Ute Lemper - Comunicati.net

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11 luglio
Trani - Cattedrale
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UTE LEMPER
& ORCHESTRA SINFONICA
DELLA PROVINCIA DI BARI
dirige il maestro
GREGORIO GOFFREDO
produzione I.CO.
Ingresso gratuito
Quarant’anni, statuaria, teatralissima: Ute Lemper è cantante, attrice, ballerina. Un’icona
dello spettacolo al femminile del nostro tempo, così avaro di autentici talenti che non siano
meteore, un po’ rétro eppure contemporanea, drammatica e ironica insieme, per lei si può
ancora sprecare il termine "diva", o meglio "anti diva" se si considera la sua tendenza a
scandalizzare e a distruggere i cliché.
Quando con passo sicuro ed elegante, da top model, appare sul palco, un palco semplice
l’atmosfera diventa subito elettrica: la star si esibisce. Fasciata in un abito rosso lungo, il
volto modellato come una maschera clownesca, il corpo vibrante, intona il primo brano e
incanta immediatamente con la sua voce portentosa, musicalmente perfetta e calibrata per
le diverse espressioni , ci infonde la passione e la classe dell’artista che vive il
palcoscenico e sa come arrivare alla gente. Con le note si produce in un’autentica magia
sonora: sussurra i bassi con un tono quasi maschile, per poi volare negli acuti con
un’agilità invidiabile.
Poliglotta, diva internazionale abituata al Teatro alla Scala e al Théatre de La Ville, al
Palau de la Musica e al Berliner Ensemble, alla Sidney Opera House e al Queen Elizabeth
Hall, passa da una lingua all’altra, da un genere all’altro.
L’incantesimo della voce è supportato dalle notevoli doti di ballerina. Ute segue la musica
col suo corpo, rivelando i trascorsi studi all’Accademia di Danza di Colonia: non meraviglia
che abbia lavorato con il Tanztheater di Pina Bausch e che Maurice Béjàrt le abbia creato
apposta il balletto "La mort subite". Dal Sudamerica ai cabaret di Berlino. Immancabile
arriva il momento di Kurt Weill, di cui oggi la Lemper è la massima interprete. Introduce al
pubblico "L’opera da tre soldi" e "Mahagonny" scherzando sul rapporto che correva tra
Weill e Brecht: quest’ultimo avrebbe sempre trattato il primo con sufficienza, credendosi
superiore. "Mackie Messer" è il brano che tutti aspettano: una sintesi dell’arte di Kurt Weill,
ancora attuale a decenni di distanza. Ute Lemper è una straordinaria intrattenitrice. In
inglese, poi in francese e anche in tedesco dialoga con gli spettatori, li coinvolge con
ironici giochi di seduzione. Recita versi di Bukowski. Gli anni di teatro alle spalle, la
Scuola di Arte Drammatica Max Reinhardt di Vienna e i tanti ruoli ricoperti in musical di
successo la rendono padrona della scena alla perfezione. Con una sedia e un boa può
evocare le sensazioni forti della canzone francese. Canta "La vie en rose" di Edith Piaf
seduta sul pianoforte a coda, poi scende, struggente, per interpretare Brel: "Ne me quitte
pas" è più dolorosa e sentita che mai, "Amsterdam" è forte e amara. Il pubblico la segue
sempre, rapito dalla sua personalità.
Quanti sanno che la signora Lemper, così elegante e professionale, ha dato scandalo in
più occasioni? Da sempre polemica nei confronti del suo paese (oggi vive tra New York e
Parigi), qualche anno fa cantò l’inno nazionale tedesco in televisione cambiando il testo e
inserendovi parole antirazziste. Risultato: l’allontanamento dalla Germania e dal mondo
dello spettacolo teutonico. Nei primi anni Novanta, dopo aver sfilato diverse volte per
Versace, interpreta sul grande schermo la top model più sconvolgente mai vista prima: in
"Prêt à porter" di Robert Altman appare in passerella "svestita da sposa" tenendo il
bouquet di fiori sul pancione del suo settimo mese di gravidanza. Immagine forte,
shockante. Un’anti diva, appunto. Dal suo album precedente, "Punishing Kiss", canta la
bellissima "Here’s to life" e ribadisce la modernità del personaggio nonché
dell’interpretazione incisiva, sontuosa e ritmata. Non dimentichiamo che allora si
scomodarono Nick Cave, Tom Waits e Elvis Costello a scrivere per lei, come anni prima si
era scomodato Michael Nyman col quale incise un capolavoro musicale che s’intitola
"Songbook". Nell’ultimo lavoro, "But One Day", merita una citazione"Lena", struggente
brano che lei stessa ha scritto ispirandosi a un’amica, figlia di sopravvissuti all’Olocausto,
che ha peregrinato per mezzo mondo prima di stabilirsi in Messico, alla continua ricerca di
risposte. E ricerca e riscoperta sono due costanti del cd "But One Day", fatto di Eisler e
Heymann ma anche di canzoni nuove che attingono al passato guardando all’oggi.
