COMUNICATO STAMPA - Ordine dei Farmacisti della provincia di

COMUNICATO STAMPA
del 22 settembre 2010
URB937, il primo analgesico che non penetra nel cervello
Grande soddisfazione nell’Ateneo urbinate per l’importante risultato di una ricerca internazionale pubblicata
sulla rivista Nature Neuroscience e realizzata tra le Università italiane di Urbino “Carlo Bo” (Giorgio Tarzia, Andrea
Duranti, Silvano Sanchini e Andrea Tontini), Napoli “Federico II” (Antonio Calignano e Roberto Russo) e Parma (Marco
Mor e Federica Vacondio), quelle di California (Daniele Piomelli e coll., Irvine, USA), Complutense (Guillermo MorenoSanz, Madrid, E) e Georgia (Andrea G. Hohmann e coll., Athens, USA) e dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) (Daniele
Piomelli, Genova).
Lo studio è stato condotto attraverso l’utilizzo di URB937, una molecola realizzata a Urbino nei laboratori del
Dipartimento di Scienze del Farmaco e della Salute. URB937 costituisce il primo antidolorifico che produce i suoi
effetti nel sistema nervoso periferico e non in quello centrale e ha la capacità di modulare sia il dolore di natura
infiammatoria che quello di tipo neuropatico, dovuto ad un danno del sistema nervoso.
URB937 agisce inibendo l’azione della FAAH, un enzima deputato alla degradazione di una sostanza prodotta
spontaneamente dal nostro organismo, l’anandamide, in grado di esercitare un’azione analgesica naturale interagendo con il
recettore dei cannabinoidi CB1. Attraverso URB937 tale azione è prodotta quando serve e nei distretti dell’organismo dove è
necessaria, determinando una limitazione nella trasmissione degli impulsi di dolore verso il midollo spinale ed il cervello.
URB937, pertanto, non agisce attraverso un’azione diretta sui recettori cannabinoidici ma modula il sistema
endocannabinoidico evitando effetti avversi.
Anche se la ricerca è solo agli inizi e gli esperimenti sono stati condotti su modelli animali iniziali, la scoperta
potrebbe permettere di ottenere un nuovo farmaco in grado di alleviare varie forme di dolore, ad esempio quello
artritico, che normalmente necessitano di analgesici molto forti, quali gli oppiacei, e non privi di effetti
indesiderati, come sedazione o rischio di dipendenza.
I risultati ottenuti costituiscono un’ulteriore dimostrazione di efficienza dell’Ateneo di Urbino relativamente alle
collaborazioni con atenei stranieri e ai processi di internazionalizzazione. Tali risultati hanno indotto i ricercatori del
Dipartimento di Scienze del Farmaco e della Salute e quelli delle Università di Irvine e Parma e dell’IIT a depositare una
domanda di brevetto internazionale.
Info: Prof. Giorgio Tarzia
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