P.Peer
4B
10.11.2009
Lavoro di confronto sulla “trilogia della
fuga” di Gabriele Salvatores
Opzione letteratura italiana e cinema
Luca Moscatelli
----Philippe Peer
4B
Scuola d’Arti e Mestieri
Bellinzona
SAMB
1/14
P.Peer
4B
10.11.2009
Indice:
Introduzione ......................................................................................................................... 3
Biografia del regista ............................................................................................................. 4
Breve sintesi delle 3 opere................................................................................................... 9
Marrakech Express .......................................................................................................... 9
Mediterraneo .................................................................................................................... 9
Turnè .............................................................................................................................. 10
Analisi approfondita ........................................................................................................... 11
Conclusioni ........................................................................................................................ 12
Filmografia ......................................................................................................................... 13
Fonti ................................................................................................................................... 14
SAMB
2/14
Introduzione
Questo lavoro, che è stato svolto per la materia opzionale di letteratura italiana e cinema,
consiste nel fare un approfondimento e di mettere in rapporto i tre film che costituiscono la
famosa “trilogia della fuga” di Gabriele Salvatores.
In classe innanzitutto abbiamo guardato Marrakech Express, successivamente
Mediterraneo e infine Turnè.
Tutti e tre infatti hanno delle cose in comune e il nostro compito infatti è quello di trovarle e
di metterle in relazione approfondendo l'argomento.
Una volta fatto questo bisogna redigere il rapporto finale, dove risultano delle brevi sintesi
dei 3 lungometraggi, l'approfondimento e le conclusioni.
Biografia del regista
Gabriele Salvatores, 59 anni, è nato a Napoli il 30 luglio del 1950.
Attualmente è regista e sceneggiatore italiano ma inizialmente dirigeva spettacoli al Teatro
dell'Elfo, fondato da lui stesso nel 1972 a Milano con Ferdinando Bruni, fino al 1989
quando lascia in definitiva il mondo dello spettacolo per passare a quello del cinema.
Il suo primo film, "Sogno di una notte d'estate", viene alla luce nel 1983 ed è tratto da un
suo musical-rock, andato in scena al Teatro dell'Elfo.
Del 1989 è il film Marrakech Express, cui seguì nel '90 Turné; entrambi questi film sono stati girati
con il suo gruppo di attori-amici tra i quali Diego Abatantuono (insieme al quale possiede e gestisce
la società di produzione cinematografica "Colorado", e del quale ha sposato l'ex-moglie[1]) e
Fabrizio Bentivoglio (tra le attrici c'è Laura Morante). Nel 1991 giunse la consacrazione
internazionale con Mediterraneo, che gli valse il Premio Oscar come miglior film straniero (la
pellicola si aggiudicherà anche tre premi David di Donatello per il miglior film, il montaggio ed il
suono e, nel 1992 un Nastro d'Argento per la regia).
La sua cosiddetta "trilogia della fuga", composta dai due film sopra citati, è idealmente proseguita e
conclusa nel 1992 da Puerto Escondido, film tratto dal romanzo omonimo di Pino Cacucci, su
tematiche non dissimili dai precedenti, nel quale ad Abatantuono si affianca l'attore Claudio Bisio.
L'anno seguente dirige Sud (1993), tentativo di denuncia della situazione politica e sociale
dell'Italia dal punto di vista degli emarginati e dei disoccupati, tra cui spicca l'interpretazione di
Silvio Orlando.
Temi prevalenti delle sceneggiature sono la fuga da una realtà che non si comprende o non si vuole
accettare e della quale è inutile un proprio tentativo di cambiamento, la nostalgia del gruppo e il
viaggio, inteso come privo di una predefinita destinazione. Nirvana (1997) segna l'inizio di un
periodo di sperimentazione narrativa durante il quale firmò anche la regia di Denti (2000) e
Amnèsia (2002) entrambi con Sergio Rubini come interprete.
Nel 2003 Salvatores ha diretto Io non ho paura tratto dall'omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti,
nel quale la trasposizione cinematografica rende ancor meglio la storia dell'incontro tra due bambini
con vicende personali opposte in una assolata campagna del meridione. La pellicola gli vale una
nuova nomination all'Oscar e il "Gattopardo d'oro" - Premio Luchino Visconti.
