FLUSSO ELETTRICO – una introduzione al Teorema di Gauss Fino ad ora abbiamo studiato il caso del campo elettrico prodotto da una carica puntiforme: non ci siamo preoccupati di sapere cosa accade se la carica elettrica non è concentrata tutta in un punto ma è estesa lungo una particolare forma geometrica. Ad esempio: se distribuisco una carica Q su di una sfera conduttrice di raggio R, qual è il campo elettrico prodotto dalla sfera? E se distribuisco Q su di un filo conduttore? E se invece pongo Q sopra una superficie conduttrice? Queste e tante altre situazioni simili non possono essere affrontate usando direttamente l’eq. di Coulomb perché la carica agente non è concentrata in un singolo punto ma è invece estesa nello spazio. Lo studio del campo elettrico prodotto da una carica elettrica distribuita secondo una particolare forma geometrica fu portato avanti da illustri matematici fra i quali vale la pena ricordare Joseph-Louis Lagrange (1736 – 1813) e Johann Carl Friedrich Gauss (1777 – 1855) , i quali indipendentemente l’uno dall’altro svilupparono all’uopo una nuova tecnica matematica: il calcolo del flusso elettrico. CONCETTO DI FLUSSO Consideriamo un campo uniforme E ed una superficie piana S perpendicolare alle linee di campo (figura1a). Vogliamo costruire un’operazione matematica che calcoli il numero di linee di campo elettrico che attraversano la superficie S. Per fare questo calcolo definiamo flusso del campo E attraverso la Figura 1a superficie S () la quantità: = ES (1a) -quando E è perpendicolare a S- E’ evidente che se il vettore E è inclinato rispetto ad S solo la componente perpendicolare di E (E) attraversa S (vedi figura 1b). Perciò posso scrivere in generale: = ES = EcosS (1b) -definizione generale di - Il valore di può essere positivo o negativo a secondo di come E attraversa S. Una delle due superfici di S viene indicata convenzionalmente come interna mentre l'altra come esterna: se E passa dall'interno all'esterno allora è considerato positivo, nel verso opposto è considerato negativo. Figura 1b IL FLUSSO DIPENDE SOLO DAL NUMERO DI LINEE DI CAMPO CHE ATTRAVERSANO LA SUPERFICIE S ( non dipende dall’orientamento o dall’estensione o dalla forma della superficie S) Si può dimostrare che dipende soltanto dal numero di linee di campo che attraversa la superficie S e che perciò non dipende né dalla forma né dall’orientamento né dall’estensione della superficie S. La dimostrazione di questa fondamentale proprietà non è fattibile con la matematica della scuola superiore: dovete aspettare di dare l’esame di Analisi II a Fisica o a Ingegneria. Per adesso vi illustrerò alcuni esempi che dimostrano come il valore di rimane invariato al variare di S purché le linee di campo attraversanti S rimangano le stesse. Il piano inclinato Guarda la figura 2: sia il piano A –perpendicolare ad E- che il piano A’ –inclinato rispetto ad E di un angolo - sono attraversati dalle stesse linee di campo. Voglio dimostrare che, nonostante le due superfici siano diverse, il flusso di E è identico per entrambi le superfici. Diamo un’occhiata alla figura: A è un rettangolo di lati h e L mentre A’ è un rettangolo di lati h’ ed L. Detto questo, calcoliamo i flussi per A e per A’: Figura 2 Applico l’eq. (1a) alla superficie A: A=ESA = EhL Applico l’eq. (1b) alla superficie A’: A’=ESA’cos = Eh’Lcos = (sposto la posizione del cos) = Eh’cosL . Ma dalla figura è evidente che h’cos = h A’ = EhL = A C.V.D. Le superfici sferiche sempre più estese Guarda la figura 3: rappresenta le linee di campo partenti da una carica Q+ che attraversano tre diverse superfici sferiche, tutte e tre centrate su Q+, alla distanza r , 2r , 3r. Voglio dimostrare che, poiché le tre superfici