CONSONANTI: Le consonanti e i digrammi presenti nelle lingue indoeuropee possono essere classificati secondo questa tabella Tipo Qualità del suono Mute o momentanee (la cui articolazione non comporta alcuna durata) Spiranti o continue (la cui articolazione può essere prolungata) Semplici Grado di intensità Tenui o sorde Medie o sonore Aspirate Modo in cui Nasali sono Sibilanti articolate Liquide Doppie Organo con cui sono pronunciate Labiali Velari o Dentali gutturali P C dura (K, T Q) B G D PH CH TH M F (V) NG L N S L, R X ZH PS VOCALI: in latino le vocali possono essere brevi (ă, ĕ, ĭ, ŏ, ŭ) o lunghe (ā, ē, ī, ō, ū); anche in italiano ad es. la a di sale e la o di ora sono più lunghe della a di salto e della o di orto. In latino una vocale lunga aveva durata (mora) doppia di una vocale breve. La y in latino si trova solo in parole prese a prestito dal greco. i u vocali suono più chiuso vocali e o palatali velari a suono più aperto SEMIVOCALI E SONANTI In latino I e U sono semivocali o sonanti, cioè possono fungere sia da vocali che da consonanti: J, V Nell’indoeuropeo esistevano anche altre quattro sonanti: m, n, l, r, cioè consonanti così sonore da poter essere considerate qualcosa di intermedio tra consonante e vocale. Tali suoni (brevi) si riscontrano ancor oggi in inglese (la m di bottom, la l di able); in tedesco (la n interconsonantica di wandernde=part. Presente: passeggiante), in lingua serbocroata (la r in Trst, nome sloveno di Trieste) e in lingua ceca (la r di Brno). Il latino non conservò il valore vocalico di queste sonanti, ma sviluppò da esse delle vocali eliminando la sonante, oppure conservandola accanto alla vocale prima o dopo di essa. m n l r sviluppo (in greco) a am a an al la ar ra sviluppo (in latino) em en Indoeuropeo *dekm *tntos ol ul davanti a cons. al davanti a voc. *mld or davanti a cons. ar davanti a voc. *krd Greco déka tatós amalós cardía Latino decem tentus mollis cor Italiano dieci teso molle cuore altre lingue tanu (sanscrito) hairto (gotico) Alcuni vocaboli nelle lingue indoeuropee Indoeuropeo *pəter *kmtum *kreu- *wlkwòs Latino pater centum cruor lupus sangue di ferita Italiano padre cento Greco πατήρ (patér) ékaton lupo kréas lúcos carne Sanscrito pitar kravis vrkah carne sanguinolenta hrēaw Anglosassone carne Inglese father wolf Gotico fadar wulfs Tedesco Vater Wolf Albanese Baba Slavo antico kry sangue Bulgaro Tatko vliku Apofonia È un fenomeno, comune a tutte le lingue indoeuropee, che provoca mutamenti nei suoni vocalici. Si collega anche alla presenza delle sonanti. Riguarda la radice delle parole, cioè l’elemento minimo dotato di senso che si ottiene sottraendo a una parola gli elementi variabili (desinenze) e gli eventuali prefissi/suffissi e che può essere comune ad un’intera famiglia di vocaboli. Ad es. genitore: radice gen, suffisso -itor-, desinenza -e. L’apofonia consiste nell’alternanza, all’interno della stessa parola, di vocali diverse per quantità (durata) e qualità (suono o timbro). In italiano è presente nella radice del verbo fare fac- cio; fec-i; dif-fic-il-e o ef-fic-ac-e In latino si trova nei nomi, ad es: caput, capo; capit-is, del capo; flumen, fiume; flumin-is, del fiume; genus, generis; corpus, corporis nei verbi: cad-o, io cado; ce-cid-i, io caddi; vĕn-io, io vengo; vēn-i, io venni (esempio di apofonia quantitativa) Per mutamento di timbro una e può diventare o (tego/toga) o viceversa, ed anche scomparire del tutto (il cosiddetto grado zero: gen-u-i, io generai; gi-gn-o, io genero); in latino è frequente il tipo a/e: fac-io, io faccio; fec-i, io feci E’ molto evidente nei verbi inglesi: drink, bevo; drank, bevvi; drunk, bevuto; begin, incomincio; began, incominciai; begun, incominciato; e tedeschi: trinken, bere; trank, bevvi; ge-trunken, bevuto; verbi francesi: voir, vedere; ver-r-ai, vedrò; vu, visto; vi-s, vidi.