Nel 2004 fonda la Colorado Noir, insieme a Sandrone Dazieri e Maurizio Totti.
Del 2005 è Quo vadis, baby?, tratto dall'omonimo romanzo di Grazia Verasani. Qui Salvatores
riprende la sua voglia di sperimentazione usando tecniche digitali per tutta la durata del film e
dirigendo un noir sui generis con atmosfere dark e spazi al limite della claustrofobia. Il ruolo di
protagonista è stato affidato all'attrice e musicista Angela Baraldi.
Nel 2008 il canale satellitare digitale SKY Italia mette in onda una miniserie di Quo vadis, baby?
con la gran parte degli interpreti del film. Nello stesso anno torna a dirigere un film tratto da un
romanzo di Niccolò Ammaniti, Come Dio comanda.
Yahoo! Cinema:
Regista. Studia al Piccolo Teatro di Milano e nel 1972 fonda il Teatro dell'Elfo, progetto
sperimentale che diventa un vero fenomeno di costume tra gli anni '70 e gli anni '80 e che
raccoglie consensi sia a Milano che nel resto d'Italia. Nel 1981 ha messo in scena il
musical-rock tratto da "Sogno di una notte d'estate", spettacolo che, nel 1983 diviene il
suo primo lungometraggio. Nel 1987 dirige il suo secondo film, "Kamikazen - Ultima notte
a milano", seguito nel 1989 da "Marrakech Express" e nel 1990 da "Turnè". Nel 1991, con
"Mediterraneo" vince l'Oscar come miglior film straniero. Fra le altre sue regie "Puerto
Escondido" (1992), ''Sud" (1994) , "Nirvana" (1997) e "Denti" (2000). Nel 1999 ha diretto il
vedeoclip 'Il mio nome è mai più', di Jovanotti, Ligabue e Piero Pelù.
Italica.rai.it:
Gabriele Salvatore nasce a Napoli il 30 luglio 1950, ma si trasferisce, ancora adolescente,
dalla città natale a Milano: qui, dopo essersi diplomato al liceo Beccaria, si iscrive
all'Accademia del Piccolo Teatro. Nel 1972 è tra i fondatori del Teatro dell'Elfo, destinato a
divenire una innovativa realtà del capoluogo lombardo: in esso si sperimentano nuove
forme di spettacolo basate su una originale commistione di testi e musica, che risultano
particolarmente gradite al pubblico giovanile. Proprio da uno di questi lavori nasce la sua
prima regia cinematografica, "Sogno di una notte d'estate" (1983): ispirato a Shakespeare,
il film è un azzardoso e affascinante ibrido di cinema, teatro, musica, danza, dalle cadenze
di fiaba.
Dopo un lustro di silenzio, Salvatores torna dietro la macchina da presa con "Kamikazen Ultima notte a Milano" (1987): ispirato alla pièce "Comedians" di Trevor Griffith (già portata
in palcoscenico dal Nostro), interpretato da vari comici della scena milanese, risulta
frammentario ed alquanto deludente. Il successo arriva con "Marrakech Express" (1989; il
titolo deriva da una delle canzoni eseguite a Woodstock, nel '69), ove - attraverso la
vicenda d'un gruppo di persone che si reca in Marocco per salvare dal carcere un amico vengono messi a fuoco gli elementi base della sua poetica: l'amicizia virile, il tema del
viaggio come fuga, la solidarietà generazionale. In "Turné"(1990), storia d'un curioso
triangolo amoroso dentro una modesta compagnia teatrale itinerante per l'Italia, l'equilibrio
tra malinconia e sorriso trova un magico punto di fusione; ma è col più banale ed a tratti
folkloristico "Mediterraneo" (1991) che il cineasta campano - inscenando un carosello di
amori e piccole viltà ambientato in un'isoletta greca, durante la seconda guerra mondiale ottiene notorietà internazionale, aggiudicandosi l'Oscar per il miglior film straniero. In
seguito, egli cercherà - con esiti per lo più deludenti - di trovare vie inedite e di rompere i
residui legami con la tradizione della commedia indigena: ma con "Puerto Escondido"
(1992) torna straccamente sulla tematica della fuga, mentre in "Sud" (1993) affronta senza
troppa convinzione discorsi esplicitamente politici. Il tiro viene poi alzato con "Nirvana"
(1996), racconto fantascientifico di grandi ambizioni, viziato da cascami di comicità
cabarettistica, e con "Denti" (2000), surreale adattamento del romanzo di Domenico
Starnone con spunti non banali, ma infine irrisolto. Due anni più tardi dirige "Amnèsia" che
lo riporta alle tematiche dei suoi primi film.
