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Nel giorno del giudizio, quelli di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone! (Mt 12,38-42). E ancora: I farisei e i sadducei si avvicinarono per metterlo alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo. Ma egli rispose loro: «Quando si fa sera, voi dite: “Bel tempo, perché il cielo rosseggia”; e al mattino: “Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo”. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi? Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona». Li lasciò e se ne andò. (Mt 16,1-4). 390 Sempre nel Vangelo secondo Matteo: Appena ritornati presso la folla, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo». E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito. (Mt 17,14-18). La generazione perversa è sorda ad ogni invito a seguire la verità della sua natura. Il Signore è la luce dei nostri occhi, la luce che dà tanta gioia, tanta serenità. È proprio della natura convertita seguire la luce, camminare nella luce, procedere di luce in luce. La luce vera è solo uno: Gesù Signore. Chi è convertito cammina dietro Gesù, rinnegando ogni giorno se stesso e portando la sua croce. Oggi chi parla della verità evangelica spesso viene deriso. Ma l’uomo che appartiene a Dio, che teme il Signore, di nulla si deve importare, perché deve essere certo che il giorno in cui sarà chiamato al suo cospetto, dirà: “Vieni, vieni benedetto del Padre”. Ogni persona che vive di Parola e per la Parola, che annunzia, ricorda, proclama la verità evangelica sarà sempre deriso. La derisione e l’opposizione possono trasformarsi in calunnia ed anche in crocifissione spirituale e fisica. Chi è di Cristo Gesù e per Cristo Gesù deve vivere con una grande fede nel cuore: ogni sofferenza subita a causa del mondo sarà trasformata da Gesù in gloria, in risurrezione, in frutto di salvezza e di conversione. Ogni sofferenza vissuta per il Vangelo spalancherà le porte del Paradiso. Incontro andrà la Madonnina, gli Angeli, i Santi, tutti i Cherubini, i Serafini accompagnando l’anima a Dio. È questa la fede che deve spingere chi è del Vangelo e per il Vangelo: La Vergine Maria con il Cielo tutto accompagneranno l’anima al cospetto di Dio. Gliela consegneranno perché l’accolga nel suo Paradiso. Con questa fede forte, robusta, tenace, invincibile si supererà ogni prova, ogni ostacolo, ogni tentazione, ogni mortificazione, ogni croce. Questa fede spiana i nostri passi verso la beatitudine eterna. Allora non è meglio che ci convertiamo? La fede vera deve condurci ad una conversione vera. Se la conversione non è vera è segno che neanche la fede è vera. Il Signore ci ama tutti, vuole tutti alla casa del Padre, lavorando nella sua Vigna. 391 La fede nessuno la può vivere nel segreto del suo cuore. La fede ognuno la deve comunicare, donare, offrire al mondo intero. Come? Annunziando e ricordando la Parola di Gesù. Lavorando nella Vigna del Signore con tanto amore, umiltà vera carità. Come il contadino consuma se stesso nel lavoro del suo campo, vive per il suo campo, diventa una cosa sola con il suo campo, così deve essere per ogni buon lavoratore nella Vigna del Signore. Il buon lavoratore diviene una cosa sola con la Vigna di Dio. La sua vita è la Vigna di Dio e la Vigna di Dio è la sua vita. Una riflessione del Siracide ci può aiutare a comprendere questa verità. La riuscita di un’opera è nella dedizione, consacrazione ad essa. La sapienza dello scriba sta nel piacere del tempo libero, chi si dedica poco all’attività pratica diventerà saggio. Come potrà divenire saggio chi maneggia l’aratro e si vanta di brandire un pungolo, spinge innanzi i buoi e si occupa del loro lavoro e parla solo di vitelli? Dedica il suo cuore a tracciare solchi e non dorme per dare il foraggio alle giovenche. Così ogni artigiano e costruttore che passa la notte come il giorno: quelli che incidono immagini per sigilli e con pazienza cercano di variare le figure, dedicano il cuore a riprodurre bene il disegno e stanno svegli per terminare il lavoro. Così il fabbro che siede vicino all’incudine ed è intento al lavoro del ferro: la vampa del fuoco gli strugge le carni, e col calore della fornace deve lottare; il rumore del martello gli assorda gli orecchi, i suoi occhi sono fissi sul modello di un oggetto, dedica il suo cuore a finire il lavoro e sta sveglio per rifinirlo alla perfezione. Così il vasaio che è seduto al suo lavoro e con i suoi piedi gira la ruota, è sempre in ansia per il suo lavoro, si affatica a produrre in gran quantità. Con il braccio imprime una forma all’argilla, mentre con i piedi ne piega la resistenza; dedica il suo cuore a una verniciatura perfetta e sta sveglio per pulire la fornace. Tutti costoro confidano nelle proprie mani, e ognuno è abile nel proprio mestiere. Senza di loro non si costruisce una città, nessuno potrebbe soggiornarvi o circolarvi. Ma essi non sono ricercati per il consiglio del popolo, nell’assemblea non hanno un posto speciale, non siedono sul seggio del giudice e non conoscono le disposizioni della legge. Non fanno brillare né l’istruzione né il diritto, non compaiono tra gli autori di proverbi, ma essi consolidano la costruzione del mondo, e il mestiere che fanno è la loro preghiera. Differente è il caso di chi si applica a meditare la legge dell’Altissimo. (Sir 38,24-34). 392 Egli ricerca la sapienza di tutti gli antichi e si dedica allo studio delle profezie. Conserva i detti degli uomini famosi e penetra le sottigliezze delle parabole, ricerca il senso recondito dei proverbi e si occupa degli enigmi delle parabole. Svolge il suo compito fra i grandi, lo si vede tra i capi, viaggia in terre di popoli stranieri, sperimentando il bene e il male in mezzo agli uomini. Gli sta a cuore alzarsi di buon mattino per il Signore, che lo ha creato; davanti all’Altissimo fa la sua supplica, apre la sua bocca alla preghiera e implora per i suoi peccati. Se il Signore, che è grande, vorrà, egli sarà ricolmato di spirito d’intelligenza: come pioggia effonderà le parole della sua sapienza e nella preghiera renderà lode al Signore. Saprà orientare il suo consiglio e la sua scienza e riflettere sui segreti di Dio. Manifesterà la dottrina del suo insegnamento, si vanterà della legge dell’alleanza del Signore. Molti loderanno la sua intelligenza, egli non sarà mai dimenticato; non scomparirà il suo ricordo, il suo nome vivrà di generazione in generazione. I popoli parleranno della sua sapienza, l’assemblea proclamerà la sua lode. Se vivrà a lungo, lascerà un nome più famoso di mille altri e quando morrà, avrà già fatto abbastanza per sé. Dopo aver riflettuto, parlerò ancora, sono pieno come la luna nel plenilunio. Ascoltatemi, figli santi, e crescete come una rosa che germoglia presso un torrente. Come incenso spargete buon profumo, fate sbocciare fiori come il giglio, alzate la voce e cantate insieme, benedite il Signore per tutte le sue opere. Magnificate il suo nome e proclamate la sua lode, con i canti delle labbra e con le cetre, e nella vostra acclamazione dite così: Quanto sono belle tutte le opere del Signore! Ogni suo ordine si compirà a suo tempo! Non bisogna dire: «Che cos’è questo? Perché quello?». Tutto infatti sarà esaminato a suo tempo. Alla sua parola l’acqua si arresta come una massa, a un detto della sua bocca si aprono i serbatoi delle acque. A un suo comando si realizza quanto egli vuole, e nessuno potrà sminuire la sua opera di salvezza. Le opere di ogni uomo sono davanti a lui, non è possibile nascondersi ai suoi occhi; egli guarda da un’eternità all’altra, nulla è straordinario davanti a lui. Non bisogna dire: «Che cos’è questo? Perché quello?». Tutto infatti è stato creato con uno scopo preciso. La sua benedizione si diffonde come un fiume e come un diluvio inebria la terra. Così i popoli erediteranno la sua ira, come trasformò le acque in deserto salato. Le sue vie sono diritte per i santi, ma per gli empi sono piene d’inciampi. Per i buoni i beni furono creati sin da principio, allo stesso modo i mali per i peccatori. Le cose di prima necessità per la vita dell’uomo sono: acqua, fuoco, ferro, sale, farina di frumento, latte, miele, succo di uva, olio e vestito. Tutte queste cose sono un bene per i buoni, allo stesso modo si volgono in male per i peccatori. Ci sono venti creati per castigare e nella loro furia rafforzano i loro flagelli; quando verrà la fine, scateneranno violenza e placheranno lo sdegno del loro creatore. Fuoco, grandine, fame e morte sono tutte cose create per il castigo. Denti delle fiere, scorpioni, vipere e spade vendicatrici sono per la rovina degli 393 empi. Si rallegrano quando lui li comanda, stanno pronti sulla terra secondo il bisogno e al momento opportuno non trasgrediscono la sua parola. Di questo ero convinto fin dal principio, vi ho riflettuto e l’ho messo per iscritto: «Le opere del Signore sono tutte buone; egli provvederà a ogni necessità a suo tempo». Non bisogna dire: «Questo è peggiore di quello». Tutto infatti al tempo giusto sarà riconosciuto buono. E ora cantate inni con tutto il cuore e con la bocca, e benedite il nome del Signore. (Sir 39,1-35). Così deve essere per ogni lavoratore della Vigna del Signore. Chi si dedica poco, fruttifica poco. Chi si dedica per niente, il niente sarà il suo frutto. Chi si consacra molto, molto frutto produrrà. La Vergine Maria ci accompagna in questo lungo cammino di deserto, ci prende per mano e ci guida sulla verità evangelica tutta intera. È questa la nostra fede: nella nostra missione non siamo soli. Il deserto è lungo. La Vergine Maria è con noi. È Lei la nostra guida sulla verità evangelica. Con Lei cresceremo di verità in verità, di carità in carità, di speranza in speranza. La Vergine Maria va però invocata con tanta umiltà. L’umiltà è vedere il nostro niente, la nostra povertà e chiedere a Lei che ci ottenga da Gesù ogni grazia. Chi dice sì al Signore viene tentato dall’uomo e da Satana. Il Signore lo permette perché ci vuole provare come Giobbe. Chi vuole servire il Signore deve sempre preparare il suo cuore alla tentazione. Ecco l’insegnamento che ci viene dal Libro dei Proverbi. Figlio, se ti presenti per servire il Signore, prepàrati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose, perché l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore. Nelle malattie e nella povertà confida in lui. Affìdati a lui ed egli ti aiuterà, raddrizza le tue vie e spera in lui. Voi che temete il Signore, aspettate la sua misericordia e non deviate, per non cadere. Voi che temete il Signore, confidate in lui, e la vostra ricompensa non verrà meno. Voi che temete il Signore, sperate nei suoi benefici, nella felicità eterna e nella misericordia, poiché la sua ricompensa è un dono eterno e gioioso. Considerate le generazioni passate e riflettete: chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso? O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato? O chi 394 lo ha invocato e da lui è stato trascurato? Perché il Signore è clemente e misericordioso, perdona i peccati e salva al momento della tribolazione. Guai ai cuori pavidi e alle mani indolenti e al peccatore che cammina su due strade! Guai al cuore indolente che non ha fede, perché non avrà protezione. Guai a voi che avete perduto la perseveranza: che cosa farete quando il Signore verrà a visitarvi? Quelli che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole, quelli che lo amano seguono le sue vie. Quelli che temono il Signore cercano di piacergli, quelli che lo amano si saziano della legge. Quelli che temono il Signore tengono pronti i loro cuori e si umiliano al suo cospetto. «Gettiamoci nelle mani del Signore e non in quelle degli uomini; poiché come è la sua grandezza, così è anche la sua misericordia». (sir 2,1-18). La prova è il valore di un uomo. La tentazione è la prova di chi vuole servire il Signore. Non pensate mai a giudicare gli altri. Provate a perdonarli, ad amarli, a chiedere perdono a Gesù, a dire: “Signore, io voglio stare con te. Fammi buona. Allontanami dal peccato. Sono una creatura fragile, debole, però ti amo. Ti amo di un amore grande. Ti amo perché Tu sei l’Eterno Amore. Ti amo senza mai stancarmi. Ti amo perché Tu sei la luce dei miei occhi, la luce del mio cuore, la luce che guida i miei passi”. Giudicare gli altri è non aver compreso che siamo tutti nella prova. La prova non è per il nostro male, è per il nostro bene. La prova è perché noi cresciamo nella più grande santità. Nella prova dobbiamo aggrapparci solo a Gesù e alla Madre sua. Sono Loro che ci salvano, che ci aiutano a non cadere nella tentazione. Sono loro che ci danno ogni forza per superare la prova. La prova è superata quando si trasforma tutto in grande carità: carità di perdono, carità di offerta, carità di espiazione, carità di sacrificio, carità di dono. Nella carità si offre la vita per il mondo intero. Nella nostra carità è la salvezza del mondo. Se giudichiamo, condanniamo, accusiamo, non possiamo più vivere di carità. Siamo caduti nella tentazione. Non abbiamo superato la prova. Molte volte la prova è dura, è pesante. Non ti comprende nessuno. Tu sai la verità, mio Signore. Quando scegli una creatura Tu sai che è disposta a fare qualsiasi cosa: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”. Tu sai, mio Signore, che la creatura fragile che hai scelto cammina al comando del Cielo tutto. Questo brano è autobiografico. L’Ispiratrice parla di se stessa. 