obiettivi prioritari di “integrazione” con riferimento

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Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
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In riferimento alle priorità individuate dall’Esecutivo della Conferenza dei Sindaci i
Gruppi Tecnici di Distretto hanno effettuato un’analisi specifica concernente ciascun
territorio distrettuale, per passare poi all’individuazione degli obiettivi ascrivibili a ciascuna
priorità e delle conseguenti proposte di attività/azioni da mettere in atto.
Si riportano quindi di seguito le schede pervenute da parte di ciascun Gruppo Tecnico
Distrettuale che forniscono un quadro complessivo dell’articolato e rilevante lavoro svolto
in ciascun ambito territoriale.
186
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
7.1 Analisi dei bisogni emersi a livello distrettuale
SCHEDA RILEVAZIONE OBIETTIVI DISTRETTUALI
TIVI PRIORITARI DISTRETTUALI
DISTRETTO
N.1
AREA MINORI-FAMIGLIA: ETÁ ADOLESCENZIALE; SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA E ALLA GENITORIALITÁ
OBIETTIVI PRIORITARI
Aumentare la presa in carico integrata delle situazioni
multiproblematiche riguardanti minori
a rischio
Affrontare l’affievolirsi di momenti di aggregazione
familiare,segnalati dalla scuola,soprattutto durante il pasto
di mezzogiorno con conseguenti cattive abitudini alimentare
e situazioni di isolamento e solitudine del minore.
Potenziare in tutto il territorio del Distretto le opportunità di
aggregazione e di tutela per i minori fascia 6-16 anni.
Contrastare l’aumento di problemi di relazione, sia in tra che
extra familiare, di minori adolescenti che si manifestano con
comportamenti anche di forte aggressività auto ed eterodiretta, legati a disturbi di personalità e del comportamento,
tra i quali problemi dell’alimentazione, depressivi e di
devianza (vedi segnalazioni/denunce dei genitori ai servizi
e alle Forze dell’Ordine)
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Creazione di un unità valutativa multidimensionale che aggrega a livello distrettuale i vari servizi
coinvolti per la presa in carico e l’elaborazione del progetto individuale.
Protocollo d’intesa
Aumentare i momenti aggregativi al di fuori dell’orario scolastico in stretta collaborazione tra
scuola, che deve “aprirsi” maggiormente ai bisogni del territorio, Comune, attraverso gli
Assessorati alle Politiche Giovanili, Servizi Sociali, Istruzione e privato sociale.
Possibilità di usufruire del servizio mensa anche in mancanza di rientro scolastico pomeridiano
Apertura di un centro aperto che possa servire il territorio della 1 e 2 Circoscrizione
Reperire sede adeguata per il Centro Diurno di via Molise, competente per il territorio della 1 e 2
Circoscrizione , attualmente di difficile accessibilità per i minori del centro storico .
Aumento di centri di aggregazione per la fascia adolescenziale ( vedi Progetto Centro ragazzi di
Borgo Nuovo)
Maggiore Integrazione tra Assessorato politiche giovanili ,servizi ULSS( Sert. Consultorio
Neuropsichiatria Infantile,Psichiatria,distretto ), servizi sociali comunali, scuola
Azioni di diagnosi precoce e presa in carico integrata in tempi brevi
Azioni di sostegno psico-sociale ed educativo, anche domiciliari, agli adolescenti con disturbi di
personalità e di comportamento ed ai loro genitori
Osservatorio e coordinamento interistituzionale e con il privato sociale per la rilevazione dei
bisogni, problematiche e risorse relative all’area dell’adolescenza.
187
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
Aumentare negli interventi di prevenzione, attuati a livello
Coordinamento e integrazione tra i vari servizi che a vario titolo intervengono all’interno delle
scolastico, l’ integrazione tra servizi
scuole e precisamente tra Sert, Consultori, Neuropsichiatria Infantile
Continuare la progettualità della Legge 285 in particolare il
Progetto Affidi del Comune il Progetto intervento per i minori
con disturbi di personalità e di comportamento ( Progetto S.
Giuliana) e la casa di accoglienza per le donne con bambini
AREA ANZIANI: PROTAGONISMO DEGLI ANZIANI, SOSTEGNO ALLA DOMICILIARITÁ, AIUTO E SOLLIEVO AGLI ANZIANI COLPITI DA DEMENZE E
ALLE LORO FAMIGLIE
OBIETTIVI PRIORITARI
Maggiore informazione
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Aumentare il segretariato sociale attraverso la collaborazione delle associazioni
Promozione dell’anziano attivo
per favorire la socializzazione, e mantenere il più possibile
una buona qualità della vita .
Maggiore aggancio con le Circoscrizioni per ampliare la conoscenza reciproca e valorizzare gli
interessi degli anziani
Più collegamento tra i servizi sociali e le Circoscrizioni per l'ambito della promozione dell’anziano
Promozione di centri di socializzazione e aggregazione
Rispondere in modo più ampio al bisogno dell’anziano solo,
di sentirsi sicuro a casa propria.
Aumentare il supporto agli anziani soli e alle famiglie in
difficoltà con servizi flessibili e qualificati
Aumentare la rete del vicinato
Aumentare la tipologia dei servizi come i pasti a domicilio
Prevedere possibilità di servizi intermedi parzialmente protetti per anziani autosufficienti
Prevedere periodi temporanei di ricoveri di sollievo da ricavare all’interno delle case di riposo
per aiutare le famiglie
Curare le dimissioni protette
Necessità di disporre di Centri Diurni e interventi per
persone con demenze senili e malattia di Alzheimer
Aumentare l’inclusione di anziani in difficoltà: i limiti di
reddito escludono molte persone che hanno bisogno di
aiuto dai servizi di assistenza domiciliare comunali.
Necessità di potenziare i centri diurni socio-sanitari
Ampliare i limiti di reddito
Il Comune potrebbe farsi promotore dell’offerta di un servizio domiciliare fornito da cooperative o
associazioni interessate rivolte a persone che non presentano sul piano economico i requisiti per
accedere al servizio comunale gratuito o in compartecipazione, ma la cui situazione di non
autosufficienza è tale da richiedere una presa in carico integrata fra sanitario e sociale
Istituire una budget comunale (quota servizi) integrativo a tale scopo.
188
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
INTEGRAZIONE
Rendere prassi riconosciuta e consolidata la
collaborazione già esistente tra il Distretto e il Servizio
sociale comunale
A livello distrettuale
Potenziare il collegamento con le associazioni di
volontariato e l’integrazione delle attività per: evitare
sovrapposizioni ,individuare priorità d’intervento;.
Accordo di programma tra Comune ULSS in merito all’assistenza domiciliare, dimissioni protette
A livello distrettuale
Creare una sorta di punto di integrazione per ottimizzare le risorse sul caso singolo e
promuovere una condivisione più ampia
OBIETTIVI PRIORITARI DI “INTEGRAZIONE” CON RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI
OBIETTIVI PRIORITARI
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Migliorare l’integrazione tra servizi specialistici e servizi
socio-sanitari di base (servizi comunali e distrettuali)
Formazione con multiprofessionalità e tra servizi.