Solo nel recente "Io non ho paura"(2003), egli sembra aver trovato la giusta alchimia:
mettendo in immagini il bel libro di Niccolò Ammaniti, firma infatti un atipico "giallo" che è
pure efficace ritratto del meridione nostrano negli anni '70, pel tramite d'una storia di bimbi
raccontata con tenera crudeltà. Il nostro azzecca i toni pure nel successivo "Quo vadis,
Baby?" (2005), ancora una felice variazione sui toni del "giallo", sulla scorta di un bel
romanzo di Grazia Verasani: benissimo diretti gli attori, a cominciare da un'inedita Angela
Baraldi nel ruolo della investigatrice protagonista.
Mymovies.it:
iccolissimo si trasferisce con la famiglia a Milano dove si diploma presso il Liceo Beccaria.
La sua formazione avviene a Milano in ambito teatrale: iniziò infatti la sua attività dapprima
iscrivendosi all'Accademia del Piccolo Teatro e poi nel 1972 fondando il Teatro dell'Elfo,
per cui diresse molti spettacoli che vennero definiti d'avanguardia, fino al 1989. Proprio da
uno di questi lavori nasce nel 1983 la sua prima regia cinematografica, Sogno di una notte
d'estate: ispirato a Shakespeare, il film è un coraggioso e affascinante ibrido di cinema,
teatro, musica, danza, dalle cadenze di fiaba ma resta comunque un'opera immatura per
un regista che ancora guardava al cinema più con curiosità che con convinzione.
Quattro anni dopo Salvatores torna dietro la macchina da presa con Kamikazen - Ultima
notte a Milano, pellicola ispirata alla pièce "Comedians" di Trevor Griffith che Salvatores
aveva già portato in palcoscenico. I protagonisti del film sono sei comici della scena
milanese che in pratica interpretano se stessi nel tentativo di ripercorrere le loro tensioni e
disavventure. Con questo spettacolo inizia la sua collaborazione con quelli che poi
diventeranno i nuovi comici, Paolo Rossi, Claudio Bisio, Antonio Catania e Bebo Storti. Il
1989 è la data di Cafè Procope, uno spettacolo realizzato come un talk-show ai tempi
della rivoluzione francese, ultima regia al Teatro dell'Elfo, sempre più impegnato a
esplorare nuove linee drammaturgiche. Dal 1989 inizia un periodo decisamente felice per
il Salvatores regista che culminerà nel 1992 con la vittoria dell'Oscar per il miglior film
straniero. L'ideale trilogia che si conclude con Mediterraneo inizia con Marrakech Express,
titolo che deriva da una delle canzoni eseguite a Woodstock nel '69, storia di quattro
reduci del Sessantotto che si ritrovano dopo dieci anni per aiutare un amico arrestato in
Marocco. Il film è divertente e riscuote un ottimo successo di pubblico e segna l'inizio della
collaborazione con quello che diverrà l'attore feticcio di Salvatores: Diego Abatantuono.
L'anno successivo è la volta di Turnè. Storia di un triangolo amoroso interpretato da
Abatantuono, Fabrizio Bentivoglio e Laura Morante, Turnè è il film che permette a
Salvatores di sviluppare magicamente i temi a lui cari: il viaggio come fuga, l'amicizia
virile, la goliardica solidarietà generazionale e il peso dei ricordi.