395 Ogni giorno il Signore la mette alla prova. Come? C’è l’Ispiratrice e c’è il mondo intero. L’Ispiratrice riceve un comando del Signore incomprensibile, misterioso, arcano, soprannaturale, celeste. Essa non comprende, obbedisce. Tutti gli altri la tentano perché le fanno comprendere che quanto ella sta facendo non viene dal Cielo, viene dalla terra. Essa sceglie di obbedire sempre al Signore, avvolta dal fitto mistero che la circonda e la sommerge. È questa la sua fortezza: obbedire senza comprendere. Obbedire e basta. Obbedire senza ascoltare nessuno. Il Signore chiede a lei un’obbedienza a prova di totale fiducia. “Fidati e basta!”. “Va’ e basta!”. “Obbedisci e basta!”. Molte volte non riesci a spiegarti perché è accaduta quella cosa. Ma che ti importa. Preghi e il Signore ti rasserena. La fede non è sempre un qualcosa di comprensibile. La fede è ascolto. La fede è vivere nel mistero e per il mistero. La fede è lasciarsi trasportare dal mistero come i venti trasportano una barca a vela. La fede non è pronta spiegazione del mistero. Il mistero si comprende sempre dopo l’obbedienza. Prima viene l’obbedienza e poi la comprensione. Nella preghiera si obbedisce e l’anima si rasserena. Ti porta e ti conduce per mano la Madonnina e ti dice: “Non temere. È Gesù. Noi siamo con te. Non ti abbandoniamo. Non ti lasciamo sola”. Il vento che spinge la barca a vela della nostra fede è la Vergine Maria, Madre della Redenzione. Se camminiamo con Lei, per Lei, nel suo grande amore, saremo sempre pronti all’obbedienza. Nell’obbedienza è la nostra pace. Il mistero si può attraversare in un solo modo: obbedendo. Gesù ha lasciato lo Spirito Santo ai suoi Apostoli, a tutti noi. Lo Spirito Santo illumina e guida sempre i passi perché la creatura del Padre che ha saputo dire sì, dice: “Sii beato, o mio Signore, io ti lodo e ti benedico”. Qual è la relazione tra lo Spirito Santo e il mistero da attraversare? 396 Lo Spirito Santo è Spirito di Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà, Timore del Signore. Nel momento della prova, se noi lo invochiamo, ci ricolma di fortezza, pietà, timore del Signore. Con Lui dentro di noi, che agisce in noi, possiamo superare ogni prova. Superata la prova, la tentazione, sempre se noi lo invochiamo, a poco a poco ci ricolma anche di sapienza, intelletto, consiglio, scienza. Con Lui dentro di noi, che opera in noi, iniziamo a comprendere qualcosa del mistero nel quale il Signore ci ha inabissati. Pensiamo per un istante al mistero nel quale in un istante fu inabissato Giobbe. Viveva nella terra di Us un uomo chiamato Giobbe, integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male. Gli erano nati sette figli e tre figlie; possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e una servitù molto numerosa. Quest’uomo era il più grande fra tutti i figli d’oriente. I suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme. Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti per ognuno di loro. Giobbe infatti pensava: «Forse i miei figli hanno peccato e hanno maledetto Dio nel loro cuore». Così era solito fare Giobbe ogni volta. Ora, un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò in mezzo a loro. Il Signore chiese a Satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo». Il Signore disse a Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male». Satana rispose al Signore: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? Non sei forse tu che hai messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quello che è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e i suoi possedimenti si espandono sulla terra. Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha, e vedrai come ti maledirà apertamente!». Il Signore disse a Satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stendere la mano su di lui». Satana si ritirò dalla presenza del Signore. Un giorno accadde che, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del fratello maggiore, un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi. I Sabei hanno fatto irruzione, li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo». Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è appiccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato soltanto io per raccontartelo». 397 Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldei hanno formato tre bande: sono piombati sopra i cammelli e li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo». Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, quand’ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato soltanto io per raccontartelo». Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò e disse: «Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!». In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto. (Gb 1,122). Accadde, un giorno, che i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore, e anche Satana andò in mezzo a loro a presentarsi al Signore. Il Signore chiese a Satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo». Il Signore disse a Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male. Egli è ancora saldo nella sua integrità; tu mi hai spinto contro di lui per rovinarlo, senza ragione». Satana rispose al Signore: «Pelle per pelle; tutto quello che possiede, l’uomo è pronto a darlo per la sua vita. Ma stendi un poco la mano e colpiscilo nelle ossa e nella carne e vedrai come ti maledirà apertamente!». Il Signore disse a Satana: «Eccolo nelle tue mani! Soltanto risparmia la sua vita». Satana si ritirò dalla presenza del Signore e colpì Giobbe con una piaga maligna, dalla pianta dei piedi alla cima del capo. Giobbe prese un coccio per grattarsi e stava seduto in mezzo alla cenere. Allora sua moglie disse: «Rimani ancora saldo nella tua integrità? Maledici Dio e muori!». Ma egli le rispose: «Tu parli come parlerebbe una stolta! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremmo accettare il male?». In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra. Tre amici di Giobbe vennero a sapere di tutte le disgrazie che si erano abbattute su di lui. Partirono, ciascuno dalla sua contrada, Elifaz di Teman, Bildad di Suach e Sofar di Naamà, e si accordarono per andare a condividere il suo dolore e a consolarlo. Alzarono gli occhi da lontano, ma non lo riconobbero. Levarono la loro voce e si misero a piangere. Ognuno si stracciò il mantello e lanciò polvere verso il cielo sul proprio capo. Poi sedettero accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti. Nessuno gli rivolgeva una parola, perché vedevano che molto grande era il suo dolore. (Gb 2,1-13). Giobbe, uomo forte per la sua pietà e il timore del Signore, pregò Dio e Dio lo risollevò dalla sua afflizione. Alla fine della prova aveva compreso che il mistero di Dio è veramente impenetrabile. Ecco la sua confessione finale. 398 Giobbe prese a dire al Signore: «Comprendo che tu puoi tutto e che nessun progetto per te è impossibile. Chi è colui che, da ignorante, può oscurare il tuo piano? Davvero ho esposto cose che non capisco, cose troppo meravigliose per me, che non comprendo. Ascoltami e io parlerò, io t’interrogherò e tu mi istruirai! Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto. Perciò mi ricredo e mi pento sopra polvere e cenere». Dopo che il Signore ebbe rivolto queste parole a Giobbe, disse a Elifaz di Teman: «La mia ira si è accesa contro di te e contro i tuoi due amici, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe. Prendete dunque sette giovenchi e sette montoni e andate dal mio servo Giobbe e offriteli in olocausto per voi. Il mio servo Giobbe pregherà per voi e io, per riguardo a lui, non punirò la vostra stoltezza, perché non avete detto di me cose rette come il mio servo Giobbe». Elifaz di Teman, Bildad di Suach e Sofar di Naamà andarono e fecero come aveva detto loro il Signore e il Signore ebbe riguardo di Giobbe. Il Signore ristabilì la sorte di Giobbe, dopo che egli ebbe pregato per i suoi amici. Infatti il Signore raddoppiò quanto Giobbe aveva posseduto. Tutti i suoi fratelli, le sue sorelle e i suoi conoscenti di prima vennero a trovarlo; banchettarono con lui in casa sua, condivisero il suo dolore e lo consolarono di tutto il male che il Signore aveva mandato su di lui, e ognuno gli regalò una somma di denaro e un anello d’oro. Il Signore benedisse il futuro di Giobbe più del suo passato. Così possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine. 13 Ebbe anche sette figli e tre figlie. Alla prima mise nome Colomba, alla seconda Cassia e alla terza Argentea. In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe e il loro padre le mise a parte dell’eredità insieme con i loro fratelli. Dopo tutto questo, Giobbe visse ancora centoquarant’anni e vide figli e nipoti per quattro generazioni. Poi Giobbe morì, vecchio e sazio di giorni. (Gb 42,117). Il mistero mai si potrà comprendere appieno perché è un abisso insondabile. Il cuore, ricolmo di Spirito Santo, però si rasserena invocandolo. Gesù sa dare amore. Ma è l’uomo che non comprende la fortezza del cuore che Gesù dà a colei o colui che sceglie. L’amore che Gesù dona è anche attraverso una parola forte, capace di far vibrare anche gli stipiti delle porte della sua Casa. Cosa che avvenne con Isaia quando i Serafini cantavano la sua gloria. Nell’anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i 399 piedi e con due volava. 3Proclamavano l’uno all’altro, dicendo: «Santo, santo, santo il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria». Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi: «Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti». Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato». Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!». Egli disse: «Va’ e riferisci a questo popolo: “Ascoltate pure, ma non comprenderete, osservate pure, ma non conoscerete” Rendi insensibile il cuore di questo popolo, rendilo duro d’orecchio e acceca i suoi occhi, e non veda con gli occhi né oda con gli orecchi né comprenda con il cuore né si converta in modo da essere guarito». Io dissi: «Fino a quando, Signore?». Egli rispose: «Fino a quando le città non siano devastate, senza abitanti, le case senza uomini e la campagna resti deserta e desolata». Il Signore scaccerà la gente e grande sarà l’abbandono nella terra. Ne rimarrà una decima parte, ma sarà ancora preda della distruzione come una quercia e come un terebinto, di cui alla caduta resta il ceppo: seme santo il suo ceppo. (Is 6,1-13). È questa la fortezza dell’amore di Gesù. Ma l’uomo non comprende la fortezza dell’amore che Gesù manifesta attraverso Colui o Colei che Lui ha scelto e la chiama durezza, asprezza. Chi chiama asprezza e durezza la fortezza e fermezza dell’amore di Gesù di sicuro possiede un cuore non ancora pieno di Spirito Santo. È un cuore nel quale ancora albergano molti pensieri umani. È un cuore ancora non del tutto convertito. È un cuore ancora non all’unisono con il cuore di Cristo Gesù. C’è un divario tra i sentimenti del suo cuore e l’amore del cuore di Gesù Signore. Madre Santa, Madre Benedetta, Madre Soccorritrice, Madre della Redenzione, aiutaci, prendici per mano e guidaci verso tuo Figlio Gesù. Fa’ che noi, amando con tutto il cuore Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo, crediamo sempre: “Io sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio fuori che me”. Come facciamo ad abolire questo divario, questa distanza che sovente si trasforma anche in giudizio e spesso in ribellione contro Colui o Colei che Gesù ha inviato proprio per manifestarci la bellezza del suo Amore Eterno? 