Le nuove progettualità dovrebbero avere come requisiti:
- l’integrazione tra servizi con chiarezza di competenze, utilizzo di procedure condivise e
codificate, verifiche periodiche
- la distrettualizzazione
- la valorizzazione del territorio
Utilizzo della UVMD (Unità valutativa multidimensionale distrettuale) organizzata dal Distretto per
i casi multiproblematici (minori, adulti,anziani)
Aumento e ottimizzazione del lavoro integrato tra Enti, in
particolare tra distretto e servizio sociale comunale
Presenza del servizio sociale dell’ULSS nel distretto per progettualità integrata
Protocollo d’intesa sottoscritto dai rispettivi Enti
Costruire un approccio condiviso tra servizi per le situazioni
multi-problematiche
OBIETTIVI PRIORITARI IN MERITO ALLA “CENTRALITÀ DELLA PERSONA” IN RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI
OBIETTIVI PRIORITARI
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Tradurre questo criterio attraverso:
La valorizzazione del territorio
La presa in carico globale della persona
La valorizzazione delle relazioni sociali e gli interventi di
supporto al di là dei contributi economici
L’inclusione nei servizi di tutti coloro che ne hanno
necessità, prevedendo una compartecipazione, con
attenzione alle fasce deboli
189
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
Semplificazione delle procedure per l’accesso a servizi o
interventi
Individuare alcuni standard o procedure semplici uniformi per tutto il territorio dell’ULS
Aumentare l’informazione ai cittadini
Elaborazione Vademecum di facile consultazione con informazione dei servizi comunali e sociosanitari e che possa rispondere alla domanda : dove mi rivolgo per ?
Priorità distrettuali:
aumentare l’informazione ai cittadini
Priorità distrettuali
Coinvolgere il tavolo distrettuale con le Circoscrizioni per elaborare un vademecum dei servizi
socio-sanitari
Aggiornare il personale amministrativo delle Circoscrizioni affinché possano contribuire ad
informare i cittadini in merito ai servizi.
OBIETTIVI PRIORITARI IN MERITO ALLA “DOMICILIARITÀ” IN RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI
OBIETTIVI PRIORITARI
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Risolvere il problema relativo alla presa in carico degli adulti Accordo istituzionale con individuazione delle aree di competenza e delle risorse
in attesa di riconoscimento di stato di handicap (legge 104)
o con patologia non riconducibile all’handicap e prevedere
adeguati interventi nell’ottica della presa in carico globale
della persona.
190
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
SCHEDA RILEVAZIONE OBIETTIVI DISTRETTUALI
OBIETTIVI PRIORITARI DISTRETTUALI
DISTRETTO
N.2
AREA MINORI-FAMIGLIA: ETÁ ADOLESCENZIALE; SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA E ALLA GENITORIALITÁ
OBIETTIVI PRIORITARI
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Istituire un tavolo tecnico per raggiungere gli obiettivi indicati e per dar loro continuità
Salvaguardia, coordinamento, potenziamento
Mantenimento di servizi innovativi e centri diurni nei Comuni di Casteld’azzano,Buttapietra
,aggiornamento del patrimonio socio-educativo avviato con i finanziati con la legge 285
due piani triennali 1997/1999 – 2000/2002 della L. 285/97
AREA ANZIANI: PROTAGONISMO DEGLI ANZIANI, SOSTEGNO ALLA DOMICILIARITÁ, AIUTO E SOLLIEVO AGLI ANZIANI COLPITI DA DEMENZE E
ALLE LORO FAMIGLIE
OBIETTIVI PRIORITARI
Favorire il mantenimento dell’anziano nel proprio domicilio
e territorio
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Potenziare i servizi di domiciliarità con particolare riguardo alla nuove demenze senili ed
Alzheimer
Si propone un aumento del servizio di pasti a domicilio di centri di socializzazione per anziani e
centri diurni
OBIETTIVI PRIORITARI DI “INTEGRAZIONE” CON RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI
OBIETTIVI PRIORITARI
Integrazione tra Adi e SAD
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Dimissioni ospedaliere protette
Integrazione tra servizi territoriali e sovra territoriali con particolare riferimento alle aree della
191
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
Promuovere e potenziare il confronto interistituzionale
come metodologia di lavoro costante a
livello distrettuale
salute mentale, dipendenze e handicap
Potenziare il lavoro interdisciplinare con il proseguimento del tavolo di lavoro con il
coinvolgimento dei medici di base e l’Istituto Ospedaliero su alcune problematiche specifiche
come per esempio le dimissioni protette
OBIETTIVI PRIORITARI IN MERITO ALLA “CENTRALITÀ DELLA PERSONA” IN RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI Distretto 2
OBIETTIVI PRIORITARI
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Potenziamento servizi territoriali con particolare riguardo per Adeguamento degli orari dei servizi
quelli distrettuali
Potenziamento di alcuni poliambulatori
Avvio del progetto unico di prenotazione
OBIETTIVI PRIORITARI IN MERITO ALLA “DOMICILIARITÀ” IN RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI Distretto 2
OBIETTIVI PRIORITARI
Promuovere la domiciliarità sia per glia anziani che per i
disabili
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Predisporre tutti i supporti per la domiciliarità ;curare particolare le dimissioni protette
ALTRO Area “Persone disabili”
OBIETTIVI PRIORITARI
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Sostegno alle famiglie dei disabili con particolare riguardo ai Costituzione della rete territoriale dei servizi di sollievo e del “dopo di noi”
progetti di vita indipendente, al “dopo di noi” ed a un centro Porre al centro dell’attenzione le famiglie disabili, per offrire loro nella quotidianità servizi che
specializzato per l’autismo
siano un sostegno costante, senza attendere che la famiglia stessa vada in crisi o non ci sia più
per poi intervenire:
piccoli centri protetti (comunità alloggio, gruppi appartamento, case famiglia) inseriti nel territorio e
aventi relazioni forti e costanti col territorio.
192
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
SCHEDA RILEVAZIONE OBIETTIVI DISTRETTUALI
OBIETTIVI PRIORITARI DISTRETTUALI
DISTRETTO
N.3
AREA MINORI-FAMIGLIA: ETÁ ADOLESCENZIALE; SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA E ALLA GENITORIALITÁ
OBIETTIVI PRIORITARI
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Nell’ambito della tutela dei minori promuovere tutte le forme di deistituzionalizzazione, a partire dalla formazione e
l’informazione sui temi dell’affidamento familiare e del semi –affido.
Promozione del ruolo genitoriale e maggiore inserimento
delle famiglie straniere
promuovendo la mediazione
culturale sia nell’ambito della fascia adulta, che dei minori.
Supporto a tutti i progetti istituzionali e del volontariato sulle tematiche dell’affidamento
familiare.
Costituzione di una “casa–famiglia” per minori nel Comune di San Martino Buon Albergo.
Finanziamento e sostegno di tutte le iniziative a supporto del ruolo genitoriale pianificate o già
attivate dalle Istituzioni.
Incremento della mediazione culturale (a scuola, attraverso gli sportelli informativi per
stranieri, i corsi di alfabetizzazione e avviamento al lavoro…..).
Attivazione di centri diurni e centri aperti per la scuola dell’obbligo nelle zone del distretto
scoperte (Lessinia).
- Impletementazione dei centri diurni esistenti.
