La Reggenza è grata a Sua Eccellenza Monsignor Giuseppe

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DISCORSO DEGLI ECCELLENTISSIMI CAPITANI
REGGENTI ROSA ZAFFERANI E FEDERICO PEDINI
AMATI IN OCCASIONE DELLA CERIMONIA DEL LORO
INSEDIAMENTO
La Reggenza è grata a Sua Eccellenza Monsignor Giuseppe
Bertello, Nunzio Apostolico, Decano del Corpo Diplomatico
accreditato in Repubblica, per l’indirizzo di omaggio che le ha
rivolto. Ne condivide e ne apprezza gli elevati sentimenti che lo
ispirano e fa proprio il richiamo all’impegno sui diritti, ancor più
nell’anniversario della Dichiarazione universale del 10 dicembre
1948, nonché l’invito al dialogo come strumento per arginare la
violenza e all’affermazione della pace e della solidarietà sulle
divergenze e sull’individualismo.
Un saluto particolare va ai Rappresentanti Diplomatici che per la
prima volta partecipano a questa cerimonia. Ad essi e a tutti i
Rappresentanti Diplomatici e Consolari oggi presenti esprimiamo
i sentimenti di amicizia e di stima nostri e del popolo
sammarinese, con la preghiera di estenderli alle massime autorità
dei loro Stati.
La Reggenza accoglie inoltre con compiacimento l’Ing. Giancarlo
Michellone, Oratore ufficiale dell’odierna cerimonia, il quale, fra
l’altro, è Presidente dell’Area di Ricerca di Trieste. Presumiamo
che a nessuno sfugga il significato che questa scelta assume nel
momento in cui si va accelerando il processo di realizzazione di
un Parco scientifico e tecnologico, che possa coinvolgere - è
l’auspicio della Reggenza - la Repubblica unitamente alle due
Regioni italiane contigue e contare sul sostegno dell’Unione
Europea. Un impulso decisivo alla più rapida attuazione del
progetto è stato fornito di recente dal Governo italiano, che ha
proposto l’utilizzo di una corsia preferenziale per valutare la
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possibilità concreta di dare vita a questo stesso Parco sulla base di
Accordi bilaterali esistenti.
Il semestre che si apre porta in eredità, sul piano delle relazioni
bilaterali e multilaterali, risultati complessivamente positivi,
ancorché nel rapporto con l’Italia restino aperte questioni
importanti e decisive per lo sviluppo di un piccolo Stato, che
legittimamente ha fatto e fa della propria sovranità un valore. Ed è
così che, per tanti e risaputi motivi, riteniamo che
la
sottoscrizione dell’Accordo di cooperazione, tuttora in fase di
negoziato, non possa essere differita più a lungo, per cui saremmo
lieti che le volontà e le condizioni politiche dei due Stati
consentissero di raggiungere questo obiettivo nell’arco temporale
del mandato che ci accingiamo ad assumere.
Nondimeno la politica estera sammarinese ha dimostrato vitalità e
impegno considerevoli, tant’è che il nostro ruolo sul piano
internazionale si è ancora più consolidato. La Reggenza ritiene che
questa condizione sia specialmente correlata alla eccellente
conduzione della recente Presidenza sammarinese del Comitato
dei Ministri del Consiglio d’Europa e non ci pare quindi casuale
che il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, nell’ambito del tema
del dialogo interreligioso che ha caratterizzato quella stessa
Presidenza, l’8 aprile prossimo, su invito dell’attuale Presidente
del Comitato dei Ministri, sia a Strasburgo per coordinare una
riunione che si occuperà di questi argomenti. E, visto l’interesse e
il consenso registrati da parte degli Stati membri del Consiglio
d’Europa, San Marino ha già avviato un’azione di
sensibilizzazione su questa materia anche all’interno delle
Nazioni Unite.