400 Ancora una volta chi può venirci in aiuto è Lei, la Vergine Maria, Madre della Redenzione. È Lei che ci deve a poco a poco svelare l’amore di Gesù ed è Lei che in questo amore ci deve introdurre, prendendoci per mano. È Lei che ci Comandamento. deve ammaestrare perché noi viviamo il primo Si vive il primo Comandamento rispondendo a Dio come Lei ha risposto nella casa di Nazaret: “Avvenga di me secondo la tua Parola”. “Avvenga di me solo secondo la tua Parola”. “Non voglio conoscere altre parole sulle quali fondare la mia vita, al di fuori della Tua”. “Tu solo, mio Dio, hai Parole di vita eterna”. Non voglio avere altro Dio, mio Signore. Solo Te. Quando Tu comandi, dammi la forza di diventare sorda, cieca, muta per l’uomo e ascoltare soltanto la tua voce, anche se molte volte è una prova dura. Ma io vado avanti, perché Tu sei il mio Signore. Ti ringrazio, Ti benedico, Ti lodo. Chi vuole obbedire, deve avere un cuore sempre orante, in preghiera. La preghiera deve precedere la prova, seguirla, accompagnarla. Senza la preghiera antecedente, noi non vediamo la prova. Non vediamo la tentazione. Cadiamo facilmente. Senza la preghiera che ci accompagna per tutto il tempo della prova, della tentazione, manchiamo di grazia attuale. Non abbiamo la forza per superarla. Senza la preghiera susseguente la prova e la tentazione, cadiamo nella rilassatezza, nell’ozio spirituale. Apriamo il nostro cuore e la nostra anima al tentatore e la nostra rovina potrebbe essere grande. Il Movimento Apostolico è amato da Te e l’uomo non deve dubitare, perché Tu come una lumaca arrivi dappertutto, con il tuo tempo, mai con il nostro. Occorre tanta preghiera, tanta misericordia verso l’uomo, verso il fratello, come hai Tu. Il Movimento Apostolico è sempre provato dal Signore. È provato perché il Signore lo vuole santo, perfetto, puro, immacolato. Il Signore vuole il suo Movimento Apostolico pieno di grazia e di verità. Mentre cammina e avanza nella storia, il Movimento Apostolico è sempre sotto lo sguardo attento, vigile di Gesù e della Madre sua. Noi tutti però siamo uomini, fatti di tempo. Vorremmo abolire il tempo dal cammino del Movimento Apostolico. Per noi un’ora è un’ora e un anno un anno. Per il Signore il tempo non esiste. Lui è l’eterno e lavora sempre con la sua eternità. Ecco come la Scrittura ci annuncia questo mistero. Preghiera. Di Mosè, uomo di Dio. Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. 401 Prima che nascessero i monti e la terra e il mondo fossero generati, da sempre e per sempre tu sei, o Dio. Tu fai ritornare l’uomo in polvere, quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo». Mille anni, ai tuoi occhi, sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte. Tu li sommergi: sono come un sogno al mattino, come l’erba che germoglia; al mattino fiorisce e germoglia, alla sera è falciata e secca. Sì, siamo distrutti dalla tua ira, atterriti dal tuo furore! Davanti a te poni le nostre colpe, i nostri segreti alla luce del tuo volto. Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua collera, consumiamo i nostri anni come un soffio. Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, e il loro agitarsi è fatica e delusione; passano presto e noi voliamo via. Chi conosce l’impeto della tua ira e, nel timore di te, la tua collera? Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi servi! Saziaci al mattino con il tuo amore: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti, per gli anni in cui abbiamo visto il male. Si manifesti ai tuoi servi la tua opera e il tuo splendore ai loro figli. Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,l’opera delle nostre mani rendi salda. (Sal 90 (89), 1-17). Questa, o carissimi, è già la seconda lettera che vi scrivo, e in tutte e due con i miei avvertimenti cerco di ridestare in voi il giusto modo di pensare, perché vi ricordiate delle parole già dette dai santi profeti e del precetto del Signore e salvatore, che gli apostoli vi hanno trasmesso. Questo anzitutto dovete sapere: negli ultimi giorni si farà avanti gente che si inganna e inganna gli altri e che si lascia dominare dalle proprie passioni. Diranno: «Dov’è la sua venuta, che egli ha promesso? Dal giorno in cui i nostri padri chiusero gli occhi, tutto rimane come al principio della creazione». Ma costoro volontariamente dimenticano che i cieli esistevano già da lungo tempo e che la terra, uscita dall’acqua e in mezzo all’acqua, ricevette la sua forma grazie alla parola di Dio, e che per le stesse ragioni il mondo di allora, sommerso dall’acqua, andò in rovina. Ora, i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima Parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della rovina dei malvagi. Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli spariranno in un grande boato, gli elementi, consumati dal calore, si dissolveranno e la terra, con tutte le sue opere, sarà distrutta. 402 Dato che tutte queste cose dovranno finire in questo modo, quale deve essere la vostra vita nella santità della condotta e nelle preghiere, mentre aspettate e affrettate la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli in fiamme si dissolveranno e gli elementi incendiati fonderanno! Noi infatti, secondo la sua promessa, aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia. Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia. La magnanimità del Signore nostro consideratela come salvezza: così vi ha scritto anche il nostro carissimo fratello Paolo, secondo la sapienza che gli è stata data, come in tutte le lettere, nelle quali egli parla di queste cose. In esse vi sono alcuni punti difficili da comprendere, che gli ignoranti e gli incerti travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina. Voi dunque, carissimi, siete stati avvertiti: state bene attenti a non venir meno nella vostra fermezza, travolti anche voi dall’errore dei malvagi. Crescete invece nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo. A lui la gloria, ora e nel giorno dell’eternità. Amen. (2Pt 3,1-18). Il Signore è il Signore e adempie la sua Parola. In un solo istante Lui sconvolge il Cielo e la terra e quanto vi è in essi. Nella preghiera noi attendiamo con pazienza questo istante. Nella preghiera conosciamo che il nostro è sempre tempo di prova e grande pietà e ci disponiamo al grande amore e alla grande compassione per tutti i nostri fratelli. Ti ringrazio mio Signore di questi buoni propositi. Ringrazio la tua Mamma, la Madre della Redenzione, che ha dato al mondo attraverso Te, attraverso questa umile serva, il Movimento Apostolico. All’origine del Movimento Apostolico vi è la Vergine Maria. La missione del Movimento Apostolico è dalla Vergine Maria. Gesù ha dato il nome a questo popolo che cresceva: “Voi siete Movimento Apostolico”. Tutto però ha avuto inizio dalla Vergine Maria, Madre della Redenzione. È questa la verità dell’origine del Movimento Apostolico. L’uomo non comprende che io vivo per Te e per questo riesco ad amare e perdonare. L’Ispiratrice vive solo per amare Gesù. Avendo il suo cuore nel cuore di Cristo trafitto per amore, anche il suo cuore è trafitto per amore. Il suo è un cuore attraverso il quale ama il cuore di Cristo Gesù. Il cuore di Cristo Gesù ama e perdona. Ringraziamo di questi buoni propositi il Signore Dio nostro, la Vergine Maria, Madre della Redenzione, gli Angeli e i Santi. 403 Ringraziare Dio per ogni dono che ci elargisce è un debito di giustizia e di gratitudine. Poiché è il Cielo tutto che custodisce, protegge, ama, guida il Movimento Apostolico, il Cielo tutto deve essere ringraziato. Questa sera cibiamoci del Corpo e del Sangue di Cristo, ascoltando la voce di colui che grida nel deserto: “Convertitevi e credete al Vangelo”. L’Eucaristia deve creare in noi un cuore desideroso di più grande conversione e di una fede più pronta nell’ascolto del Vangelo. L’Eucaristia deve essere il cibo che alimenta la nostra fede e la nostra crescita nella santità. Per ogni Eucaristia celebrata e ricevuta ci dovrebbe essere sempre un frutto di più grande carità, fede, speranza. Che il Santo Rosario porti pace nei cuori. La pace è vita nella volontà di Dio, nella Parola, nel Vangelo. Pregando il Santo Rosario dobbiamo crescere nell’amore per il Vangelo. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche e per tutti coloro che si affidano alle nostre preghiere, per gli ammalati e per la pace nel mondo. Una preghiera che racchiude il mondo intero è di sicuro una preghiera che sgorga da un cuore pieno di carità. La carità è amore universale. La carità è amore totale. La carità è amore di olocausto. La carità è il sacrificio da offrire a Dio ogni giorno. La carità è la via che rende credibile il Vangelo. La carità è la via della missione. La carità è tutto per il Movimento Apostolico. La carità è amore che include tutti. La carità è amore che non esclude nessuno. La carità pensa a tutti, perché tutti vuole abbracciare. La carità del cristiano santifica il mondo. Tutto è la carità e tutto è dalla carità. La carità è Dio che ama attraverso il nostro cuore. 404 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo Lunedì 29 Giugno 2009, svelano ai nostri occhi due grandi verità, che sono come il binario sul quale condurre la nostra vita di Movimento Apostolico. Queste due verità sono: il mistero e il tempo. La Parola di Dio ci dice cosa dobbiamo fare. Non svela mai il perché la cosa debba essere fatta. Il Signore chiede un’obbedienza perfetta ad ogni suo comando. Non ci dice il motivo per cui la cosa va fatta. È proprio questa la radice dell’obbedienza: l’assoluta fiducia nel Signore. La sua sapienza è eterna. La sua intelligenza è ben oltre la nostra piccola, misera mente. Dio sa. Noi non sappiamo. Lui comanda. Noi obbediamo. Lui ordina. Noi realizziamo. Una cosa però la sappiamo: la vita è nell’obbedienza. Noi siamo storia, tempo, attimo, momento. Dio è eternità. Noi passiamo. Lui resta. Noi camminiamo. Lui sta fermo. Noi moriamo. Lui vive per sempre. Noi invecchiamo. Lui è sempre lo stesso. Questo è il mistero di Dio. Noi iniziamo l’opera di Dio, altri la porteranno a compimento. Dio non lavora con un solo uomo. Lavora nella successione del tempo e degli uomini. Ciò che uno non fa, l’altro lo realizza. Quando comprenderemo che Dio lavora dalla sua eternità, allora entreremo in quella pace e serenità che sa attendere che giunga la nostra pienezza del tempo, perché Dio fa ogni cosa solo quando il tempo è compiuto, si compie. Questo non significa lassismo, pigrizia, rallentamento. L’uomo di Dio sa che deve ogni giorno fare tutto ciò che gli è stato comandato. L’uomo di Dio vive sempre di perfetta obbedienza. Mentre però vive di obbedienza, è nella pace, sapendo che sempre Dio porterà a compimento la sua opera se lui fa tutto ciò che gli è stato comandato di fare. L’uomo di Dio obbedisce. Dio realizza. I tempi dell’attuazione del mistero sono sempre di Dio, mai dell’uomo. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuti a portare la nostra vita in queste due grandi verità: la verità del mistero dell’obbedienza e quella dell’attesa che il tempo di Dio si compia. Angeli e Santi del Cielo ci aiutino a crescere nella pazienza e in una obbedienza sempre più sollecita e immediata. 405 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Presente il Movimento Apostolico di Messina e Contesse Santo Janni 6 Luglio 2009 Testo integrale Sia lodato Gesù Cristo. Benvenuti dalla mia Sicilia. Quando tornate a Messina, da Padre Rasano, me lo salutate. Così anche Padre Pippo. Salutatemi tutti coloro che non sono potuti venire, parenti e amici. Date un bacio per me. Il Signore vuole che ci amiamo tutti, che siamo tutti uniti nel suo nome. Saluto Sacerdoti e Diacono. Voglio ricordare la nostra consorella Paola, che è sempre vicina al nostro cuore e saluto la mamma. Ricordiamo tutti gli ammalati e tutti coloro che hanno bisogno della misericordia di Dio. Confidiamo nel Signore nostro Gesù Cristo. Egli è sempre vicino a noi, nei momenti di gioia, di sofferenza, per la nostra conversione e redenzione. Glorifichiamo e lodiamo il Signore che protegge i nostri passi, il nostro cammino, anche se veniamo perseguitati. “Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”. “Amatevi gli uni gli altri. Da questo vi riconosceranno miei discepoli”. Noi vogliamo obbedirti. Vogliamo amarti, Signore Gesù Cristo. Hai detto: “Non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori”. Sei misericordioso e buono, pronto al perdono. Il Movimento Apostolico, sorto il 3 Novembre del 1979, è il Movimento che appartiene a Te, mio Signore e noi lo portiamo innanzi con tutto il nostro amore, la nostra forza e la nostra buona volontà e siamo certi che Tu benedici i nostri passi e il nostro cammino. La Vergine Maria, come Ella mi si presentò, Madre della Redenzione, è la nostra Soccorritrice, la nostra Avvocata e nei momenti di sconforto Ella viene in nostro aiuto. Non temete, io sono con voi fino alla fine dei vostri giorni, dice Gesù. È bello amare Gesù. Ci si sente sicuri. Non si è mai soli. Quando Ti invochiamo, mio Signore, il nostro cuore si riempie di gioia e pace, la nostra anima si rallegra per il Regno dei Cieli. Dobbiamo essere forti. Non ci dobbiamo mai scoraggiare. Nei momenti di sconforto: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi. Io vi ristorerò, vi aiuterò, vi proteggerò” – dice Gesù. “Bussate e vi sarà aperto. Chiedete e vi sarà dato”. Bussiamo al cuore di Gesù e al cuore di Maria nei momenti più difficili della giornata. Bussiamo alla nostra Madre Celeste. Ella non si rifiuta alla nostra chiamata, ma deve essere una chiamata d’amore, con invocazione solenne, con il Santo Rosario, con il cuore rivolto verso di Lei e verso suo Figlio Gesù. Non vi stancate mai di portare Gesù, di ricordarlo a coloro che non lo conoscono, di annunziarlo per terra e per mare. Anche se molti vi deridono, non accettano la volontà di Dio, non accettano le Leggi del Signore, amateli lo stesso e pregate per loro. Fa’ che non cadiamo in tentazione, Signore. Aiutaci. Sorreggici. Abbi pietà di noi. Siamo peccatori, siamo miseri, ma Tu hai pietà di noi perché ci dai tanta gioia e noi Ti lodiamo. La tua luce risplenda nei nostri occhi, Signore, e il nostro cuore brilla perché Tu ci ami e noi Ti amiamo. “Non vi lascerò orfani, ma lo Spirito Consolatore”, lo Spirito Santo che illumina, che fa parlare di Gesù, che guida, che sorregge. Non abbiamo mai paura di parlare all’uomo del Vangelo. Dobbiamo avere timor di Dio perché è Lui il vero Giudice. È il Signore Dio nostro che ci può aiutare in questo cammino di santità. Vi ringrazio. Portate avanti ciò che vi dice il vostro cuore. Camminate sempre con il Sacerdote, perché non c’è Chiesa se non c’è il Sacerdote. La Vergine Maria con il Santo Rosario ci assista e la Bevanda Eucaristica ci sostenga per un cammino di santità. Amiamo e preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Religiosi, Religiose, Diaconi, Consacrate Laiche, gli ammalati, i sofferenti. La pace di Gesù riempia il cuore di ogni uomo. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) 408 TESTO COMMENTATO Benvenuti dalla mia Sicilia. Quando tornate a Messina, da Padre Rasano, me lo salutate. Così anche Padre Pippo. Salutatemi tutti coloro che non sono potuti venire, parenti e amici. Date un bacio per me. Il Signore vuole che ci amiamo tutti, che siamo tutti uniti nel suo nome. Saluto Sacerdoti e Diacono. Era presente in Santo Janni il Movimento Apostolico di Messina e di Contesse. Il cuore dell’Ispiratrice abbraccia presenti ed assenti. A tutti esprime e manifesta il suo più grande amore. A tutti rivela cosa il Signore vuole da noi: che tutti ci amiamo e che tutti siamo uniti nel suo nome. Nel suo nome significa: nella sua verità, carità, pazienza, fede, Parola, misericordia, compassione, perdono. Nel suo nome significa: volontà di offrire la vita per la salvezza dell’altro, di espiare i peccati dell’altro, come ha fatto Cristo Gesù per noi. Voglio ricordare la nostra consorella Paola, che è sempre vicina al nostro cuore e saluto la mamma. Ricordiamo tutti gli ammalati e tutti coloro che hanno bisogno della misericordia di Dio. Paola era figlia professa con voti perpetui dell’Istituto Secolare “Maria Madre della Redenzione”. È stata consumata dalla grande sofferenza fisica e in questi giorni è entrata nell’eternità. Ella è vicina al nostro cuore perché è vicina al cuore della Madre nostra Celeste alla quale aveva consacrata tutta la sua vita. L’ammalato vive un particolare momento di disagio. Vede la sua vita venire meno. Per l’ammalato ogni giorno dobbiamo fare una particolare preghiera: che senta sempre la vicinanza del Cielo tutto. Tutti abbiamo bisogno della misericordia di Dio, perché siamo tutti peccatori. Tutti abbiamo bisogno della grazia di Dio, perché spiritualmente siamo tutti piccoli, poveri, meschini. Il cuore di chi ama ha sempre un pensiero rivolto verso tutti. Nessuno vuole escludere dal suo amore. L’Ispiratrice ha un cuore che ama, ama veramente, ama sempre, ama tutti. Un esempio di questo grande amore ci viene da San Paolo nella Lettera ai Romani. 409 1 Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è al servizio della Chiesa di 2 Cencre: accoglietela nel Signore, come si addice ai santi, e assistetela in qualunque cosa possa avere bisogno di voi; anch’essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso. 3 4 Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù. Essi per salvarmi la vita hanno rischiato la loro testa, e a loro non io soltanto sono grato, 5 ma tutte le Chiese del mondo pagano. Salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa. Salutate il mio amatissimo Epèneto, che è stato il primo a credere in 6 Cristo nella provincia dell’Asia. Salutate Maria, che ha faticato molto per voi. 7 Salutate Andrònico e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia: sono 8 insigni tra gli apostoli ed erano in Cristo già prima di me. Salutate Ampliato, 9 che mi è molto caro nel Signore. Salutate Urbano, nostro collaboratore in 10 Cristo, e il mio carissimo Stachi. Salutate Apelle, che ha dato buona prova in 11 Cristo. Salutate quelli della casa di Aristòbulo. Salutate Erodione, mio parente. Salutate quelli della casa di Narciso che credono nel Signore. 12 Salutate Trifena e Trifosa, che hanno faticato per il Signore. Salutate la 13 carissima Pèrside, che ha tanto faticato per il Signore. Salutate Rufo, prescelto 14 nel Signore, e sua madre, che è una madre anche per me. Salutate Asìncrito, 15 Flegonte, Erme, Pàtroba, Erma e i fratelli che sono con loro. Salutate Filòlogo e Giulia, Nereo e sua sorella e Olimpas e tutti i santi che sono con loro. 16 Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. Vi salutano tutte le Chiese di Cristo. 17 Vi raccomando poi, fratelli, di guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro l’insegnamento che avete appreso: tenetevi lontani 18 da loro. Costoro, infatti, non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e, con belle parole e discorsi affascinanti, ingannano il cuore dei semplici. 19 La fama della vostra obbedienza è giunta a tutti: mentre dunque mi 20 rallegro di voi, voglio che siate saggi nel bene e immuni dal male. Il Dio della pace schiaccerà ben presto Satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signore nostro Gesù sia con voi. 21 Vi saluta Timòteo mio collaboratore, e con lui Lucio, Giasone, 22 Sosípatro, miei parenti. Anch’io, Terzo, che ho scritto la lettera, vi saluto nel 23 Signore. Vi saluta Gaio, che ospita me e tutta la comunità. Vi salutano Erasto, 24 tesoriere della città, e il fratello Quarto. [ ] 25 A colui che ha il potere di confermarvi nel mio Vangelo, che annuncia Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni, 26 ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti, per ordine dell’eterno Dio, annunciato a tutte le genti perché giungano all’obbedienza della fede, 27 a Dio, che solo è sapiente, per mezzo di Gesù Cristo, 410 la gloria nei secoli. Amen. (Rm 16,1-27). È questa la delicatezza dell’amore: a tutti pensare, per tutti preoccuparsi, tutti includere nelle proprie preghiere, tutti consolare, tutti confortare, per tutti avere una parola di incoraggiamento e di sprone. Confidiamo nel Signore nostro Gesù Cristo. Confidare nel Signore vuole dire fidarsi di Lui. Fidarsi di Lui vuol dire consegnare la nostra vita a Lui. Chi consegna la vita a Lui deve dimenticarsi di se stesso, del suo presente e del suo futuro. Consegnare è donare. Si dona la vita al Signore perché sia Lui a guidarla, sostenerla, condurla, sorreggerla, proteggerla, custodirla. Chi confida nel Signore è come se la vita non l’avesse più. Non ha più preoccupazioni per il suo futuro. Il suo futuro è Dio perché il suo presente è Dio. In fondo è questo il grande insegnamento che proviene a noi dal sacrificio di Isacco. 1 Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». 2 Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». 3 Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che 4 Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide 5 quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». 6 Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in 7 mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». 8 Abramo rispose: «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme. 9 Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la 10 legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. 11 Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». 12 Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il 13 tuo unigenito». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in 14 olocausto invece del figlio. Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»; 411 perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere». 15 16 L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai 17 risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. 18 Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce». 19 Abramo tornò dai suoi servi; insieme si misero in cammino verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea. (Gen 22,1-19). Il Signore vuole che il futuro di Abramo non sia il figlio Isacco. Vuole che sia Lui, soltanto Lui. Nessun altro. Chi si consegna al Signore così prega: “Sei tu il mio futuro, Signore, perché sei tu il mio tutto oggi e sempre. Sei tu il mio futuro, Signore, perché la mia vita è solo tua e sei tu che la riempi e nessun altro. Ogni altra cosa serve a me, se serve a te. Se a te non serve, non serve neanche a me”. Nasce la libertà del cuore, della mente, dei pensieri, nel corpo e nello spirito. Egli è sempre vicino a noi, nei momenti di gioia, di sofferenza, per la nostra conversione e redenzione. È questo il fine della presenza di Gesù nella nostra vita: aiutare il nostro cammino nella conversione e nella redenzione. Gesù è vicino in ogni momento per farci crescere nella conversione. La conversione è l’abbandono del vizio e del peccato, dell’idolatria e dell’empietà e l’entrata nella virtù e nella santità. La redenzione è il riscatto della nostra vita da ogni pena dovuta ai nostri peccati. Solo nel riscatto totale della pena dovuta ai peccati è possibile l’ingresso nel Paradiso. Gesù è vicino a noi per aiutarci a trasformare ogni gioia e ogni sofferenza in redenzione. È vicino a noi per aiutarci a raggiungere una conversione sempre più grande. Lo vediamo se abbiamo gli occhi della fede e soprattutto della carità. Glorifichiamo e lodiamo il Signore che protegge i nostri passi, il nostro cammino, anche se veniamo perseguitati. “Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”. La persecuzione è come un uragano, una tempesta che investe la nostra vita di fede in Cristo Gesù al fine di travolgerla. 412 Se Gesù non fosse sempre vicino a noi, nessuna persecuzione si potrebbe superare. Saremmo sommersi. Perderemmo la fede. Invece Gesù è con noi e la sua forza è vittoriosa su ogni persecuzione. Con Lui accanto a noi attraversiamo la persecuzione e conserviamo intatta la nostra fede e la nostra carità. 18 Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano 19 paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa 20 della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per 21 volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà 22 della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione 23 geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando 24 l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Nella speranza infatti siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; 25 infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. 26 Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso 27 intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio. 28 Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano 29 Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30 quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati. 31 Che diremo dunque di queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di 32 noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per 33 tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse 34 contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi! 35 Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, 36 la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati come pecore da macello. 37 Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha 38 amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né 39 presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore. (Rm 8,18-39). Con Gesù nella persecuzione siamo sempre più che vincitori. 413 1 Canto delle salite. Di Davide. Se il Signore non fosse stato per noi – lo dica Israele –, 2 3 4 5 6 7 8 se il Signore non fosse stato per noi, quando eravamo assaliti, allora ci avrebbero inghiottiti vivi, quando divampò contro di noi la loro collera. Allora le acque ci avrebbero travolti, un torrente ci avrebbe sommersi; allora ci avrebbero sommersi acque impetuose. Sia benedetto il Signore, che non ci ha consegnati in preda ai loro denti. Siamo stati liberati come un passero dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati. Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto cielo e terra. (Sal 124 (123), 1-8). L’uomo di fede vive con questa sola certezza. “Amatevi gli uni gli altri. Da questo vi riconosceranno miei discepoli”. Queste parole sono state proferite da Gesù durante l’Ultima Cena, dopo la Lavanda dei piedi. 1 Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li 2 amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in 3 cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4 si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno 5 alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei 6 discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque 7 da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose 8 Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti 9 laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i 10 miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, 414 11 ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». 12 Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e 13 disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e 14 il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, 15 ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho 16 dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un 17 inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se 18 le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro 19 di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando 20 sarà avvenuto, crediate che Io Sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». 21 Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, 22 in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un 23 l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che 24 Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece 25 cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul 26 petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a 27 Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. 28 Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei 29 commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci 30 occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. 31 Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato 32 glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, 33 anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo 34 dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, 35 così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». 36 Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove 37 io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: 38 «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte. (Gv 13,1-38). Anticamente era il Signore attraverso la manifestazione della sua potenza che faceva riconoscere dal mondo intero Israele come il suo popolo. 415 Nel Nuovo Testamento è invece il discepolo di Gesù che deve far riconoscere Gesù come il suo Signore, il suo Salvatore, il suo Dio. Lo fa riconoscere attraverso il suo grande amore. È l’amore la manifestazione dell’onnipotenza del cristiano. Un cristiano che ama Padre. rivela e manifesta l’onnipotenza della carità del Tutto vince l’amore, perché l’amore non è vinto da nessuna cosa. L’amore inizia dal modo in cui uno parla. La parola rivela se amiamo, non amiamo, amiamo poco, amiamo assai, amiamo molto. È la parola che rivela il cuore. Una parola dura, aspra, incivile, di minaccia, di litigio, di imposizione, di costrizione, di invidia, di superbia, di vanagloria, di prepotenza, di ricatto attesta che il nostro cuore è vuoto di amore. Una parola rude, volgare, indelicata, irriguardosa, senza alcuna attenzione per la persona che ci sta di fronte rivela l’assenza di carità in noi. Chi ama ha sempre una parola delicata, gentile, soave, pacata, quasi silenziosa, piena di attenzione, di carità, di riguardo, detta per non ferire, non giudicare, non bisbigliare, non condannare, non mancare mai di rispetto. Se uno vuol sapere se ama è sufficiente che si esamini sul suo modo di relazionarsi con la parola con i suoi fratelli. La parola che esce dalla bocca ci manifesta le profondità del cuore. Un cuore turbolento, violento, scontroso, vuoto di carità, privo di sensibilità si manifesta tutto attraverso le parole che noi diciamo. Anche le parole dette per scherzo attestano il vuoto di carità del nostro cuore. Noi vogliamo obbedirti. Vogliamo amarti, Signore Gesù Cristo. Obbedire a Gesù è iniziare a vivere il suo comandamento della carità e dell’amore. Amare Gesù significa avere una parola di amore per i nostri fratelli. Quando il fratello non è amato neanche Gesù è amato. Gesù e i fratelli sono un solo amore, una sola carità, un solo rispetto, perché sono una sola vita. Hai detto: “Non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori”. Sei misericordioso e buono, pronto al perdono. Questa verità è dura ad entrare nel cuore. Ma è questa verità che rivela la consistenza della nostra fede e della nostra carità. È questa verità che ci fa riconoscere come discepoli del Signore. 416 13 Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava 14 loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. 15 Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo 16 seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai 17 pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». (Mc 2,13-17). Noi viviamo per redimere il mondo intero. Lo redimiamo per Gesù, in Gesù, con Gesù, divenendo con Gesù un solo mistero di morte e di risurrezione. Se viviamo per redimere il mondo, chi deve essere redento è proprio il peccatore. È lui che ha bisogno di tutta la nostra attenzione, il nostro amore, la nostra carità, la nostra opera di evangelizzazione e di salvezza. Se noi stiamo bene con i giusti ed allontaniamo i peccatori, noi non siamo veri discepoli di Gesù, il quale è venuto a chiamare proprio i peccatori a conversione e a salvezza. Il Movimento Apostolico, sorto il 3 Novembre del 1979, è il Movimento che appartiene a Te, mio Signore e noi lo portiamo innanzi con tutto il nostro amore, la nostra forza e la nostra buona volontà e siamo certi che Tu benedici i nostri passi e il nostro cammino. Il Movimento Apostolico è di Gesù. Appartiene a Lui. Lui però lo ha affidato alla nostra bocca, alle nostre mani, ai nostri piedi, al nostro cuore, alla nostra intelligenza, alla nostra anima. Ecco come si porta il movimento Apostolico: - Con tutto il nostro amore: Chi ama il Movimento Apostolico se vuole portarlo innanzi non si deve risparmiare in nulla. Tutto il suo amore lo deve spendere per questa opera di salvezza e di redenzione di molti cuori. L’amore è tutto per chi vuole vivere da vero Movimento Apostolico. Chi non lavora con tutto il suo amore, ancora non ama in modo vero il Movimento Apostolico. - La nostra forza: Molti possono fare di più per amare il Movimento Apostolico. Molti sono forza assente nel Movimento Apostolico. È come se il Movimento Apostolico fosse fuori di loro, fosse degli altri, non appartenesse a loro. Ci sono gli altri. Che facciano gli altri. Molti ancora non hanno sviluppato tutta la loro potenzialità. Quando ci convinceremo che con le nostre forze – sempre però sorrette dalla grazia di Dio – possiamo sconvolgere il mondo, il mondo realmente sarà sconvolto. A volte si ha l’impressione che 417 veramente si stia lavorando a indispensabile, al minimo assoluto. - basso regime, al minimo La nostra buona volontà: A volte non solo non si lavora con buona volontà, non si lavora neanche con volontà. Ma cosa è la buona volontà? È trovare sempre e comunque la giusta via per compiere la missione del ricordo e dell’annunzio della Parola di Gesù. È la buona volontà che ci fa superare ogni ostacolo. Gli ostacoli che la tentazione pone sul nostro cammino sono infiniti, molteplici. Chi è di buona volontà trova sempre una via per il loro superamento. Chi non è di buona volontà, anche una goccia d’acqua che è sulla strada la vedrà come un oceano da non potersi attraversare e se ne ritorna a casa sua. Chi vuole lavorare per il regno non deve fermarsi dinanzi a nessun ostacolo. 57 Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò 58 dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 59 A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare 60 prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i 61 loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62 Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio». (Lc 9,57-62). Sono queste le esigenze che Gesù pone per tutti coloro che vogliono andare dietro di Lui. La Vergine Maria, come Ella mi si presentò, Madre della Redenzione, è la nostra Soccorritrice, la nostra Avvocata e nei momenti di sconforto Ella viene in nostro aiuto. Noi del Movimento Apostolico siamo dalla Vergine Maria. Veniamo dal suo cuore. E’ Lei che ci ha chiamato e ci chiama. È a Lei che noi abbiamo detto e diciamo il nostro sì. Lei sempre aiuta coloro che compiono la missione del ricordo e dell’annunzio della Parola. Noi lavoriamo per Lei, Lei lavora per noi. Noi ci preoccupiamo delle cose di suo Figlio Gesù, Lei si occupa delle nostre cose. Tutta la nostra vita Lei la pone sotto il suo manto se noi poniamo la missione che Lei ci ha affidato nel cuore. Noi mettiamo la “sua” missione nel nostro cuore e Lei pone noi nel suo cuore. Chi è nel cuore della Vergine Maria è custodito bene. Nel cuore della Vergine Maria il male non ha accesso. Nel suo cuore siamo sempre al sicuro. Con Lei vinceremo sempre il male ed ogni uragano spirituale. 418 Non temete, io sono con voi fino alla fine dei vostri giorni, dice Gesù. Queste parole non esprimono solo compagnia, vicinanza. 16 Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù 17 aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18 Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla 19 terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del 20 Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». (Mt 28,16-20). Lette nel loro contesto e per di più in riferimento all’Antico Testamento, queste parole ci annunciano che Gesù dispiegherà sempre la sua onnipotenza di amore, di verità, di carità, di saggezza, di santità, per far trionfare i suoi eletti, i suoi amici, i suoi discepoli. Questa verità non solo è insegnata dal Libro dell’Esodo, è anche testimoniata dal Vangelo secondo Marco. 14 Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano 15 creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il 16 mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato 17 sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, 18 parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». 19 Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. 20 Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. (Mc 16,14-20). Gesù con noi è potenza d’amore che salva noi e salva e redime il mondo intero. È bello amare Gesù. Ci si sente sicuri. Non si è mai soli. Quando Ti invochiamo, mio Signore, il nostro cuore si riempie di gioia e pace, la nostra anima si rallegra per il Regno dei Cieli. L’amore di Gesù in noi vissuto con intensità, dedizione, determinazione, fortezza di volontà, rende la nostra anima bella. zelo, Anche il nostro corpo riflette la bellezza della nostra anima. I suoi tratti esprimono visibilmente la ricchezza interiore. Quando l’anima è bella, perché piena dell’amore di Gesù, anche il corpo si fa bello. Fanno bello il corpo le virtù con le quali lo rivestiamo. 419 L’amore di Gesù che trasforma la nostra anima porta serenità, pace, gioia, contentezza anche del poco o del niente che si possiede. L’amore di Gesù in noi si fa preghiera, invocazione, fiducia, abbandono, consacrazione. L’amore di Gesù in noi si fa dialogo ininterrotto. Il nostro cuore parla al cuore di Gesù e il cuore di Gesù al nostro e ci si rallegra, ci si rasserena, si vive nella grande pace. La vita dell’anima è tutta nell’amore di Gesù che vive in essa. L’anima si nutre di questo amore ed entra nella pienezza della sua vita. Dobbiamo essere forti. Non ci dobbiamo mai scoraggiare. Nei momenti di sconforto: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi. Io vi ristorerò, vi aiuterò, vi proteggerò” – dice Gesù. L’amore di Gesù che vive in noi è la nostra fortezza, perseveranza. risolutezza, Possono anche sorgere momenti di sconforto, di abbattimento, di stanchezza. In questi momenti ci dobbiamo ricordare che è l’amore di Gesù la nostra unica e sola forza. In questo amore ci dobbiamo rifugiare, questo amore desiderare, chiedere, impetrare, in questo amore nascondere. L’amore di Gesù è sempre pronto per avvolgerci, dobbiamo però essere noi a chiedere che ci avvolga. 