"Questo disco è molto intimo e parla in maniera diretta. Tutte le canzoni del repertorio
sono registrate dal vivo, insieme alla band o all’orchestra, e provengono direttamente dal
cuore. Nel punto in cui mi trovo le scelte della mia vita sono state prese. Questo è quello a
cui tengo veramente. E la ricerca del nuovo, con dedizione al reale, continua. Continuo a
percorrere la Weill Side, ma mi ritrovo ubriaca nelle strade parallele."
La signora, si è esibita accompagnata dalle più grandi orchestre del mondo. Sul grande
schermo ha fatto "Prospero’s book" di Greenaway e "Appetite" di George Milton, in teatro
era nel cast di "Cats" e "Chicago", ora sul palco è tutto questo e altro ancora: le
esperienze l’hanno arricchita e plasmata e l’impressione che produce è di perfetto
equilibrio tra l’indubbia professionalità e una vena d’istintività pazza. Spesso aleggia
,evocato da molti il nome di Marlene Dietrich,ma Ute depista gli ammiratori: lei non è la
nuova Marlene, l’ha già interpretata in teatro in "L’angelo azzurro" e le ha dedicato il recital
"Illusions", con rispetto e ironia sa prenderne le distanze. Non accenna alcun cavallo di
battaglia della divina, e a osservarla bene ricorda più Greta Garbo che non la Dietrich. Nei
teatri dove si esibisce l’incanto rimane sospeso nell’aria come un fumo denso che indugia.
ORCHESTRA DELLA PROVINCIA DI BARI
Orchestra: Sinfonica
Direttore Artistico: M° Marco Renzi
Anno Costituzione: 1968
Data Riconoscimento : 16/09/1971
Sede Legale: Via Spalato, 19 - Palazzo della Provincia di Bari
Qualificazione Giuridica: Ente Pubblico
CENNI STORICI
Sorta nel 1968, grazie alla sensibilità con cui l'Amministrazione Provinciale di Bari accolse
le appassionate sollecitazioni del prof. Vitantonio Barbanente, Presidente del
Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, l'Orchestra di Bari fu affidata alla direzione artistica del
M° Gabriele Ferro, allora giovane docente di direzione orchestrale del Conservatorio
barese diretto da Nino Rota.
Solo tre anni dopo l’orchestra venne riconosciuta, dal Ministero dello Spettacolo,
“formazione d’interesse nazionale” come Istituzione Concertistica Orchestrale (ICO).
Sin dalla sua formazione l’orchestra ha svolto intensa attività sia a Bari sia in altri centri
della provincia ed in ambito extraregionale, tenendo poi regolari “stagioni” anche a
Molfetta, Trani, Bitonto e Matera.
L’orchestra ha collaborato ripetutamente col Teatro Petruzzelli in occasione delle stagioni
liriche tradizionali, partecipando inoltre ad alcune prestigiose trasferte del teatro: Spoleto
(1984), Bergen (1985) e Charleston (1985).
Attualmente affidata al maestro Marco Renzi - direttore del Conservatorio “N. Piccinni” di
Bari - la direzione artistica dell’orchestra è stata retta, dopo Gabriele Ferro, da Pietro
Argento, Bruno Campanella, Rino Marrone, Nino Lepore, Michele Marvulli, Paolo Lepore,
Roberto De Simone.
Sul suo podio si sono avvicendati nel tempo, come direttori ospiti, Nino Rota, Bellugi,
Rossi, Berio, Duarte, Gusella, Friedmann, Martinotti, Renzetti, Urbini, Maag, Mannino,
Aprea, Sanderling, Caracciolo, Fistoulari, Leibovitz, Delman, Molinari Pradelli, La Rosa,
Parodi, Giovaninetti, Neubold, Brott, Viotti, Zedda ed inoltre Morricone e Gaslini.
Tra i numerosi solisti vanno ricordati Asciolla, Accardo, Quarta, Ayo, Kogan, Belkin,
Beilina, Filippini, Brunello, Petracchi, Casadeus, Gilels, Abbado, Oblsson, Ciccolini,
Fiorentino, Camicia, De Barberis, Tipo, Cocarelli, Lupo, Berberian, Trio di Trieste.
Fra le altre iniziative promosse dall’istituzione, vanno ricordate (1987) un ciclo di
manifestazioni dedicate a “Nino Rota, compositore del nostro tempo” (1995), la co organizzazione del Festival Mousikè – nell’ambito del progetto governativo “ Culture dei
mari – Musica 2000 “ con scambi con importanti orchestre nazionali ed estere e festival
internazionali: (1996) “Omaggio a Dubrovnik “ con l’omonimo festival in Croazia.