Frutto naturale della nostra partecipazione al massimo organismo
continentale per la tutela dei diritti dell'uomo, della democrazia
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pluralista e del primato del diritto, è senza dubbio la Campagna
paneuropea - che ora l’O.N.U. stessa ha avviato - per prevenire e
combattere la violenza contro le donne, ivi compresa quella
domestica, la quale obbedisce alla precisa volontà di contrastare
un fenomeno sociale riprovevole, che purtroppo è in costante
aumento. E, proprio per rispondere al meglio a questa Campagna,
San Marino ha promosso iniziative dirette ad acquisire maggiori
dati statistici sul fenomeno e a provocare, su di esso, una più
marcata sensibilizzazione dell’opinione pubblica e della società
civile, oltre a mettere in atto una specifica formazione dei servizi
sanitari, sociali e di polizia e a proporre l’integrazione e la
modifica delle norme esistenti. C’è soddisfazione per l’andamento
della Campagna, della quale anche la Reggenza si compiace, e già
prima dell’estate il Consiglio Grande e Generale potrebbe essere
chiamato ad approvare provvedimenti normativi in grado di
garantire maggiore certezza nell’individuazione e nella punibilità
dei reati contro le donne e adottare misure per il sostegno e la
protezione delle vittime. E se è vero, come è stato autorevolmente
confermato, che i dati statistici, sei mesi fa, ci rivelavano
sorprendentemente ben sessanta casi di violenza contro le donne
nel nostro Paese, venti dei quali coinvolgevano minori, la
predisposizione di regole più sicure e rigorose in tempi brevi non
può che essere auspicabile.
Una chiara manifestazione di sensibilità politica, in relazione a
problemi di grande impatto umanitario, è stata fornita dalla
Repubblica con l'intervento dei Capitani Reggenti all’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite durante l’incontro plenario
commemorativo ad alto livello dedicato al seguito da dare alla
Sessione speciale per l'Infanzia del 2002, svoltosi a New York
nella seconda decade dello scorso dicembre. Al termine è stato
adottato un documento che riconferma l'impegno degli Stati per la
completa attuazione della Dichiarazione dei diritti dell'Infanzia e
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riassume le numerose sfide ancora da vincere per la piena
affermazione della difesa dei bambini da ogni forma di
sfruttamento e di violenza. La povertà, la malnutrizione, il
contagio di gravi malattie dovranno essere i problemi da affrontare
attraverso il coordinamento internazionale e la determinazione nel
conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio. Una missione
che si è conclusa con successo e che ha consentito alla Reggenza
e al Segretario di Stato per gli Affari Esteri di incontrare e di
ricevere attestati di stima dal Segretario Generale dell'O.N.U., dal
Presidente dell'Assemblea Generale e dal Direttore Esecutivo
dell'UNICEF.
Anche il documento per una moratoria sulla pena di morte,
approvato dalle Nazioni Unite il 19 dicembre scorso, va
annoverato tra i successi sammarinesi, tenuto conto che il nostro
Paese è stato co-sponsor, insieme all’Italia, di un obiettivo di così
grande significato e valore. Tant’è che oggi si può, volendolo,
iniziare un percorso che porti verso l’abolizione di una sanzione
barbara, che San Marino, non a caso, ha cancellato dai codici e
soprattutto dalle coscienze da oltre 140 anni.
La Repubblica non è e neppure può essere indifferente nei
confronti di un’esigenza fondamentale per il futuro del pianeta
qual è quella della conservazione dell’ambiente. In questo senso
registriamo con favore il fatto che il Congresso di Stato abbia
intrapreso, di recente, l’iter di adesione alla Convenzione di
Vienna e al Protocollo di Montreal sulla protezione dello strato
dell’ozono. E ciò dopo che il nostro Paese è entrato a far parte, già
dal 1994, della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici. Il passo successivo, che ci pare
inderogabile, è a questo punto la partecipazione al Protocollo di
Kyoto, considerato lo strumento operativo della stessa
Convenzione. Sappiamo che gli approfondimenti tecnici hanno
portato ad un giudizio favorevole in tale direzione, per cui ci
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parrebbe consigliabile che anche la decisione politica fosse
conseguente.