25 In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate 26 27 ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. 28 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di 30 cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». (Mt 11,25-30). Se noi andiamo, Gesù è lì e ci attende. Il Figliol Prodigo andò dal Padre. Il Padre lo rivestì di tutto il suo amore. Il banchetto dell’amore di Gesù è sempre pronto. Gli invitati non sempre sono pronti, non sempre si recano al banchetto. “Bussate e vi sarà aperto. Chiedete e vi sarà dato”. Bussiamo al cuore di Gesù e al cuore di Maria nei momenti più difficili della giornata. Tutto questo avviene nella preghiera, che nel cristiano deve essere senza interruzione. 420 Tutto si deve chiedere al Cuore di Gesù e al cuore della Vergine Maria, Madre della Redenzione. 1 Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha 2 insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; 3 dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4 e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». 5 Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a 6 dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un 7 viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non 8 posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. 9 Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e 10 vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa 11 sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una 12 13 serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». (Lc 11,1-13). Il cristiano vale per quanto prega. Se prega poco vale poco; se prega per niente vale niente; se prega molto vale molto. Pregare però non è recitare preghiere. Pregare è presentare la nostra storia, la nostra vita, così come essa è, davanti al Signore chiedendo con infinita umiltà che la trasformi con la sua verità e la sua grazia. La preghiera è chiedere a Dio che doni alla nostra vita una dimensione soprannaturale e celeste, una dimensione semplicemente divina. Bussiamo alla nostra Madre Celeste. Ella non si rifiuta alla nostra chiamata, ma deve essere una chiamata d’amore, con invocazione solenne, con il Santo Rosario, con il cuore rivolto verso di Lei e verso suo Figlio Gesù. Ora ci viene insegnato come pregare, come invocare la Vergine Maria. Deve essere tutto il nostro amore per Lei che prega. Deve essere il nostro cuore ricco di amore che si innalza fino a Lei. 421 Deve essere una invocazione solenne. La solennità non è data dalle cose che diciamo o che facciamo, ma dal cuore che è tutto ricolmo d’amore per la nostra Madre Celeste. Deve essere una preghiera elevata con il Santo Rosario tanto caro al suo cuore e al cuore di Gesù. Recitando “solennemente” il Santo Rosario con il cuore rivolto verso di Lei e verso Gesù, la nostra preghiera di certo sarà esaudita. Quando è il cuore che prega e non soltanto le labbra, la nostra preghiera raggiunge sempre il cuore della Vergine Maria, Madre della Redenzione. Non vi stancate mai di portare Gesù, di ricordarlo a coloro che non lo conoscono, di annunziarlo per terra e per mare. La stanchezza è il tarlo dell’evangelizzatore. Come per il buon legno occorre un buon tarmicida, così è anche per il buon evangelizzatore. Il “tarmicida” del buon evangelizzatore è l’Eucaristia. Chi vive dell’Eucaristia, chi si nutre di essa, in pienezza di amore e di fede, chi la riceve con devozione e vero spirito di pietà, ottiene una forza tanto grande da vincere ogni quotidiana stanchezza. L’altro “tarmicida” del buon evangelizzatore è il Santo Rosario. Recitato con fede e amore, celebrato con la purezza del cuore e della mente, si trasforma per noi in una forza irresistibile. Chi si lega con vera consacrazione alla Vergine Maria, Madre della Redenzione, diviene un missionario instancabile. Anche se molti vi deridono, non accettano la volontà di Dio, non accettano le Leggi del Signore, amateli lo stesso e pregate per loro. L’amore del cristiano deve essere universale, verso tutti, amici e nemici, persecutori e santi, credenti e non credenti, pii ed atei. 38 39 Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia 40 destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la 41 tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo 42 per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. 43 Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo 44 nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi 45 perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46 Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno 47 così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa 48 fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. (Mt 5,38-48). 422 Il comando di Gesù è senza alcuna restrizione, distinzione, separazione, discernimento previo. Il suo discepolo ama e basta. Ama tutti e basta. Ama senza se e senza perché. Ama sempre e tutti perché in ogni uomo lui deve vedere Gesù che ha bisogno del suo amore per la sua salvezza. Il mondo è salvato dall’amore del discepolo di Gesù. Gesù salva il mondo se il suo discepolo travasa in esso tutto l’amore che ha ricevuto e che sempre riceve dal suo Dio e Signore. Fa’ che non cadiamo in tentazione, Signore. Aiutaci. Sorreggici. Abbi pietà di noi. Siamo peccatori, siamo miseri, ma Tu hai pietà di noi perché ci dai tanta gioia e noi Ti lodiamo. L’umiltà è tutto per un discepolo di Gesù. L’umiltà è come la terra per un albero. Senza la terra l’albero non produce, non vive, vegeta, secca. Senza l’umiltà il discepolo di Gesù non produce frutti di vita eterna, non vive da discepolo di Gesù, spiritualmente vegeta, a poco a poco secca, muore cioè come vero discepolo di Gesù. La tua luce risplenda nei nostri occhi, Signore, e il nostro cuore brilla perché Tu ci ami e noi Ti amiamo. È questa la vera umiltà: riconoscere che siamo solo da Gesù, per Gesù, in Gesù, con Gesù. È Lui la vita dalla quale sempre dobbiamo attingere vita. È Lui la luce dalla quale sempre dobbiamo ricevere luce. È Lui l’Amore dal quale sempre dobbiamo estrarre il nostro amore. Gesù è il tutto per noi. Sempre. Ovunque. Se siamo luminosi è per Lui. Se brilliamo di verità e di carità è per Lui. Se amiamo è per Lui. Se speriamo è per Lui. Se convertiamo è per Lui. Se riusciamo a fare il bene è per Lui. Ogni bene è da Lui perché è Lui l’Eterno ed infinito bene dal quale ogni altro bene ha origine. “Non vi lascerò orfani, ma lo Spirito Consolatore”, lo Spirito Santo che illumina, che fa parlare di Gesù, che guida, che sorregge. Lo Spirito Santo è la “Memoria viva, attuale, perenne, eterna” di Cristo Gesù. 423 Con Lui in noi sappiamo chi è Gesù. Con Lui in noi amiamo Gesù. Con Lui in noi viviamo il Vangelo di Gesù. Con Lui in noi annunziamo e ricordiamo secondo verità la Parola di Gesù. 15 16 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre 17 ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo 18 conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non 19 vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; 20 voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete 21 che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». 22 Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi 23 manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e 24 prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. 25 26 Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. (Gv 14,15-26). Con lo Spirito Santo che è l’anima della nostra anima, il cuore del nostro cuore, il pensiero dei nostri pensieri, noi possiamo sempre dire al mondo chi è in pienezza di verità Gesù Signore. Se siamo nello Spirito Santo Cristo Gesù vive in noi e noi viviamo per Cristo Gesù. Non abbiamo mai paura di parlare all’uomo del Vangelo. Dobbiamo avere timor di Dio perché è Lui il vero Giudice. È il Signore Dio nostro che ci può aiutare in questo cammino di santità. Ecco come il Libro del Siracide parla del timor di Dio. 1 Ogni sapienza viene dal Signore e con lui rimane per sempre. 2 La sabbia del mare, le gocce della pioggia e i giorni dei secoli chi li potrà contare? 3 L’altezza del cielo, la distesa della terra e le profondità dell’abisso chi le potrà esplorare? 4 Prima d’ogni cosa fu creata la sapienza e l’intelligenza prudente è da sempre. 5 Fonte della sapienza è la parola di Dio nei cieli, le sue vie sono i comandamenti eterni. 6 La radice della sapienza a chi fu rivelata? 424 E le sue sottigliezze chi le conosce? 7 Ciò che insegna la sapienza a chi fu manifestato? La sua grande esperienza chi la comprende? 8 Uno solo è il sapiente e incute timore, seduto sopra il suo trono. 9 Il Signore stesso ha creato la sapienza, l’ha vista e l’ha misurata, l’ha effusa su tutte le sue opere, 10 a ogni mortale l’ha donata con generosità, l’ha elargita a quelli che lo amano. L’amore del Signore è sapienza che dà gloria, a quanti egli appare, la dona perché lo contemplino. 11 Il timore del Signore è gloria e vanto, gioia e corona d’esultanza. 12 Il timore del Signore allieta il cuore, dà gioia, diletto e lunga vita. Il timore del Signore è dono del Signore, esso conduce sui sentieri dell’amore. 13 Chi teme il Signore avrà un esito felice, nel giorno della sua morte sarà benedetto. 14 Principio di sapienza è temere il Signore; essa fu creata con i fedeli nel seno materno. 15 Ha posto il suo nido tra gli uomini con fondamenta eterne, abiterà fedelmente con i loro discendenti. 16 Pienezza di sapienza è temere il Signore; essa inebria di frutti i propri fedeli. 17 Riempirà loro la casa di beni desiderabili e le dispense dei suoi prodotti. 18 Corona di sapienza è il timore del Signore; essa fa fiorire pace e buona salute. L’una e l’altra sono doni di Dio per la pace e si estende il vanto per coloro che lo amano. 19 Egli ha visto e misurato la sapienza, ha fatto piovere scienza e conoscenza intelligente, ha esaltato la gloria di quanti la possiedono. 20 Radice di sapienza è temere il Signore, i suoi rami sono abbondanza di giorni. 21 Il timore del Signore tiene lontani i peccati, chi vi persevera respinge ogni moto di collera. 22 La collera ingiusta non si potrà scusare, il traboccare della sua passione sarà causa di rovina. 23 Il paziente sopporta fino al momento giusto, ma alla fine sgorgherà la sua gioia. 425 24 Fino al momento opportuno terrà nascoste le sue parole e le labbra di molti celebreranno la sua saggezza. 25 Fra i tesori della sapienza ci sono massime sapienti, ma per il peccatore è obbrobrio la pietà verso Dio. 26 Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti e il Signore te la concederà. 27 Il timore del Signore è sapienza e istruzione, egli si compiace della fedeltà e della mansuetudine. 28 Non essere disobbediente al timore del Signore e non avvicinarti ad esso con cuore falso. 29 Non essere ipocrita davanti agli uomini e fa’ attenzione alle parole che dici. 30 Non esaltarti, se non vuoi cadere e attirare su di te il disonore; il Signore svelerà i tuoi segreti e ti umilierà davanti all’assemblea, perché non ti sei avvicinato al timore del Signore e il tuo cuore è pieno d’inganno. (Sir 1,1-20). Il timore del Signore è quel faro potente che ci aiuta a raggiungere il porto del Paradiso. Senza il timore del Signore nel cuore, ci smarriamo nei peccati, cadiamo nell’idolatria, diveniamo infedeli ed empi, ci trasformiamo in nemici della Croce di Gesù Signore. Senza il timore del Signore la nostra fede naufragherà tra gli scogli delle molteplici tentazioni che Satana innalza sui nostri passi. Vi ringrazio. Portate avanti ciò che vi dice il vostro cuore. L’Ispiratrice ringrazia quanti sono venuti da lontano per ascoltare una parola di vera vita eterna. Oggi molte sono le parole che si ascoltano, che si scrivono, che si leggono. Molte però non sono di vera vita eterna. Sono parole di convenienza, di opportunità, di menzogna, di falsità, di inganno, di travisamento e di elusione della Parola del Signore. Molte sono parole che vengono dal cuore dell’uomo, non dal cuore di Dio. Quelle dell’Ispiratrice sono parole che vengono dal cuore di Cristo Gesù e dal cuore della Vergine Maria, Madre della Redenzione. Camminate sempre con il Sacerdote, perché non c’è Chiesa se non c’è il Sacerdote. Il Signore ha affidato il suo gregge ai suoi Pastori, non i suoi Pastori al suo gregge. Non c’è però Pastore senza gregge e né gregge senza Pastore. 