Il 1991 è l'anno di Mediterraneo e Salvatores diventa, almeno in Italia, una star. Siamo
nella primavera del 1941: la seconda guerra mondiale è in corso, l'isola greca di Syrna, in
passato invasa dai tedeschi, è stata abbandonata. Otto militari italiani ricevono l'ordine di
recarsi sul posto, per controllare l'effettiva ritirata dei tedeschi e presidiare la zona. Giunti
con una nave da guerra leggera, l'improbabile drappello di militari si illude di essere giunto
su un'isola deserta. Dopo giorni d'isolamento e solitudine, i militari entrano finalmente in
contatto con la popolazione locale e cercano di adattarsi alla loro nuova vita. Ingannati da
un turco di passaggio e derubati anche delle armi, i soldati smettono le uniformi e adottano
gli abiti civili del posto. Sarà il pilota di un aereo da ricognizione in avaria ad annunciare
che la guerra è finita e che bisogna tornare in Italia: a quel punto molti di loro iniziano a
trarre una sorta di bilancio giungendo a capire che probabilmente il ritorno in Italia non
avrebbe più senso perché lì non troverebbero più niente e nessuno ad aspettarli.
Come detto il film si aggiudicò l'Oscar per il miglior film straniero e vinse anche tre premi
David di Donatello per il miglior film, il montaggio e il suono nonché un Nastro d'Argento
per la regia. È la summa dei temi cari a Salvatores: la fuga da una realtà che non si
comprende o non si vuole accettare e per la quale è inutile un tentativo di cambiamento, la
nostalgia del gruppo e il viaggio, inteso come privo di una destinazione predefinita.
Dopo Mediterraneo, Salvatores adatta un romanzo di Pino Cacucci, affidando la
sceneggiatura a Enzo Monteleone (i due formano ormai un duo affiatatissimo) e realizza
Puerto Escondido. Fuggito in Messico per paura di un commissario che ha cercato di
ucciderlo, uno yuppie lombardo incontra una coppia di compatrioti che vivono di
espedienti. Si unisce a loro nello spaccio di marijuana, compiono dellerapine, assaggiano
il peyote prima di essere raggiunti dal commissario omicida. Per Salvatores è il sesto film
e, probabilmente a causa dell'euforia e dei premi di Mediterraneo, è anche il suo film
peggiore. Tutto si riduce a una serie di battute facili e tutt'altro che divertenti, mentre gli
attori sono lasciati a ruota libera (Abatantuono si aggiudicherà comunque un Nastro
d'argento ma la Golino è davvero inguardabile). L'anno seguente, e siamo nel 1993, è la
volta di Sud, storia ambientata in un paesino del meridione in una domenica di elezioni, in
cui quattro disoccupati disperati occupano un seggio elettorale e prendono in ostaggio, per
caso, la figlia del boss della zona. La protesta sfugge di mano ai quattro e si trasforma in
un braccio di ferro con le forze dell'ordine che finisce per coinvolgere mass media e
popolazione locale. Dopo lo scarso successo del film nelle sale, Salvatores si tuffa
nell'impresa più ambiziosa della sua carriera: abbandona la commedia con spunti di critica
sociale per cimentarsi con un genere totalmente agli antipodi, la fantascienza. Nirvana
uscirà nelle sale nel 1997 e riscuoterà un buon successo di pubblico. Ambientato nel
2005, in una metropoli formata da un Centro protetto e da miserande e pericolose periferie
etniche, è la storia di tre uomini che cercano di sfuggire all'infelicità della propria vita reale
o immaginaria: Jimi, ideatore del videogioco Nirvana; Solo, protagonista del videogioco, e
Joystick, hacker di periferia, perseguitato da nemici e creditori, che ha venduto le sue
cornee sostituendole con protesi elettroniche. Il film non si può dire del tutto riuscito ma
resta uno dei casi rarissimi di esempi di cinema italiano che si misura con un genere
tentando di ricreare un mondo e il suo microcosmo con degli sforzi produttivi adeguati al
progetto e all'ambizione. Ne risulta un'opera affascinante e irrisolta, un tentativo di aprire
nuove porte alla percezione senza però che si riesca a inserire in questo discorso le
puntate goliardiche e comiche portate da buona parte del cast (si pensi ad attori quali