Nel 1996 l’orchestra ha commissionato la edizione critica – poi edita da il Melograno di
Roma – di un’opera inedita del 1780 del Compositore Giacomo Insanguine di Monopoli.
Il complesso ha anche al suo attivo registrazioni su Cd, fra le altre: (1997) il “Concerto n.3
di Rachmaninov”, solista il pianista Pasquale Iannone; (1998) lo “Stabat Mater” di Rossini
e (1999) la composizione inedita di Vito Paternoster “Il pane”, sotto la direzione dello
stesso autore.
Nel 2000, l’orchestra – direttore artistico Roberto De Simone e direttore stabile Walter
Proost – in “prima mondiale” ha presentato la cantata “Populorum Progressio” dello stesso
De Simone, voce recitante l’attore Michele Placido.
Nel 2001 l’orchestra è tornata al Festival dei Due Mondi di Spoleto, esibendosi inoltre in
Olanda ed in Belgio – sotto il patrocinio del presidente della Commissione europea
Romano Prodi – diretta da Walter Proost, solista il pianista Luigi Ceci.
A Spoleto l’Orchestra ha nuovamente suonato nel 2002, rinnovando il successo già
ottenuto nelle precedenti esibizioni.
La più recente trasferta, sicuramente una delle più prestigiose, si è avuta il 17 maggio
2003, quando – in occasione del conferimento a Sua Santità Papa Giovanni Paolo II della
laurea honoris causa in Giurisprudenza – l’orchestra ha tenuto a Roma ben due concerti:
uno alla presenza del Papa nella sala “ Paolo VI “ e l’altro nella Basilica di S. Maria
Maggiore, concerti ripresi dalle tv nazionali e dalla tv satellitare vaticana.
IL DIRETTORE ARTISTICO
Marco RENZI, musicista abruzzese, ha brillantemente portato a compimento gli studi
musicali in Violoncello, Pianoforte, Organo e Composizione Organistiche e Composizione.
Successivamente agli studi accademici si è dedicato, come organista, ad una intensa e
variegata attività concertistica, sia in Italia sia all’Estero, conseguendo lusinghieri
riconoscimenti.
Grazie alla peculiare e poliforme capacità di applicazione, ha collaborato, in qualità di
pianista e arrangiatore, con noti artisti italiani. In tale contesto è stato invitato a partecipare
a numerose trasmissioni televisive sulle reti RAI e FININVEST.
E’ autore di numerose musiche di scena e di un vasto corpus di composizioni per organo e
nel corso della lunga ed intensa carriera musicale è stato Presidente di Giurie nei più
importanti concorsi nazionali e internazionali.
Su incarico ministeriale è stato Direttore Artistico della prima edizione del “Settembre della
Minerva”, rassegna di concerti organizzata a Roma dal Ministero della Pubblica Istruzione
e finalizzata alla valorizzazione delle produzioni musicali dei più importanti Conservatori
italiani.
Dal 1990 è Direttore artistico della Società dei Concerti “P. Riccitelli” di Teramo.
Nel patrimonio delle sue esperienze figura anche l’attività didattica specialistica. Infatti dal
1972 al 1998 è stato titolare di cattedra presso il Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila,
istituzione nella quale dal 1986 ha iniziato ad interessarsi all’attività di gestione scolastica,
svolgendovi – sollecitato e dall’uopo eletto dai colleghi musicisti – anche la funzione di
Vice Direttore.
Negli stessi anni, in considerazione delle sue apprezzate competenze, il Superiore
Ministero gli ha conferito numerosi incarichi ispettivi presso gli Istituti Musicali Pareggiati.
Incarichi in cui si è sempre distinto per la oculatezza e la preziosità dei contributi forniti,
positivamente testimoniati e dell’apprezzamento dell’Ufficio governativo e della stima dei
Dirigenti degli Istituti amministrati. Nel 1988 il Ministero della P.I. gli ha conferito la nomina
a Direttore di uno dei più prestigiosi Conservatori di musica Italiani: il “ N. Piccinni “ di Bari
con la sua sede staccata di Monopoli. Un Conservatorio precedentemente affidato al M°
Nino Rota, la cui successione – con una inevitabile comparazione – costituiva un impegno
non facile per chiunque.
In questa Istituzione si è impegnato, sin dai primi giorni, nella promozione di variegate e
numerosissime attività. Si è immediatamente proposto di perseguire un coinvolgimento
della produzione artistica della scuola nel tessuto sociale del territorio, agganciando il
Conservatorio alle infrastrutture cittadine pubbliche ( Comune, Provincia e Regione ) e
private ( Editori, Industrie ed Utenza ), dando così vita ad un rinnovato mecenatismo
intellettuale rivelatosi prezioso e determinante per l’arricchimento patrimoniale e culturale
della Scuola.