426 La coscienza va illuminata e formata dal Pastore. Ognuno può vedere, dire, consigliare, stabilire, determinare, decidere cose per gli altri. Ognuno però dopo che ha parlato, deve dire come Ietro disse a Mosè: “Ora va’ dal tuo Dio e lasciati dire ciò che è giusto e ciò che non è giusto per te”. “Va’ dal tuo Dio e lasciati ordinare da Lui ciò che è giusto per te”. “Ora va’ dal Sacerdote che guida la tua anima e il tuo cammino spirituale e lasciati da lui illuminare sul bene, sul giusto, sull’ottimo per te”. Questa delicatezza dobbiamo averla tutti. Chi è senza guida spirituale non può compiere l’opera di Dio. Chi è senza guida spirituale è in tutto simile ad una pecora senza pastore. Sa belare solamente. La Vergine Maria con il Santo Rosario ci assista e la Bevanda Eucaristica ci sostenga per un cammino di santità. Ecco la nostra vera forza: la Vergine Maria, Madre della Redenzione che assiste, custodisce, protegge il nostro cammino spirituale. Ecco la nostra vera forza: l’Eucaristia che sostiene i nostri passi perché mai vacilliamo nella fede, nella carità, nella speranza. Il Santo Rosario va recitato bene, con devozione, pietà, umiltà. L’Eucaristia va celebrata e ricevuta secondo la sua intrinseca verità. Essa è la potenza dell’amore crocifisso di Gesù Signore. Con essa nel nostro cuore possiamo amare con lo stesso amore crocifisso di Gesù Signore. Amiamo e preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Religiosi, Religiose, Diaconi, Consacrate Laiche, gli ammalati, i sofferenti. La pace di Gesù riempia il cuore di ogni uomo. Siamo invitati sempre a pregare per tutta la Chiesa. La preghiera per la Chiesa deve essere un nostro quotidiano impegno. Che non passi un giorno senza chiedere al Signore ogni aiuto di grazia e di verità per la nostra Santa Madre Chiesa e per tutti i suoi figli. Pregare per la Chiesa è chiedere al Signore per essa il più grande bene. Alla preghiera per la Chiesa dobbiamo unire la preghiera per i sofferenti, deboli, miseri, fragili, poveri, ammalati, stranieri, forestieri, perseguitati, profughi. Nessun uomo dovrà essere escluso dalla nostra preghiera. Tutti invece dovranno essere inclusi in essa. La preghiera rivela e manifesta il nostro amore. 427 Osservazioni conclusive Le Parole di Esortazione di questo Lunedì 06 del Mese di Luglio 2009, sono cariche di tenerezza celeste e dolcezza divina. Sono per noi un grande insegnamento come amare bene e come svolgere con frutto la nostra missione. In queste brevi osservazioni conclusive rifletteremo su come amare bene, meglio, di più, con la stessa tenerezza con la quale il Signore ci ama e con la stessa dolcezza dalla quale siamo avvolti quotidianamente dalla Vergine Maria, Madre della Redenzione. Chi vuole amare bene, con lo stesso cuore di Cristo Gesù e della Vergine Maria, deve iniziare dalla parola. Sono le parole che rivelano il cuore. Sono le parole che attestano la bontà, la falsità, l’acidità, la non purezza del nostro cuore. La parola di chi vuole amare deve essere: gentile, cordiale, delicata, serena, calma, pacata, piena di pace e di retta intenzione. Deve essere parola di verità, fede, speranza, condita con ogni altra virtù, specie con la virtù della prudenza. Una sola parola indelicata, poco chiara, subdola, cattiva, aspra, acida, di intolleranza, può farci perdere una persona per la quale Gesù ha donato la sua vita. Chi vuole amare deve possedere una parola che sia sempre di scusa, di perdono, di comprensione, di pietà, di grande misericordia. Non ama chi ha una parola di giudizio, di critica, di condanna, una parola spietata, di accusa, di allontanamento, di respingimento, una parola nella quale non traspira tutta la santità della sua anima e del suo cuore. Non ama chi ha una parola di tentazione e di trascinamento nel male. Non ama chi non ha una parola di difesa nei confronti della verità dell’altro. Non ama chi ostenta prepotenza, arroganza, chi vuole sottomettere gli altri incutendo minaccia e terrore. Non ama chi si serve della posizione che occupa per schiavizzare gli altri servendosi di parole non consone alla posizione di servizio che gli è stata data da Dio. La nostra parola rivela il cuore. Se la parola è sempre santa il nostro cuore è puro. Se la nostra parola è senza rispetto e riguardo per i fratelli, il nostro cuore e la nostra anima hanno bisogno di essere purificati e sanati. La Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci aiuti a purificare il nostro cuore dal quale escono le nostre parole cattive, non sante, non buone. Angeli e Santi del Cielo mettano sulla nostra bocca sempre una parola di pace. 428 PAROLE DI ESORTAZIONE Della Signora Maria Marino Presente il Movimento Apostolico di Cerminara (AV) Testo integrale Santo Janni 13 Luglio 2009 Sia lodato Gesù Cristo. Voglio rifare con tutti voi gli auguri al nostro Vescovo, S.E. Rev.ma Mons. Antonio Ciliberti, che giorno 11 Luglio ha celebrato 20 anni di Episcopato e 50 di Sacerdozio. Saluto voi che siete venuti da lontano per accrescere la vostra fede riguardo il Movimento Apostolico. Auguri a voi Diaconi. Siete sette e siete stati ordinati ieri. È una missione molto importante il Sacerdozio. Ai giovani raccomando di non ritirarsi a notte fonda. Osservate un orario. Rispettate e onorate i genitori. Voi genitori vigilate sui vostri figli. Sapete come Gesù chiama coloro che conoscono Dio e vivono trasgredendo le sue Leggi? Li chiama: “Generazione perversa”. Credo al Paradiso, alla Madonnina e devo portarvi la verità. Non posso accomodare. La società è così scorretta, perché non si vive una vita santa e timorata di Dio. Dovete camminare bene con sobrietà e povertà in spirito. Il Signore ama e vuole condurre le sue creature sulla via buona, su una via santa. Io mi dispiaccio quando offendete Gesù e non osservate le Sue leggi. Voi genitori curate i vostri figli, non lasciate che si sbandino. “Convertitevi e credete al Vangelo”. La Bevanda Eucaristia converta i cuori e li ricolmi di amore per Gesù. Il Santo Rosario ci aiuti ad essere generazione santa. Preghiamo per il Santo Padre, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Consacrate Laiche, per gli ammalati, i sofferenti nel corpo e nello spirito e per la pace del mondo. Sia lodato Gesù Cristo. (Seguono canti e tanta melodia) TESTO COMMENTATO Voglio rifare con tutti voi gli auguri al nostro Vescovo, S.E. Rev.ma Mons. Antonio Ciliberti, che giorno 11 Luglio ha celebrato 20 anni di Episcopato e 50 di Sacerdozio. L’Ispiratrice veramente porta tutti nel cuore. A tutti pensa. Il suo è sempre un pensiero santo. È santo il suo pensiero perché è di amore, affidamento a Dio, preghiera, aiuto spirituale e materiale. Il suo pensiero è in Dio e in Dio e nella sua carità porta il mondo intero. Il suo è un cuore che ama. Ella ama con l’amore di Cristo Gesù e della Vergine Maria, Madre della Redenzione. Il suo è in tutto simile a quell’amore che nutriva Paolo per la Chiesa intera. Di questo amore abbiamo una testimonianza nella Prima Lettera ai Tessalonicesi. Questi erano diventati cari per Paolo. 1 Voi stessi infatti, fratelli, sapete bene che la nostra venuta in mezzo a voi non è stata inutile. 2Ma, dopo aver sofferto e subìto oltraggi a Filippi, come sapete, abbiamo trovato nel nostro Dio il coraggio di annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. 3E il nostro invito alla fede non nasce da menzogna, né da disoneste intenzioni e neppure da inganno; 4ma, come Dio ci ha trovato degni di affidarci il Vangelo così noi lo annunciamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. 5Mai infatti abbiamo usato parole di adulazione, come sapete, né abbiamo avuto intenzioni di cupidigia: Dio ne è testimone. 6E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, 7pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo. Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. 8Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari. 9 Voi ricordate infatti, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio. 10Voi siete testimoni, e lo è anche Dio, che il nostro comportamento verso di voi, che credete, è stato santo, giusto e irreprensibile. 11Sapete pure che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, 12vi abbiamo incoraggiato e scongiurato di comportarvi in maniera degna di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria. 13 Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, 430 che opera in voi credenti. 14Voi infatti, fratelli, siete diventati imitatori delle Chiese di Dio in Cristo Gesù che sono in Giudea, perché anche voi avete sofferto le stesse cose da parte dei vostri connazionali, come loro da parte dei Giudei. 15Costoro hanno ucciso il Signore Gesù e i profeti, hanno perseguitato noi, non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gli uomini. 16Essi impediscono a noi di predicare ai pagani perché possano essere salvati. In tal modo essi colmano sempre di più la misura dei loro peccati! Ma su di loro l’ira è giunta al colmo. 17 Quanto a noi, fratelli, per poco tempo privati della vostra presenza di persona ma non con il cuore, speravamo ardentemente, con vivo desiderio, di rivedere il vostro volto. 18Perciò io, Paolo, più di una volta ho desiderato venire da voi, ma Satana ce lo ha impedito. 19Infatti chi, se non proprio voi, è la nostra speranza, la nostra gioia e la corona di cui vantarci davanti al Signore nostro Gesù, nel momento della sua venuta? 20Siete voi la nostra gloria e la nostra gioia! Ogni persona è divenuta cara al cuore dell’Ispiratrice. Questo è il segreto del suo grande amore per tutti. Dal suo amore dobbiamo imparare come si ama. Saluto voi che siete venuti da lontano per accrescere la vostra fede riguardo il Movimento Apostolico. È questo il motivo per cui si viene alla Sede Centrale del Movimento Apostolico: per verificare la nostra fede nella missione che abbiamo accolto e che stiamo vivendo; per accrescere la nostra fede nella verità del Movimento Apostolico, di cui siamo parte. Possiamo verificare ed accrescere la fede che ci anima dentro – la fede di Aderenti del Movimento Apostolico – perché siamo messi a confronto con le parole di purissima verità dell’Ispiratrice del Movimento Apostolico. Per mezzo del suo altissimo carisma ognuno di noi viene a trovarsi dinanzi alla volontà attuale di Dio. Sapendo cosa Dio vuole da noi possiamo veramente incamminarci su una via buona, percorrendo la quale siamo certi di fare sempre la sua volontà. Ascoltando Lei, possiamo conoscere ciò che è gradito a Dio, ciò che è santo e perfetto ai suoi occhi. 1 Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto 2 spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. 3 Per la grazia che mi è stata data, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto conviene, ma valutatevi in modo saggio e giusto, ciascuno 4 secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima 5 funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e, 431 6 ciascuno per la sua parte, siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi: chi ha il dono della profezia la 7 eserciti secondo ciò che detta la fede; chi ha un ministero attenda al ministero; 8 chi insegna si dedichi all’insegnamento; chi esorta si dedichi all’esortazione. Chi dona, lo faccia con semplicità; chi presiede, presieda con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia. 9 10 La carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi 11 gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nel fare il bene, siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore. 12 Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella 13 preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità. 14 Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel 16 pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile. Non stimatevi sapienti da voi stessi. 15 17 Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene 18 davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in 19 pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina. Sta scritto infatti: Spetta a me fare giustizia, io darò a ciascuno il 20 suo, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, accumulerai 21 carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene. (Rm 12,1-21). Ascoltando Lei, possiamo sempre vivere questa esortazione di San Paolo. Ella è vera “Maestra di spirito”. Anzi è più che “Maestra di spirito”. Ella è “Vera Maestra nello Spirito Santo”. Auguri a voi Diaconi. Siete sette e siete stati ordinati ieri. Giorno 12 Luglio 2009 sono stati ordinati nella Cattedrale di Catanzaro sette Diaconi. La loro vocazione è nata nel grembo del Movimento Apostolico. Il Movimento Apostolico li ha generati alla vocazione e li ha consegnati alla Chiesa. Ora sono Diaconi della Chiesa di Dio, per il servizio nella Chiesa di Dio, in vista del Sacerdozio. Vivono la spiritualità del Movimento Apostolico, conformemente alla sana dottrina della verità che scaturisce dalla Parola del Vangelo, ma non sono Diaconi del Movimento Apostolico. Anche i molti Sacerdoti che vivono la Spiritualità del Movimento Apostolico, sono Sacerdoti della Chiesa, per il servizio nella Chiesa. 