In un momento particolarmente delicato e problematico, San
Marino, con un Accordo del gennaio scorso, si è inoltre
assicurata la possibilità di ammettere al territorio regionale
dell’Emilia Romagna una quantità annuale consistente di rifiuti
speciali prodotti in territorio. E ciò in virtù della nuova normativa
comunitaria sui trasporti transfrontalieri di rifiuti e degli Accordi
in vigore con l’Italia in materia di protezione dell’ambiente e di
gestione ecologicamente corretta dei rifiuti. Entro il 2008 il nostro
Paese adotterà anche una regolamentazione per garantire
l’omogeneità nella classificazione dei rifiuti secondo il catalogo e
le disposizioni europee; la tracciabilità della loro gestione, a
partire dalla produzione fino alla raccolta; il miglioramento della
qualità ai fini del recupero.
Sempre sul versante delle intese bilaterali, è esattamente del 5
marzo scorso la firma dell'Accordo di collaborazione in materia
radiotelevisiva con l’Italia, che, come è stato giustamente
osservato, rappresenta un notevole passo in avanti nel campo della
cooperazione fra i due Stati in questo settore strategico e prevede,
oltre al fatto importante del superamento del regime di monopolio,
l'estensione del bacino di utenza della nostra emittente pubblica,
l'uso delle tecnologie digitali, la possibilità di utilizzo del satellite
e una sempre maggiore sinergia fra la radiotelevisione
sammarinese e la RAI nei campi della formazione del personale,
degli apparati tecnologici e della programmazione. La Reggenza
manifesta quindi la speranza che l’Accordo diventi al più presto
operativo, per far sì che gli effetti che ne potranno discendere
diano modo di esprimere al massimo le potenzialità di una
struttura fin qui forse costretta in regole penalizzanti che, allorché
verranno modificate, consentiranno - ne siamo certi - di liberare
tutte le capacità e le professionalità esistenti e in divenire,
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coinvolgendo in questo percorso, che presupponiamo virtuoso, un
numero crescente di giovani sammarinesi bravi e motivati. E
sappiamo che ne esistono tanti!
Un Protocollo di particolare importanza per la promozione del
turismo di crociera è stato poi sottoscritto, all’inizio del mese
scorso, con le autorità portuali di Ravenna, per la progettazione di
iniziative congiunte in grado di valorizzare l’attrattiva delle due
realtà e per individuare strategie e azioni concrete per la
promozione e lo sviluppo del turismo di crociera che approda al
porto della città adriatica. Anche questa iniziativa potrà affermarsi,
a giudizio della Reggenza, come inedito momento di promozione
turistica in un settore considerato, in prospettiva non lontana, in
sensibile crescita.
Per conformarsi ai principali standard internazionali e per
salvaguardare il proprio sistema finanziario e, più in generale,
quello economico dalle nuove forme di criminalità, il nostro Paese
adotterà inoltre, in tempi ravvicinati, specifiche disposizioni in
materia di prevenzione e contrasto al riciclaggio e al
finanziamento al terrorismo. La decisione del Governo è di poche
settimane addietro e, dopo l’opportuno confronto con i soggetti
interessati, il Consiglio Grande e Generale sarà chiamato quanto
prima a legiferare in questo senso.
La Reggenza intende altresì ricordare, come momento di scambio
di conoscenze, di approfondimento e di proposta, la seconda
Conferenza dei Presidenti di Parlamento dei piccoli Stati
d’Europa, che San Marino ha ospitato alla fine dello scorso mese
di novembre. La circostanza ha offerto la possibilità di un’analisi
comune sul ruolo di queste realtà territoriali e istituzionali
nell’ambito del processo di integrazione europea, sulla specificità
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del loro modello economico, sul rapporto con gli organismi
internazionali e sulle modalità di ingresso e permanenza delle
persone nei loro territori. Questi nove Stati sono, fra l’altro,
presenti in tutte le maggiori Organizzazioni internazionali e, in
particolare, nelle Nazioni Unite,
tant’è che essi hanno
nuovamente e concordemente ribadito, anche nel nostro Paese,
l’impegno e la volontà per l’affermazione di valori universali - da
sempre condivisi, sostenuti e praticati dai cittadini di questa
Repubblica - quali quelli della pace, dell’uguaglianza, della
risoluzione pacifica dei conflitti e della ricerca di forme di
sviluppo sostenibile per le popolazioni e per l’ambiente.
