APPRENDIMENTO COLLABORATIVO DAL PUNTO DI VISTA PSICOLOGICO L’apprendimento collaborativo affonda le sue radici negli sviluppi della psicologia cognitiva e in particolare del costruttivismo sociale. I tre principali elementi che caratterizzano una situazione di apprendimento collaborativo sono: 1. l'interdipendenza tra i membri del gruppo; 2. la condivisione o la ripartizione dei compiti e la gestione del processo di gruppo; 3. la finalità di costruire qualcosa di nuovo, cioè di ottenere un valore aggiunto dalla collaborazione. Gli studi sulle strategie di apprendimento collaborativo supportato dalle TIC devono molto al Dewey Per Dewey il vero centro dell'apprendimento non è nelle singole discipline ma nelle attività sociali dell’alunno e l'avvicinamento tra scuola e società passa anche attraverso l'introduzione degli strumenti e delle modalità di lavoro della società adulta negli ambienti educativi. L’apprendimento collaborativo è un modo per trasformare l’esperienza scolastica degli studenti in direzione del principio fondamentale dell’esperienza diretta proposto da Dewey. I sostenitori della sua teoria osservano inoltre, che gli strumenti che oggi è necessario introdurre nella scuola per avvicinare gli studenti alla società e al mondo degli adulti e del lavoro sono appunto la CMC (comunicazione mediata dal computer) e le applicazioni multimediali in quanto tali strumenti consentono loro di sviluppare uno dei requisiti ritenuti più importanti nella società dell'informazione, ossia abituano i giovani lavorare in gruppo con persone di diverse culture in modo produttivo, elastico ed efficiente Gli studi sulle strategie di apprendimento collaborativo supportato dalle TIC devono molto anche a Piaget ed al costruttivismo. Piaget sottolinea il concetto di sapere come costruzione personale dell'individuo. In quest’ottica il discente diventa protagonista di un processo di apprendimento attivo di cui l'insegnante deve essere guida e facilitatore. Come Vygotsky, Piaget e Dewey, anche Kaye sottolinea il fatto che l'apprendimento è un processo individuale il quale può però essere influenzato e stimolato dall'esterno. Dalla conversazione, dal confronto tra pari o con esperti si sviluppano la comprensione profonda dell'argomento trattato, l’abitudine al ragionamento e all’esposizione e spiegazione del proprio pensiero tramite la comunicazione interpersonale. Fra le definizioni di apprendimento collaborativo è interessante quella data data da A. Kaye i perché chiama in causa come componenti essenziali dell'apprendimento sia l'individuo che il gruppo.: Collaborare (co-labore) vuol dire lavorare insieme La collaborazione è una relazione dotata di uno scopo, alla cui base c'è il bisogno di creare e scoprire qualcosa, all'interno di un contesto di vincoli (expertise, tempo, risorse economiche). Appare evidente che la collaborazione quasi mai è un dato di partenza. La collaborazione va costruita. Alcuni problemi si accentuano nelle situazioni in cui i soggetti si percepiscono come reciprocamente "estranei": -antagonismo, (anziché collaborazione) -narcisismo, voler "fare la prima donna" -dispersività, non pertinenza degli apporti -emarginazione - accaparramento -suddivisione in gruppetti - sottogruppetti -gregarismo Per impostare efficacemente l'apprendimento in gruppi occorre coordinare quattro dimensioni della vita scolastica: 1. La strutturazione della classe in un "raggruppamento di gruppi"; 2. L'uso di mansioni formative variegate nello studio collaborativo per gruppi; 3. Il ricorso a comunicazioni multilaterali fra studenti e lo stimolo a sviluppare capacità attive di apprendimento; 4. Scambi fra l'insegnante e ciascuno dei gruppi. Vi sono parecchi vantaggi nelle modalità di apprendimento collaborativo. E' stato rilevato che le strategie di apprendimento collaborativo accrescono le