La testimonianza più significativa è costituita dalla realizzazione di uno speciale volume,
finalizzato alla celebrazione dei 30 anni di vita del Conservatorio (“ La Musica a Bari, Ed.
Levante”). Il Volume è stato curato insieme al M° Dinko Fabris. La qualità di questa
produzione editoriale è stata riconosciuta da ogni accreditata critica nazionale e dai più
diffusi organi di informazione, ma emerge nel modo più significativo dall’eccezionale
contributo storico - critico fornito nel suo contesto dal M° Riccardo Muti.
Oltre l’aspetto operativo Marco Renzi non ha però trascurato di concretizzare nel
Conservatorio anche uno straordinario ampliamento delle cattedre ed degli insegnamenti
impartiti, qualificando la pianta organica con la nascita di numerose Scuole e Corsi
Speciali dalla tipologia unica – nella Regione – e peculiare, aprendo le porte del
Conservatorio ad una pluralità di categorie della musica che non conosce, oggi, più
confini: ha infatti istituito il Corso di Musica Jazz, il Corso di Liuto, il Corso di Musica
Elettronica, il Corso di Basso Tuba, il Corso di Viola da Gamba, il Corso di musica Vocale
da Camera.
Il Conservatorio, in considerazione di questa riconosciuta crescita culturale ( che ha retto
brillantemente anche i confronti con il suo prestigioso passato ), nel 1994 è stato invitato
dal M° Marcello Abbado alla terza edizione del “ Settembre della Minerva “ , per esibirsi a
Roma presso il Ministero della P.I.. Nell’occasione si è esibita – tra le Orchestre dei
migliori Conservatori italiani – Orchestra Jazz del Conservatorio “ Piccinni “ diretta dallo
stesso M° MARCO RENZI.
Dal 1992 per speciale autorizzazione Ministeriale è stato anche nominato Direttore protempore dell’Istituto Musicale Pareggiato “G. Braga” di Teramo, incarico che ha svolto con
analoga passione, professionalità e dedizione.
Sotto la sua guida anche questa Istituzione – a lui cara per legami di affettuoso indignato –
ha aperto i percorsi delle proprie strategie didattiche ed artistiche a nuove esperienze.
Corsi ed insegnamenti inediti nella sua storia. Innovazioni che attualmente pongono la
scuola stessa su un piano di fruizione, nella Regione, che non è secondo a nessuno dei
Conservatori ivi presenti.
Nel 1993 Marco Renzi ha fondato “ L’Italian Big Band “, una formazione che ha raccolto
nel suo seno già noti musicisti, e che ha immediatamente sollecitato l’interesse dei più
accreditati solisti del panorama jazzistico italiano ed internazionale. L’Ensemble, già dal
suo esordio, ha immediatamente ottenuto uno straordinario ed eccezionale consenso di
pubblico e di critica, e viene scritturato da moltissimi Enti ed Associazioni Musicali in Italia
ed in numerosi altri Stati. Di questa inedita e prestigiosa formazione, Marco Renzi è anche
Direttore stabile.
Nel 1994 è stato Docente del Corso Biennale di formazione professionale per Orchestra
JAZZ
(Big Band), organizzato dalla Regione Emilia Romagna, con Fondo Sociale Europeo,
unitamente a Ray Anderson, Carla Bley, Steve Coleman Jimmy Giuffrè, Gorge Rassel e
Bruno Tommaso.
Nel 1996 e fino 1998 riceve dalla RAI l’incarico di Direttore musicale della serie di
trasmissioni “Via Asiago 10” con il compito di condurre l’Orchestra, scegliere le musiche e
curarne gli arrangiamenti, nonché di stabilire organici e mezzi di produzione. Dal 1998
Marco Renzi è Direttore del Centro di Ricerche di Casa Piccinni, una delle poche strutture
di ricerca didattica e produzione musicale in Italia meridionale.
Con decreto del 26 Ottobre 2001 n. 3005/MR, il Ministro dell’Istruzione, Università e
Ricerca, On. Letizia Moratti, l’ha nominato proprio consulente nel Comitato Tecnico
Scientifico per la riforma dei cicli di studio nei Conservatori di Musica Italiani.
Dal 1° febbraio 2002, è stato nominato dal Presidente e dall’Assessore alla Cultura della
Giunta Provinciale di Bari Direttore Artistico dell’Orchestra Sinfonica ( I.C.O. ) della
Provincia di Bari una delle più prestigiose Orchestre Sinfoniche Italiane, succedendo al M°
Roberto De Simone.
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