Artrite Copyright by THEA 2003 L'artrite è un'infiammazione a carico dei tessuti molli delle articolazioni del corpo umano dovuta a diverse cause (infezioni, un attacco di gotta, problemi nel sistema immunitario ecc.). Quando l'artrite è causata dall'azione di microrganismi, questi possono introdursi dall'esterno, attraverso ferite, oppure possono giungere all'articolazione colpita per via circolatoria sanguigna provenendo da un altro punto di infezione. Le artriti possono essere suddivise in artriti acute e artriti croniche. Le prime, assai diffuse, sono per lo più causate da batteri piogeni e provocano gonfiore e rigidità di movimento; le seconde includono forme aspecifiche degenerative che costituiscono il processo evolutivo dell'artrite acuta, e forme specifiche, più frequenti, quali quelle da brucellosi, tubercolosi, sifilide ecc. Il trattamento consiste nell'utilizzo di antimicrobici, antibiotici o sulfamidici per quanto riguarda le artriti acute e di antinfiammatori (soprattutto gli inibitori della Cox-2 che presentano meno effetti collaterali di quelli classici) e cortisonici per le artriti croniche. Ginnastica, integratori dietetici, fisioterapia, massaggi, dieta, cure termali e chinesiterapia sono utili supporti. Dubbio è invece il ruolo della chiropratica (da evitare in presenza di infiammazione, di danni ai legamenti e di osteoporosi) e delle medicine alternative che non hanno dato risultati scientificamente attendibili. Artrite reumatoide - Infiammazione cronica a carico del tessuto connettivo, di causa ancora poco conosciuta, che può interessare anche il sistema nervoso, l'apparato respiratorio (pleurite), l'apparato cardiocircolatorio (pericardite e miocardite) e il sangue (anemia). Alla base c'è un errore del sistema immunitario che attacca i tessuti articolari, producendo infiammazioni che li danneggiano. L'infiammazione parte dalla membrana sinoviale che muta le sue forme fino a diventare il cosiddetto panno sinoviale che invade lo spazio circostante impedendo i movimenti e danneggiando la cartilagine, attaccata anche dagli enzimi prodotti durante l'infiammazione. La patologie inizialmente colpisce le mani, si manifesta con la tipica rigidità mattutina, con elezione simmetrica dell'articolazione (sono colpite entrambe le mani, le ginocchia ecc.). Le articolazioni si presentano tumefatte, arrossate, calde e dolenti. Con il tempo i sintomi peggiorano, arrivando anche a deformazioni e a un coinvolgimento diretto delle ossa (osteoporosi). Sono possibili anche tendiniti e comparsa di noduli sottocutanei. La diagnosi è confermata da esami coma VES, PCR e dalla ricerca del fattore reumatoide (un anticorpo presente nel 75% dei malati). In genere le donne sono più colpite degli uomini. La terapia si avvale di cortisonici (per bocca, per infiltrazione locale o per via sistemica, in genere per via endovenosa per pochi giorni) e di antinfiammatori (soprattutto gli inibitori della Cox-2). Per intervenire sui meccanismi della malattia si usano diversi farmaci, alcuni dei quali hanno purtroppo effetti collaterali. Fra i meno tossici sono da citare la sulfasalazina e gli antimalarici (clorochina e idrossiclorochina), utilizzati nelle forme lievi. I sali d'oro, la penicillamina e la ciclosporina possono dare problemi renali. Il farmaco forse più usato è il methotrexate, somministrato settimanalmente, a volte associato all'assunzione quotidiana di azatioprina. Un nuovo farmaco (leflunomide, nome commerciale Arava) disattiva i linfociti attivati contro le articolazioni e inibisce la produzione di sostanze che danneggiano la cartilagine e le articolazioni; le sue controindicazioni sono la gravidanza, le malattie epatiche e gli stati di immunodeficienza. I principali effetti collaterali di questi farmaci sono all'apparato digerente, al fegato e al sangue. Le ricerche stanno studiando farmaci che inibiscono il TNF (Tumor Necrosis Factor), implicato nel processo infiammatorio. Agli inizi del 2002 è stata chiesta l'autorizzazione agli enti europei (EMEA) e americani (FDA) per la registrazione del primo anticorpo monoclonale derivato dall'uomo. Il farmaco si chiama D2E7 e blocca l'attività del TNF alfa che gioca un ruolo fondamentale nei processi di distruzione delle articolazioni.