L’odierno avvicendamento alla Suprema Magistratura dello Stato
si svolge, ancora una volta, in un mondo in guerra permanente. E
mai, dalla fine del secondo conflitto mondiale, lo è stato forse
come adesso. In Israele e in Palestina la spirale di attentati e
ritorsioni prosegue senza fine. In Iraq la resistenza islamica sta
facendo prefigurare scenari tali da non indurre alla speranza di una
imminente risoluzione delle ostilità, in cui da oltre cinque anni è
impegnata la più grande potenza militare del pianeta, che ha
lasciato su quel terreno quattromila militari, mentre controverse
sono le stime sui civili iracheni che hanno perso la vita. Ma qui
siamo nell’ordine delle centinaia di migliaia! In Afghanistan i
talebani si sono organizzati e stanno conducendo una guerriglia
sempre più minacciosa, mentre i signori della guerra locali
continuano a scontrarsi fra loro. In diversi Paesi arabi gli
integralisti islamici combattono contro i Governi ritenuti troppo
moderati, usando l’arma che hanno a disposizione: il terrore. Su
questo terrorismo e sulla guerra globale veniamo aggiornati
quotidianamente, ma pochi o nessuno ci ricordano le altre decine
di conflitti che si consumano nelle periferie più povere della terra,
là dove gli obiettivi dell’informazione, anch’essa naturalmente
globalizzata, non vanno a guardare. Però sappiamo che in molti
Paesi dell’Africa e dell’Asia oggi si combattono guerre che durano
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da anni e che hanno provocato centinaia di migliaia di morti,
milioni di profughi, mutilati, orfani e vedove, che si pongono
come inesorabile e dissonante contraddizione rispetto ad una parte
di umanità alla ricerca pressoché esclusiva del benessere e dei
personali successi.
In questo quadro la Reggenza avverte il dovere morale, prima che
istituzionale, di manifestare la propria preoccupazione e quella dei
sammarinesi su ciò che sta accadendo nella regione autonoma
cinese del Tibet. Sulla vicenda non riteniamo che ci possa essere
spazio per le ambiguità e, tanto meno, per i bizantinismi e San
Marino, opportunamente, si è impegnata a muoversi sul piano
internazionale, valutando ogni possibile iniziativa che produca la
fine della repressione violenta e consenta la ripresa di un dialogo
costruttivo, in grado di ristabilire il primato dei diritti umani e la
risoluzione di una contesa tanto grave quanto pericolosa.
Sul piano più strettamente interno rileviamo come i cittadini
chiedano concretezza, certezze, governabilità e stabilità. Non
sopportano, anzi ne sono infastiditi, i tempi, i metodi, le malizie e
le contese della politica e se ne allontanano sempre di più. E la
recente tornata referendaria - lo registriamo con rincrescimento -,
per la quale si è recata al voto meno della metà dei cittadini
residenti, ne è un’indiscutibile conferma. Le stesse domande e le
stesse attese vengono dall’economia e dalle imprese,
indubbiamente penalizzate anch’esse da questi processi non
proprio virtuosi. Se, da un lato, ci appare suggestiva la definizione
del Prof. Giovanni Sartori, per il quale la politica “è la sfera delle
decisioni collettive sovrane”, non ci sfugge comunque che,
nell’accezione culturale e filosofica più consueta,
essa è
soprattutto la scienza e l’arte di governare lo Stato e, quindi, i
cittadini, per i quali, è bene ricordarlo, la politica deve impegnarsi
e non invece per le aspirazioni di qualcuno o per le convenienze
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di parte. Si tratta perciò di assecondare senza resistenze o
esitazioni il suo rinnovamento, non solo e forse neppure
principalmente in termini generazionali o anagrafici, ma nel
rapporto dialettico con la gente, che deve diventare prioritario
rispetto a quello con il potere. La politica non più intesa, quindi,
come esclusività o ancor peggio - secondo un’accezione dal
significato evocativo - come casta, mentre essa è servizio,
disponibilità e umiltà. E, ovunque si nasconda, va pure rimossa la
convinzione, diventata ormai consuetudine, che si possano
acquisire benefici, materiali o immateriali, solo o principalmente
attraverso le fedeltà e le frequentazioni giuste. E’ anche così, poi,
che si determinano e si diventa compiacenti nei confronti delle
iniquità, che a ragione censuriamo.
