Il culto di S. Rocco a Venosa a cura della dott.ssa Mariella Evangelista Correva l’anno 1503 quando la cittadina di Venosa veniva colpita dal flagello della peste. Tutto il popolo si rivolgeva con fiduciosa speranza al grande Taumaturgo S. Rocco per ottenere la liberazione dal male . In segno di devozione al Santo, che aveva interceduto per la cittadina lucana, nello stesso anno, per iniziativa del Vescovo Bernardino di Buon Giovanni, venne eretta la Chiesa dedicata al Santo di Montpellier . Un’iscrizione sull’architrave della porta ricorda un altro flagello : il terremoto del 14 agosto del 1851 . In seguito all’evento, la Chiesa veniva completamente distrutta e doveva essere ricostruita (certamente lo stile barocco dell’interno appartiene alla ricostruzione). Nuovamente diroccata nel 1867, a pubbliche spese veniva restaurata. Al suo interno ci sono quattro altari oltre quello di San Rocco . La parte sotterranea, attualmente ripulita, fungeva da dimora eterna degli appartenenti alla Confraternita, supponiamo fino all’editto di Saint-Cloud (epoca napoleonica). Sin dalla costruzione della Chiesa veniva contemporaneamente costituito un gruppo di persone particolarmente dedite al culto di S. Rocco e, in armonia con lo spirito del Santo, all’assistenza reciproca (preludio della futura Confraternita). San Rocco diveniva Compatrono della città e il suo culto e i festeggiamenti in suo onore erano talmente sentiti dai venosini al punto che , nel corso degli anni, le stesse celebrazioni in onore del Santo Patrono San Felice martire ne subivano un contraccolpo . Solo nel 1717 veniva fondata la Confraternita di San Rocco che diveniva aggregata all’Arciconfraternita omonima in Roma nel 1783. Nel 1786 lo statuto era presentato a Ferdinando IV per ottenere il “ Regio consenso”. A differenza di altre Confraternite coeve , quella di San Rocco era aperta a tutti e l’assistenza vi trovava e vi trova ampio spazio. Oltre a questo essa aveva e ha come compito il culto in onore del Santo e la gestione della Chiesa a lui dedicata. La festa religiosa si svolge in due giorni (16 e 17 agosto) durante i quali la Processione con la statua del Santo (epoca 1800 circa) si snoda per le strade della città, portata dai confratelli in divisa: “mozzetta verde”. Durante questo arco di tempo la statua sosta per un giorno intero presso la Cattedrale dove vengono celebrate le Sante Messe Pontificali. Particolarmente seguita è anche la quindicina che precede la festa. Un tempo la festa veniva celebrata in settembre, per dar modo agli agricoltori di parteciparvi giacché i lavori di mietitura, condotti manualmente, si protraevano fino a fine agosto. Una vecchia tradizione voleva che nel giorno della festa, le mamme portassero i loro bambini, affetti da gravi malattie, davanti all’ingresso della chiesa dove un rito propiziatorio richiedeva che si lasciasse tanto grano quanto era il peso dei piccoli, accertato su una vecchia bilancia che viene ancora conservata all’interno. Parimenti vecchio era pure il rito della benedizione dei cavalli . Attualmente i compiti di una maggiore diffusione del culto e di adeguamento dello stesso e del messaggio del Santo alle esigenze della modernità sono prerogativa degli “Amici di S. Rocco”, associazione di recente istituzione a Venosa. Con questo intento l’associazione si propone di coniugare ciò che rimane di antico (da alcuni canti tradizionali, al pane benedetto, alle Messe mattutine del 16 celebrate ogni ora) con le più moderne interpretazioni della carità che oltre all’elemosina, quindi, comprendono la “ disponibilità “ verso coloro che sono malati non solo nel fisico ma anche nello spirito.