- Supporto ai progetti istituzionali e del no-profit che sostengano nello studio la fascia degli
adolescenti.
- Adeguamento e creazione di nuovi spazi di aggregazione per i giovani, anche per la pratica
Favorire l’aggregazione e la socializzazione nella fascia
sportiva.
dell’età evolutiva.
- Finanziamento di interventi (borse di studio) che sostengano il diritto allo studio premiando gli
studenti meritevoli e contribuendo alle spese sostenute per il trasporto in ordine alla distanza
dalle strutture scolastiche (Lessinia).
- Promozione delle iniziative che prevedono la partecipazione dei giovani alla pianificazione
delle politiche di loro interesse.
- Promuovere l’integrazione con le Istituzioni scolastiche, il volontariato e le associazioni
sportive per la pianificazione di progetti di prevenzione del disagio e promozione della salute
per la fascia adolescenziale.
Favorire politiche per il reperimento di alloggi
Aumentare il numero degli alloggi fruibili per le famiglie, anche attraverso iniziative quali: ”Affitta la
casa al Comune” (Comuni di Grezzana e S.Martino).
AREA ANZIANI: PROTAGONISMO DEGLI ANZIANI, SOSTEGNO ALLA DOMICILIARITÁ, AIUTO E SOLLIEVO AGLI ANZIANI COLPITI DA DEMENZE E ALLE
LORO FAMIGLIE
-
OBIETTIVI PRIORITARI
Promozione del benessere e della salute, prevenzione dei
rischi.
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Sostegno delle attività già in essere promosse dalle Istituzioni e dal terzo settore (corsi di
invecchiamento in salute, attività motoria, università terzà età, circoli ricreativi…).
193
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
Favorire la domiciliarità e l’indipendenza.
-
Aumentare la capacità di accoglienza delle strutture per non- autosufficienti e dei centri diurni.
Per quanto attiene la domiciliarità si rimanda alla scheda specifica
Garantire l’accesso alle strutture e ai servizi da parte degli anziani mettendo a disposizione un
servizio di trasporto efficiente.
Attivazione di un centro diurno socio- sanitario per la zona della Valpantena.
OBIETTIVI PRIORITARI DI “INTEGRAZIONE” CON RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI
OBIETTIVI PRIORITARI
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Promuovere la collaborazione tra Azienda Ulss e Comuni nell’ambito della tutela della salute degli anziani.
Promuovere la collaborazione tra Azienda Ulss e Comuni e no-profit nell’ambito Handicap.
-
Favorire la partecipazione del no-profit nella pianificazione e nella gestione dei Servizi futuri ed esistenti.
Favorire la comunicazione tra Enti e volontariato per la
gestione di casi specifici.
-
Creare una maggiore integrazione tra i servizi territoriali, distrettuali e medici di base.
Predisporre un protocollo d’intesa sul referente della presa in carico per gli utenti under 65
anni.
Portare avanti le attività del Tavolo Tecnico sulla delega del trasporto disabili.
Garantire l’accesso degli utenti al Servizio Domiciliare Disabili.
Promuovere progetti in collaborazione con il SILD (Servizio per l’Inserimento Lavorativo
Disabili), la Provincia e il no-profit che prevedano un’effettiva attuazione della legislazione
vigente rispetto all’inserimento lavorativo dei disabili (per es. “Progetto Lavoro”).
Promuovere la formazione e l’informazione per reperire altri volontari e pubblicizzazione del
servizio civile.
Garantire il funzionamento della struttura “Piccola Fraternità Lessinia” anche attraverso la
completa integrazione con i servizi dei territori limitrofi .
Maggiore integrazione tra i due settori per azioni d’intervento concordate.
OBIETTIVI PRIORITARI IN MERITO ALLA “CENTRALITÀ DELLA PERSONA” IN RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI Distretto 3
OBIETTIVI PRIORITARI
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Presa in carico globale degli utenti finalizzata alla
realizzazione di un progetto individuale, che attinga da
servizi alla persona (esistenti e da realizzare) e non da
risorse frammentarie e incerte.
Garantire alla popolazione l’informazione rispetto alle
politiche in atto ed ai Servizi offerti.
Portare all’attenzione delle istituzioni l’attuale frammentarietà dei contributi previsti e l’incertezza
delle risorse ad essi destinati. Occorre sottolineare la necessità di creare o implementare Servizi
anziché erogare sussidi (che riducono il bisogno ad una categoria).
Promozione del benessere sociale e della solidarietà
Progettare un sistema di informazione e aggiornamento alla popolazione anziana attraverso il
servizio di telesoccorso e telecontrollo, che essendo già attivo gode già di credibilità e inoltre
permette di abbattere i costi razionalizzando le risorse
Realizzazione di progetti e campagne informative che abbracciano tutte le fasce d’età e che
promuovono la prevenzione, la salute e l’attenzione al sociale, in stretta collaborazione con le reti
spontanee territoriali che già operano in questi ambiti.
194
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
OBIETTIVI PRIORITARI IN MERITO ALLA “DOMICILIARITÀ” IN RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI
OBIETTIVI PRIORITARI
ATTIVITÁ-AZIONI DA METTERE IN ATTO
Favorire la formazione di risorse umane direttamente sui
propri territori.
-
Promozione della domiciliarità in tutte le sue accezioni.
-
Garantire dimissioni ospedaliere protette e concordate.
-
Attivazione di corsi per operatori (OTA - OTAA – Operatore Tecnico Addetto all’Assistenza;
OSS – Operatore Socio Sanitario; badanti…..) da impiegare poi per servizi del territorio
(Assistenza Domiciliare, Case di Riposo, Centri diurni …).
Attivazione del servizio di assistenza domiciliare e/o di pasti caldi a domicilio nei Comuni che
non attivi questi servizi.
Creazione di alloggi protetti per accessi a bassa soglia di protezione (Bosco Chiesanuova e
San Martino Buon Albergo).
Arrivare alla stesura definitiva di un protocollo d’intesa tra Azienda ospedaliera, Ulss e servizi
del territorio.
195
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
DISTRETTO
N.4
D. - AREA MINORI-FAMIGLIA: ETA’ ADOLESCENZIALE; SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA E ALLA GENITORIALITA’
D 1 - INFANZIA
CRITICITA’
- Aumento delle famiglie multiproblematiche con minori, con
familiari violenti ed abuso nei confronti degli stessi, che porta
ad una maggiore complessità sia nella diagnosi che
nell’intervento di sostegno alla genitorialità.