Serve perciò una decisa inversione di tendenza, a cui la Reggenza
richiama tutti coloro che sono investiti di funzioni pubbliche,
perché il Paese non può più consentirsi e consentire alchimie o
machiavellismi tanto misteriosi quanto ingiustificati. I
sammarinesi vogliono conoscere e veder realizzati progetti
efficaci per il futuro della Repubblica e dei suoi tanti giovani, che
guardano la politica con diffidenza e freddezza sempre maggiori,
perché non ne capiscono il linguaggio e i riti e non le perdonano
l’inadeguatezza. C’è quindi un intero Paese che da troppo tempo
risente di una governabilità precaria e di una scarsa propensione a
compiere interventi riformatori coraggiosi e incisivi. E
probabilmente siamo proprio noi a non esserci resi conto a
sufficienza di quanto sia urgente e profondo il bisogno di riforme,
a cominciare dalla semplificazione dell’apparato burocratico e
dalle garanzie di trasparenza per ogni cittadino e per ogni attività
imprenditoriale.
L’esigenza diventa ancor più indilazionabile a fronte
dell’insistente e progressiva irruenza mediatica a cui San Marino,
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suo malgrado, viene quasi quotidianamente esposta, in misura
maggiore da fuori dei suoi confini, ma non di rado anche
dall’interno. E’ una condizione indiscutibilmente sgradevole,
almeno nella misura in cui si dimostra ingiusta, che finisce solo
per deteriorare l’immagine di uno Stato sovrano e per indebolire la
solidità e il dinamismo della sua economia. La Reggenza non può,
di conseguenza, restare indifferente o silenziosa in presenza di un
comportamento che, ad essere indulgenti, non risulta pienamente
conforme al buon gusto e, soprattutto, alla verità. Ed è per queste
ragioni che chiede il doveroso rispetto per la statualità e per
l’autonomia della Repubblica, nel cui ambito si colloca anche
quella vastissima fascia di imprenditorialità sana e operosa, che è
il cardine e il sostegno dello sviluppo. Va da sé, beninteso, che,
nel momento in cui pretendiamo a giusto titolo di non veder
mistificata e offesa la nostra realtà, diciamo anche che nessuno di
noi deve fornire pretesti per poterlo fare.
Nondimeno possiamo considerarci una sorta di oasi protetta dal
fenomeno della globalizzazione che, tra luci e ombre, produce
conseguenze spesso sconosciute fino ad ora, non solo sul piano
economico, ma, in egual misura, su quello sociale. Ed è così che
ormai si pone, anche da noi, il problema dell’integrazione tra
persone e culture non di rado diverse. Non dobbiamo sottrarci a
questa sfida, del resto imprescindibile, ma ne dobbiamo cogliere il
valore positivo, mantenendo tuttavia ben salde l’identità, la storia,
la tradizione e, con esse, l’integrità e la sicurezza di un piccolo
Stato, a cui, in buona quantità, sono legati i meccanismi di
autorizzazione al soggiorno in territorio e di concessione delle
residenze. In forza di questa semplice analisi, ma anche delle
mutate articolazioni familiari, della presenza ormai continuativa di
studenti e di insegnanti universitari, dell’insediamento di attività
scientifiche e di ricerca che necessitano di professionalità stabili
sul territorio, la Reggenza ritiene - ed eguale consapevolezza sa di
trovare nel Governo - che si debba rapidamente intervenire sulla
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normativa in vigore relativa ai permessi di soggiorno e alle
residenze.