432 Vivere nella Chiesa, con la Chiesa, per la Chiesa, servire la missione della Chiesa: è questa la vocazione e il carisma del Movimento Apostolico. È una missione molto importante il Sacerdozio. È una missione molto importante il Sacerdozio perché attraverso il Sacerdozio Cristo Gesù dona se stesso ad ogni cuore. Attraverso il Sacerdozio Gesù si dona nella sua Parola, nella sua Misericordia, nel suo Perdono, nella sua Grazia, nel suo stesso Corpo e Sangue. Attraverso il Sacerdozio Gesù dona se stesso e lo Spirito Santo. Dio attraverso il Sacerdozio dona se stesso, la sua grazia, la sua verità. Il Sacerdozio è come la “Scala di Giacobbe”: attraverso di esso Dio scende sull’umanità intera, l’umanità intera sale fino a Lui. 1 Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli diede questo 2 comando: «Tu non devi prender moglie tra le figlie di Canaan. Su, va’ in Paddan-Aram, nella casa di Betuèl, padre di tua madre, e prenditi là una moglie 3 tra le figlie di Làbano, fratello di tua madre. Ti benedica Dio l’Onnipotente, ti 4 renda fecondo e ti moltiplichi, sì che tu divenga un insieme di popoli. Conceda la benedizione di Abramo a te e alla tua discendenza con te, perché tu possieda 5 la terra che Dio ha dato ad Abramo, dove tu sei stato forestiero». Così Isacco fece partire Giacobbe, che andò in Paddan-Aram presso Làbano, figlio di Betuèl, l’Arameo, fratello di Rebecca, madre di Giacobbe e di Esaù. 6 Esaù vide che Isacco aveva benedetto Giacobbe e l’aveva mandato in Paddan-Aram per prendersi una moglie originaria di là e che, mentre lo benediceva, gli aveva dato questo comando: «Non devi prender moglie tra le Cananee». 7 Giacobbe, obbedendo al padre e alla madre, era partito per 8 Paddan-Aram. Esaù comprese che le figlie di Canaan non erano gradite a suo 9 padre Isacco. Allora si recò da Ismaele e, oltre le mogli che aveva, si prese in moglie Macalàt, figlia di Ismaele, figlio di Abramo, sorella di Nebaiòt. 10 11 Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pietra, se 12 la pose come guanciale e si coricò in quel luogo. Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli 13 angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di 14 Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, 15 in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto». 16 Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo 433 17 luogo e io non lo sapevo». Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo 18 luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo». La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse 19 come una stele e versò olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz. 20 Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per 21 coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il 22 mio Dio. Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai, io ti offrirò la decima». (Gen 28,1-22). Veramente il Sacerdozio è la Casa di Dio e la porta del Cielo. È questo il grande mistero che si vive nel Sacerdozio della Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Ai giovani raccomando di non ritirarsi a notte fonda. Il disordine non appartiene al Movimento Apostolico. Per tutti occorre una santa regola di vita. Fare la notte giorno e il giorno notte è grande disordine ed è peccato dinanzi a Dio. Il divertimento, lo svago deve essere un momento in cui ognuno si rigenera dopo un lavoro effettuato. Il fine dello svago è proprio questo: ricuperare le forze esaurite per il lavoro compiuto, sia esso lavoro della mente o delle braccia. Vivere per il divertimento è grave disordine spirituale. Ogni uomo deve vivere di lavoro e per il lavoro. Lo svago per “ricrearsi”, rimettersi in forza è cosa santa. Lo svago per immergersi nei peccati e nei vizi è diabolico. Osservate un orario. Rispettate e onorate i genitori. La notte poi è l’ora delle tenebre, della trasgressione, del peccato. È l’ora del male. Per questo è giusto osservare un orario santo. Questo orario va sempre concordato con i genitori. Per questo i giovani sono invitati a rispettare e onorare i genitori. Il rispetto è obbedienza, ascolto. Questo sacrificio è molto gradito al Signore. Anche Gesù viveva rispettando e onorando la Vergine Maria e San Giuseppe. 434 39 Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, 40 fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui. 41 I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di 42 Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine 43 della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. 44 Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si 45 misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono 46 in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, 47 seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 48 Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto 49 questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del 50 Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. 51 Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua 52 madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. (Lc 2,39-52). Nel Movimento Apostolico si vive di obbedienza. Dove l’obbedienza è carente è segno che si è ben lontani dalla vera spiritualità che si insegna e si vive nel Movimento Apostolico. Senza l’obbedienza ai genitori si è nel Movimento Apostolico, ma non si è del Movimento Apostolico. Si è semplicemente del mondo, dei suoi vizi e trasgressioni. Voi genitori vigilate sui vostri figli. Anche i genitori devono porre molta attenzione ai loro figli. Devono vigilare su di essi. Soprattutto devono dare loro il buon esempio. Devono dare l’esempio di una vita sobria, serena, moderata in tutto. Devono educarli al dovere morale e al sacrificio, alla rinunzia, all’abnegazione, alla povertà in spirito, a sapersi privare di tante cose. La privazione è virtù, perché è sottomissione del corpo allo spirito e dello spirito all’anima. Non si può avere tutto nella vita. Soprattutto non si può avere tutto gratuitamente, senza che ogni cosa sia frutto del nostro lavoro. Il denaro è santo se è sudore della nostra fronte. Se è sudore della fronte degli altri, non è giusto che noi ce ne serviamo. 435 La vita è sacrificio, sudore di fronte, penitenza, espiazione, sofferenza, impegno. I figli vanno educati a non pensare la loro vita come divertimento e svago. È un compito difficile da assolvere, ma è vitale. La riuscita di un uomo è nel suo sacrificio. Sapete come Gesù chiama coloro che conoscono Dio e vivono trasgredendo le sue Leggi? Li chiama: “Generazione perversa”. Quando si conosce Dio, bisogna vivere sempre nella volontà di Dio. Se si conosce Dio e poi non si vive secondo la sua volontà, perché si consegna la vita alla trasgressione, al peccato, al vizio, all’immoralità, al non senso, alla non responsabilità, allo svago, al divertimento peccaminoso, allora è avvenuta una vera trasformazione della nostra natura. È questa la perversione: da natura di bene divenire natura di male; da natura chiamata all’osservanza della volontà di Dio a natura che vive compiendo la volontà di Satana. Di questa generazione perversa ne parla sia l’Antico Testamento che il Nuovo. Ecco cosa annunzia l’Antico Testamento: Peccarono contro di lui i figli degeneri, generazione tortuosa e perversa (Dt 32, 5). Dopo questo fatto, Geroboamo non si convertì dalla sua condotta perversa. Egli continuò a prendere qua e là dal popolo i sacerdoti delle alture e a chiunque lo desiderasse dava l'investitura e quegli diveniva sacerdote delle alture (1Re 13, 33). Uscì da quelli una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del re Antioco che era stato ostaggio a Roma, e assunse il regno nell'anno centotrentasette del dominio dei Greci (1Mac 1, 10). Tieni lungi da te la bocca perversa e allontana da te le labbra fallaci (Pr 4, 24). Temere il Signore è odiare il male: io detesto la superbia, l'arroganza, la cattiva condotta e la bocca perversa (Pr 8, 13). La bocca del giusto esprime la sapienza, la lingua perversa sarà tagliata (Pr 10, 31). La condotta perversa è in abominio al Signore; egli ama chi pratica la giustizia (Pr 15, 9). … Colpendoli invece a poco a poco, lasciavi posto al pentimento, sebbene tu non ignorassi che la loro razza era perversa e la loro malvagità naturale e che la loro mentalità non sarebbe mai cambiata (Sap 12, 10). Non ci indusse in errore né l'invenzione umana di un'arte perversa, né la sterile fatica dei pittori, immagini deturpate di vari colori (Sap 15, 4). 436 Che ha da fare il mio diletto nella mia casa, con la sua perversa condotta? Voti e carne di sacrifici allontanano forse da te la tua sventura, e così potrai ancora schiamazzare di gioia? (Ger 11, 15). Ora annunzia, dunque, agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: Dice il Signore: Ecco preparo contro di voi una calamità e medito contro di voi un progetto. Su, abbandonate la vostra condotta perversa, migliorate le vostre abitudini e le vostre azioni (Ger 18, 11). Se hanno assistito al mio consiglio, facciano udire le mie parole al mio popolo e li distolgano dalla loro condotta perversa e dalla malvagità delle loro azioni (Ger 23, 22). … Quando vi diceva: Ognuno abbandoni la sua condotta perversa e le sue opere malvagie; allora potrete abitare nel paese che il Signore ha dato a voi e ai vostri padri dai tempi antichi e per sempre. (Ger 25, 5). Forse ti ascolteranno e ognuno abbandonerà la propria condotta perversa; in tal caso disdirò tutto il male che pensavo di fare loro a causa della malvagità delle loro azioni (Ger 26, 3). Vi ho inviato tutti i miei servi, i profeti, con viva sollecitudine per dirvi: Abbandonate ciascuno la vostra condotta perversa, emendate le vostre azioni e non seguite altri dei per servirli, per poter abitare nel paese che ho concesso a voi e ai vostri padri, ma voi non avete prestato orecchio e non mi avete dato retta (Ger 35, 15). Forse quelli della casa di Giuda, sentendo tutto il male che mi propongo di fare loro, abbandoneranno ciascuno la sua condotta perversa e allora perdonerò le loro iniquità e i loro peccati (Ger 36, 3). Forse si umilieranno con suppliche dinanzi al Signore e abbandoneranno ciascuno la sua condotta perversa, perché grande è l'ira e il furore che il Signore ha espresso verso questo popolo" (Ger 36, 7). Ha mandato contro di loro un popolo lontano, una gente perversa di lingua straniera, che non ha avuto rispetto dei vecchi, né pietà dei bambini (Bar 4, 15). Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te (Ez 3, 18). Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato (Ez 3, 19). Dì loro: Com'è vero ch'io vivo - oracolo del Signore Dio - io non godo della morte dell'empio, ma che l'empio desista dalla sua condotta e viva. Convertitevi dalla vostra condotta perversa! Perché volete perire, o Israeliti? (Ez 33, 11). Ecco invece cosa insegna il Nuovo Testamento: "Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta (Mt 12, 39). 437 Allora va, si prende sette altri spiriti peggiori ed entra a prendervi dimora; e la nuova condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione perversa (Mt 12, 45). Una generazione perversa e adultera cerca un segno, ma nessun segno le sarà dato se non il segno di Giona". E lasciatili, se ne andò (Mt 16, 4). E Gesù rispose: "O generazione incredula e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatemelo qui" (Mt 17, 17). Gesù rispose: "O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò? Conducimi qui tuo figlio" (Lc 9, 41). Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: "Salvatevi da questa generazione perversa" (At 2, 40). Perché siate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete splendere come astri nel mondo (Fil 2, 15). Nella perversione abbiamo il cambiamento della natura. È come se la nostra natura fosse divenuta altro da ciò che Dio l’ha fatta. Esempio: Dio vuole che noi lavoriamo. La natura secondo Dio lavora, suda, si affatica, si stanca. Noi invece facciamo della nostra natura una cosa per lo svago, il divertimento, il peccato, la trasgressione, il non impegno, il non sudore, il non sacrificio. Credo al Paradiso, alla Madonnina e devo portarvi la verità. Non posso accomodare. L’Ispiratrice è chiamata per dire solo la volontà di Dio. Non può accomodare le cose secondo la volontà degli uomini. La sua è responsabilità del vero Messaggero del Signore. 1 2 Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, parla ai figli del tuo popolo e di’ loro: Se mando la spada contro un paese e il popolo di quel 3 paese prende uno di loro e lo pone quale sentinella e questi, vedendo 4 sopraggiungere la spada sul paese, suona il corno e dà l’allarm