OBIETTIVI PRIORITARI
– Mantenere i minori nell’ambiente
familiare garantendo loro un ambiente
adeguato sotto l’aspetto affettivoeducativo ed assistenziale
- Aumento delle coppie in crisi con figli minori (per - Sostenere e rafforzare la funzione
separazioni, per difficoltà nella funzione genitoriale, per genitoriale delle coppie e famiglie in
rapporti conflittuali di coppia).
difficoltà
ATTIVITA’ – AZIONI - PROGETTI
DA METTERE IN ATTO
– Confermare, potenziare il servizio di Appoggio
Educativo Domiciliare (progetto già avviato col piano
triennale di cui alla legge 285/97)
– Estendere su tutto il territorio del distretto il servizio di
assistenza domiciliare di supporto al nucleo familiare
con minori a rischio, confermando e potenziando i
progetti già in atto nei vari Comuni
– Ridurre sempre di più il rischio di – Creare in ogni territorio centri diurni per minori, di
aumento del disagio
facile accessibilità, elaborando ed attuando specifici
progetti
– Garantire un ambiente affettivoeducativo- assistenziale di sostegno al – Promuovere l’istituzione di due Comunità educative di
processo evolutivo, a minori che cui:
necessitano per un periodo di vivere in - n. 1 per minori dai 6 ai 12 anni
un ambiente extrafamiliare
- n. 1 dai 13 ai 17 anni
attraverso l’elaborazione ed attuazione di progetti
– Estendere e rafforzare gli interventi specifici
nei confronti dei minori che hanno
subito violenza ed abusi, con modalità – Promuovere l’avvio di un progetto per l’affido familiare
più adeguate.
– Confermare, ridefinire e inserire all’interno delle attività
del Consultorio Familiare il progetto “Family Help” di cui
al piano triennale 2000/02 Legge 285/97, Progetto pilota
regionale sul Maltrattamento.
- Estendere il progetto “Tutela vita” anche al territorio
del distretto n. 4, con un confronto congiunto con i
196
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
servizi sociali dei Comuni
- Estendere la presenza di educatori per appoggi
educativi all’interno del servizio di Neuropsichiatria
Infantile, dipendenti dallo stesso servizio
D. - AREA MINORI-FAMIGLIA: ETA’ ADOLESCENZIALE; SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA E ALLA GENITORIALITA’
D 1 - INFANZIA
CRITICITA’
OBIETTIVI PRIORITARI
ATTIVITA’ – AZIONI - PROGETTI
DA METTERE IN ATTO
- Potenziare la mediazione familiare anche con la
presenza di una équipe specifica sul territorio del
distretto n. 4
- Istituzione anche nel distretto n. 4 di una Commissione
riferita alle richieste del Tribunale Civile, con la
partecipazione del Servizio Sociale Professionale del
Comune di volta in volta interessato, del
Servizio di N.P.I.P.E.E. e CC.FF.
- Protocolli d’intesa e accordi di programma tra Comuni,
Ulss, Scuole, Giustizia minorile, ecc.
- Attivazione di spazi di formazione inter-professionali e
inter-istituzionali comuni tra servizi, destinando tempo e
risorse economiche
- Estensione anche all’area minori delle unità valutative
multidimensionali per le situazioni più complesse.
- Difficoltà dei servizi sociali e socio-sanitari territoriali ad
arrivare ad una diagnosi, presa in carico, e progettualità
individualizzata e condivisa anche sotto l’aspetto finanziario,
con riferimento a situazioni familiari complesse e
multiproblematiche, compresi i minori disabili.
- Potenziare la condivisione e
l’integrazione nella diagnosi, presa in
carico e progettualità individualizzata,
anche sotto l’aspetto finanziario.
- Protocolli d’intesa, accordi di programma (vedi sopra)
- Attivare spazi di aggiornamento inter-professionale ed
inter-istituzionale (vedi sopra).
- Ritardi nella presa in carico e formazione di liste d’attesa - Aumentare il personale stabilendo
- Destinare in sede di bilancio maggior fondi e
nei servizi socio-sanitari, anche con riferimento alla presa in degli standards adeguati con riferimento ottimizzare le risorse sia economiche che umane.
197
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
carico psicoterapeutica e all’attivazione dei supporti alla anche al bacino d’utenza, e per quanto
scuola per allievi disabili, soprattutto per carenza di riguarda il Servizio Sociale
personale.
Professionale, prevedendo anche ore di
presenza e spazi fisici adeguati.
- Insufficiente presenza in termini di ore, di strumenti e spazi
fisici adeguati del Servizio Sociale Professionale dei
Comuni, con conseguenti gravi ritardi nella presa in carico di
minori e famiglie a rischio
D. - AREA MINORI-FAMIGLIA: ETA’ ADOLESCENZIALE; SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA E ALLA GENITORIALITA’
D 1 - INFANZIA
CRITICITA’
OBIETTIVI PRIORITARI
- Aumento dei minori stranieri, anche di quelli non
accompagnati dai genitori, e delle loro difficoltà
nell’inserimento scolastico e sociale.
- Aumentare da parte degli operatori di
tutti i servizi la conoscenza dei contesti
culturali e ambientali delle persone
straniere immigrate, con riferimento a
diversi gruppi etnici e nazionalità.
ATTIVITA’ – AZIONI - PROGETTI
DA METTERE IN ATTO
- Promuovere seminari formativi interprofessionali e
interservizi sugli aspetti culturali, antropologici e socioeconomici, dei gruppi etnici e nazionalità più consistenti
nel territorio.
- Dotare i servizi sociali e socio sanitari di mediatori
culturali e potenziare quelli inseriti nella scuola,
usufruendo di un’unica agenzia.
- Avviare corsi di alfabetizzazione parzialmente
propedeutici all’inserimento nei gruppi classe, con
progettualità integrate tra Scuola, Comuni e Provincia.
- Attivare canali informativi stabili tra i diversi servizi
sociali-socio-sanitari e scuola.
- Rafforzare i corsi di alfabetizzazione per i genitori,
soprattutto per le madri casalinghe
- Difformità di interpretazione tra scuola e servizi sociosanitari e tra servizi sociali e socio-sanitari sulla modalità di
richiesta e sul significato ed uso della certificazione, indicata
per ottenere l’insegnante di sostegno e altri supporti al
bambino con disabilità, e/o con disturbi di personalità e del
comportamento, inserito nella scuola.
- Arrivare ad una chiarezza e
condivisione sul significato ed uso della
certificazione e sulle competenze dei
diversi servizi.
198
- Istituire un tavolo di confronto tra servizi per l’area
handicap e avviare protocolli d’intesa.
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
- Rafforzare e diversificare le
- Carenze di opportunità a sostegno della genitorialità e della
opportunità di sostegno alle funzioni
qualità della vita dei minori.
genitoriali, e al benessere e sviluppo
evolutivo dei minori.
- Creare centri aperti per minori dell’obbligo scolastico
su tutto il territorio del distretto, confermando ed
attivando in tempi brevi il progetto di Centro Aperto già
in fase di elaborazione nel Comune di San Bonifacio.
D. - AREA MINORI-FAMIGLIA: ETA’ ADOLESCENZIALE; SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA E ALLA GENITORIALITA’
D 1 - INFANZIA
CRITICITA’
OBIETTIVI PRIORITARI
ATTIVITA’ – AZIONI - PROGETTI
DA METTERE IN ATTO
- Avviare il confronto tra Servizi Sociali degli altri Comuni
del distretto n. 4 , Volontariato e Parrocchie per
l’elaborazione ed attivazione di progetti, l’istituzione di
centri aperti che individuino la dislocazione e gli spazi
fisici da utilizzare, valorizzando, integrando ed
ottimizzando le risorse esistenti su ogni Comune, sia
pubbliche che private.
- Aumentare la disponibilità di posti di Asilo Nido sul
territorio del distretto.