capacità scolastiche, sviluppano le abilità sociali, facilitano l'accesso all'istruzione normale da parte degli studenti portatori di handicap, riducono le tensioni etniche ed aumentano l'autostima degli studenti Quando gli insegnanti passano da lezioni rivolte all'intera classe a ricerche in piccoli gruppi o progetti in cooperazione, si ottiene un miglioramento dell'insegnamento e dell'apprendimento che promuove modelli pro-sociali di interazione e relazione fra compagni. APPRENDIMENTO COLLABORATIVO REALIZZATO CON L’AUSILIO DELLE TELEMATICA La progressiva introduzione delle TIC nella scuola ha favorito l’adozione di metodi di apprendimento collaborativo e del lavoro di gruppo intorno al computer. L’apprendimento collaborativo è caratterizzato da diversi fattori. Le definizioni formulate dai ricercatori che oggi studiano situazioni di apprendimento collaborativo realizzati con l'ausilio della telematica sottolineano principalmente i tre fattori evidenziati precedentemente sotto il profilo psicologico: l'interdipendenza tra i membri del gruppo; la condivisione o la ripartizione dei compiti e la gestione del processo di gruppo; la finalità di costruire qualcosa di nuovo, cioè di ottenere un valore aggiunto dalla collaborazione. Le TIC favoriscono l’apprendimento collaborativo: quando agevolano il passaggio, da parte dello studente, da un processo di semplice assimilazione ad un processo di costruzione attiva della conoscenza; quando funzionano come amplificatori informativi e comunicativi oltre che strumenti per la creazione di comunità di apprendimento in rete. Un esempio di apprendimento collaborativo in presenza basato sull’uso del computer in classe è rappresentato dall’uso delle simulazionii che consentono di studiare, ad esempio, gli aspetti storico – sociali implicati nella progettazione e nello sviluppo di una città. E’ il casoi del software “SIM.CITY” che mostra l’interdipendenza di azioni come lo sviluppo industriale/ l’ambiente / le tasse, all’interno di una simulazione in cui gruppi di studenti costruiscono la città discutendo, prendendo decisioni, variando alcuni parametri, e ne osservano lo sviluppo consequenziale. In rete è possibile trovare numerose opportunità per avviare progetti collaborativi a distanza e numerosi resoconti i di esperienze realizzate a vari livelli e in scuole di ogni ordine e grado. Modelli di apprendimento collaborativo in rete Individuiamo alcuni modelli di collaborazione in rete rilevanti sul piano educativo: 1. Comunità di dialogo (o comunità virtuale) Gruppo di persone che condividono un insieme di pratiche, attività, interessi lavorativi o conoscitivi e che trovano in Internet l’ambiente per incontrarsi, condividere esperienze e conoscenze. 2. Comunità di pratiche (Etienne Wenger) Si basano sull'idea che l’apprendimento consiste nel negoziare nuovi significati in un’interazione di partecipazione e reificazione. 3. Comunità di apprendimento ( A. Brown, J. Campione) Le comunità di apprendimento si sviluppano assumendo come modello di riferimento quello delle comunità scientifiche di ricerca. Esse si basano sulla forte condivisione dei saperi da parte dei partecipanti e sulla valorizzazione degli aspetti metacognitivi (imparare ad imparare). 4. Circoli di apprendimento (M. Riel) I circoli di apprendimento si basano sull'agire collaborativo e cooperativo tra scuole, classi e gruppi di lavoro. Si tratta di comunità virtuali globali dove è possibile conoscersi, elaborare e realizzare progetti comuni, documentarsi e documentare gli altri su tematiche specifiche. 5. Ricerca azione on line Metodologia di ricerca educativa, finalizzata a specifici obiettivi conoscitivi o di gestione dell’innovazione didattica, che coniuga la raccolta dei dati nella realtà oggetto di studio con momenti di comparazione e riflessività che si compiono sulla rete.