Paolo Rossi, Bebo Storti, Ugo Conti, Silvio Orlando e Antonio Catania, che ruotano intorno
ai due protagonisti Diego Abatantuono e Cristopher Lambert). Nel 2000 Salvatores
continua con la sperimentazione adattando Denti, un bizzarro romanzo di Domenico
Starnone. Antonio ha sempre avuto problemi coi suoi enormi incisivi: durante una lite
Mara, la donna per la quale ha lasciato la moglie e due figli, gli lancia addosso un
posacenere di cristallo rompendogli i denti. Comincia il suo peregrinare fra studi dentisti
che si trasformerà in una sorta di viaggio nella propria coscienza, alterata dagli
antidolorifici, dai litigi con Mara e dai ricordi e fantasmi che riaffiorano. Il regista non riesce
a organizzare la caoticità della materia trattata e offre allo spettatore un ibrido viaggio in
una mente che non si capisce a chi appartenga. Pare quasi di assistere a una sorta di 8 e
½in versione odontoiatrica, confusionario e tutt'altro che emozionante, capace di regalare
un momento di tensione e di interesse soprattutto nel personaggio del dentista macellaio
interpretato da un sorprendente Paolo Villaggio. Nel 2002 affida nuovamente il ruolo di
protagonista a Sergio Rubini per Amnèsia, strano film in cui tre storie piuttosto improbabili
si incrociano in una discoteca di Ibiza e su cui la stessa critica non ha saputo trovare un
punto di accordo. Tutto il contrario rispetto a quello che succederà con la pellicola
successiva: nel 2003 Salvatores adatta il bel romanzo Io non ho paura di Niccolò
Ammaniti e realizza finalmente un'opera apprezzata e celebrata. Siamo nel 1978, l'estate
più calda del secolo. Nel piccolo borgo di Acque Traverse tutto sembra immobile e
addormentato: la scuola è chiusa, gli adulti restano tappati in casa, sopraffatti dall'afa.
Solo un manipolo di ragazzini scorrazza liberamente fra il paese e la campagna
circostante, tra giochi e scorribande. E proprio durante una di queste, il piccolo Michele,
nove anni, si imbatterà in un incredibile segreto: gli adulti tengono un bambino segregato
in un pozzo, dentro una casa abbandonata. Il regista riesce finalmente a spezzare la
catena di solidarietà che lo teneva legato ai suoi amici cinquantenni in crisi e firma
un'opera eccentrica e profonda, un film che, miracolosamente, riesce a mantenere la
magia del romanzo, sempre in equilibrio fra lo sguardo magico e ingenuo dei bambini e
squarci di realtà drammatica e orrida. E Diego Abatantuono nel ruolo di Sergio,
capobanda trucido e ottuso al limite della stupidità, offre una prova convincente finalmente
al di fuori dei suoi soliti cliché.
Nel 2004, insieme a Sandrone Dazieri (scrittore celebre per il personaggio del Gorilla) e
Maurizio Totti, fonda la collana narrativa Colorado Noir, ulteriore testimonianza della
raggiunta maturità. Le stesse parole di Salvatores sono illuminanti: "Oggi il noir è il genere
letterario più titolato a raccontare la realtà in cui viviamo che è fortemente anormale,
ossessiva, illegale: è uno sguardo deviato e per un regista la prima cosa da fare è cercare
lo sguardo, lo sguardo nero". Non sorprende quindi che nel 2005 si confronti per la prima
volta con questo genere in Quo vadis baby?, film tratto dall'omonimo romanzo di Grazia
Verasani (una delle scrittrici della collana Colorado Noir). La protagonista è Giorgia
Cantini, trentanovenne single, alcolista e investigatore privato. L'indagine che deve
seguire si confronta con il suo passato, a causa di una scatola di scarpe piena di
videocassette avuta da Aldo, amico e confidente di sua sorella Ada, suicidatasi sedici anni
prima. Un altro film apprezzato dalla critica, quasi che Salvatores, per riuscire a esprimersi
in modo finalmente compiuto come autore, avesse bisogno di liberarsi da quell'atmosfera
cameratesca in cui i suoi film precedenti finivano sempre per restare ingabbiati. Con Quo
vadis baby? dimostra di possedere il giusto sguardo per connotare di nero l'atmosfera del
suo film e riesce a scegliere i volti giusti per un'opera di questo tipo, su tutti Angela Baraldi
e Gigio Alberti.