- Promuovere e sostenere l’apertura di:
a) Asili Nido familiare
b) Asili Nido condominiali
c) Centri d’infanzia
d) Baby Parking
e) Ludoteche
199
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
D. - AREA MINORI-FAMIGLIA: ETA’ ADOLESCENZIALE; SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA E ALLA GENITORIALITA’
D 2 - ETA’ ADOLESCENZIALE
CRITICITA’
- Aumento di adolescenti con disturbi di personalità e
comportamentali anche a rilevanza psichiatrica, con agiti di
forte aggressività, auto ed etero diretti e aspetti depressivi
ed agiti che si manifestano sia all’interno della famiglia che
in altri luoghi di vita (scuola e spazi riferiti al tempo libero),
che creano forte conflittualità.
- Difficoltà a fare una diagnosi adeguata delle situazioni di
adolescenti con disturbi di personalità e del comportamento
per la complessità della problematica, e difficoltà tra i servizi
ad arrivare ad una presa in carico condivisa anche per
scarsità di motivazione dell’adolescente a condividere il
progetto riabilitativo.
OBIETTIVI PRIORITARI
- Garantire una diagnosi precoce
adeguata, la presa in carico in tempi
brevi e con responsabilità condivise, tra
servizi sociali e sanitari anche sotto
l’aspetto finanziario, degli adolescenti
con
disturbi
di
personalità
e
comportamentali
- Garantire interventi personalizzati,
integrati e di rete, di tipo sanitario,
sociale ed educativo anche domiciliare,
di cura e di sostegno agli adolescenti
con
disturbi
di
personalità
e
comportamentali, anche a rilevanza
psichiatrica e di aiuto alla loro famiglia
ATTIVITA’ – AZIONI - PROGETTI
DA METTERE IN ATTO
- Conferma, rafforzamento ed estensione fino a 21 anni
del progetto “Intervento psico-sociale e sociopedagogico per adolescenti con disturbo di personalità e
del comportamento” di cui al Piano Triennale 2000-2002
Legge 285/97, prevedendo una sede dell’équipe anche
nel territorio del distretto n. 4.
- Istituire appartamenti protetti per adolescenti con
disturbi di personalità e del comportamento , anche a
rilevanza psichiatrica, con la presenza 24 ore su 24 di
operatori qualificati.
- Istituire comunità terapeutiche per adolescenti con
disturbi di personalità e comportamentali anche a
rilevanza psichiatrica.
- Diversificare, integrare le risposte - Creare una sinergia ed integrazione tra il progetto
pubbliche e private e metterle in rete
promosso dal Servizio di Neuropsichiatria Infantile:
“Progetto di prevenzione del suicidio adolescenziale”, e
il “Progetto Provinciale di Prevenzione e Trattamento
dei disturbi del comportamento alimentare”, e gli altri
servizi dell’area adolescenza.
- Confermare i progetti del Ser.T., del programma
regionale – Fondo Lotta alla Droga 2003-2005: Crescere
Insieme - Guida sicura – Arcobaleno - Mantieni
l’equilibro - No smoking - intervento domiciliare integrato
- laboratorio protetto, avviando un confronto anche con i
servizi sociali dei Comuni.
- Ridefinire e confermare i progetti del Consultorio
Familiare: “Porte Aperte” di cui alla legge 285/97 e
“Spazio Adolescenti”, integrandoli con gli altri progetti
territoriali riguardanti l’adolescenza, attraverso un lavoro
200
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
congiunto con i servizi sociali dei Comuni, il Ser.T. , le
Associazioni di Volontariato e privato sociale.
D. - AREA MINORI-FAMIGLIA: ETA’ ADOLESCENZIALE; SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA E ALLA GENITORIALITA’
D 2 - ETA’ ADOLESCENZIALE
CRITICITA’
OBIETTIVI PRIORITARI
- Aumento di adolescenti e giovani con copresenza di - Rafforzare la condivisione nella
problematiche di tossicodipendenza e psichiatriche
diagnosi e nella presa in carico tra
Ser.T., Neuropsichiatria Infantile e
- Difficoltà a fare diagnosi e prese in carico condivise, anche Servizio Psichiatrico, anche sotto
sotto l’aspetto finanziario tra Ser.T., Neuropsichiatria l’aspetto economico, delle situazioni di
Infantile e Servizio Psichiatrico
compresenza di problematiche di
tossicodipendenza e psichiatriche
- Scarsità di budget per programmi di Comunità (comorbilità).
Terapeutiche
- Promuovere l’istituzione di centri per
- Difficoltà di approccio dei Ser.T. ai consumatori di sostanze adolescenti e giovani legati al tempo
“ricreazionali” (estasi, cocaina ecc.)
libero, che contengano anche spazi ed
attività auto-organizzate di sostegno al
- Assenza sul territorio di spazi di aggregazione e protagonismo e alla partecipazione del
socializzazione specifici per gli adolescenti e giovani
mondo adolescenziale e giovanile
- Assenza sul territorio di un osservatorio ed un Istituire
un
osservatorio
e
coordinamento
interistituzionale
con
la
presenza coordinamento interistituzionale con la
dell’associazionismo e del privato sociale, sulla realtà presenza dell’associazionismo e del
adolescenziale.
privato
sociale,
sulla
realtà
adolescenziale.
ATTIVITA’ – AZIONI - PROGETTI
DA METTERE IN ATTO
- Avviare tavoli di lavoro e protocolli d’intesa tra Ser.T.,
Neuropsichiatria Infantile, Servizio Psichiatrico e Servizi
Sociali dei Comuni
- Confermare, estendere ed attivare in tempi brevi il
“Progetto Giovani” già inviato alla Regione per la
richiesta di finanziamenti per il territorio di 8 Comuni del
distretto n. 4, promosso dalla Provincia congiuntamente
con l’Istituto don Calabria di Verona e gli 8 Comuni
interessati (San Bonifacio, Pressana, Veronella, Zimella,
Roveredo di Guà, Arcole, Albaredo, Cologna Veneta).
- Elaborare e attuare un progetto specifico per l’avvio di
centri aperti che coinvolga gli adolescenti stessi ed
individui la dislocazione dei centri di aggregazione e
socializzazione per adolescenti.
- Elaborare un progetto per l’istituzione di un
osservatorio
e
coordinamento
sulle
realtà
adolescenziale
a
livello
distrettuale,
con
il
coinvolgimento di tutti gli attori che a diverso titolo
rispondono ai bisogni e alle problematiche degli
adolescenti (Comuni, Scuola, Ulss, Associazionismo,
Terzo Settore, Provincia,Ufficio Servizio Sociale
minorenni ecc.).
- Protocolli d’intesa e accordi di programma tra Pubblico,
Privato sociale e Associazionismo.
201
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
E) - AREA ANZIANI: PROTAGONISMO DEGLI ANZIANI, SOSTEGNO ALLA DOMICILIARITA’, AIUTO E SOLLIEVO AGLI ANZIANI
AUTONOMIA ED IN PARTICOLARE QUELLI COLPITI DA DEMENZE E ALLE LORO
FAMIGLIE
CRITICITA’
- Carenza di informazioni da parte degli anziani , dei loro
familiari e delle associazioni di volontariato, relative
all’accesso ai servizi e alla legislazione
- Le unità operative distrettuali (U.O.D.) non sempre
svolgono la loro funzione di definizione e verifica condivisa
del programma individualizzato da parte di tutti i servizi
interessati, anche per l’assenza all’incontro di alcuni membri
- Difficoltà di raccordo tra U.O.D. , Servizi Sociali dei Comuni
e Case di Riposo, relativamente all’inserimento di persone
anziane non o parzialmente autosufficienti, , in strutture
residenziali protette.