sono attraversate dalle stesse linee di campo, il loro flusso è identico anche se esse sono di diversa estensione. Se l’area della superficie posta a distanza r è indicata con A, allora l’area della superficie a distanza 2r possiede un’area=4A mentre la superficie a distanza 3r ha un’area=9A. Figura 3 Poiché le tre superfici sferiche sono centrate in Q+, il campo E è sempre ortogonale ad esse, cosicché posso usare l’eq. (1a): r = E(r)A 2r = E(2r)4A 3r = E(3r)9A (2a) (2b) (2c) E(r) , E(2r) , E(3r) rappresentano rispettivamente il modulo del campo elettrico E alla distanza r , 2r e 3r. Poiché il modulo di E è inversamente proporzionale al quadrato della distanza, abbiamo subito che: E(2r) = E(r)/22 = E(r)/4 (3b) 2 E(3r) = E(r)/3 = E(r)/9 (3c) [ per motivi di chiarezza, manca l’eq. (3a) ] Sostituendo l’eq. (3b) e (3c) rispettivamente nelle eq. (2b) e (2c) otteniamo: r = E(r)A 2r = E(r)/44A = E(r)A = r 3r = E(r)/99A = E(r)A = r (4a) (4b) (4c) Le equazioni sopra mostrano che il flusso è rimasto sempre lo stesso. C.V.D. Adesso che ci siamo convinti che il flusso effettivamente è una misura della quantità di linee di campo che attraversano una superficie S… vediamo a cosa serve tutto questo! FLUSSO MASSIMO E CARICA ELETTRICA INTERNA Poniamoci ora questa semplice domanda: ho la solita carica Q con vicino tre diverse superfici, come in figura 4: quali delle tre raccoglie il valore di flusso più alto? “Uhmmm… ci penso….” “Pensa, pensa…” “Uhmm… poiché il flusso attraverso una superficie dipende soltanto dal numero di linee che la attraversano… il flusso massimo è quello che passa per la superficie B!” “Hai tirato a caso.” “Non è vero: la superficie B è quella che è attraversata dal maggior numero di linee, perciò è quella che –in valore assoluto- ha il flusso più alto.” “Bravo Hai capito il concetto. E adesso rispondimi: fra tutte le possibili superfici, quali hanno il massimo flusso possibile?” “Uhmmm… poiché maggiore è il numero di linee di campo maggiore è il flusso… la superficie che ha flusso massimo… è quella che è attraversata da tutte le linee! E perciò il massimo del flusso si ha attraverso una qualsiasi superficie che avvolga completamente la carica Q!” “Bravo! 7+.” Figura 5 Figura 4 La cosa dovrebbe essere alquanto ovvia: poiché il flusso attraverso una superficie misura il numero di linee di campo che la attraversano, il massimo del flusso si ha quando prendo una superficie che raccoglie il massimo numero possibile di linee, cioè tutte quante: e questo avviene quando io avvolgo completamente la carica Q. Per avvolgere completamente la carica Q una superficie non deve presentare buchi: una superficie che non presenta buchi si chiama superficie chiusa. In figura5 sono disegnate tre diverse superfici chiuse che avvolgono la stessa carica: il flusso che le attraversa è uguale per tutte e tre ed è il massimo flusso possibile. Nel caso di una superficie chiusa, il flusso è positivo se il campo elettrico esce dalla superficie chiusa, negativo se vi entra. A questo punto interviene il lavoro di Lagrange, di Gauss e di altri eminenti matematici: essi dimostrarono che il flusso attraversante una superficie chiusa è direttamente proporzionale alla carica elettrica contenuta dentro la superficie (carica elettrica interna). Più esattamente, si ha1: S = 4KQ (4) con S il flusso attraversante una certa superficie chiusa S e Q la carica interna ad S. E cosa accade per una qualsiasi carica esterna alla superficie S? Si ha che il flusso del suo campo elettrico è sempre nullo, come si può facilmente vedere dalla figura 6. Infatti, considerando che…. (continua tu la dimostrazione!) Figura 6 1 Come dimostrato negli appunti “Flusso del campo elettrico e legge di Gauss”