Breve sintesi delle 3 opere
Marrakech Express
Quattro amici di una vecchia comitiva dell'università, Marco Ponchia Paolino e Cedro, si
ritrovano per salvare Rudy, il quinto membro del gruppo, che è detenuto a Marrakech per
detenzione di Hashish. Egli deve scontare una pena di 20 anni, però c'è un modo per
evitarlo: il giudice può essere corrotto, ma servono 30 milioni di lire. Inizialmente Ponchia
e Paolino sono scettici e hanno dei dubbi riguardo al viaggio, ma nonostante le perplessità
gli altri 2 amici riescono a convincerli e partono tutti alla volta del Marocco. Dopo un
viaggio avventuroso attraversando Francia, Spagna e Marocco i quattro giungono a
Marrakech e scoprono che Rudy non è in prigione e che i soldi non erano per corrompere
il giudice ma bensì per acquistare una trivella per trovare l'acqua in un oasi del deserto per
poi coltivare delle piantagioni di arance.
Mediterraneo
Un gruppo di 8 soldati italiani sbarca su un'isola dell'Egeo con importanza strategica pari a
zero. La loro è una missione segreta e gli unici a conoscenza oltre a loro sono i membri
dell'equipaggio della barca che li ha portati fin lì. Sfortunatamente la barca viene affondata
appena lascia l'isola. Ora sono soli e dimenticati dal resto del mondo su un'isola che
all'apparenza sembra fantasma. Dopo alcuni giorni gli abitanti dell'isola si fanno vivi: loro
credevano che fossero di nuovo arrivati i tedeschi, così si sono nascosti. Passa molto
tempo e i soldati cominciano ad ambientarsi e si creano una vita sociale all'interno di
quest'isola che non sembra essere poi così male, anzi. Insomma riescono ad integrarsi
con gli abitanti dell'isola. Qui incontrano Vassilissa, una prostituta che si offre di lavorare
per loro, ma uno dei soldati, l'attendente Farina, si innamora perdutamente di lei fino al
punto di sposarla. 3 anni dopo arriva un aereo italiano da ricognizione che compie un
atterraggio di emergenza sull'isola. A quel punto tutti lasciano l'isola a bordo di una barca
inglese, tutti tranne il soldato Noventa che è scappato molto prima con una barca a remi e
Farina che vuole rimanere sull'isola con Vassilissa. Dopo molti anni il prof. Montini si reca
di nuovo sull'isola, che trova molto cambiata dal turismo, dopo un invito da parte di Farina.
Lo trova in buona compagnia, non di Vassilissa che purtroppo è morta molto prima, ma del
sergente Lorusso che deluso dalla sua patria è voluto tornare sull'isola.
Turnè
Dario e Federico sono amici da molto tempo e sono entrambi attori. Ultimamente Federico
è molto triste e depresso, la sua storia con Vittoria è appena finita. Il problema è che
Vittoriaha lasciato Federico per Dario, ma lui non lo sa e lei vuole che sia Dario a
confessargli questo segreto, ma lui non trova il coraggio. Inoltre Federico rischia di
perdere il lavoro a causa della sua inaffidabilità. Entrambi partono per una tournè in giro
per l'Italia e Dario spera di entrare nel mondo del cinema perchè a uno spettacolo teatrale
di questa tournè dovrebbe essere presente un produttore americano. A un certo punto
Vittoria li raggiunge e Federico viene a conoscenza del rapporto tra Dario e Vittoria.
Quest'ultima dice di amarli entrambi, che il suo uomo ideale sarebbe la fuosione dei due.
Infine i due si riappacificano e, colpo di scena, il produttore americano decide di scritturare
Federico anzichè Dario, perchè lo trova più bravo.
Analisi approfondita
Conclusioni
Filmografia
Sogno di una notte d'estate (1983)
Kamikazen ultima notte a Milano (1987)
Marrakech Express (1989)
Turnè (1990)
Mediterraneo (1991)
Puerto Escondido (1992)
Sud (1993)
Nirvana (1997)
Denti (2000)
Amnesia (2001)
Io non ho paura (2003)
Quo vadis, baby? (2005)
Come Dio comanda (2008)
Happy Family (In corso...)
Fonti