CON LIMITATA
ATTIVITA’ – AZIONI - PROGETTI
DA METTERE IN ATTO
- Garantire la massima divulgazione Potenziamento
del
segretariato
sociale,
e
delle informazioni sull’accesso ai servizi collegamento ed integrazione con le associazioni di
e sulla legislazione, di interesse per gli volontariato territoriali
anziani
- Potenziamento dell’Assistenza Domiciliare Integrata
- Mantenere l’anziano anche non (A.D.I.); potenziare e diffondere il servizio prelievi
autosufficiente nel proprio ambiente domiciliari
familiare e sociale per quanto possibile,
sostenendo anche la sua famiglia
- Maggior coinvolgimento e presenza dei medici di
famiglia, sia nella valutazione multidimensionale, che
- Sostenere gli anziani soli e le famiglie presso il domicilio dell’anziano
in difficoltà
- Miglioramento della scheda S.V.A.M.A e sua
estensione oltre l’accesso alla Casa di Riposo e R.S.A.
OBIETTIVI PRIORITARI
- Insufficienti risorse economiche destinate dalle leggi
nazionali e regionali (L. 18/80 – L.R. 28/91, ecc.) alle
famiglie disponibili a mantenere l’accoglienza della persona
anziana non o parzialmente autosufficiente nella propria
famiglia
- Contemplare periodi di ricoveri di sollievo temporanei
riservati agli anziani che vivono in famiglia, all’interno
delle Case di Riposo;
-Elaborare e attuare un progetto a livello distrettuale che
definisca spazi di Pronta Accoglienza, da usare anche
per le dimissioni protette
- Forte divario tra i benefici economici riconosciuti dalla
normativa nazionale e regionale all’anziano non
autosufficiente che resta in famiglia a quelli riconosciuti agli
anziani che entrano in Casa di Riposo
- Garantire benefici economici adeguati agli anziani
parzialmente e non autosufficienti che rimangono in
famiglia, modificando alcune leggi regionali, es. L.R.
28/91, che prevede per l’anziano la penalizzazioni
economica dei familiari che vivono con lui.
- Carenza di risposte diversificate per l’anziano parzialmente - Sviluppo di servizi e strutture - Elaborazione ed attuazione: “Progetto Casa famiglia” e
autosufficiente
intermedie in alternativa al ricovero in “Progetto Centro Diurno Socio-Sanitario”, con il
Casa di Riposo
coinvolgimento del Volontariato
202
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
E) - AREA ANZIANI: PROTAGONISMO DEGLI ANZIANI, SOSTEGNO ALLA DOMICILIARITA’, AIUTO E SOLLIEVO AGLI ANZIANI CON LIMITATA
AUTONOMIA ED IN PARTICOLARE QUELLI COLPITI DA DEMENZE E ALLE LORO
FAMIGLIE
ATTIVITA’ – AZIONI - PROGETTI
CRITICITA’
OBIETTIVI PRIORITARI
DA METTERE IN ATTO
- Aumento delle situazioni di demenza senile e di Alzheimer - Sviluppare azioni e spazi specifici di - Elaborazione ed attuazione del progetto di Centro
sostegno alle famiglie che ospitano e/o diurno specifico per i malati di Alzheimer ed altre
seguono persone con demenze senili e demenze, con il coinvolgimento del Volontariato
Alzheimer
- Presenza di dimissioni non protette di anziani dall’ospedale - Estendere e rafforzare le dimissioni - Accordi di programma e protocolli d’intesa tra Ulss,
protette degli anziani dall’ospedale
Azienda Ospedaliera, Enti Locali, Privato Sociale e
Volontariato
- Rendere l’anziano protagonista di un - Creazione di trasporti adeguati per l’accesso degli
processo di sviluppo della propria anziani ai servizi sociali, socio-sanitari e del tempo libero
autonomia e indipendenza (economica,
sociale, sanitaria, riabilitativa)
- Erogazione di contributi economici più adeguati
- Carenza di trasporti per l’accesso ai servizi
- Reddito insufficiente e mancanza di autonomia economica
- Abitazioni inadeguate
architettoniche
con
presenza
- Isolamento e solitudine della persona anziana
di
barriere
- Programmazione di una politica abitativa adeguata agli
anziani coinvolgendo gli Enti preposti alla gestione
dell’edilizia popolare
- Creare e/o sostenere spazi di aggregazione sociale e
di socializzazione con Centri Diurni per anziani
- Favorire il benessere psicofisico autosufficienti e attività di promozione sociale e di
dell’anziano rendendolo protagonista sostegno alla salute (es. università terza età, corsi di
del suo star bene
ginnastica, corsi di informazione sulla salute, ecc.)
- Ridurre e prevenire l’emarginazione - Coinvolgimento degli anziani in attività di utilità sociale
sociale dell’anziano
(es. Banca del Tempo, ecc.)
- Rafforzare gli spazi e le opportunità di confronto
intergenerazionale
- Collegamento in rete informatica degli Enti coinvolti
Comuni, Distretto, Ulss, ecc.)
- Carenza di collegamento tra servizi sociali e associazioni di Sviluppare
maggiormente
il
volontariato
collegamento e l’integrazione tra servizi - Potenziamento della rete dei servizi socio-sanitari
sociali e associazioni di volontariato
- Attivare gruppi di lavoro e protocolli d’intesa tra i servizi
pubblici e associazioni di volontariato
- Potenziamento del Servizio Sociale Professionale
203
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
F) - OBIETTIVI PRIORITARI DI “INTEGRAZIONE” CON RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI
CRITICITA’
OBIETTIVI PRIORITARI
- Difficoltà nel sistema dei servizi sociali e socio-sanitari
territoriali ad arrivare ad un’analisi-valutazione-diagnosi
condivise e con riferimenti, linguaggi, valori comuni,
relativamente alle situazioni complesse e multiproblematiche
di bambini, adolescenti, giovani, famiglie e anziani, nonché
- Potenziare un’analisi-valutazionedifficoltà per una presa in carico integrata condivisa tra
diagnosi
e
progettazione
servizi sociali e socio-sanitari, anche sotto l’aspetto
individualizzata ed integrata condivisa
finanziario e in tempi brevi
negli obiettivi e nella responsabilità,
anche sotto l’aspetto finanziario, delle
- Disomogeneità tra i servizi dell’area sociale e sociosituazioni multiproblematiche
sanitaria, sul significato e uso della consulenza con
conseguenze negative sulla presa in carico condivisa di
- Potenziare e migliorare l’attivazione
situazioni multiproblematiche e di doppia diagnosi
della rete sui progetti individualizzati,
con il coinvolgimento del privato sociale
- Difficoltà nella costruzione di progetti individualizzati
e del volontariato
condivisi tra servizi sociali e servizi socio-sanitari
- Ritardo nell’attivazione del lavoro di rete, anche nel
rapporto con il volontariato, per le criticità succitate
- Diminuzione delle risorse economiche e professionali in
tutti i servizi di sostegno all’infanzia, adolescenza, famiglia,
anziani, ecc. che forma liste di attesa nei servizi sociosanitari e condiziona sempre di più, la diagnosi e la presa in
carico condivisa tra i servizi del sistema, con conseguenze
negative in termini di efficacia ed efficienza delle risposte
offerte ai cittadini.