Sul fronte turistico-commerciale, oltre all’esperienza e
all’inventiva di chi lavora nel settore, guardiamo con fiducia alle
idee e alle proposte elaborate recentemente da prestigiose società
di consulenza. Siamo del resto convinti che questo comparto
centrale per la nostra economia abbia necessità di un rinnovato
impulso, di creatività e di modernizzazione. In questo senso non
nutriamo dubbi sul fatto che gli obiettivi imprescindibili, nel breve
periodo, siano, fra gli altri, quelli della riqualificazione del centro
storico della città capitale, non abbandonando tuttavia alla
secondarietà gli altri piccoli centri, e del rilancio dell’offerta
artistico-culturale. E ciò, fondamentalmente, per incrementare i
flussi turistici e protrarre la permanenza dei visitatori in
Repubblica.
La stessa riforma della Pubblica Amministrazione, il cui percorso
di realizzazione è stato definito nell'Accordo programmatico
sottoscritto il 28 gennaio scorso tra il Governo e le Organizzazioni
Sindacali, costituisce una fase importante per un progetto di
sviluppo economico complessivo e coerente per San Marino.
L'ammodernamento dell'apparato amministrativo dello Stato, un
diverso modello organizzativo di uffici e servizi pubblici,
l'innovazione tecnologica, strumenti aggiornati e regole gestionali
più snelle sono requisiti essenziali per un Paese dinamico e
competitivo.
Le marginalità, il disagio, le nuove povertà sono condizioni
estranee solo in apparenza al nostro Paese e ad esse la Reggenza
chiede di destinare riguardo e protezione. Una società in cui il
benessere è diffuso e consolidato ha più di altre l’obbligo
dell’aiuto vicendevole, della generosità e del sostegno. Una
consegna, questa, alla quale nessuno è legittimato a sottrarsi,
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indipendentemente dai compiti che già svolgono e continueranno a
svolgere le istituzioni pubbliche. Altrettanta sollecitudine va
riservata alla famiglia, ai giovani, alle persone anziane. Alla
famiglia, che anche da noi, come in molte realtà dell’occidente, si
sta trasformando e si sta svelando in modelli non di rado meno
consueti di quelli tradizionali, dobbiamo rispondere con gli
strumenti di uno Stato moderno e naturalmente laico, sia con
l’assistenza che si rende necessaria per la sua solidità sia con la
salvaguardia degli effetti negativi che si generano, in primo luogo
sulle parti più deboli, per l’eventuale disgregazione di questo
nucleo vitale della società o per la negligenza o l’assenza di una
delle sue componenti. Ai giovani dobbiamo prefigurare speranze
non effimere, accompagnandoli nel loro percorso di
autodeterminazione e di libertà, senza trascurare il merito e le
competenze, che ovviamente vanno assecondati e riconosciuti. Ma
commetteremmo un errore imperdonabile se li espropriassimo del
loro bene più prezioso, cioè il futuro. E il futuro è fatto pure di
solidarietà intergenerazionale, che si può fin da subito mettere in
atto ridefinendo, ad esempio, il sistema previdenziale
complementare. Agli anziani dobbiamo sempre di più riservare un
ruolo attivo, avvalendoci della loro esperienza soprattutto nel
perimetro del sociale e nelle iniziative artistiche e in quelle legate
alla tradizione. Non potremo neppure esimerci dal facilitare la loro
permanenza nel contesto in cui hanno trascorso la vita, per evitare
di strapparli agli affetti e alle abitudini ad essi più cari.
Al di là e al di sopra di ogni considerazione, pur intrinsecamente
meritevole del massimo riguardo, la Reggenza, nel momento
dell’assunzione del mandato semestrale, immagina e crede
fermamente in una Repubblica che conservi e rinsaldi la forza e il
coraggio di crescere, nella consapevolezza che la stagione dei
diritti non ha futuro se non si accompagna a quella dei doveri. E
vuole un Paese che guardi avanti, perché è questa la San Marino
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che rivendicano i nostri cittadini. Tutti quanti! Ed è questa la San
Marino che essi meritano di avere.
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