- Insufficiente presenza in termini di ore, di strumenti e spazi
adeguati del servizio sociale professionale nei Comuni del
distretto n. 4, servizio rientrante secondo la Legge 328/00 tra
i servizi essenziali minimi garantiti. Specialmente nei piccoli
Comuni dove il servizio sociale (Assistente Sociale) è
costretto ad addossarsi anche i compiti del personale
amministrativo
ATTIVITA’ – AZIONI - PROGETTI
DA METTERE IN ATTO
- Potenziare ed estendere protocolli d’intesa tra servizi
- Accordi di programma tra Comuni, Ulss ed altre
istituzioni
- Attivazione di spazi di formazione inter-professionali ed
inter-istituzionali comuni tra servizi, destinando tempo e
risorse economiche
- Estensione anche all’area minori, adolescenti e adulti
delle unità valutative multidimensionali per le situazioni
più complesse
- Attivare gruppi di lavoro e di coordinamento tra servizi
anche per l’elaborazione di linee condivise tra Ser.T.,
Neuropsichiatria e Psichiatria, tra servizi sanitari e
servizi sociali e tra servizio area handicap e altre aree
-Attivare gruppi di lavoro, di coordinamento e protocolli
d’intesa tra servizi pubblici, privato sociale e volontariato
- Aumentare le risorse economiche e il - Destinare in sede di bilancio maggior fondi ai servizi
personale nell’area dei servizi di sociali e sanitari di sostegno alla persona in difficoltà,
sostegno alle persone in difficoltà
avendo come riferimento l’aumento della domanda,
anche attraverso spostamenti delle voci del bilancio
- Garantire la presenza adeguata del generali degli enti
servizio sociale professionale nei
Comuni, in termini di ore, di spazi e di - Ricercare altre fonti di finanziamento esterne
strumenti di lavoro
- Ottimizzare le risorse umane, nei Comuni e nell’Ulss
- Aumentare la chiarezza e la anche attraverso la definizione e/o applicazione di
condivisione tra servizi sulle rispettive standards legati al bacino di utenza e alle competenze
competenze istituzionali
istituzionali
- Tempi brevi da parte dei Comuni, per garantire una
presenza adeguata del servizio sociale professionale
204
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
F) - OBIETTIVI PRIORITARI DI “INTEGRAZIONE” CON RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI
CRITICITA’
OBIETTIVI PRIORITARI
- Aumentare
- Non sufficiente chiarezza e condivisione tra i servizi sociali, condivisione
socio-sanitari e sanitari sulle competenze istituzionali dei
rispettivi servizi compresi i medici di base e i pediatri
la
chiarezza
e
ATTIVITA’ – AZIONI - PROGETTI
DA METTERE IN ATTO
la - Estendere i gruppi di lavoro interistituzionale e i
protocolli che coinvolgano i medici di base e i pediatri.
- Scarsa informazione tra servizi sociali e socio-sanitari sui - Potenziare e diffondere l’informazione - Diffondere servizi d’aiuto alle persone in difficoltà,
protocolli d’intesa, linee guida e carte dei servizi esistenti tra servizi, sui protocolli d’intesa, linee anche utilizzando il sistema informatico, i protocolli
nell’area dei servizi rivolti alla persona in difficoltà
guida, carte dei servizi esistenti
d’intesa, linee guida e carte dei servizi esistenti
- Non sufficiente integrazione fra medici di base,pediatri e - Aumentare l’integrazione tra medici di - Attivazione di gruppi di lavoro e di spazi di formazione
servizi sociali, socio-sanitari e sanitari nelle diverse fasi del base, pediatri e altri servizi del sistema permanente congiunti
processo d’aiuto/salute/diagnosi/presa in carico/progetto integrato rivolto ai cittadini
individualizzato
- Difficoltà da parte di tutti i servizi e professionalità a fare
una diagnosi adeguata e integrata sulle problematiche e
disagi delle persone immigrate, per scarsa conoscenza dei
contesti culturali e ambientali di provenienza e della lingua
- Difformità di interpretazione tra scuola e servizi sociosanitari e tra servizi sociali e socio-sanitari sulla modalità di
richiesta e sul significato ed uso della certificazione indicata
per ottenere l’insegnante di sostegno ed altri supporti al
bambino con disabilità , e/o con disturbi di personalità e del
comportamento inserito nella scuola
- Aumentare da parte degli operatori di
tutti i servizi la conoscenza dei contesti
culturali, ambientali, delle persone
straniere immigrate, con riferimento a
diversi gruppi etnici e nazionalità
- Dotare i servizi sociali e socio-sanitari di mediatori
culturali istituendo nel distretto apposita agenzia comune
a tutti i servizi
- Promuovere seminari formativi interprofessionali e
interservizi sugli aspetti culturali, antropologici e socioeconomici dei gruppi etnici e nazionalità più consistenti
nel territorio del distretto n. 4
- Arrivare ad una chiarezza e - Tavolo di confronto tra servizi e scuola per l’area
condivisione sul significato ed uso della handicap e avviare protocolli d’intesa.
certificazione e sulle competenze dei
diversi servizi
- Attivare canali informativi stabili tra scuola, servizi
sociali, socio-sanitari e sanitari
- Attivare spazi di formazione permanente congiunti tra
scuola ed operatori del sistema integrato dei servizi alla
persona
- Difficoltà a coordinare ed integrare gli interventi progetti - Realizzare il coordinamento e - Attivare un tavolo di lavoro tra tutte le agenzie presenti
preventivi che i diversi servizi sociali, socio-sanitari e l’integrazione tra servizi degli interventi e coinvolte nel territorio del distretto n. 4, in relazione
sanitari, realizzano nel territorio del distretto a tutela della preventivi di tutela della salute
agli interventi, progetti di prevenzione
salute
205
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
G) - OBIETTIVI PRIORITARI IN MERITO ALLA “CENTRALITA’ DELLA PERSONA “ IN RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI
ATTIVITA’ – AZIONI - PROGETTI
CRITICITA’
OBIETTIVI PRIORITARI
DA METTERE IN ATTO
- Promuovere e sostenere tra gli - Potenziare la formazione comune interprofessionale e
operatori del sistema integrato dei interistituzionale centrata sull’approccio globale ed
- Esistenza di una operatività del sistema dei servizi integrati
servizi rivolti alla persona in difficoltà, unitario alla persona.
rivolti alla persona in difficoltà, basata ancora
con problemi sanitari, un approccio ed
prevalentemente sulla frammentarietà delle competenze
una presa in carico globale ed unitaria
della persona
- Potenziare gli spazi formativi degli operatori dei servizi
del sistema integrato, riferiti alla promozione e sostegno
del protagonismo delle persone con difficoltà e problemi
di salute
- Permanere di una difficoltà degli operatori del sistema
integrato dei servizi a considerare le persone con difficoltà e
problemi di salute, protagoniste del proprio percorso
riabilitativo e di benessere psico-fisico e sociale
- Difficoltà di accesso ai servizi del sistema integrato da
parte dei cittadini per:
a) una inadeguata dislocazione sul territorio di alcuni servizi
socio-sanitari territoriali
b) la presenza di un sistema di trasporti pubblici riferito al
territorio del distretto n. 4 costruito per dare risposte
soprattutto ai bisogni scolastici e non per favorire l’accesso
ai servizi sociali e socio-sanitari
Rendere
la
persona
con - Potenziare l’attività di gruppi di auto-aiuto
difficoltà/problemi
di
salute
più
consapevole e protagonista del proprio - Potenziare il segretariato sociale nei
progetto riabilitativo/di salute.
nell’ULSS e nelle IPAB
Comuni,
- Stesura e diffusione di materiale informativo adeguato
sui servizi, sulle risorse esistenti ed iter per accedervi e
delle carte dei servizi, anche utilizzando i supporti
informatici
- Migliorare la dislocazione dei servizi - Fare uno studio che individui le aree critiche e le
sul territorio
modifiche necessarie per favorire un migliore accesso ai
servizi da parte dei cittadini
- Riorganizzare la rete dei trasporti
anche con riferimento all’esigenza dei - Attuare una negoziazione dei Comuni tra i gestori dei
cittadini di accedere alle sedi dei servizi trasporti, i Comuni e l’ULSS
sociali e socio-sanitari
- Migliorare l’informazione, il sistema di prenotazione e
di accesso ai servizi in sede di distretto socio-sanitario
206
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
G) - OBIETTIVI PRIORITARI IN MERITO ALLA “CENTRALITA’ DELLA PERSONA “ IN RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI
ATTIVITA’ – AZIONI - PROGETTI
CRITICITA’
OBIETTIVI PRIORITARI
DA METTERE IN ATTO
- Destinare risorse economiche e professionali
- Mancanza di un sostegno psicologico adeguato e
- Avviare il sostegno psicologico postcontinuativo post intervento chirurgico e ricovero ospedaliero
ricovero, intervento chirurgico e per - Definire protocolli d’intesa tra servizi territoriali e reparti
in caso di patologie gravi, es. tumori, ecc.
patologie gravi
ospedalieri
- Garantire continuità e stabilità di
- Turnover degli operatori dei servizi sociali e socio-sanitari
presenza degli operatori nei diversi per le tipologie del rapporto di lavoro e risorse economiche
servizi del sistema dei servizi sociali e
inadeguate
socio-sanitari
Adeguare e coprire in tempi brevi i posti vacanti
delle Piante Organiche dei servizi sociali e sociosanitari
H) - OBIETTIVI PRIORITARI IN MERITO ALLA “DOMICILIARITA’ “ IN RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI
ATTIVITA’ – AZIONI - PROGETTI
DA METTERE IN ATTO
- Non adeguatezza in termini di orario, copertura di tutti i - Estensione dei servizi di assistenza - Destinare maggiori risorse economiche, professionali e
giorni della settimana dei servizi di tipo domiciliare, sociali e domiciliare dei servizi sociali e socio- automezzi ai servizi di assistenza domiciliare dei
socio-sanitari, offerti ai cittadini del distretto, anche per sanitari in termini di tempo, di presenza Comuni e dell’Ulss
scarsità di personale e di automezzi in uso agli operatori
anche nei giorni festivi
CRITICITA’
OBIETTIVI PRIORITARI
- Carenza di integrazione, diversificazione e di attenzione Aumentare
l’integrazione,
alla globalità della persona, e al sostegno della famiglia, con diversificazione e l’attenzione
ricaduta negativa sulla qualità dei servizi di assistenza globalità della persona
domiciliare attualmente in atto, in particolare nell’ambito
socio-sanitario
la - Rafforzare spazi formativi, gruppi di lavoro e protocolli
alla d’intesa tra servizi sociali dei Comuni, dell’Ulss, del
Privato sociale e del Volontariato
- Carenza di integrazione e non adeguata chiarezza sulla
presenza e ruolo del volontariato, in ordine agli interventi dei
servizi di assistenza domiciliare
- Non adeguata utilizzazione di alcune figure professionali - Garantire una corretta ed adeguata
(es. operatori di assistenza ed educatori).
utilizzazione
delle
diverse
figure
professionali impegnate nei servizi di
assistenza domiciliare
- Non sufficiente integrazione e presenza dei medici di bas, - Rafforzare l’integrazione e la presenza
dei pediatri e altre specializzazioni, per attuare e sostenere a domicilio dei medici di base, dei
la domiciliarità
pediatri ed altri specialisti
207
- Avviare tavoli di lavoro e protocolli d’intesa che
chiariscano e rendano corretta ed adeguata
l’utilizzazione delle diverse figure professionali
impegnate nei servizi di assistenza domiciliare
- Avviare tavoli di lavoro, rafforzare ed adeguare i
protocolli d’intesa tra distretto socio-sanitario e medici di
base e specialisti interessati, per sostenere la
Piano di zona 2003-2005 (Parte Terza)
domiciliarità
- Valutazioni difformi tra servizi e tra figure professionali, - Chiarire ed estendere la presenza - Avviare e rafforzare tavoli di lavoro e protocolli d’intesa
sull’opportunità e significato dell’intervento dello psicologo a dello psicologo a domicilio
tra servizi sociali e servizi socio-sanitari sull’intervento a
domicilio
domicilio dello psicologo
H) - OBIETTIVI PRIORITARI IN MERITO ALLA “DOMICILIARITA’ “ IN RIFERIMENTO AI SERVIZI ESISTENTI
CRITICITA’
- Insufficienti risorse economiche destinate dalle leggi
nazionali e regionali alle famiglie disponibili a mantenere
l’accoglienza di persone con limitata autonomia psico-fisica
e sociale
- Inadeguatezza e non integrazione dei benefici economici
riconosciuti dalla normativa nazionale e regionale (es.
indennità di accompagnamento, contributi badanti, contributi
assistenza domiciliare L.R. 28/91, contributi di sollievo,
contributi per i malati di Alzheimer e demenze), anche
perché si continua a far riferimento al reddito del nucleo
familiare
ATTIVITA’ – AZIONI - PROGETTI
DA METTERE IN ATTO
OBIETTIVI PRIORITARI
-
Adeguare, integrare e ridurre la
frammentazione dei benefici economici
destinati alla famiglia e alle persone con
limitata autonomia a sostegno della
domiciliarità
- Frammentazione dell’iter burocratico per accedere ai
diversi benefici economici individuali a sostegno della
domiciliarità e non chiarezza ed uniformità dei criteri
applicati per la loro erogazione, con conseguente aumento
della spesa assorbita solo dall’iter burocratico
208
Istituire un tavolo di lavoro tra Regione, Provincia,
Comuni e Ulss, con la presenza di tecnici e
funzionari, incaricati della programmazione e
gestione dei servizi di assistenza domiciliare, per
raccordare, unificare e rendere adeguata la
normativa regionale e nazionale.
Ridefinire rendendola adeguata la tipologia e la
consistenza dei benefici economici e l’iter
burocratico per accedervi e per erogarli da parte
degli Enti competenti.
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